Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 15/02/2007 @ 09:20:27, in Europa, visitato 2093 volte)
Una ricerca sul campo, a Cluj Napoca, Transilvania. Serena Scarabello racconta in questo suo lavoro la comunità rom dei Gabor. I nomi, la memoria, i rapporti tra uomo e donna. Riceviamo e volentieri pubblichiamoDi Serena Scarabello Gli Zingari in Romania costituiscono circa il 2,46% (dati relativi al censimento della popolazione del 2002) della popolazione e sono organizzati in varie comunità, ciascuna con un proprio nome che normalmente fa riferimento all’attività lavorativa tradizionale: gli Zingari “aurari” lavoravano l’oro, i “rudari” erano artigiani del legno, gli “ursari” allevatori di orsi, i “caldarari” costruttori di contenitori di rame, i “laudari” musicisti. Attualmente non esiste più una reale corrispondenza tra il lavoro praticato e il nome della comunità, poiché le recenti trasformazioni della società romena hanno indotto la maggior parte degli zingari ad abbandonare le attività tradizionali per adeguarsi al nuovo contesto economico. In particolare le politiche attuate in epoca comunista hanno profondamente modificato la situazione economica e sociale della popolazione zingara: il regime infatti non riconobbe mai gli zingari come una minoranza culturale e tentò di assimilarli alla popolazione romena, attraverso l’obbligo al lavoro salariato nelle fabbriche o nelle cooperative statali, l’obbligo alla scolarizzazione e alla residenza fissa....
Da IL VENTO E IL CUORE (Febbraio 2005)
Oggi, c'è chi ha festeggiato san Valentino e chi invece scrive (e probabilmente pensa) che è l'ennesima festa del consumismo... un po' come i vari natali, pasque ecc. Io credo che ognuno faccia mondo a sé e abbia diritto a sentirla come un festa più o meno propria. Certo, dipende anche dall'altra/o. Quanto al consumismo, è un convitato che possiamo invitare o meno alla nostra festa, ma di cui è sempre più difficile farne a meno. Penso a quando ho conosciuto la mia donna, sono passati quasi 25 anni, ma già allora la festa vera era per i produttori di cioccolatini. Mi sono fatto l'idea che tanto più il progresso avanza, con le sue tecnologie, gli SMS e i MMS, tanto più ci illudiamo di vivere in una società globale, mentre invece la nostra preoccupazione principale è di isolarci e vivere questi momenti in una dimensione privata e personale. Invece, un tempo remoto, queste occasioni venivano condivise non solo dai "fidanzati", ma coinvolgevano famiglie e amici, sancivano alleanze e patti destinati a resistere al tempo e alle difficoltà. Una società, più ristretta ma più coesa di quella in cui viviamo, sorvegliava e proteggeva i due ragazzi. E ne aprofittava, per interrompere una vita di stenti con feste da ricordarsi per tutta la vita. Anche da noi, in Italia, ma ne abbiamo perso il ricordo (o la necessità). Ho ritrovato un'intervista di nove anni fa ad Angelo e Anna Garnieri, Rom Abruzzesi di Milano, pubblicata su "Il Vento e il cuore" Tra noi Rom Abruzzesi è tradizione MANDARE LA SERENATA. Per questo si prende un complesso, adesso vanno di moda i cantanti napoletani. Qualche giorno prima un messaggero si reca dalla famiglia della ragazza, per annunciare la prossima serenata. La famiglia fa sapere tramite il messaggero se gradisce oppure no la serenata e sino a quel momento ancora nessuno si è impegnato: di solito la serenata è gradita e non viene rifiutata. I musicanti arrivano a mezzanotte. Passano prima dai genitori, per loro eseguono tre canzoni - poi dai fratelli già sposati, a cui fanno due canzoni, infine dagli zii, con altre due canzoni. Quindi vanno, di solito in un ristorante e aspettano. Di solito non bevono molto mentre aspettano, perché ci tengono a fare bella figura e alle quattro di mattina ritornano per ripetere le serenate, come la prima volta. L'orchestra o il cantante vengono pagati dalla famiglia del pretendente, che provvede anche ad affittare il ristorante dove tornano i musicisti. Qui il giorno dopo fanno preparare una lunga tavolata, con tante torte e beveraggi. A questo rinfresco la famiglia aspetta che la richiesta fidanzata e la sua famiglia si presentino. Nel frattempo l'altra famiglia con genitori, zii e fratelli si riunisce in consiglio per decidere sul fidanzamento, chiedendo naturalmente il parere della ragazza interessata. Se al rinfresco arrivano solo i genitori, la risposta è negativa, gli ultimi arrivati bevono solo un caffé e tutto quello che è stato preparato verrà consumato dai musicisti e da chi vuole consolarsi del rifiuto ricevuto. Se invece con i genitori c'è anche la figlia, la richiesta è stata accettata e i ragazzi si scambiano l'anello di fidanzamento. Viene stabilito anche il periodo del fidanzamento, che può essere di qualche mese o anche di due anni. Alla fine i ragazzi si sposeranno. Ma già una settimana dopo il rinfresco, le famiglie al completo si ritrovano per conoscersi meglio e per parlarsi con più tranquillità, in una grande festa. Tra i Rom di origine jugoslava, invece i fidanzati scappano per rifarsi vivi dopo un po' di tempo. Capita anche da noi che i ragazzi siano impazienti, allora si mettono d'accordo tra loro e con l'aiuto di un amico o un'amica (che viene scoperto sempre troppo tardi) scappano assieme per andare a convivere. I genitori ci rimangono male, ma quando dopo qualche mese i due fuggiaschi si rifanno vivi, di solito la rabbia è sbollita. Così chi paga le conseguenze della fuga è sempre la mezzana che ha aiutato. Però tanto i matrimoni che le convivenze che si creano sono duraturi e i divorzi sono rari: quello che a molti sembra un matrimonio combinato, in realtà è una scelta importante e felice che si vive tutti assieme. Se la serenata, il rinfresco e il pranzo di fidanzamento sono offerte dalla famiglia dello sposo, il pranzo di nozze, che deve soddisfare centinaia di invitati e il gruppo che suonerà al matrimonio, competono invece alla famiglia della sposa. Come molte tradizioni, anche questa della serenata di fidanzamento non si trova quasi più tra i Rom Abruzzesi presenti nei campi sosta in città. Sono poche le famiglie che ci tengono ancora. Forse perché nei campi sosta si vive a contatto di gomito, forse perché i soldi sono pochi e si impiegano in altre maniere. Non è proprio una tradizione Rom, ma è stata appresa dalla gente del Sud, lì ancora sopravvive. Ci sarà tra i lettori, qualche meridionale che si ricorda di fidanzamenti simili? Il piacere di saperlo Mandare la serenata = Buccivibé La fuga = Snippé Matrimonio = Clusivibbé Famiglia e tradizioni Il progresso? (quadro Tre)
Di Fabrizio (del 14/02/2007 @ 10:16:15, in casa, visitato 1726 volte)
Viaggio tra le roulotte e le case-mobili abitate da più di trecento zingari
I nomadi di via Gramsci: «Siamo con Delrio» Michela Scacchioli - L'Espresso - Gazzetta di Reggio «Questo campo è invivibile, siamo in troppi, sì alle micro-aree nei quartieri» «Il sindaco vuole smantellare il nostro campo nomadi, toglierci da via Gramsci e ricollocarci un po’ qua un po’ là nei vari quartieri della città? Ben venga, siamo con lui: qui sembra Auschwitz, manca solo il forno crematorio». Trecento sinti - poco meno della metà sono bambini - risultano raggruppati in trenta-quaranta famiglie. Tante, troppe per i 3mila metri quadrati a forma di lungo rettangolo che le ospita dal 1987, quando però le famiglie erano una decina e su quell’area ci stavano larghe: con gli anni sono nati i figli, e a seguire sono arrivati i figli dei figli. Tutti sono rimasti lì. Un mix di roulotte mezzo fatiscenti e di «case mobili» rigorosamente bianche sono collegate a rete idrica ed elettrica: «Acqua e luce - dicono - sono le uniche cose di cui non ci possiamo lamentare. Qui siamo stipati come topi. Anzi: anche i topi scappano da qui». E’ domenica mattina nel campo nomadi di via Gramsci numero 132 («Questo indirizzo è un marchio - lamenteranno poco dopo i suoi abitanti - che ti condanna di fronte a tutta la città. Quando scoprono che viviamo qui, e che quindi siamo zingari, i reggiani ci tolgono lavoro e saluto. Ma anche noi siamo reggiani, i nostri genitori sono nati in questa provincia, e noi siamo qui da sempre. Abbiamo fatto il militare e votiamo alle elezioni»). Il sole e il cielo azzurro mitigano - per quanto è possibile - le brutture di quello che, a tutti gli effetti, è un ghetto, asfaltato ma deturpato ovunque da buche grandi come crateri. I cattivi odori sono quelli che esalano dall’unica vera casa in cemento che svetta su tre piani al centro del campo: è inagibile anche se i più giovani ci salgono di nascosto. Al piano terra c’è il wc: «I nostri bambini giocano qui», raccontano due capi-famiglia, Nello Esposti, 54 anni, e Giuseppe De Barra, 56, mentre mostrano lo scenario desolante e grigio di una toilette - una per tutti - che reca sui muri le testimonianze scritte di quattro generazioni: nomi e date, date e nomi intrecciati a colori gli uni sulle altre. «Siamo in troppi, non riusciamo a tenere pulito», risponde De Barra quando gli si fa notare che, forse, se vivono così la colpa è anche un po’ la loro. «Se ognuno di noi potesse essere responsabile di un pezzetto di terra proprio, allora sarebbe diverso». Ma il fermento in via Gramsci comincia a farsi sentire attorno a mezzogiorno: Delrio vuol chiudere il campo e istituire i patti di legalità coi sinti. Gli uomini, tutti parenti tra loro, si radunano al centro del campo e discutono. «Siamo favorevoli alle micro-aree - spiegano mentre le donne stanno in disparte - a patto che i nuovi luoghi individuati dall’amministrazione siano quelli in maniera definitiva. Non siamo pacchi». E poi: «Dividerci nei vari quartieri a noi va benissimo. Sapremo farci apprezzare da chi vive già nella zona di insediamento. Se poi ci dessero anche una piccola casa con un bagno decente, sarebbe ancora meglio». Nessun timore, dunque, di perdere il connotato tipico di chi è nomade: «Una volta andavamo in giro per fiere - sottolineano -. Oggi non ci spostiamo più come un tempo. Di fatto siamo già stanziali. Ci interessa non perdere la cultura che sta alla base della nostra razza e del nostro essere sinti: ad esempio il rispetto per la famiglia. Noi non porteremo mai i nostri anziani in una casa di riposo». Dal coro, però, c’è una voce più giovane che si leva: «Non parliamo solo di casa, qua il problema è il lavoro. Io non voglio andare a rubare per mangiare, ma qualcuno dovrà pur aiutarci a non essere discriminati quando cerchiamo un impiego». Da qui l’appello al governo locale: «Abbiamo imparato a considerare il carcere come un ufficio di collocamento. Un detenuto in libertà è agevolato nella ricerca di un lavoro. Noi no».
(12 febbraio 2007)
Di Fabrizio (del 13/02/2007 @ 11:10:06, in media, visitato 1591 volte)
Segnalo un appello lanciato da Maria Grazia Dicati, Presidente Opera Nomadi Piovese -su Rom Sinti @ Politica
Da Maria Grazia Dicati, presidente dell'Opera Nomadi Piovese riceviamo la seguente lettera al Direttore del quotidiano il Gazzettino di Padova. Egregio Direttore del Gazzettino di Padova, Le invio questa lettera anche se sicuramente non verrà pubblicata nel suo giornale. Il giorno 12 febbraio 2007, davanti alle edicole della provincia di Padova, erano esposte locandine con la seguente frase : ”ALLARME ZINGARI” Sfogliando poi il giornale “ Il gazzettino” ho potuto constatare che l’allarme si riferiva alla cronaca di un furto da parte di ragazzini minorenni e che questo vi ha dato l’opportunità di spiegare come vengono addestrati a rubare. Non entro nel merito sulla chiarezza della cronaca, che, a mio giudizio, non spiega se i ragazzini erano colpevoli di furto, di possesso di cacciaviti o di essere rom in giro per la città, né voglio contestare la legittimità delle informazioni. Quello che contesto e denuncio è che molto spesso si utilizzano titoli ed informazioni che contribuiscono a fomentare intolleranza e rifiuto nei confronti di questa minoranza etnica. Mi permetto di riproporle quanto scritto da alcuni suoi colleghi relativamente alla stampa xenofoba :
continua e firma l'appello
Di Sucar Drom (del 13/02/2007 @ 11:03:32, in blog, visitato 1367 volte)
Roma, Forza Nuova esulta dopo l'ennesimo sgombero di Rom Il 6 febbraio è stato sgomberato l'insediamento spontaneo di via del Fosso a Torre Maura (VIII Municipio). Delle poche famiglie rom sgomberate non si sa nulla. Forza Nuova esulta, dopo aver organizzato per settimane presidi e raccolte firme in tutto il quartiere. I "bravi cittadini" del quartiere ringraziano Forza Nuova per il "sostegno dato a questa battaglia e si rendono di ...
Venezia, secondo Cacciari il "campo nomadi" è troppo vicino alle case «Campo nomadi, pronto a cambiare sede», questo è quello che ha affermato
il Sindaco di Venezia. «Se c’è un’alternativa, la prendo in esame» continua Cacciari «Datemi delle indicazioni fattibili e veloci per trovare una nuova area che sia immediatamente disponibile e possibilmente del Comune e le valuterò». All'assemblea con i cittadini di Favaro,...
L'Italia ha ratificato la Convenzione UNESCO per la tutela delle Minoranze L’Italia diventa membro della Convenzione Unesco sulla Protezione e Promozione delle espressioni della diversità culturale (20 ottobre 2005) attraverso la ratifica del Parlamento avvenuta il 31 gennaio 2007. Il processo di ratifica è stato rilanciato dal Ministero per i Beni e le A...
Intervista sul settimanale Il lunedì di Pavia a Erasmo Formica, sinto di Pavia
“Noi non vorremmo certamente rimanere nel campo nomadi dove lo spazio più grande
che possiamo avere è un container”. Con queste parole esordisce Erasmo Formica,
sinto residente nel campo di via Bramante a Pavia, intervistato dalla
giornalista M. Elena Quaiotti del settimanale il Lunedì, pubblicata il 5
febbraio.
Questa frase segna anche una risposta alle intenzioni della giunta del
sindaco...
Di Fabrizio (del 12/02/2007 @ 13:25:21, in blog, visitato 1490 volte)
Venerdì 9 febbraio la casa della Carità di Opera presenta ai Milanesi il Patto di socialità e legalità: "uno strumento di relazione sociale e di mediazione culturale nato dal lavoro sul campo con le famiglie rumene di etnia rom, che la Casa della carità ha incontrato in questi anni nella sua attività di presenza negli insediamenti abusivi in aree dismesse presenti sul territorio dell'are...
contina su Rom Sinti @ Politica
Di Fabrizio (del 12/02/2007 @ 10:31:45, in casa, visitato 1682 volte)
Il Consiglio Distrettuale di SOUTH Somerset è stato premiato con circa 1
milione di £ dal Dipartimento per le Comunità e il Governo Locale, a fronte dei
lavori per un sito zigano a Ilton.
La somma aiuterà il consiglio a portare il resto del sito a standard moderni,
permettendo ai residenti di avere accesso all'educazione e ai servizi sanitari
[...] sistemare un'ulteriore famiglia, mettere il sito in sicurezza e
sistemare un'area giochi per i bambini.
Il Governo ha fornito questo finanziamento come parte di un più ampio fondo
regionale per la casa, i comuni del Sud Ovest hanno ricevuto £1.2 milioni e il
South Somerset ha incamerato £930.000.
Ric Pallister, responsabile comunale per l'alloggio, lo sviluppo sanitario e
l'inclusione, dice: "Siamo molto lieti di aver ricevuto queste £930.000 per
risistemare il sito zigano a Ilton.
Con oltre 4.000 zingari e viaggianti senza un posto sicuro dove stare,
siamo contenti di giocare la nostra parte nell'aiutare chi ha bisogno.
Questo finanziamento significa che potremo ristrutturare il sito di Ilton
secondo gli standard attuali, migliorandone la sicurezza, I loro abitanti
potranno aver accesso all'educazione, al welfare e ai servizi sanitari.
Assumendo la direzione dei due siti - Ilton and Tintinhull -
quattro anni fa, abbiamo riconosciuto che dovessero essere portati agli standard
moderni di oggigiorno, e questo finanziamento permette di farlo. Non sarà a solo
beneficio delle famiglie che già vivono lì, ma anche per quattro famiglie che
saranno ospitate quando i lavori saranno finiti.
Il finanziamento gioca un ruolo vitale nell'assicurare i posti addizionali
necessari e ridurre i parcheggi non autorizzati e le tensioni che si creano con
la comunità stanziale; come pure nel miglioramento delle condizioni di vita
degli zingari e viaggianti attraverso il rinnovamento."
11:06am Wednesday 7th February 2007
By Steve Sowden
Di Fabrizio (del 11/02/2007 @ 10:31:47, in Regole, visitato 2139 volte)
Nel novembre scorso una delegazione di ''cancellati'' sloveni si era recata a Bruxelles chiedendo all'Europa di intervenire. La Commissione europea, per voce di Franco Frattini, si tira però fuori: non è competenza nostra[...] La deportazione dei Berisha Intanto un nuovo caso getta ombra sul comportamento delle autorità slovene che comunque non si scompongono più di fronte alle critiche delle organizzazioni umanitarie e di Amnesty International, contando sulla comprensione delle istituzioni comunitarie e del commissario Frattini. Alcuni giorni fa la polizia di Lubiana ha prelevato da un centro di accoglienza per stranieri e deportato in Germania la numerosa famiglia rom di Ali Berisha, originaria del Kosovo. Le autorità tedesche stanno ora vagliando la possibilità di concedere ai Berisha quell'asilo politico che la Slovenia ha negato loro e che la stessa Germania precedentemente non aveva concesso. In questa vicenda s'intersecano le lacune legali sui cancellati e l'atteggiamento poco flessibile nei confronti dei rom. Ali Berisha è un cancellato in quanto negli anni '80 e '90 visse e lavorò in Slovenia. La Germania, dove era poi emigrato, non gli aveva concesso l'asilo politico e Berisha, pur di non tornare nel Kosovo, dove i rom continuano ad essere discriminati e anche perseguitati dai nazionalisti albanesi, aveva deciso di tornare con la sua famiglia in Slovenia.
Di Fabrizio (del 11/02/2007 @ 10:03:23, in Europa, visitato 2084 volte)
Da Czech_Roma
Oltre la metà degli Europei ritengono che la discriminazione sulle basi di genere, origine etniche, disabilità o età sia largamente diffusa nei loro paesi. Nella Repubblica Ceca, secondo i risultati della ricerca Eurobarometro, la discriminazione più sentita è quella dell'età, specialmente nella ricerca del lavoro. A differenza del resto d'Europa, i Cechi non sentono molto la discriminazione religiosa.
Un totale del 77% degli Europei considera svantaggioso essere Rom ed il 69% considera svantaggioso essere oltre i 50 anni. Secondo la ricerca, la disabilità e l'età sono i due maggiori svantaggi nella ricerca d'impiego.
In molti casi i risultati cambiano significativamente da nazione a nazione. Per esempio, lo svantaggio di genere è un problema per oltre la metà degli Italiani e Spagnoli e soltanto per un quinto dei Finnici e dei Tedeschi. La discriminazione religiosa è più sentita nelle risposte dalla Danimarca, Francia e Italia, ma incontra solo il 10% delle risposte di Lettoni e Cechi.
Anche se la maggior parte delle persone ha incontrato svantaggi e discriminazioni, soltanto un terzo è a conoscenza delle leggi anti-discriminatorie che possono usare per proteggersi. La UE sta preparandosi a cambiare durante l'anno, che è stato dichiarato Anno Europeo delle Pari Opportunità.
Source: CTK, www.romea.cz
Di Sucar Drom (del 10/02/2007 @ 14:53:08, in blog, visitato 1565 volte)
Opera (MI), il Sindaco dice basta ai presidi Inviati i Vigili a smantellare la baracca allestita da chi contesta il campo provvisorio. "Chi pretende legalità, la rispetti". Così dichiara il sindaco di Opera Ramazzotti in una lettera spedita al prefetto Gian Valerio Lombardi che aggiunge: "Non è accettabile che, come sta avvenendo ora, la recinzione del campo sia riempita di striscioni e che l´area attorno sia trasformata in un bivacco, che d...
Roma, gilì romanì ando drom L'Ente Morale Opera Nomadi presenta "gilì romanì ando drom", il II° Concorso per Musicisti di Strada Rom e Sinti, sabato 10 febbraio, dalle ore 21.00, nella Sala Teatro Municipio 3 in via dei Sabelli n. 119 a Roma. L'evento è organizzato in collaborazione con il Comune di Roma (assessorati alle politiche culturali e politiche sociali) e con la Cooperativa Phralìpè. All'evento partec...
Bolzano, basta razzismo! Segnaliamo l'intervento di Radames Gabrielli, Presidente di Nevo Drom, dopo le dichiarazioni di alcuni esponenti politici di Bolzano che hanno spinto l'Associazione osservAzione a segnalare la situazione all'Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale ed Etnica (UNAR). Cosa puoi dire... quando prendi il giornale e davanti ai tuoi occhi vedi scritte delle parole, immaginabili, parole...
Milano, la Casa della Carità scrive una lettera ai milanesi Alcuni giorni fa la Casa della Carità ha inviato una lettera aperta a tutti i milanesi. La lettera è un invito alla riflessione su quanto sta succedendo in via Triboniano. Noi di sucardrom siamo già intervenuti pubblicamente e stiamo valutando quali iniziative intraprendere. Pur non condividendo alcune tesi espresse dalla Casa della Carità,...
Schio (VI), inizia il corso di formazione "pringiarasmi" Lunedì 12 febbraio inizierà a Schio, presso le Scuole Elementari, il corso di formazione "pringiarasmi - le Minoranze Nazionali Sinte e i processi di interazione con l’istituzione scuola". Il corso è organizzato dall'Associazione Sucar Drom e dal Comune di Schio, in collaborazione con le scuole e le altre realtà territoriali presenti. Il corso è rivolto ad insegnanti ed educatori...
Mantova, il "divoramento" dei Sinti e dei Rom Invitiamo tutti all’inaugurazione della mostra “Porrajmos, altre tracce sul sentiero per Auschwitz”, martedì 13 febbraio 2007, alle ore 17.00, nella Sala delle Colonne della Biblioteca Baratta, in Corso Garibaldi n. 88 a Mantova. All’evento interverranno Fausto Banzi (Assessore alle Politiche Sociali della Provincia di Mantova), Fabio Aldini (Assessore alle Politiche Educative del...
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