Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 12/05/2010 @ 09:40:44, in Italia, visitato 1600 volte)
Ricevo da Roberto Malini
Pesaro, 7 maggio 2010. Basta cercare su google "Pesaro" e "Rom" per
rendersi conto di come sia difficile, per le famiglie Rom, sopravvivere
nella città di Rossini! E pensare che proprio il grande operista scrisse in
una lettera di trovare grande ispirazione osservando il modo di vivere
semplice e creativo degli "zingari"! Dopo tanti sgomberi senza alternative
di alloggio, dopo i lutti e i drammi umanitari causati dalle politiche
anti-Rom attuate dalle autorità pesaresi, che hanno destato preoccupazione
da parte dell'Alto Commissario Onu per i Diritti Umani e del Consiglio
d'Europa, dopo tanta intolleranza, un nuovo episodio mette in dubbio
persino i diritti basilari dell'infanzia. Elisabetta (nella foto con le
figlie) e il marito Zeljko sono Rom di origine iugoslava, fuggiti da una
condizione di povertà ed emarginazione nel loro Paese. Vivono da diversi
anni a Pesaro, dove l'uomo ha lavorato duramente, sconfiggendo con l'impegno
e l'onestà il clima di intolleranza e riuscendo a vivere dignitosamente in
una casa. Le loro due bambine sono nate nel capoluogo marchigiano. "Mio
marito, però, ha perso il lavoro," racconta fra le lacrime Elisabetta, "e
non è più riuscito a trovare un'occupazione. Così abbiamo perso tutto. Ci
hanno dato lo sfratto ed è venuto l'ufficiale giudiziario a intimarci di
lasciare la casa entro sette giorni. Il comune non ci aiuta e non sappiamo
come fare. In altri Paesi le famiglie con bambini vengono aiutate a superare
i momenti difficili, ma per noi non c'è niente. Se non ci dessero una mano
alcuni cittadini pesaresi, non avremmo neanche un po' di pane e latte con
cui sfamare le bambine". La famiglia è disperata. Si è data da fare in ogni
modo per superare il drammatico frangente. "Siamo disposti a lavorare per
metà della paga che darebbero a un italiano," continua Elisabetta, "ma
nessuno ci dà un'opportunità. Se il comune ci aiutasse solo per un po',
finché mio marito non trova un altro lavoro, saremmo grati al sindaco per
tutta la vita. Invece niente. Abbiamo anche provato a chiedere l'elemosina,
perché con due bambine non importa neanche la nostra dignità. Ma non c'è più
speranza". La famiglia ha deciso, così, di tornare a Belgrado, da dove fuggì
anni fa. Preferisce affrontare un futuro incerto piuttosto che trovarsi in
mezzo alla strada, esposta alle politiche anti-Rom, come tante sfortunate
famiglie e ad aggressioni da parte di razzisti, sempre più frequenti nel
nostro Paese. Il Gruppo EveryOne è vicino alla famiglia e avvia oggi una
raccolta fondi urgente per consentire ai genitori e alle due bambine di
rinnovare i documenti e tornare a Belgrado. "Chiunque voglia aiutare la
famiglia a tornare in Iugoslavia ci contatti," concludono gli attivisti,
"all'indirizzo email
info@everyonegroup.com o al telefono 331 3585406. Forniremo ai donatori
nome e cognome di uno dei genitori, cui è possibile inviare l'offerta con
Western Union o MoneyGram". [...]
Per ulteriori informazioni:
Gruppo EveryOne
+39 331 3585406 :: +39 393 4010237
info@everyonegroup.com :: www.everyonegroup.com
Segnalazione di Alessandra Meloni
(clicca sulla foto per vedere anche le altre immagini)
Ha festeggiato ieri cento anni nel campo di via Germagnano Nefa Husenovic,
«la nomade più vecchia del mondo», azzardano gli operatori del Comune presenti
alla cerimonia, spiegando che l'età media dei rom non supera i cinquantacinque
anni.
Tra i regali ricevuti anche il permesso di soggiorno, portato dagli operatori
dei Servizi sociali della Circoscrizione 6.
Nefa sta bene e fino a qualche mese fa andava da sola in centro, davanti alla
Consolata, a fare «mangel», cioè a chiedere l'elemosina. È nata suddita di
Francesco Giuseppe imperatore d'Austria e quand'era bambina, alle porte di casa
sua, l'ex Jugoslavia, premeva l'Impero Ottomano.
Terribili i ricordi delle due guerre mondiali: soprattutto la Seconda,
durante la quale ha passato insieme al marito Chamil e alla famiglia cinque anni
nascosta nei boschi della Bosnia.
Nefa è venuta in Italia negli Anni 70, prima a Milano, poi a Torino, ma parla
pochissimo l'italiano. Oggi vive in una casetta del campo, attorniata e accudita
soprattutto dai nipoti (sono circa un centinaio) e pronipoti.
Il campo di via Germagnano è nato nel 2004 in sostituzione di quello dell'Arrivore
ed è abitato da duecentocinquanta rom slavi. «È un campo tra i più tranquilli -
dice don Fredo Olivero, direttore dell'ufficio migranti della diocesi - gli
uomini lavorano recuperando ferro vecchio coi loro furgoni, ma non sono più così
attenti alle tradizioni, che vengono ancora custodite dalle donne». Negli ultimi
anni sono stati segnalati solo alcuni furti commessi dai membri di questa
comunità.
«L'integrazione però è un affare complicato - dice Eligio Benci dell'ufficio
nomadi di Palazzo Civico - e i contatti con il quartiere sono minimi, anche
perché la zona è isolata»: accanto al campo ci sono solo i rifiuti della
discarica e la superstrada per Caselle.
I bambini rom frequentano le scuole, soprattutto quelle di Barriera, la
Novaro e le succursali Levi e Abba, mentre all'interno del campo è stato
allestito in micronido dove alcune educatrici si prendono cura dei più piccoli
insieme alle mamme nomadi.
Di Fabrizio (del 12/05/2010 @ 09:10:33, in scuola, visitato 1449 volte)
Segnalazione di Tahar Lamri
Conferenza dei Rettori delle Università
italiane
(Aprile 2010) L'UNAR - Ufficio Nazionale
Antidiscriminazioni Razziali e la CRUI bandiscono per il quarto anno un premio
per dottorati di ricerca con l'obiettivo di diffondere negli Atenei italiani la
cultura della partià di trattamento e delle pari opportunità.
Il premio è destinato alle tre migliori tesi di dottorato di ricerca, già
discusse con esito positivo a partire dall'anno 2008, aventi a tema studi
finalizzati ad accrescere la conoscenza e l'approfondimento scientifico dei temi
della promozione della parità di trattamento indipendentemente dalla razza o
dall'origine etnica o dall'appartenenza culturale o religiosa e del contrasto ad
ogni forma di discriminazione razziale, con particolare riguardo ai luoghi di
lavoro, alle periferie urbane, alle giovani generazioni.
Bando completo
Domanda di partecipazione
(scadenza 31 maggio 2010)
Stamattina, per l'ennesima volta è stato sgomberato l'insediamento di
via Cavriana a Milano.
Come al solito, sono stati demoliti i loro ripari e tutti gli averi degli
occupanti sono stati distrutti. I Rom sono senza alcun riparo sopra la loro
testa, tra loro una donna gravida e con un bambino di un anno, ed un'altra con
un bambino di 3 mesi.
Il Gruppo Sostegno Forlanini, che da due anni e innumerevoli sgomberi
sta seguendo quelle famiglie, è attrezzato per ricomporre il campo, ma
rivolge un appello a tutti i cittadini: C'è bisogno URGENTE di:
Tende,
coperte, vestiario, scarpe e materassi
Contattare Fiorella 347-27.72.955
Di Fabrizio (del 11/05/2010 @ 09:54:40, in casa, visitato 1479 volte)
Caro [...],
grazie per aver firmato l'appello per la sospensione e revisione del "Piano
nomadi" a Roma. Insieme a te, in Italia più di 8000 persone hanno firmato
l'appello al Prefetto Pecoraro e oltre 62.000 in tutto il mondo. Questi
risultati ci indicano quanto sia importante continuare ad opporsi all'attuazione
del "Piano nomadi" prima che possa essere replicato in altre regioni italiane e
in altri Paesi europei.
Per questo motivo porteremo il tema delle violazioni dei diritti umani nei
confronti delle comunità rom anche alla Marcia per la pace Perugia -
Assisi.
La Marcia si aprirà con una ruspa e uno striscione con la scritta "I diritti
umani non si sgomberano". La nostra sarà una presenza forte, visibile,
importante. Sarà un'occasione imperdibile per continuare a raccogliere firme e
per sensibilizzare l'opinione pubblica su un tema che, in genere, si preferisce
ignorare piuttosto che affrontare.
Se hai la possibilità di partecipare e vuoi marciare insieme a noi, contattaci
all'indirizzo action@amnesty.it o al
telefono 328 7412913. Ti ricontatteremo per darti tutti i dettagli logistici e
indicarti gli appuntamenti previsti.
Se sei distante da Perugia, non ti preoccupare! La Tavola della pace ha
organizzato pullman praticamente da tutta Italia.
Unisciti a noi e potrai continuare a dare il tuo contributo per i diritti dei
rom in Italia!
Scopri cosa c'è di nuovo sulla community:
http://www.iopretendodignita.it/crazycrossing
Lunedì 17 maggio alle h. 21.00 c/o Equatore, via Marta Tana 3 , Castiglione delle Stiviere
Gipsy Blood di Paul Polansky, 2005
Toccante documentario sui campi profughi Rom di Mitrovica, gestiti all’ONU,
dove sono internate più di mille persone. Questi campi costruiti nel 1999 in
zone malsane e inquinate dovevano rimanere attivi per pochi mesi. Da allora ad
oggi tante persone sono morte a causa dell’avvelenamento da metallo pesante.
Contaminazione che colpisce in particolar modo i bambini...
Ne parliamo con Igor Costanzo, amico di Paul Polansky, colpito dai suoi racconti
sul campo di Mitrovica, è andato a visitarlo e ci parlerà di quello che ha visto
in prima persona....
Di Fabrizio (del 11/05/2010 @ 08:55:27, in Italia, visitato 1782 volte)
Una rondine, si diceva, non fa primavera. Ma ormai queste
rondini crescono, sono voci sempre più alte, e interroganti. L’amministrazione
comunale di Milano (e altri) tuttavia non sembra udirle. Oppure le avvelena,
come fa con l’aria l’acqua il suolo. E il clima sociale della città. La
primavera è incerta, esitante ancora, ma avanza. Ciao, Ernesto Rossi
Gent. Sig. Sindaco,
mi chiamo don Matteo Panzeri e sono un sacerdote che opera da otto anni a
Milano, zona San Siro.
Occupandomi di umanità, ho ritenuto da sempre di dovermi interessare anzitutto
di quanti sono prigionieri di varie forme di povertà.
Tra costoro, un numero molto elevato e complesso di persone, mi sono occupato
anche di Rom.
La domanda che vorrei porLe è la seguente:
il Suo vicesindaco da tempo sbandiera con soddisfazione il numero elevato di
sgomberi di insediamenti abusivi (circa 210) effettuati in due anni.
Tale affermazione, a mio avviso, è dimostrazione intrinseca di una politica
fallimentare.
Se infatti la strategia degli sgomberi avesse avuto successo, ad un certo punto
avrebbero dovuto smettere.
Inoltre se veramente, come pare, uno sgombero costa all'amministrazione circa
30.000 euro, ciò significherebbe più di sei milioni di euro spesi per un'azione
che di fatto non ha risolto il problema.
Come raccontano le iniziative di Mantova, Bologna e Venezia, politiche di più
seria ed incisiva integrazione non solo hanno permesso la dismissione dei campi
rom di quei comuni ma, a molto minor costo, hanno risolto la problematica al
punto che, come pare, non sono stati necessari ulteriori nuovi campi (a fronte
di alcun nuovo insediamento abusivo).
Non sono interessato a polemizzare: conosco la complessità della materia. Mi
chiedo solo se l'emergenza non si possa gestire in modo meno traumatico per le
persone coinvolte, meno dispendioso per l'amministrazione, meno riprovevole per
le organizzazioni internazionali e, tutto sommato, più intelligente.
Grazie per l'eventuale risposta.
Cordialmente, assicurando preghiere per Lei e i Suoi collaboratori,
don Matteo Panzeri
c/o Parrocchia S. Elena
Di Fabrizio (del 10/05/2010 @ 09:48:57, in casa, visitato 1593 volte)
ERRC - European Roma Rights Centre (organizzazione internazionale che lavora per
combattere le violazioni e le discriminazioni dei diritti dei rom) e NAGA hanno
inviato una lettera alle principali istituzioni di tutela dei diritti umani,
europei ed internazionali, per l’ondata, senza precedenti, di sgomberi forzati
di famiglie rom e sinti a Milano.
Dal momento che, nel solo 2010, le autorità milanesi hanno ordinato ed eseguito
almeno 61 sgomberi forzati, lasciando più e più volte le famiglie rom e sinti
per la strada, ERRC e NAGA hanno richiesto con urgenza al Commissario per i
Diritti Umani del Consiglio d’Europa, allo Special Rapporteur ONU
sull’abitazione e all’Agenzia dell’Unione Europea per i Diritti Fondamentali, di
denunciare pubblicamente le gravissime violazioni di diritti umani e di
organizzare una missione di emergenza in Italia.
Il testo completo della lettera è disponibile sul sito di ERRC: (QUI, pdf in inglese ndr). La stessa lettera è stata mandata, per
conoscenza, al Ministro degli Interni Maroni
Per maggiori informazioni
NAGA 02 58 10 25 99 - 349 16 033 05 – 349 16 02 391 -
naga@naga.it
Di Fabrizio (del 10/05/2010 @ 09:43:47, in casa, visitato 1921 volte)
Segnalazione di
Alberto Maria Melis
L'Unità di Massimo Franchi
La notizia è di ieri. Il prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro, in qualità però di
delegato per l'emergenza nomadi, ha pubblicato un bando per l'acquisto di aree
private da attrezzare a campi rom. Non trovando (o trovando pochissime) aree
comunali da riconvertire, l'unica soluzione è pagare qualche privato disposto a
vendere o affittare (a prezzo d'oro naturalmente) al Comune il suo terreno.
Il Nimby (Not in my back yard, non nel mio giardino) passa dalle centrali
nucleari e le discariche di rifiuti ai campi rom. Nessun municipio romano (di
destra e di sinistra) si è detto disponibile: troppo forte la paura di trovarsi
la gente in piazza ad urlare contro "gli zingari che rubano e portano le
malattie".
E così le migliaia di rom RESIDENTI a Roma (i Bartali di oggi) sono ancora alle
prese con una vera e propria deportazione senza fine. Finito lo show televisivo
della chiusura del Casilino '900 (il più grande campo di Roma, ora a
disposizione dei costruttori per l'ormai proverbiale speculazione edilizia) ci
sono famiglie che sono state spostate in strutture con persone di etnia diversa,
riavvicinando nuclei in guerra fino a pochi anni fa, allontanando i bambini a 25
km dalla scuola in cui andavano con gioia e profitto.
Ora finalmente le cose si metteranno a posto. A guadagnarci saranno i soliti
noti: gente piena di soldi che abita in centro, a debita distanza dai campi
stessi. Guadagnano sui rom e sulla paura. E sono contenti.
DOMENICA 16 MAGGIO DALLE 18,00:
PRESSO LA SALA CIVICA COMUNALE A GARBATOLA DI NERVIANO (MI)
Proiezione del film-documentario Opera Gagia (del regista Antonio Bocola)
Intervento di Maurizio Pagani (Opera Nomadi Milano, associazione promotrice
della partecipazione diretta di Rom e Sinti nel confronto con le istituzioni per
la tutela dei loro diritti )
A seguire Aperitivo con Buffet e concerto di musiche balcaniche.
Iniziativa organizzata dal Collettivo Oltre il Ponte in collaborazione con
Convergenza delle Culture Milano.
Cosa sappiamo noi "gagè", di questo popolo dopo cinque secoli di convivenza?
L’ 8 Aprile era la Giornata Mondiale del popolo Rom qualcuno se n’è accorto?
Il primo passo verso un "Integrazione senza assimilazione" è la conoscenza
reciproca, per combattere stereotipi e pregiudizi, che scopriremo essere
clamorosamente falsi.
Diffidiamo dai media che contribuiscono a creare, con un’informazione distorta,
la convinzione che la maggior parte dei rom in Italia siano rumeni e vivano nei
campi, troppo spesso l'errore di un singolo porta alla condanna di un popolo
intero.
Vogliamo ricordare a chi urla "…mandiamoli a casa loro" che il 60% di Rom e
Sinti presenti sul nostro territorio hanno la cittadinanza italiana e quindi
sono già a casa loro!
Condanniamo la politica degli sgomberi e dei campi che non fa altro che creare
emarginazione e clandestinità.
|