Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 18/08/2006 @ 10:34:27, in Regole, visitato 1764 volte)
RUGBY - Il comune di Borough ha incaricato un ufficiale di polizia per discutere il problema dei Nomadi e Viaggianti che transitano in città.
E' un gruppo che si ritiene provenga dalle MIdlands, e si è accampato lunedì pomeriggio sul campo del Gaelic Football Club in Boughton Road.
Il comune ha già iniziato un'azione legale contro gli occupanti - ma ogni decisione per spostarli può richiedere settimane.
Un portavoce del consiglio di Rugby Borough ha confermato: "Stiamo per impiegare un project manager per affrontare la questione."
Dall'incaricato ci si aspetta che fornisca un servizio di approccio alle famiglie nomadi, ai viaggianti a quanti fanno parte del mondo del circo e delle fiere - e si spera che questo rafforzi la comunità cittadina verso i problemi legati ai nuovi e vecchi insediamenti.
L'incaricato lavorerà per il servizio comunale nomadi, che tra l'altro si interessa che i bambini vadano a scuola e offre un facilitazioni alla sosta per quelle famiglie i cui bambini vanno a scuola.
I capi del consiglio hanno deciso di fare opera di conoscenza verso questa figura, dopo che Nomadi e Viaggianti più volte sono arrivati occupando spazi pubblici.
Settimana scorsa, l'Hillmorton Football Club ha dovuto ricorrere ad uno sgombero per un gruppo di Nomadi che s'erano accampati accanto al campo di gioco.
Solo due giorni dopo, i Nomadi avevano divelto le recinzioni, entrando nel campo di calcio del Gaelic a Boughton Road.
Chris Worman, assistente ai parchi e cimiteri e manager del consiglio comunale, dice che anche lì ci sono state visite.
Il consiglio ha dato luogo ad azioni legali per rimuovere gli insediamenti spontanei, ma tutto il processo potrebbe durare settimane.
Di Fabrizio (del 19/08/2006 @ 10:39:17, in Regole, visitato 1574 volte)
BOTOSANI - Il proprietario di un pub che ha rifiutato nel 2002 di servire tre giovani di etnia Rom, è stato condannato al pagamento di 600 lei (167 euro circa ndr) per danni morali.
La sera del 2 dicembre 2002, tre Rom, incluso un rappresentante dell'organizzazione Romani CRISS; arrivarono al pub "Complex Moldova" di Botosani, di proprietà di SC Aurelu SRL. Volevano soltanto farsi un bicchiere.
All'ingresso del pub, i tre notarono il cartello "Abbiamo il diritto di scegliere i nostri clienti - non serviamo persone di origine Rom". Nonostante ciò, il rappresentante di Romani Criss ha provato lo stesso ad ordinare, ma il cameriere ha rifiutato di servirlo, dicendo di avere specifiche istruzioni. Il cameriere ha detto "Il proprietario non vuole che in questo pub si servano Rom."
Due mesi più tardi, febbraio 2003, Romani CRISS ha compilato una protesta al Consiglio Nazionale contro le Discriminazioni (CNCD). [...] Sulla base della decisione CNCD 165/27.05.2003, questo è un atto discriminatorio, punibile sino a 800 lei.
La società SC Aurelu SRL è ricorsa in appello, che ha cambiato la propria decisione in un "ammonimento". La decisione è definitiva. Conseguentemente Romani CRISS ha appoggiato le vittime della discriminazione per un'azione civile verso il tribunale di Botosani contro SC Aurelu SRL, per ottenere un risarcimento.
A questo punto, nel luglio 2004, il tribunale con la sentenza 3211, ha accettato il richiamo "perché sia permesso l'ingresso nel pub" e condannato la società a pagare 200 lei ad ognuno, come titolo di compensazione morale.
Romani CRISS sta attualmente sviluppando la procedura legale in merito ad altri tre casi similari, che riguardano il divieto di ingresso o la pubblicazioni di articoli razzisti [...]
Fonte Romanian_Roma
Di Fabrizio (del 21/08/2006 @ 10:06:47, in Regole, visitato 1610 volte)
Premessa del 28 febbraio:
COMUNICATO STAMPA n. 7 - GIRCA C. IBM Oggi 17 agosto 2006, GIRCA ha visto notificarle la decisione dell'Alto Tribunale federale Svizzero sul coinvolgimento di IBM per complicità col nazismo, considerando il caso come caduto in prescrizione.
Le considerazioni del Tribunale federale verranno rese note nelle prossime settimane.
Questa decisione mette definitivamente fine al casi GIRCA v. IBM, senza che il caso sia stato giudicato, caso iniziato a dicembre 2004 nella città di Ginevra [vedi ndr.]. Tuttavia, la chiusura del caso legale, non metterà a tacere le voci di quanti, vittime di crimini contro l'umanità, hanno deciso di ricorrere al tribunale e citare le aziende che hanno collaborato alle attività criminali.
Geneva - 17.8.06 For GIRCA Henri-Philippe Sambuc, lawyer 0041 79 202 19 52
Rif: TicinOnline
Di Fabrizio (del 29/08/2006 @ 10:27:15, in Regole, visitato 2473 volte)
20 agosto 2006 | 17:17 | Source: Beta - BELGRADO - L'etnia Rom nelle aree rurali, nei distretti più poveri e gli IDP (rifugiati interni) hanno grosse difficoltà nei diritti alla sicurezza, alla scolarizzazione e al lavoro.
Un'inchiesta condotta Centro per i Diritti delle Minoranze (MRC), rivela che i membri della comunità Rom possono esercitare questi diritti solo se registrati a qualche indirizzo fittizio.
"Succede spesso che le donne con i bambini al collo siano rifiutate dai servizi sanitari se non hanno con loro il tesserino medico. A volte, le donne usano il tesserino di qualcun altro per accedere ai servizi di medicina." riporta lo studio intitolato "Rom e Diritto alla Soggettività Legale in Serbia"
MRC registra diversi casi di diniego nell'offerta dei servizi medici a chi non è registrato, oppure casi in cui è stato chiesto di pagare una tangente per curare i bambini.
Se il genitore manca di documenti e fa richiesta al municipio per registrare i figli negli albi cittadini, non può in quanto senza documenti."Qui il problema è più profondo, in quanto i minori senza documenti, col tempo creano altri nuclei senza documenti. Si crea così una comunità parallela di persone fuori dal sistema, che non hanno accesso alla sanità, alla scuola e al lavoro regolare. Si pensa generalmente che il problema base è che i Rom stessi non diano importanza, ma la verità è che se non hanno la possibilità di registrare la loro residenza, vanno incontro a una serie di barriere".
Lo studio prosegue con i Rom IDP del Kosovo e quanti provengono da aree rurali che sono i più discriminati, assieme a quanti provengono dalle ex repubbliche della vecchia confederazione. Lo stesso problema per quanti facciano ritorno dai paesi occidentali, perché non è stato loro concesso il diritto di rifugiato.
MRC conclude che lo stato della Serbia non ha tuttora dato nessuna risposta in merito, e chiede che il governo finalmente affronti questo problema [che è comune anche alle altre repubbliche della Ex Jugoslavia ndr.]
Fonte: http://www.mrc.org.yu/publikacije/pub_e_11.pdf
Di Fabrizio (del 31/08/2006 @ 18:33:55, in Regole, visitato 2760 volte)
Budapest, 31 agosto 2006 - In una decisione comunicata questa settimana, il Comitato ONU per l'Eliminazione della Discriminazione contro le Donne (CEDAW) ha condannato l'Ungheria per violazione della Convenzione sull'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le Donne, in riferimento alla sterilizzazione di una Romni senza il suo consenso, nel gennaio 2001.
Il 2 gennaio, la donna (Ms. S.) fu sterilizzata dai dottori all'ospedale di Fehergyarmat. Mentre era operata per un aborto spontaneo, le venne chiesto di firmare dei fogli per ottenere il suo consenso a tale operazione, senza fornire informazioni sull'intervento, la sua natura, i possibili rischi o le conseguenze di una sterilizzazione. Neanche venne informata sulle altre forme di controllo delle nascite. Solo in seguito venne a conoscenza del fatto che non sarebbe potuta più rimanere incinta.
Il 15 ottobre 2001, Ms. S e il suo avvocato fecero causa all'ospedale, per lesione dei diritti della querelante e per aver agito in maniera non professionale, quindi per non aver richiesto il consenso o aver fornito le indicazioni necessarie. Il ricorso venne accettato il 22 novembre 2001.
Durante l'appello, il Tribunale Regionale di Szabolcs-Szatmar-Bereg ritenne che il personale ospedaliero aveva agito negligentemente nei confronti di Ms. S, [...] ma contemporaneamente concluse che la sterilizzazione era irreversibile, ma non esisteva la certezza di un detrimento della querelante, che non aveva quindi ragione di chiedere un indennizzo.
A fronte di questa decisione, il 12 febbraio 2004 European Roma Rights Centre (ERRC) e l'Ufficio Legale di Difesa per le Minoranze Etniche e Nazionali (NEKI) chiesero la riapertura del caso, portandolo all'attenzione di CEDAW [...]
For further details on this case, please contact dr. Anita Danka at ERRC (anita.danka@errc.org), (36 1) 41 32 200, or dr. Bea Bodrogi at NEKI (bbodrogi@yahoo.com), (36 1) 303 89 73 or (36 1) 31 3144 998
Di Fabrizio (del 06/09/2006 @ 10:07:00, in Regole, visitato 1816 volte)
The Associated Press - 31 agosto 2006
Praga - La sentenza d'appello di un tribunale della Repubblica Ceca, ha condannato a tre anni di prigione un estremista di destra per un assalto contro alcuni Zingari.
Tre anni fa, Martin Jas e altri due avevano dato l'assalto ad un appartamento abitato da una coppia di Rom, nella città di Jesenik, 250 Km. a est di Praga, ferendo una donna incinta e un suo amico. La donna riportò una seria ferita all'occhio.
Jas, condannato il novembre scorso dal tribunale di Jesenik a 4 anni e mezzo di prigione, aveva fatto ricorso in appello.
La corte d'appello di Olomouc, 250 km. a sudest di Praga, stabilì che il verdetto precedente cumulava le sentenze di due crimini differenti e ha così ridotto la pena a tre anni, dice Zdenka Polakova che rappresentava le vittime nel processo.
Le autorità di Olomouc non hanno commentato la sentenza.
Il giugno scorso, Petr Blajze, complice di Jas, è stato condannato a tre anni e tre mesi di prigione, mentre l'altro complice, Martin Stiskala, ha visto la sua sentenza sospesa.
Di Fabrizio (del 16/09/2006 @ 10:31:08, in Regole, visitato 2230 volte)
Il 31 agosto scorso c'è stato il primo processo in tribunale dopo
l'approvazione del Parlamento della Legge Antidiscriminazione. Il tribunale
di Michalovce (Slovacchia orientale) si è pronunciato sul caso sollevato da
tre Rom, attivisti dell'OnG Nova Cesta.
Il caso nasce ad aprile 2005, quando i tre Rom si recarono al noto caffé
IDEA, nel centro di Michalovce. Secondo i tre, il caffé era noto per
essere ostile ai Rom, che lì non venivano serviti. In precedenti occasioni
il personale si era rifiutato di servirli. Per questo, si erano fatti
accompagnare da attivisti ddel Centro per i Diritti Umani e Civili di Kosice
(Poradna), perché fungessero da testimoni.
Quel giorno ai tre venne rifiutato di entrare nel locale, con la scusa che
quello era un "club" ed aperto quindi ai soli soci. Viceversa, pochi minuti
dopo, gli attivisti "bianchi" di Poradna, entrarono senza alcun problema e senza
nessuna richiesta, come del resto altri avventori.
I tre attivisti Rom decisero allora di fare causa per infrazione della Legge
Antidiscriminazione, chiedendo che fossero date loro scuse per iscritto e un
indennizzo finanziario.
Il tribunale distrettuale ha dato loro ragione, per quanto in maniera
confusa: da una parte ha riconosciuto che si è trattato di un atto di
discriminazione, necessario di scuse ufficiali. Dall'altro, ha detto che se di
discriminazione si è trattato, non è stata a causa della loro origine etnica,
non specificando quindi di quale discriminazione si sia trattato.
Il tribunale ha riconosciuto che il proprietario del locale serve anche
clienti Rom, e quindi non può essere accusato di discriminazione in
generale. Per questo, la corte ha rifiutato la richiesta di un pagamento di
indennizzo, in quanto i richiedenti erano a conoscenza del fatto che non
sarebbero stati serviti, per quanto questo può aver avuto origine da un
trattamento discriminatorio.
[...]
I tre Rom hanno intenzione di ricorrere in appello, date le motivazioni
incerte fornite dal tribunale.
Per ulteriori notizie:
Poradňa pre občianske a ľudské práva
Krivá 23
040 01 Košice
Slovakia
Tel: + 421 55 68 06 181
E-mail: poradna@euroweb.sk
OZ Nová Cesta
Nám. Slobody 1
071 01 Michalovce
Slovakia
Tel: + 421 56 64 26 938
E-mail: ipcr@post.sk
Di Fabrizio (del 02/10/2006 @ 10:45:07, in Regole, visitato 1692 volte)
Da
Les
Rroms acteurs
A proposito della (quinta? sesta? non me ne ricordo) espulsione dei Rroms da
Montreuil (ne ho già viste personalmente tre), vorrei porre una questione
giuridica: cosa impedisce legalmente che a chi è gettato fuori a forza dalla
propria abitazione di fortuna, di recuperare alcuni magri beni personali: abiti,
alimenti, coperture ecc.? Una persona del comitato di sostegno è testimone di
quest'ultima vessazione. Non si tratta, penso, di oggetti pericolosi bensì di
prima necessità. Tutti (escluso quanti ci governano) sono a conoscenza della
loro povertà estrema, della fuga dal razzismo e dalla miseria. Arrivano in
Occidente, vengono cacciati e si impedisce di rendere con loro i loro averi,
come ho visto personalmente a Choisy le Roi.
Attendo una spiegazione giuridica. Ho una laurea in legge, evidentemente mi
sfugge qualcosa.
Bon, ciao, vado a frugare nei miei borghesi armadi per trovare qualcosa da
portare loro...
Di Fabrizio (del 16/10/2006 @ 11:06:33, in Regole, visitato 1862 volte)
European Roma Information Office (ERIO) esprime le proprie preoccupazioni sulle dichiarazione del Ministro alla Sanità Radoslav Gaydarski, che sta considerando una legge mirata per porre freno al tasso di natalità fra i gruppi di minoranza, in particolare tra i Rom. Secondo il giornale "Sega", lunedì scorso Gaydarski ha detto ai giornalisti che se non si limitano le nascite tra i Rom, il tasso di mortalità in Bulgaria rimarrà tra i più alti d'Europa, dato che molti di quei bambini non arrivano all'età adulta. Gaydarski suggerisce anche un incontro con i suoi colleghi di Ungheria, Romania e Slovacchia - i paesi con il più alto tasso di Rom - per affrontare congiuntamente la questione.
ERIO trova che questa proposta violi i diritti umani basici [...]. I nazionalisti fanno dichiarazioni come "Tra 50 anni i Rom saranno in maggioranza in Bulgaria, a causa degli alti tassi di nascita", soffiando sui risentimenti anti-Rom. La "minaccia" della cosiddetta crisi demografica ricorre anche nelle dichiarazioni di quadri statali ed accademici.
Le dichiarazioni del Ministro suonano come inappropriate dai legislatori e dalle autorità sanitarie. Il Presidente della Commissione Parlamentare sulla Sanità, Dr. Borislav Kitov dice: "Una legge in questo senso non può entrare in Parlamento, e se anche lo facesse andrebbe direttamente alla Corte Costituzionale. Non possiamo incriminare qualcosa che è fisiologico, altrimenti sarebbe genocidio!" Secondo il Ministro la gravidanza sotto i 16 anni andrebbe proibita per legge. Naturalmente, la legge riguarderebbe principalmente la comunità Rom [...] Ma la domanda è cosa le autorità vogliono fare con le ragazze incinte sotto i 16 anni.
Comprendiamo che questa confusa idea d l'iniziativa anti-Rom di Gaydarski sia il risultato di una "umana" preoccupazione di ridurre la mortalità infantile dovuta alle gravidanze precoci, ma ciò deve realizzarsi in altra maniera, non con una legge incostituzionale che è considerata una interferenza brutale nei diritti delle donne e delle famiglie.
ERIO chiede all'Unione Europea di prendere misure per prevenire l'adozione di una legge simile, che sarebbe in conflitto con le politiche europee sui diritti umani e i valori democratici.
Ivan Ivanov, Executive Director,
European Roma Information Office. Av. Eduard Lacomble 17 Brussels 1040, Belgium Phone: 0032-2-733-3462 Fax: 0032-2-733-3875
Fonte Bulgarian_Roma - Un altro punto di vista
Di Fabrizio (del 09/11/2006 @ 10:42:24, in Regole, visitato 2055 volte)
Articolo completo:
Roma_Daily_News
Redjep Shema è stato imprigionato il 15 settembre 2006 per essersi rifiutato
di firmare "volontariamente" la propria deportazione in Kosovo. E' stato
minacciato da Frank Pedersen, capo della Polizia, che sarebbe stato in prigione
finché non avesse firmato.
Redjep Shema e la sua famiglia sono Rom Askali fuggiti dal Kosovo. In
Danimarca avevano chiesto rifugio e si sono comportati secondo la legge.
Il giorno 18 settembre il Tribunale avrebbe dovuto esaminare la sua
richiesta, ma la corte ha rifiutato di riconoscere gli avvocati nominati da
Shema, imponendone un altro d'ufficio. L'avvocato d'ufficio ha accettato il
compito, benché non potesse disporre di materiale per elaborare la difesa. Non
ha potuto visitare Redjep Shema in prigione. Il caso è stato portato in appello
per i dati forniti da
"Romano" e altre
associazioni.
Punto centrale della difesa è che in Kosovo gli Askali sono accusati di aver
preso parte al conflitto a fianco dei Serbi, e per questo sono a rischio di
violenze e discriminazioni da parte dell'etnia maggioritaria albanese.
Il comportamento delle autorità danesi ha infranto una lunga serie di atti e
accordi, danesi ed europei (tutti citati nell'articolo originale ndr), e
può spiegarsi soltanto come una concessione al Partito Popolare perché appoggi
la coalizione di governo, quando richiede l'estradizione degli stranieri, in
particolare dei Kosovari, per la maggior parte Rom ed Askali.
Eric Støttrup Thomsen
Danish delegate to European Roma and Travellers Forum under Council of
"Romano"
Kongevejen 150
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+45-49 22 28 11
www.romano.dk
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