Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 10/03/2007 @ 10:27:07, in Europa, visitato 1566 volte)
E' uscito l'aggiornamento di febbraio 2007 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
Di Fabrizio (del 09/03/2007 @ 09:45:34, in Europa, visitato 1489 volte)
Da
British_Roma
(from The Times March 06, 2007: People by Hugo Rifkind)
Grandi novità per i razzisti. Il Consiglio Distrettuale del
West Sussex sta cercando un "coordinatore per incidenti razziali". Il
candidato di successo sarà, informa la ricerca, "responsabile per il
coordinamento degli incidenti razziali attraverso il West Sussex" E' bello
vedere come queste cose alla fine siano per essere appropriatamente organizzate.
Di Fabrizio (del 06/03/2007 @ 10:26:31, in Europa, visitato 1739 volte)
Da
Roma_Daily_News
Posted by:
BMJ on 03-01-2007.
La salute dei Nomadi e Viaggianti è significativamente peggiore di
altri gruppi vulnerabili, rivela una ricerca del Journal of Epidemiology and
Community Health.
Non è noto quanti Nomadi e Viaggianti ci siano in Gran Bretagna, ma le stime
indicano una cifra di circa 300.000
I ricercatori hanno valutato la salute di circa 300 Nomadi e Viaggianti di
origine UK ed irlandese, in cinque località (Sheffield, Leicester, Norfolk,
Londra e Bristol).
Usando adeguate misure, sono state fatte comparazioni con la salute di chi
vive nelle comunità rurali, o in aree di deprivazione, o comunità di minoranze
etniche, e tutte tendono ad avere una salute peggiore della media.
I risultati mostrano che Nomadi e Viaggianti hanno significativamente
malattie a lungo termine, problemi o disabilità che interferiscono con la vita
quotidiana o che limitano le loro capacità di lavoro.
[...] Hanno problema nel mantenere la loro salute, però resistono
maggiormente degli altri gruppi al dolore e al disagio, all'ansia e alla
depressione.
I tassi di diabete e cancro non sono più alti. Ma gli autori puntualizzano
che questi disagi possono essere più "silenti" e che i sintomi associati
potrebbero non essere riconosciuti.
Nomadi e Viaggianti hanno inoltre tassi significativi di dolori toracici,
problemi respiratori ed artriti. Sono inoltre riportati alti tassi di morte
prematura tra i bambini.
Le politiche per affrontare le ineguaglianze sanitarie chiaramente non
incrociano i bisogni di Nomadi e Viaggianti, concludono gli autori.
Un allegato, che ha osservato credenze ed esperienze di Nomadi e Viaggianti,
trova che i problemi sanitari sono intesi come "normali" e come qualcosa da
sopportare in silenzio.
Di Fabrizio (del 25/02/2007 @ 10:27:30, in Europa, visitato 2620 volte)
Segnalato da Tommaso Vitale
Da Euregion.net - Saturday 24 February 2007
In Slovenia dilaga la rivolta razzista anti-rom. Scenari inquietanti per un Paese che nella prima metà del 2008 presiderà l'UE. Per sensibilizzare l'opinione pubblica su questo problema, in novembre scorso ha avuto luogo una marcia, che partendo da Lubiana, ha toccato anche Trieste e Monfalcone. La famiglia Strojan La lunga marcia dei cancellati si è svolta in novembre, cominciando da Lubiana. E' passata per Trieste, dove 48 vittime della cancellazione che non si vogliono arrendere o rassegnare di fronte all'indifferenza del governo e del parlamento di Lubiana che continuano a glissare sul problema, sono state accolte in Consiglio regionale dall'assessore alla cultura e alle politiche della pace Roberto Antonaz e da alcuni consiglieri di diversi partiti della sinistra (Rifondazione, PdCI, DS e Verdi). Poi è stata la volta di Monfalcone, dove ad esprimere la propria solidarietà ai cancellati della Slovenia (ma anche a qualche cancellato italiano che si è unito alla carovana, come il giovane rom nato a Roma da genitori ex-jugoslavi Zvonko Đurđević) sono stati gli operai della Fincantieri, quelli del sindacato FIOM, con alle spalle una lunga tradizione di lotte operaie e di solidarietà interetnica. Ad applaudire il gruppo accompagnato nel loro viaggio verso Bruxelles dagli attivisti sloveni e italiani di "Karavla mir" e "Dostje" c'erano pure alcuni lavoratori del Bangladesh e del Pakistan, alcuni dei tanti che nella Monfalcone progressista e cosmopolita hanno ottenuto un diritto di domicilio esemplare rispetto ad altre realtà industrializzate. Da Monfalcone a Parigi, al parlamento francese insieme ai "sans papier" e poi a Bruxelles dal commissario Franco Frattini, accompagnati da due deputati della sinistra europea, Giusto Catania e Roberto Musacchio che avvertono: la Slovenia risolva questo problema prima di prendere in mano le redini dell'UE. Viaggio imbarazzante per il governo sloveno, che sulla marcia europea dei diseredati ex-jugoslavi preferisce per ora mordersi la lingua. Solo due i messaggi pervenuti dal mondo politico ai cancellati in procinto di partire; quello solidale del deputato socialdemocratico Aurelio Juri, e quello critico e stigmatizzante dell'eurodeputato del Partito democratico sloveno Miha Brejc. Molti cancellati, nonostante due delibere a loro favore della corte costituzionale slovena, continuano a rimanere tali, a non godere cioé di quegli elementari diritti di cittadinanza o di residenza che furono cancellati amministrativamente in una notte del 1992 e più tardi solo parzialmente riconosciuti a coloro che risucirono a mettere insieme tutta la documentazione richiesta, perlopiù andata in fiamme lì dove infuriava la guerra. La rivolta razzista Ma il problema dei cancellati è solo uno dei problemi che la Slovenia dovrà o dovrebbe risolvere prima di assumere la presidenza dell'Unione Europea nella prima metà del 2008. L'altro inquietante scenario che sembra purtroppo dilagare ed essere sfuggito di mano allo stesso governo Janša, che fin'ora lo ha ispirato e sostenuto tramite i propri commissari politici, è la rivolta anti-rom in tutta la Slovenia. Ad Ambrus c'è stato sabato scorso il primo caso di violenza, con in prima fila la testa insanguinata di un contestatario locale che assieme ad altre centinaia di compaesani bloccava le strade impedendo alla polizia l'accesso all'insediamento rom della famiglia Strojan. La polizia ha caricato ed ha colpito la testa di un locale militante del partito di governo. Negli scontri sono stati leggermente feriti anche altri paesani. Il giorno dopo ne ha fatto le spese il direttore della polizia di Lubiana, mentre Janša ed il ministro degli Interni Mate hanno chiesto scusa alla popolazione di Ambrus, dove quasi tutti votano tradizionalmente per il loro partito. I disordini erano cominciati in seguito alla notizia che la famiglia rom, ospitata nel centro di permanenza per stranieri di Postumia (25 persone di cui 21 tra donne, bambini ed un'anziana) per sfuggire al linciaggio della folla di Ambrus, si era decisa a tornare a casa propria dopo che le tante promesse del governo di trovare una sistemazione alternativa erano finite in una sommossa nazionale;da Ambrus a Mala huda, da Grosuplje a Ig, da Kocevje a Ribnica e Lubiana. Barricate, blocchi stradali persino con la partecipazione dei locali vigili del fuoco e dei loro mezzi antincendio, uomini minacciosi armati di pali e seghe a motore, pronti ad affrontare anche le unità speciali di polizia, gli skin head e le "viole", gli ultras del Maribor, pronti ad aiutare gli insorti, e una polizia tollerante e intimidita con l'eccezione dei disordini ad Ambrus di sabato, finiti con una testa rotta e le dimissioni immediate del direttore di polizia. Immagini da klu klux klan ma con dimensioni di massa da far rabbrividire anche il regista cinematografico più azzardato. Ogni ipotesi di insediamento dei rom, in qualsiasi parte del paese, persino a Lubiana, porta in strada le cosiddette "vaške straže" la cui simbologia politica rievoca direttamente il collaborazionismo filonazista nella seconda guerra mondiale. Una revansce in chiave attuale e xenofoba, su cui - salvo rare eccezioni - il mondo politico tace o balbetta, mentre la chiesa cattolica e un buona fetta dell'intellighenzia glissano pavidamente. A fare le spese della furia popolare anti-rom è stato pure il nuovo sindaco di Lubiana Zoran Janković che ha tentato di offrire una sistemazione alla famiglia Strojan nel proprio comune. E' stato fischiato e contestato aspramente dalla folla della comunità locale interessata ed ha fatto, vistosamente preoccupato, un realistico dietro front. Martedì per il solo sospetto (infondato) che nei veicoli della polizia dell'accademia di Gotenica presso Kočevje ci potesse essere uno Strojan è insorta la cittadina di Ribnica; al post odi blocco le »straže« hanno fermato persino i poliziotti e li hanno perquisiti, umiliando nuovamente lo stato di diritto. Cinquanta intellettuali di area liberal-progressista hanno richiesto intanto, in un appello a favore dei diritti dei Rom, le dimissioni del ministro degli interni Dragutin Mate cui addebitano la responsabilità diretta del caos razzista nel paese. Gli Strojan intanto aspettano nel CPT di Postumia, il governo mantiene un atteggiamento ambiguo, esibendo la propria impotenza ed umanitaria benevolenza ma senza perdere occasione di puntare l'indice su presunte divisioni in seno alla stessa famiglia e sulla "poca affidabilità" di questa al momento di trovare un accordo. La stessa sindrome dell'antisemitismo Cosa sta succedendo nella Slovenia del 2006, nel paese che tra meno di due anni dovrebbe presiedere l'Unione Europea? E' forse in preda alla sindrome di angoscia collettiva che sembra pervadere una buona fetta dei paesi dell'est europeo e che ricorda quella dell'antisemitismo nella Germania di Weimar? Dalla Polonia all'Ungheria, alla Slovenia. Com'è possibile che un paese con il reddito più alto tra quelli dei nuovi membri UE e noto per la sua tradizionale moderazione e per una proverbiale (apparente) stabilità politica, diventi ora poligono di lotte razziali e di un crescente culto del linciaggio e delle "vaške straže"?. La risposta va probabilmente cercata nella dilagante insicurezza, nel disagio che accompagna la gente in una fase di transizione particolarmente incerta, dove diventa tangibile e dolente ma anche redatto a tavolino, in nome delle leggi del libero mercato, il ridimensionamento dello stato sociale, dell'assistenza pubblica, di quella pensionistica, dei pari diritti alla scuola ed alla sanità. E poi è in arrivo l' Euro e con lui la grande paura dei rincari e dell' ulteriore perdita del potere d'acquisto. E poi Schengen e la libera circolazione all'interno dell' area, e l'arrivo della Romania e della Bulgaria e di tanti immigrati più giovani e più fertili. Insomma la percezione è quella di un sommovimento tettonico epocale che sta angosciando il piccolo individuo, sempre più insicuro e che cerca nella propria rassicurante comunità tradizionale un rifugio, da difendere ad ogni costo, anche con le seghe a motore. La classe politica al potere è impegnata ormai da alcuni anni a spiegare alla gente che l'assistenzialismo sociale va ridotto al minimo, cominciando dai settori più "parassitari". E l'idea del "parassita sociale", responsabile del malessere generalizzato, s'insinua nell' immaginario collettivo della gente che cerca e trova il capro espiatorio nei più deboli. Emira è bosniaca e lavora alla TV pubblica come donna delle pulizie con un contratto precario; entra nello studio tutta imbronciata e borbotta: "Maledetti Zingari, loro non lavorano e incassano l'assistenza sociale. Ed io qui a sgobbare! Maledetti!". Fonte: www.osservatoriobalcani.org
Di Fabrizio (del 16/02/2007 @ 09:14:35, in Europa, visitato 1989 volte)
Da
Kosovo_Roma
Strasburgo, 15 febbraio 2007: Dopo le rinnovate violenze nel Kosovo, che sono
culminate in due morti, il presidente del Forum Europeo dei Rom e Viaggianti,
Rudko Kawczynski, ha ammonito i Rom a non percorrere la provincia. A quanti sono
rimasti ha raccomandato di prepararsi ad un'eventuale evacuazione e
richiesto alla presenza internazionale di sicurezza ad adempire al suo compito e
garantire la sicurezza dei Rom.
"Dopo circa otto anni dalla fine della guerra, la comunità internazionale ha
fallito nel ricostruire un Kosovo multietnico" ha detto Kawczynski, aggiungendo
che a seguito della proposta dell'inviato ONU Martti Ahtisaari per una
condizionata indipendenza del Kosovo e degli ultimi eventi nel fine settimana,
ci si aspettano ulteriori violenze.
Il presidente del Forum Europeo dei Rom e Viaggianti ha ricordato che 150.000
Rom sono stati etnicamente allontanati dai nazionalisti albanesi dalla fine
della guerra e che la pulizia etnica sia avvenuta con il chiaro intento di
ottenere un Kosovo indipendente e multietnico. Ha annunciato l'organizzazione di
una conferenza internazionale sulla sicurezza sulla persecuzione dei Rom in
Kosovo.
Il Kosovo accoglieva circa 200.000 Rom che qui avevano vissuto per quasi 600
anni. Molti sono stati vittime della pulizia etnica dell'estate 1999, quando la
comunità internazionale osservò quanto avveniva senza intervenire.
Il Forum Europeo dei Rom e Viaggianti è un corpo di interesse internazionale
che riunisce le principali organizzazioni Rom internazionali ed oltre 1.500
membri di organizzazioni dei paesi membri del Consiglio d'Europa. Nel dicembre
2004 ha siglato un accordo col Consiglio d'Europa che fornisce relazioni
speciali tra le due organizzazioni.
European Roma and Travellers Forum
c/o Council of Europe
F – 67 075 Strasbourg
Tel.: 00 33 3 90 21 43 31
Email: ertf@coe.int
Di Fabrizio (del 15/02/2007 @ 09:20:27, in Europa, visitato 2105 volte)
Una ricerca sul campo, a Cluj Napoca, Transilvania. Serena Scarabello racconta in questo suo lavoro la comunità rom dei Gabor. I nomi, la memoria, i rapporti tra uomo e donna. Riceviamo e volentieri pubblichiamoDi Serena Scarabello Gli Zingari in Romania costituiscono circa il 2,46% (dati relativi al censimento della popolazione del 2002) della popolazione e sono organizzati in varie comunità, ciascuna con un proprio nome che normalmente fa riferimento all’attività lavorativa tradizionale: gli Zingari “aurari” lavoravano l’oro, i “rudari” erano artigiani del legno, gli “ursari” allevatori di orsi, i “caldarari” costruttori di contenitori di rame, i “laudari” musicisti. Attualmente non esiste più una reale corrispondenza tra il lavoro praticato e il nome della comunità, poiché le recenti trasformazioni della società romena hanno indotto la maggior parte degli zingari ad abbandonare le attività tradizionali per adeguarsi al nuovo contesto economico. In particolare le politiche attuate in epoca comunista hanno profondamente modificato la situazione economica e sociale della popolazione zingara: il regime infatti non riconobbe mai gli zingari come una minoranza culturale e tentò di assimilarli alla popolazione romena, attraverso l’obbligo al lavoro salariato nelle fabbriche o nelle cooperative statali, l’obbligo alla scolarizzazione e alla residenza fissa....
Di Fabrizio (del 11/02/2007 @ 10:03:23, in Europa, visitato 2095 volte)
Da Czech_Roma
Oltre la metà degli Europei ritengono che la discriminazione sulle basi di genere, origine etniche, disabilità o età sia largamente diffusa nei loro paesi. Nella Repubblica Ceca, secondo i risultati della ricerca Eurobarometro, la discriminazione più sentita è quella dell'età, specialmente nella ricerca del lavoro. A differenza del resto d'Europa, i Cechi non sentono molto la discriminazione religiosa.
Un totale del 77% degli Europei considera svantaggioso essere Rom ed il 69% considera svantaggioso essere oltre i 50 anni. Secondo la ricerca, la disabilità e l'età sono i due maggiori svantaggi nella ricerca d'impiego.
In molti casi i risultati cambiano significativamente da nazione a nazione. Per esempio, lo svantaggio di genere è un problema per oltre la metà degli Italiani e Spagnoli e soltanto per un quinto dei Finnici e dei Tedeschi. La discriminazione religiosa è più sentita nelle risposte dalla Danimarca, Francia e Italia, ma incontra solo il 10% delle risposte di Lettoni e Cechi.
Anche se la maggior parte delle persone ha incontrato svantaggi e discriminazioni, soltanto un terzo è a conoscenza delle leggi anti-discriminatorie che possono usare per proteggersi. La UE sta preparandosi a cambiare durante l'anno, che è stato dichiarato Anno Europeo delle Pari Opportunità.
Source: CTK, www.romea.cz
Di Fabrizio (del 08/02/2007 @ 10:11:38, in Europa, visitato 1555 volte)
Da Roma_Benelux
Brussels, Feb 5, IRNA - http://www.irna. ir/en/news/ view/line- 20/0702058347191 851.htm
Mediamente un mendicante in Belgio porta a casa mensilmente 900 €uro, mentre i Rom che mendicano nelle strade di Bruxelles hanno un'entrata media mensile di 350 €uro.
E' quanto si rivela da uno studio del Sint-Aloysius Economic Polytechnic di Bruxelles e ripreso dal canale VRT TV. Due terzi dei mendicanti nella capitale belga sono Rom. Il rimanente terzo è composto da un vasto gruppo di mendicanti belgi ed un gruppo più piccolo di mendicanti stranieri di vari paesi. Nelle vie di Bruxelles operano regolarmente 265 mendicanti.
Di Fabrizio (del 08/02/2007 @ 09:44:39, in Europa, visitato 2063 volte)
Da Roma_Daily_News
[...]
COMUNICATO STAMPA: Questa mattina (30 gennaio ndr) Yiannis Sgouros, Prefetto di Atene assieme ad un gruppo di ispettori della salute pubblica ha visitato due insediamenti rom nell'area di Votanikos, in seguito al fallimento del municipio di Atene e della Polizia nel prendere adeguate misure, nonostante le numerose lettere dei Servizi Sanitari sulle inaccettabili condizioni sanitarie dell'area.
Il primo insediamento si trova in via Aghios Polykarpos 81-83 e il secondo al margine di via Orfeos.
I successivi documenti inviati dai servizi sanitari prefettizi nell'ultimo anno e mezzo puntualizzano che i Rom di questi insediamenti non hanno acqua corrente e fognature e i residenti vivono in mezzo a roditori ed insetti.
Queste condizioni comportano rischi sanitari, soprattutto per i bambini - si stima vivano 300 bambini nell'area - senza tuttavia dimenticare i rischi similari per gli adulti e i residenti permanenti.
Yiannis Sgouros, Prefetto di Atene, intervistato ha affermato:
"Un'immagine vale mille parole. Siamo soltanto ad un chilometro dal cuore della capitale [...] e questa situazione non fa onore a nessuno. Nell'occasione della visita odierna, voglio portare l'attenzione a questo problema, dato che la corrispondenza tra vari settori sembra portare da nessuna parte. Ho preso l'iniziativa di contattare il Consiglio Prefettizio e i competenti Ministeri della Salute e degli Interni e della Sanità. perché la sola Prefettura non può affrontare da sola il problema. Inoltre intendo chiedere al Sindaco, con cui siamo in buoni rapporti, di intraprendere le azioni necessarie. In altre parole, rimuovere dall'insediamento le tonnellate di rifiuti e trovare uno spazio adeguato dove rilocare queste persone in condizioni più vivibili, con acqua corrente e servizi sanitari. Dobbiamo agire come già si è fatto in altri casi di insediamenti rom e di rifugiati Curdi e non permettere il perpetrarsi di questa situazione."
Materiale fotografico: www.studiokominis. com
THE PRESS OFFICE Tel 210 – 69 93 404, 210 - 69 91 206, Fax: 210 – 69 93 110, 210 – 69 29 775, Ε-mail: nomath10@otenet. gr
Di Fabrizio (del 05/02/2007 @ 10:26:38, in Europa, visitato 1553 volte)
E' uscito l'aggiornamento di gennaio 2007 di PICUM.org con le notizie e l'evoluzione politica riguardanti i diritti sociali fondamentali degli immigranti non documentati in Europa. Disponibile nel formato Word nelle seguenti lingue: inglese, tedesco, olandese, spagnolo, francese, italiano e portoghese.
|