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mercoledì 7 dicembre 2011 FINALMENTE. FINALMENTE QUALCOSA SI STA MUOVENDO, LA 
FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME E' FINALMENTE RIUSCITA A FARSI SENTIRE DAL 
GOVERNO, SPECIALMENTE DAL MINISTRO ANDREA RICCARDI PER LA COOPERAZIONE 
INTERNAZIONALE E L'INTEGRAZIONE, E DAL SENATORE PIETRO MARCENARO, PRESIDENTE 
DELLA COMMISSIONE DIRITTI UMANI DEL SENATO E DALLA VOCE PRESIDENTE DEL SENATO 
EMMA BONINO
LA FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME E IL SUO DOCUMENTO CON I SUOI NOVE PUNTI 
PRESENTATO AL SENATO
Prima di parlare dei nove punti che la maggioranza dei sinti e dei rom ci hanno 
chiesto di includere nel documento, voglio specificare che oggi noi sinti e rom 
non riconosciamo nessuna persona che non sia d'etnia sinta o rom che si 
autodefinisce portavoce, intermediario o legale rappresentate di sinti e rom, 
oggi siamo noi i diretti portavoce, intermediari e legali rappresentati di noi 
stessi, perciò chi , non sinti o rom si proclama tale, noi non lo riconosciamo.
Ma se accompagnato da due persone sinte o rom con una delibera sottoscritta da 
tutti i sinti e rom membri dell'associazione o da più persone singole sinti e 
rom, questo potrebbe essere rivisto.
Il motivo di Questo è per tutto il lavoro INUTILE che tantissimi portavoce, 
intermediari hanno fatto in tutti questi anni, sinti e rom si trovano ancora 
oggi rinchiusi in enormi campi nomadi o sgomberati senza nessuna soluzione 
alternativa, e tantissimi ancora oggi nell'anno 2011 alle porte del 2012 si 
trovano senza i servizi di prima importanza come l'energia elettrica, l'acqua 
potabile, sevizi igienici e un tetto dove ripararsi dalla intemperie, oggi noi 
non vogliamo e non ci servono dei portavoce, ma ci servono delle persone che 
vogliono lavorare tutti insieme, sinti, rom e popolazione maggioritaria. Per 
questi motivi noi della federazione rom e sinti insieme abbiamo presentato 
questo documento nella sala stampa della Camera e al Senato il 9 novembre 2011, 
con i seguenti punti che vi voglio illustrare con parole più significative.
*
il primo punto il lavoro, non meno o più importante dei nove punti, ma vitale 
per il proseguimento alla vita. Il problema lavoro: per i Sinti e Rom scarseggia 
per svariate cause, primaria e la più grande e la discriminazione razziale, solo 
essendo d'etnia Sinti e Rom diventa quasi impossibile trovare lavoro,( se non si 
nasconde la propria etnia d'appartenenza), poi la brutta reputazione che dura da 
circa 1000 anni, solo il nome "zingari" fa ancora tremare parecchia gente, la 
diffidenza in ambo le parti, la mancanza di diplomi, la scarsa conoscenza dei 
lavori proposti, la scarsa conoscenza della lingua italiana, nessuno vuole come 
partner di lavoro un sinto o un rom e altre molte varie ragioni.
Per questi motivi noi chiediamo di avere la possibilità di intraprendere e poter 
lavorare in proprio, con i nostri lavori tradizionali, riportandoli alla 
conoscenza non solo ai nostri figli ma a tutta la popolazione maggioritaria, ma 
per riuscire abbiamo bisogno di ottenere dei aiuti e dei finanziamenti comunali, 
provinciali, regionali e statali, per poter supportare i nostri lavori 
tradizionali, come lo spettacolo viaggiante, la musica sinta e rom, 
l'artigianato e tutto quello che oggi "per forza dei cambiamenti" e stato 
dimenticato, come i cestinai, fiorai, ombrellai e tanti altri che ogni persona 
sinta e rom anziana ci potrà aiutare a portarla alla luce e farla imparare ai 
nostri giovani.
In alternativa e la costituzione di cooperative sociali costituite direttamente 
dai sinti e dai rom, dove potere assumere personale sinto o rom nell'ambito del 
lavoro di giardinaggio, pulizie in generale, raccolta materiale ferroso ecc. 
ecc. ma supportati dai propri comuni, provincie e regioni che dovranno trovare 
un sistema ad aggiudicare i lavori a detta cooperativa senza dover ricorre a 
bandi molto difficili per i sinti e rom, intraprendendo questa strada si porta 
la conoscenza ai giovani che entrando in queste tipologie di lavoro imparano, 
così che l'aiuto del comune provincia regione stato un giorno non serva più.
Ma se si vuole davvero aiutare i sinti e i rom che vogliono lavorare, si devono 
agevolare rilasciando anche dei permessi di sosta provvisoria su tutto il 
territorio italiano, eliminando tutti i divieti di sosta alle roulette, camper e 
nomadi per tutti i sinti e rom che li richiedono per poter lavorare con i propri 
lavori tradizionali, ai musicisti, ai giostrai e circolanti, alla predicazione (MEZ) 
in assoluta liberta.
Solo percorrendo queste strada si potrà ridare il lavoro perso alla maggioranza 
dei Sinti e Rom.
*
Per secondo e L'abitare, questo e un altro grandissimo problema di tutti i sinti 
e rom, che grazie ai sgomberi senza alternative, la mancanza di servizi 
principali come l'acqua, l'energia elettrica, i servizi igienici e il 
riscaldamento invernale, porta ai sinti e rom la scarsa e corretta frequenza 
scolastica, ciò impedisce loro i diplomi occorrenti ad un lavoro per il prossimo 
futuro. Porta la scarsa ricerca del lavoro, perché impossibile riuscire a 
trovare un lavoro definitivo non avendo nessuna abitazione definitiva e regolare 
con un indirizzo civico, dove poter essere a disposizione del datore di lavoro, 
un altro input negativo al lavoro e avere l'indirizzo di un campo nomadi, ciò 
rende ancora più difficile a trovare un qualsiasi lavoro.
E per queste ragioni che noi della federazione nazionale rom e sinti insieme, 
chiediamo la Moratoria degli sgomberi senza alternative. Applicazione dei 
Progetti per la chiusura dei cosiddetti "campi nomadi" attraverso soluzioni 
diversificate quali la realizzazione delle microaree famigliari attrezzate, 
composte da genitori e figli con un regolare indirizzo civico senza definirlo 
campo nomadi, villaggio ecc. dove poter continuare e salvaguardare la tradizione 
e la cultura dei sinti e rom nativi in Italia da decenni, ma anche perché ci 
sono tante persone gagge che dichiarano che avere dei sinti o rom come vicini di 
casa e viverci con armonia e una cosa impossibile, perciò la creazione delle 
microaree e un bene per noi, ma soprattutto e un bene anche per la popolazione 
maggioritaria che non vogliono vivere e avere dei vicini di casa sinti e rom.
*
Un altro progetto concreto, positivo e forse il migliore perché non sperpera 
denaro pubblico e non costa nulla al comune, provincia, regione e stato, perché 
un terreno agricolo e una propria proprietà poco onerosa e a portata di tutti i 
sinti e rom, da notare che già da parecchi anni moltissime famiglie sinte con 
grande successo sono riusciti ad uscire dai campi nomadi grazie all'acquisto di 
un terreno agricolo come tipo di abitazione, ed è perciò che chiediamo La 
Modifica del Testo Unico 380/2001 che proibisce l'installazione anche di 
roulotte mobili su terreni agricoli.
*
Chiediamo anche e soprattutto da subito, la Sospensione della Delibera 67/2010 
dell'Autorità per l'energia elettrica, fino a che non si trovi un alternativa al 
riscaldamento usato dalla maggioranza dei sinti e rom, questa delibera e 
arrivata così all'improvviso che i sinti che usavano l'energia elettrica a forfè 
per il proprio riscaldamento, non hanno avuto il tempo necessario a trovare 
delle soluzioni alternative a riscaldarsi, oggi con questa delibera per i sinti 
e impossibile usare l'energia elettrica per riscaldare le proprio abitazioni 
perché troppo oneroso, perciò le problematiche riguardo il riscaldamento sono 
immense.
*
Salvare la cultura dei sinti e rom e importante quasi come la casa e il lavoro, 
perché senza cultura non ai più nessuna provenienza, famiglia e popolazione, 
senza cultura non ti rimane più niente, e grazie ai cambiamenti del progresso, 
la cultura dei sinti e dei rom sta scomparendo, oggi se si chiede ad un giovane 
sinto o rom che cosa vuol dire cultura non sanno risponderti, ed e per questo 
che chiediamo nel nostro documento il sostegno agli artisti Sinti e Rom, la 
predisposizione di una campagna nazionale di conoscenza degli apporti culturali 
offerti da Sinti e Rom alla cultura italiana ed europea e l'inserimento di 
artisti Rom e Sinti nei maggiori eventi nazionali, solo cosi potremmo salvare la 
nostra cultura e portarla alla conoscenza della popolazione maggioritaria.
*
La scuola, la causa principale "come dicevo prima" e l'Habitat insufficiente, 
essere sgomberato ogni mese per non dire giorno, impedisce ai nostri figli la 
regolare frequenza scolastica, il non riuscire ad ottenere un diploma per 
svolgere un normale lavoro di tutti i giorni, come si può trovare lavoro senza 
saper scrivere e leggere, senza saper fare i conti, e senza sapere tanto altro, 
come si fa.
Le cause sono molteplici, e la più brutta e odiosa e la causa della 
discriminazione razziale, ci sono maestri e direttori che permettono e applicano 
a bambini di 6 / 12 anni, il razzismo nelle scuole elementari, anche se sentono 
e vedono che i bambini delle popolazione maggioritaria prende in giro il bambino 
o bambina sinta o rom fanno finta di niente, Molte volte sono messi all'ultima 
banco, non vengono mai interrogati e non interessa se imparano, ci sono bambini 
sinti e rom che frequentano la 5 elementare senza saper ne leggere e scrivere, 
questi bambini non riescono a frequentare regolarmente la scuola perché non 
hanno nessun input a farlo, non ci sono amici gagge o maestri che rafforzano la 
loro voglia di imparare e frequentare la scuola, anche se dei bambini riescono a 
far amicizia con i bambini sinti o rom ci pensano i loro famigliari a farli 
smettere quell'amicizia, i stessi bambini ci chiedono il perché non ci sono 
libri che parlano dei sinti e rom, della loro storia, da dove arrivano, le 
guerre vissute dai sinti e rom, l'olocausto subito dai sinti e rom, tutto questo 
nelle scuole non c'è, forse questo e il motivo principale che oggigiorno 
tantissime persone non sanno nulla dei sinti, per questo e tanto altro chiediamo 
tramite il documento l'Introduzione nei programmi scolastici di elementi della 
storia e cultura dei Sinti e dei Rom, con particolare attenzione 
all'anti-discriminazione, la Predisposizione con la collaborazione delle 
associazioni Rom e Sinte di un piano Nazionale per l'istruzione dei bambini Rom 
e Sinti e per la formazione dei docenti.
*
Chiediamo soprattutto: La partecipazione diretta di sinti e rom nelle decisioni 
che riguardano gli stessi, se ci guardiamo in giro non troveremo mai un sinto o 
un rom nella scuola, nei uffici comunali, provinciali, regionali e statali, 
nemmeno come custode, spazzino o altro, quando si parla di un campo nomadi o un 
qualsiasi cosa si voglia fare per i sinti e rom, non vengono mai interpellati, 
si interpella sempre e solo i soliti " esperti" di rom e sinti, senza mai 
ammettere che i veri e unici esperti di sinti e rom sono gli stessi sinti e rom, 
ma questo non vogliono ammetterlo ed e per questo nel documento chiediamo di 
Adottare strumenti di sostegno per implementare la partecipazione dei Sinti e 
dei Rom nella vita sociale e politica del Paese. Indicazione Nazionale che 
vincoli i finanziamenti solo al terzo settore che prevede la partecipazione 
diretta dei Sinti e Rom e che i propri portavoce e intermediari siano solo i 
sinti e i rom, oggi vogliamo avere il diritto di decidere da soli, siamo stanchi 
che altri decidono per noi come e dove vogliamo vivere, perciò tutte le azioni 
saranno discusse e decise insieme ai Sinti e Rom.
*
Il welfare, già da parecchi anni ci sono tantissimi sinti e rom che lavorano 
come mediatori culturali senza avere un diploma, senza una retribuzione mensile 
e moltissime volte a proprie spese, tutti lavorano solo per migliorare la vita 
piena di stenti e sacrifici dei sinti e rom, molti sono perfino senza un titolo 
di studio, non hanno fatto nemmeno le prime elementari, eppure sanno scrivere e 
leggere e fanno i mediatori culturali, e chi meglio di loro come mediatori 
culturali, possono aiutare il proprio popolo, lavorano giorno e notte senza 
essere riconosciuti nemmeno dai propri comuni, provincie e regioni, per questo 
chiediamo nel documento l'Istituzione della figura del mediatore culturale Sinto 
e Rom. Progettazione sociale vincolata alla presenza retribuita di mediatori 
culturali Sinti e Rom. Progettazione e gestione diretta dei servizi alle 
associazioni Sinte e Rom.
*
Il problema della La sanità e molto grave per tutti e non solo per noi sinti e 
rom, eppure per noi c'è ancora qualcosa di più grave, tanti dottori nei Pronti 
Soccorsi dei ospedali, appena vedono un sinto o un rom prendono i fogli 
consegnati ai infermieri, che sono al primo posto, li mettono sotto tutti gli 
altri cosi che i sinti rimangono sempre ultimi, e quando arriva il turno, fanno 
delle esclamazioni tipo: (" chi di voi cura la zingara !! io non lo faccio ecc. 
") questo e successo a mia sorella al pronto soccorso e a tanti altri sinti i 
Italia, oggi nel documento chiediamo una Campagna nazionale di prevenzione e 
istituzione della figura del mediatore sanitario. Corsi di formazione per 
operatori organizzati in collaborazioni con associazioni Sinte e Rom, con 
particolare attenzione All'antidiscriminazione.
*
La vera lotta alle discriminazioni, come si combatte la discriminazione razziale 
se per primo a istigarla e propagarla era il governo stesso, il governo bossi 
non permette ai sinti e rom di avere una casa, una microarea, un terreno 
agricolo di propria proprietà, non c'era nessuna alternativa per la lega nord, 
il loro slogan era e rimane: "via gli zingari - no case ai zingari - milioni di 
euro speso per zingari - case prima a noi italiani e dopo ai zingari" questi 
sono gli slogan che hanno trasmesso ai italiani tramite i mass media e questi 
saranno gli slogan che trasmetteranno ai italiani alle prossime elezioni, 
autorizzati a fare tutto quello che vorranno anche se il "DECRETO LEGGE del 26 
aprile 1993, n. 122, coordinato con la legge di conversione 25 giugno 1993, n. 
205, recante: "Misure urgenti in materia di discriminazione razziale, etnica e 
religiosa", vieta di istigare altre persone alla discriminazione razziale.
Noi chiediamo di applicare a tutte le persone questo decreto legge, nelle 
scuole, nei uffici comunali provinciali regionali e statali, nei ospedali, in 
tutti gli esercizi pubblici, delle Pene più severe per chi porta la 
discriminazione, il razzismo e le calunnie verso i Sinti e rom, Pene severe per 
tutti i giornalisti che con i quotidiani istigano, trasmettono qualsiasi 
rapporto che parli o che trasmette ad altre persone l'odio razziale e la 
discriminazione, per tutto questo noi chiediamo tramite il documento il 
Coinvolgimento delle rappresentatività nazionali delle comunità Sinte e Rom 
nella costituzione degli Osservatori sulle discriminazioni. Libertà religiosa e 
possibilità per le Chiese di usufruire di spazi pubblici. Costruzione 
partnership tra le Prefetture e le associazioni Sinte e Rom. Contrasto alle 
discriminazioni istituzionali (esempio: cartelli stradali di divieto di sosta a 
chi è riconosciuto Sinto o Rom).
*
Non da oggi ma da ormai parecchi tempo in Italia ci sono tantissimi Rom 
immigrati, le possibilità sono durissime per noi che siamo italiani al 100 per 
100, immaginatevi per loro, vengono in Italia per migliorare la propri vita e si 
trovano a dormire sotto i ponti, nelle baraccopoli, e i più fortunati riescono a 
trovare della abitazioni quasi demolite ma con un tetto per ripararsi dalla 
intemperie, tantissime mattine vengono svegliati senza nessun ritegno per i 
vecchi, donne e bambini la mattina presto ancora buia per essere sgomberati 
dalla polizia, senza nessuna alternativa ai sgomberi, non interessa se dopo 
nasce un altra baraccopoli o accampamento di fortuna, importante e che hanno 
fatto gli sgomberi, per questo che nel documento chiediamo la Predisposizione di 
un percorso di regolarizzazione per i profughi e per le famiglie di prima 
immigrazione (Anni Settanta e Ottanta) dalla ex Yugoslavia. Progetti di 
accoglienza per i Rom immigrati dalla Romania contemperando diritti e doveri. 
Progetti di informazione e sensibilizzazione con partnership con i Paesi 
d'origine.
*
Ma tutto questo non potrà avverarsi se non verrà approvata la proposta di legge 
per riconoscere ai sinti e rom lo status di minoranze: Proposta di Legge n. 
4446, "Modifiche alla legge 15 dicembre 1999, n. 482, in materia di 
riconoscimento e di tutela delle minoranze linguistiche storiche dei rom e dei 
sinti", depositata il 21 gennaio 2011.
E la proposta di legge per riconoscere la persecuzione su base razziale subita 
dalle comunità Rom e Sinte, durante il nazifascismo: Atto Senato n. 2558 
"Modifiche alla legge 20 luglio 2000, n. 211, in materia di estensione del 
Giorno della Memoria al popolo dei Rom e dei Sinti", presentato il 15 febbraio 
2011.
Io, noi sinti e rom speriamo che oggi che siamo alle porte dell'anno 2012 
finalmente anche noi siamo riconosciuti come esseri umani, perché solo se ci 
riconoscono allora anche noi esistiamo, altrimenti non saremmo mai ne italiani, 
sinti, rom, europei e nemmeno reputati esseri umani.
Per finire ringrazio a nome di tutti i sinti e rom della federazione rom e sinti 
insieme l'on Sen dott. Pietro Marcenaro, il Dott., Massimo Serpieri, il Dott. 
Isidro Rodríguez il Dott. Zeliko Jovanovic, dott. Jeroen Schokkenbroek, il Dott. 
Herry Scicluna e tutti quelli che hanno reso possibile questo evento, ma voglio 
anche ringraziare tutti i presenti a questo grande evento, sinti, rom e gagge, 
grazie a tutti.
per chi vorrebbe ascoltare gli interventi della giornata, clicchi:
http://www.radioradicale.it/scheda/341368 
Leggendo questo pezzo, ho avuto due reazioni: Una di prenderlo come un appello da libro Cuore; l'altra di immedesimarmi quando scrive che il cambiamento non lo regala nessuno, neanche gli amici. Voi che ne pensate?
Traniviva.it RINO NEGROGNO - Martedì 6 Dicembre 2011
L'arduo tentativo di cambiare le cose
Non posso esimermi dall'arduo tentativo di cambiare le cose in questo mondo. 
Cercare di migliorare la città, il quartiere, il palazzo, la famiglia, noi 
stessi è l'unico modo non utopistico per fare questa rivoluzione. Non 
possiamo tirarci indietro. Cosa racconteremmo ai nostri figli? Non possiamo dire 
come i nostri nonni di essere stati partigiani o come i nostri padri di aver 
contestato. Cosa diremo mentre guarderanno il mondo che gli lasciamo? Cosa 
risponderemo quando nostro figlio ci domanderà perché non abbiamo fatto niente 
per il suo mondo?
Ogni mattina vedo passare famiglie di zingari, un padre una madre e due o tre 
figli. I padri sono seri, pensierosi, camminano qualche passo avanti. Le madri 
spingono un passeggino, parlano con i loro bambini, ridono, rimproverano. I 
bambini giocano, cantano, ridono, quelli nel passeggino sognano. Chissà cosa 
sognano i figli degli zingari, quelli che sono nel passeggino. Non credo sognino 
abbondanti bottini agli incroci delle strade, baracche sporche, vestiti colorati 
e piedi scalzi. Non possono neanche sognarsi Babbo Natale ed i suoi doni perché 
nessuno ha mai raccontato favole per loro. Non so proprio cosa possano sognare i 
bambini degli zingari. E le loro mamme? Sognano un gruzzolo cospicuo o un 
principe azzurro che apra per loro un castello incantato. E i padri? Eppure 
anche gli zingari sono felici. «Ma ho visto anche degli zingari felici corrersi 
dietro, far l'amore e rotolarsi per terra. Ho visto anche degli zingari felici 
in piazza Maggiore a ubriacarsi di luna, di vendetta e di guerra», cantava 
Claudio Lolli nel 76.
Qualche mattina fa mi sono recato al municipio perché sapevo di un sit-in del 
comitato di lotta per le case popolari. Osservavo da lontano la rabbia di questa 
povera gente disperata. Qualcuno urlava ai politici di uscire, qualcuno di 
andare a casa, qualcuno diceva che non bisognava più andare a votare, qualcuno 
urlava: rivoluzione e basta. Me ne sono stato in disparte per non far dire agli 
amici che speculavo sul dolore mettendomi in bella mostra ma avrei voluto fare a 
questa gente una proposta: perché non diventano loro i politici, gli 
amministratori dei loro drammi? Loro che li conoscono bene, loro che si 
svegliano al mattino già disperati con questi drammi e ci vanno a letto la sera 
per notti quasi sempre insonni. Loro diventano gli amministratori, uno di loro 
il sindaco, il più faccia tosta e poi si scelgano gli assessori, i tecnici che 
diano loro un contributo, una mano. Č facile, basta che alcuni di loro si 
candidano e tutti gli altri li votino. Stiamo facendo, stiamo vedendo, stiamo 
valutando eccetera, sono le solite frasi di queste circostanze che non vorremmo 
più sentire. Ma cosa ne possiamo sapere noi che la mattina andiamo a lavorare e 
la sera torniamo a casa, al calore della nostra casa, mangiamo, beviamo e 
andiamo a dormire sereni? Cosa ne possiamo sapere noi di come sia doloroso anche 
solo sentirsi dire stiamo facendo. Quale solidarietà possiamo dare a chi non 
lavora e non ha una casa noi che non abbiamo mai provato questa umiliazione?
Ebbene, è dal basso che deve partire la rivoluzione, il cambiamento, la presa di 
coscienza, la «classe per sé», come la chiamava Karl Marx. Da chi soffre, chi ha 
fame, chi ha freddo, chi è solo, chi è stanco deve cominciare il cambiamento. 
Solo chi vive il dramma si affretterà per risolverlo. Lasciamo i politici di 
professione a casa, ringraziamoli ed esoneriamoli dalla missione che loro 
malgrado e con abnegazione vogliono svolgere per noi, non lasciamoci abbindolare 
da fantasiose promesse, garanzie e lavoro ad personam. Lasciamo chi parla in 
eleganti salotti di lavoro, disoccupazione, affitto, mutuo, scuola, povertà lì 
dov'è. Autocoscienza. Chi ha il problema lo comprende, discute con chi ha lo 
stesso problema e cerca le soluzioni velocemente perché non può tornare da solo, 
alla sua famiglia con il problema non risolto. Non più una politica serva delle 
banche e dei ricchi che ci chiedono sacrifici dall'alto della loro ricchezza 
senza mai farne ma una politica serva dei cittadini più bisognosi prima di tutto 
e poi il resto accadrà di conseguenza, a salire.
C'erano anche molti anziani al sit-in. Chi restituirà loro tutti i giorni di 
felicità perduta? Se non possiamo cancellare la sofferenza di questi signori 
possiamo almeno provare a rendere uguali i sogni di tutti i bambini? Il sogno è 
quello che ognuno vorrebbe realizzare. Possiamo dare a tutti i figli della città 
la stessa possibilità di realizzare i sogni? Le stesse opportunità. Le stesse 
scuole? Non una cultura a pagamento per pochi che produce poco per l'umanità 
perché non è detto che quei pochi che possono pagare abbiano molto in testa da 
offrire.
Quando vedo un bambino povero, sporco, nudo, che chiede soldi, che lavora o è 
ridotto pelle e ossa dalla fame penso sempre che se quel bambino avesse la 
possibilità di studiare, di capire il mondo, potrebbe diventare un genio e lo 
renderebbe sicuramente migliore ma poiché quel bambino non leggerà mai un libro, 
dobbiamo lavorare molto e l'impresa è sì ardua.
Segnalazione di Agostino Rota Martir

Divieto di accesso... a chi? Ai rom residenti? A quei rom che il comune sta ancora sfrattando dagli appartamenti e che si troveranno per strada? Ai visitatori non Rom? Divieto di accesso ai non ebrei? Come avveniva nel ghetto di Varsavia...
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		 Insediamento in via di chiusura  | 
	
Piacenzasera.it 9-12-2011 (segnalazione precedente su
Mahalla ndr.)
Una cinquantina di Sinti si sono radunati questa mattina in piazza Duomo per 
rivendicare i loro diritti ad essere riconosciuti come una minoranza-etnico 
linguistica e ad essere maggiormente considerati all'interno della 
amministrazioni locali. Arrivati a Piacenza da tutto il nord Italia, hanno 
ribadito le richieste già presentate nei mesi scorsi al governo, che prevedono 
oltre al riconoscimento storico anche una serie di diritti legati al sostegno 
dei lavori tradizionali svolti dai Sinti, alla valorizzazione della loro cultura 
e ad una serie di provvedimenti che facilitano l'inserimento nella vita sociale 
del Paese. 
I Sinti in piazza Duomo
"Al governo abbiamo chiesto il riconoscimento di una serie di diritti legati 
all'abitazione, al lavoro, alla scuola e alla famiglia - ha commentato Davide 
Casadio, presidente dell'associazione Sinti italiani, presente alla 
manifestazione in piazza Duomo - Alle amministrazioni locali chiediamo di essere 
maggiormente considerati, soprattutto riguardo al tema del lavoro; noi facciamo 
parte dello spettacolo viaggiante ma costantemente ci vengono negati diritti".
Manifestanti
A Piacenza i Sinti residenti nel campo nomadi sono circa 150, di cui un terzo 
minorenni. "Chiediamo che le nostre attività, come giostre e divertimenti 
ambulanti, siano più vicine al centro della città e non sistemate alla 
periferia" ha aggiunto il segretario provinciale dell'associazione Salvatore 
Occhipinti. Tra le richieste fatte dall'associazione Sinti italiani anche la 
licenza per l'attività di raccolta del ferro vecchio.
Elvis Ferrari e Salvatore Occhipinti
Caro Elvis, caro Salvatore,
scrivo a voi perché in questi anni, a fasi alterne, avete assunto un ruolo assimilabile a quello di portavoce della popolazione sinta residente nella nostra città.
Oggi manifestate in tutto il Paese, insieme alla vostra gente, per rivendicare politiche pubbliche capaci di superare l'isolamento sociale in cui vi trovate.
In tutti questi anni le amministrazioni locali che si sono succedute, anche di diverso segno politico, hanno perseguito azioni costanti rivolte soprattutto ad obiettivi fondamentali come la scolarizzazione dei vostri figli e il graduale accompagnamento verso soluzioni abitative alternative alla permanenza nei campi di via Torre della Razza. Sulla scolarizzazione sono stati ottenuti risultati importanti fino a garantire la frequenza delle scuole dell'obbligo per tutti i bambini. Qualche difficoltà in più abbiamo dovuto registrare sul tema della casa. Spesso, infatti, i progetti di inserimento sono andati a buon fine, ma laddove ciò non è successo, sono stati rilevanti i problemi che si sono dovuti affrontare.
Grava, nelle relazioni tra voi e la città, oltre ad una difficoltà antica che vi accompagna, una questione rilevante relativa al patto che governa il rapporto tra cittadini e tra questi e la cosa pubblica. Mi riferisco, come potete immaginare, al debito maturato relativamente al rispetto del regolamento vigente per l'area di sosta che prevede il pagamento di quote giornaliere comprensive, tra l'altro, del consumo dell'acqua.
E' necessario che, con la collaborazione delle associazioni di volontariato che in questi mesi hanno ripreso contatto con il campo, si trovi una soluzione.
Le associazioni alle quali fate riferimento, hanno tra i propri obiettivi prioritari la definizione di un“Patto di riconciliazione nazionale” come proposto dall'Opera nazionale e una strategia nazionale che punti sull'integrazione come proposto dalla Federazione che ha organizzato la manifestazione di oggi..
Sono obiettivi importanti che presuppongono la volontà di assumere, reciprocamente, la responsabilità insita nei doveri e nei diritti di cittadinanza.
Insieme alla Caritas, insieme a voi, abbiamo avviato un percorso di confronto che ha al suo centro temi quali il lavoro, l'associazionismo, l'integrazione. Un cammino reso più difficile dall'insolvenza maturata nei confronti del Comune. Abbiamo bisogno di segni concreti, da parte di tutti, che vadano nella direzione di una inversione di marcia, che consenta di scrivere a Piacenza un Patto di riconciliazione locale, in mancanza del quale, saranno vani sia gli esiti delle vostre rivendicazioni, sia l'impegno profuso dai volontari, a partire dalla Caritas, e di tutti gli altri soggetti animati da buona volontà.
"Desideri, disperazioni e voglia di normalità dalla periferia più periferica" Lo trovate nella colonna centrale in alto, dove appaiono delle frasi a rotazione. Sabato scorso era una di quelle serate che mi concedo una volta all'anno, niente di particolare: quattro chiacchiere con gli amici, pizza, birra, cinemino...
Rientro e l'incanto di una serata normale finisce con l'accensione del computer: Incendiato un campo nomadi dopo il corteo per lo stupro inventato. Gli amici commentano a spron battuto, non li conosco tutti, ma è come una chiamata a raccolta di pezzi sparsi di società civile. Mi scuso con loro, se non mi sono subito fatto vivo, ma è altrettanto importante scriverne quando le ceneri vanno raffreddandosi e cominciamo ad illuderci che non sia successo niente (fino alle prossime fiamme).

Vedete, da una parte c'è la cronaca: e dovremmo chiamare tutto ciò con il suo nome: POGROM, che è storia nostra, dei cosiddetti "civilizzati", con le testimonianze di chi viene cacciato che emergono a distanza di anni. Dopo anni, si cominciò a ragionare di cosa successe in uno sperduto villaggio rumeno, quando ormai le fiamme erano dilagate nel continente. Anche da noi (non vale riscoprirsi innocenti ora): Opera, Ponticelli... ricordate? Che fine ha fatto chi teneva in mano l'accendino, chi acquistò le taniche di benzina? Non sto parlando di malagiustizia italiana, è così ovunque. E che fine ha fatto chi non si sporcò le mani, ma aizzò la folla finché non la vide partire in corteo con le torce accese? Ripeto: è la nostra storia, che vediamo come un fascismo che non passa, ma che c'era già prima...
Ci sono anche gli ALTRI nella cronaca, ma non riusciamo a sentirli. Jag, significa fuoco in romanés, e fa parte tanto della vita che della morte. Perché il fuoco è l'amico che si conosce sin dall'infanzia, quando ancora si girava o adesso che ci si è fermati, quando sei in un campo ABUSIVO, o in un campo REGOLARE dove comunque non hai più accesso all'elettricità. Il fuoco è CULTURA, perché ha sentito tutti i racconti dei vecchi, ha visto tutti i balli delle bambine, ha ascoltato tanti violini. Ma chi di voi ha mai visto con che rapidità prenda fuoco una baracca di legno o una roulotte, sa che l'amico può diventare il diavolo in persona, quando si scatena.
Può scatenarlo la folla inferocita, ma a volte basta solo una distrazione, oppure può essere il sacrificio finale del rito di uno sgombero, ufficiato dalle stesse autorità che sono preposte al rispetto e alla salvaguardia della vita umana.
E qui torno alla nostra, di società: cosa è UMANO (e cosa non lo è)? Il campo dato alle fiamme a Torino viene descritto come ABUSIVO, ma anche come TOLLERATO. Attenzione alle parole: certo, stiamo parlando di un campo, ma come dobbiamo "classificare" quegli uomini, donne, bambini, che lo abitavano? Abusivi? Tollerati? Se è questa la loro condizione UMANA, allora ha una sua ragione la follia di chi appica (appiccherà ancora, NON DIMENTICHIAMOLO) il fuoco per razzismo, frustrazione personale, noia, gioco ecc., perché non riconosce alle vittime la condizione di persone titolari di diritti e doveri.
Le ragioni possono essere un furto, una violenza (che per fortuna, stavolta non è avvenuta); non è onore, neanche difesa degli affetti, ma un puro e semplice ribadire un concetto di proprietà contro chi è povero ed escluso. E' la doppia morale di una Forza Nuova non minoritaria, ma diffusa in chi fa della paura la sua arma politica. E ne trae una doppia moralità:
Ma attenzione, Forza Nuova diffusa significa anche, se un campo è TOLLERATO, che chi gli da fuoco può godere di TOLLERANZA: "I rivoltosi si sono così calmati e allontanati alla spicciolata. Fermato uno dei manifestanti. Un'altra ventina di persone che avrebbero partecipato all'assalto sono state identificate" alla faccia della legge.
 Lunedì 19 dicembre 2011 alle ore 21.00
Circolo ARCI Martiri di Turro - Via Rovetta 14 a Milano
Documentario di Gianmaria Carrara, Luca Orioli e Lorenzo Giglio (www.aroproductions.it) 
– Italia - 2011 – terzo appuntamento della III^ edizione della rassegna di film 
"HO INCONTRATO ZINGARI FELICI" (Maladilem Bachtale Romenca - da Upre Roma), 
organizzata dall'Associazione La Conta in collaborazione con l'Associazione Aven 
Amentza – Unione di Rom e Sinti, con l'Associazione ApertaMente, con la 
redazione di Mahalla e con il Circolo ARCI Martiri di Turro, con 
ingresso gratuito, con tessera Arci.
Sarà presente il regista Gianmaria Carrara. Presenta la serata Fabrizio Casavola 
- Redazione di Mahalla che parlerà anche della situazione dei Traveller 
irlandesi e degli ultimi allevatori di cavalli a Milano.
"The million dollar kid" è un puledro appena comprato da Dennis alla fiera dei cavalli di Ballinasloe, in Irlanda. Dennis è un "traveller", ovvero un viaggiatore, così vengono chiamati per il loro nomadismo gli zingari irlandesi. La vita di Dennis, come di molti altri travellers, è legata di generazione in generazione all'allevamento ed il commercio di cavalli. Questo documentario lancia uno sguardo ad una Irlanda poco conosciuta, alla scoperta della vita, cultura e tradizioni di questo popolo nomade.
Oltre al documentario sarà proiettato uno slide show multimediale realizzato con l'integrazione
	 
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