Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 17/02/2006 @ 08:23:45, in Europa, visitato 2542 volte)
Di un interessante articolo tradotto in italiano da Osservatorio sui Balcani, riporto questo spunto:
La popolazione della Croazia è in calo. Per contrastare questa tendenza demografi e politici propongono di favorire un’immigrazione di giovani dai Paesi dell’est, tra cui la Serbia, per ripopolare le regioni carsiche del centro. Ma dieci anni fa proprio i serbi venivano scacciati dalle stesse regioni...
“Stimolare l’immigrazione è ‘meno caro’ che stimolare la natalità, ma si tratta di una soluzione solo a breve termine.
Per leggere tutto l'articolo
Invece in Bulgaria, sempre da Osservatorio sui Balcani, ricorrono le stesse paure che tre anni fa agitavano la Slovacchia:Una piccola nazione zigana?Spesso, ai commenti angosciati sulla scomparsa dei bulgari, si sovrappongono i gridi d'allarme sull'avanzata numerica di turchi e rom. "Entro la metà del secolo", scrive Anton Ivanov sulla rivista "Geopolitica" "la comunità rom raggiungerà probabilmente il 30% della popolazione. Essendo una comunità che storicamente sopravvive offrendo servizi alla componente maggioritaria, questa sproporzione comporterà difficoltà sia ai bulgari che agli stessi rom". Il pericolo è quello di diventare una "piccola nazione zigana", marginale e lontana dagli standard europei. " In molti centri la minoranza rom è già divenuta maggioranza", afferma ancora Mirchev, " e al posto di quartieri rom, nascono villaggi rom. Chiunque viaggi per la Bulgaria può rendersene conto facilmente". Da alcune formazioni politiche, come i nazionalisti di Ataka, viene agitato lo spettro del Kosovo, come esempio di una "guerra demografica" che porta alla scomparsa di chi viene sopraffatto numericamente. Questi allarmi, secondo il professor Atanas Atanasov, principale autore della "Strategia per lo sviluppo demografico della Bulgaria 2006-2020" pubblicata a inizio anno, sono però per lo meno eccessivi, specie nel breve-medio periodo. Se è vero che i rom e i turchi fanno più figli dei bulgari, sostiene Atanasov, queste minoranze partono da una base numerica molto più piccola. Oggi, ogni cento nati in Bulgaria, il 74% sono piccoli bulgari, e la natalità è in diminuzione anche tra le comunità di minoranza. C'è, infine, chi sostiene che Parvanov sia stato spinto a prendere l'iniziativa più per motivi elettorali che strategici. Dopo essersi assicurato il voto della minoranza turca alle prossime presidenziali, grazie all'appoggio al governo tripartito di cui uno dei cardini è il Movimento per le Libertà e i Diritti, Parvanov avrebbe deciso passare all'attacco sui temi "nazionali", per sottrarre voti proprio al leader di Ataka Volen Siderov, che fino ad oggi è l'unico ad aver accettato formalmente la sfida alla carica presidenziale.
Di Fabrizio (del 17/02/2006 @ 02:29:33, in media, visitato 2033 volte)
Un amico mi segnala:
Sportello per avviamento al lavoro di
Rom, Sinti e Camminanti - Uno sportello da aprire in ogni città
d’Italia perché l’integrazione passa prima di
tutto dal lavoro. Lo “sportello di segretariato sociale per
l’avviamento al lavoro delle comunità Rom, Sinti e
Camminanti” è stato aperto a febbraio 2005 da parte del
comune di Roma ed affidato in gestione all’Opera Nomadi. Uno
sportello per potenziare e sviluppare opportunità di
avviamento al lavoro, contribuire a ...
continua su Romano
lil
Avevo già letto l'articolo. Ma non riesco a
trovare la notizia. Lo sportello è stato aperto un anno fa.
Probabilmente è stato poi inaugurato ad aprile (leggere 1
e 2).
Mi aspettavo il bilancio di un anno di attività, anche se so
che i risultati non si ottengono dall'oggi al domani. Invece leggendo
l'articolo trovo (purtroppo) l'ennesimo ragionamento su quali siano
le difficoltà per Rom, Sinti e Camminanti nel lavoro. Che
l'analisi sia giusta o sbagliata, ha il sapore di qualcosa già
sentito o che sarebbe stato giusto scrivere l'anno scorso. Così
è svilire di un anno di attività dello sportello.
Ritengo che sia un problema di informazione
malgestita. Non avrei citato il lancio di sopra, se qualche minuto
prima non avessi letto questo articolo del Giornale,
che dalla parte avversa ripete lo stesso errore. Per par-condicio, vi
invito a leggere anche quello:
«A borseggiare
mandiamo i più piccoli così, se li prendono, li
rilasciano subito» - di Rita Smordoni - Quando tornano da
una giornata passata a borseggiare, i piccoli rom dicono: «Siamo
andati a lavorare». Dovrebbero andare a scuola. Ma l'evasione
scolastica nei campi nomadi, secondo le stime in possesso del Sulpm,
è pari all'88 per cento. «Leggermente più bassa
fra le etnie di origine italiana - ...
Se leggete l'articolo, troverete che la notizia non
c'è. E' un articolo fotocopia come quello sulle code a
ferragosto o sulla neve a gennaio. Manca qualsiasi dato, anche solo
per capire se questi furti (che ci sono sempre stati, inutile
nasconderlo) sono in aumento o in diminuzione. Probabilmente,
rimangono stabili. Però, secondo fonti delle stesso
quotidiano, sono aumentate le presenze di Rom stranieri; quindi per
assurdo dovrei leggere l'articolo come un segnale incoraggiante.
Subito, in uno slancio di rutellismo,
l'articolo spara un 88% di evasione scolastica. Qui sarei più
critico: mi risulta, potrei sbagliarmi, che almeno tra i Rom di
origine italiana l'assenteismo scolastico viaggi tra il 30 e lo zero
%. Altro che “leggermente inferiore”. Alla stessa
maniera, mi viene istintivo pensare che l'88% sia una cifra per forza
esagerata.
Nota: Rutellismo sta ad indicare la teoria
(sposata in pieno dal Giornale) che i bambini non vadano a
scuola, solo perché i genitori li mandino a rubare; altre
cause non vengono citate. Chi legge Mahalla o Sucar Drom
o Romano Lil, troverà notizie dove invece la mancata
frequenza o l'abbandono scolastico discendono dagli sgomberi
piuttosto che dall'abbandono, se non dall'aperto boicottaggio, che
tanti comuni, a volte anche quello di Roma, applicano nei confronti
dei Rom stranieri (qualche volta anche nei confronti di quelli
italiani).
Posso concedere che le due “scuole di
pensiero” abbiano la medesima dignità. Ma quando queste
notizie sono malgestite, ecco il rischio di diventare
autoreferenziali, e di ripetere a se stessi i medesimi discorsi. Con
qualche dubbio, sull'onestà di chi scrive. Ad esempio, sempre
il Giornale, quando termina col solito attacco al comune di Roma, per
una situazione che si ripete (stabile?) da chissà quante
generazioni. O, par condicio! rispolverando la notizia dello
sportello del lavoro, perché è stato voluto dal comune
di ... (indovinate un po'?)
Di Fabrizio (del 16/02/2006 @ 12:59:37, in blog, visitato 1941 volte)
Ci vorrà del tempo perchè Fatima possa tornare a sorridere come prima dopo che il fuoco ha devastato il suo corpicino, ma sta già un pò meglio. Purtroppo le condizioni abitative sono tali da mettere a rischio il processo di guarigione: le ferite possono facilmente infettarsi e Fatima potrebbe trovarsi di nuovo in pericolo di vita....
ASPETTANDO FATIMA !!!! 09-02-2006 - 19:07 I bambini dell'asilo aspettano Fatima per giocare ed imparare insieme; tutti noi l'aspettiamo e sognamo per lei un nuovo futuro, in cui non sia più costretta a cercare il cibo fra i rifiuti, in cui possa andare a scuola, imparare, trovare un lavoro dignitoso...
Con un piccolo aiuto si potrebbe fare molto ! Contattaci !!!!!
LA "CASA" DI FATIMA (esterno) 15-02-2006 - 08:24 Ieri pomeriggio abbiamo parlato con la mamma di Fatima, per chiederle oltre al letto e alla stufa di che cosa ha bisogno in casa...manca praticamente tutto, non c'è un tavolo, nè stoviglie, pentole, praticamente vuota; non c'è nemmeno un vero tetto, l'umidità filtra dappertutto; non c'è pavimento, la terra è sommariamente coperta da un vecchio tappeto e da stracci e vecchie coperte, e li dormono genitori e bambini (continua)
Abbiamo misurato la baracca per vedere come poterla arredare, come renderla più accogliente ed igienica...nei prossimi giorni cominceremo i "lavori"; Fatima ci chiama "angeli", ma noi siamo solo intermediari che donano un pò del loro tempo. I veri "angeli" sono tutte le persone che rendono possibilie il nostro lavoro attraverso le donazioni. CONTINUATE A SUPPORTARCI !!!!!
Di Daniele (del 16/02/2006 @ 11:27:41, in Italia, visitato 2055 volte)
Sui dati segnalati i eri dalla Toscana, ecco un altro articolo, di TOSCANAOGGI
13/02/2006
Diminuiscono i rom nei campi nomadi in Toscana: secondo i dati dell'Osservatorio della Regione e della Fondazione Michelucci, dalle 2350 persone del 1995 si è passati alle 1850 di oggi. L'assessore regionale al sociale Gianni Salvadori ha annunciato che la Regione stanzierà nel 2006 un milione e mezzo di euro, da destinare ai Comuni, per costruire un percorso di accoglienza. Il punto sulla situazione dei nomadi in Toscana è stato fatto in un incontro promosso dall'Arci regionale al quale hanno partecipato, tra gli altri, anche Lucia De Siervo, assessore per l'integrazione del Comune di Firenze e Vincenzo Striano, presidente Arci Toscana. Dai dati forniti, spiega una nota, emerge che aumenta l'inserimento lavorativo, con 272 rom che attualmente hanno un lavoro continuativo e 206 un impiego precario, e che la scolarizzazione è massiccia fino alla terza media. Quando i nomadi vengono inseriti in programmi di edilizia pubblica (nel 2005 è successo in 38 casi), questo avviene senza contraccolpi né sulla famiglia né sulla convivenza con il vicinato. "La nostra intenzione è quella di costruire un percorso di accoglienza per le popolazioni rom - ha affermato Salvadori - che permetta a queste persone di vivere in piena autonomia. Occorrerà però prevedere anche un meccanismo di monitoraggio periodico per verificare che questo percorso abbia concreta attuazione. Mi auguro che nel giro di due anni si possa trovare una soluzione alternativa affinché venga smantellato il campo dell'Olmatello". "Ritengo l'accordo con Regione ed enti locali molto positivo - ha detto Striano - è importante prima di tutto superare i pregiudizi che ormai hanno portato ad una perdita della razionalità quando si parla di rom. Occorre poi uscire da provvedimenti di emergenza e darsi dei percorsi programmatici chiari, come il superamento dei campi e l'avvio di un piano per l'alloggio sociale in Toscana, rivolto ai rom e a tutte le categorie deboli". (ANSA).
Di Fabrizio (del 16/02/2006 @ 09:10:57, in scuola, visitato 1873 volte)
Riguardo alla denuncia della segregazione scolastica ad Aspropyrgos, EUROPEAN ROMA RIGHT CENTER ha inviato a sua volta un richiamo al Ministero Greco dell'Educazione, con copia a Alvaro Gil-Robles, Commissario Europeo per i Diritti Umani.Il testo (in inglese) è QUI, purtroppo non ho avuto tempo per tradurlo.
Di Fabrizio (del 15/02/2006 @ 21:49:57, in blog, visitato 2031 volte)
Giovedì 16 febbraio 2006 - h.21.00
presso il circolo familiare di viale Monza 140 (MM Turro / Gorla – bus 44) MILANO
L'associazione Naviglio Piccolo ONLUS
in collaborazione con Mahalla
presenta
le storie del film Miracolo alla Scala di Claudio Bernieri
interverranno il regista e i protagonisti
con la partecipazione della Banda del Villaggio Solidale
Cose utili da sapere:
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Ingresso
Normale: Euro 5,00 Soci di Naviglio Piccolo: Euro 3,00 Per chi si associa al momento e per i lettori di Mahalla: gratuita Quota associativa a Naviglio Piccolo: Euro 15,00
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stampare e presentare questo tagliando alla biglietteria. Ingresso gratuito
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Per chi non conosce (ancora) il film:
Marian Badeanu è un "milanese" singolare: non è nato in città (e questo a Milano è la norma) e i suoi occhi ridono anche quando è arrabbiato o sommerso dai problemi. Arrivato in queste terre qualche anno fa, si è conquistato il titolo di "nostro" concittadino nella bolgia dei campi sosta sgomberati nella periferia e giocando a guardie e ladri coi controllori ATM quando suonava nella metropolitana.
Il regista segue le peripezie sue e del gruppo musicale degli UNZA a cercare un lavoro, in giro per la città, durante i concerti. Mentre il comune non riesce a risolvere la questione Scala e la storica banda dei Martinitt va chiudendo (sugli immigrati e sulla casa, meglio stendere un pietoso velo...) questi “concittadini”creano un complesso che rappresenta l'Italia alle manifestazioni all'estero, vogliono fondare una scuola di musica e un'associazione di consulenza per immigrati. Sognano, litigano, si riappacificano, aprono un confronto con le autorità.
Un film su come cambia la città e i suoi abitanti.
Informazioni: naviglio.piccolo@virgilio.it - info@sivola.net
Si ringrazia Sucardrom per il racconto e anche la foto...Ieri si provava a ragionare sulla differenza tra parlare di Rom e parlare coi Rom. Mengro poi nella sua lettera ricordava le vittime dei pogrom del passato. Questo è l'altro aspetto del conoscersi: ragionare da pari a pari e scoprire le zone d'ombra che la storia ha creato nella memoria dei popoli. La tradizione ebraica, ad esempio, è ricchissima di racconti in questo senso.Ecco la testimonianza trovata da Sucardrom:C’era una volta un dannatissimo re, che voleva far scomparire tutti i Rom del mondo. Perchè? Perchè avevano un’aria diversa dalla sua e da quella dei suoi parenti, perchè parlavano in modo che lui non capiva e questo lo faceva arrabbiare. Tuttavia sterminare degli innocenti...
Cari amici e compagni, siete tutti invitati il giorno 20 febbraio alle ore 19,30 presso la sede di Mani Tese a P. Cavour per discutere la fondazione di un Comitato Civico Pro-rom, per rilanciare da un punto di vista culturale e politico la questione dei diritti calpestati dell'etnia rom nella provincia di Napoli, in Italia e in Europa. Da qualche anno è infatti peggiorata la già difficile situazione dei Rom sul nostro territorio (sia degli Slavi, profughi di guerra non riconosciuti, sia dei Rumeni, che fuggono dalla fame nel loro paese) e si é scatenata una vera e propria caccia all'uomo sul territorio napoletano,nell'indifferenza generale e nella distorsione pressoché generalizzata dei media. Questa caccia all'uomo, ripresa di una più antica condotta contro i nomadi, si concretizza ultimamente nei continui episodi di sgomberi drammatici, come quello di Casoria del 3 nov. scorso o come quelli annunciati di Caivano e Torre del Greco; nei rastrellamenti di minori ai semafori, che sulla scala di un intero popolo significano un vero e proprio genocidio culturale e nelle continue discriminazioni cui sono sottoposte queste persone. Nell'incontro del 20 discuteremo la piattaforma politica del Comitato e le strategie di intervento che intenderemo adottare (campagne di contro-informazione; manifestazioni di piazza per la pressione sulle istituzioni, presidi, etc.). Alla riunione organizzativa sono invitate quante più realtà associative, politiche e culturali, sensibili al tema. Si invita a diffondere il più possibile. Marco Nieli, Opera Nomadi di Napoli
Firenze, 10 febbraio 2006 - Per i fiorentini i soldi vanno spesi non per i Rom e i Sinti, ma per i portatori di handicap, gli anziani, gli sfrattati e i disoccupati. Insomma, i Rom non sono considerati tra le priorità delle politiche dell’assistenza e l’80% non vede di buon occhio che siano state costruite gratuitamente per loro delle case al ‘Masini’. Questo perché la stessa fetta di popolazione giudica la loro presenza direttamente correlata alla microcriminalità. Più di un fiorentino su quattro ritiene infatti i Sinti e i Rom responsabili di almeno un episodio di furto ai danni della propria famiglia. E più di un fiorentino su 8 addebita invece ai Sinti e ai Rom molteplici azioni malavitose. Sono alcuni dei dati che emergono dall’ultimo sondaggio che il capogruppo Udc Mario Razzanelli ha commissionato all’Istituto ‘Freni’. ‘La presenza dei nomadi a Firenze e le condizioni della legalità’, questo il titolo del sondaggio, è stato presentato stamani in Palazzo Vecchio.
Dallo studio si evidenzia una netta ostilità dei fiorentini verso le popolazioni sinte e rom: quasi l’80% è convinto che, appena vengono da noi, i rom ‘hanno troppe pretese’, mentre il 75% afferma che, anche quando vengono arrestati in flagranza di reato, tornano troppo presto in libertà. Con la conseguenza che possono reiterare il reato senza troppi problemi.
Il 25% dimostra una certa tolleranza: ‘anche loro devono pur sopravvivere’, rispondono alcuni, mentre poco più del 10% si considera ‘molto’ o ‘abbastanza’ d’accordo con chi dice che, in fin dei conti, i Rom rappresentano una ricchezza per la nostra città, in quanto consentono il confronto tra culture diverse.
Insomma, se circa un fiorentino su 7 apprezza il sistema dei valori a cui si ispira lo stile di vita dei Sinti e dei Rom, sono ben 3 su 4 a giudicare inadeguato l’operato della Magistratura nei loro confronti.
Per quanto concerne l’attenzione concessa in questi ultimi tempi dalla stampa cittadina alle notizie relative a reati che hanno visto coinvolti Rom e Sinti, oltre 3 fiorentini su 4 la ritengono ampiamente giustificata.
L’immagine negativa si estende anche all’atteggiamento dei Sinti e dei Rom, che si presentano, nella percezione di gran parte degli intervistati, come portatori di diritti senza corrispettivo di doveri, sottratti ad ogni forma di controllo e protetti da una sostanziale impunità. Per quanto riguarda la decisione di dare ai Rom abitazioni costruite apposta per loro, in pochi, appena un fiorentino su 9, si sono dimostrati a conoscenza del fatto. Il 41% ha detto di averlo sentito dire, mentre quasi la metà (48%) ha risposto di essere completamente all’oscuro. Ma sono d’accordo i fiorentini con questa decisione del Comune di Firenze? Quasi l’80% è contrario. Questo vuol dire che la scelta di assegnare loro delle abitazioni è stata approvata da un fiorentino su 5 e che hanno espresso il proprio dissenso dall’operazione, anche in termini molto aspri, più di 3 fiorentini su 4.
Il principale motivo di avversione all’iniziativa deriva dal suo aspetto ‘discriminatorio’ verso i fiorentini: “le case devono essere offerte a chi non ce l’ha, anche se non appartengono a quel gruppo etnico”, “ci sono persone che hanno molto più bisogno di loro”, “i nostri concittadini senza casa hanno una precedenza assoluta”, sono state alcune risposte.
Frequentemente gli intervistati hanno poi richiamato le tante situazioni di disagio vissute dalle famiglie fiorentine, costrette per trovare un’abitazione a emigrare o a devolvere gran parte delle proprie risorse economiche per pagare ingenti affitti: “ci sono tanti giovani che vorrebbero sposarsi ma non hanno casa, potrebbero fare più cose per loro”, “ci sono tante persone in lista per le case prima di loro: è vergognoso”.
Un ulteriore motivo di critica all’iniziativa dell’Amministrazione Comunale è rappresentato dalla scarsa credibilità del progetto i “stanzializzazione” dei "nomadi": “se sono nomadi non si stanziano, non è la loro cultura”, “non le usano nemmeno e quindi sono soldi sprecati”, “è un popolo che non cambierà mai”, sono state le riflessioni.
Non mancano anche atteggiamenti di ostilità pregiudiziale: “sono persone spietate, non hanno rispetto”, “li manderei via! non li voglio!”, “questa gente non si merita niente: ho un figlio disabile al 100% e ho lo sfratto”.
Chi invece ha apprezzato la soluzione del Comune di Firenze, l’ha motivata con la necessità di rimuovere uno spettacolo di degrado che comprometteva l’immagine della città: “bisogna pur fare qualcosa davanti ad una emergenza”, “almeno c'è più ordine”, sono state alcune delle risposte.
In ogni caso, anche coloro che concordano con l’amministrazione disapprovano l’ipotesi di un ingresso nell’abitazione a titolo completamente gratuito (questa è stata l’opinione di 9 fiorentini su 10). Se ci spostiamo poi sul fronte dell’’accoglienza dei nomadi’, scopriamo che quasi la metà degli intervistati crede che ‘i rom andrebbero rispediti nel paese d’origine’.
E anche da parte dei fiorentini meglio disposti nei confronti dei Sinti e dei Rom è stato comunque sollecitato un maggiore controllo sugli ingressi e sui comportamenti successivi. Infatti, quasi il 15% li vorrebbe il più lontano possibile dalle città, mentre il 10% sarebbe disposto ad accoglierli solo se rispettano le leggi. Il 5% sostiene poi che sarebbe bene integrarli nel mondo del lavoro.
Ma quali sono, secondo i fiorentini, le fasce di popolazione verso cui le politiche di assistenza dovrebbero dimostrare più attenzione? 3 fiorentini su 4 hanno risposto i ‘portatori di handicap’, più del 60% gli ‘anziani non autosufficienti’, quasi la metà gli ‘anziani con pensione minima’ e, a seguire, gli sfrattati (quasi il 30%), i disoccupati (più del 20%), i giovani, la famiglia, gli extracomunitari e, in fondo, i Rom, che occupano quindi la penultima posizione (davanti ad ‘altre priorità’) di questa speciale classifica.
Segno che, nella percezione di larga parte dei fiorentini (anche quelli che hanno apprezzano l’iniziativa dell’amministrazione comunale), i Sinti ed i Rom non rappresentano una categoria che necessiti realmente di assistenza.
“Razzanelli non sa neanche di cosa parla”. L’Arci di Firenze risponde al presunto inequivocabile risultato del sondaggio commissionato dal capogruppo dell’UDC in Palazzo Vecchio all’Istituto di Ricerche Freni, secondo cui l’80% dei fiorentini sarebbe contrario alla decisione del Comune di Firenze di costruire.
“Le casette sono al Poderaccio e non al Masini” – afferma l’Arci Firenze, che ricorda come “le politiche sui Rom dell’amministrazione fiorentina hanno cominciato il loro percorso incentrato sul superamento dei campi da oltre 10 anni e l’operato delle maggioranze di centrosinistra è passato dal vaglio dell’elettorato più volte”. “Inoltre – sottolinea l’Arci Firenze – Razzanelli dimentica che le persone di cui si sta parlando sono tutte con regolare permesso di soggiorno, alcune residenti dal almeno due generazioni, e come tali hanno tutta la legittimità ad entrare nelle graduatorie del Comune”. Oggi il capoluogo toscano può essere considerato una delle punte avanzate delle politiche sui Rom: non ci sono più campi illegali. Chi si ricorda dei campi alle Piagge o alle Draghe?
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