Da
Roma_Daily_News
Radikal, 11/02/2010
Le famiglie rom obbligate a lasciare Selendi (Manisa) dopo che il loro 
quartiere è stato attaccato e dato alle fiamme (vedi 
ndr), sono arrivate a Salihli (Gordes), dove lo stato aveva promesso loro 
assistenza, ma non ha mantenuto le promesse. Oggi, soltanto poche famiglie 
possono cucinare qualcosa nelle loro abitazioni temporanee. Qualcuno può 
scaldarsi la casa, ma la maggioranza manca di legna da bruciare e di acqua 
calda, così lavarsi è un lusso. Soltanto metà delle case hanno acqua 
corrente. "Non puoi stare bene e sano in queste condizioni", dicono i Rom, "nel 
passato ogni famiglia aveva un tetto sopra la testa, ma ora ci sono fogli di 
plastica e per ogni casa ci sono tre famiglie". Il materiale per i miglioramenti 
di queste proprietà, per renderle abitabili alle famiglie rom, è accatastato lì 
vicino nella locale moschea.
Inoltre, secondo il governatore del distretto di Salihli, i Rom sono vittime 
di discriminazione nella loro nuova collocazione. "Anche quando ricorriamo allo 
stato per trovare case per le famiglie rom, i proprietari non vogliono 
affittare," dice. "Se sono per le famiglie rom, ci dicono, non li vogliamo nei 
nostri appartamenti."
La comunità rom ha vissuto a Selendi, Manisa, per oltre trent'anni. A 
Capodanno ci fu un diverbio ed in una casa del te non volevano servire un Rom, 
anche se il proprietario del locale si giustifica dicendo che il Rom stava 
fumando nel locale (la legge turca, in linea con le politiche UE, proibisce di 
fumare sigarette nei ristoranti, bar e caffè aperti al pubblico). A seguito di 
ciò, iniziò una "spedizione punitiva" contro il quartiere rom, con lancio di 
pietre contro le case ed auto bruciate per le strade. Grazie all'aiuto della 
locale Jandarma (gendarmeria), le famiglie si rifugiarono nella vicina città di 
Gordes. La questione ebbe ampio risalto sui media, con i parlamentari che per 
giorni dopo l'accaduto, focalizzarono la loro attenzione sul problema dei "Rom-in-esilio". 
Le autorità fecero promesse. "Queste ferite saranno rimarginate. Ai Rom verranno 
date nuove case." Invece, le famiglie vennero separate, i parenti divisi, mentre 
altra furono obbligate a vivere in condizioni ristrette di tre famiglie a 
condividere piccole case a Salihli. Un mese dopo, il dramma è finito e 18 
famiglie stanno vivendo nella miseria...
Dr. Adrian Marsh
Researcher in Romani Studies
adrianrmarsh@mac.com 
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