Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 07/04/2009 @ 09:36:42, in Europa, visitato 1774 volte)
Da
Roma_Daily_News
Membro della giuria EU del Premio Giornalista 2008,
Ivan Ivanov è Direttore Esecutivo di ERIO (Ufficio Informazione Rom
Europei), un'organizzazione di consulenza internazionale che combatte la
discriminazione contro i Rom. Ivan ci parla del concorso e, per segnare il
Giorno Internazionale dei Rom dell'8 aprile, le sfide di fronte ai Rom
nell'Europa di oggi.
Quanto è stato importante che il Premio Giornalista 2008 includeva anche
un premio speciale sui Rom?
Sì è stato importante. Da una chiara evidenza che le tematiche rom hanno
guadagnato riconoscimento a livello europeo. Il premio è specificatamente per le
questioni anti-discriminazione. Dedicare un premio speciale ai Rom significa che
la UE riconosce che sono uno dei gruppi più discriminati, a cui riservare
speciale attenzione.
Pensa che ci siano molti giovani rom, come descritto nell'articolo di Mika
Kontorousi (PDF in inglese,
QUI ndr), che stanno rompendo con il "tradizionale" stile di vita
delle loro comunità?
Sì, conosco molti giovani rom che pur rispettando molto le loro tradizioni,
non le seguono tutte. Almeno quelle tradizioni che sono in contraddizione
con la loro voglia di costruirsi una vita migliore, e che possono creare
difficoltà per la loro integrazione nella società, o nella loro crescita
scolastica e professionale.
Se potesse sfidare tre idee sbagliate comuni circa i Rom, quali sarebbero?
Prima di tutto: non tutti i Rom sono criminali e non tutti mendicano per le
strade. Ingannare chi paga le tasse vivendo di benefici, non è il loro scopo di
vita!
Seconda cosa, i Rom vogliono integrarsi... Vivere in ghetti segregati non è
una loro scelta. Se potessero scegliere tra l'essere integrati nella società con
accesso all'istruzione ed all'impiego, adeguata assistenza sanitaria e servizi
sociali, un alloggio decente ed uno sviluppo libero dalla discriminazione,
oppure vivere in estrema povertà in un posto che manca di acqua corrente ed
elettricità che è lontano dalla comunità locale e da tutti i servizi e dove non
ci sono trasporti - è chiaro che i Rom non sceglierebbero la seconda opzione.
Terzo, che i Rom non sono una tribù esotica. Non sono dei marginali, sono
Europei che hanno influenzato la cultura europea e vissuto qui da almeno 700
anni. Non sono bravi soltanto a suonare musica, danzare e cantare. Se venisse
data loro l'opportunità, sarebbero anche bravi politici, amministratori,
avvocati, medici ed insegnanti.
I Rom sono apparsi nei media durante il 2008 per ragioni entrambe
negative, vale a dire gli attacchi ai campi rom in Italia, e sviluppi più
positivi come il primo Summit dei Rom Europei. Quali sono le sue speranze per il
2009?
Parte del piano d'azione della Commissione Europea è lo stabilirsi di una
Piattaforma di Integrazione Sociale dei Rom. Un altro sviluppo interessante è la
proposta di organizzare un altro summit rom nel 2010, che valuterebbe cosa è
stato realizzato dal primo summit del 2008. Penso che questa sia una buona idea,
specialmente se questo è organizzato su basi regolari - per esempio ogni due o
tre anni.
Secondo il suo punto di vista, quali sono i principali ostacoli che ancora
rimangono da essere superati?
Ci sono molti ostacoli che creano difficoltà all'integrazione dei Rom. Molti
dicono che c'è mancanza di volontà politica: è vero che negli ultimi due anni la
UE ha mostrato volontà politica, ma manca ancora l'impegno politico.
C'è bisogno di politiche UE globali che coprano tutti i campi dove i Rom
affrontano l'esclusione e la discriminazione, inclusa l'esecuzione di tutta la
legislazione esistente.
Migliorare la situazione dei Rom dev'essere anche una responsabilità
condivisa tra la UE ed i differenti Stati Membri con un chiaro collegamento
sviluppato tra la UE e le politiche nazionali che riguardano i Rom.
Pregiudizi e stereotipi sono seri ostacoli da superare ed i media come pare
le campagne come "Per la Diversità Contro la Discriminazione" hanno un ruolo
importante da giocare. E' anche necessario incoraggiare la promozione della
diversità nei campi dell'istruzione e dell'impiego, come pure sviluppare
curriculum scolastici sensibili e mettere in atto regole sui posti di lavoro.
Inoltre, i Rom dovrebbero partecipare ai processi decisionali come pure
nell'esecuzione di queste politiche. Non dovrebbero essere beneficiari passivi
di politiche disegnate per loro da qualcun altro e svolte senza la loro
partecipazione e senza prendere in considerazione la loro opinione e specificità
etnica.
To learn more about ERIO’s work visit their website.
European Roma Information Office (ERIO) website:
http://www.erionet.org
First European Roma Summit:
http://ec.europa.eu/social/main.jsp?catId=423&langId=en&eventsId=105&furtherEvents=yes
Di Fabrizio (del 07/04/2009 @ 09:24:35, in Italia, visitato 1813 volte)
Dal blog del
Circolo Pasolini di Pavia
[Giorgio Trigila ci ha inviato questo prezioso articolo da "Il Giornale di
Voghera"]. Il Tar rinfresca tristi ricordi. Dieci anni fa, a Voghera il
voto dell'intolleranza di Giorgio Silvani
Nei giorni scorsi, a dieci anni di distanza, il TAR della Lombardia ha inviato
una comunicazione abbastanza grottesca ai promotori del ricorso presentato nel
marzo 1999 (il giornalista Antonio Airò e l'Associazione Insieme di Voghera)
con il quale si chiedeva di sospendere l'effettuazione dei due tristemente noti
referendum cittadini su campo nomadi e centro di accoglienza. Nella
comunicazione il Tribunale Amministrativo chiede ai "ricorrenti" se esista
ancora la volontà di proseguire in quel tentativo, allora vanificato da una
prima sentenza negativa, o se si possa procedere all'archiviazione. Anche
se si tratta di un atto dovuto, la verifica di certi tempi assurdi della
giustizia lascia un po' "senza parole", come nella settimana enigmistica. La
notizia però è una buona occasione per non "archiviare" quel che accadde nella
nostra città proprio in questi giorni, dieci anni fa. E' infatti utile
ricordare che allora Voghera conquistò clamorosi spazi nelle cronache
nazionali, grazie (sic!) proprio a quei due referendum locali promossi dai
consiglieri comunali allora all'opposizione: Daniele Salerno, esponente dell'UDR
e oggi assessore al bilancio in quota Forza Italia, e Giuseppe Aneomanti di
Alleanza Nazionale. La consultazione venne resa possibile da una rilevante
raccolta di firme e sostenuti da una campagna di allarmismo al limite della
xenofobia dalle forze del centro destra (e forse non solo ). Nonostante le
forti resistenze di molti cittadini, le proteste, i clamori riportati da
articoli sui principali quotidiani italiani e addirittura alcune vibrate
interrogazioni parlamentari, le due consultazioni vennero ammesse dall'
amministrazione cittadina di allora e accorpate al referendum nazionale sull'
abolizione della quota proporzionale. Così accadde che il 18 aprile 1999, il 59%
dei vogheresi ammessi alle urne (circa 20 mila su 36 mila iscritti alle liste
elettorali) andò a votare e al primo quesito, che chiedeva 2se si era
favorevoli alla realizzazione di un campo di sosta per le popolazioni di etnia
tradizionalmente nomade o seminomade", l'81,36% (16.200 voti) rispose no contro
il 18,64% di "sì" (3.700 voti). Al secondo quesito, che domandava "se si era
favorevoli alla realizzazione di un centro di prima accoglienza destinato ad
ospitare cittadini extracomunitari" rispose negativamente il 72,55% (circa
14.500 voti) contro il 27,45% di "sì" (5.500 voti). Poco importa che alla fine
più della metà dei cittadini non si pronunciò o non sostenne l'iniziativa.
L'esito del referendum colpì nel segno. I due progetti, a lungo trascinati in
estenuanti dibattiti, furono affossati e a nulla valsero le reazioni indignate
di alcune forze politiche e sociali, di semplici cittadini, del volontariato,
della comunità religiosa (quest'ultima peraltro piuttosto "tiepidina") che,
fino all'ultimo, avevano denunciato il carattere discriminatorio e la
gravissima dimostrazione di intolleranza. "Considerando che i due referendum
erano comunque solo consultivi e che è tutta da provare la validità di una
consultazione direttamente mirata su persone e gruppi etnici, e quindi in
contrasto con i principi costituzionali, chiediamo all'Amministrazione Comunale
e al Sindaco Scotti (Ulivo) di procedere comunque per fronteggiare le emergenze
e le necessità più volte sottolineate e non più rinviabili così come chiediamo
alla città di recuperare i valori della solidarietà e dell'attenzione verso i
deboli che sono prerogativa irrinunciabile del vivere civile di una comunità".
Così si leggeva nel commento post-voto sottoscritto da chi aveva sempre
sostenuto la necessità di dare una sistemazione ai cittadini sinti, da anni
miseramente segregati nel cortile della ex caserma e di dotare la città di un
riferimento per le numerose emergenze sociali, sottolineate anche da
inquietanti dati dell'Osservatorio Voghera " Cantiere di Solidarietà 1999".
Per un attimo la Giunta di centrosinistra sembrò davvero non voler sottostare
e, dopo l'esito del voto, ribadì che la consultazione era da considerarsi
"equivoca e comunque non vincolante", aggiungendo che "si sentiva comunque in
dovere di intervenire con misure idonee volte a rimuovere le gravi condizioni
di emarginazione sociale esistenti". Un inutile colpo di coda che finì nel
nulla, visto che appena un anno dopo iniziò "l'era Torriani" e,
paradossalmente, due anni fa il governo di centro destra decise di realizzare
il campo per i Sinti cittadini, facendosene pubblico vanto tanto da rinnegare
la "minaccia" di allora e sbandierarlo come "fiore all'occhiello"
pubblicizzato in tutto il Paese. Per tornare alla richiesta a dir poco
"tardiva" del TAR, con cui abbiamo aperto questo articolo, gli interessati
hanno naturalmente risposto di non aver alcuna intenzione di proseguire. Non
potevano fare diversamente visto che la frittata è stata fatta da tempo e che
Voghera ha già versato allora una bella quota di intolleranza e di scarso
civismo. Per carità, le occasioni per rinnovare atteggiamenti di intolleranza e
disattenzione non sono mancate in questi dieci anni. In più di un frangente il
governo cittadino ha dimostrato scarsissima disponibilità verso i problemi
delle emergenze sociali cittadine, verso i più deboli, gli emarginati del
nostro territorio, con provvedimenti talvolta sconcertanti (come le multe a chi
chiede l'elemosina davanti alle chiese, certi sgomberi messi in atto alla
periferia della città… fino a sfiorare il ridicolo con quel divieto di sedersi
sulle panchine nelle ore serali che ha fatto il giro d'Italia…). Magari al
peggio non c'è limite, ma è anche vero che dieci anni fa Voghera raggiunse
comunque un livello difficilmente superabile.
"Il Giornale di Voghera", 3 Aprile 2009
Di Fabrizio (del 06/04/2009 @ 21:27:19, in Italia, visitato 1554 volte)
Giornata Mondiale dei Rom e Sinti. I leader del Gruppo EveryOne non saranno al Campidoglio, ma "sul campo", per evitare una tragedia umanitaria ad alcune famiglie Rom Roma, 6 aprile 2009 - All'attenzione dei Presidenti delle Associazioni che converranno a Roma per la Giornata Mondiale dei Rom e Sinti, delle personalità della politica e della cultura, dei giornalisti e degli antirazzisti accorsi da tutta l'Italia Il Gruppo EveryOne si è preparato da tempo per la celebrazione della Giornata Mondiale dei Rom e Sinti, che finalmente assume rilievo anche in Italia e che non prevede feste e concerti - vista la condizione di persecuzione in cui si trovano i Rom nel nostro Paese -, ma un'assemblea pubblica, dalle 9 alle 13, presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio. Abbiamo stampato comunicati e previsto di divulgare all'opinione pubblica e ai media i dati di un vero e proprio "apartheid" che a poco a poco è divenuto realtà in Italia e di un genocidio di immane portata, come attestano numeri e statistiche e come da domani stesso divulgheremo in sintesi nel portale www.everyonegroup.com
I nostri interventi, fra i quali avrebbe dovuto spiccare quello di Ionut Ciuraru, avrebbero toccato anche temi "scomodi" come gli abusi da parte delle forze dell'ordine e la repressione dei nostri attivisti Rom romeni, costretti a riparare all'estero (Come Nico Grancea e Mariana Danila), dove vivono in condizioni di povertà, esclusione e abbandono oppure a nascondersi, in maniera del tutto simile a quella cui furono costretti gli ebrei durante l'Olocausto (come Rebecca Covaciu, battezzata dalla stampa "la piccola Anna Frank del popolo Rom" e Danciu Caldarar).
Domani, però, non ci saremo e ci dispiace di avvertirvi all'ultimo minuto. Alcuni deputati, alcuni giornalisti, tanti attivisti verranno apposta per conoscerci di persona e per ascoltare la testimonianza di Ionut. Non siederemo al "tavolo dei Presidenti" e non prenderemo la parola. Non distribuiremo neanche il volantino dedicato alla memoria di Virgil Caldarar, un bambino Rom mai nato, a causa dello sgombero del 25 febbraio 2009 a Pesaro, evento-simbolo della disumanità e dell'orrore in cui è precipitata l'Italia.
Domani celebreremo la vigilia della Giornata Mondiale dei Rom e Sinti "sul campo", perché una piccola comunità di Rom romeni ha subito nel centro Italia tutta l'ingiustizia, la violenza, l'annichilimento e l'umiliazione di uno sgombero - l'ennesimo - e si trova all'addiaccio, senza alcun mezzo di sostentamento, in una profonda e totale disperazione. Domani, 7 aprile, raggiungeremo queste famiglie in grave difficoltà e cercheremo di sostenerle, per quanto possibile.
Sarà presente al Campidoglio la nostra Glenys Robinson, che porterà a tutti il nostro messaggio di solidarietà e incoraggiamento. Invitiamo le organizzazioni e gli attivisti a rimanere uniti sulle istanze che riguardano la tutela dei diritti dei Rom e Sinti, evitando di mettere in primo piano valori diversi. Crediamo senza riserve all'iniziativa che, primo fra tutti, ha fortemente voluto Santino Spinelli, l'uomo giusto, a nostro avviso, per rappresentare la voce di un popolo troppo a lungo perseguitato. Il Gruppo EveryOne sarà sempre al suo fianco, nel Coordinamento Sa Phrala e nei progetti mirati a divulgare la cultura, la Storia, le tradizioni secolari di un grande popolo. Un abbraccio a tutti gli amici dei Rom e Sinti. Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau, Ionut Ciuraru EveryOne Group info@everyonegroup.com http://www.everyonegroup.com
Una regione in ginocchio. Morti e feriti. Il terremoto che stanotte ha
squassato l'Abruzzo lascia dietro di sé terrore e devastazione. Così a L'Aquila,
così nei centri più piccoli. "Un disastro, un disastro". Ripete la frase con
tono concitato il senatore abruzzese Filippo Piccone mentre sta raggiungendo i
piccoli centri in provincia dell'Aquila per "rendermi conto della situazione.
Sto vedendo case ridotte ad un cumulo di macerie, persone per strada. E' proprio
nella zona intorno al capoluogo abruzzese che stiamo cercando di capire l'entità
della tragedia".
"Ci sono problemi grossissimi nei piccoli centri della provincia- continua il
Senatore -, ci sono edifici sventrati, gente che ha perso tutto, un vero
disastro. Stiamo cercando di capire nel dettaglio l'entità dei danni ma da
quello che possiamo vedere la situazione è gravissima. A L'Aquila le vittime
sono tante e ci sono oltre centomila persone che non possono rientrare nelle
proprie abitazioni. Dappertutto c'è devastazione, una scena agghiacciante. In
questo momento stiamo compiendo una perlustrazione nelle zone intorno al
capoluogo abruzzese per conoscere la situazione e collaborare con la macchina
della Protezione civile e dei soccorsi, ma ripeto, la situazione è veramente
drammatica".
In queste ore molti si chiedono come poter aiutare le popolazioni
dell'Abruzzo colpite da questa drammatica tragedia.
Sucar Drom rilancia
l'appello fatto dalla Protezione civile che in queste ore sta coordinando tutte
le operazioni.
Invitiamo tutti i lettori ad andare nell'Ospedale più vicino o presso l'AVIS
locale per donare il sangue.
In queste ore stanno arrivando negli Ospedali dell'Abruzzo, Lazio, Molise
tanti feriti e manca il sangue. Particolarmente drammatica la situazione
nell'Ospedale a L'Aquila.
La Protezione civile ha chiesto a tutti i cittadini di rapportarsi alle sedi
locali della Protezione civile per qualsiasi altra iniziativa di aiuto.
Comprensibilmente in queste ore c'è molta confusione e si vuole evitare che la
situazione sfugga di mano.
In ultimo invitiamo gli artisti sinti e rom ad organizzare per le prossime
settimane concerti, serate e iniziative benefiche per raccogliere fondi da
inviare alle popolazioni terremotate. L'Istituto di Cultura Sinta mette a
disposizione la propria struttura logistica. (in foto un'immagine del
terremoto in Irpinia del 1980)
Di Fabrizio (del 06/04/2009 @ 13:56:38, in Italia, visitato 1594 volte)
Sempre da
Tom Welschen,
un'altra segnalazione sulla situazione a
Palermo
se il video non si vedesse bene,
http://c6.tv/archivio?task=view&id=3649
Palermo. Secoli interi di integrazione, di fusione tra etnie e culture
diverse e poi... una mattina Palermo si sveglia razzista e xenofaba. A farlo
credere quei volantini stampati da un gruppo di estrema destra che aveva
tappezzato la parte della città, prospiciente l'insediamento Rom che da 20 anni
esiste a Palermo, alle porte della Favorita. Su alcuni dei muri, nel tratto tra
piazza Alcide de Gasperi e viale del Fante, fogli a 4 riportanti il segnale
stradale di pericolo inneggiavano all'odio razziale contro i Nomadi. Poco
dopo la segnalazione alla Questura di Palermo i manifesti faidaté sono
stati rimossi, sul selciato rimanevano solo tracce di quella violenza verbale
(soltanto?) La città anti-razzista, due giorni dopo, è scesa in piazza a
manifestare contro questo episodio e ogni atteggiamento inneggiante l'odio e la
non integrazione.
Di Fabrizio (del 06/04/2009 @ 09:12:43, in Italia, visitato 1800 volte)
L'8 aprile si celebra in tutto il mondo il "Romano Dives"
la Giornata internazionale della nazione Rom, in ricordo di quell' 8 aprile del
1971 quando a Londra si riunì il primo Congresso internazionale del popolo Rom e
si costituì la Romani Union, la prima organizzazione mondiale dei Rom
riconosciuta dal’ ONU nel 1979.
Vogliamo ricordare quest'anniversario con un'iniziativa di pace aperta a
tutti.
RITROVO: MERCOLEDI' 18 APRILE ORE 16,30 IN PIAZZA PALAZZO DI CITTA' (DAVANTI
AL MUNICIPIO) LA MANIFESTAZIONE SI CONCLUDERA' IN PIAZZA CASTELLO
Le culture rom e sinti sono patrimonio dell'umanità; le premesse indispensabili
per superare pregiudizi e stereotipi sono la conoscenza/le iniziative
interculturali, una comunicazione che non alimenti sentimenti xenofobi, così
come richiesto anche dal Parlamento europeo e dalle istituzioni internazionali.
Il popolo Rom non ha mai dichiarato guerra a nessuno. Desideriamo perciò che
l'occasione dell'8 aprile si trasformi in una dimostrazione di pace e
nonviolenza per tutti, perché tutti ne hanno diritto.
Facciamo un appello affinché le persone, associazioni, sindacati, chiese, realtà
politiche intervengano in prima persona all'iniziativa.
Ad oggi hanno aderito:
Opera Nomadi, Romano ilo, Cantieri di Pace, Comitato Promotore della Marcia
Mondiale per la Pace e la Nonviolenza, Pastorale Migranti, Coordinamento
antidiscriminazione Sa Phrafa, AlZO, Terra del Fuoco, Ass. I Rom per il futuro (Romanò
pala tetehara); La Federazione dei Sinti e Rom;
Il comitato promotore 8 aprile Per informazioni:
Tel. 339.1360447 - 338.6152297
sportellodellapace@virgilio.it
Da
Roma_und_Sinti
derStandard.at
Campi rom a Mitrovica: numerose famiglie vivono qui dalla fine della
guerra del Kosovo, dopo che le loro abitazioni sono state date alle fiamme.
Insediamenti rom nel Kosovo settentrionale: Europarat vede una "catastrofe".
Il delegato per i diritti umani Hammarberg: il rimpatrio dei rifugiati
equivarrebbe ad una violazione dei Diritti Umani.
Pristina – La situazione presente in due insediamenti rom nel Kosovo
settentrionale è definita da Europarat come una "catastrofe umanitaria
molto grave". Il delegato per i Diritti Umani di Europarat Thomas
Hammarberg, ha dichiarato venerdì a Pristina che è scandaloso che ben
cinque anni dopo l’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della
Sanità (OMS), a proposito del pericolo che tali persone corrono a
causa dell’elevata concentrazione di piombo nel terreno, non sia stata
ancora intrapresa nessuna azione.
I due insediamenti rom di Zvecan e Leposavic sono stati costruiti
sopra aree ricoperte di cumuli di detriti, che contengono resti
contaminati di mine. Gli abitanti degli insediamenti non devono
divenire vittime del conflitto di autorità in atto fra Pristina, UNMIK
e Belgrado, ha sottolineato il delegato per i Diritti Umani al termine
della sua visita di quattro giorni in Kosovo.
Allo stesso tempo Hammarberg ha esortato le istituzioni kosovare e le
organizzazioni internazionali, affinché si impegnino maggiormente per
chiarire il destino di circa 2.000 persone scomparse. Nell’obitorio
della città di Pristina si trovano al momento più di 100 cadaveri non
identificati di vittime di guerra.
Hammarberg ha inoltre indicato quale particolare problema gli sforzi,
esercitati da parte di alcuni stati occidentali, di far ritornare in
patria i rifugiati kosovari. In un momento in cui il Kosovo deve
affrontare una disoccupazione al 50%, una simile azione equivarrebbe
ad una violazione dei Diritti Umani, ha detto il delegato per i
Diritti Umani di Europarat, il quale ha fatto appello ai paesi
occidentali l fine di non fare pressione sui rifugiati affinché
rientrino nel Kosovo. (APA)
Di Fabrizio (del 05/04/2009 @ 09:21:45, in Italia, visitato 2047 volte)
Giovedì 9 aprile 2009, ore 18.00
Salone della caccia, Prefettura di Pavia, Piazza Guicciardi
Zingari: storia di un’emergenza annunciata
Presentazione del volume di Anna Rita Calabrò
Ne discutono con l’autrice:
- Ferdinando Buffoni, Prefetto di Pavia
- Franco Rositi, Università di Pavia
- Alessandro Cavalli, Università di Pavia
Partecipano:
- Andrea Membretti, Laboratorio di Sviluppo Locale Partecipativo -
Università di Pavia;
- Giorgio Bezzecchi, V.Pres.Naz. Opera Nomadi;
- Don Dario Crotti, Caritas;
- Paola Bonvecchio, Uff. Scolastico Provinciale;
- Erasmo S. Formica, Ass. Sinti Italiani di Pavia;
- Franco Vanzati,CGIL;
- Mariangela Landro, ARCI;
- Carla Galessi, Comune di Pavia;
- Antonio Floriano, CISL/ANOLF;
- Francesca Vaccina, Comitato Fuori Luogo;
- Claudia Lucrezio, Ass. Per Fare un Albero;
- Marcella Barbieri, Ass. Insieme.
Comune di Pavia Settore Servizi Sociali; Università di Pavia Facoltà di Ingegneria
e
Facoltà di Scienze Politiche, Prefettura di Pavia Ufficio Territoriale
del Governo
Di Fabrizio (del 05/04/2009 @ 08:55:31, in media, visitato 6906 volte)
Aggiornamenti sociali
di Giacomo Costa S.I. di «Aggiornamenti Sociali» Tommaso Vitale Docente di Sociologia nell'Università di Milano-Bicocca L'8 aprile si celebra la Giornata internazionale dei rom e sinti, in ricordo del primo Congresso internazionale del popolo rom tenutosi a Londra l'8 aprile 1971 e della costituzione della prima associazione mondiale dei rom riconosciuta dall'ONU. L'Europa è da sempre popolata da una pluralità di gruppi zigani; sono parte della storia locale delle tante società urbane e rurali che compongono il mosaico europeo.
Si tratta di gruppi assai differenti per tradizione e cultura: gitani, yemish, manoush, camminanti, travellers, gypsy, sinti, romungro, olah, rom, boyas e altri ancora. È una vera e propria «galassia» di minoranze che, se considerata nel suo insieme, costituisce la più grande minoranza europea: circa dieci milioni di persone, dicono le stime di Bruxelles, molti di più se consideriamo anche i Paesi che non aderiscono all'UE e le persone che nelle guerre balcaniche degli anni '90 hanno perso ogni appartenenza nazionale. Il numero aumenta ancora se usciamo dall'Europa e guardiamo ai lom del Libano, ai dom del Medio Oriente, ai gruppi presenti in Mongolia, negli Stati Uniti, in Russia, in Brasile. Una complessità assai rilevante di cui spesso si conosce pochissimo.
Solo un italiano su mille, stando alle statistiche, ha almeno un'informazione minima su questa «galassia». Sappiamo anche che nel nostro Paese il grado di ostilità verso questi gruppi è altissimo, più alto persino dei livelli di odio razziale raggiunti nei Paesi ad apartheid istituzionalizzato. Avere una buona informazione sembra il fattore maggiormente correlato alla riduzione dell'avversione verso queste persone, insieme all'età: le persone più anziane, infatti, in Italia sono quelle che hanno meno paura degli zingari, poiché conservano la memoria di rapporti positivi di scambio e complementarità che hanno caratterizzato per molti anni le relazioni fra questi gruppi e la società maggioritaria. Più si è giovani, invece, più la rappresentazione di questi gruppi diviene omogenea, stereotipica, tutta interna a un immaginario della miseria e della devianza.
Così pochissimi, anche fra coloro che hanno gli intenti più solidali, tengono conto della stratificazione interna a questa galassia, in cui a fianco di comunità di recente immigrazione vi sono gruppi assai radicati che gestiscono attività economiche rilevanti (l'industria circense, lo spettacolo viaggiante, il mercato dei cavalli e degli animali da sella, e molto altro, a seconda dei Paesi considerati). Pochissimi sanno che esiste un'élite romani, colta e dinamica, che si coordina a livello transnazionale, trova forme di rappresentanza e di lobbying, agisce nelle e con le istituzioni internazionali. Le maggiori istituzioni hanno degli uffici appositi (Banca mondiale, ONU, Commissione europea, Consiglio d'Europa, Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico). Esistono centri di ricerca che pubblicano riviste scientifiche e coordinamenti di ricercatori zigani di diverse appartenenze.
Internet permette di avvicinarsi a questo mondo complesso e di cambiare il nostro sguardo. Dedicare un po' di tempo a guardare questi siti consente di cogliere le molteplici sfaccettature di queste minoranze. A fianco delle pagine dedicate alla difesa dei diritti umani e alla promozione sociale, si scoprono le tante tradizioni, il fascino delle produzioni musicali, la memoria orale e scritta, i diversi modi di relazionarsi al viaggio e alla stanzialità, i percorsi di spiritualità e le modalità di interrogare le grandi religioni monoteiste. http://erionet.org L'Ufficio di informazione europeo sulle popolazioni rom (ERIO, European Roma Information Office) è un'organizzazione internazionale fondata nel 2003 per promuovere e tutelare i diritti delle popolazioni rom con uffici a Bruxelles, dove svolge attività di lobbying nei settori dell'istruzione, dell'occupazione, dell'assistenza sanitaria e dell'alloggio. Rete di varie associazioni di rom e di persone che si occupano degli stessi, ERIO si distingue per la particolarità di promuovere la partecipazione di comunità rom nei processi decisionali a livello europeo, nazionale e locale.
Il sito dell'organizzazione, principalmente in inglese, ma con pagine anche in italiano, romani, bulgaro, ungherese, russo, rumeno e spagnolo, offre, attraverso un ricco bollettino settimanale (e-news), approfondite informazioni di attualità politica con notizie di quanto accade a livello europeo e nei vari Stati membri dell'Unione. Interessanti anche le parti che riferiscono delle attività dell'organizzazione (progetti, pubblicazioni, inchieste). Ricca è anche la lista di link alle maggiori istituzioni governative nazionali che si occupano di questioni legate ai rom. Un sito analogo, ma più centrato sulla lotta al razzismo nei confronti dei rom e sulla difesa dei diritti umani è quello del Centro europeo per i diritti dei rom (ERRC, European Roma Rights Centre): <www.errc.org>. www.dosta.org Si tratta del portale di una campagna di sensibilizzazione promossa dalla Commissione europea. «Dosta» è una parola romani che significa «basta»: la campagna si propone di sensibilizzare i «non rom», aiutandoli a superare i pregiudizi e gli stereotipi e a conoscere meglio i cittadini rom presenti in tutti gli Stati dell'Unione. Particolarmente interessanti i materiali di sensibilizzazione forniti dal sito, che vanno da foto, volantini e poster a spot radiofonici e televisivi. Nella sezione «Is this a stereotype?» (Questo è uno stereotipo?) si affrontano in maniera sintetica e agevole 15 dei principali luoghi comuni sui rom.
Per avvicinare le molteplici attività a favore dei rom promosse dalle istituzioni a livello europeo si può consultare il sito del Consiglio d'Europa (<www.coe.int>), o quello dell'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (<www.osce.org/odihr/18148.html>). www.romadecade.org Attraverso il sito Decade of Roma Inclusion 2005-2015 (Decennio per l'inclusione dei rom 2005-2015) si può conoscere nei dettagli l'interessante iniziativa politica dei Governi di Paesi dell'Europa centrale e sudorientale per migliorare la situazione socioeconomica delle popolazioni rom di quelle regioni. Undici Paesi che annoverano significative minoranze hanno aderito al progetto: Albania, Bosnia-Erzegovina, Bulgaria, Croazia, Macedonia, Montenegro, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, Slovacchia e Ungheria. Recentemente, nel febbraio 2009, anche la Spagna ha aderito all'iniziativa, primo tra i Paesi della «vecchia Europa». Ogni Paese ha sviluppato un Piano decennale con obiettivi specifici per le aree prioritarie (educazione, impiego, salute e alloggio), cercando di coinvolgere organizzazioni governative, intergovernative e non governative con le popolazioni rom. www.idebate.org/roma/ Più ampio è lo sguardo del Roma Buzz Aggregator, sito sostenuto dall'Open Society Institute, un'associazione filantropica con base a New York, ma con filiali in tutto il mondo. Il sito raccoglie automaticamente i link a tutte le notizie, nuovi post di blog, immagini, filmati, musiche e qualsiasi altro materiale concernente i rom che appare sulla rete.
Oltre a un archivio che presenta i materiali organizzati in ordine cronologico, ne offre uno organizzato per Paese. Tra i Paesi più rappresentati troviamo Francia (400 articoli), Regno Unito (311), Italia (253), ex Iugoslavia (218) e gli altri Paesi dell'Est. Presenta inoltre una cartina che mostra la provenienza delle ultime notizie su rom e sinti, e un diagramma in cui si può vedere quanto vengono menzionati ogni giorno dell'ultimo mese i termini legati ai rom nella «blogosfera». www.sivola.net/dblog Venendo all'Italia, un blog tanto disorientante quanto insostituibile è Mahalla, nome con cui venivano chiamati i quartieri ghetto in cui hanno vissuto per secoli i rom nell'Europa dell'Est. Si tratta di uno spazio virtuale, ideato dal milanese Fabrizio Casavola per creare una rete di contatti fra rom e sinti in tutta Italia e in diversi Paesi del mondo. Se si prende il tempo per esplorarlo con cura e ci si arma di pazienza, il sito si rivela una miniera di informazioni, progetti, denunce, storie, commenti, link ecc.: un archivio di quasi 3mila articoli raccolti in poco più di tre anni di vita. Il tutto per rovesciare i luoghi comuni sulle popolazioni rom. http://sucardrom.blogspot.com/ Con base a Mantova, Sucar Drom (letteralmente in romani, «bella strada») è la sezione italiana di un'organizzazione formata «da appartenenti alla società maggioritaria (in senso numerico) e da appartenenti alle società sinte e rom», che si batte per il riconoscimento dei pieni diritti di cittadinanza delle minoranze nazionali ed europee sinte e rom e contro tutte le forme di discriminazione che attualmente colpiscono queste popolazioni. Sul blog dell'associazione, è possibile trovare una raccolta particolarmente completa della normativa (internazionale, comunitaria, statale e regionale) che direttamente o indirettamente interessa le comunità rom e sinte. Molto interessante è il quotidiano commento alle notizie riguardanti fatti di cronaca, posizioni politiche e avvenimenti sui rom. © FCSF - Aggiornamenti Sociali
Di Fabrizio (del 04/04/2009 @ 09:36:42, in media, visitato 1364 volte)
Da
casalemonferrato.bloglandia.it
Una rassegna cinematografica con i film di Tony Gatlif
In Via del Carmine 8, al Centro dell'Associazionismo, CASALE MONFERRATO
A concludere il lavoro svolto dalla Consulta per la Pace, che ha coinvolto gli
studenti in un percorso di sensibilizzazione su tematiche interculturali legate
ai Rom, e che ha portato, nelle scuole e in un incontro pubblico Suor Carla
Osella dell'AIZO (Associazione Italiana Zingari Oggi) e le sue testimonianze,
viene ora proposta una rassegna cinematografica, dal titolo "Zingari, la
bellezza di un popolo", organizzata dalla stessa Consulta e dall'Associazione di
Promozione Interculturale Serydarth, che metterà in scena tre film del regista
gitano Tony Gatlif, capaci in maniera profonda di mettere in mostra qualcosa
di sublime e radicato nella cultura Rom, diverso dai luoghi comuni generati
dalla rappresentazione mediatica ordinaria.
I film saranno proiettati il lunedì, ogni quindici giorni, a partire dal 6
aprile, alle ore 21.15 presso il Centro dell'Associazionismo di via del Carmine.
Si comincia il 6 aprile con "Latcho Drom", un vero e proprio viaggio musicale
tra i gitani, partendo dal Rajasthan e arrivando all'Andalusia, passando per l'
Egitto, la Romania, l'Ungheria e la Francia
Il 20 aprile sarà la volta di "Gadjo Dilo – Straniero Pazzo", il cui
protagonista, un giovane parigino, si ritrova ospite in un villaggio Rom nei
pressi di Bucarest, una realtà profondamente diversa da quella cui è abituato.
A concludere la rassegna, "Vengo - Demone flamenco", in cui gli zingari
rappresentati sono i gitani in Andalusia. Una storia di vendetta familiari, un
dramma accompagnato dalla magia e il pathos del flamenco.
In tutti e tre i film, la musica e la cultura zingara sono gli attori
principali. La partecipazione alle rassegne è riservata ai soci, il costo della
tessera 2009 è di 5€. Consulta per la Pace, Associazione Serydarth
Casale Monferrato (AL)
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