Curare gli indigenti, soprattutto i bambini, è un dovere deontologico per
tutti i medici, ma è un imperativo etico per un paese civile.
Non cancelliamo con un decreto un diritto costituzionale
…." chi di questi ti sembra stato il prossimo di colui che fu ferito dai
briganti ?"
Quello rispose "chi ha avuto compassione e si è preso cura di lui"
ed Egli disse "va e fa anche tu lo stesso" (Vangelo secondo Luca)
Appello promosso dalla Segreteria Provinciale FIMP
( Federazione Italiana Medici Pediatri ) di Modena
L'art. 32 della Costituzione Italiana sancisce come diritto fondamentale
dell'individuo il diritto alla tutela della salute e garantisce agli indigenti
il diritto alle cure gratuite, anche nell'interesse della collettività.
Il DL 286/ 98 all'art. 35 prevede la gratuità delle cure urgenti ed essenziali
anche agli stranieri non iscritti al SSN, privi di permesso di soggiorno, e
privi di risorse economiche e non prevede nessuna segnalazione, salvo i casi di
obbligatorietà di referto, come per i cittadini italiani.
La Lega Nord - Padania ha presentato attraverso 5 Senatori un emendamento che
prevede l'abrogazione del comma 5 dell'art. 35 e abolisce la gratuità della
prestazione urgente ed essenziale agli stranieri non iscritti al SSN e privi di
risorse economiche, e propone inoltre l'obbligo per le autorità sanitarie di
segnalarli all'autorità competente.
I Pediatri di libera scelta aderenti alla FIMP ( Federazione Italiana Medici
Pediatri ) operanti nel SSN, sottoscrittori di questo appello, ritengono
gravissimo tale emendamento che finirebbe per respingere in sacche di esclusione
la popolazione più indigente e ne richiedono il ritiro:
esso non è soltanto la negazione di un diritto costituzionalmente sancito, ma
costituisce anche un pericolo per la tutela della salute della collettività, per
la mancata cura di patologie anche gravi, con conseguente rischio di diffusione
e rappresenta inoltre un pericoloso passo legislativo verso l'abolizione del
diritto alla cura.
Ritengono inoltre che la segnalazione all'autorità competente di un paziente
indigente sia in aperto contrasto con il codice etico ordinistico al quale i
medici debbono attenersi e di cui affermano il primato.
Denunciano con preoccupazione che tale emendamento priverà della assistenza
sanitaria essenziale migliaia di bambini divenuti "per Decreto invisibili e
senza diritti" in totale contrasto con la Convezione ONU sui diritti del
fanciullo e richiedono che lo Stato Italiano firmatario con L. 176/91 della
Convenzione ONU di New York del 20.11. 1989 sui diritti del fanciullo garantisca
ad ogni minore straniero il pieno diritto di usufruire delle prestazioni mediche
pediatriche a prescindere dalla regolarità del soggiorno.
Richiedono quindi a tutti i colleghi Pediatri, a tutti i Medici, agli Operatori
Sanitari e a tutti i Cittadini Italiani ai quali stanno a cuore i fondamenti
dello stato sociale e la solidarietà di sottoscrivere questo appello.
Ho paura per il mio parto trigemino se sarò sgomberata - 21
novembre By Jon Austin
Una VIAGGIANTE in attesa di un parto trigemino dice di aver paura per i
bambini in attesa, se sarà obbligata a lasciare la sua casa.
Jean Sheridan, 24 anni, è una delle 400 persone che potrebbe essere
sgomberata dal campo illegale di Dale Farm, presso Crays Hill, se il
consiglio
comunale di Basildon otterrà il diritto di sgombero prima di Natale.
I dottori hanno avvertito la signora Sheridan, che ha già una figlia di due
anni, che potrebbe dare alla luce i suoi tre figli prima dell'udienza che sarà
tra tre settimane. Dice lei: "Vi immaginate con mia figlia e i tre bambini in un
campo senza acqua ed elettricità o un dottore? E se i bambini si ammalano?"
La signora Sheridan è una delle donne in attesa, che per oltre cinque anni
hanno vissuto nel campo non autorizzato, che intendono protestare fuori dalla
Reale Corte di Giustizia a Londra, il 4 dicembre.
Dice di aver paura che i bambini, a cui vuole dare il nome di
Richard, John e David, possano essere prematuri e aver bisogno di cure speciali.
A Jean, che è incinta di 28 settimane, i dottori hanno detto che potrebbe
partorire in qualsiasi momento dopo 24 settimane.
Ci dice: "Mi hanno detto che i bambini potrebbero nascere presto. Avranno
bisogno di molte cure. Io ho bisogno di non essere sgomberata."
"Adesso ho bisogno di un posto fisso, dove essere vicino all'ospedale nel
caso succedesse qualcosa o se si rompessero le acque."
Si prega per questo parto nel Centro Comunitario di St Cristoforo a Dale
Farm, mentre la signora Sheridan viene seguita dall'Ospedale Kings College di
Londra, e dall'Ospedale di Basildon.
L'attivista Grattan Puxon ha detto: "I dottori l'hanno consigliata di restare
a letto per dare ai nascituri le migliori possibilità."
"Anche se il consiglio comunale è a conoscenza delle sue condizioni, dicono
che non ci saranno cambiamenti nelle circostanze offerte ai membri eletti di
riconsiderare lo sgombero."
Malcom Buckley, leader del consiglio, ha detto: "E' opinione dei nostri
avvocati che non ci siano cambiamenti significativi. In quel sito ci sono sempre
stati bambini e donne incinte."
"Si può opinare se è responsabile aumentare una famiglia, quando non si è
certi sul futuro della propria dimora."
Di seguito alcuni commenti apparsi sulla pagina web di Echo in merito
alla vicenda:
Nessuna simpatia per niente, perché non ti comperi una casa da qualche
altra parte?
Merda secca.
E' spregevole come questa gente distorca la verità.
Questi si attaccano al caso... Ah Ah lo sgombero sta per arrivare.
Chi se ne importa! Merda secca
++++++++++++ ++++++++
From Dale Farm Housing Association
JEAN ASKS EVERY ONE WHO
CAN TO JOIN THE MOTHERS'
PROTEST RALLY :
Thursday 4 December
Royal Courts, The Strand,
London 11.30 am
Di Sucar Drom (del 28/11/2008 @ 13:14:17, in blog, visitato 2025 volte)
Roma, il "piano nomadi" parte da Casilino 900
«Casa di Rosita», lettura della mano, «Casa Vesna e Paola» lezione di cucina,
«Casa Senad», mercato. È stata una giornata speciale quella di ieri al Casilino
900, dove ad accogliere il sindaco Alemanno, nel grande piazzale sulla Casilina
a ridosso con viale Palmiro Togliatti, c'erano persino clown e giocolieri...
L’apartheid, viaggio nel regime di segregazione che sta nascendo nel Nord-Est
La piccola Fatima, dieci anni, discriminata a scuola perché porta il velo;
Meryem, studentessa di economia internazionale all'Università di Padova, che
guida le marce contro le discriminazioni razziali; i musulmani di Treviso che
pregano inginocchiandosi sui tappeti distesi nei parcheggi dei supermercati,
sono alcuni dei personaggi protagonisti del racconto di viaggio di Toni
Fontana...
Mantova, Dova! Basta! Enough! Assez!... Per l’uguaglianza contro le
discriminazioni
Articolo 3, Osservatorio sulle discriminazioni di Mantova ha organizzato una
giornata seminariale all’interno della rassegna "rintracciarti" per il
giorno giovedì 27 novembre dal titolo: "Dova! Basta! Enough! Assez!... Per l’uguglianza
contro le discriminazioni"...
Roma, no ai "campi nomadi" fuori dal Raccordo Anulare
No al trasferimento dei “campi nomadi” di Roma fuori dal Grande Raccordo
Anulare. Lo hanno fatto sapere, in una nota unitaria, i Sindaci di undici Comuni
dell'hinterland romano che venerdì scorso si sono riuniti all'Hotel Victoria di
Tivoli Term...
Appello promosso dalla Federazione Italiana Medici Pediatri di Modena
Curare gli indigenti, soprattutto i bambini, è un dovere deontologico per tutti
i medici, ma è un imperativo etico per un paese civile. Non cancelliamo con un
decreto un diritto costituzionale. ..."chi di questi ti sembra stato il pro...
Bologna, indagati poliziotti per false accuse contro Rom
Il filmato di una telecamera di sicurezza “inchioda” quattro agenti del Reparto
Mobile di Bologna per gli arresti conseguenti a una presunta rapina nel
parcheggio di una sexy discoteca di Casalecchio. Coinvolti nella vicenda
quattro...
Milano, Finazzer Flory si tira indietro...
Dopo tante polemiche, ecco l’intervento del neoassessore alla Cultura
Massimiliano Finazzer Flory che ha scelto AffariItaliani.it per la sua prima
intervista – manifesto. Massimiliano Finazzer Flory parla piano, scandendo le
parole, riflettendo...
Roma, anche i leghisti sono contro le impronte…
Impronte digitali alla Camera? Ai bimbi rom non sono state rilevate, non si
penserà davvero di prenderle adesso ai deputati? La rivolta è partita col
tam-tam sotto traccia, giusto un insofferente chiacchiericcio...
Rom e Sinti, la partecipazione attiva
Rilanciamo l’interessante testo di Nazzareno Guarnieri (in foto) sulla
partecipazione dei Sinti e dei Rom. Guarnieri riprende il tema della
partecipazione attiva e propositiva (empowerment), contrastando tutte quelle
forme di parteci...
Serbia, la povertà è su larga scala
Nei Paesi che si trovano nel processo di transizione sociale la povertà colpisce
molti strati sociali e avviene una stratificazione della società su larga scala.
Quando la transizione in una società avviene in concomitanza con la globale
crisi ec...
Parma, sabato la manifestazione contro il razzismo e la Carta di Parma
"Le aggressioni dei gruppi della nuova destra, le provocazioni della Lega e le
norme antimigranti contenute nel pacchetto sicurezza ispirato dalla “Carta di
Parma”, vogliono schiacciare ogni possibile solidarietà tra italiani e
immigrati, scaricando sui più poveri il peso della crisi eco...
Ungheria, la società è piena di pregiudizi
La società ungherese è piena di pregiudizi verso la minoranza rom, mentre non è
lo stesso verso altre minoranze, come quella di lingua tedesca o croata, secondo
quanto emerge da un recente sondaggio pu...
Di Fabrizio (del 29/11/2008 @ 09:09:07, in Regole, visitato 2798 volte)
Ricevo da Clochard
ROMA (29 novembre) - Non è sempre è schiavitù quando i bambini rom mendicano.
Il confine tra riduzione in schiavitù, maltrattamenti in famiglia o esigenze
dettate dalla forte povertà è molto "labile" soprattutto quando si tratta di
popolazioni rom dove i genitori "anche per tradizione culturale" mendicano per
le strade assieme ai figli. A stabilirlo la quinta sezione penale della
Cassazione nella sentenza n.44516 con cui è stata annullata con rinvio la
sentenza di condanna per una mamma rom arrestata perché trovata a chiedere
l'elemosina insieme al figlio.
La corte d'appello di Napoli nel gennaio scorso aveva condannato a cinque anni
di reclusione Mia V. per riduzione in schiavitù: era stata sorpresa due volte
dalla polizia seduta a terra con accanto il figlio di 4 anni che per ore, in
piedi, chiedeva l'elemosina ai passanti.
Nel ricorso in Cassazione la difesa di Mia si era appellata alla "mangel
usualmente praticata dagli zingari".
Il confine tra autorità e abuso. Secondo i giudici della suprema corte non era
ravvisabile il reato di riduzione in schiavitù perché occorreva tenere presente
soprattutto per "genitori che hanno autorità sui figli il confine piuttosto
labile tra autorità e abuso". Soprattutto quando secondo i giudici si tratta di
"alcune comunità etniche dove ad esempio la richiesta di elemosina costituisce
una condizione di vita tradizionale molto radicata nella cultura e nella
mentalità di tali popolazioni".
I giudici di merito avevano rilevato che la donna mendicava per strada solo per
alcune ore, situazione ben diversa, secondo i giudici, dalla "condotta di chi
comperi un bambino e lo utilizzi continuativamente nell'attività di
accattonaggio appropriandosi dei guadagni". In questo caso, secondo i supremi
giudici, si può parlare solo di "maltrattamenti in famiglia". Pertanto la
sentenza di appello è stata annullata con rinvio ad una nuova decisione in
merito alla configurazione di questo diverso reato.
Aggressivi estremisti di destra hanno attaccato anche la polizia
Gli attacchi al popolo Rom in Ungheria sono aumentato ad un tasso allarmante
in coincidenza col rafforzarsi dei gruppi di estrema destra radicale, ha detto
una Rom ungherese membro del Parlamento Europeo.
Viktoria Mohacsi, che è del partito dell'opposizione Liberaldemocratico, ha
detto che la polizia dovrebbe investigare sui potenziali motivi razziali che
stanno dietro una serie di attacchi a case di Rom, in cui sono state uccise
quattro persone dall'inizio del mese (VEDI
ndr).
"Questi crimini sono cresciuti in maniera significativa nell'ultimo anno,
anno e mezzo e... questo può essere collegato al lancio della Magyar Garda," ha detto venerdì Mohacsi in un'intervista.
La Magyar Garda fu lanciata nell'agosto 2007 e sollevò critiche unanimi
per le sue nere uniformi e le insegne che i critici dissero ricordavano l'era
nazista.
La guardia, appoggiata dal partito Jobbik di estrema destra che non è
rappresentato in parlamento, dice di essere un gruppo civico che intende
preservare la cultura ungherese e i valori nazionali.
Sinora ha oltre 1.500 membri e ha tenuto marce in posti diversi per
dimostrare contro il "crimine rom".
Jobbik dice di non aver niente a che fare con gli attacchi ai Rom.
"Noi obbediamo alle leggi... e lanciare una granata in una casa dove ci sono
bambini non è il nostro metodo," viene riportato venerdì dall'agenzia MTI a nome
di Gabor Vona, presidente di Jobbik.
L'Ungheria, membro dell'Unione Europea dal 2004, ha una tra le più grandi
comunità Rom nell'Europa orientale, circa il 5 - 7% su una popolazione di 10
milioni.
La polizia ha annunciato giovedì di aver messo a punto un'unità speciale per
indagare sui 14 casi in cui i Rom sono stati attaccati quest'anno.
La maggior parte dei casi riguarderebbe bombe molotov gettate nelle case e
colpi di armi da fuoco, senza feriti, ma all'inizio di questo mese due Rom sono
stati colpiti a morte in un attacco a due case nel
nord est.
Questa settimana l'uccisione di due Rom in un attacco con bombe a mano
nell'Ungheria meridionale, ha creato una disputa tra la polizia e l'ombudsman
per le minoranze, che ha detto che la polizia ha escluso prematuramente il
pregiudizio razziale.
Mohacsi, che ha ricevuto email minatorie, ha accolto con favore la notizia
che la polizia ha creato un'unità speciale che esaminerà i motivi razzisti
dietro gli attacchi.
Ha anche detto che elementi dell'estrema destra hanno contribuito al
rafforzamento del pregiudizio anti-Rom nel pubblico.
"Il termine 'Crimine Rom' è diventato un espressione condivisa... nella
società ungherese," ha detto.
Una crescita del pregiudizio è stata confermata da uno studio del mese
scorso.
"Le azioni dell'estrema destra a cui assistiamo dall'autunno del 2006... e
l'apparire della Magyar Garda ha rotto le barriere di chi prima si tratteneva
dall'articolare apertamente i propri pregiudizi," mostra lo studio.
Mohacsi ha detto che la UE, che conta una popolazione rom di 8-12 milioni,
sinora non è riuscita ad adottare una strategia per l'inclusione sociale dei
Rom, e non ha dichiarato nella propria legislazione che la segregazione
scolastica è discriminatoria.
"L'attuale crisi economica... colpirà chi vive nella povertà più profonda, e
qui ci stanno i Rom. Vorrei ricordare ad ogni politico responsabile che questa è
anche la ragione per cui deve crearsi una Strategia Europea Rom," ha detto
mercoledì Mohacsi al Parlamento Europeo.
Peter Feldmajer, presidente di
Mazsihisz, il più grande gruppo religioso ebreo ungherese, ha detto alla Reuters
di essere preoccupato della crescita dei gruppi della destra radicale.
"E' evidente che la destra radicale si sta, se non rafforzando,
definitivamente diventando più organizzata, sta alzando la sua voce e ottenendo
più attenzione dai media," ha detto.
Di Fabrizio (del 30/11/2008 @ 09:21:59, in Kumpanija, visitato 2390 volte)
Di solito qui si parla di attualità. Per una volta,
conosciamo meglio la storia. Da
Roma_Francais
L'ipotesi indiana
E' l'ipotesi sulla quale si accordano la maggior parte degli etnologi:
nell'India braminica, i boscaioli, i macellai, i tagliatori, i conciatori, i
becchini, gli spazzini, i cenciaioli, gli operai siderurgici, i mercenari (Rajputs)
ed i saltimbanchi esercitavano mestieri necessari alla comunità, ma considerati
impuri. Non avevano il diritto di essere sedentari ed erano fuori-casta (çandales),
come quelli che oggi si designano come intoccabili. In India, dove sono
conosciuti sotto il nome di Dom, Lôm o Hanabadoches (in hindi/ourdou), gli
antenati dei Rom erano gruppi sociali/professionali più che etnici, le loro
origini erano geograficamente e socialmente multiple, ed i loro gruppi molto
permeabili (un bambino nato da un'unione non autorizzata, un proscritto per
qualsiasi ragione, erano altrettanto "impuri" e potevano dunque aggiungersi a
loro).
Dall'India, migrarono alcuni di questi gruppi (forse per scappare al rigetto
della società braminica), verso l'altipiano iranico e l'Asia centrale, dove
vennero chiamati Kaoulis e Djâts. In Asia centrale, alcuni si misero a servizio,
come trasportatori, allevatori di cavalli, serventi ed esploratori, al servizio
dei mongoli, che li protessero e lasciarono loro, in cambio, una parte del loro
bottino. Con l'Orda d'Oro e Tamerlano, i Rom apparvero così in Europa, in
Anatolia e alle porte dell'Egitto.
Tsiganoi tra i Bizantini (da cui Tzigani), Cingene tra i Turchi, Romani-çel
tra di loro (cioè "popolo rom", da cui Romanichals per i Crociati francofoni),
Manuschen per i Crociati germanofoni e Gypsies per i Crociati di lingua inglese,
la maggior parte dei Rom, una volta apparsi in Europa, cercò la protezione dei
signori nobili e dei monasteri o abbazie, incappando così nella condanna dei
coltivatori sedentari, e continuarono ad esercitare i loro mestieri tradizionali
al servizio dei loro nuovi maestri (la loro schiavitù fu una servitù di tipo
feudale chiamata Roba nei paesi slavi, che unisce il loro nome di Rom alla
parola "Robota": lavoro). Nel XIV secolo, la maggior parte dei gruppi Rrôm che
conosciamo, avevano completato la loro installazione in Europa.
Gli studi linguistici stabiliscono, dalla fine del XVIII secolo, le origini
indiane dei Rom, ipotesi riadattata da un resoconto istorico-leggendario datato
alla metà del X secolo, la Cronaca persiana di Hamza d’Ispahan, che fu
riprodotta ed abbellita nel XI secolo dal poeta Ferdowsi. Secondo questa
cronaca, diverse migliaia di Zott, Djâts, Rom ou Dom (uomini) partirono
dall'attuale Sind, e forse dal fiume Sindhu verso l'anno 900 secondo gli ordini
del re. Dovevano raggiungere il re di Persia, per accompiacerlo grazie alla loro
cultura musicale. Da lì, si divisero e si sparpagliarono nel mondo. Da tempo
installati in Persia, questi Rom, già descritti come rifugiati che vivevano
d'agricoltura, finirono per separarsi in due gruppi migratori: uno verso il
sud-ovest e l'Egitto (Rom orientali o Caraques, termine che verrebbe sia dal
greco korakia: "le cornacchie", che dal turco kara "nero"), gli altri verso il
nord ovest e l'Europa (Rom occidentali o Zingari: parola che potrebbe essere una
deformazione del termine Sinti).
I Rom potrebbero dunque aver lasciato l'India attorno all'anno 1000, ed aver
attraversato quelli che oggi sono l'Afghanistan, l'Iran, l'Armenia, una gran
parte del Caucaso e la Turchia. Popolazioni riconosciute come Rom vivono ancora
in Iran, compreso quanti migrarono verso l'Europa e poi ritornarono. Nel XIV
secolo, i Rom vassalli dei Tatari raggiunsero i Balcani, e nel XVI secolo, la
Scozia e la Svezia. Qualche Rom migrò verso sud. Nel 1425 traversarono i Pirenei
e penetrarono in Spagna. Molti degli studiosi stimano che i Rom non abbiano mai
transitato nell'Africa del Nord, come altri pensano. In ogni caso mancano prove
indiscutibili. Alcuni mettono in collegamento i Rom e le popolazioni che oggi
vivono in India, in particolare i nomadi Banjara o Lamani dello stato desertico
del Rajasthan. Nei fatti nessuna relazione particolare è stata sinora dimostrata
specificamente tra queste popolazioni e i Rom. Sia quel che sia, contrariamente
agli scienziati ed intellettuali, di origine rom o no, gli interesati non
attribuiscono alcuna importanza a questa "origine indiana", quando non la
negano.
Da numerose generazione i Rom sono in realtà per lo più sedentari, se si
tiene conto i gruppi che si rivendicano come tali, ma non sono contabilizzati
come Rom nei censimenti. Sono le minoranze restate nomadi ed attaccate al modo
di vita tradizionale che sono serviti, dalla fine del XVIII secolo, da "modello
inevitabile" per definire i Rom agli eruditi, essenzialmente inglesi, tedeschi e
francesi. Costoro non potevano, all'epoca, concepire altro scenario che quello
del nomadismo originale e hanno cercato, invano, tra i nomadi dell'India i
cugini dei Rom d'Europa.
Di Fabrizio (del 30/11/2008 @ 09:22:40, in Europa, visitato 3957 volte)
Ricevo da Roberto Malini
del Gruppo EveryOne
Bruxelles, 28 novembre 2008. L'Europa riconosce con un'importante decisione le
istanze che la rete di organizzazioni per i Diritti Umani portano avanti da
anni, fra mille difficoltà, in un'epoca inquietante, che ha visto riaffiorare e
affermarsi ancora una volta lo spettro dell'odio razziale. Abbiamo temuto
fino ad oggi che l'annuncio di Jacques Barrot, commissario Ue alla giustizia e
alla sicurezza, non sarebbe ancora giunto, a causa delle pressioni che le forze
politiche intolleranti esercitano anche sugli organismi dell'Unione europea.
Invece possiamo festeggiare, con le forze politiche antirazziste che non ci
hanno delusi: PSE, ALDE, Verts/ALE, GUE/ NGL e altre. I ministri della Giustizia
dell'Ue hanno approvato la decisione quadro contro razzismo e xenofobia, con la
quale si introducono sanzioni fino a tre anni di carcere per chi incita
pubblicamente alla violenza o all'odio razziale. "Il razzismo e la xenofobia non
devono avere posto in Europa", ha dichiarato Barrot, "e vanno puniti
severamente, con misure dure ed efficaci, perché l'intolleranza è una violazione
diretta dei principi di libertà, democrazia e rispetto dei diritti umani e
libertà fondamentali sui quali è fondata l'Unione europea". I ventisette Paesi
membri dovranno ora recepire, entro due anni, nella loro legislazione questa
norma europea. Il fenomeno dell'intolleranza razziale diffusosi a macchia d'olio
in Italia, soprattutto nei confronti dei Rom, ha avuto un ruolo importante in
questa decisione della Commissione europea e il voluminoso dossier contenente
centinaia di articoli, locandine e dichiarazioni di politici italiani ha
costituito un'evidenza che non si poteva ignorare. Così, finalmente, un progetto
europeo che è stato presentato nel 2001, ma che finora era rimasto nel cassetto,
diviene uno strumento elettivo per combattere le più odiose forme di
discriminazione e violenza, che colpiscono i comparti più vulnerabili della
società europea. La nota emanata dalla Commissione precisa infatti che le
sanzioni prevederanno "il carcere da uno a tre anni per chi incita pubblicamente
all'odio razziale e alla xenofobia anche attraverso la diffusione di testi
scritti, foto o altro materiale diretto contro un gruppo o una persona
individuata per la sua razza, colore, religione, origine nazionale o etnica
oppure tollerano, negano e minimizzano in maniera grossolana crimini di
genocidio, contro l'umanità e di guerra".
Di Fabrizio (del 01/12/2008 @ 09:41:48, in Europa, visitato 2677 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Il Premio Minerva 2008 a Viktória Mohácsi, per il suo impegno a tutela del
popolo Rom perseguitato
Lunedì 1 Dicembre, alle ore 20.30, la Galleria Doria Pamphili di Roma
ospiterà la diciannovesima Edizione del Premio Minerva. Il Premio Minerva si
svolge sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica ed è patrocinato
dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Ministero per le Pari
Opportunità, Provincia di Roma, Regione Lazio, Assessorato alla Cultura Comune
di Roma e CNR. Fondato nel 1983 da Annamaria Mammoliti, direttrice dell’omonima
rivista, il Premio è un riconoscimento istituito nel 1983 ed assegnato a Donne
che operano nei campi del "Sapere" e rappresentano esemplari modelli femminili
per le capacità professionali e la positività di cui sono portatrici,
valorizzando il proprio patrimonio di umanità, conoscenza, tolleranza e
laboriosità. Il premio consiste in una spilla in oro e pietre preziose
raffiguranti la testa di Minerva disegnata per il Premio dal Maestro Renato
Guttuso. Il Premio Minerva 2008 sarà assegnato a Inge Feltrinelli, Melania De
Nichilo Rizzoli, Margherita Parrilla e - per la politica dei Diritti Umani - a
Viktória Mohácsi.
Il riconoscimento all'europarlamentare di etnia Rom è particolarmente
significativo ed attesta le tappe fondamentali che Viktória Mohácsi ha
conseguito, con il suo impegno politico e umanitario, verso il riconoscimento
dei diritti del popolo Rom nell'Unione europea, in un periodo difficile, in cui
i germi del razzismo, della xenofobia e dell'antiziganismo - che sono
particolarmente virulenti proprio in Italia - producono effetti devastanti. Il
prestigioso riconoscimento internazionale è andato, negli anni scorsi, a donne
che hano fornito un contribulto fondamentale al genio e allo spirito umanitario
del continente europeo e del mondo intero, da Simone Veil a Gisele Halimi; da
Elsa Morante a Margherita Hack; da Ursula Hirschmann Spinelli ad Agnese
Borsellino e Maria Falcone; da Lucia Bosè a Tullia Zevi.
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