Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Gianluca Giunchiglia - LUNGO LA FERROVIA - Edizioni Erasmo - 128pp.
9,50 E.
www.edizionierasmo.eu
In mezzo ai capitoli del romanzo breve “Lungo la ferrovia” corrono le storie di
due incontri. Il primo - reale - è quello tra Gianluca Giunchiglia, pisano di
nascita ma livornese d'adozione, psicopedagogista in servizio presso l'Istituto
scientifico Fondazione “Stella Maris” di Calambrone (Pisa), e il bambino rom che
la sua struttura gli ha affidato tempo fa; il secondo – intensamente immaginato
– è quello che intreccia i destini di Gioni e Miluna, undicenni, due piccoli rom
cui la fantasia del Giunchiglia scrittore ha affidato il ruolo di protagonisti
nel libro che segna il suo esordio nel campo della narrativa.
Dal primo incontro, si sviluppa il secondo. Dentro l'invenzione letteraria che
insegue questi adolescenti attraverso le tantissime gamme della loro penetrante,
solare, inquieta vitalità, ci sono le impressioni, i ricordi, le riflessioni di
un “gagé” (termine che i rom usano per indicare noi italiani) che viene invitato
dalla famiglia di un piccolo zingaro all'interno di un “campo”. Capitò un 6
maggio, si festeggiava S. Giorgio. L'incontro si svolse «dentro un container
adibito a casa – scrive l'autore in una nota – dove questa famiglia vive. Era il
primo giorno della loro festa e grandi e piccini erano ben tenuti e vestiti con
gli abiti più belli che avevano. Mi hanno accolto con dolcezza, omaggiandomi
delle pietanze tipiche della loro cultura […] Pure le regole dell'igiene erano
rispettate, gli alimenti cucinati in contenitori usa e getta con posate di
plastica. All'esterno, nel “campo”, non vi erano immondizie sparse attorno,
contrariamente a quello che si può immaginare. Solo che vivono con un sistema
fognario danneggiato e mal funzionante che crea pozzanghere di acque nere a
cielo aperto. Le atmosfere però sono invidiabili; le musiche, il contatto con la
terra, sono tipiche di quel popolo, così molto attento alla natura...».
Luci e ombre. Le stesse che colorano i gesti, le parole di Gioni e Miluna. Ecco
perché la fantasia e la realtà risultano, tra queste pagine, sorprendentemente
sincrone, empatiche, parallele come le verghe del binario che appare nella foto
di copertina. Anche le luci e le ombre di quest'esistenza di frontiera osservata
con gli occhi dell'adolescenza corrono in parallelo. Ciò che affiora in
superficie è una penombra cangiante pronta in qualsiasi momento a diventare
sereno come anche a trasformarsi in tempesta; una specie di tramonto dalla luce
sorprendentemente nitida che consente di osservare tutto con chiarezza, anche le
contraddizioni, anche il doloroso attrito di bene e male, legalità e illegalità,
integrazione ed emarginazione, cultura e degrado. Giunchiglia sintetizza (e
spiega) questa realtà dalla valenza ossimorica con un verso di Holderlin: “Là
dove c'è pericolo, cresce ciò che salva”.
Pubblicato in marzo da Media Print Editore, subito dopo ristampato per i tipi
delle Edizioni Erasmo, “Lungo la ferrovia” si è aggiudicato menzioni speciali al
Premio Internazionale “S. Margherita Ligure – Franco Delpino”, al Premio
“Emozioni d'inchiostro” di Reggio Calabria, al Premio letterario “Viareggio
Carnevale”. A novembre è stato premiato da Alexian Santino Spinelli,
ambasciatore dell’arte e della cultura Romanì nel mondo e professore
all’Università di Chieti, per il secondo posto al Premio artistico
Internazionale “Amico rom”, sezione opere edite di narrativa.
Il libro è stato presentato al settembre pedagogico del Comune di Livorno e
diverse scuole secondarie di primo grado lo stanno adottando per i progetti
sull’intercultura.
Andrea Lanini (Giornalista)
“Lungo la ferrovia” è un romanzo breve, di facile lettura, scritto da un
pedagogista che ama la poesia, tanto da vincere dei premi. Un romanzo si sa è
una rappresentazione (fantastica) della realtà, l’immaginazione di eventi che
accadono nella mente dell’autore che li ha vissuti in altra forma e che li ha
approfonditi e analizzati in vari aspetti; cioè esso è un ideazione che riporta
però dei fatti conosciuti a fondo, dentro le loro dinamiche interattive che poi,
con l’ausilio della creatività, si trasformano in un’invenzione. Non faccio una
recensione all’opera letteraria, non sarei adatto. Ho letto il romanzo con una
visione pedagogica e traggo solo qualche considerazione.
L’argomento trattato è un tema d’indubbia attualità sociale e politica: il
problema rom che, pur esistendo da sempre, in questo periodo storico è
sviscerato dai media continuamente più nel male che nel bene, con ricadute che
considero importanti sul piano culturale. Ciò che mi ha colpito nel racconto non
è tanto il rapporto dei due protagonisti (Gioni e Miluna), la loro storia e la
loro amicizia, quanto le relazioni dei contesti in cui essa si sviluppa. I
contesti sono rappresentati dal gruppo dei pari, dalla scuola e dagli adulti che
in essa vi lavorano, dal “campo” rom, dalla comunità vicina al “campo” rom. In
questi contesti l’autore descrive una fitta rete di interazioni fatte da
accettazione e rifiuti. Non emerge nessun tentativo d’integrazione nel suo
significato pieno, forse un atteggiamento di questo tipo lo si ritrova
nell’autista dello scuolabus, che però ha un ruolo marginale per poter diventare
la figura di riferimento per l’integrazione.
I due ragazzi protagonisti, come tutti i ragazzi della loro età, sono in una
fase di costruzione della propria identità personale e sociale, per cui hanno
bisogno sperimentare ruoli, realizzare esperienze mediante l’incontro con l’
“altro”, di seguire esempi e modelli. Essi manifestano bene questi bisogni nel
corso della loro vita quotidiana e nel rispetto delle differenze di genere:
Gioni li esprime con molta più energia di Miluna e, proprio per le differenze
individuali, reagisce con la fuga a quello che percepisce come rifiuto.
L’esempio, il modello buono, il riferimento educativo è il nonno (nemmeno il
padre) che è l’unico ad esprimergli un progetto di vita, è colui che stimola il
nipote a compiere la programmazione del suo futuro. Ma è una figura sola, che
sta nel “campo” rom (e questo non è un caso!) e con un debole aggancio (la
signora amica) nella comunità sociale. Poco per un processo evolutivo, per un
cambiamento sociale.
Il romanzo descrive una realtà vera che una società civile come la nostra,
democratica, che si basa sul principio della non discriminazione, non può più
trascurare e rimandare oltre.
L’autore con questo suo primo romanzo offre molti spunti di riflessione e ci
spinge ad avviare un progetto serio verso l’integrazione delle culture.
Giuseppe Rulli (Pedagogista)
Di Fabrizio (del 18/12/2009 @ 09:33:13, in Europa, visitato 2050 volte)
Da
British_Roma
La più nota compagnia di sicurezza antizigana, responsabile di innumerevoli
sgomberi brutali, comunica che sta per partire una delle più vaste operazioni di
"pulizia" mai intrapresa contro la comunità viaggiante in Bretagna.
Constant & Co., che ha ottenuto decine di milioni di euro nello sgombero
degli Zingari dalla loro stessa terra, in maniera dura e quasi illegale, ha
vinto la gara d'appalto per demolire Dale Farm (QUI
il dossier, ndr), che ospita 500 Viaggianti nei pressi di Crays Hill, Essex.
Il lavoro, di tre milioni di euro, dovrebbe comprendere la rimozione, ed in
alcuni casi la demolizione, di chalet e case mobili, e la cacciata fisica di 100
famiglie, bambini, anziani ed infermi inclusi, che dovranno lasciare il
distretto, impoveriti e senza un posto dove andare a vivere legalmente.
Il dieci dicembre oltre venticinque persone, tra cui componenti dei gruppi
antifascisti e della chiesa cattolica, hanno manifestato davanti al Basildon Centre,
dove si era riunita la giunta comunale per decidere sull'evento.
Portavano dei cartelli, su cui era scritto:
CONSTANT & CO SONO DELINQUENTI RAZZISTI, FERMATE LE VIOLENZE DEGLI UFFICIALI
GIUDIZIARI e BASTA ALLA PULIZIA ETNICA.
Una seconda ditta, Shergroup, si è vista rifiutata, anche se un consigliere
aveva detto che la compagnia era maggiormente pronta a rispettare gli standard
riguardo i bambini e le persone vulnerabili, come pure le conformità UE su
salute e norme di sicurezza.
Un portavoce per Dale Farm ha detto in seguito che assieme alle loro case ed
alla frequenza scolastica dei bambini, le famiglie stanno per perdere il loro
club giovanile unico nel genere e la cappella di San Cristoforo.
"Questa è pulizia etnica," ha detto una madre. "Ma il consiglio comunale sta
tentando di camuffare questo fatto con un sacco di discorsi politicamente
corretti."
A causa dell'alto costo del lavoro, Basildon è stata costretta a ricorrere al
Giornale ufficiale dell'Unione Europea. Nel suo annuncio il consiglio municipale
dichiarava che l'offerta vincente doveva "dimostrare un impegno nel sostenere i
principi di eguaglianza e di differenza nella legislazione ed essere sensibili e
responsabile ai bisogni delle persone."
Però, Basildon si era espressa in favore al reingaggio di Constant, una
società che il consiglio comunale aveva già impiegato per numerosi piccoli
sgomberi. I critici dicono che sono stati condotti in spregio alle norme UE
sulla salute e la sicurezza, e hanno portato alla distruzione di una gran
quantità di proprietà private.
Il suolo superficiale è stato distrutto ed il terreno circondato da alti
valli di terra. La maggior parte del suolo è ora inondato da acqua contaminata
degli scarichi distrutti, costituendo una fonte di inquinamento per bambini e
adulti che continuano a vivere nei paraggi, in attesa di ulteriori incursioni di
Costant.
Carovane in fiamme
Un film prodotto per la Dale Farm Housing Association mostra carovane in
fiamme ed ufficiali giudiziari che minacciano bambini terrorizzati. Una
compagnia che noleggia attrezzature ha interrotto il suo contratto con Constant,
a causa del suo approccio brutale. Riferendosi allo sgombero di Twin Oaks,
Justice Collins ha detto presso l'Alta Corte che dopo aver visto il video che
mostra Constant all'opera, considera inaccettabile la condotta dei suoi
dipendenti, che porterebbe inevitabilmente a traumi e lesioni.
"Il consiglio deve riconsiderare l'uso di questa compagnia," ha dichiarato
Justice Collins. Ha anche notato che la polizia ha mancato di frenare gli
eccessi dei dipendenti di Constant. Collins ha aggiunto che nel caso di malati
gravi e delle esigenze dei bambini, lo sgombero sarebbe sproporzionato.
Anche se il diritto di sgombero è stato sostenuto sinora, le condizioni che
ha ricordato sono state adottate in una complessa decisione della Corte
d'Appello all'inizio dell'anno.
Come richiesto dall'Atto di Libertà d'Informazione di fornire copie della
Valutazione obbligatoria del Rischio, riguardo gli sgomberi di Hovefields e Dale
Farm, Basildon ha ammesso che tale valutazione non è stata preparata.
Jean Sheridan, madre di Dale Farm di tre gemelli, è piena di paura dei traumi
che gli ufficiali giudiziari potrebbero causare ai suoi bambini. Spera che prima
che Constant inizi ad operare, lei possa portare il caso al Tribunale Europeo
dei Diritti Umani.
"Non abbiamo nessun altro posto dove andare ed i miei figli hanno bisogno di
cure mediche," dice Jean. "Sono nati prematuramente e sono stati fortunati. Come
potranno sopravvivere al terrore che porterà Constant?"
La Commissione GB sull'Infanzia ha chiesto a Basildon cosa intende fare per
salvaguardare i bambini come quei gemelli, durante la demolizione e quale
sistemazione alternativa verrà offerta loro. Non è stata ricevuta nessuna
risposta soddisfacente.
Di Fabrizio (del 17/12/2009 @ 20:41:29, in Regole, visitato 1432 volte)
AGI News
(AGI) Venezia 17 dic. - "Adesso qualcuno capira' quale disastro sarebbe un
presidente leghista nel Veneto". Cosi' il consigliere regionale veneto Igino
Michieletto (Partito Democratico) commenta il trasferimento del prefetto di
Venezia Michele Lepri Gallerano. "Grazie al ministro Maroni trasformatosi in
ministro di ferro - spiega Michieletto - il prefetto di Venezia viene cacciato
per non aver seguito il diktat di chi voleva impedire, contro ogni buon
senso e ogni regola di convivenza civile, il trasferimento dei Sinti negli
alloggi preparati dal Comune di Venezia. Chi, dopo l'arrivo della signora
Zaccariotto alla presidenza della Provincia di Venezia, non avesse ancora
compreso pienamente in cosa consiste l'uso leghista del potere, ora e' servito".
Secondo Michieletto "l'ingresso degli esponenti del Carroccio nei ruoli-guida
delle istituzioni finisce per trasformarle nel braccio armato dei settori piu'
xenofobi di un governo impegnato nella guerra senza quartiere a ogni pratica di
umanita'". "C'e' da augurarsi - prosegue il vicepresidente dei consiglieri Pd a
palazzo Ferro-Fini - che basti questo come esempio per capire cosa significhera'
per il Veneto avere un presidente leghista: nessuno sforzo deve quindi essere
trascurato nella costruzione di un vasto fronte che permetta, alle prossime
elezioni, di fermare la marcia delle truppe di Bossi in una regione
tradizionalmente libera e ricca di sensibilita' umanitaria come il nostro
Veneto. Qui non ci sono bandierine e piccoli interessi da difendere - conclude
Michieletto - ma valori di liberta', di diritto e di umanita', di sensibilita'
cristiana, da riaffermare con forza". (AGI) Cli/Ve/Pgi
Di Fabrizio (del 17/12/2009 @ 09:39:53, in Europa, visitato 1638 volte)
Comunicato Stampa Venerdì 18 dicembre, prima Marcia
della Pace della Vrancea
Ferrara (Italia) – Panciu (Vrancea, Romania), 16/12/2009. Venerdì 18
dicembre, in un freddo inverno romeno, sarà una data decisamente importante per
tante realtà sociali: alle 12.30, infatti, a Focsani, prenderà il via la Prima
Marcia della Pace della Vrancea, regione della Moldavia romena a nord di
Bucarest.
La Marcia rientra nel quadro della Marcia Mondiale per la Pace e la
Nonviolenza. Non essendo riusciti nell’intento di organizzare un vero e
proprio braccio romeno della marcia, transitata un mese e mezzo fa non molto
lontano (Budapest e Praga), si è deciso di costruire dal basso la Prima Marcia
della Pace della Vrancea, una delle zone meno ricche del paese. Grazie
all’impegno dell’Associazione Rom pentru Rom di Panciu, quindi, si riuscirà
a compiere un piccolo tragitto a Focsani, la città più grande e importante della
zona. Nella marcia sono coinvolte anche alcune istituzioni locali:
Prefettura, Regione, Comune di Focsani, Provveditorato agli Studi, tutti hanno
aderito a questo evento che rappresenta una assoluta novità per una regione
normalmente non molto attenta a certe tematiche
La giornata inizierà al Teatro Municipale di Focsani, dove in occasione della
Giornata Internazionale delle Minoranze è stato organizzato uno spettacolo
cui parteciperanno delegazioni di quasi tutte le scuole della regione. Fra gli
invitati anche un gruppo di bambine e ragazzi del Centro “Pinochio” di Panciu,
struttura gestita da Rom pentru Rom con il sostegno di IBO Italia, che si
esibirà con un numero di giocoleria. Al termine della manifestazione, la
Marcia partirà in direzione del Provveditorato agli Studi. Un tragitto di
circa due chilometri, simbolico, che coinvolgerà alcune centinaia di persone e
darà modo di aprire un confronto pubblico su tematiche come diritti umani,
inclusione sociale, discriminazione, non violenza cercando di aggregare
tutti coloro che incontrerà nel proprio percorso.
Non sarà certo una manifestazione come quelle cui siamo abituati nelle grandi
città europee, con serpentoni di persone che cantano, ballano e urlano slogan,
ma un timido inizio di presa di coscienza da parte di un microcosmo associativo,
scolastico e istituzionale. Diverse sono, infatti, le associazioni presenti sul
territorio romeno, spesso piccole realtà di paese o di provincia che
singolarmente portano avanti i propri validi progetti con serietà e convinzione.
La Marcia vuole essere un inizio di percorso comune, unità di intenti,
collaborazione fra realtà che operano nel sociale, aperto anche a quelle
istituzioni, ancora poche purtroppo, più sensibili a certe tematiche.
L’Associazione Rom pentru Rom ed i volontari di IBO Italia, hanno svolto un
ruolo fondamentale nell’accensione di questa prima scintilla: la speranza è che
altri raccolgano il messaggio e che in futuro si possano moltiplicare le
occasioni di confronto e collaborazione, facendo diventare la marcia un
appuntamento fisso nel calendario del paese.
Nel gruppo di chi attende con impazienza venerdì vanno sicuramente citati i
bambini e i ragazzi della Rom pentru Rom: insieme a una delegazione del Liceo
Ioan Slavici di Panciu e allo staff delle ONG parteciperanno alla marcia..
Adita, Ionut, Andreea e Oana sventoleranno con allegria le bandierine della
marcia che hanno pitturato per l’occasione. Per molti di loro sarà la prima
volta fuori da Panciu, dato che Focsani si trova a circa 20 km. Uno spostamento
che forse nella nostra società in continuo movimento non sarebbe nemmeno
considerato “viaggio”, un’occasione irripetibile invece per questi ragazzini
che sono cittadini di un’Europa da rincorrere ancora per parecchio tempo.
Giacomo Locci - IBO Italia
Responsabile Ufficio Stampa e Comunicazione
Via Montebello 46/a 44121 Ferrara
Tel +39.0532.243279 - 247396
Fax +39.0532.245689
Cell.+39.328/2311925
skype contact: giacolocci
E-mail: promozione@iboitalia.org
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Di Fabrizio (del 16/12/2009 @ 09:21:53, in Italia, visitato 1731 volte)
Libero
News
Bologna, 14 dic. - (Adnkronos) - "Da alcune settimane e' entrato in funzione
il piano freddo, l'iniziativa del Comune che ha permesso di trovare un ricovero
notturno a tutti i fissi senza dimora bolognesi, e i cui primi risultati sono
positivi". E' quanto spiega l'assessore ai Servizi Sociali del Comune di
Bologna, Luisa Lazzaroni, nel giorno della prima nevicata della stagione che
stamattina ha imbiancato il capoluogo emiliano con un sottile strato
candido. "Nessuno deve dormire in strada o in situazioni di fortuna da cui, come
avvenuto in passato, possono scaturire drammi" prosegue Lazzaroni che sottolinea
come, oltre al piano antifreddo, il Comune abbia gia' deciso di "affiancare due
provvedimenti straordinari".
"Il primo - specifica l'assessore - riguarda un'attivita' di controllo nei campi
nomadi e nelle strade di Bologna affinche' nessuna persona passi la notte al
freddo o in baracche riscaldate con fiamme libere e cosi' a rischio incendio.
Non ci dovranno piu' essere casi Florin, in queste notti i servizi sociali
controlleranno la citta' ed in particolar modo i luoghi abitualmente frequentati
dagli homeless per assicurarsi che tutti usufruiscano dei posti letto gia'
attrezzati o per accompagnarci chi fosse ancora in strada".
"Il Comune e' pronto anche in caso di ulteriore peggioramento delle condizioni
atmosferiche" garantisce ancora Lazzaroni, ricordando che e' stata "gia'
allestita una struttura in centro in cui offrire anche un riparo diurno ai senza
fissa dimora in caso di necessita'". "La tempestivita' dell'azione
dell'amministrazione - conclude l'assessore - e' la miglior conferma del reale
impegno della giunta a sostegno dei piu' deboli".
Di Fabrizio (del 15/12/2009 @ 09:17:33, in casa, visitato 1960 volte)
Da
Czech_Roma
Kobylé nad Vidnavkou, 12.12.2009, 16:04, (ROMEA/Šumperský a jesenický deník)
- I Rom di Kobylé nad Vidnavkou stanno riparando un edificio residenziale in
rovina, con l'assistenza del consiglio comunale e della Società dei Rom di
Moravia (Společenství Romů na Moravě). Da 35 anni l'edificio non aveva
acqua corrente. Le donne andavano a prendere l'acqua al fiume, o più
recentemente ad un pozzo riaperto, che in precedenza era adoperato come
discarica. Riporta il giornale Šumperský a jesenický deník che i residenti in
passato avevano rivenduto l'impianto idraulico.
Gli uomini che vivono lì, ora passano il tempo libero tra mattoni, malta e
tubature. "Per noi è un gran cambiamento. Soprattutto per i bambini. Ci saranno
acqua corrente ed i servizi," riporta il giornale le parole di Anna Oračková.
Le donne che lì vivono dovevano trasportare diversi secchi d'acqua ogni giorno
ed erano a rischio continuo di epidemie.
La ricostruzione è il risultato della gran mole di lavoro del consiglio
cittadino e degli operatori sociali della Società dei Rom di Moravia. Un anno
fa, la famiglia Goga, proprietaria dell'edificio, persero un membro della
famiglia in un incidente stradale. Quando Milena Kamená, sindaca (indipendente)
di Kobylé nad Vidnavkou, venne coinvolta nella questione dell'eredità, suggerì
di portare le medievali condizioni di vita all'epoca moderna.
"Ho detto che sarebbe stata la loro prima ed ultima possibilità di migliorare
la proprietà, ed ho chiesto se volevano spendere una parte del denaro per
riparare l'edificio. È triste che la morte del padre della famiglia sia la fonte
di questa inaspettata possibilità, ma hanno avuto l'opportunità di
ristrutturare," ha detto la sindaco al giornale.
La vedova ed i figli del defunto spenderanno 200.000 CZK per le riparazioni,
una pari cifra è stata donata alla famiglia da un'associazione civica che vuole
rimanere anonima. "Sono stato il primo ad essere d'accordo. Approvo di spendere
il denaro per le riparazioni. Ci siamo incaricati noi dei lavori," dice
orgogliosamente Gustav Goga.
"E' stata un'idea eccellente. Il nostro intento era di portarvi l'acqua
corrente. Sono contento che siano stati trovati i fondi," ha detto a
Deník Rudolf Dubovan, della Società dei Rom di Moravia.
Dubovan sta aiutando le famiglie a trasformare la costruzione in una
residenza adeguata. "L'acqua è già collegata. Ci saranno due bagni, uno al
pianterreno e l'altro al primo piano," ha detto Dubovan. Il forno per il pane è
stato rimosso per potere costruire un bagno. Sarà anche spostato lo scarico del
bagno precedente, dove veniva fatta scorrere l'acqua raccolta esternamente.
"Costruiremo una pergola. Ci sarà un altro scarico corrente. Costruiremo anche
un camino, così non ci sarà rischio di incendi ed installeremo nuovi pavimenti.
Cos'altro? Vedremo cosa possono permettersi."
L'edificio, posto vicino alla ferrovia, ospitava due famiglie. Dopo che i
primi occupanti se ne andarono, i Rom occuparono l'edificio e gradualmente lo
svuotarono di ogni suppellettile di valore. Lo stato, che in origine ne deteneva
la proprietà, la vendette infine alla famiglia Goga al prezzo simbolico di una
corona. L'operatore sul campo Rudolf Dubovan ha lavorato negli ultimi due anni
con le famiglie che vivono lì. L'allacciamento dell'acqua è il più grande
successo della loro collaborazione.
Di Fabrizio (del 14/12/2009 @ 17:40:08, in Italia, visitato 1746 volte)
Venerdì 18 dicembre, dalle 17.00 alle 21.00, in
via Frisi 6 a Milano
Vendita straordinaria dei lavori del Laboratorio di cucito del Campo Rom di
Rho!
Se dovete prendere ancora qualche pensierino, è l'occasione giusta:
Cristina vi aspetta con i lavori di cucito delle ragazze del campo di via Sesia
di Rho
Dopo il successo alla Grande festa balcanica, ci sono ancora:
- gonne
- sacchetti lavanda x cassetti
- sacchetti anticervicale
- grembiuli
- portatorte
- borse!
Fate un doppio regalo: a chi volete voi e alle alle nostre ragazze!
Inoltrate e condividete!
GRAZIE!
Anche su
Facebook
Di Sucar Drom (del 13/12/2009 @ 09:52:26, in blog, visitato 1738 volte)
Venezia, consegnate alle famiglie sinte le nuove abitazioni
L’altra notte sono bastati 38 minuti per il trasloco delle famiglie sinte
veneziane nel nuovo Villaggio di via Vallenari. Lo ha reso noto il comandante
generale della Polizia municipale di Venezia, Marco Agostini, rispondendo alle
domande de...
Torino, Rom Città Aperta
Si rinnova la collaborazione del Sottodiciotto con il Centro Nazionale di
Documentazione e Analisi per l’Infanzia e l’Adolescenza (CNDA), il più
importante osservatorio italiano sul mondo dei minori, attraverso l’iniziativa
“...
Roma, Casilino 900: festa d’addio al campo nomadi
Si avvia a conclusione la storia quarantennale del campo rom Casilino 900, che
dovrebbe essere sgomberato nel prossimo mese di gennaio, per «celebrarla»
gli abitanti dell’insediamento propongono...
Milano, De Corato: “c'è un solo verbo per riassumere la politica del Comune di
Milano nei confronti dei rom: sgomberare”
“C'è un solo verbo per riassumere la politica del Comune di Milano nei confronti
dei rom: sgomberare”. Il vice-sindaco Riccardo De Corato, poco incline alla
mediazione o al fair play, contattato telefonicamente da Peacereporter sulla
questione dei rom, perde il controllo. Non usa mezzi termini il braccio...
Schio (VI), una casa per due anziane sinte? No della Lega Nord che è pronta ad
occupare lo stabile
Un edificio fatiscente da ristrutturare per insediarvi una coppia di anziane
sinte con residenza a Schio. L'ipotesi è nell'aria, si parla di 100 mila euro a
bilancio e la Lega minaccia una dura battaglia, sino all'occupazione, se
necessario. Lo stabile in oggetto era già sta...
Napoli, il tribunale: la giovane Angelica? Stia in cella perché è Rom
Fanno discutere le motivazioni con cui il Tribunale per i minorenni ha respinto
la richiesta di scarcerare Angelica V., la giovanissima rom condannata per il
tentato rapimento della bambina di Ponticelli avvenuto nell’estate del 2008.
Angelica — condannata in primo grado e in appello — è i...
Mantova, rintracciateci all’evento “Discriminazione In-Forma”
Rintracciateci a Mantova all’evento “Discriminazione In-Forma”, giovedì 3
dicembre 2009, alle ore 18.00, presso la Libreria Feltrinelli, in Corso Umberto
I n.56. Lo Sportello Antidiscriminazioni di “Articolo 3” esplora il tema della
corretta informazione come mezzo per il ricono...
Milano, il Cardinale Tettamanzi critica la politica degli sgomberi contro i Rom
Dallo sgombero delle famiglie rom di Rubattino al rischio di infiltrazioni
mafiose nei cantieri delle grandi opere, dalla crisi economica all'Expo,
dall'abuso di alcol e droga alla questione del crocifisso nelle scuole: sono
molti i temi di scottante attual...
Milano, la Padania attacca Tettamanzi: "Ma è un vescovo o un imam?"
"Onorevole Tettamanzi", titolava a tutta pagina la Padania di ieri.
Nell'articolo, un affondo ancora più pesante: "Cardinale o imam? Se lo chiedono
in molti. Tettamanzi la città la vive poco". L'attacco del quotidiano della Lega
all'arcivescovo di Milano arriva a freddo, due gi...
Milano, la politica reagisce con imbarazzo all'appello del Cardinale Tettamanzi
L’unico che non glissa è Riccardo De Corato. «All’arcivescovo — dice il vice
sindaco — tocca la cura delle anime e quando si esprime su argomenti come la
solidarietà, l’uguaglianza, la giustizia, il perdono, parla ex cathedra. I suoi
richiami sono sempre degni di grande attenzione. Ma altra cosa ...
Milano, le reazioni politiche agli attacchi contro il Cardinale Tettamanzi
"I fustigatori, i tronisti e i Torquemada sono arrivati come un orologio (e un
referendum) svizzero. Non sono piaciute le critiche del cardinale Tettamanzi
alla recente raffica di sgomberi che ha messo sulla strada 250 rom di un
accampamento abusivo alla ...
Milano, Napolitano e Bertone chiedono rispetto per l’Arcivescovo Tettamanzi
"Raccomando rispetto e verità per il cardinale di Milano, un grande pastore
della Chiesa che dona la vita per il suo popolo". Così il segretario di Stato
vaticano, cardinal Tarcisio Bertone, difende l'arcivescovo di Milano, cardinale
Dionigi Tettamanzi, o...
Quelle simmetrie polemiche, quella via segnata nella Costituzione
I recenti attacchi al cardinal Tettamanzi, paragonato a un «imam» dalla
"Padania" e criticato da alcuni ministri leghisti, ricordano, a chi non abbia la
memoria troppo corta, bordate analoghe lanciate, undici mesi fa, dalla
presidente del Piemonte, Mercedes Bresso (Pd) al cardinal Poletto, il qu...
Giornata mondiale dei Diritti Umani
Il 10 dicembre, la giornata internazionale dei diritti umani , promossa
dall'ONU, è dedicata alla "non discriminazione". Molte violazioni sono fondate,
secondo l'ONU, appunto sulla discriminazione, il razzismo e sull'esclusione per
motivi di caratte...
Pescara, Guarnieri: necessaria integrazione culturale dei Rom
"I conflitti con i rom presenti a Pescara e provincia stanno raggiungendo
livelli ingiustificabili ed eccessivamente pericolosi per il futuro". E' il
grido di allarme lanciato oggi a Pescara dalla Federazion...
Schio (VI), una casa per due anziane sinte? Dopo la Lega Nord anche il PD dice
no
Le signore Adriana e Nicoletta (in foto) sono tornate a Schio e stazionano con
le loro due roulotte dalle parti del convento dei Cappuccini, dove hanno
ottenuto residenza. Cercano casa con l'appoggio di molti scledensi (90
firmatari...
Milano, arrivano i soldi per gli "alleggerimenti" mentre la società civile si
mobilita
La risposta della città e delle istituzioni alla presenza dei Rom «non può
essere l’azione di forza, senza alternative e prospettive, senza finalità
costruttive». Le parole del Cardinale Dionigi Tettamanzi venerdì scorso hanno
sollevato un’aspra polemica. Oggi il Ministro all’Interno, Rober...
Venezia, iniziano i lavori per l'energia elettrica mentre la Lega Nord annuncia
una petizione
Un tratto di via Vallenari viene chiuso al transito dei veicoli per una
settimana per i lavori di allacciamento alla rete elettrica del villaggio per i
Sinti veneziani. Lo prevede una ordinanza della Municipalità di Mestre Centro
che autorizza la ditta V...
I sogni dei bambini messi in banca sul web
Arriva una mappa del mondo attraverso i sogni dei bambini. Un giro del globo in
trecento notti, in trecento pensieri più reali del vero, raccontati da chi non
ha ancora dieci anni e un'immaginazione scapigliata che in un grattacielo della
periferia romana o in una capanna del Senegal rend...
Milano, leggere Tettamanzi prima di criticarlo
Il discorso alla città di Milano tenuto dal cardinale Dionigi Tettamanzi alla
vigilia di Sant'Ambrogio ha suscitato, quest'anno, un vespaio di polemiche che
non è facile placare. Sono note (e prevedibili) soprattutto le reazioni di parte
leghista, anche se alcuni esponenti del Carrocci...
Cosenza, premiato l'artista Bruno Morelli
Il 29 ottobre al Teatro Rendano l’artista Bruno Morelli ha ricevuto a il Premio
Carical per la Cultura Mediterranea istituito dalla Fondazione CARICAL.
L’importante premio è stato assegnato a Bruno Morelli nell’ambito della sezione
creatività. L’Istituto di Cultura Sinta si complimenta con Fo...
Emergenza civiltà
Qualche sera fa sono stato invitato a introdurre un libro di pedagogia
interculturale. L’incontro procedeva senza grossi scossoni e la platea
applaudiva e annuiva soddisfatta alle tesi espresse. Verso la fine della serata
ho chiesto all’autrice di parlarci di un paragrafo del suo libro ...
Segnalazione di Tommaso Vitale
11/12/2009 - L'INTERNAMENTO DEI ROM E DEI SINTI IN ITALIA DAL '40 AL '43
Mercoledì alle 11 Convegno alla Sala del Mappamondo. Introduce Lupi. Diretta
webtv
In occasione del settantunesimo anniversario della promulgazione delle leggi
antiebraiche e razziali, mercoledì 16 dicembre alle 11, presso la Sala del
Mappamondo di Palazzo Montecitorio, si terrà il convegno "L'internamento dei Rom
e dei Sinti in Italia dal '40 al '43". Aprirà i lavori, il Vicepresidente della
Camera dei deputati, Maurizio Lupi. Seguiranno gli interventi di Nazzareno
Guarnieri, Presidente della Federazione Romanì, Radames Gabrielli, Presidente
della Federazione Rom e Sinti Insieme, Luca Bravi, Professore presso la Facoltà
di Scienze della Formazione dell'Università di Firenze. Durante l'iniziativa,
sono inoltre previste, una testimonianza di Malena Halilovic, giovane ragazza
rom, la proiezione di un video e la lettura della poesia "Deportazione", del
sinto Vittorio Mayer Pasquale. L'evento sarà trasmesso in diretta sulla webtv di
Montecitorio.
Di Fabrizio (del 12/12/2009 @ 09:26:19, in Europa, visitato 2041 volte)
Draganesti Olt
da
CITYROM Una ricerca per la soluzione dei problemi abitativi delle
popolazioni emarginate
«Hanno costruito tutte queste case dall’Italia. Hanno fatto i soldi in
Italia. Anch’io ho comprato la casa». Maria abita a Draganesti, un paese di
dodicimila abitanti nella regione dell’Oltenia, in Romania. Ha cinquanta anni,
tre figli e sette nipoti ed è separata dal marito. Coi soldi che ha
guadagnato in Italia ha comperato una casa per il figlio maggiore. È costata
undicimila euro. «Ho lavorato da una donna: lavavo, stiravo – dice in un buon
italiano –. Ho fatto anche la badante. Abitavo nella baracca. Mio figlio Michele
quando siamo arrivati aveva sette anni, è andato scuola per quattro anni. Una
famiglia italiana mi aiutava. Lo portavano in macchina a scuola e lo andavano a
prendere. Dormiva da loro tutta la settimana e la domenica mattina lo
riportavano in baracca. Ma i nostri parenti erano invidiosi e hanno detto che
quelli si approfittavano del bambino. Continuavano a dirlo e allora ho
denunciato la famiglia italiana. Ma poi ho ritirato la denuncia e abbiamo fatto
pace. Sono tornata qui perché sono ammalata. Depressione. Mio marito mi ha
mandato via e vivo da mio figlio maggiore. L’Italia mi ha distrutto. Tante
famiglie sono diventate ricche e tante si sono rovinate. Solo chi ruba e fa cose
brutte ha la casa grande, ha tutto…».
Ogni tanto Maria torna in Italia. Resta a Milano un mese dormendo in una
baracca in un campo abusivo. Con l’elemosina guadagna circa trecento euro. Porta
i soldi a casa e quando finiscono riparte. È quello che fa la maggior parte dei
milletrecento rom che vivono a Draganesti (più del dieci per cento della
popolazione del paese). Viaggiano con un piccolo bus guidato da uno degli
abitanti, che per cinquanta euro assicura il collegamento con Milano e trasporta
anche pacchi e lettere. Qualcuno ha ottenuto un container nel campo comunale di
via Triboniano ma in genere i rom di Draganesti a Milano abitano nelle “baracchine”,
insediamenti abusivi che costituiscono una sorta di doppio milanese del loro
villaggio romeno. Sono loro che per anni hanno resistito a una serie di sgomberi
sotto il ponte di Bacula, nel quartiere della Bovisa, alla periferia nord di
Milano, ricostruendo ogni volta le baracchine. Dopo l’ultimo sgombero e la messa
in sicurezza dell’area da parte del comune, si sono trasferiti in una zona
abbandonata nel quartiere Lambrate.
Flora è tornata a Draganesti dopo l’ultimo sgombero, il marito è rimasto a
Milano. «Vasile chiede l’elemosina e poi mi manda i soldi. Li porta qui un amico
con la macchina. Io sto qui perchè i bambini vanno a scuola. Per ognuno di loro
il governo mi dà un sussidio di circa dieci euro al mese. Una volta sola li ho
portati per due mesi in Italia». A Milano Flora viveva col marito in una baracca
sotto il cavalcavia Bacula, costruita da loro stessi con assi di legno
recuperate dai cantieri e teloni di pvc. Misurava due metri per tre e c’era
spazio per un materasso e una stufa a legna. Si affacciava in uno spiazzo tra le
baracche dove gli abitanti del villaggio si riunivano per chiacchierare,
cucinare sulla griglia e mangiare insieme. A Draganesti Flora vive lungo la
strada che conduce al centro del paese, sui cui lati sorgono case monofamiliari
abitate da cittadini di etnia rom e non solo. Alcune sono piccole, costituite da
un’unica stanza fatta di mattoni di terra a vista. Altre sono più grandi, con i
tetti decorati con lamiera intagliata e un corridoio d’ingresso illuminato da
ampie finestre. Altre ancora sono nuove o in costruzione, molto più grandi, dai
colori vivacissimi, con torri, archi e cortili chiusi da cancellate. A
Draganesti non ci sono fogne e i servizi per la maggior parte sono costituiti da
una baracca in un angolo del cortile. Pochissime case hanno l’acqua corrente
mentre la maggior parte ha il pozzo in cortile.
La casa di Flora è stata dipinta recentemente di un arancione molto acceso e
ha gli infissi bianchi. «L’abbiamo ampliata due anni fa, con i soldi
dell’elemosina. Abbiamo unito le due vecchie stanze e ne abbiamo aggiunto
un’altra», racconta. La cucina è un piccolo edificio giallo indipendente,
situato nell’ampio cortile pavimentato. Sul retro si trovano un recinto con
polli e oche e la baracca di legno della latrina. Le stanze sono accoglienti,
ciascuna con un grande letto-sofà e tappeti colorati alle pareti. La stanza più
grande è riscaldata da un’antica stufa a legna in ceramica.
Poco lontano dalla casa di Flora abita Monica. Anche a Milano, sotto il
cavalcavia, Flora e Monica erano vicine di casa. Monica ha diciannove anni ed è
tornata da poco in Romania per partorire. Il bambino, nato otto giorni fa, l’ha
chiamato Armani. Il padre del bimbo e il cognato di Monica sono ancora a Milano.
Monica abita con il padre, la madre, il fratello di sedici anni e la sorellina
di sette in una casetta fatiscente che confina col cortile di una delle case più
grandi e vistose del paese. Anche questa appartiene a loro, l’ha costruita il
padre di Monica. Ma la casa è quasi vuota. Le sei ampie stanze hanno l’aspetto
intatto, così come il bagno piastrellato con vasca e doccia. Una stanza funziona
da guardaroba ed è piena di abiti tradizionali femminili. «Non posso dormire
nella casa nuova – dice la mamma di Monica –, non sono abituata. Non so quando
ci andremo. Adesso viviamo tutti insieme nella casa piccola».
Luciano ha ventiquattro anni. Lui una casa non ce l’ha. Abita dalla sorella
che al momento è a Milano. Fino a un mese fa anche lui era in Italia, con la
moglie e il figlio che ora ha un anno e mezzo. Era in regola, con la carta
d’identità italiana. «A Milano – dice – lavoravo per una ditta di materassi. Ho
anche il fatto il muratore. Ho distribuito volantini. Tre anni di lavoro e sono
riuscito a comprare solo un pezzo di terreno. È costato quattromila euro. Voglio
costruirci la casa. La faccio con la terra perché non ho i soldi per i mattoni.
Il terreno è largo sette metri e lungo cento, ci voglio coltivare la verza, il
pomodoro… Qui lavoro per una famiglia rom, faccio trasporti con il loro carretto
a cavallo. Mi danno venti euro al mese. Anche mia moglie lavora due o tre ore al
giorno in casa loro. Ci sono anche i rom ricchi a Draganesti. C’è il più ricco
della Romania che ha quindici case, tutte uguali. Negli anni Novanta è stato in
Italia, in Germania, ha girato tutta l’Europa. Non si sa che lavoro fa, non si
può chiederglielo… Dall’Italia sono andato via perchè gli assistenti sociali
hanno preso mio figlio. Hanno detto che io e mia moglie facevamo accattonaggio.
Allora ho preso mio figlio e sono andato via. In Italia non torno senza un
lavoro».
Luciano a Draganesti sembra un’eccezione. Le scenografiche case di chi torna
dall’Italia con i soldi spiccano nel paesaggio agricolo depresso dell’Oltenia e
costituiscono un miraggio a cui è difficile resistere. I rom di Draganesti vanno
avanti e indietro da Milano a caccia di soldi, da ottenere con il lavoro,
l’accattonaggio o le attività illecite. D’altronde a Draganesti il lavoro non
c’è e quel poco è pagato malissimo. Un operaio in fabbrica guadagna duecento
euro e in questa zona la fabbrica è una sola. Produce vestiti e vi lavorano
duecento donne. Solo tre sono rom. (sp/…)
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