SARAJEVO, Bosnia-Herzegovina: Un'agenzia internazionale dei diritti umani dice
che assisterà la polizia bosniaca nel combattere i crimini motivati razzialmente.
L'Ufficio OCSE per le Istituzioni Democratiche ed i Diritti Umani dice
che i poliziotti bosniaci verranno formati nel riconoscere i crimini basati
sull'odio e nel collaborare con le comunità che ne sono vittime.
Il vice Ministro Mijo Kresic dice che saranno introdotte punizioni più dure
contro i crimini basati su nazionalità, orientamento religioso o politico.
L'ufficio OCSE, riferendosi all'ODIHR, ha detto nel 2006 di essere
preoccupato sugli attacchi a persone ritornate dopo il conflitto etnico in
Bosnia del 1992-95 e per le minoranze, inclusi i Rom.
L'ufficio ha raggiunto lunedì l'accordo col Ministero della Sicurezza.
Convenzione sull'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le
Donne
Estratto dalle osservazioni conclusive del Comitato ONU sulla "Convenzione
per l'Eliminazione della Discriminazione contro le Donne" (CEDAW) [...] nella
sua 41a sessione tenutasi dal 30 giugno al 18 luglio
Regno Unito
. . . . preoccupati che le donne di diverse comunità etniche e di minoranza,
incluse le comunità viaggianti, continuano a soffrire di discriminazione
multipla, particolarmente nell'accesso all'istruzione, impiego e servizi
sanitari. Il Comitato nota che le donne [delle comunità] etniche e minoritarie
sono sotto-rappresentate in tutte le aree del mercato lavorale, particolarmente
nelle posizioni decisionali, hanno alti tassi di disoccupazione e pagano un
notevole gap nella loro paga oraria confrontata a quella maschile. Le donne di
differenti comunità etniche e di minoranza sono anche ampliamente
sotto-rappresentate nella vita politica e pubblica. Il Comunicato nota che che
le donne delle comunità viaggianti sperimentano alti numeri di aborti e feti
nati morti, ed hanno il più alto tasso di mortalità infantile tra tutti i gruppi
etnici. Si nota anche che le donne delle comunità etniche e minoritarie soffrono
di alti tassi di depressione e malattie mentali, mentre le donne di discendenza
asiatica hanno i più alti tassi di suicidio e di autolesionismo. http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ United_Kingdom. pdf
Finlandia 31. Mentre notiamo che le misure prese dallo Stato per accrescere la
consapevolezza delle donne Rom sui loro diritti e la loro integrazione nella
società finnica, il Comitato rimane preoccupato perché queste donne continuano
ad affrontare forme multiple di discriminazione basata sia sul sesso che
sull'origine etnica, inclusi alto tasso di disoccupazione, difficoltà
nell'accesso ai servizi e discriminazione all'interno delle loro stesse
comunità.
32. Il Comitato richiama lo Stato ad implementare misure efficaci per
eliminare la discriminazione contro le donne Rom ed aumentare il loro
godimento dei diritti umani. Incoraggia lo Stato ad essere proattivo nelle sue
misure per prevenire la discriminazione contro le donne Rom, sia nelle loro
comunità che nella società maggioritaria, a combattere la violenza contro di
loro, ed aumentare la loro consapevolezza sulla disponibilità dei servizi
sociali e sugli aiuti legali come pure a fare passi per familiarizzarle con i
loro diritti di eguaglianza e non-discriminazione. Il Comitato richiede che lo
Stato fornisca, nel suo prossimo rapporto, informazioni sulla situazione delle
donne dei gruppi etnici di minoranza, incluso l'accesso all'istruzione, impiego
e servizi sanitari, e sull'impatto delle misure prese per aumentare questi
accessi e sui risultati ottenuti, come pure i progressi di tendenza. http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ Finland.pdf
Lituania 28. Mentre notiamo varie misure prese dallo Stato, incluso il Programma per
l'Integrazione dei Rom nella Società Lituana (2000-2004 and 2008-2010)
ed il Programma di Sviluppo Rurale Lituano per il 2007-2013, il Comitato nota
con preoccupazione che i gruppi vulnerabili delle donne - per esempio donne
rurali, donne con disabilità, donne appartenenti alle minoranze etniche, incluso
donne Rom, donne migranti ed anziane - continuano a soffrire di discriminazione
nell'istruzione, nell'impiego, nella casa ed altre aree, sulla base del loro
genere e sesso, ed in altri campi, essendo così esposte a forme multipli di
discriminazione. A questo riguardo, il Comitato nota purtroppo che le
informazioni presentate dai rapporti statali non erano sufficientemente
specifici riguardo alle donne e non coprivano adeguatamente la situazione di
tutti questi gruppi. http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ Lithuania. pdf
Slovacchia 22. Mentre si riconoscono le misure prese dallo Stato per il Decennio
dell'inclusione Rom 2005-2015, il Comitato è preoccupato perché le donne e le
ragazze Rom rimangono in situazioni vulnerabili e marginalizzate, specialmente
riguardo sanità, istruzione ed impiego.
23. Il Comitato preme perché lo Stato prenda misure efficaci, incluso misure
speciali temporanee in accordo con l'articolo 4, paragrafo 1 della Convenzione e
Raccomandazioni Generali dei 25 del Comitato, per eliminare le forme multiple di
discriminazione contro le donne e le ragazze Rom ed aumentare il rispetto per i
loro diritti umani. Richiama anche lo Stato ad accelerare l'ottenimento de facto
per le donne Rom dell'eguaglianza, rafforzando il coordinamento tra tutte le
agenzie che lavorano sui Rom, sulle tematiche della non discriminazione e
dell'eguaglianza di genere, particolarmente nelle aree della salute, istruzione
e partecipazione nella vita pubblica. Il Comitato preme perché lo Stato
implementi misure mirate per eliminare la discriminazione contro le donne Rom in
tutte le aree con un'agenda specifica, che controlli lo sviluppo e il
raggiungimento degli obiettivi dichiarati, inclusi quelli compresi nel Decennio
dell'Inclusione Rom 2005-2015, e prenda se necessario azioni correttive. Il
Comitato preme perché lo Stato prenda misure concrete per cambiare la
tradizionale percezione dei Rom da parte della popolazione maggioritaria,
incluso programmi mirati alla consapevolezza e alla sensibilizzazione, in
particolare in quei settori della società dove queste attitudini sono evidenti.
Richiama lo Stato a fornire nel prossimo rapporto periodico una fotografia
completa della situazione delle donne e delle ragazze Rom, inclusi i dati
disaggregati per sesso riguardo le opportunità ed i successi nell'istruzione,
nell'accesso all'impiego ed ai servizi sanitari e la partecipazione alla vita
pubblica ed al processo decisionale.
30. Mentre si riconoscono le spiegazioni date dalla delegazione sui presunti
casi di sterilizzazioni forzate di donne Rom, e prendendo nota della
legislazione sulla sterilizzazione recentemente adottata, il Comitato rimane
preoccupato per le informazioni ricevute rispetto alle donne Rom che
testimoniano di essere state sterilizzate senza previo ed informato consenso.
Inoltre il Comitato raccomanda che lo Stato prenda tutte le misure necessarie
per assicurare che le recriminazioni espresse dalle donne Rom riguardo la
sterilizzazione forzata siano debitamente riconosciute e che alle vittime di
tali pratiche sia garantita effettiva compensazione. http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ Slovakia. pdf
Di Fabrizio (del 03/09/2008 @ 08:47:34, in media, visitato 2246 volte)
Mi segnala Ivana:
MITO SettembreMusica e Milano Film Festival presentano una rassegna
dedicata al cinema gitano: 8 appuntamenti con produzioni - tra le altre - da
Bulgaria, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, che raccontano storie di un mondo in
realtà poco conosciuto.
Il cinema gitano non esiste. O meglio, è un cinema nomade, che cambia
nazionalità, produzione, personaggi. Esiste un'immagine cinematografica dei
gitani, che è differente a seconda dell'occhio che la raffigura; esiste
un'immagine solare e vitale, fracassona e rumorosa (Kusturica, su tutti), come
esiste un'immagine dolente e malinconica (Tony Gatlif).
Una selezione dei migliori film che vengono dal mondo gitano e che parlano dei
gitani. Film mal distribuiti o mai distribuiti, occasione di incontro e
dibattito su un'identità cinematografica nomade e sfuggente.
I turisti si chiedono: qual era la città in cui non si può mangiare la pizza
sulle scalinate? E quale quella dove non ci si può trovare in tre in un parco?
E, ancora, quale quella dove non si può riposare sulle panchine? Quale, infine,
la regione da cui è complicato telefonare a casa dai centri di telefonia fissa?
E' necessaria una guida, si sono detti. In continuo aggiornamento. Michelin
ha bruciato tutti sul tempo, offrendo la guida Ordinanze. Città per città,
un'iniziativa editoriale di forte impatto e di sicuro successo. Una sorta di
rough guide per rough mayors, per quei sindaci muscolari che tanto piacciono
nel Paese medievale in cui tutti abitiamo. P.S.: ovviamente è uno scherzo, ma la
realtà supera la fantasia e la guida è davvero necessaria. Paese che vai,
ordinanza che trovi. Prima di essere multati... P.S./2: ovviamente la guida è a
disposizione di tutti, democratici e non. Pubblicatela sul vostro blog. Così,
per offrire un servizio a chi - come
Gurb
- viene da fuori. Magari segnalando
questo link, anche perché, è notizia recente, a Montecatini parlare con una
prostituta costa 400 euro, ad Alcamo prendono due fave con un'ordinanza e a Cavi
di Lavagna si comminano sanzioni salatissime a chi passeggia in stato di
ebbrezza. In quelle condizioni si rischia, in effetti, di investire un Suv.
Di Fabrizio (del 02/09/2008 @ 15:17:26, in Italia, visitato 1793 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati
Comunicato dell'associazione
EveryOne sull'attentato incendiario che è costato la vita a due giovani
fidanzati a Legnaro (PD). Il razzismo fomentato da politiche securitarie di
diversi sindaci sceriffi del Veneto (bypartisan come amano definirsi) sta
creando un clima avvelenato e pericoloso che bene serve a mascherare i veri
problemi della Regione nonché gli intrighi affaristici che stanno depredando le
casse pubbliche e che sui giornali locali trovano molto meno attenzione rispetto
ad appelli xenofobi.
LEGNARO (PADOVA)/GIOVANI GIOSTRAI UCCISI IN INCENDIO. GRUPPO EVERYONE: "NON
E' REGOLAMENTO DI CONTI, INQUIRENTI INDAGHINO SU ATTENTATO RAZZISTA"
A Legnaro, in provincia di Padova, si è scatenato stanotte l'ennesimo incendio
contro i "nomadi". Un rogo, di origine dolosa, secondo quanto riportano alcune
agenzie e secondo le prime ipotesi del Sindaco della cittadina, ha distrutto il
capannone e la giostra che apparteneva ad alcuni Sinti. Purtroppo il rogo ha
ucciso in modo atroce due giovanissimi fidanzati, entrambi giostrai e Sinti: lui
aveva 19 anni, lei 18.
Il Gruppo EveryOne e altre associazioni che tutelano i diritti dei Rom e dei
Sinti hanno più volte lanciato l'allarme-razzismo nel Padovano, dove
l'intolleranza raggiunge punte gravissime, fomentata da politici razzisti e
irresponsabili. Il sindaco di Legnaro, Giovanni Bettini, ha addossato
pubblicamente la responsabilità della tragedia a "un regolamento di conti tra
famiglie di nomadi giostrai, per motivi sconosciuti", escludendo "nel modo più
assoluto che si tratti di un'aggressione a sfondo razzista. Qui la città non
c'entra nulla".
"Riteniamo che ci siano tutte le basi per vagliare attentamente l'ipotesi di un
attentato a sfondo razzista, indirizzando le indagini in tal senso" dichiarano
invece i leader del Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e
Dario Picciau. "E' assurdo pensare che i Sinti, giostrai o meno, regolino i
propri diverbi con un efferato omicidio, che nelle loro comunità è considerato
come il reato più grave in assoluto, per il quale i responsabili sarebbero
immediatamente messi al bando. Inoltre," proseguono gli attivisti "anche secondo
i nostri volontari Rom, che conoscono la comunità Sinti padovana e i giostrai
della zona, non è assolutamente ipotizzabile un regolamento di conti che sfoci
in un reato simile, visto che la comunità di giostrai è costituita da famiglie
imparentate tra loro e molto unite. E' noto inoltre a tutti" proseguono Malini,
Pegoraro e Picciau "come nella zona della provincia di Padova, negli ultimi mesi
e soprattutto d'agosto, quando l'Italia era in vacanza, si siano intensificati
episodi di odio razziale ai danni di comunità Rom e Sinti stanziate localmente.
Non ultima, la scritta su un muro ‘Brucia il rom' lasciata lo scorso 30 agosto
da un gruppo razzista locale nel territorio di Vigodarzere, un comune limitrofo
del padovano, dopo aver incendiato una baracca sull'argine del Brenta. Invitiamo
gli Inquirenti" concludono i rappresentanti di EveryOne "a non sottovalutare
queste ipotesi, come purtroppo è avvenuto in altri comuni italiani, e a
indirizzare le indagini verso gruppi di estrema destra locali, che agiscono
efferatamente senza paura di ritorsioni, confortati dalle posizioni spesso
intolleranti e xenofobe delle istituzioni locali".
Di Sucar Drom (del 02/09/2008 @ 11:33:40, in blog, visitato 1603 volte)
Freising (Germania), i giovani Rom e Sinti nella Chiesa e nella società
I giovani “zingari” e il loro ruolo nella Chiesa e nella società saranno al
centro del VI Congresso Mondiale della Pastorale per gli Zingari, promosso dal
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in
collaborazione con la Conferenza Episcopale Tedesca. Sul programma si legge
questa nota:...
Venezia, Rita Zanutel interviene dopo l'incontro in Prefettura
L’assessore provinciale alle politiche sociali, Rita Zanutel (in foto a destra),
interviene dopo l’incontro in Prefettura a Venezia di alcuni giorni fa. «Di
fronte ai problemi, spesso complessi - dice- come amministratori pubblici ab...
Reggio Emilia, il battesimo per il riscatto sociale dei Sinti
Il battesimo come rituale di iniziazione. Simbolo della conversione alla chiesa
evangelica che, per gli italiani di etnia Sinti, rappresenta anche una
conversione sociale. Ieri mattina, al “campo nomadi” di via Antonio da Genova,
sono state Tracy e Jasmine a ricev...
La Giornata Europea della Cultura Ebraica
La Giornata Europea della Cultura Ebraica, giunta quest’anno alla nona edizione,
è ormai divenuta una piacevole consuetudine della prima domenica di settembre.
La sfida dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane di aprire nello stesso
giorno le porte delle sinagoghe, dei musei, dei siti ebraici, ha incontrato il
crescente int...
Legnaro (PD), morti carbonizzati due giovani
Dramma a Legnaro, nel padovano: questa notte un incendio, forse di origine
dolosa, ha distrutto un capannone della fiera cittadina. All'interno si erano
appartati due giovani fidanzati che sono morti carbonizzati. I due ragazzi,
entrambi sinti giostrai, erano ...
Di Fabrizio (del 02/09/2008 @ 09:02:01, in casa, visitato 2346 volte)
Domenica scorsa Tom Welschen mi ha scritto un'appassionata lettera a favore della comunità turca
di
Sulukule minacciata di sgombero. Mi dice di aver "dedicato una grande parte
della giornata alla produzione alcuni files sulla situazione nel quartiere" e di
sentirsi "un'altra volta impotente e triste, ma facendo questo almeno mi
do l'impressione di essere un po' utile e solidale..."
Descrizione: succedono delle cose terribili ad Istanbul...le autorità
turche hanno mandate delle macchine distruttive nel quartiere Rom...staccano il
corrente per almeno 8 giorni....dobbiamo fare qualcosa per salvare Sulukule
(Turchia) e tutelare la Comunità Rrom più antica del mondo. (continua)
Per vedere gli altri lavori (in inglese):
questo è il link( appariranno gli 82
video... scegliere l'opzione "più recenti" e vedrete i 4 su Sulukele)
Today's ZamanIl taglio della corrente elettrica a Sulukule scatena l'ira
degli abitanti
Un annuncio del comune di Fatih ad Istanbul che l'elettricità verrà tagliata
nel quartiere di
Sulukule per otto giorni a causa del prossimo progetto di demolizione
dell'area ha scatenato le ire dei residenti nel quartiere.
Giovedì le squadre municipali hanno iniziato a demolire parti del quartiere,
abitato soprattutto da Rom, come parte del progetto di rinnovamento
dell'area. Gli edifici allineati sulle vie Neslişah e Hatice Sultan sono
stati i primi ad essere demoliti. Il comune ha annunciato che il quartiere sarà
lasciato senza elettricità per i prossimi otto giorni causa il progetto di
demolizione, cosa che ha scatenato una forte reazione tra i residenti.
I residenti dicono che essere lasciati senza elettricità per oltre una
settimana creerà una situazione in cui non potranno svolgere le attività basiche
quotidiane, notando che ciò è particolarmente problematico perché si sta
avvicinando il Ramadan. Dicono: "Non siamo contro le demolizioni nel nostro
quartiere. Ma non è normale che l'elettricità venga interrotta per otto giorni
mentre si avvicina il Ramadan. Abbiamo preparato molto cibo per il Ramadan.
Verrà sprecato se non avremo l'elettricità per i frigoriferi."
Altri residenti hanno espresso il timore che il quartiere sarà bersaglio dei
ladri se sarà lasciato senza elettricità. "Come possiamo sentirci sicuri la
notte se non abbiamo l'elettricità? Gli scassinatori minacceranno le nostre vite
in questo periodo," dicono.
Il progetto di demolizione dell'area continuerà nei prossimi giorni. La
Municipalità Metropolitana di Istanbul ha progettato di costruire a Sulukule 620
case nuove, un hotel e un centro culturale e di intrattenimento. Il progetto di
rinnovamento del quartiere e di rilocazione dei suoi abitanti ha sollevato
l'indignazione dei residenti e dell'UNESCO. Istanbul è attualmente nella Lista
dei Patrimoni Mondiali dell'UNESCO e ci si aspetta che prenda le necessarie
misure per la protezione dei suoi siti storici, uno dei quali è il quartiere di
Sulukule.
Grazie al film "Il tempo dei gitani" del regista serbo Emir Kusturica, il
pubblico il pubblico ha avuto una descrizione di ciò che furono negli anni '70 e
'80 le reti mafiose che sfruttavano i bambini rrom nella Yugoslavia di allora.
Si prenderanno in considerazione le immagini di questi campi di roulottes in
Italia, dove erano tenuti da adulti abietti i figli forzati a mendicare, a volte
lontani dalla loro famiglia. Quel tempo è passato, ma il film è sempre là per
ricordarcelo. E là anche per mostrarci come dei ragazzi che non avevano mai
visto una roulotte ci vivevano per la prima volta. Cominciò un secondo
episodio all'inizio degli anni '90, quando dei Rrom rumeni vennero in Francia
accompagnati da "passatori" che li misero nelle roulottes. Ancora là, hanno
dovuto adattarsi a questo habitat - se così possiamo chiamare le roulottes
rovinate e senza ruote dove erano stati relegati dai loro passatori - ma non è
durato. Una volta liberati dai loro debiti verso i passatori, hanno costruito
piccole baracche con materiale di recupero ed hanno provato sempre a
sopravvivere ai margini delle grandi città francesi, lavorando in nero,
recuperando ferraglia e vendendo fiori o giornali...
Dal 2002, la Romania e la Bulgaria hanno firmato accordi con i paesi
Schengen, permettendo a tutti i possessori di passaporti di questi paesi di
circolare liberamente e senza obbligo di visto nello spazio Schengen per una
durata inferiore ai tre mesi. Cinque anni più tardi, questi paesi si sono uniti
all'Unione Europea ed i controlli alle frontiere sono stati soppressi. Si arriva
quindi da Sofia o da Bucarest a Parigi come se si venisse da Marsiglia, portando
solo la carta d'identità con sé.
Disgrazia!
E' precisamente il periodo dove l'azione governativa si misura con le cifre.
Evidentemente, la regola è più severa in materia d'immigrazione che su quella
dell'impiego o del potere d'acquisto. Nell'agosto 2007, poco dopo aver assunto
le sue funzioni ministeriali, M. Hortefeux ha preparato il terreno dicendo che
la realizzazione dell'obiettivo quantificato in materia di espulsione di
stranieri sarà difficile da raggiungere causa l'ingresso della Romania e della
Bulgaria nell'Unione Europea, rappresentando i cittadini di questi due paesi
circa un terzo degli espulsi nel 2006. Enorme! Vorrebbe dire che 8.000 Rumeni e
Bulgari sono stati espulsi nel 2006, pur sapendo che in virtù degli accordi
internazionali avessero il diritto di ritornare, come effettivamente hanno
fatto. E tra questi 8.000, sono quasi tutti Rrom. Un semplice calcolo del costo
di queste misure porta alla cifra ben rotonda di 80 milioni di euro. Quanti
alloggi sociali si sarebbero potuti costruire con questi soldi gettati negli
abissi della demagogia? Detto questo, M. Hortefeux non abbassa la guardia.
Continuerà ad espellere i Rrom rumeni e bulgari, anche se cittadini europei. Nel
2007, rappresentarono circa 3.000 espulsi, sistematicamente tornati in Francia
ed altri 30 milioni di euro. Come fare per espellere dei cittadini europei?
E' tutta una questione di transizione. Per quanto europei che siano, i Rumeni
ed i Bulgari hanno uno statuto ibrido che assomiglia molto di più al regime di
stranieri extracomunitari che a quello di comunitari. La Francia si è ben
premurata di limitare i diritti di questi nuovi europei, particolarmente
riguardo al diritto del lavoro, da cui indirettamente dipende anche il diritto
di soggiorno. Ed ecco come si gioca per raggiungere le cifre di espulsione, con
gente che si espelle anche più volte l'anno.
E per prendere comunque un aspetto di innovatore, ogni tanto, prima
dell'espulsione, si raccolgono un certo numero di famiglie nel mucchio, che si
pretende di "aiutarle ad integrarsi". E si inventano così "i villaggi di
inserimento", queste specie di centri chiusi e sorvegliati; si osa chiamarli
così! Questi MOUS (controllo d'opera urbana e sociale) di cui non si vede bene
il carattere urbano o sociale: i siti sono sorvegliati 24h/24 e l'accesso è
proibito a tutte le persone esterne, senza previa autorizzazione speciale.
Quelli "accompagnati socialmente" che vi vivono non hanno l'autorizzazione a
lavorare dalla prefettura, che è tuttavia destinataria dei progetti. Le buone
idee dei Rrom che ci vivono, compreso in materia di imprenditorialità, sono
soffocate dalla mancanza di "titoli di soggiorno". Il mantenimento di questi che
vengono presentati come "scelti per fortuna" in una situazione di pressione
costante, dove anche i corsi di formazione sono considerati come costrizioni, il
prezzo da pagare per restare nei prefabbricati dei "villaggi d'inserimento", è
una bomba a scoppio ritardato. Non ci si integra più dei propri fratelli o
cugini che vanno da una baraccopoli all'altra rischiando le espulsioni. Non si
sa dunque ciò che queste iniziative daranno tra qualche anno, ma nel frattempo,
si sa che "bengalo" in rromani vuol dire diabolico.
Associazione Sinti italiani di Pavia Si è costituita in questi giorni a Pavia l'Associazione dei Sinti
italiani di Pavia. Questo è il comunicato inviato alle associazioni cittadine.
E' già in programma un'iniziativa presso il campo di Piazzale Bramante il 12
settembre alle ore 21. Il Circolo Pasolini dà il benvenuto alla nuova
associazione rendendosi come sempre disponibile alla collaborazione per
raggiungere gli scopi di convivenza pacifica e civile, rispetto e reciprocità.
(Irene Campari)
Alle associazioni
ai partiti
ai gruppi sociali e culturali
ai cittadini della Pavia antirazzista e democratica
Pavia, 28 agosto 2008
OGGETTO: COSTITUZIONE DELL’ASSOCIAZIONE SINTI ITALIANI DI PAVIA
E INVITO AD UNA SERATA PUBBLICA DI DIBATTITO E DI INCONTRO CULTURALE
In data 20 agosto 2008, su iniziativa delle comunità sinte pavesi residenti in
Via Bramante e in P.le Europa, si è costituita nella nostra città l’Associazione
Sinti Italiani di Pavia.
L’associazione, prima del genere sul nostro territorio, si propone da statuto
di “organizzare attività per il riconoscimento della cultura e della tradizione
del popolo sinto e per il suo riconoscimento quale minoranza etnico-linguistica”.
A tale scopo l’associazione agirà attraverso momenti di formazione, iniziative
culturali ed artistiche, azioni di sensibilizzazione pubblica, ma anche
interventi volti a valorizzare le competenze professionali e il sapere
tradizionale dei suoi aderenti, a partire dal recupero del ferro e dalla sua
lavorazione artigianale.
L’associazione vede la luce, come momento di organizzazione autonoma della
presenza sinta a Pavia, in un periodo particolarmente critico per le nostre
comunità, così come per quelle Rom, esposte più che mai, a livello nazionale
come locale, al rischio della discriminazione etnica e di una progressiva quanto
infondata criminalizzazione, nel nome di demagogiche e spesso antidemocratiche
“politiche securitarie”.
A Pavia l’associazione intende rappresentare democraticamente la voce del
popolo sinto, a partire dalla tutela dei suoi diritti di cittadinanza e
dall’ottemperanza dei suoi doveri civici, con particolare riferimento alla
collocazione sul territorio degli attuali e futuri insediamenti, stabili e
temporanei, e alla loro ideazione e gestione. L’associazione desidera costituire
una controparte dialettica per gli enti locali, a partire dal Comune, nella
ricerca di una soluzione condivisa e partecipativa per la presenza degli
insediamenti in questione, ma anche in riferimento alla progettazione di quegli
interventi – in campo formativo, lavorativo, sociale, culturale – atti a
favorire il migliore e più proficuo rapporto tra le comunità sinte e il resto
della popolazione pavese.
Per continuare l’impegno comune, rinnovato insieme alle associazioni e alle
realtà democratiche pavesi lo scorso luglio, in occasione della riuscita
iniziativa pubblica presso il campo di p.le Europa, l’Associazione Sinti
Italiani di Pavia chiede di aderire e di partecipare fattivamente alla riuscita
dell’evento pubblico previsto al campo di Via Bramante per venerdì 12 settembre,
con il seguente programma:
CON I SINTI E CON I ROM
COSTRUIAMO INSIEME UN PROGETTO PER PAVIA
VENERDI’ 12 SETTEMBRE 2008
CAMPO SINTI DI VIA BRAMANTE – BORGO TICINO
H.21: PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO “OPERA GAGIA”
(2007), di A. Bocola e F. Scarpelli, sulla drammatica cacciata delle comunità
zigane dal territorio del comune milanese di Opera
H.22: DIBATTITO PUBBLICO: “Sinti e Rom cittadini di Pavia? Progettiamo
interventi condivisi, nel segno dell’accoglienza”
Presentazione dell’Associazione Sinti Italiani di Pavia e dibattito: sono stati
invitati esperti, esponenti di associazioni di tutela delle minoranze zigane ed
amministratori locali pavesi
Modera: Andrea Membretti (sociologo, Università di Pavia)
H. 23: MUSICA E BALLI ZIGANI
Durante la serata sarà presente un servizio bar, con specialità sinte
(frittelle, torta nera, …). Verranno inoltre allestite una piccola mostra di
pittura di artiste sinte e una bancarella dell’usato e dei prodotti artigianali
in ferro.
Con l’augurio che la serata sia occasione di confronto produttivo e che veda
un’ampia partecipazione della cittadinanza pavese, restiamo in attesa di un
gentile riscontro via e-mail da parte delle associazioni e gruppi locali
rispetto all’adesione all’iniziativa.
Con l’occasione porgiamo cordiali saluti
Il Presidente dell’Associazione Sinti Italiani di Pavia
Erasmo Formica
CASILINO 900, BRAZZODURO: TROUPE TV UNGHERESE BLOCCATA DA VIGILI
Roma, 30 ago - «Siamo stati fermati e identificati all'uscita dal campo con la
minaccia di sequestro del materiale filmato. Forse vogliono evitare che le
brutture di Roma circolino in Europa». È il professor Marco Brazzoduro,
docente di statistica all'Università La Sapienza a raccontare il fatto avvenuto
circa mezz'ora fa all'uscita del campo rom Casilino 900. «Ci siamo recati con
una troupe ungherese della Duna tv al campo per un documentario sulla situazione
dei rom in Italia - ha detto il docente - all'uscita i vigili ci hanno fermati
adducendo il motivo che non avevamo l'autorizzazione a filmare. Ci hanno
sequestrato l'equipaggiamento minacciando di fare altrettanto con il materiale
filmato. A quel punto ho chiamato la prefettura e la situazione, dopo circa
un'ora, si è sbloccata e ci hanno restituito tutto». Sulla vicenda, ha detto
ancora Brazzoduro, si erano attivati l'ex-segretaria del Partito radicale, Rita
Bernardini e l'ambasciata ungherese in Italia.
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