Rom e Sinti da tutto il mondo

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Gli Zingari fanno ancora paura?

La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 08/02/2010 @ 09:24:12, in Europa, visitato 1692 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

02/02/2010 - Il 25 novembre 2009 Thomas Hammarberg, Commissario per i Diritti Umani, ha scritto una lettera alla Cancelliera tedesca Angela Merkel, in cui chiede di fermare con urgenza la deportazione dei rifugiati Rom verso il Kosovo.

Ieri in un seminario a Stoccolma, Thomas Hammarberg ha informato di aver ricevuto una risposta dal governo tedesco, che gli intimano di non rendere pubblica (cosa tra l'altro impossibile secondo le leggi svedesi). Invece, ha raccontato al pubblico sul contenuto della risposta. La Germania sta insistendo nella sua politica di deportazione dei rifugiati verso il Kosovo. Nella risposta dicono che intendono deportare 2.500 rifugiati Rom all'anno, sino a quando tutti 10.000 avranno lasciato la Germania. E' tutto estremamente spaventoso. Thomas Hammarberg mi ha detto che intende visitare nuovamente il Kosovo nelle prossime settimane. Dopo, intende scrivere a tutti i governi europei (Svezia compresa) che intendono deportare rifugiati Rom verso il Kosovo per chiedere loro di fermarsi.

[...]

Irka Cederberg
Journalist
Davidshallsgatan 25 A S-21145 Malmö Sweden
Tel +46-40-232402
mobil +4670-6368817

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Di Fabrizio (del 08/02/2010 @ 08:57:56, in blog, visitato 2035 volte)

Segnalazione di Giancarlo Ranaldi

ParkingCasilino

(clicca sull'immagine per vederla in dimensione reale)

il futuro dell’area attualmente occupata dal Campo Rom Casilino 900 è un enigma: la versione ufficiale dice che diventerà parte del PARCO di Centocelle, altre voci dicono che sarà un PARCHEGGIO a servizio della linea C della metro, di certo c’è che, con il trasferimento del campo, la comunità Rom viene PARCHEGGIATA altrove, senza conoscere il suo futuro

quello che segue è la testimonianza degli ultimi giorni del campo raccontata dagli studenti della Facoltà di Architettura di Roma Tre

Roma, 19 gennaio 2010. L’amministrazione comunale dopo un anno di trattative con i rappresentanti della comunità e il Coordinamento Rom a Roma comincia lo sgombero del Casilino 900, dando così il via al Piano Nomadi. Il trasferimento del campo più grande d’Europa è proposto come esemplare, un modello da seguire per superare una volta per tutte la “questione Rom”, non solo nella capitale ma in Italia.

Ma ciò a cui stiamo assistendo non è la realizzazione di quelle promesse con cui l'amministrazione è riuscita ad ottenere la collaborazione dei Rom un anno fa: all'orizzonte non si vedono case, né a Roma né nelle provincie intorno, non c'è il nuovo campo in cui trasferire l'intera comunità senza smembrarla, un campo che sarebbe dovuto essere costruito dai Rom stessi, e che avrebbe dovuto avere aree dove fare il mercatino, spazi di incontro per la comunità, depositi per i materiali ferrosi, laboratori artigianali. Non si vedono né le cooperative né i progetti per l'inserimento lavorativo né i nuovi documenti di identità, in mano hanno solo delle strisciette di carta con la richieste di asilo umanitario, dopo essere scappati dalle guerre e aver vissuto quaranta anni in Italia. Dopo un anno la sensazione è che Rom siano lentamente scivolati in una trappola, la solita trappola, quella del campo, del container e dell’invisibilità.

Le famiglie del Casilino 900 verranno divise secondo la loro nazionalità, in quattro campi: via di Salone, via Gordiani, via Candoni e Camping Roman River. Accettano di trasferirsi senza opporsi, assistono alla demolizione delle loro case, vanno via senza alcuna garanzia sul proprio futuro. Oggi è iniziata la fine di Casilino 900, ma non della “questione Rom”, dell’annoso problema dei campi, che non si risolverà certo ammassando persone negli attuali campi già pieni, né creandone altri, sempre più periferici e sorvegliati.
Gli studenti della Facoltà di Architettura di Roma Tre raccontano la storia dello sgombero, attraverso le storie di chi ha lasciato o sta per lasciare il campo e attraverso gli oggetti che è stato costretto a lasciarsi dietro. Storie che nessuno ascolta, oggetti strappati alle grinfie di una ruspa. Storie ed oggetti di persone a cui stanno portando via la casa e il luogo in cui sono cresciuti in cambio di un futuro incerto, di cui non sanno quasi nulla, fatto di scatole di latta chiuse in recinti sorvegliati. Il nostro lavoro vuole raccogliere e proporre delle alternative, dimostrare che un’altra via è possibile ed è pure più conveniente, per i Rom e per tutti: l’autocostruzione, fuori da altri ghetti, oltre i recinti dei campi, verso un futuro in cui Rom e Gagè possano cominciare a conoscersi e a superare i reciproci pregiudizi, verso un'altra città da inventare insieme.

Questo blog intende avviare un Osservatorio per il Monitoraggio del Trasferimento del Casilino 900. Invitiamo tutti i cittadini e le associazioni che in questi anni sono stati vicini al campo a partecipare scrivendo a casilino900@googlegroups.com

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Di Fabrizio (del 07/02/2010 @ 09:38:04, in casa, visitato 2035 volte)

Segnalazione di Lina Bertorello (Le puntate precedenti QUI)

E' passato un anno dal febbraio 2009, quando la bidonville rrom sotto il ponte autostradale di Gazela, a Belgrado, fu vittima di un terribile incendio. Il sindaco approfittò dell'occasione per espellerne tutti gli abitanti. In aprile, vennero abbattuti i baraccamenti illegali del Blocco 67, a Nuova Belgrado. Il sindaco continua le sue operazioni di "pulizia sociale", ma i Rrom cacciati in provincia muoiono di fame e di freddo. Reportage a Vranje. Par Goran Antić

Vista del vecchio campo rrom di Gazela

Il solo accesso all'accampamento improvvisato di Vranje, 350 chilometri a sud di Belgrado, è un percorso fangoso che sale per la collina. Gli stessi abitanti hanno scavato dei percorsi nella terra per arrivare ai loro ripari.

La casa dove alloggiano Nasser Kamberi, 38 anni, sua moglie ed i loro tre bambini, due ragazze ed un ragazzo, è tipica: pareti nude senza intonaco, un tetto di lamiera coperto di plastica. I suoi bambini poco vestiti corrono nella neve del mese di gennaio, mentre i loro vestiti di ricambio, vecchi e strappati, si asciugano su una corda stesa.

"I bambini non possono andare a scuola in questa maniera, hanno vergogna di essere sporchi e malvestiti. Prima, a Belgrado, andavano a scuola. Qui, non hanno niente, né quaderni, né libri, né matite," spiega Irinka, la moglie di Nasser.

La vita era dura a Belgrado nell'accampamento illegale stabilito sotto il ponte di Gazela, ma la comunità si organizzava, faceva piccoli lavori, raccoglieva vecchi cartoni, faceva la selezione dei rifiuti per il riciclaggio.

Ascoltate il nostro servizio sonoro su Balkanophonie: Belgrade : hiver 2009, les Rroms de Gazela chassés par un incendie (in francese ndr)

Invece, a Vranje, non c'è nulla da fare. "Non c'è lavoro. I nostri bambini crepano di fame e viviamo di carità," racconta Nasser.

Le autorità di Belgrado hanno giustificato la pulizia dell'accampamento con la necessità di fare piazza pulita per la ricostruzione del ponte, che farà parte del famoso corridoio 10, che attraversa la capitale serba.

La decisione di spostare i Rrom è stata presa nel 2007, quando la Banca Europea per lo Sviluppo e la Ricostruzione (BERD), ha dato il suo benestare per assegnare i fondi per la ricostruzione del ponte alla condizione di spostare la gente che vi viveva sotto.

I Rrom sono stati ripartiti in diversi luoghi in provincia, secondo i loro vecchi indirizzi di residenza, con la promessa che le autorità locali li accogliessero in condizioni rispettabili.

I Rrom si sono lamentati delle loro condizioni presso le autorità serbe

Quanti si trovano a Vranje si sono lagnati presso il Ministero del Lavoro e gli Affari Sociali, denunciando le loro attuali condizioni di vita. La sola risposta che hanno ricevuto è stato che gli enti locali erano responsabili e dovevano occuparsi di loro.

l comune di Vranje sostiene di aver ricevuto più famiglie di quante aspettava e che non aveva fondi per occuparsi di tutti.

La famiglia di Dino Kamberović che conta tre persone fa parte di questi nuovi arrivi. Ha ricevuto un'assegnazione di realloggiamento da parte del governo di 140.000 dinari (circa 1500 euro), ma il denaro è scomparso molto rapidamente.

"Il denaro è finito in un batter d'occhio. Non avevamo più nulla ed avevamo bisogno di tutto. Ho speso denaro per mangiare, per gli abiti, per il riscaldamento e per il materiale scolastico di mio figlio di 10 anni", spiega Dino che non ha lavoro e la cui famiglia deve sopravvivere con gli aiuti sociali di 15.000 dinari al mese (circa 160 euro).

Miroslav Iljazović e le sei persone che compongono la sua famiglia vivono affianco, in una baracca senza finestre con un uno tetto in lamiera. Ha ricevuto soltanto 31.000 dinari (circa 300 euro) d'aiuto sociale in quest'ultimi sei mesi, e tutto è stato speso per comperare da mangiare.

È la stessa cosa per Velija Kamberović. Di 20 anni soltanto, è già il padre di quattro bambini che si appendono alle sue gambe e chiedono di mangiare. "Mangiamo una volta al giorno ed è magra. È duro per noi perché non abbiamo l'acqua corrente; i bambini si lavano una volta al mese".

A Vranje, sono arrivate persone due volte di più rispetto a ciò che era previsto

I Rrom si sono lamentati più volte della loro situazione presso gli enti locali ed il Ministero del Lavoro e degli Affari Sociali, ma nessuno ha prestato attenzione alla loro sorte. Il ministero li rinvia ai sindaci, ma lì non ottengono più attenzione. L'ultima volta che una delegazione è andato dal sindaco di Vranje, le guardie di sicurezza li hanno gettati fuori.

Branimir Stojancić incaricato degli affari sociali del sindaco di Vranje, ripete che ci sono più persone che sono arrivate per essere rialloggiate che non c'erano persone iscritte. "Avevamo una lista di 13 famiglie, e ne sono arrivate 29. Ci sono 16 famiglie che non erano iscritte e non possiamo aiutare tutta questa gente".

Le autorità provano a conservare un legame con questi nuovi arrivi. Il giorno di Vasilica, la festa celebrata da tutti i Rrom in occasione del nuovo anno ortodosso, il 13 gennaio, gli eletti locali hanno offerto cognac ai residenti del campo rrom di Gornja Čaršija.

Naser Kamberi non ha proprio apprezzato questo regalo. "Non abbiamo nulla da mangiare ed il sindaco ha denaro per offrirci cognac! Non ho bisogno di cognac, ho bisogno di prodotti alimentari, di abiti e di libri per i miei bambini! Avrebbero almeno potuto dare un pacco di Natale ai bambini".

A Belgrado, la ricostruzione del ponte Gazela non è ancora cominciata. I lavori potrebbero iniziare in primavera.


Allego un video con sottotitoli in inglese, trasmesso dalla rete serba RTS

Roma in Europe / EBU Documentary / MIGRATION from Milutin Jovanovic on Vimeo.

Gagi è residente nel nuovo insediamento rom. Qui risiedono i Rom che per decisione dell'Assemblea Cittadina di Belgrado, cinque mesi prima, li spostò dall'insalubre accampamento posto nelle adiacenze del ponte "Gazela". Guardando le riprese della squadra della Radio Televisione Serba - RTS che diverse volte registrava pellicole, a Gagi è cresciuto il desiderio di girare un film sui suoi vicini ed amici.

Gagi si fece prestare una videocamera ed andò a filmare. Però i vicini erano molto più propensi a parlare quando la videocamera era spenta, rispetto a quando Gagi con la videocamera accesa li interrogava sulla loro vita ed i problemi che affrontavano. Si può respirare l'atmosfera nell'insediamento attraverso le sue conversazioni con i vicini. Nelle parti dove non vengono date le risposte concrete, secondo il giudizio di Gagi, è lui stesso che si pone di fronte alla videocamera, spiegando lui stesso più dettagli della situazione.

Era intenzione di Gagi che il film fosse visto da qualcuno di RTS perché venisse trasmesso in TV. Spera che Milutin, il direttore film di RTS, lo aiuti. Milutin, [...] segue Gagi riprendendolo a su a volta nei sui sforzi di registrare la vita del suo nuovo insediamento. Storia ruvida su Gagi, le sue ambizioni, sui Rom ed i loro problemi, intervallata da diverse situazioni comiche [...]

Production RTS, December, 2009

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Di Fabrizio (del 07/02/2010 @ 09:30:52, in musica e parole, visitato 1611 volte)

Segnalazione di Juan Garcia Santiago

 Amalgama (♫) Flamenco Gitano (Hindustán/India & España)

Fotos: Culturas de India/ Gitanos/ Fusión.
Música: "Amalgama & Karnataka College of Percussion -
Ramamani (Vocales, Konakol)
Charo Manzano (Vocales)
Sheshikumar ( Kanjira)
Tunsi Beyer ( Ghatam, Tabil)
Xavi Turull (Tabla, ghatam, berimbau)
Juan Parrilla (flauta)
Jesús Losada (Guitarra Flamenca)
Antonio Ramos (Bajo)
Pau Martinez ( Congas)

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Di Sucar Drom (del 06/02/2010 @ 09:38:56, in blog, visitato 1642 volte)

Roma, iniziata la demolizione del Casilino 900
Al via la demolizione del Casilino 900: alle dieci di questa mattina, la prima baracca è stata abbattuta da una ruspa. Dopo il trasferimento di lunedì dei 120 rom da via Salone al "campo" di Castelnuovo di Porto, è partita l'operazione di esodo dal Casilino 900 a via Salone. Il "cam...

Roma, piano rom: Sant'Egidio sbatte la porta
Trasferiti contro la loro volontà e minacciati. Il "piano nomadi" è appena partito e, dopo le proteste di ieri in via Salone e gli abbattimenti delle prime baracche del Casilino 900 di oggi, si registra una clamorosa rottura. Il sindaco Gianni Alemanno plaude soddisfatto alla realizzazione di un ...

Roma, Najo Adzovic: data storica ma rimangono perplessità e paure
«Questa è l'occasione per fare una vita migliore dopo 16 anni vissuti al Casilino 900, e per essere spostati in un campo più igienico e attrezzato dove abbiamo anche alcuni parenti che ci aspettano. Siamo contentissimi». Sono le parole di Hakija Husovic, portavoce d...

Roma, la chiusura del Casilino 900? Uno spot elettorale
Situazione molto particolare si è creata a Roma con l’attuazione del cosiddetto “piano nomadi”, strutturato dal Comune e dalla Prefettura. Il primo dato che emerge è che i Rom non sono stati fatti partecipi di quanto stava succedendo, con il risultato che permangono paure e diffidenze. Ma non solo perché si è mortificato un processo partec...

Django, una piazza di Parigi per celebrare il più grande musicista sinto a cent'anni dalla sua nascita
Una piazza di Parigi, nel Nord della città, a due passi dal più celebre mercato delle pulci, quello della Porta di Clignancourt (XVIII arrondissement), ora porta il nome di Jean Baptiste Reinhardt, soprannominato Django (nella foto grande), il ...

Mantova, Porrajmos - Binario 1
Numerose sono le iniziative per il Giorno della Memoria, organizzate nella Provincia di Mantova. Come ogni anno l’associazione Sucar Drom, l’Istituto di Cultura Sinta e le Comunità sinte e rom mantovane invitano tutti alla commemorazione del P...

Di nuovo Il Giorno della Memoria tra pogrom e violenze contro i Rom e i Sinti
Di nuovo Il Giorno della Memoria sarà celebrato in tutta l’Italia e in tutto il Mondo. Il 27 gennaio 1945 l’Armata Rossa abbatteva i cancelli di Auschwitz ponendo fine alla persecuzione su base razziale subita da Sinti, Rom ed Ebrei in Germania, in Italia e nei P...

Romania, Amnesty International chiede al Governo rumeno di cessare gli sgomberi forzati delle famiglie rom
Amnesty International ha diffuso un rapporto sulla Romania, intitolato ‘Trattati come rifiuti. La distruzione delle case delle famiglie rom e i rischi per la loro salute in Romania’ e ha chiesto alle autorità di Bucarest di porre fine agli sgomberi forzati d...

Torino, una brutta storia
Sola, con padre e fratelli in galera, con una figlia di appena quattro anni e senza un soldo in tasca. Anna (nome di fantasia), giovane madre rom di 22 anni, ha chiesto aiuto a un caro amico di famiglia, un quarantenne italiano residente a Moncalieri. Lui l’ha aiutata, le ha prestato del denaro...

Mantova, il discorso del Sindaco per Il Giorno della Memoria
Mercoledì 27 gennaio si sono tenuti al Bibiena il consiglio comunale e provinciale congiunti al Bibiena. L’appuntamento era dedicato alla Giornata della Memoria. Hanno parlato il professor Stefano Levi Della Torre, docente del Politecni...

Guidizzolo (MN), strumentalizzazioni e xenofobia
La questione “Sinti a Birbesi” è deflagrata in maniera violenta in questi giorni nel peggior modo. Qualcuno sia nel cento-destra che nel cento-sinistra ha voluto strumentalizzare in chiave elettorale la volontà di persone serie e per bene, le famig...

Brescia, un progetto abitativo a rischio
La questione “Sinti a Birbesi” si è infiammata sempre di più tra strumentalizzazioni politiche e paure della gente amplificate da agitatori senza scrupoli. Attualmente nel Comune di Brescia è in atto lo scontro intestino tra il Pdl e la Lega Nord (insieme al governo d...

Milano, ennesimo sgombero nell'indifferenza e nel cinismo
Sgomberato a Milano un insediamento abusivo in via Rogoredo, sotto i ponti della Tangenziale Est. Il blitz è scattato alle 7.30 di ieri mattina ed erano presenti anche la Croce rossa e un medico della polizia locale che ha effettuato alcune visite durante l'operazione. Sono stati allontanati 90 r...

Andrea Riccardi: "Roma troppo dura con i poveri"
«A Roma c´è tanta durezza e poca sensibilità verso i più deboli. In questi anni sono aumentate le persone morte per strada e questo è un fatto rivelatore». La denuncia sociale è del fondatore della Comunità di Sant´Egidio Andrea Riccardi ieri al termine della messa ...

Brescia, un dramma frutto dell'ignoranza
Un dramma nel dramma sta scuotendo Brescia e la comunità Rom rumena. Una ragazzina di quattordici anni si è spostata con un ventiduenne, sieropositivo dall’età di cinque anni dopo una trasfusione a Bucarest. La Procura l'altro ieri ha arrestato il giovane, muratore di 22 ann...

Guidizzolo (MN), il Consiglio comunale vara una norma antiSinti
Il pubblico è quello dei grandi eventi. Sono usciti di casa, i guidizzolesi, con il sapore del caffè ancora in bocca e i piumini infilati di corsa sopra le felpe. Che non è il voto al bilancio, che verrà approvato a maggioranza, ad aver attirato decine di persone alla riunione del consig...

Guidizzolo (MN), una pagina nera per Mantova
Nel Consiglio comunale di Guidizzolo si è consumata una delle pagine più tristi della nostra provincia. In sintesi con una decisone lampo sono state modificate le norme urbanistiche per impedire a quattro famiglie di poter risiedere nella frazione di Birbesi, in un terreno ch...

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Di Fabrizio (del 06/02/2010 @ 09:01:49, in media, visitato 1599 volte)

In questi giorni ho rischiato la solita indigestione di notizie e buone parole sulla Giornata della Memoria. Non sarebbe male (anzi, credo che il suo scopo sia proprio questo) che questa Memoria si spalmasse su tutto l'anno e non su di una settimana. Riporto l'articolo che segue, perché dopo molte parole giuste e altrettanta retorica, mi sembra una descrizione sintetica e asciutta (un buon bigino, insomma) di cosa successe

Marsal@.it di Giorgia Troiani

Quello che è successo 65 anni fa è ben noto alla memoria collettiva, nonostante ciò penso sia bene ricordarlo ai più giovani e a chi poca memoria storica.
La data simbolica scelta è quella del 27 gennaio, perché proprio quel giorno, nel 1945, le truppe sovietiche dell'Armata Rossa arrivarono presso la città polacca di Auschwitz, scoprendo il campo di concentramento e liberandone i pochi superstiti.
Ad Auschwitz, come negli innumerevoli altri campi di concentramento e di sterminio creati dalla Germania nazista, erano stati commessi crimini di incredibile efferatezza.
Tra il 1939 e il 1945 si consumò in Europa la più grande tragedia della storia, nota col nome di Shoa, cioè lo sterminio del popolo ebreo e, non solo.
Tredici milioni di uomini vennero ridotti in cenere, uccisi, massacrati,
di questi, 6 milioni erano ebrei provenienti dall’Europa centro orientale, dalla Francia, dall’Olanda e dall’Italia, gli altri 7 milioni furono definiti dai nazisti untermenschen, cioè dei sottouomini: rom e sinti, più comunemente detti zingari, disabili, prostitute, alcolisti, omosessuali, malati di mente,
categorie non omologabili alla visione del nazifascismo.
Queste categorie incarnano l’idea di alterità, diversi da tutto ciò che è l’idea di buono. Intollerabile per la cultura nazifascista.
Il nazifascismo si basa su un elemento fondamentale:disuguaglianza tra gli uomini, dimostrata con pretese scientifiche.
Gli ebrei sono coloro che hanno rifiutato il Cristo, che non vogliono accettare la verità, hanno una coscienza attiva.
Mentre per gli zingari si tratta di a-sociali, perché non vivono secondo i criteri della cultura dominante, hanno un’idea altra di come si vive, sono pacifici, hanno valori di maggiore libertà, spregiudicatezza, e apertura nei confronti della vita.
Ancora oggi i rom sono indifesi e pochi sanno che lo status di vittime di nazifascismo non è stato ancora loro riconosciuto.
Quindi i crimini tremendi di violenza, di odio, non furono commessi solo contro il popolo ebraico e gli altri popoli e categorie “diverse”, ma in un certo senso contro tutta l’umanità, perché l’olocausto è stata la sconfitta dell’uomo e della sua intelligenza, giacchè usò il suo sapere per scopi criminali, tramutando quelle conquiste scientifiche e tecnologiche, di cui l’Europa era allora protagonista indiscussa, in strumenti per annichilire e distruggere intere popolazioni.
E’ bene non dimenticare che anche la concezione del fascismo in Italia è stata razzista, basti pensare alle leggi del 1938 in difesa della razza italiana, che causarono l’espulsione di tutti gli ebrei dalle scuole e dagli uffici pubblici.
A guerra finita quando il mondo “si svegliò” si domandò com’era stato possibile quel crimine così violento e soprattutto quali comportamenti e azioni mettere in atto per scongiurare che accadesse di nuovo.
Dalla consapevolezza dei crimini di cui il nazismo si era macchiato nacque nel 1948 la Dichiarazione universale dei diritti umani, promulgata dalle Nazioni Unite con lo scopo di riconoscere a livello internazionale i diritti inalienabili di tutti gli uomini in ogni nazione.
Su questa giornata sono stati scritti libri, articoli, e per me scrivere con la mia piccola penna significa far rivivere la mia memoria storica, perché sono convinta che la memoria serva per il passato, ma anche per il presente per costruire il futuro, un futuro migliore.

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Di Fabrizio (del 05/02/2010 @ 09:41:43, in Italia, visitato 2338 volte)

L'Espresso di Adriano Botta

La multinazionale francese viene accusata di comportamenti razzisti e di discriminazione dei disabili. Dopo un tam-tam in Rete, è costretta a modificare il sito ufficiale in cui invitava i clienti a segnalare eventuali nomadi vicino ai punti vendita. E intanto alle cassiere viene imposto di andare in bagno solo a una volta ogni quattro ore

Ad accorgersene è stato un blogger milanese, che - lo dice lui stesso - «non ci voleva credere». E invece era vero: tra i possibili disservizi che la catena di grandi magazzini Carrefour invitava a segnalare, c'era anche l'eventuale «presenza di nomadi» nei pressi dei loro punti vendita. Il tutto nel sito ufficiale (italiano) dell'azienda francese, presente con più di diecimila negozi in una trentina di paesi (65 ipermercati solo nel nostro Paese).

Il blogger che ha scoperto la vicenda ci ha riso (amaramente) su, suggerendo di aggiungere anche la possibilità di «segnalare l'eventuale presenza di ebrei, di omosessuali, di cinesi, di marocchini, giusto per non lasciare fuori nessuna categoria da discriminare». Ma, ironie a parte, la "tendina razzista" presente nel sito di Carrefour ha rapidamente fatto il giro della Rete, con inevitabili proposte di boicottaggio.

E così - seppur non ripresa da nessun giornale o canale televisivo - la questione dev'essere arrivata sul tavolo di qualche manager italiano, che ha rapidamente impartito l'ordine di far sparire la scritta razzista. E così è stato: dopo meno di 24 ore dalla prima segnalazione in rete, il sito era stato modificato.

Una grande vittoria per i blog, dunque, che con il loro tam-tam hanno costretto una multinazionale a tornare sui suoi passi.? Forse, ma una vittoria solo a metà, perchè Carrefour ha sì cancellato l'opzione razzista, ma zitta zitta, senza dirlo a nessuno. Nessun comunicato di scuse, nessuna ammissione di responsabilità. Il contrario esatto della trasparenza che oggi i consumatori -che sono anche cittadini - chiedono sempre di più a tutte le aziende.

Non è la prima volta che Carrefour impatta nella forza della rete, dopo una pessima figura; qualche tempo fa la madre di un bambino disabile denunciò
sul suo blog le umiliazioni subite dal figlio nel corso di un'animazione dell'azienda. In quell'occasione la Carrefour fu costretta a scusarsi pubblicamente, cosa che questa volta non ha (ancora?) fatto.

La stessa Carrefour è recentemente salita agli onori delle cronache per aver imposto alle proprie cassiere di andare in bagno non più spesso si una volta ogni quattro ore (LEGGI).

Due anni fa la stessa azienda aveva scatenato le proteste dei sindacati per aver sospeso i pulmini di trasporto dei dipendenti disabili nella sede di Paderno Dugnano, ritenendo il servizio «economicamente svantaggioso e non indispensabile».

Nel settembre scorso i grandi magazzini finirono al centro di un altro scandalo perché sui banconi venivano vendute bottiglie di alcolici con le effigi di Hitler.

A completare l'opera, l'azienda ha appena disdetto unilateralmente il contratto integrativo con i suoi dipendenti. Il Tutto mentre l'azienda festeggia in borsa un ottimo risultato di vendite e un aumento dei ricavi (LEGGI).

Insomma, Carrefour incassa ma non sembra curare molto la sua reputazione in termini di responsabilità sociale, pur essendo uno dei gruppi più grandi e potenti del mondo. O forse proprio per questo.
(04 febbraio 2010)

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Di Fabrizio (del 05/02/2010 @ 09:28:16, in musica e parole, visitato 1972 volte)

Da British_Roma

Travellers' Times

Zingari e Viaggianti possono spesso essere descritti nei libri per bambini, ma raramente si scrive di loro. Ma Hilda Brazil ha messo la penna sulla carta per trovare questo libro ed il risultato sta facendo strabiliare i genitori. Il suo libro Romany Johnny Joe racconta di come rospi e rane residenti a Toadville si stiano preparando per una prova di forza dove il detentore Romany Johnny Joe difende il suo titolo. Ma quest'anno deve affrontare il sindaco di Toadville, un rospo effettivamente molto grande, sir Burty Marshland.

Hilda lavora per il servizio della giustizia infantile del Consiglio della Contea del Surrey e si è dedicata a sfidare i pregiudizi che affrontano i giovani Zingari e Viaggianti. "Non ho avuto una grande istruzione," dice, "ma questo non significa che non avevo una grande immaginazione. Con l'aiuto di un computer e di un correttore ortografico ho provato che chiunque può produrre un libro."

Pubblicato da Athena Press, il libro è un saggio racconto su come uno sfavorito può affrontare un avversario più potente. Corredato da illustrazioni che i bambini possono colorare, sta attirando genitori dalla Gran Bretagna e dall'Australia sul sito Amazon.com. Un acquirente soddisfatto, O.J Barwick ha scritto:

"E' una storia affascinante dove lo sfavorito vince contro tutti i pronostici! Progettato per bambini dai sei ai dieci anni, si rivolge a tutti quanti pensano che la sorte sia contro di loro. E' anche un libro scritto da una Romanichal che conosce l'arte diraccontare le storie, con riferimento alla passata vita rurale ed alle tradizioni. Puntualizza con garbo gli errori del pregiudizio e della discriminazione. Sarebbe indicato per le scuole primarie che hanno bambini Viaggianti e per quelle che non ne hanno!

[...]

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Di Fabrizio (del 04/02/2010 @ 09:39:20, in media, visitato 2724 volte)

Ricevo da Daniela De Rentiis in data 3 febbraio

 (il link per chi legge da Facebook)

Carissimi,

Come ieri sera a Zelig Enrico Brignano ha sparato a zero sui rom.
Non è stato scherzoso, né gentile, né tantomeno riguardoso nei confronti dei rom di tutta Italia.
Dobbiamo fare qualcosa!!
Se comincia a passare il messaggio, attraverso la satira, che "gli zingari ladri vogliono prendere dall'Italia per portare altrove" dove andiamo a finire?

Teniamoci in contatto

Daniela

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Di Fabrizio (del 04/02/2010 @ 08:41:37, in Italia, visitato 2892 volte)

Corriere della Sera cronaca di Roma

IL Caso in un locale vicino al campo nomadi della martora
«Due euro per un caffè, se sei rom»
Per tutti gli altri solo 75 centesimi
Conto con sovrapprezzo per una nomade in un bar a Tor Cervara: costa caro così ve ne andate da un'altra parte

Lo scontrino del caffè: due euro (Brogi)

ROMA - Via di Tor Cervara, un bar. Siamo nella periferia est di Roma, tra Tiburtina e Collatina, vicino al Raccordo anulare. Ma anche nei pressi dell’ufficio immigrazione della questura di Roma e del quartier generale della Guardia di Finanza. Vicino c’è infine un campo nomadi, quello della Martora. In fila alla cassa, per un caffè. Costa 75 centesimi, annuncia la tabella in mostra alle spalle della giovane cassiera italiana. Diamo un euro, in cambio di uno scontrino e di 25 centesimi di resto.

CONTO DIVERSO - Poi tocca a una nomade. Chiede un caffè anche lei. «Due euro», è la risposta. «Ma come?», protesta la donna. «Ieri costava un euro e cinquanta. Oggi due?». Imperturbabile la cassiera ribatte: «Sono due euro». La direttiva deve essere molto netta. Caffè a due euro. La nomade paga, lo scontrino indica come voce dell’acquisto la categoria «varie». Accanto ci sono due agenti, stanno acquistando cartelle del Superenalotto alla vicina cassa, sono indaffarati, forse non sentono. Eppure la nomade ha protestato alzando un po’ la voce.

Il bar in via di Tor Cervara (Brogi)

IL SOVRAPPREZZO - Va avanti così da tempo. Finora era un euro e mezzo, oggi (mercoledì 3 febbraio) è addirittura scattato un ulteriore sovrapprezzo. La banconista addetta alla macchina del caffè è una giovane rumena, alla nomade rumena come lei (ma rom) serve il caffè richiesto in un bicchierino di plastica. Tutto avviene in silenzio ora. Non è la prima volta che succede. La nomade lavora come operatrice di una cooperativa per la scolarizzazione dei bambini rom. Se ne va via col suo bicchierino di plastica in mano e lo scontrino che registra il prezzo del caffè probabilmente più caro d’Italia.

LA SPIEGAZIONE - Una volta fuori la nomade spiega: «Un giorno me l’hanno anche detto chiaro e tondo, il caffè costa caro perché così ve ne andate da qualche altra parte…». Sono appena passate le 15,12, dice lo scontrino, e in via di Tor Cervara si è ripetuta una scena che i rom considerano abituale. Tra gli operatori della cooperativa la vicenda infatti è più che nota, sono state fatte anche segnalazioni a quanto riferiscono alle forze dell’ordine, i controlli si sarebbero arenati di fronte al fatto che ogni esercente fa quello che vuole. Questo il succo degli interventi effettuati. Però, ricordano gli operatori della cooperativa in cui è ingaggiata anche la nomade, la tabella dei prezzi esposta dovrebbe pur contare qualcosa…

Paolo Brogi
03 febbraio 2010

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