Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Sucar Drom (del 24/12/2007 @ 09:15:16, in blog, visitato 2250 volte)
Chiari (BS), un invito anche per te
Natale 2007, un invito anche per te: AIUTIAMO I SINTI A SUPERARE L’INVERNO!
TANTI VISI, TANTI SORRISI TANTE MANI, PER IL DOMANI TANTO CUORE PER FAR ...
Natale 2007
Grida di bambini, silenzi di anziani, un tavolo imbandito, una ciotola vuota,
allegria al luna park, tristezza ...
Mantova, superiamo la logica del "campo nomadi"
In questi giorni molti discutono a Mantova per l’intervento
dell’Amministrazione Comunale a sanare un pregresso di consumo di energia
elettrica, relativo al cosiddetto “campo nomadi”. Devo anche dire che sono
rimasto stupito dalla modalità con cui la Gazzetta di Manto...
Viareggio (LU), rom e viareggini insieme per il Carnevale
Il Carnevale è davvero internazionale e soprattutto il luogo della pace e della
concordia. Ed è quanto succederà a bordo di un carro, piccolo per la verità, e
non d...
L'Italia in declino
E così, dopo anni di piagnistei nostrani, anche quei cattivoni d’americani hanno
osato criticare lo Stivalone con un articolo su uno dei loro più importanti
quotidiani. Subito si sono alzate alte grida contro questa indelicatezza: ma
come si permettono que...
Milano, il Comune viola la Convenzione ONU del 1989
"La circolare del Comune di Milano è in netta violazione dei diritti
dell'infanzia sanciti dalla Convenzione ONU del 1989, ratificata dall'Italia,
che ribadisce l'u...
Diano Marina (IM), il jazz sinto manouche
Il comune di Diano Marina offre uno spettacolo imperdibile, domenica 26
dicembre, nel pomeriggio di Santo Stefano. Nella centrale via Canepa si esibira...
Auguri dalla Spagna
Auguri a Tutti
Sucar Drom Augura Buone Feste a Tutti con questa bellissima foto di Mauro
Lattuada che ritrae la giostra di una famiglia sinta
Di Sucar Drom (del 18/12/2007 @ 09:20:22, in blog, visitato 1636 volte)
Abbattere il muro. La «buona notizia» dell’accoglienza di un popolo che
c’interpella: i Rom
Intervento forte della Delegazione regionale della Caritas alle parrocchie
toscane: l’accoglienza dei Rom. Il documento (che ha per titolo Abbattere il
muro. La «buona notizia» dell’accoglienza di un popolo che c’interpella: i Rom)
«vuole essere l’invito – spiega il de...
Milano, le associazioni fanno cartello per i Rom
Nasce a Milano un Cartello permanente che riunisce una quindicina (per il
momento) di associazioni laiche e cattoliche che operano da anni sul
territorio del capoluogo lombardo per mettere in campo una strategia ...
Gratta, gratta... Fini resta il fascista di sempre
Decreto legge sulle espulsioni dei cittadini comunitari, spazio europeo,
cittadinanza europea. Melting Pot Europa ha intervistato Marco Revelli, storico
e sociologo, docente all’Università Orientale del Piem...
L’Italia si impegna all’Onu per la tutela dell’infanzia rom e sinta
Il ministro Rosy Bindi, intervenendo ieri alla plenaria di New York, ha
illustrato il piano per “proteggere i bambini rispettando il principio della
unità familiare”. Un impegno concreto per la tutela dell’...
Una sconfitta!
Annullata la condanna a due mesi di reclusione per istigazione all'odio e alla
discriminazione razziale nei confronti del sindaco di Verona, Flavio Tosi. Lo ha
deciso il 13 dicembre 2007 la Terza sezione penale della Cassazione che ha
disposto un nuo...
Milano, la segregazione per tutti i Sinti e i Rom
Il cosiddetto "patto di socialità e legalità" fatto sottoscrivere dal comune di
Milano ai Rom romeni, residenti in via Triboniano, sarà esteso ad altri sette
insediamenti meneghini, nei quali risiedono oggi 875 cittadini rom e sinti
italiani, europei e non com...
Luoghi comuni contro Rom e Sinti. Parte prima: i ladri di bambini
Lo scopo di questo articolo è quello di rimettere in discussione e confutare
alcuni luoghi comuni su Rom e Sinti. In particolare verranno esaminati alcuni
asserti che il senso comune dà per assodati e ch...
Discriminazioni, il "pasticcio" di Palazzo Madama
Il 6 dicembre il Senato della Repubblica ha votato con non poche sofferenze il
cosiddetto “decreto sicurezza”. Oggi il provvedimento è alla Camera dei
Deputati. Il provvedimento, nato sull’onda emotiva del delitto Reggiani, rischia
di compromettere tutta la le...
Di Fabrizio (del 12/12/2007 @ 09:30:37, in blog, visitato 2034 volte)
Articolo di Luciano Muhlbauer, pubblicato su il Manifesto dell’11 dic.
2007 (pag. Milano)
L’iniziativa congiunta di associazioni e sindacati sulla questione rom a
Milano, presentata ieri alla Camera del Lavoro, è una preziosa boccata
d’ossigeno, specie in questo momento, in cui stanno per sbarcare anche a
Milano le ordinanze xenofobe provenienti dai comuni di Cittadella e
Caravaggio.
Finalmente una parte importante della società civile milanese ha deciso di
rompere quell’assordante silenzio, che ha consegnato la città alla
peggior demagogia e alimentato pericolosamente la “percezione di
insicurezza” dei cittadini.
Pensiamo che sia giunto il momento che qualcuno chieda conto agli
amministratori milanesi del loro operato nei confronti dei rom presenti sul
nostro territorio. Il bilancio di oltre un anno di interventi repressivi e
demolizioni è, infatti, pesantemente negativo e l’unico risultato concreto
sta nell’aver introdotto a Milano il nomadismo coatto degli sgomberi.
Ma forse tutto questo fa comodo al centrodestra, più interessato a coccolare
e coltivare le percezioni di insicurezza, piuttosto che a occuparsi dei
problemi e delle macerie di 15 anni di abbandono delle periferie popolari.
Dall’altra parte, ora che anche buona parte del Piddì veltroniano ha
sposato la linea del “dagli addosso allo sfigato”, perché dovrebbero
cambiare strada?
Ieri a Milano sono successe due cose: da una parte, un cartello di
associazioni ha formulato delle proposte concrete e alternative alla psicosi
securitaria e, dall’altra, la giunta Moratti sta pensando di riprodurre
le misure anti-stranieri di Cittadella e Caravaggio. Due strade diverse e
opposte, che rappresentano bene le scelte possibili da fare nella nostra
città per il futuro.
Invitiamo pertanto tutte le forze di sinistra e democratiche della nostra
città a sostenere l’iniziativa delle associazioni e a contrastare, senza
ambiguità, la deriva xenofoba che le destre tentano di imporci.
Di Sucar Drom (del 10/12/2007 @ 08:41:25, in blog, visitato 1728 volte)
Romania, vittoria di Basescu alle elezioni per Strasburgo
I risultati ufficiali diffusi in Romania e relativi alle elezioni valide per
l’elezione dei rappresentanti di Bucarest al Parlamento europeo, sono ormai
pressoché definitivi e non hanno riservato grandi sorprese.
Vincitore è risultato il Presidente della Repubblica Traian Basescu il c...
Brescia, in Consiglio Comunale si prepara la cacciata dei Sinti Italiani
Torna a riunirsi il consiglio comunale di Brescia: la presidente Laura
Castelletti ha convocato la seduta a Palazzo Loggia nella giornata di oggi,
martedì 4 dicembre, alle ore venti. L'assemblea affronterà, in base a una
specifica richiesta dei gruppi di minoranza del centrodestr...
Treviso, usiamo con gli immigrati i metodi delle SS
«Usare con gli immigrati lo stesso metodo delle SS: punirne dieci per ogni torto
fatto a un nostro cittadino». Ha usato queste parole, a quanto scrive «La
Tribuna», il consigliere leghista di Treviso Giorgio Bettio, intervenuto durante
il consiglio comunale per dare il suo appoggio all'ordinanza anti-sbandati e
chiedere metod...
La paura e il razzismo
Il 4 novembre Alessio Bacchi per sucardrom ha scritto: l’Italia si è persa, la
bestia è scatenata. Molti hanno criticato il nostro intervento soprattutto per
il parallelismo dell’oggi con la Germania nazista e l’Italia fascista. Il
Ministro Amato continua ad arrabbiarsi con la stampa estera che sta martellando
il nostro Paese per la svolta xenofoba che ha investito la politica e la società
civile. Ancora ieri Amato è intervenuto al Senato affermando: «h...
Sindaci nordisti e immigrati paria
Dall’ordinanza contro i lavavetri del sindaco di Firenze, all’ordinanza
antisbandati del sindaco di Cittadella, il passo era purtroppo fatale e
prevedibile. Non poteva bastare a impedirlo, nei due mesi che le separano, il
decreto governativo che autorizza i prefetti a espe...
Monsignor Montenegro, "anche l'indifferenza è violenza"
Monsignor Montenegro, o “Padre Franco” come più semplicemente ama chiamarlo chi
gli è più vicino, sa sempre trovare le parole giuste. Il Vescovo ausiliare di
Messina la Parola l'ha portata in giro per il mondo, l'ha fatta ascoltare a
coloro che hanno sempre vissuto nella sofferenza, e alle parole ha sempre fatto
seguire le azioni. Per questo oggi è presidente della Caritas Ita...
Veltroni non caccia in massa i Rom, li vessa...
''Le espulsioni di massa non sono previste dalla normativa europea. Se ne può
parlare solo quando si è all'opposizione. Questa è una materia in cui la
politica esercita uno dei suoi vizi peggiori, che si chiama demagogia''. Così il
sindaco di Roma Walter Veltroni risponde all...
Alexian Group, il ritmo della musica rom e…
Volete organizzare una serata /concerto per il vostro festival, manifestazione,
festa della birra, di piazza, comunale, religiosa, sagre, feste di paese, feste
di quartiere, raduni, in locali… L’Alexian Group vi propone un viaggio ideale
attraverso l'intimità di un’arte ass...
Di Sucar Drom (del 04/12/2007 @ 09:26:25, in blog, visitato 1484 volte)
Libertà di stampa, esprimi la tua opinione
La libertà di stampa è un diritto prezioso, ottenuto attraverso secoli di
sacrifici, battaglie, lotte. Perché abusarne? Spiego. Oggi su un quotidiano a
tiratura nazionale (chiamiamolo X) è apparso un articolo su un fatto di cronaca
violenta (chiamiamolo ALFA). Fin qui, tutto normale. Notizia triste è che X,
oltre a descrivere ALFA...
Un Alto Commissariato per i Rom e i Sinti?
Il 22 novembre le ruspe hanno abbattuto le povere capanne dei rom di Tor di
Quinto a Roma con tutto il loro contenuto nel massimo disprezzo dei diritto
degli abitanti che dovevano quanto meno essere avvertiti per salvare le loro
cose, i loro ricordi, oggetti necessari alla loro vita raminga. Rai tre mostrava
una bambina che al ritorno della scuola non trova più la sua casa. Non sa
neppure dove and...
Decreto “sicurezza”, la votazione martedì in Senato
Martedì al Senato è in programma la votazione del decreto sulla sicurezza. È
soltanto un'altra tappa della corsa ad handicap alla quale il Governo è
costretto: dai numeri, come si sa, rimasti sempre precari, ma anche dal quadro
politico, che proprio dal Senato Lamberto Dini ha definit...
Verona, Tosi prima balla e poi li caccia
A Verona, mentre il Sindaco Tosi si appresta a cacciare le famiglie sinte
italiane, questa sera alle ore 21.00 presso il Teatro Nuovo di Verona (P.zza
Viviani 10) avrà luogo il secondo appuntamento del Festival Atlantide.
Protagonista della serata sarà il Flam...
Sicurezza, una percezione sbagliata
«Percezione»: secondo il vocabolario italiano dovrebbe essere l’atto della
coscienza con cui si acquista consapevolezza di un oggetto esterno. Da qualche
tempo nel nostro Paese non la sicurezza, ma una «percezione dell’insicurezza»
che non corrisponde alla realtà è diventata il parametro al quale fare
riferimento per adottare determina...
Reggio Calabria, i Rom gestiranno l'isola ecologica confiscata alla ‘ndrangheta
La raccolta differenziata a Reggio Calabria fa un ulteriore passo avanti.
L’isola ecologica, ubicata all’interno di uno stabile confiscato alla
‘ndrangheta, e’ da oggi operativa. Alla conferenza stampa di presentazione della
nuova struttura comunale hanno preso parte il sindaco...
I webmaster rom e sinti
Alcuni giorni fa su il Riformista è stato pubblicato un articolo di Piero
Babudro che ha visitato i webmaster sinti e rom in Europa e in Italia. Scrive il
giornalista Internet è di tutti, sostengono gli irriducibili. Forse non è vero,
qualche padrone la Rete ce l'ha....
Storia di Lili e Sasa, giovani rom morti bruciati
Domenica due dicembre 2007 sarà passato un anno dalla morte di Lili e Sasa. Due
ragazzi come tanti altri, bruciati in un container situato a ridosso del centro
di Roma, nel "campo attrezzato" di via dei Gordiani. Fino al 2002, via dei
Gordiani era un "campo abusivo" su un terreno comunale dove circa
duecentocinquanta donne, uomini e ba...
Di Fabrizio (del 03/12/2007 @ 09:06:36, in blog, visitato 1594 volte)
Da
Nazione Indiana
di
www.autistici.org/ojak
Questa è la prima versione di una contro-inchiesta su quanto è successo a
Torino. Un campo rom viene attaccato: alle 3 del mattino di domenica 14 ottobre,
alcune molotov vengono lanciate sopra il muro di cinta che delimita il campo.
Scoppia l’incendio e gli abitanti del campo riescono a fuggire prima che
qualcuno possa essere vittima dell’incendio.
Le premesse
6 Aprile 2007: “Emergenza Freddo” è il nome di un progetto assistenziale di
aiuto ai senzatetto torinesi nel periodo invernale. In particolare nella zona di
Basse di Stura da tre anni si ricoverano in roulottes della protezione civile
circa 30/40 famiglie rom che stanno affrontando un momento difficile,
parenti malati, bimbi molto piccoli, a rischio obiettivo con il sopraggiungere
dell’inverno [1]. Solitamente all’arrivo della primavera, e dell’esaurimento dei
fondi (centinaia di migliaia gli euro stanziati - circa 150 mila nel 2006), il
campo viene chiuso, le roulottes portate via ed i rom rispediti in Romania via
aerea, perché extracomunitari.
Questa primavera succede un fatto nuovo: diventati cittadini europei i
rom rumeni accolti in via Besse di Stura si opporranno a più riprese alla
chiusura del campo di “Emergenza Freddo” che li costringerebbe a trovarsi di
nuovo un’altra sistemazione in attesa dell’autunno. Di tornare in Romania non se
ne parla più: in quel paese un forte clima di discriminazione e di razzismo
diffuso sin ai livelli più alti delle istituzioni (il 19 maggio 2006 il
presidente romeno Basescu apostrofa una giornalista troppo curiosa con l’epiteto
“sporca zingara”) convincono i più a restare in Italia alla ricerca di migliori
condizioni di vita. Solo alcune famiglie accettano un contributo del Comune per
prendere il pullman e tornare in Romania: alcuni accettano e molti di loro si
rivedono a Torino dopo solo due settimane (raccontano di essere stati fatti
scendere dal bus appena passata la frontiera rumena, alcuni senza un soldo ed a
centinaia di chilometri da casa). Due giorni di presidio sotto il Comune di
Torino, (mercoledì e giovedì 28-29 marzo), un presidio nella notte l’11 aprile
non smuovono di un unghia la decisione del Comune di chiudere.
Appena dopo Pasqua inizia lo smantellamento. Alcune famiglie torneranno ad
insediarsi sulle rive dello Stura, altre tentano la strada dell’insediamento in
un campo in via Druento, al confine di Torino, zona Stadio delle Alpi. Tentativo
sfortunato perché saranno ripetutamente vittime di sgomberi fino a sparpagliarsi
negli altri campi abusivi cittadini. Nel mentre che i vigili terrorizzano le
famiglie di via Druento, scoppia un altro bubbone: è la volta di Lungo Stura
Lazio, dove un campo assurge agli onori della cronaca per via di un incendio
particolarmente sostanzioso di cavi di rame che provoca un nuvolone nero che
investe l’Iveco, i cui stabilimenti sono dall’altro lato della strada rispetto
all’insediamento. È l’occasione d’oro, anche sotto la spinta di un abortito
presidio leghista sotto al Comune (Carossa presenta interrogazione al Consiglio
Comunale il 23 aprile 2007), per tentare lo sgombero di tutta la zona, altamente
popolata (300/400 persone). Sgombero che si svolge nervosamente ed in maniera
confusa per tutta l’estate. Le roulottes vengono fatte spostare altrove, ogni
tanto di buon mattino qualche ruspa mandata dal Comune si presenta e distrugge
un paio di baracchine, puro stile Palestina. Lo stesso accade in Strada dell’Arrivore,
dalla sponda opposta del fiume [2].
Nascita di un campo
Il campo di via Vistrorio nasce così, nei primi giorni di maggio del 2007, da
questo turbine di ripetuti sgomberi e girovagare di baracche e roulottes per la
città. Ci abitano circa una ventina di famiglie, meno di dieci roulottes ed il
resto baracche di fortuna. Il campo è in una posizione particolare, quasi sulle
rive dello Stura, al fondo di un parco di periferia con poca frequentazione, sia
diurna che notturna, al fondo di un quartiere popolare, tra Corso Giulio Cesare
e Corso Vercelli. Le palazzine più vicine al campo distano centinaia di metri.
E’ completamente cinto da mura, vi si entra solo da un cancello arrugginito che
viene chiuso dagli abitanti del campo all’imbrunire. Dentro non c’è luce né
acqua, la fontanella da cui tutti si approvvigionano è poco distante, nell’area
mercatale che incrocia via Vistrorio. E’ una ex officina di riparazioni,
completamente invasa dalla vegetazione. All’interno c’è una costruzione abusiva
che anni prima aveva ospitato altri stranieri e, forse, al momento dell’ingresso
delle famiglie questo spazio è abitato [3].Il quartiere si accorge della
presenza delle famiglie rom dall’andirivieni di persone che riempiono le taniche
d’acqua alla fontanella, dall’uscita al mattino presto e rientro di quelli che
sono usciti a lavorare, dalle immancabili biciclette con le cassette di plastica
legate con cui molti fanno il giro della città a recuperare metallo. In quasi
tutte le famiglie c’è una persona che lavora, alcuni in progetti di inserimento
lavorativo, gli altri in nero. Qualche donna esce per lavori di pulizia. Nella
zona non si registrano casi eclatanti di insofferenza, ed anche i media lasciano
in pace questo piccolo campo. Si dimenticano di citarlo sulle mappe realizzate
per i lettori impauriti, e pochi articoli su questo insediamento escono sui
giornali, anche quelli più accesi nell’indicare i rom come causa di tutto il
disagio sociale.
Le ronde a Tossic Park
Rispetto al campo, Parco Stura si trova dalla parte opposta di Corso Giulio
Cesare. Un altro luogo salito agli onori della cronaca perché ribattezzato
Tossic Park, e indicato dai media tutti come luogo di spaccio massiccio di
sostante stupefacenti e forte presenza di stranieri, naturalmente tutti
spacciatori secondi i giornali. L’intensità mediatica della vicenda illumina i
riflettori sui neo-costituiti Comitati Spontanei che iniziano campagne di
protesta e raccolte firme per “restituire il parco ai cittadini”. Anche Azione
Giovani ed Alleanza Nazionale scendono in strada [4].La prima conseguenza di
questa mobilitazione è l’episodio incredibile di una retata che si conclude con
l’annegamento di due ragazzi dentro il fiume (ottobre 2006), dove si erano
gettati per sfuggire ai controlli incrociati delle pattuglie di polizia e
carabinieri che avevano completamente circondato il parco. Queste due morti
scateneranno una protesta proseguita per più giorni da parte di un folto gruppo
di stranieri, che chiedono che vengano fatte le ricerche per il recupero dei
corpi altrimenti dimenticati nel fiume.
Parallelamente alle retate delle forze dell’ordine i Comitati non esitano
pubblicamente a proclamare l’utilizzo di “ronde” che dovrebbero colpire i
clienti degli spacciatori, i “tossici” che raggiungono il parco sulla linea del
4, metropolitana leggera. La dinamica con cui le ronde agiscono è semplice: ci
si prepara alla fermata del 4 più vicina al parco, si aspetta che esca uno che
si individua come “un tossico” e lo si prende a bastonate. Di episodi simili se
ne registrano parecchi, alcuni tossicodipendenti decidono non certo di diradare
le escursioni nel parco ma cominciano a muoversi in orari più favorevoli, anche
tardi nella notte. (Il giornale di strada Polvere, uscito nell’Ottobre 2007,
ospita una lunga intervista ad alcuni tossicodipendenti su quanto succede nel
parco, una cinquantina le aggressioni denunciate nell’articolo). Alcune di
queste azioni delle ronde vengono persino riportate, con tanto di fotografie del
“tossico” pestato e sanguinante sui giornali cittadini, segno evidente che le
ronde agiscono alla presenza di fotografi e giornalisti, in pieno sole.
Dopo un periodo di alta esposizione mediatica si spengono le luci su Tossic
Park, le notizie diventano stantie, il pubblico vuole emozioni nuove. Si fanno
alcuni lavori di pulizia del parco davanti al Novotel, un albergo di lusso,
viene approvato il progetto di costruzione di un campo da golf (i cittadini del
quartiere sono tutti appassionati di questo popolare sport…), nel parco viene
installato un “punto verde” (uno dei pochi nell’estate 2007: il Comune ha pochi
soldi da spendere per via dei debiti post olimpiadi) e ci sarà la festa
dell’Unità in settembre. Le ronde sembrano ritornate a posare i bastoni, o
semplicemente nessuno ne parla più.
Tossic Park resta comunque un pozzo senza fondo da cui attingere ogni tanto
articoli sensazionali ed emozionanti quando i giornali stentano a riempire le
cronache: il terribile luogo tornerà in auge per tutta l’estate ed oltre [5].
Le premesse dell’incendio
In autunno la situazione dei rom al campo sembra farsi più difficile. Il
proprietario ha deciso di rifare la denuncia per occupazione abusiva che aveva
giàsporto tre anni prima, ma che non era mai stata eseguita ed era decaduta. Ci
sono anche alcuni contatti tra proprietario e rom, alla presenza di mediatori,
tentativi di rinviare la denuncia e quindi lo sgombero in attesa di un deciso
miglioramento delle condizioni di vita delle famiglie: alcuni aspettano che
un’assunzione possa fornire loro l’occasione per trovare una casa in affitto,
altri sperano di passare lì l’inverno, magari riuscendo a trovare il sistema di
collegarsi alle utenze, anche pagando. Nessuno è pronto per essere nuovamente
sgomberato, nessuno ha un altro luogo verso cui dirigersi. Gli altri campi
cittadini scoppiano di gente, ed è molto difficile che altre due decine di
famiglie possano ancora trovare spazio. Sebbene il proprietario rifiuti
qualunque possibilità di accordo, non risulta neppure che si attivi per portare
avanti la denuncia. Gli episodiMartedì 18 settembre, verso le 23, mentre i rom
sono già chiusi all’interno del campo, con il cancello chiuso, due uomini
entrano all’improvviso, bussano a tutte le roulottes e le baracche svegliando
tutti ed urlando. Sono molto agitati e nervosi, raccontano le testimonianze,
riescono ad impressionare ed a zittire con il loro tono, gli urli e le minacce,
anche gli uomini più robusti del campo, che si limitano spaventati a chiedere a
questi di uscire. Potevano essere armati, potevano non essere soli ma attesi da
qualcuno all’esterno, nessuno del campo reagisce. Dopo un po’ i due se ne vanno
con una minaccia chiara: o se ne andranno o lì brucerà tutto. Alcuni solidali
con i rom fanno avere al campo un paio di estintori per un pronto intervento.Nei
giorni seguenti un ragazzo del campo si reca in caserma per denunciare
l’accaduto alle forze dell’ordine, gli viene risposto che se venisse accolta la
denuncia automaticamente il campo verrebbe sgomberato, trovandosi in situazione
di evidente illegalità. Il ragazzo desiste e decide di non sporgere più
denuncia. Di questo episodio, naturalmente, i giornalisti che provano a chiedere
ai commissariati di zona non ricevono che risposte negative.
Nello stesso periodo avviene un altro fatto: i rom vanno con taniche e fusti
a prendere l’acqua alla fontanella: si è però sparsa la voce nel campo che
qualcuno aspetti là a bella posta per aggredire chi si avvicina dei rom. Alcuni
uomini robusti vanno a verificare, riempiono le taniche e ritornano senza
problemi. Invece un ragazzo che non è di quel campo ma in visita, una volta
giunto alla fontanella viene aggredito a pugni. Le testimonianze dicono che il
picchiatore fosse un ragazzo con alcuni vistosi tatuaggi, già visto in zona.
Verso la fine di settembre c’è un altro raid, questa volta il gruppo è più
numeroso, ma si limita ad urlare fuori dal campo e da distante, non
avvicinandosi. Gente giovane, una decina.
Nella notte tra sabato 13 e domenica 14 ottobre, alle 3.30 del mattino
iniziano a partire le telefonate di allarme. Alle 5 finalmente la voce che c’è
stato un incendio al campo si sparge. Chi arriva sul posto trova i vigili urbani
e qualche auto dei carabinieri, i vigili del fuoco se ne sono già andati. Sono
arrivati dopo 30 minuti dalla chiamata, un tempo troppo lungo per salvare
qualcosa in un campo di baracche e roulottes.
Le testimonianze raccolte
I primi racconti sono confusi di mille sfaccettature che però nella sostanza
concordano: una donna ha sentito un rumore ed è quindi stata pronta a verificare
di cosa si trattasse e lanciare l’allarme. Non si sa il numero delle bottiglie
lanciate, sembra 3, ma tutti al campo concordano che si trattasse di benzina dal
forte odore, anche gli estintori messi in funzione non hanno potuto salvare il
campo dalle fiamme. Nella fretta di uscire, di mettere in salvo i bambini molte
famiglie hanno perso nell’incendio tutto ciò che possedevano, non solo quindi i
documenti, ma anche le cartelle mediche, i soldi, i vestiti e le scarpe, i
telefonini, i quaderni ed i libri dei bambini, ottenuti da pochi giorni grazie
allo sforzo di maestre delle scuole di zona e altri solidali, i generatori, le
cucine ed il pentolame etc. Qualcuno ha provato ad uscire ed inseguire il/i
responsabili, che sono stati visti scappare e montare su un auto che si è
allontanata veloce. Chi è uscito ha raccontato di aver seguito chi fuggiva ma di
essersi fermato dopo poco per paura.Nei giorni seguenti le versioni più
gettonate su giornali e TV spaziavano dalla vendetta tra gruppi rivali, per
esempio con i sinti del campo poco distante di via Lega (in realtà una certa
insofferenza verso i nuovi arrivati i sinti l’hanno espressa, ma non
apertamente, e i rom pur poco distanti non hanno di fatto mai dichiarato di
conoscere i vicini né di aver avuto a che fare con loro), all’autocombustione,
ovvero che fossero stati loro stessi a darsi fuoco per profittare della prossima
apertura invernale del campo di “Emergenza Freddo” che li avrebbe di certo
accolti. Quest’ultima ipotesi sfiora il grottesco: appare su La Stampa di lunedì
16 settembre a firma Angelo Conti (che la mattina dell’incendio si presenta
verso le 9 e chiacchiera per circa 20 minuti con donne e uomini del campo), a
riprova della veridicità dell’ipotesi il giornalista afferma che gli pare strano
che nessuno si sia fatto male, e che la perdita dei documenti sia stata più una
fortuna che un guaio per molti dei rom. Queste versioni totalmente campate in
aria vengono avallate dalle dichiarazioni dei carabinieri che sostengono che i
rom avessero sentore di uno sgombero imminente e che quindi avessero astutamente
deciso di giocare d’anticipo.
Vengono spontanee alcune domande: Che ragioni avrebbe un cittadino
neo-comunitario di bruciarsi i documenti che invece gli danno accesso al lavoro,
ad affittare una casa, ad usufruire dei servizi? Per giunta rifare i documenti,
per un rumeno significa dover ritornare in Romania ed aspettare almeno un mese
per le pratiche, non si possono fare dall’Italia. Un grande sbattimento insomma.
Perché alcuni non avrebbero salvato il telefonino, strumento che permette loro
di prendere eventuali chiamate di lavoro? E bruciarsi i soldi che idea balzana
sarebbe (H. F. ha perso bruciati 600 euro guadagnati in un mese di lavoro in
fabbrica)? Chi ha mai garantito a questi rom la sicurezza che in caso di
incendio sarebbero finiti ricoverati nel campo di Emergenza Freddo? Come
potevano immaginarsi un trattamento “di riguardo” persone che si erano subite
nei 6 mesi precedenti almeno altri due sgomberi? Perché vittime di un incendio?
Anche la tesi dei Carabinieri che i rom avessero sentito di uno sgombero
imminente è fasulla e non sta in piedi. Per tutto il 2007, e in tutti gli
sgomberi eseguiti nell’area, carabinieri e vigili sono passati ad avvisare molto
prima dell’imminenza dello sgombero, operatori e volontari hanno sempre saputo
prima quali fossero le intenzioni di Comune e Questura, che di fatto hanno
delegato in molti casi proprio agli operatori l’aiuto ed il sostegno a chi
veniva mandato via (nel caso dello sgombero di via Druento per tutta la giornata
un camion prestato ad alcuni operatori da un privato ed un carro attrezzi pagato
con soldi della Caritas sono stati gli unici mezzi a consentire ai rom di
recuperare baracche e roulottes e a spostarsi in un altro campo).
Quello che tutti i giornali non hanno data come ipotesi, se non riportando
con forti dubbi le parole dei rom, è quella che l’incendio del campo di via
Vistrorio sia da attribuire ad un attentato, lucidamente compiuto per risolvere
drasticamente una questione che tardava a venir affrontata dalle istituzioni. Un
gruppo di fascisti, o giustizieri di zona o venuti da fuori, che hanno agito in
un clima mediatico e politico arroventato, dove la sola parola rom già manda in
fibrillazione i cantori della sicurezza e legalità. Clima mediatico che arma la
mano di chi poi decide di passare a vie di fatto contando sull’approvazione
sussurrata da parte degli abitanti del quartiere (La domenica dell’incendio un
gruppo di abitanti della zona ha dichiarato apertamente che, pur disapprovando
l’incendio, questo aveva sortito l’effetto voluto: che se ne andassero).
Chi ha colpito ha scelto un bersaglio a caso, un campo piccolo, in cui ci
abitano poche persone, una sessantina in tutto, di cui solo una ha precedenti
penali, in cui la maggior parte delle persone ha un impiego, ed in cui la
totalità delle famiglie ha iscritto e manda i figli a scuola, ciò a riprova che
dietro questo gesto non si può nemmeno cercare la reazione di qualche vicino
danneggiato in qualche modo dalla presenza di questi rom, ma piuttosto lo sfogo
di un desiderio di annichilimento dello straniero, del diverso, del rom, cieco
ed ingiustificato. Chi ha colpito ha vigliaccamente trovato un campo comodo da
attaccare perché ben nascosto ed isolato, lontano da possibili testimoni, con
rischio inesistente di subire qualche reazione.
Che giornali e TV abbiano spudoratamente tentato di offuscare quanto è
successo dietro cortine di falsità si può spiegare col fatto che in città,
politici, istituzioni, informazione cittadina stanno giocando un gioco
pericoloso attivando campagne mediatiche continue ed incessanti di odio contro i
rom, assurti a male del secolo, e promuovendo campagne securitarie che
presentano ai cittadini i rom come nemico pubblico numero uno, primi
responsabili della difficoltà di tirare avanti, del disagio sociale,
“dell’insicurezza”. Un gioco pericoloso che provoca lo scatenarsi di ronde e
campi bruciati, pericoloso ma desiderato, provocato e perseguito fino in fondo
per basse esigenze di consenso e per vendere qualche notizia forte. Gioco
pericoloso di cui non si ha il coraggio di sostenere la paternità quando si
intuisce possa esplodere tra le mani.
Meglio venirci a raccontare che si sono bruciati il campo da soli, piuttosto
che ammettere che, a furia di invocare l’odio, finalmente in città circolano
impunite bande di giustizieri pronti ad aggredire i più deboli, i più poveri, i
più indifesi in nome della legalità e sicurezza.
Chi sarà la prossima vittima? Il prossimo ad essere bastonato o bruciato
vivo? Un barbone? Un tossico, un clandestino, uno straniero?
Dedichiamo questo scritto a Bogdan Mihalcea, “clandestino”, morto a 24
anni, risucchiato nel tombino di una fogna da un’onda di piena mentre lavorava,
in nero, senza protezioni, neanche una corda di sicurezza, per conto della SMAT,
le acque potabili torinesi. Era il 6 luglio 2006, la città era ancora pavesata
dei festoni delle Olimpiadi Invernali appena trascorse.NOTE[1] Vedi la delibera
comunale del 2006:
www.comune.torino.it/giunta_comune/intracom/htdocs/2006/2006_10277.html[2]
Vedi piccolo video girato col telefonino:
www.autistici.org/ojak//wordpress/?p=25
[3] Potete vedere il campo, dopo l’incendio, in due video su youtube al link:
it.youtube.com/watch?v=dQ4Lwqrw30g
[4] “Per il funerale soldi dai pusher”, La Stampa, 13/10/2006
[5] “Travestiti da agricoltori a Tossic Park – Nuovo stratagemma dei
carabinieri per prendere in flagrante gli spacciatori“, La Stampa,
11/10/2007
Di Fabrizio (del 01/12/2007 @ 08:41:00, in blog, visitato 1772 volte)
Da
Nazione Indiana
di Laura Nobili e Imma Tuccillo Castaldo
Pochi giorni fa, ai primi di novembre 2007, l’Alto Commissariato dell’Onu per
i Diritti Umani ha richiamato l’Italia per il mancato rispetto delle norme
internazionali in materia di
diritti delle popolazioni rom. In particolare, sono state messe sotto accusa
le azioni di sgombero forzato degli insediamenti ‘legali’, oltre che di quelli
abusivi, a Roma e in alcune altre città italiane. In questi insediamenti
vivevano comunità ‘storiche’ rom, insieme ad altre di più recente immigrazione.
Si tratta di una vera e propria ‘ripulitura del territorio’ ai fini del
decoro pubblico, come sembra sostenere il sindaco Walter Veltroni. La
condanna dell’Onu segue quella dell’aprile 2006, sancita dal Comitato Europeo
per i Diritti Sociali (CEDS): con questa l’Italia viene accusata di
sistematica violazione del diritto delle popolazioni rom ad un alloggio
adeguato, in riferimento all’art. 31 e art. E della
Carta Sociale Europea Revisionata .
Il progetto di ‘restauro’ del centro e delle periferie romane depresse è stato
inaugurato il 22 febbraio 2007. Le agenzie di stampa hanno battuto la notizia
del lancio delle operazioni di sgombero, distruzione indiscriminata e
‘delocalizzazione’ dei cittadini rom. Questa è la conseguenza dell’azione
pianificata dal Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza
pubblica di Roma, l’organo collegiale di consulenza dell’ex Prefetto
capitolino, Achille Serra.
Nel marzo 2007, per rafforzare le politiche di eugenetica urbana, il Ministero
dell’Interno e l’Associazionie Nazionale dei Comuni Italiani hanno siglato il
Patto per la Sicurezza, a cui sono seguiti, pochi mesi dopo, a
maggio, i Patti per Roma sicura e per Milano sicura,
imitati con poche varianti da altri capoluoghi di provincia.
Il Patto per Roma Sicura, che prevede notevoli contributi finanziari da parte di
Regione, Provincia e Comune, oltre che l’indispensabile collaborazione della
Prefettura, promuove «interventi risolutivi delle esigenze di contenimento delle
popolazioni senza territorio, nonché inclusione sociale, attraverso,
rispettivamente: la costruzione di quattro villaggi della solidarietà in aree
attrezzate in grado di ospitare circa 1000 persone – ciascuno da realizzare su
aree comunali o demaniali – disciplinati da specifici regolamenti di gestione;
programmi di abbattimento di insediamenti abusivi, con successiva
riqualificazione delle aree liberate».
Il primo risultato conseguito dal varo del Patto per Roma Sicura è stata la
legittimazione della sistematica distruzione dei beni materiali, già esigui, di
migliaia di persone, confermando la propensione del centro-sinistra veltroniano
a spacciare per umanitarismo e solidarietà il mero tentativo di cavalcare la
deriva populista dell’Italietta odierna, priva di nerbo e di idee politiche.
Si conferisca pure il beneficio del dubbio e si consideri come fine di questi
sgomberi forzati la creazione di una città ‘vivibile e disinfettata’ e un
migliore destino per gli sgomberati; ci si interroghi allora sul significato e
sull’efficacia dell’integrazione ‘modello Roma’.
Ora, se Veltroni & Co. dovessero spuntarla, I villaggi della solidarietà
potrebbe diventare un bellissimo titolo per un film di fantascienza a carattere
sociale, e, senza troppi sforzi di immaginazione, Quentin Tarantino potrebbe
metterlo in scena: da una parte, villaggi collassati di poveri umani da salvare
e, dall’altra, un collegio di saggi che sputa direttive e impartisce ordini
all’armata aliena degli operatori cosmici. Allora sì, il film sarebbe perfetto,
candidato al festival del cinema perbenista di veltroniana invenzione: una
sceneggiatura impeccabile in cui la Società dello Spettacolo e il Circo del
Sociale si confermano i più efficaci strumenti di visibilità politica per
associazioni, partiti e ominidi portaborse e portatessera. I villaggi della
solidarietà non sarebbero nient’altro che dei megacontenitori per merce umana,
ora sparpagliata su tutto il territorio romano: un concentrato di esseri umani
rigettato su qualche chilometro quadrato. Ecco che ‘Roma città aperta’ si
trasfigura in Rom città chiusa (è il titolo di un documentario
prodotto nel 2001 da Manfredi, Marchetti e Pasquini) e l’emarginazione sociale
si fa topica oltre il Raccordo Anulare, alla faccia della tanto agognata
integrazione.
I media non utilizzano tutti i dati che hanno a loro disposizione: per
esempio, sono in pochi a ricordare che dei circa 160.000 rom censiti in Italia,
il 60% sono in realtà cittadini italiani. La maggior parte dei giovani di terza
e quarta generazione sono nati e cresciuti in Italia; se si sono trasformati in
cittadini stranieri o in cittadini invisibili, apolidi de facto, è soltanto a
causa del bizzarro funzionamento di un preciso dispositivo di legge, quello cioè
sulla cittadinanza (Legge n. 91/92). Prima di riuscire a
garantire il diritto, questa legge crea infatti delle assurde quanto
inestricabili trame burocratiche, in cui restano impigliate le vite di migliaia
di persone.
Entrata in vigore nel 1992, con essa si stabiliscono le modalità di
naturalizzazione per le persone nate in Italia da cittadini stranieri.
Riassumiamo. Lo straniero nato in Italia acquisisce la cittadinanza italiana
solo nel caso in cui ‘vi abbia risieduto legalmente senza interruzioni fino
al raggiungimento della maggiore età’ e dichiari di volerla acquisire entro
un anno a partire da questa data. Sembrerebbe, quindi, che ‘manifestare la
propria volontà’ possa bastare al soggetto richiedente per poter ottenere la
cittadinanza. Contrariamente a qualsiasi logica, però, il Decreto di Attuazione
(DPR 572 del 1993) relativo a quella disposizione dispone che il soggetto, oltre
a dover manifestare questa volontà, debba altresì dimostrare di aver risieduto
legalmente sul territorio; ma il soggetto potrà dimostrare di risiedere
legalmente sul territorio soltanto se i suoi genitori avranno a loro volta
potuto mantenere la propria posizione regolare, vale a dire: permesso di
soggiorno e residenza ininterrotta per l’intero periodo dei diciotto anni. Detto
in altre parole: se i genitori di un bambino nato in Italia non avevano il
permesso di soggiorno al momento della sua nascita, anche se il bambino viene
iscritto nel registro dell’ufficio anagrafico, di fatto questa
iscrizione non basta. Solo l’iscrizione del bambino nel permesso di soggiorno di
uno dei genitori garantisce, infatti, la ‘legalità’ della residenza. Migliaia di
quei bambini, oggi ormai adulti, pur avendo frequentato le scuole italiane e pur
avendo vissuto tutta la loro esistenza in Italia, sono diventati ‘irregolari’ o
apolidi al compimento del loro diciottesimo anno di età. È bastato semplicemente
che i genitori al momento della loro nascita non avessero un permesso di
soggiorno o che, pur avendolo, non avessero formalizzato l’iscrizione anagrafica
con l’inserimento del bambino nel permesso di soggiorno, perché il ‘gap’ legale
della residenza, di qualche mese o di un anno, fosse sufficiente al rigetto
delle domande di cittadinanza.
Per anni è mancata una legge organica sull’immigrazione che regolasse lo
status dei cittadini stranieri in Italia. Il progressivo inasprimento delle
procedure di regolarizzazione, legate per lo più al possesso di un lavoro, ha
molto rallentato il percorso di regolarizzazione per tutti i migranti stanziali
di prima generazione (nati tra la seconda metà degli anni ’70 e la seconda metà
degli ’80). Una situazione drammatica per chi avesse scelto di vivere in Italia,
ma altrettanto drammatica per quasi tutti bambini che sono nati in Italia alla
fine degli anni ’80, quindi prima del varo della legge sulla cittadinanza del
1992.
In uno Stato di diritto non dovrebbero vigere le buone intenzioni,
soprattutto quando si devono sanare oltre venti anni di segregazione forzata (in
tuguri) di quelli che, per comodità filosofica o politica, siamo soliti definire
nomadi.
Se si leggono le delibere e i piani di intervento per l’istituzione dei campi
approvati negli ultimi 6/7 anni dalle amministrazioni capitoline, si scopre che
lo Stato di diritto è stato praticamente sospeso e trionfano, purtroppo, le
buone intenzioni. L’enorme sforzo intellettuale di quelle amministrazioni ha
partorito, nei confronti di queste popolazioni, un progetto residenziale fondato
su tre livelli di ‘integrazione sociale’:
– i campi sosta, definiti aree di sosta temporanea;
– i villaggi attrezzati, cioè strutture fornite di moduli abitativi
prefabbricati;
– gli inserimenti abitativi, vale a dire l’assegnazione di case
popolari per tutti i cittadini rom italiani e per i cittadini rom stranieri
legalmente soggiornanti sul territorio italiano.
Il primo livello prevede i servizi di base e un tempo massimo di permanenza di
12 mesi. Il secondo prevede l’inserimento nei villaggi attrezzati per una durata
massima di 36 mesi, prorogabile, ma sempre in funzione della successiva
assegnazione di case.
Infine, l’inserimento e la permanenza nei campi sosta, così come nei villaggi
attrezzati, può avvenire soltanto sulla base della provata ‘buona condotta’ dei
rom. I rom, essendo nomadi nell’immaginario collettivo dei loro detrattori e di
molti untori dei diritti umani, dovrebbero comportarsi secondo norme che le
amministrazioni municipali redigono sotto forma di ‘Patti sociali’. In queste
strane scritture viene persino prescritta una sorta di codice di condotta della
vita privata, a cui le persone dovrebbero attenersi per essere degne di
integrazione: è come se il proprietario di casa ci facesse stipulare un
contratto d’affitto solo a condizione che i bambini vengano mandati a letto
presto, o che la presenza di qualsiasi ospite venga tempestivamente ‘denunciata’
al corpo di Polizia Municipale.
Di solito, nei Patti sociali sono anche accennati i doveri che
l’amministrazione assume nei confronti dell’assegnatario di un posto in un campo
sosta o di un prefabbricato nei villaggi attrezzati: si tratta di servizi minimi
e del rispetto delle più elementari garanzie di sicurezza sociale: acqua
potabile, sistemi antincendio, manutenzione straordinaria, ecc., come si addice
a luoghi destinati alla pubblica convivenza. Il fatto è che le amministrazioni
non assolvono quasi mai a tali espliciti doveri, oppure lo fanno in maniera
soltanto parziale, cavalcando e sfruttando la serie dei soliti pregiudizi
metropolitani (mascherati da discorsi d’opportunità politica) per giustificare
le loro stesse inadempienze.
È importante sottolineare come tutti i progetti di sgombero seguano sempre le
stesse modalità e rendano sempre conto degli stessi processi politici e sociali;
in essi, ricorrono le stesse tipologie progettuali di allestimento, di gestione
e di manutenzione dei campi ‘attrezzati’ per i rom. È tutto un copia e incolla
di delibere, regolamenti, piani di intervento, ordinanze, ecc. A cambiare sono
solo gli importi che vengono versati per gli appalti di messa in opera,
rinnovati continuamente ed aumentati esponenzialmente a fronte di proroghe e
autorizzazioni che altro non fanno che rendere di fatto ‘eccezionale’, e perciò
ancor più precaria, ogni soluzione prospettata per la ‘sistemazione’ dei rom:
una manna(ia) dall’alto.
Era il 2005 quando il campo di Vicolo Savini, dove da quasi trent’anni
abitavano 770 persone, viene sgomberato per ‘emergenza sanitaria’. Trent’anni di
emarginazione non possono che produrre emergenze sanitarie. Al km 24 della via
Pontina, nei pressi di via di Trigoria, fu allestita dalla Protezione Civile una
tendopoli: 200 tende, ognuna per gruppi di 4 o 5 persone, 100 gabinetti chimici,
3 serbatoi d’acqua, 2 tendoni per le cucine, e una trentina di docce. Il più
grande campo d’Europa fu distrutto e Walter Veltroni, in compagnia
dell’Assessore alle Politiche Sociali Raffaella Milano, illustrò alla stampa
progetti e prospettive cui sarebbero state destinate quelle vite, sradicate da
un terreno di proprietà dell’Università Roma Tre. Dopo due mesi di permanenza,
la comunità avrebbe dovuto essere spostata in sistemazioni più confortevoli,
composte da moduli abitativi prefabbricati, e presso aree che l’amministrazione
comunale avrebbe individuato, garantendo altresì il rimpatrio facilitato nei
paesi d’origine per alcuni o l’accesso ai fondi destinati all’emergenza
abitativa per altri. Il megacampo di Castel Romano, prototipo dei famosi
villaggi della solidarietà, nasce così da un un lancio di dadi sulla Pontina,
nell’area di Decima Malafede.
Decima Malafede è una Riserva Naturale, sottoposta a vincolo ambientale; una
serie di norme regionali ne garantiscono – o dovrebbero garantirne –
l’inviolabilità del territorio, del suolo, delle specie animali e vegetali e
delle falde acquifere. Un Ente Autonomo della Regione Lazio (Roma Natura) ha il
compito di renderle esecutive. I rom del campo non hanno acqua potabile, ma
l’amministrazione comunale, oltre ad aver davvero fornito ai rom dei moduli
abitativi prefabbricati installandoli in un’area sottoposta a vincolo
ambientale, ha provveduto immediatamente al riequilibrio del disagio idrico: le
autobotti riforniscono le persone di acqua nera e maleodorante, che deve bastare
a tutti per lavarsi, pulire, cucinare – e per bere. (*1)
Il divieto di utilizzare le acque della riserva naturale (DL n.152 del maggio
1999) ha come conseguenza almeno due altre fondamentali omissioni di gestione
che rendono inaccettabile la qualità della vita nel campo: l’impossibilità di
allestire un sistema fognario e l’impossibilità di rendere funzionante un
impianto antincendio. Le ditte appaltate per la messa in opera del campo hanno
provveduto alla fornitura delle attrezzature antincendio; il dubbio potrebbe
sorgere qualora si scoprisse che non vi sono schede tecniche di collaudo delle
stesse. E il dubbio si rigenererebe da sé se volessimo chiedere di verificare le
schede di manutenzione ordinaria che ogni sei mesi vanno compilate dalla ditta
che se ne occupa. Per capirci: ci sono le manichette per gli idranti, ma non
possono essere collegate alla rete idrica.
E i bambini, tanto cari alle amministrazioni comunali? Per i bambini sono
previsti progetti di scolarizzazione e innumerevoli altri progetti e progettini,
gestiti da varie associazioni sinistroidi o pseudoumanitarie che inghiottiscono,
disperdono e volatilizzano il denaro pubblico senza mai arrivare alla
realizzazione degli impegni assunti. Per esempio, i progetti di scolarizzazione
prevedono pulmini per portare a scuola i bambini. Ma a scuola i bambini ci
andrebbero molto più volentieri se, anziché fare un tragitto di circa un’ora e
mezza per raggiungere la scuola assegnata da un Protocollo di Intesa ormai
vecchio e non più adeguato alla realtà dei fatti, potessero accedere alla molto
più vicina scuola di Pomezia. (*2) Dove sta allora l’origine di quel grave
fenomeno che sociologicamente viene chiamato ‘dispersione scolastica’?
Per il campo attrezzato di via dei Gordiani, il Patto sociale firmato nel
2002 dall’ex presidente del VI municipio, il dott. Vincenzo Puro, e dai
capofamiglia assegnatari dei moduli abitativi prefabbricati, ribadiva il
carattere transitorio della sistemazione in containers per le persone che da
quasi 35 anni vivono in Italia. Le tragedie che hanno investito le famiglie
residenti in quel campo sono innumerevoli. L’ultima si consuma il 30 ottobre
2007. Appena il giorno prima, agenti della polizia municipale avevano consegnato
a cinque capofamiglia, assegnatari di altrettanti containers, un invito ad
allontanarsi dal campo. Poche ore dopo, alle 7.30 del mattino, una ruspa agli
ordini di Antonio Di Maggio, Comandante del Gruppo Sicurezza Urbana della
Polizia Municipale, ha fatto molto più che rendere esecutivo l’invito di
allontanamento. Accusati di varie malvivenze, tra le quali il possesso di
stupefacenti ai fini di spaccio, uomini, donne e bambini sono stati cacciati dal
campo, e i loro averi distrutti. Eppure, in uno Stato di diritto esiste ancora
un codice penale e uno civile; il dubbio si insinua: chi ha violato le leggi
italiane e chi quelle internazionali? Ad una giovane donna, per esempio, nemmeno
è stato notificato l’invito ad allontanarsi dal campo: era in ospedale, affetta
da broncopolmonite. Dimessa qualche giorno dopo, si è trovata improvvisamente
per strada; lo stesso è successo alla madre, malata di cancro. Suo nipote,
cittadino italiano, seguiva un corso di inserimento professionale dopo il
diploma di terza media: è costretto ora a ricominciare daccapo e a ricomprarsi i
libri, andati tutti distrutti assieme al resto, sotto i colpi di mandibole
d’acciaio obbedienti agli ordini impartiti.
Qualche ora dopo, in un altro tugurio della capitale italiana, si consumava
l’omicidio Reggiani: la violenza è aberrante, non ha connotazioni etniche. La
morte di qualcuno, la sua sofferenza, l’immaginarne il dolore non possono che
indurre pudore e rispetto. Le riflessioni sono sempre successive, il pensiero si
organizza sì, ma questo avviene sempre un attimo dopo. Invece la razionalità
utilitaristica degli uomini che ricoprono alte cariche istituzionali ha dato
prova del suo cinico opportunismo: un decreto ad hoc che scuote anche
quella minima, irrisoria percezione dell’uguaglianza formale di tutti i
cittadini europei davanti alla legge europea. La Sottosegretaria al Ministro
dell’Interno, Marcella Lucidi, nella puntata de L’Infedele del 7
novembre, spiega che il Ministero dell’Interno è contro ogni forma di
discriminazione e che pertanto è giusto non criminalizzare l’intera comunità
romena per l’omicidio Reggiani. Le sue parole, caute ed educate scatenano un
altro dubbio: è possibile che sia ignara dell’operazione di polizia e pulizia
etnica condotta con perizia e disciplina a Roma, nei campi rom? Il consenso
costruito sulle e contro le miserie che la nostra società genera è pericoloso.
Chissà se Walter Veltroni e gli uomini del suo gabinetto ricordano di aver
studiato la storia italiana, soprattutto quella che va dalla fine della prima
guerra mondiale ai giorni nostri. Ma certo, che stupidaggine è mai questa,
Veltroni ogni anno va in pellegrinaggio ad Auschwitz. Solo, a questo punto, non
è ben chiaro che cosa ci vada a fare.
Note
1. Il manifesto - Riccardo Iori, 4/11/ 2007.
2. Il Messaggero – Claudio Marincola, 7/11/2007.
Di Sucar Drom (del 22/11/2007 @ 09:00:09, in blog, visitato 2386 volte)
Opera Nomadi, ancora un omicidio bianco
I responsabili vadano cercati nell’imprenditoria italiana in Romania e nella
completa mancanza di programmazione di questo Governo come di quello precedente.
Sono mesi che l’Opera Nomadi cerca invano di farsi ricevere al Ministero
dell’Interno perché siamo certi che come i 4 omicidi bianchi a L...
Torino, nuovo incendio in un insediamento rom
Una decina di baracche di un “campo nomadi” in via Germagnano, alla periferia di
Torino, sono rimaste distrutte o danneggiate in un incendio sviluppatosi ieri
pomeriggio per cause non ancora accertate. L’episodio coinvolgerebbe 6-7
famiglie. Non ci sono stati feriti. Sul posto sono intervenuti i vigili del
fuoco ed i carabinieri della Compagnia Oltre Dora. Secondo gli a...
Roma, Ferrero e Bindi tra i bambini rom e non solo
In occasione della giornata nazionale dei diritti dell’infanzia e
dell’adolescenza i Ministri della Solidarietà Sociale Paolo Ferrero e delle
politiche per la Famiglia Rosy Bindi visiteranno oggi pomeriggio alcune realtà
significative della condizione dei minori nel nostro paese. Alle ore 14.00,
presso la scuola med...
Rom e Sinti, un giorno di lutto
Oggi è la Giornata internazionale dei Diritti dei bambini, che celebra il XVII
anniversario della Convenzione Internazionale sui diritti dell'Infanzia, il più
organico quadro di riferimento per tutte le iniziative a difesa dei diritti dei
bambini, approvato nel 1989 dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite e
riconosciuto in 190 p...
Giorgio Napolitano, ''Rom e romeni non sono il male e vanno integrati''
"Modificare la legge sulla cittadinanza che è troppo restrittiva". È quanto
chiede il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, intervenendo al
Quirinale in occasione della celebrazione della “Giornata nazionale
dell'infanzia”, in coincidenza con l'anniversario della Convenzione Onu sui
diritti dei minori. Per il capo dello Stato, "bis..
Razzisti in doppiopetto, dov'è la differenza dai colleghi di destra?
Un tempo erano di sinistra. Oggi sono democratici che scimmiottano gli avversari
ignari di alimentare pulsioni oscure che primao poi gli si rivolteranno contro.
Il razzismo non è appannaggio esclusivo dei reazionari. Lombroso e de Lapouge
erano socialisti. L'avevo definito razzismo "democratico" o "rispettabile", quel
razzismo subdolo e ipocrit...
Roma, la squadra di calcio degli "Ercolini"
“Il nostro motto è essere educati”, ci tiene a precisare Salvatore Paddeu,
arbitro di calcio e allenatore di una squadra di ragazzi rom del "campo nomadi"
di Tor di Quinto. La sua avventura è cominciata tre anni fa, quando decise di
mettere in piedi la squadra degli “Ercolini”, dal nome del presidente della
squadra, Don Giovanni D’...
Accordo UE-Serbia: un evento storico
Lo scorso 25 ottobre è stato un giorno importante per le relazioni Belgrado-UE.
Il Parlamento europeo ha infatto approvato un rapporto a favore di una rapida
integrazione della Serbia in Europa. Questa sembra ormai essere una priorità sia
a Strasburgo che a Bruxelles. “Il futuro della Serbia è nell'Unione europea”.
Questo il messaggio chiave suggellato il 25 ottobre sco...
Identità negate: l’alba di Federica
Sorgerà
mai
l’alba
di Federica
in una società
sgomenta,
ostile e
nemica?!
Il chiaro
di un mattino
in cui...
Di Fabrizio (del 18/11/2007 @ 08:49:37, in blog, visitato 1590 volte)
Da
Mediattori in città:
Dal 6 Novembre è aperto lo Sportello per i cittadini migranti e rom del
Municipio Roma 19 presso la Scuola "Anderson" a Via Podere Trieste 20.I giorni e
gli orari di apertura sono il Martedì dalle 9,30 alle 13 e il Venerdì dalle
15,30 alle 19.
I servizi offerti sono:
1. CONSULENZA FISCALE E LEGALE
2. INFORMAZIONI SULLE NORME VIGENTI IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE
3. RAPPORTI CON LO SPORTELLO DI SEGRETARIATO SOCIALE MUNICIPIO ROMA XIX
4. RAPPORTI CON L’UFFICIO CENTRALE IMMIGRAZIONE DELLA QUESTURA DI ROMA E
SPORTELLO UNICO PER L’IMMIGRAZIONE DELLA PREFETTURA DI ROMA
5. ORIENTAMENTO AL LAVORO E AI SERVIZI TERRITORIALI
6. PRATICHE PER LA RICHIESTA DELLA CITTADINANZA ITALIANA E PER IL
RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE
7. COMPILAZIONE DEL "KIT" REPERIBILE AGLI UFFICI POSTALI PER LA RICHIESTA DEL
PERMESSO/CARTA DI SOGGIORNO PER I MIGRANTI
per info:
http://municipioroma19.hive.it/pages.asp
Di Sucar Drom (del 17/11/2007 @ 08:50:35, in blog, visitato 1726 volte)
Capri espiatori, euforia del mercato
Recenti avvenimenti nazionali hanno portato una ventata di euforia sul mercato
delle materie prime, specie nel comparto “capri espiatori”, un po’ depresso dopo
la bolla speculativa dei lavavetri. I romeni, più o meno rom, hanno registrato
un impressionante balzo in avanti nelle quotazioni, sono molto ricercati e i ...
"Voi popolo Rom siete nel cuore della Chiesa"… lo siete ancora?
"Al contrario, quando dai un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi;
sarai beato perché non hanno da ricambiarti…!" (Lc. 14, 13) E' il Vangelo che la
Liturgia ci proponeva solo qualche giorno fa (5 Novembre 2007) e alla luce di
quanto sta avvenendo in Italia contro il popolo Rom in genere, è una pagina che
ci imbarazza e ci giudica, sop...
Rom, qualcosa di sinistra
La politica è fatta di scelte, ma vive di gesti simbolici. Veltroni, il leader
della sinistra italiana, anziché suggerire o sollecitare o tollerare che
l’inumana favela di Tor di Quinto fosse rasa al suolo, avrebbe dovuto visitarla.
Avrebbe dovuto parlare co...
Emergenza Rom, Barroso accusa: "L'Italia non ha mai chiesto i fondi"
Il presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, è famoso per la
sua calma olimpica. Eppure su questa vicenda dell'immigrazione rom e della
lettera che gli hanno inviato i premier di Italia e Romania chiedendo alla
Commissione di fare di più, la sua...
ONU, un manuale per scrivere di minoranze e immigrazione
Un manuale per insegnare ai giornalisti italiani a occuparsi e a scrivere
correttamente di immigrazione e diritto d'asilo. L'iniziativa è dell'Alto
commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Acnur/Unhcr), dell'Ordine dei
Giornalisti e della Federazione Nazionale della Stampa Italiana (Fnsi). Una nota
dell'organismo dell'...
Romania, il razzismo contro i Rom
Il premier rumeno Tariceanu è intervenuto pubblicamente in Italia diverse volte,
in questi giorni. Abbiamo apprezzato le sue affermazioni equilibrate ma ferme
nel condannare qualsiasi forma di razzismo verso le popolazioni Rom che speriamo
abbiano fatto brecci...
Reggio Calabria, le dichiarazioni del Sindaco sono da censurare
In merito all’intervista del giornalista Francesco Paolillo al sindaco Giuseppe
Scopelliti, pubblicata su “Il quotidiano della Calabria” in data 06/11/2007,
vorremmo pubblicaste alcune nostre considerazioni. Riteniamo che le
dichiarazioni del primo cittadino e del leader di An Gianfranco Fini sono in
linea con la campagna mediatica di criminalizzazione delle ...
Sardegna, la Regione stanzia 900mila euro
Sono 325 i Rom censiti in Sardegna nei tre “campi sosta” di Cagliari, San Nicolo
d'Arcidano (Oristanese) e Olbia (Gallura). I tre comuni beneficeranno di un
finanziamento di mezzo milione di euro concesso dalla Giunta regionale in base
alla legge regionale 9 del 1988 per la tutela dell'etnia e della cultura dei
Rom. Altri sei “campi sosta” sono stati attrezzati nel tempo ad Alghero,
Carbonia, Ghilarza, Sassar...
Non potete farlo in nostro nome
L’assemblea del Centro Documentazione Donna di Ferrara si è riunita in via
straordinaria venerdì 2 novembre 2007 presso la sede del centro stesso (via
Terranova 11 b) per discutere del recente efferato caso di violenza ad una donna
a Tor di Quinto (Roma), che si è purtroppo concluso con la morte della vittima,
nonché delle re...
Genitori e figli oggi, concorso nazionale
Si intitola “Genitori e figli oggi” il concorso nazionale promosso
dall'Associazione Genitori si Diventa con scadenza alle ore 12.00 del 31
dicembre 2007. Si tratta della produzione di un elaborato - saggio, racconto
breve o poesia - che si riferisce ad uno d...
Livorno, nessuna invasione rom
Questa sera alle ore 21 presso il salone del Lem (Palazzo dei Portuali),
trasmessa da tele Gran Ducato, si terrà la presentazione del libro "Livorno e i
rom" con le domande e risposte sul blog aperto dal Sindaco di Livorno Alesandro
Cosimi (in foto). Sono state invitate ad intervenire Giandomenico Amendola
(docente di socia...
ONU, i Rom e i Sinti subiscono discriminazioni in Italia
Vogliamo richiamare l'attenzione del governo italiano sugli incidenti seguiti
allo sfratto delle comunità Rom di Pisa e di Roma. Stando a informazioni in
nostro possesso, le comunità Rom presenti in Italia subirebbero discriminazioni,
violazioni del diritto a un alloggio adeguato e sarebbero soggette a sgomberi
forzati. Ci è stato reso noto, per esempio, che il 19 luglio 2007 la polizia
italiana in coope...
Roma, parole di Rom contro il razzismo
Si registrano continue aggressioni contro cittadini rumeni. Nella notte di ieri
è rimasto ferito un rumeno, in via del Monte delle Capre a Roma: è tuttora
ricoverato per diverse ferite da arma da taglio. Gli aggressori sono fuggiti.
Dal social forum rumeno arriva intanto un messaggio pr...
Roma, in Tribunale la prima udienza per il delitto di Giovanna Reggiani
Fu Emilia N. a gridare il nome dell'aggressore ai poliziotti. Dapprima si
posizionò in mezzo alla strada davanti ad un autobus dell'Atac per segnalare che
Giovanna Reggiani era stata gettata nel fossato. All'arrivo dei poliziotti,
visto che Emilia non parla italiano, mimò quello che aveva visto: ovvero un uomo
che portava sulle spalle la donna, e gridando nel contempo il nome del responsab...
L'Italia continua a non chiedere i fondi europei a favore delle popolazioni rom
e sinte
«Siamo allibiti di fronte all’insipienza del governo Prodi che “dimentica” di
chiedere i fondi all’UE per l’emergenza Rom, quando invece altri governi, come
quello di Madrid, hanno già investito 52 milioni di euro». Lo ha detto
l’onorevole Margherita Boniver, componente del Direttivo del gruppo di Forza
Italia della Camera dei Deputati. «Questa incredibile notizia ha aggiunto - che
viene dal Pr...
Spedire i delinquenti rom nel deserto non è una soluzione...
«Spedire i delinquenti nel deserto non è una soluzione e, comunque, ciò non
accadrà troppo presto»: lo ha dichiarato ieri il ministro degli Esteri romeno,
il liberale Adrian Cioroianu, autore una settimana fa delle controverse
dichiarazioni, che diedero adito a una valanga di critiche, circa una eventuale
«deportazione» dei delinquenti ...
Tarquinia (VT), alta la guardia e controllo costante del territorio contro i
"nomadi"
«Allo stato attuale un presunto arrivo di una carovana di nomadi nel territorio
di Tarquinia è assolutamente da escludere». Ad affermarlo è il sindaco Mauro
Mazzola, dopo alcune notizie apparse nei giorni scorsi sugli organi
d'informazione, in merito al probabile insediamento nella Zona Artigianale di un
“acca...
Brescia, pronte le azioni per cacciare i Sinti Italiani
Sull’onda emotiva degli ultimi tragici fatti romani, continua anche a Brescia il
battage mediatico sugli insediamenti occupati da Sinti, Rom e immigrati nella
periferia della città. Dopo l’annuncio dell’assessore Capra che vuole
trasformare i “campi nomadi” regolari in "centri per l’emergenza abitativa",
ecco quello dell’assessore all’Edilizia privata Luigi Gaffurini che assicura
entro la fin...
Roma, Forza Italia propone la discriminazione su base etnica/razziale
Oggi è stata pubblicata da Il Giornale un’intervista ad un Consigliere Comunale
di Roma, Marco Pomarici. Questo politico locale intende presentare un documento,
elaborato insieme ai compagni di partito, per risolvere la questione rom a Roma.
Sulla base delle regole proposte da questo politico capitolino, abbiamo fatto
alcuni esempi ...
UE, Frattini messo sotto accusa dal parlamento
Nel suo intervento introduttivo al dibattito in aula, Frattini era stato per la
verità molto attento a non prestare il fianco alle critiche del centrosinistra e
dei liberaldemocratici, ribadendo una serie di concetti che prima i suoi
portavoce e poi lui stesso hanno ribadito fin dal 5 novembre, tre giorni dopo la
pubblicazione delle sue in...
Roma, l'estetica rom nella personale di Bruno Morelli
Marco Brazzoduro presenta una personale di Bruno Morelli, intitolata: l’estetica
rom. La mostra di pittura sarà inaugurata a Roma, mercoledì 24 novembre alle ore
18.00, nello spazio espositivo di vicolo del Bologna n 72 (Trastevere), presso
l’associazione culturale ALEPH. La personale sarà visitabile tutti i giorni
dalle ore 16.00 alle ore 20.00, fino al 3 dicembre 2007. La ricerca artistica
del Morelli si inoltra nei meandri del “fenomeno etnico” attraverso lo strumento
...
Stranieri nati in Italia, una Circolare precisa i criteri per ottenere la
cittadinanza
Per l'iscrizione anagrafica varranno i documenti comprovanti la permanenza nel
nostro Paese fin dalla nascita dei figli degli immigrati, anche se tardivamente
registrati presso i Comuni. Certificazione scolastica, attestati di
vaccinazione, certificati medici in generale o altro, potranno comprovare la
permanenza nel nostro Paese per l'iscrizion...
Viareggio (LU), l'amministrazione cerca soluzioni abitative per le famiglie rom
Dopo Camaiore, anche in un'altra parte della provincia lucchese sono sorti nuovi
venti di polemica sulla collocazione abitativa e lavorativa del nucleo rom
viareggino. Infatti nel comune di Borgo a Mozzano, situato in Media Valle del
Serchio, dovrebbero essere alloggiate due delle circa venticinque famiglie
viareg...
Torino, il Sindaco vorrebbe seguire il modello francese
«Il modello sicurezza di Torino funziona ed ha prodotto maggiori risultati
rispetto a campagne fatte da altre città, magari senza clamori mediatici. Qui si
coniuga legalità con solidarietà». Il sindaco Sergio Chiamparino difende ciò che
il Comune ha fatto, a partire dal tavolo sulla sicurezza, dopo il fuoco di fila
della minoranza durante...
UE, Frattini rischia una dura reprimenda ufficiale
Gli eurodeputati dell'Unione di centrosinistra hanno presentato ieri a
Strasburgo il testo della risoluzione sostenuta da Pse, Alleanza
liberaldemocratica, Verdi e Sinistra unitaria europea (Gue) che il Parlamento
europeo voterà oggi sulla libera circolazione dei cittadini comunitari nel
territorio dell'UE. La bozza di risoluzione contiene una dura reprimenda nei
confronti del vicepresi...
Biennale, ultimi eventi rom
Ancora pochi giorni per visitare il Padiglione Rom, il primo presente alla 52.
Esposizione Internazionale di Arte - La Biennale di Venezia, che chiuderà i
battenti il prossimo 21 novembre. Ultimi eventi oggi e domani, non perderli.
"Paradise Lost" è il titolo del primo Padiglione Rom che, allestito presso
Palazzo Pisani a Calle delle Erbe, è curato da Tímea Junghaus con il coordinamen...
UE, Frattini condannato!
Il Parlamento europeo ha approvato con 306 sì, 86 no e 37 astenuti la
risoluzione comune di Pse, Liberaldemocratici, Verdi e Sinistra europea sulla
libera circolazione delle persone nellaUe, contenente la critica al
vicepresidente della commissione Ue Franco Frattini per alcune sue dichiarazioni
alla stampa del 2 novembre scorso. Il paragrafo riguardante Frattini è stato
approvato con 290 sì, 220 no e 21 astenuti. Prima del voto Antonio Tajani (Fi)
ha chiesto al presidente del Parlamento europeo Hans ...
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