Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 10/04/2009 @ 09:40:50, in casa, visitato 1652 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
http://www.youtube.com/user/pravonanaseljetv
Oggi (4 aprile ndr), le organizzazioni rom ed i loro alleati a Belgrado,
stanno organizzando una dimostrazione in risposta alla demolizione degli alloggi
della comunità rom nel Blocco 67, situato a Nuova Belgrado. La violenta e
sorprendente mossa di distruggere le case e l'intera comunità è stata
organizzata dalle autorità della Città di Belgrado, col supporto del sindaco
Dragan Djilas. C'è bisogno della vostra solidarietà!
Venerdì mattina (3 aprile), è iniziato lo sgombero violento e forzato delle
famiglie rom che vivono nel Blocco 67. I residenti di questa comunità dicono che
la demolizione è iniziata improvvisamente alle sei di mattina, guidata da un
ampio schieramento della polizia e di forze speciali. La brutalità della
polizia si è mostrata nell'evacuazione di emergenza di due donne della comunità.
Le proprietà ed i beni sono stati lasciati sotto le rovine. Una parte della
comunità sta ora passando la notte di fronte al Consiglio Cittadino. Sono senza
abiti pesanti, coperte, cibo e medicine (molti le hanno dovute abbandonare). I
residenti dicono che durante la giornata giovano non identificati su
motociclette li hanno provocati ed hanno installato la paura nella comunità.
Nel contempo, non è stata assicurata alcuna alternativa alloggiativa dal
governo della città, e nessuno si prende cura delle loro esigenze. Il Sindaco
Djilas ha annunciato che è "necessario che siano rimossi dall'area cosicché
possiamo costruire un nuovo viale necessario per lo sviluppo della città, e
tenere gli eventi pianificati per il futuro." Ha anche minacciato di impiegare
le forze di polizia per rimuovere qualsiasi protestante che intendesse bloccare
le strade. Queste azioni sono state precedute da una campagna sui mezzi di
informazione che giustificavano l'espulsione dei Rom che vivevano a Nuova
Belgrado, sotto considerazioni di "sicurezza" e "immagine cittadina" in vista
delle Universiadi 2009. Attraverso le sue dichiarazioni, il Sindaco Dragan Djias
ha contribuito alla relazione fascista contro i cittadini rom e giustificato la
distruzione delle loro case. Come alternativa il comune suggerisce un muro
attorno alla comunità cosicché "non vengano viste le deformità cittadine durante
l'Universiade."
Questo significa che l'Universiade sarà pagata con vite umane se necessario?
I nostri concittadini che sono stati lasciati senza casa sono determinati a
combattere per i loro diritti, il loro diritto alla vita, alla libertà, alla
casa e al lavoro.
Oggi (sabato) alle 13 è stata organizzata una protesta contro il brutale
comportamento con cui il governo di Belgrado preferisce risolvere i problemi
della città. Appoggiate la gente che è stata buttata per strada in questa
maniera violenta. Dobbiamo alzarci in solidarietà con i Rom di Belgrado, non
dobbiamo permettere che le loro case siano distrutte, che siano costruiti muri
fascisti e che la gente sia rinchiusa nei ghetti!
Chiediamo solidarietà internazionale per coordinare queste azioni (traduco il
testo sotto elencato in italiano, al link
Roma_ex_Yugoslavia trovate quello in inglese, se preferite ndr):
VI PREGHIAMO CONTATTARE I SEGUENTI: (1) Ufficio del Sindaco della Città di
Belgrado; (2) Ufficio del Presidente della Repubblica di Serbia; (3) Ufficio
Centrale della Federazione Sportiva Universitaria (che organizza l'Universiade a
Belgrado); (4) La vostra più vicina ambasciata o consolato serbo.
(1) Mayor's Office:
E-mail: natasa.golubovic@beogradsg.org.yu
Head of Office, tel: 3246-764, 3229-787
tel: 3247-424, tel/fax: 3344-675
Natasa Golubović
esperta
indipendente associata in affari internazionali
Spettabile Sindaco Dragan Djilas:
Le scrivo per esprimere il mio oltraggio sulla recente espulsione razzista di
50 famiglie dalla comunità rom del Blocco 67, vicino a Belvil a Nuova Belgrado.
Chiedo che il vostro governo prenda tutte le misure necessarie per fornire la
restituzione ai residenti della comunità e prevenire ogni ulteriore espulsione
di famiglie rom o la loro ulteriore esclusione sociale.
Belgrado non può aspettarsi di riqualificarsi agli occhi del mondo ospitando
le Universiadi o i contesti dell'Eurovisione, mentre continua a negare i diritti
fondamentali alla casa, impiego, vita e sicurezza dei suoi residenti,
particolarmente i più vulnerabili e socialmente esclusi.
Io chiedo che il vostro governo risponda ed incontri i propri obblighi di
fronte a numerose convenzioni internazionali e lavori per assicurare i diritti
dei residenti rom invece di schierare le forze di polizia per sopprimerli ed
ingaggiarli nella "pulizia sociale."
Distinti saluti,
(2) Presidente della Repubblica di Serbia:
GENERAL SECRETARIAT OF THE
PRESIDENT OF THE REPUBLIC OF SERBIA
Andricev venac 1, 11000 Beograd, Serbia
tel: +381 (0)11 3632-007, 3632-136
e-mail: kontakt.predsednik@predsednik.rs
www.predsednik.rs
Spettabile Presidente Boris Tadic:
Le scrivo per esprimere il mio oltraggio sulla recente espulsione razzista di 50
famiglie dalla comunità rom del Blocco 67, vicino a Belvil a Nuova Belgrado.
Imploro il vostro governo perché prenda tutte le misure necessarie per
sanzionare le Autorità della Città di Belgrado ed assicurare che forniscano
restituzione ai residenti di questa comunità rom e lavorino per prevenire ogni
ulteriore espulsione di famiglie rom o la loro ulteriore esclusione sociale in
Serbia.
Belgrado non può aspettarsi di riqualificarsi agli occhi del mondo ospitando
le Universiadi o i contesti dell'Eurovisione, mentre continua a negare i diritti
fondamentali alla casa, impiego, vita e sicurezza dei suoi residenti,
particolarmente i più vulnerabili e socialmente esclusi.
Io chiedo che il vostro governo risponda ed incontri i propri obblighi di
fronte a numerose convenzioni internazionali e lavori per assicurare i diritti
dei residenti rom invece di schierare le forze di polizia per sopprimerli ed
ingaggiarli nella "pulizia sociale."
Distinti saluti,
Di Fabrizio (del 10/04/2009 @ 09:37:21, in Regole, visitato 1508 volte)
Segnalazione di clochard
[mercoledì 8 aprile 2009]
Alla Camera viene soppresso l’art. 5 del decreto legge che prevedeva il
prolungamento dei tempi di detenzione a sei mesi
Nuova battuta d’arresto sui Cpt. Già il Senato, nell’ambito della discussione
sul disegno di legge 733 (quello che tra le altre contiene la soppressione del
divieto di segnalazione da parte dei medici) aveva cassato la previsione di
trattenere un anno e sei mesi i migranti irregolari nei centri di detenzione.
Ma il Viminale, indisponibile a cedere sul governo delle migrazione tramite
l’incarcerazione (si dice in attesa di espulsione) aveva riproposto attraverso
il cosiddetto decreto "anti-stupri", tuttora in vigore, una norma simile,
che prolungava a sei mesi il trattenimento. Questo, non solo nel caso di
ostruzione all’identificazione (come previsto dalla contestatissima direttiva
europea sui rimpatri) ma semplicemente per difficoltà (magari burocratiche e
attribuibili alle autorità dei paesi d’origine) nel risalire alla
nazionalità dei migranti in attesa di espulsione.
Sulla sorte del decreto legge, che il Parlamento deve ratificare entro 60 giorni
dalla sua emanazione) per la parte relativa ai Cie, è però intervenuto un
emendamento di Udc e Pd che ha fatto sopprimere l’art 5 sostenuto dal voto
segreto di alcuni esponenti della maggioranza.
Uno "smacco" che non va giù alla Lega Nord che sull’immigrazione sta rigiocando
la sua legittimità.
Il terreno è tutto aperto, il decreto ancora in vigore, si attendono le
successive votazioni del Senato. Intanto però si afferma uno spazio di
possibilità nella realtà di una crisi che sta travolgendo profondamente gli
assetti monolitici della rappresentanza politica incapace di trovare risposte
adeguate allo scenario che abbiamo davanti. Le risposte sono confuse e vanno
dalle dichiarazioni belligeranti del Ministro Maroni (ricordiamo la sua
annunciata "cattiveria contro i clandestini") a quelle spiazzanti del
presidente della Camera Fini (macchè tolleranza, ci vuole integrazione...),
a quelle bonapartiste del presidente del Consiglio, attento a colpire la "pancia
del popolo" ma tanto astuto da saper ammorbidire le controversie spinose.
Chi volesse guardare a questo scenario con gli occhi classici della politologia
rischierebbe di impazzire. Chi prova a farlo con quelli dell’ideologia, di
ritrovarsi in una visione fantasiosa.
La nuda e cruda realtà è quella che tiene insieme il razzismo più becero che
vorrebbe scaricare la crisi sui migranti, insieme e contemporaneamente alle
centinaia di firme raccolte dai parlamentari della maggioranza contro la
segnalazione degli irregolari. Una matassa nuova.
A quanti pensano che il voto alla Camera contro l’art 5 del decreto significhi
la possibilità di rispondere al razzismo col voto dell’opposizione, diciamo che
il suo sguardo è corto e mistificatorio.
In gioco non c’è la capacità di votare, la decisione su questo o quel
provvedimento, ma la forza di decidere.
C’è qualcosa di nuovo che ha bisogno di trovare nuove istituzioni, nuovi momenti
di decisione. Le reti di solidarietà, quelle dei medici contro la delazione, le
reti auto-organizzate dei migranti, possono parlare ad un paese in cui la crisi
ha rotto ogni inibizione alla xenofobia.
La risposta al razzismo, nella crisi, non può che essere una risposta
moltitudinaria. Non quella degli esperti dell’immigrazione, non quella dei
migranti soli contro altri, ma quella di una società che dal basso sappia
riprendersi ciò che questo mondo così mal governato le ha tolto. La capacità di
decidere sul proprio futuro.
N. Grigion, Progetto Melting Pot Europa
Vedi anche:
The road
to Lampedusa - L’inferno ora dura 6 mesi
Di Fabrizio (del 09/04/2009 @ 10:35:02, in Italia, visitato 1394 volte)
Su Radio Radicale
le interviste effettuate da Andrea Billau al convegno del del Coordinamento
Nazionale Antidiscriminazione "Sa
phrala"-Ogni persona è tuo fratello. Durata totale 24'.24". Per
ascoltare necessitano del lettore multimediale
RealPlayer, scaricabile gratuitamente.
Di Fabrizio (del 09/04/2009 @ 09:32:04, in Italia, visitato 1417 volte)
Ricevo da Agostino Rota Martir
A Pisa anche quest’anno nessuna cerimonia. Ormai sembrano lontani anni luce
quei tempi quando in città la Giornata Mondiale dei Rom e Sinti era una
ricorrenza attesa, vissuta anche con un po’ di fatica ma era un appuntamento
atteso, soprattutto dalle comunità Rom che si sforzavano di presentarsi alla
cittadinanza, per tentare di uscire allo scoperto, per mostrare e far conoscere
qualcosa della propria cultura e storia, e per testimoniare la volontà di
"integrarsi" nel tessuto cittadino.
Tutto spazzato via! Le cause sono molteplici ma quasi tutte riconducibili non
tanto ai Rom ma alla nostra società, che in questi anni (soprattutto l’anno
scorso) ha mostrato un feroce disprezzo verso i Rom, sarebbe inutile elencare i
fatti, anche per non rivivere quei tragici momenti. Pisa non è per niente
esente, soprattutto da quando si è insediata la nuova Amministrazione che non ha
fatto mistero della sua volontà di "risolvere il problema dei Rom" in città!
Negli anni passati i Rom spesso venivano consultati, invitati a partecipare alle
iniziative, anche quando faceva comodo a qualcuno... ora invece i Rom sono
esclusi da tutto, sopratutto quando si prendono decisioni per i Rom stessi!
Il messaggio chiaro che i Rom hanno recepito è quello di non essere ben visti,
di essere solo una minaccia, di dover vivere sotto un continuo controllo,
rastrellati dentro il Progetto Città Sottili che annulla e viviseziona
l’identità di un popolo su criteri discutibili e di puro opportunismo sociale e
politico.
Se l’on. Maroni dichiara pubblicamente che bisogna "essere cattivi" per fermare
l’arrivo di nuovi Rom, a Pisa l’Amministrazione propone di dare un’elemosina di
500 euro per togliersi dai piedi il Rom Rumeno: è la "cattiveria" camuffata da
elemosina...
Celebrare quest’anno la giornata mondiale dei Rom a Pisa sarebbe stata una
beffa, una solenne presa in giro..ringraziamo e prendiamo atto della coerenza
per la scelta di tacere questo appuntamento da parte della cittadinanza e
dell’Amministrazione. Meglio il silenzio, dopo tutto sa anche di saggezza,
purché serva anche a prendere coscienza e riflettere sulle proprie
contraddizioni!
"Lungo i fiumi, laggiù in Babilonia, sedevamo e piangevamo al ricordo di
Sion. Ai salici lungo le rive avevamo appeso le nostre cetre. Laggiù, dopo
averci deportato, ci invitavano a cantare; esigevano canti di gioia i nostri
oppressori. Cantate, dicevano, un canto di Sion. Ma come cantare i canti del
Signore in terra straniera?" (Sal.137)
La Passione dei Rom e Sinti continua, anche se dimenticata e accantonata
frettolosamente, ma loro confidano che qualche scintilla della luce di Pasqua
non esiterà a scendere sulle loro vite.
Don Agostino Rota Martir
Erizon Mahmuti
Campo nomadi di Coltano (PI) – 8 Aprile 2009 – Giornata Mondiale dei Rom e Sinti
Politiche possibili
Abitare le città con i rom e i sinti
a cura di Tommaso Vitale
Studi Economici e Sociali Carocci
€ 31.00 - 2009 pp. 300 ISBN 9788843050499
(cliccare sull'immagine per acquistare il libro)
Da secoli sono parte integrante della storia urbana e rurale del nostro Paese.
Li chiamiamo con diversi nomi: zingari, nomadi, rom, sinti, caminanti, yenish.
Negli ultimi anni la loro presenza è diventata uno dei principali temi di
dibattito e mobilitazione nella vita politica, soprattutto a livello locale. I
Comuni sono chiamati a realizzare politiche sociali e abitative, e spesso non
sanno cosa fare. Tentate dalla demagogia, incalzate dai media, le
amministrazioni sovente non conoscono esperienze già attuate in altre città e di
cui è stata valutata l’efficacia. Nel volume vengono esaminati aspetti storici,
culturali e sociologici dei differenti gruppi zigani e vengono descritte le
linee di politica progettate dall’Unione Europea. Sono poi esposte nel dettaglio
le politiche sociali, sanitarie, educative, del lavoro e, in particolare,
abitative realizzate verso i nomadi in diverse realtà italiane. Dall’insieme
emerge come, se programmate e negoziate con i rom e i sinti, politiche locali
che affrontano i problemi e le contraddizioni e rispettano i diritti di tutte le
parti in gioco sono possibili.
Prefazione di Luca Rodda
Ringraziamenti di Maurizio Cabras
Introduzione: elogio del possibilismo di Tommaso Vitale
Parte prima
Una pluralità di storie e culture
La "questione zingari" nell’Italia fascista. La costruzione culturale di una
categoria razziale di Luca Bravi
Lingue, culture e rappresentazioni di Demir Mustafa
Generazioni nomadi fra tradizione e mutamento di Alfredo Alietti
Le normative europee e internazionali contro la discriminazione di Eva Rizzin e
Claudia Tavani
Parte seconda
Conflitti e governo locale
Opera: emergenza e partecipazione politica di Patrizio Ponti e Laura Rosina
Pavia: la negazione istituzionale di una questione pubblica di Andrea Membretti
Buccinasco: un esperimento insolito coi sinti lombardi di Ernesto Rossi
Reggio Calabria e Messina: tra mediazioni e conflitti di Antonella Cammarota
e Tiziana Tarsia
Venezia: quando un ente locale deve lottare per realizzare le proprie politiche
di Claudia Mantovan
Parte terza
Le politiche sociali
I servizi sanitari. Promozione della salute ed epidemiologia del pregiudizio di
Lorenzo Monasta
I servizi sociali. Rom a servizio o servizi per i rom? di Daniela Lucatti
I servizi sociali. Strategie di progettazione integrata di Stefania Mapelli
I percorsi educativi. Il sostegno alle capacità di minori e adulti di Claudia
Biondi e Sabrina Ignazi
La scuola. Luogo di appartenenza o di esclusione? di Angela Sacco
Il lavoro. Gli inserimenti lavorativi fra sperimentazione e messa a regime di
Eleonora Costantini
Il lavoro. Mediazione associativa, auto-organizzazione dei rom e conquista di
opportunità personali di Maurizio Pagani
L’integrazione fra politiche. Immaginare un futuro tra memoria e presente di
Milena Scioscia
Parte quarta
Le politiche dell’abitare
Dalla segregazione al diritto all’abitare di Tommaso Vitale e Livia Brembilla
Pisa: politiche e interventi locali fattibili con i rom e i sinti di Antonio
Sconosciuto
Rovereto e Trento: l’accesso all’edilizia pubblica di Stefano Petrolini
Bologna: migrazioni rom e inserimenti abitativi di Cris Tomesani
Milano: gradualmente verso una casa in affitto di Fiorenzo De Molli
Mantova: dal campo ai terreni privati, un percorso di mediazione culturale di
Elena Borghi e Stefano Liuzzo
Modena: il percorso di realizzazione delle microaree di Luca Puggioli e
Paola
Santoro
Padova: il superamento dei campi nomadi e il Progetto di inserimento scolastico
di Renata Paolucci
Trezzo sull’Adda: l’importanza dell’ascolto di Giuseppe Barbisoni, Francesca
Gilioli, Laura Di Martino
Trezzo sull’Adda: una esperienza interrotta… verso modelli dell’abitare
integrato di Maurizio Cabras e Paola Ciceri
Settimo Torinese: il processo di autocostruzione e auto recupero come strumento
di inclusione sociale di Armando De Salvatore e Simona Riboni
Lione: il miglioramento delle abitazioni “indegne? di Martine Chanal
Case, casette, baracche e roulotte di Nicola Solimano
Conclusioni.
Ragionare per casi: dinamiche di innovazione nelle politiche locali con i rom e
i sinti di Tommaso Vitale e Loris Caruso
Bibliografia
Di Sucar Drom (del 08/04/2009 @ 10:31:26, in blog, visitato 1630 volte)
Milano, sgomberato l'insediamento abusivo della Bacula
Ieri mattina la baraccopoli sorta da alcuni anni sotto il cavalcavia Bacula a
Milano è stata smantellata dalle forze dell'ordine, 70 persone sono state
allontanate. Per impedire la rioccupazione cominceranno...
Venezia, il pesce d'aprile? Le piscine per i Sinti
Nella città lagunare sono comparsi i tanto temuti distributori automatici della
Coca-Cola. La materializzazione delle curiose macchinette è stata seguita da un
comunicato stampa e un video, che ha diffuso i particolari del...
Bolzano, una famiglia sinta è in strada
Sulle spalle Francesca (nome di fantasia, ndr) ha lo zainetto coi libri; in
braccio la gabbia del criceto. Ieri né lei né gli altri due suoi fratelli di
11 e 16 anni sono andati a scuola. C...
Genova, ragazzo muore di polmonite
Sfrattato dal tugurio, un giovane rom di 18 anni è morto a causa di una
polmonite fulminante all'ospedale villa Scassi di Genova Sampierdarena. Il
18enne viveva con la fa...
Roma, i Rom della Panareo in Arcobaleni di Pace
Il 27, 28 e 29 Marzo si è conclusa a Roma, presso il Centro Olimpico di Acqua
Acetosa, la Campagna per l’Integrazione promossa dal “Ministero del Lavoro,
della Salute e delle Politiche Sociali” e dalla “Lega Nazionale Calcio UISP”...
Il viaggio di Ionica
Quando a settembre del 2008 Ionica e Claudia con i loro piccoli Annamaria ed
Abel, lasciarono Pesaro, città dal cuore di metallo, per venire in Basilicata,
terra di antica e rinnovata speranza, non avevamo una precisa idea delle
“difficoltà” cui noi tutti saremmo andati incontro. Avevamo solo una speranza…
Bolzano, Ipes sfratta gli “zingari”
Leggendo il giornali di ieri mi viene la pelle d'oca a pensare che cosa farà
adesso quella famiglia sinta, dove andrà a vivere con i sui figli ancora
minorenni, li hanno sfrattati, è riportato dall'Alto Adige del 1 aprile, li
hanno sfrattati, scac...
Vademecum per i richiedenti la protezione internazionale in Italia
Disponibile da circa un mese il vademecum per i richiedenti la protezione
internazionale in Italia, curato dal Ministero dell’Interno e aggiornato con le
mod...
Napoli, V° edizione dell’Arte della Felicità
L'evento ”Arte della Felicità”, giunto alla V° edizione, quest’anno è dedicato
al tema della ‘paura’. Questa mattina (ore 10), Gabriele Salvatores incontrerà
gli studenti presso il Cinema Modernissimo per commentare l’inch...
Rom e Sinti nella letteratura/7 - BAUDELAIRE
Nemmeno Baudelaire resiste al fascino del tema Rom-Sinti, e nella raccolta Les
fleurs du mal inserisce la poesia Zingari in viaggio, del 1857. Ieri s’è messa
in viaggio la tribù profetica / dalle pupille ardenti, i piccoli in spalla, / o
abbandonando ai loro fieri appetiti / il tesoro sempre pronto alle mammelle ...
Pisa, la città sottile naufraga?
Per il momento è soltanto una proposta, come spiega il direttore della Società
della Salute, Giuseppe Cecchi, ma se dovesse trovare applicazione, a Pisa e nel
suo hinterland potrebbe rivelarsi la soluzione ...
Napoli, vogliono creare la "città dei rom"
A Napoli si discute sulla proposta del Prefetto di creare una “città dei rom”
nel Comune di San Giuliano, alle porte della città partenopea. E tutti sono
contrari ma ad oggi non abbiamo la voce dei Rom...
Roma, alle cooperative che assumono svantaggiati il 5% degli appalti comunali
“Abbiamo ottenuto un ottimo risultato, sono molto orgoglioso di poter
valorizzare questo progetto che è un'impresa sociale che incentiva la
solidarietà e la sussidiarietà”. Con queste parole il sindaco di Roma Gia...
Terremoto, vittime e paura anche tra gli immigrati
Il terremoto che ha sconvolto l’Abruzzo ha fatto inevitabilmente vittime anche
tra gli immigrati. Tra i primi corpi estratti a Castelnuovo stamattina c’erano
quelli di due cittadini macedoni. A Ossa è morta invece sotto le macerie una
bambina russ...
Terremoto, Yuri Del Bar: uniamoci tutti per aiutare l'Abruzzo
Il terremoto in Abruzzo ha distrutto l’Aquila, ventisei paesi abruzzesi, scuole,
strade, linee telefoniche, condotte d'acqua e gas… Una tragedia! I paesi colpiti
sono...
Epifani: si faccia un tavolo vero sulla crisi economica
Epifani ha detto al Circo Massimo che oltre 14 milioni di persone in Italia
vivono con meno di mille euro al mese (la cosiddetta soglia di povertà). Per
l’esattezza, sono 14 milioni e mezzo: due milioni e mezzo (tra dipendenti e
aut...
Dichiarazioni ed eventi per la 38° Giornata Internazionale dei Sinti e dei Rom
Domani, 8 aprile, sarà celebrata in tutta l’Europa la 38° Giornata
Internazionale dei Sinti e dei Rom. In una dichiarazione congiunta l’OSCE (ODIHR
e HCNM), l'Agenzia dell'Unione europea per i diritti fondamentali e il Consiglio
d'Europa chiedono un'azione concertata da p...
Abruzzo, servono soldi
«Servono soldi». La Protezione Civile e la sala operativa delle Misericordie di
Firenze hanno lanciato un appello per canalizzare e rendere efficace il grande
flusso di aiuti che da tutto il paese si sta muovendo verso l'Abruzzo. «In
questo momento non servono aiuti materiali per le popolazioni ...
38° Giornata internazionale delle popolazioni sinte, rom, kalé, manouche e
romanichals
Oggi 8 aprile 2009 è la 38° Giornata internazionale delle popolazioni sinte,
rom, kalé (“gitani” della penisola iberica), manouche (sinti francesi) e
romanichals (inglesi). L’8 aprile 1971 a Londra si riunì il primo Congresso
dell’International R...
Di Fabrizio (del 08/04/2009 @ 09:49:49, in Europa, visitato 1766 volte)
Da Hungarian_Roma
Budapest, 3 Aprile 2009: Il 2 Aprile 2009 , il dottor Máté Szabó, Commissario Parlamentare per i Diritti Civili, ha dichiarato al portale di notizie online FigyelőNet , tra le altre cose, che "la criminalità categorizzata su basi etniche" -il crimine Zingaro- esiste, identificandosi come un tipo di crimine effettuato per vivere. Si è anche riferito ai Rom come essere "un gruppo sociale collettivistico, a livello quasi tribale," comparandoli con la società individualistica ungheresi. Inoltre, il dottor Szabó ha dichiarato che l'attenzione della società maggioritaria dovrebbe essere disegnata sull'esistenza di questo specifico profilo criminale, si è anche auto-presentato come il Commissario Parlamentare della maggioranza, in contrasto col Commissario Parlamentare per i Diritti delle Minoranze Etniche e Nazionali - suggerendo così apertamente che non vede se stesso come rappresentante dei membri della minoranza rom.
Queste dichiarazioni, indicando che il Commissario Parlamentare presume una collegamento diretto tra etnia e atti criminali, non sono conciliabili con la proibizione di discriminazione come definita dalla Costituzione della Repubblica di Ungheria. Le dichiarazioni sono discriminatorie e nuociono alla dignità dei membri della comunità romanì.
In una dichiarazione successiva, il dottor Szabó ha ritenuto che il titolo dell'articolo in cui l'intervista è stata pubblicata fraintende le sue dichiarazioni, anche se le dichiarazioni di cui sopra sono inaccettabili e possono e dovrebbero essere interpretate da sé, indipendentemente dal titolo. Inoltre il Commissario Parlamentare non ha ritrattato. Quindi i firmatari [sotto elencati] considerano che il dottor Szabó continua a ritenerle valide.
E' dovere ed obbligo del Commissario Parlamentare per i Diritti Civili di assicurare i diritti costituzionali di tutti gli individui e gruppi che vengono in contatto con le istituzioni della Repubblica di Ungheria, indipendentemente che appartengano ad un gruppo maggioritario o minoritario nella società. Alla luce di quanto sopra riportato, i firmatari ritengono che il dottor Szabó non sia più in grado di esercitare con credibilità la funzione di Commissario Parlamentare per i Diritti Civili. Firmatari: Hungarian Helsinki Committee (HHC) Legal Defence Bureau for National and Ethnic Minorities (NEKI) Chance for Children Foundation (CFCF) Roma Civil Rights Foundation (RPA) European Roma Rights Centre (ERRC)
Di Fabrizio (del 08/04/2009 @ 09:14:51, in Europa, visitato 1421 volte)
Da
Roma_Francais
Le Progrès de Lyon 03.04.2009
/Archives Richard Mouillaud
Jacques Gérault, prefetto della regione Rodano-Alpi, ha proposto questa
settimana a
Jacques Barrot, vice-presidente della Commissione Europea, che il dipartimento
del Rodano sia preso in considerazione per condurre un "esperimento" per
l'accoglienza dei Rom. La sua idea è di accordare loro un alloggio a due
condizioni: l'integrazione attraverso il lavoro (con contratti che giustifichino
un impiego reale) e la scolarità effettiva dei bambini. "Questo non vuol
dire semplicemente l'iscrizione a scuola, ma scolarizzazione effettiva" insiste
il prefetto della regione.
Jacques Gérault incontrerà questa settimana a Lione il vice-presidente della
Commissione Europea. Gli ha ugualmente proposto che il trattamento dei migranti
di questa frangia della popolazione sia lo stesso di tutti i paesi europei, cosa
che attualmente non è.
Jacques Gérault attende una risposta da Bruxelles.
Di Fabrizio (del 07/04/2009 @ 12:59:06, in Europa, visitato 1511 volte)
(IBO Italia), Ferrara, 7/04/2009. Domani, 8 aprile, è il Romano Dives,
la Giornata Internazionale delle popolazioni rom, sinte, kalé ("gitani" della
penisola iberica), manouche (sinti francesi) e Romanichals (inglesi). L'8 aprile
1971 a Londra si riunì il primo Congresso dell'International Romani Union,
riconosciuta dall'ONU nel 1979 come associazione mondiale non governativa. Nel
2002, l'8 aprile è diventato Romano Dives, dove Rom, Sinti, Kalò, Manouche e
Romanichals portano fiori e candele (lumini) lungo le rive dei fiumi del mondo.
IBO Italia che da anni collabora con l'associazione Rom Pentru Rom di Panciu, in
Romania, dedica la copertina e l'approfondimento del suo notiziario annuale,
Notizie IBO, in uscita nei prossimi giorni, al centro “Pinochio” e al progetto
“L'educazione fa la differenza” con un articolo di uno dei volontari in servizio
civile.
Un punto di vista diverso dal solito, un giorno con i bambini del centro, caso
decisamente unico in una piccola realtà di circa 9000 abitanti. Qui i ragazzi
trovano uno spazio per imparare attraverso attività di ricreazione manuale,
sport, teatro, giocoleria, ballo, ma anche insegnamenti di educazione
all’igiene, stradale, alimentare, oltre ad alcuni momenti di alfabetizzazione.
Il progetto "L'educazione fa la differenza", finanziato dal Consiliul Judetean
della Vrancea, attuato in partenariato con alcune istituzioni locali di Panciu e
di Focsani (comune, scuole, Direzione per la Protezione dei Minori) si propone
di sviluppare le "abilità di vita" di bambini di età compresa tra i sei e i
quindici anni, rivolgendo particolare attenzione ai bimbi rom e coinvolgendo le
loro famiglie e l'intera comunità locale. Lo scopo è quello di sviluppare
qualità comunicative e comportamentali che permettano ai bambini di acquisire
maggiori capacità in materia di alfabetizzazione, creatività e motricità. Una
seconda fase del progetto coinvolge le famiglie della comunità rom, attraverso
una campagna di sensibilizzazione sull'importanza dell'educazione formale e non
formale.
La non formalità è l'idea chiave su cui è basato progetto: non formalità
nell'educazione, che diventa quindi più libera e destrutturata, integrando
tecniche ludiche e creative, non formalità nella comunicazione durante la
campagna di sensibilizzazione rivolta agli adulti. Tutto questo portato avanti
da un'associazione rom rumena.
Seguendo due dei ragazzi, Cristi e Cosmin in una delle loro giornate tipo
riusciamo ad immergerci nel profondo di questa realtà, che assomiglia da vicino
a molte delle nostre periferie. Il centro offre però una possibilità di riscatto
e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il prossimo 2 maggio durante una
due giorni di incontri e scoperte per chi non è mai uscito da Panciu e non ha
mia preso un treno, i ragazzi si esibiranno all'ambasciata Italiana di Bucarest
davanti ad istituzioni ed autorità.
Un centro che vuole proporre un modello, ma che cerca continuamente nuove
iniziative, collaborazioni e confronti. A luglio e ad agosto per esempio, con i
campi di lavoro e solidarietà, c'è spazio per animatori con esperienza in
giocoleria, tetaro e musica, per trasformare l'estate rumena in qualcosa di
speciale.
IBO Italia - Giacomo Locci
Ufficio Comunicazione
Via Montebello 46/a 44100 Ferrara
tel. +39.0532.243279 - 247396
fax +39.0532.245689
Cell.+39.347/8851793
skype contact: giacolocci
e-mail: promozione@iboitalia.org
www.iboitalia.org
PS: mi viene segnalato anche il sito di
Rom Pentru Rom.
l'associazione con cui collaborano. Il sito è in italiano, rumeno e inglese.
L'EDUCAZIONE FA LA DIFFERENZA
Un giornata insieme ai bambini del centro “Pinochio” di Panciu
di Sergio Dalla Ca' di Dio, volontario in servizio civile con IBO Italia
Cosmin arriva in cortile roteando un diablo. Suo fratello Cristi, uno dei
dipendenti dell’associazione Rom pentru Rom, lo guarda con occhio affettuoso: i
suoi 19 anni si sentono spesso quando parliamo, con le sue risate ingenue e
spesso ancora adolescenziali, eppure quando si tratta di curare suo fratello
diventa incredibilmente serio e maturo, sfoderando un occhio attento che a prima
vista non si direbbe avere.
«Manuel, Manuel» mi chiama, in oltre 5 mesi non ha ancora fissato nella sua
mente che io sono Sergio, alla romena Sergiu, e non Emmanuele / Manuel, e
viceversa: vuole farmi vedere come usa bene il diablo, come lo fa saltare in
aria.
Il diablo, lo suggerisce il nome stesso, è un oggetto diabolico: una clessidra
di plastica pesante, di dimensioni medio grandi, che viene tenuta in equilibrio
e spostata lungo un sottile cordino attaccato a due bacchette. Una persona
manualmente negata come il sottoscritto non è nemmeno capace di farlo partire,
uno scricciolo tutto nervi come Cosmin lo fa girare e saltare ovunque, con
rapidità e sicurezza. Troppa per i miei gusti, visto che la sensazione è sempre
quella che mi cada sulla testa da un momento all’ altro, soprattutto quando
sordo a ogni divieto inizia a lanciarlo in aria all’interno dell’ ufficio.
Cosmin rappresenta un’ anomalia al centro “Pinochio” di Panciu, il centro di
aggregazione giovanile che da due anni accoglie ragazzi romeni, sia di etnia rom
che non, in barba a qualsiasi discriminazione di moda negli ultimi tempi: i suoi
10 anni lo mettono di diritto nel gruppo dei ragazzi più grandi, che da qualche
tempo oltre alle consuete sfide di pallone e ping pong, svolgono attività di
teatro con Dan, un animatore teatrante di Bucarest che, oltre a frequentare
parecchie compagnie teatrali, ha prestato volontariato per più di un anno con
Parada, l’ associazione fondata dal clown Miloud che da anni aiuta i ragazzi
delle fogne della capitale. Con Dan, i ragazzi stanno provando uno spettacolo
teatrale che porteranno “in scena” il 2 maggio all’Ambasciata d’Italia in
presenza delle istituzioni del nostro paese: vederli concentrati e attenti
nell’ora e mezza settimanale di prove lascia un miscuglio di soddisfazione e
stupore sui volti di chi, come Ale e Rita, da parecchio tempo lavora con loro e
conosce le enormi difficoltà di concentrazione.
“L’ anomalia Cosmin” arriva all’ora e mezza settimanale di prove (rigorosamente
con diablo al seguito) già abbastanza provato dalle due ore precedenti: il suo
metro e mezzo scarso di altezza, infatti, gli consente di partecipare,
risultando comunque tra i più bassi, anche alle attività del gruppo dei bambini,
dove Daniela e Ionelia, rispettivamente maestra e psicologa della scuola di
Panciu, volontarie dell’ associazione, aiutano Stefania, volontaria in servizio
civile, e Rita, nelle attività di animazione ed educazione non formale.
Il centro Pinochio è un caso decisamente unico in questa piccola realtà di circa
9000 abitanti. Qui i ragazzi trovano uno spazio per imparare attraverso attività
di ricreazione manuale, gioco, teatro, giocoleria, ballo, ma anche insegnamenti
di educazione all’igiene, stradale, alimentare, oltre ad alcuni momenti di
alfabetizzazione. Viorel, Sara, Fernando, Cassandra frequentando il centro
evitano di finire in strada a mendicare, o peggio ancora di rimanere a casa in
compagnia dei padri, spesso imbottiti di alcool. Il centro è una realtà che
ormai accoglie una media di 30 – 45 tra bambini e ragazzi (dai 3 ai 16 anni)
ogni giorno, unica realtà ricreativa giovanile in tutta Panciu, ed è destinato a
vedere questo numero crescere entro la fine dell’ anno, quando verrà aperta una
mensa, che fornirà un pasto caldo che si affiancherà alla merenda che
giornalmente i volontari in Servizio Civile con IBO Italia preparano e servono
per i ragazzi.
Oggi la merenda ha previsto pane, burro, marmellata e the caldo. Ormai sono le
sei e i ragazzi possono avviarsi a casa, le urla di Daniela si sentono fin dall’
ufficio: «Acasa copii!» (“A casa bambini!”), ma convincere tutti questi piccoli
diavoletti è un’ impresa titanica anche per lei, splendido esempio di maestra
“vecchio stampo”, di quelle che sanno sempre come comportarsi coi bambini e
sanno farsi rispettare anche davanti a gruppi di 40 – 50 piccoli esagitati. Da
un anno circa collabora col centro come volontaria, due giorni alla settimana,
che diventano 4 tra le riunioni e i sempre più frequenti viaggi di
rappresentanza a Focsani, città a 20 km da Panciu capoluogo della Vrancea, la
contea dove operiamo. É bello vedere come sia lei che Ionelia si lascino
travolgere sempre di più dai progetti dell’ associazione, sempre più consapevoli
che la presenza italiana deve ridursi e col tempo andare a scomparire mentre la
Rom pentru Rom deve continuare ad esistere basata solo su dipendenti e volontari
romeni, rom e non rom. Daniela lo ha capito anche grazie alla visita in Italia
effettuata a dicembre, che le ha dato un’occasione importante per crescere e
capire meglio il disegno che è alla base del nostro lavoro giornaliero.
Anche Elena, presidente dell’ associazione, e Vasile, il responsabile delle
strutture e della logistica, hanno avuto in questi anni la possibilità di
conoscere la realtà italiana e di IBO Italia in particolare, mentre Mariana, la
giovane e sveglissima segretaria dell’ associazione, si trova in questo momento
a Lodi, ospite delle ACLI, sempre in prima fila a sostenere il progetto del
centro Pinochio.
Animatori ed educatori della Rom pentru Rom sono da due anni agevolati dal
progetto "L'educazione fa la differenza", finanziato dal Consiliul Judetean
della Vrancea, attuato in partenariato con alcune istituzioni locali di Panciu e
di Focsani (comune, scuole, Direzione per la Protezione dei Minori).
Il progetto si propone di sviluppare le "abilità di vita" di bambini di età
compresa tra i sei e i quindici anni, rivolgendo particolare attenzione ai bimbi
rom e coinvolgendo le loro famiglie e l'intera comunità locale. Lo scopo è
quello di sviluppare qualità comunicative e comportamentali che permettano ai
bambini di acquisire maggiori capacità in materia di alfabetizzazione,
creatività e motricità. Una seconda fase del progetto coinvolge le famiglie
della comunità rom, attraverso una campagna di sensibilizzazione sull'importanza
dell'educazione formale e non formale. Infine ci si propone di risvegliare
l'interesse dell'intera comunità locale di Panciu verso le attività che
l'associazione Rom pentru Rom svolge per incoraggiare lo sviluppo delle abilità
e delle qualità presenti nei bambini e nei giovani che frequentano il centro
ricreativo. La non formalità è l'idea chiave su cui è basato progetto: non
formalità nell'educazione, che diventa quindi più libera e destrutturata,
integrando tecniche ludiche e creative, non formalità nella comunicazione
durante la campagna di sensibilizzazione rivolta agli adulti.
I bambini si sono avviati a casa e i ragazzi sono in sala in attesa di iniziare
le prove: Dan oggi non c’è, arriverà domani mattina da Bucarest e si tratterrà
tutto il giorno: oggi quindi le prove prevedono l’altra parte dello spettacolo
che verrà portato in Ambasciata. É il momento della breakdance, Ionuz salta come
un matto sulle note di una canzone hip hop, Sandu si alza pesantemente sulle
braccia, Loredana danza dolcemente, George e Adi si muovono in maniera goffa,
come Cristi. Il gruppo di ballo è decisamente improvvisato e deve visibilmente
migliorare in grazia e sintonia, l’ attenzione però è calamitata dal solito
Cosmin che, abbandonato il diablo in un angolo, schizza a destra e sinistra come
una pulce e continua ad appoggiarsi a testa in giù sulle mani come un cartone
animato giapponese, in barba a qualsiasi tentativo di farlo desistere. Ci si
gela il sangue ogni volta che lo vediamo nelle sue spericolate evoluzioni,
nonostante sia al tempo stesso decisamente divertente seguire i suoi movimenti
da trottola. Chiederemo a Dan di vietargli i volteggi più pericolosi, con la
minaccia di togliergli il diablo per una settimana!
Le sette e mezza arrivano rapidamente, le stufe da accendere ci chiamano e i
ragazzi abbandonano il centro alla rinfusa. Cristi e Cosmin salutano e si
avviano verso casa, il primo col suo fare ciondolante e l’ immancabile caciula,
il berretto di lana, calato sulla testa, il secondo con le bacchette del diablo
che roteano vorticosamente. Se non fossimo in una delle realtà più complicate
della nuova Europa allargata sembrerebbero un duo comico in cerca di successo,
nella realtà sono soltanto due ragazzi che cercano di sopravvivere
dignitosamente alle difficoltà che la vita gli ha riservato: la Rom pentru Rom,
con l’ aiuto di IBO Italia e dei suoi amici e sostenitori, fa il tifo per loro e
per tutti i ragazzi del Centro Pinochio.
Di Fabrizio (del 07/04/2009 @ 09:47:14, in scuola, visitato 1810 volte)
Da
Romanian_Roma
by
Sinziana Demian -30 marzo 2009
Un programma scolastico da agli studenti romanì ambiziosi la possibilità
di ottenere la professione curativa.
CLUJ-NAPOCA, Romania - Guardando suo fratello più grande ricoverato dopo un
serio incidente d'auto qualche anno fa, Alina Calin allora ragazzina, comprese
gradualmente di non volere nient'altro che diventare dottore. Non solo decise
che voleva salvare vite, considerò anche questo una buona strada per aiutare a
combattere la discriminazione etnica, dice che da allora ha testimoniato nel
sistema sanitario rumeno.
Sorella di altri quattro figli di una famiglia povera di Podu Iloaiei,
piccola città vicino al confine orientale con la Moldavia, da allora Calin ha
fatto molta strada. Adesso è una studentessa al terzo anno di medicina generale
nella città nordorientale di Iasi, ed un modello per la sorella Mariana, che
l'ha seguita iscrivendosi alla stessa università. Le due sono tra le prime
destinatarie delle borse di studio per gli allievi romanì che cercano la laurea
in medicina e farmacologia.
Attraverso un programma congiunto dell'Istituto Open Society di George Soros
(vedi
QUI ndr) e del noprofit regionale Fondo Istruzione Rom, la Romania è
diventato il primo paese nell'Europa centrale ed orientale ad offrire queste
borse di studio, come parte della più amplia iniziativa del Decennio
dell'Inclusione Rom. La prossima sarà la Bulgaria, che ha iniziato quest'anno a
sviluppare il programma.
"Ora sono più motivata che mai a fare bene e meritarmi realmente tutto ciò"
ha detto Alina Calin. "E' per noi un incentivo incredibile a dare tutto ciò che
abbiamo e lavorare per diventare professionisti responsabili."
Le borse di studio coprono le tasse scolastiche delle scuole accreditate
dallo stato e delle scuole riconosciute ad indirizzo medico, come pure le spese
vive. Basate sui risultati accademici, motivazione professionale, e capacità
direzionali, 35 studenti non laureati e residenti di ogni angolo del paese sono
stati selezionati l'autunno scorso per ricevere borse di studio sino a $ 6.000
all'anno. Gli studenti possono ricevere fondi supplementari partecipando a
conferenze professionali o scegliendo studi di lingue incertificati come l'ESOL
di Cambridge in inglese o lo Sprachdiplom in tedesco.
Il programma scolastico è sinora il più solido sforzo finanziario a sostenere
l'avanzamento romanì nel settore sanitario rumeno. Programmi precedenti
includevano la formazione di mediatori sanitari romanì e la creazione di posti
speciali detassati per gli studenti romanì in diverse università mediche nel
paese.
A parte la componente finanziaria, la borsa di studio comprende un campus di
formazione giuridica di una settimana a settembre, proprio prima dell'inizio
scolastico. Gli studenti apprendono sui differenti problemi con cui i Rom si
confrontano e su come posizionarsi per portare avanti il cambiamento.
"Prima di tutto abbiamo provato ad aiutarli a ripensare il modo in cui
pensano di essere parte della minoranza romanì," ha detto Daniel Radulescu,
formatore del campus e presidente della filiale di Bucarest di Sastipen (vedi
QUI ndr), un programma europeo volto a migliorare la salute dei Rom.
"Quando siamo partiti con questo campus, diversi studenti avevano una bassa
autostima e si lamentavano di essere ripetutamente vittime di attitudini e
pratiche discriminatorie. Altri confessavano che facevano di tutto per
nascondere la loro etnia. Abbiamo cercato invece di motivarli e di far vedere
questa come una sfida straordinaria. Hanno una grande opportunità di diventare
leader e aiutare a rompere le vecchie barriere e pregiudizi."
A seguito di un laboratorio teorico di sei giorni, gli studenti poi vanno in
diverse comunità romanì remote e sottosviluppate, per osservare di prima mano la
critica situazione pratica. Alcuni, cresciuti in aree urbane o etnicamente
miste,hanno ammesso di essere rimasti shoccati da ciò che hanno visto.
"Sapevo che stavano male, ma non capivo potesse essere così male," ha detto
Aurelia Dulreghu, al terzo anno di balneo-fisioterapia e studentessa a Bucarest.
"Vedere quelle condizioni di vita precarie mi ha frustrato enormemente, ma mi ha
dato anche forza. Sono lieta che tra poco sarò in una posizione in grado di
aiutarli io stessa."
Dulgheru, assieme ad altri due studenti romanì di Bucarest, si è già offerta
come volontaria presso un nuovo centro medico che fornisce diagnosi gratuite in
un quartiere della capitale a predominanza rom. Radulescu stima il loro impegno
ma nel contempo sottolinea un "principio vitale" per tutti i futuri
professionisti romanì della sanità: non dovranno offrire trattamento speciale ai
pazienti rom.
NELLA COMUNITA'
"Una simile tendenza sfiderebbe l'intero scopo di che cosa stiamo provando a
fare," ha detto Radulescu. "Non dobbiamo arrivare al punto dove i Rumeni
discrimino i Rom o viceversa. Porterebbe in definitiva ad uno stato nello stato.
La nostra unica possibilità ora è di adottare nuove pratiche ed imparare
realmente cosa significhino mutuo rispetto e lavoro di squadra."
Nessuno sa quanti dottori romanì praticano in Romania, ma Radulescu ha detto
che molti cercano di mantenere segreta la loro etnia. Anche se concede che le
polarizzazioni sono difficili da cambiare in una società che vede pochi valori
nell'etnicità romanì, ha detto che questo programma scolastico è un piccolo ma
significativo passo nel dimostrare che i Rom possono avere successo. E' convinto
che i dottori romanì possano ottenere credibilità e rispetto.
"Alla fine si sceglierà chi può trattarti meglio," dice. "Qualsiasi paziente
preferirà il miglior dottore disponibile, e non posso credere che ci sarebbero
problemi se il dottore fosse rom o di altra etnia. Non c'è differenza con altre
professione dove i Rom sono attivi. Se sono bravi in quel che fanno, allora la
gente chiede i loro servizi e diffonde attorno buone parole."
Il programma prova a costruire un regolare dialogo interculturale assegnando
delle guide a tutti gli studenti romanì. Tipicamente i dottori nelle città dove
gli studenti continuano i loro studenti, li assistono con consigli pratici ed
oltre.
"Sto passando loro delle informazioni di quando mi stavo laureando," ha detto
Cristina Agavriloaiei, che assiste le sorelle Calin ed un altra studentessa di
Iasi. "Parliamo anche di personale medico, e tento di essere un amica per quanto
posso. Rispetto le ragazze, e non penso mai che siano differenti da me e dagli
altri colleghi."
Eugen Varga, studente al quinto anno di medicina generale nella città
occidentale di Oradea, ricorda il primo incontro con la sua guida.
"La prima volta che abbiamo parlato assieme mi sono sentito importante. E'
stato tutto improvvisamente differente, quando un dottore rumeno mi ha seguito
realmente ed ha provato ad assicurarsi che stessi facendo tutto bene. Mi ha
aiutato con dei libri e mi ha preso assieme quando era in esercizio. Tutto
questo per me è stato senza prezzo."
Sulle fondamenta del successo 2008-2009, è stata lanciata una seconda
edizione del programma. Come l'anno scorso, quando erano disponibili 60 borse di
studio per solo 53 richiedenti. Robert Matei, coordinatore nazionale del
programma con sede a Cluj, ritiene che questa volta la partecipazione sarà più
sostanziosa, dato che gli studenti sono meglio informati ed hanno più tempo per
preparare le loro richieste. Quanti hanno avuto una borsa di studio per l'anno
in corso possono fare una nuova richiesta, purché ne abbiano i requisiti - il
più importante, di aver passato tutti gli esami. Possono anche fare richiesta i
cittadini moldavi di etnia romanì che studino in Romania.
Il Ministero della Sanità, ha bene accolto il programma. In una conferenza
stampa di presentazione della seconda tranche di borse di studio, il
sottosegretario Raed Arafat ha detto: "Dobbiamo appoggiare questi giovani
ragazzi e ragazze, che stanno per ottenere grandi cose."
Sinziana Demian is a writer for Formula AS magazine in Bucharest. Photo by
Ernstl.
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