Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 11/04/2006 @ 10:50:30, in Regole, visitato 2170 volte)
di Adrian Marsh - Beyoglu,
Istanbul: Nell'edizione del 5 aprile del giornale Hurriyet, appare
questo commento riguardo al confronto tra i sostenitori del PKK curdo e i
residenti Rom a Dolapdere (quartiere di Istambul ndr.): "Qualcuno
potrebbe sminuirli [i Romilor]... ma loro sarebbero veri cittadini."
Si pone la questione: quali cittadini? La Repubblica Turca sino a pochi anni fa
manteneva una legge sul diniego di cittadinanza, in base alla quale "i
Çingenes" venivano parificati ad
anarchici, spie ed indesiderabili (Atto di Residenza, 1934). Abrogato su
pressione delle organizzazioni turche ed internazionali sui diritti dell'uomo, i
media sono perplessi sull'inclusione sociale degli "esmer vatandaslari" o
"cittadini dalla pelle bruna" (termine usati solo per i Rom, benché la Turchia
sia piena di gente di ogni colore).
L'aperta dichiarazione di sostegno alla Repubblica, mostrato dalla marea di
bandiere esposte ieri a Dolapdere, ha avuto il chiaro scopo di separare i Rom
dalla comunità Curda locale, certamente più religiosa e conservatrice,
nell'incastro di etnie e conflitti che animano la Turchia. Nell'ordine:
"Siamo Turchi, Musulmani e Rom" per riassumere i discorsi fatti tante volte
negli ultimi anni. L'insistenza con cui i
Çingenes reclamano la loro complessa identità, è in aperto contrasto con le
modalità delle altre minoranze nel chiedere un'identità separata (come parte
della comunità Curda). Questo è confermato dall'orgoglio dei genitori nei
confronti dei loro figli quando sono a militare, per esempio. A differenza della
situazione di altri paesi, c'è un'identificazione attiva tra Rom e stato.
Sinora cos'ha offerto lo stato e la società in
generale a queste richieste di cittadinanza? Lo ritroviamo nel commento
iniziale: li si difende in maniera discriminatoria verso le altre etnie, li sis
dipinge in maniera stereotipata come "buffa gente", senza preoccupazioni,
querula e spendacciona. Oppure violenti, criminali e licenziosi. Una sorta di
eterno bambino, che non ha il coraggio delle proprie azioni. E' un'immagine che
appare frequentemente nei media popolari e nell'immagine pubblica. Prima degli
eventi di Dolapdere, nessuno ti avrebbe messo in guardia sul quartiere come un
covo di militanti curdi separatisti, ma piuttosto avrebbe avuto paura che gli
"zingari" potessero rubare la borsa o il telefonino. E' successo anche a me,
mentre camminavo attorno all'Università Bilgi (dove insegno, con un
campus a Dolapdere e un altro a Kustepe, entrambe quartieri rom). Era un
motociclista, che addirittura fermò il suo mezzo, tanto era profondo la sua
voglia di avvisarmi. Poi è rimasto ancora più confuso di me, quando gli ho
menzionato le mie origini rom.
Oggi abbiamo celebrato il nostro compromesso di
residenti Rom e cittadini della Repubblica, cosa che può essere vista come un
gradino verso il cambio d'attitudine verso i Rom [...]. I problemi rimangono i
costi legati all'inclusione sociale, e la definizione di un percorso
concomitante con le altre etnie escluse. E kla definizione di un modello di
cittadinanza che si attagli ad un miglior futura per la nostra comunità in
Turchia.
Di Fabrizio (del 17/04/2006 @ 10:45:08, in Regole, visitato 2479 volte)
Ustiben report by Grattan Puxon
Il dodici aprile scorso la Suprema Corte di Giustizia ha decretato come
fuorilegge la decisione del Consiglio Distrettuale di Basildon, di radere al
suolo altre case in Hovefields Avenue, una "colonia" non distante da Dale Farm,
la più grande comunità autogestita di Nomadi e Viaggianti in Gran Bretagna, che
è praticamente sotto assedio da quattro anni.
Mr Ouseley ha affermato che l'uso di azioni dirette del consiglio
distrettuale contro la comunità di Hovefield - parte di un più vasto piano di
pulizia etnica contro 120 famiglie di Nomadi e Viaggianti - è contro la legge,
perchè il comune non ha voluto tenere conto della possibilità che i proprietari
dei terreni interessati allo sgombero, avevano i requisiti per ottenere in
appello i permessi di residenza.
Ha inoltre criticato il comune per aver ignorato le raccomandazioni contenute
in un'apposita circolare governativa dell'anno scorso, sulla necessità di andare
incontro alle richieste della comunità Viaggiante. I contenuti della circolare,
e l'enfasi che pone nell'individuazione di aree alternative, è stata illustrata
alla corte da Richard Drabblke QC, in rappresentanza di Josie Casey e di altri
residenti di Hovefield.
Il leader dei conservatori locali, Malcolm Buckley, ha annunciato che
Basildon intende fare ricorso contro la sentenza. Nel contempo, il comune ha
anche richiesto al tribunale di impedire ulteriori rimozioni delle trincee di
terra che la compagnia Costant & Co. ha piazzato attorno a Hovefield, per
impedire che i residenti sgomberati facciano ritorno alle loro proprietà.
"Senza mezzi termini" ha commentato Richard Sheridan, portavoce di Dale Farm
"Il comune vuole impedire ai proprietari persino di tenerci i suoi polli..."
D'altra parte, queste misure smentirebbero le motivazioni sin qui addotte,
circa la volontà di mantenere l'area a verde demaniale. In circostanze simili,
altre due autorità locali hanno concesso ai proprietari il diritto di pascolo
sulle loro terre nella greenbelt.
Costant & Co., assistita da H.E.Services e Terranoba Group, lo scorso 26
luglio "liberarono" due yarde a Hovefields, e altre quattro furono rase al suolo
il 21 marzo. Durante queste operazioni, furono gravemente danneggiate le
proprietà di Mrs. Gilheaney, che erano tutelate da un'ingiunzione del tribunale.
Il giudizio finale su Dale Farm è atteso per il mese prossimo. Il prossimo
primo agosto, invece saranno esaminati una quarantina di appelli sulle aree
precedentemente sgomberate.
Di Daniele (del 21/04/2006 @ 09:05:18, in Regole, visitato 3091 volte)
Bruxelles – Diritti della minoranza rom e casi dimostrati della brutalità
della polizia romena contro di essa. Adozioni internazionali, diritti della
minoranza ungherese, situazione delle persone disabili mentali e del traffico di
esseri umani – queste erano le questioni discusse la settimana scorsa a
Bruxelles, nel sottocomitato per i diritti umani nel Parlamento europeo.
Elly De Groen-Kouwenhoven (Greens/ European Free Alliance NL) ha richiamato
l'attenzione su delle "allarmanti notizie" sulla comunità rom in Romania. Ha
citato un documentario presentato dalla Ong Romani Criss, a Bucarest, riguardo
ad un raid della polizia nella comunità rom vicino Cluj Napoca, quando alcune
persone rom, anche donne e bambini, sono stati "picchiati con crudeltà", il
tetto della loro casa dato alle fiamme e le loro proprietà confiscate. Dopo aver
dichiarato che cose come questa non possono essere possibili in una nazione che
vuole aderire all'Unione europea, Elly De Groen ha ricordato che il Parlamento
europeo e la Commissione hanno ripetutamente richiamato l'attenzione del governo romeno
sulla "tolleranza zero della polizia romena contro i rom", ma che il loro
messaggio è rimasto senza nessuna eco.
Elly De Groen-Kouwenhoven ha detto di avere un video di questo episodio, che
intende presentare al Parlamento. "La situazione dei rom sta diventando un
problema europeo che deve essere affrontato seriamente; ora, in Europa, ci sono
circa 7-8 milioni di cittadini rom, e una volta che Romania e Bulgaria
aderiranno, il loro numero crescerà di 5 milioni", ha detto Arpad Duca-Zolyomi (PPE-DE,
SK). "È preoccupante che noi qui (…) stiamo parlando di atrocità, come se i rom
non fossero esseri umani; facciamo pressioni in modo che questo problema sia
risolto prima dell'ingresso, dopo sarà molto più difficile", ha detto.
A favore dell'aumentata pressione sulle autorità romene rispetto a ciò, sono
state anche Elizabeth Lynne (ALDE, UK) e Yiannakis Matsis (PPE-DE, CY), le quali
hanno considerato che una denuncia di questo tipo deve essere studiata
opportunamente prima, non dopo l'ingresso.
Riguardo "questo triste incidente", la baronessa Emma Nicholson di
Winterbourne (ALDE, UK), ha detto che il Parlamento europeo non ha competenza
negli affari di giustizia ed ha consigliato di attendere il verdetto del sistema
giudiziario romeno, ricordando, allo stesso tempo, che la Romania è quasi
nell'Unione europea.
Il rappresentante della Commissione ha mostrato interesse per la visione del
contenuto del video col documentario della Romani Criss, ma ha detto che il
miglior modo di affrontare è attendere il verdetto delle autorità romene
competenti e mantenere regolari contatti con gli alti funzionari a Bucarest.
L'accesso della minoranza rom all'educazione e altri servizi sociali,
intelaiatura della legge sulle minoranze, non ancora adottato nel Parlamento
romeno, ha aumentato finanziamenti per l'apertura di molte università in lingua
nativa ungherese, situazione di persone disabili mentalmente e traffico di
esseri umani – questi erano i temi che sono stati discussi dal sottocomitato dei
diritti umani.
a)
Facendo riferimento all'accesso dei rom all'educazione e agli altri
servizi sociali, il rappresentante della Commissione ha citato le richieste di
Bruxelles per l'integrazione dei rom nella società (staff e incremento dei
fondi), ma ha anche accennato che uno dei problemi è il fatto che molti
cittadini rom non hanno un documento d'identità. Ha anche sottolineato l'alto
assenteismo nella scuola, a causa dei rom stessi.
b)
Riguardo alla struttura della legge sulle minoranze – che non è
stata ancora recepita dal Parlamento romeno – il rappresentante della
Commissione ha convenuto che questo è un "ombra", ma ha annunciato che ci sono
regolari contatti con Bucarest e che la Commissione sta aspettando altre
informazioni. Come da richieste della minoranza ungherese, il rappresentante
della Commissione ha detto che la situazione è molto migliorata negli ultimi
anni, e che in Romania ora c'è l'accesso alla formazione superiore incluso nella
lingua nativa ungherese, "anche se la minoranza ungherese si sta ancora
lamentando di non ricevere finanziamenti adeguati", che la minoranza ungherese è
rappresentata a tutti i livelli, compreso quello governativo.
c)
Riguardo le persone disabili mentalmente – menzionate soprattutto da
Kinga Gal (PPE-DE, HU), il rappresentante della Commissione ha annunciato che
l'Esecutivo, in stretta cooperazione con le autorità romene, sta sottoponendosi
ad una serie di esami simili
d)
Parlando del traffico di esseri umani, il rappresentante della
Commissione ha detto che il controllo alle frontiere romene è considerevolmente
migliorato.
e)
Per ultimo, ma non meno importante, riguardo al problema delle
richieste di adozioni internazionali fatte prima dell'entrata in vigore della
recente legge, ha detto la baronessa Emma Nicholson di Winterbourne (ALDE, UK),
citando alti funzionari dell'ufficio adozioni romeno, che ora la Romania è molto
avanti rispetto alle scadenze imposte per risolvere questi problemi (31 marzo),
tutti i casi essendo stati risolti. Ella ha attirato l'attenzione sulla tendenza
a colpire un paese, come la Romania, a causa della massiccia copertura mediatica
di questo problema senza prendere in considerazione che forse situazioni molto
più serie accadono in altri paesi, anche nell'UE. "Ci sono molti equivoci qui ed
è ora che questo problema sia chiarito una volta per tutte", ha detto.
European Roma Information
Office
Ivan Ivanov, Executive Director,
ivan.ivanov@erionet.org
Da:
Roma_Benelux
Di Fabrizio (del 21/04/2006 @ 09:40:20, in Regole, visitato 1681 volte)
Su
Le Journal Chrétien è stato pubblicato il 16 aprile il RAPPORTO 2005 di
Amnesty International. 149 i paesi accusati di violazione dei diritti umani.
Rispetto all'Europa e agli USA: i paesi che hanno spesso fatto dei diritti la
propria bandiera, il giudizio si può sintetizzare in queste righe:
... Continuiamo a criticare le politiche che spingono alla deportazione
verso i paesi dove i diritti umani sono minacciati. E' una pratica oltraggiosa,"
dice Barbara Lochbihler, segretaria generale di Amnesty in Germania. "Troviamo
scandaloso che le repubbliche federate spingano verso le deportazioni, come per
le minoranze dei Rom e dei Sinti rispediti nel Kosovo dove sono minacciati...
Rif:
Kosovo_Roma_News
Di Fabrizio (del 29/04/2006 @ 21:56:48, in Regole, visitato 2883 volte)
Premessa: un paio di giorni fa, ho ricevuto la mail seguente, che riporto
come mi è arrivata:
Sequestrato e picchiato degli Carabinieri: Marin Costantin
(Ventila) cittadino Rumeno (Rom) 56 anni residente lavoratore edile in
Italia da 16 anni padre di cinque figli picchiato e sequestrato per 3 ore al
reparto di Carabinieri di zona Bongola Milano
Nuova Multietnica 2001
a cui è seguito un rapido e concitato giro di telefonate, perché Ventila è
rispettato e conosciuto da tutti nella comunità dei Rom rumeni di Milano, è
socio attivo di diverse associazioni e partecipe a manifestazioni ed iniziative
a Milano ed in Italia. Al momento, non ho divulgato la notizia, sia per
ricostruire i fatti, sia per capire se Ventila intendeva sporgere denuncia o
informare i mezzi di comunicazione.
I fatti, dopo aver sentito un po' di persone, sono di una semplicità
disarmante: Ventila ha portato la macchina (di sua proprietà, in regola con
bollo e documenti) all'autolavaggio, ma per qualche
disattenzione la macchina al posto di incamminarsi nel tunnel è scivolata
indietro, ammaccandosi. Alle proteste di Ventila, il benzinaio ha telefonato ai
carabinieri di Rho (non di Bonola), che l'hanno trattenuto qualche ora in
centrale, tirandolo per la barba, scaricandogli un po' di botte nel costato e
minacciandolo di rimpatrio.
Ora, col consenso del diretto interessato, è uscito un primo comunicato,
firmato da Opera Nomadi Milano. Non escludo che a breve ne seguano altri:
Gent.le Direttore,
in merito al grave episodio denunciato
dal nostro socio e componente del Direttivo dell’Opera Nomadi di Milano, Sig.
Constantin Marin, vogliamo innanzitutto esprimere pubblicamente al medesimo
Constantin detto “Ventila”, il nostro incondizionato sostegno perché è persona
stimata e conosciuta per la propria onestà e il proprio generoso impegno in
campo sociale, profusi sempre nel rispetto delle persone e delle istituzioni di
questa città.
Il fatto da lui denunciato, ovvero un
presunto atto di abuso e intimidazione subito da parte di un ufficiale del
Comando dei Carabinieri nel corso di una normale operazione di accertamento di
responsabilità per un danno materiale di modesta entità, per altro subito
passivamente dallo stesso Ventila, provoca la nostra indignazione e solleva dei
seri interrogativi di carattere più generale circa la condizione dei cittadini
socialmente più “deboli”di questa città.
L’episodio in sé và certamente
circoscritto in un misero atto arrogante e offensivo della dignità personale da
parte di un singolo tutore dell’ordine che, per altro, avrebbe potuto riguardare
anche un qualsiasi altro nostro concittadino.
Tutto ciò ci riporta però alla
constatazione di come molti Rom subiscano, in forme molteplici, delle
sistematiche angherie, particolarmente odiose e inaccettabili se perpetrate da
esponenti delle forze dell’ordine, rappresentanti dei pubblici poteri o da
singoli cittadini, come i molti datori di lavoro che senza scrupolo alcuno e
approfittando di una condizione di “oggettiva diversità o discriminazione” di
fronte all’applicazione e al rispetto delle leggi, favoriscono il lavoro nero e
lo sfruttamento attraverso il più bieco “caporalato”.
Non possiamo quindi non sollevare
l’attenzione su un più generale stato di involuzione dei rapporti tra la
comunità cittadina, gli apparati di controllo addetti all’ordine pubblico e le
molte minoranze, tra cui quella dei Rom continua ad essere la più stigmatizzata,
relegata com’è in una condizione di esclusione ed emarginazione che non ha
precedenti.
Non solo quindi ci sentiamo allarmati
dagli ultimi tragici episodi di cronaca cittadina, è di pochi giorni or sono la
notizia della morte di una bambina di appena un mese di età in via Triboniano,
ma ci facciamo portavoce di una indignazione morale e di una denuncia pubblica
che troppo poco e faticosamente viene raccolta dalle istanze civili di questa
città.
Non è un caso che tale argomento non
trovi spazio, se non in termini prettamente scandalistici, nemmeno nella
imminente competizione elettorale per il governo della città, che pure potrebbe
essere una buona occasione per manifestare l’intenzione concreta di sviluppare
un diverso approccio ai problemi che ogni giorno vengono sollevati dai nostri
concittadini rom e dagli abitanti dei quartieri delle periferie.
A noi semplici cittadini dunque il
compito di vigilare e intervenire con attenzione e puntualità nella condanna di
quelli che sono piccoli o macroscopici episodi di intolleranza e discriminazione
quotidiana, ma anche l’onere di saper indicare modalità e contenuti diversi che
aiutino a costruire e migliorare la convivenza e la coesione sociale tra tutti i
cittadini di Milano.
Il Vicepresidente – Opera Nomadi
Sezione di Milano
(foto pubblicata il 22 luglio 2005) da destra: Bogdan Kwappik (allenatore di Multietnica2001), Ventila (scrittore e carpentiere Rom rumeno) e quello vestito di nero potrebbe essere Direktor, sullo sfondo Milano, via Barzaghi.
Di Fabrizio (del 02/05/2006 @ 09:46:48, in Regole, visitato 3039 volte)
Ricevo da Alessandro (la presente
vale come invito a partecipare):
Cittadinanze Imperfette.
Rapporto sulla discriminazione razziale di rom e sinti (edizioni
Spartaco), 2006.
Cittadinanze imperfette sarà presentato dagli autori in occasione della
tavola rotonda “Contrastare la segregazione abitativa e l’esclusione sociale di
rom e sinti”, 8 maggio 2006, 9.30-13.00, Roma, MACRO
Rom e sinti, quelli che comunemente chiamiamo “zingari” o “nomadi”, sono la
minoranza etnico-culturale più discriminata d’Europa (vedi rapporto EUMC, 2005).
Come documentano i numerosi casi riportati in questo volume – il primo rapporto
sulla discriminazione razziale di rom e sinti presentato da osservAzione e
redatto da Nando Sigona e Lorenzo Monasta – anche in Italia questo popolo è
oggetto di discriminazione in molti ambiti, in molti modi e da parte di diversi
soggetti, talvolta anche istituzionali. Una discriminazione che si manifesta
nella vita di tutti i giorni, nella scuola, sul lavoro e nella negazione del
diritto ad un alloggio adeguato, come ha denunciato recentemente il Comitato
Europeo per i Diritti Sociali. Una discriminazione che arriva fino al rifiuto di
riconoscere ai rom e ai sinti lo status di minoranza nazionale.
I “campi nomadi”, tanto quelli legali quanto quelli illegali, di cui si parla
solo quando qualche bambino muore nell’incendio accidentale di una baracca o di
una roulotte, sono il risultato di politiche pubbliche razziste che segregano
chi è ritenuto irriducibilmente diverso.
Essi sono il luogo dove i diritti dei residenti sfumano, dove la discrezionalità
di chi ha il potere diventa la regola, dove la normalità dell’abuso e
dell’ingiustizia è tanto palese, estesa e radicata da diventare, dicono gli
autori, paradossalmente quasi invisibile.
Nelle politiche pubbliche i rom e i sinti sono assenti, senza voce.
Quello che si vede, con poche importanti eccezioni, nella migliore delle
ipotesi, sono simulacri di partecipazione, laddove le decisioni vengono prese da
altri referenti in altre sedi. Nella peggiore, invece, rom e sinti sono meri
oggetti, nuda vita, da utilizzare come spauracchi per mobilitare elettorati
benpensanti e spesso razzisti.
osservAzione - centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e
sinti è un'associazione di promozione sociale (ONLUS) impegnata nella lotta
contro l'anti-ziganismo e le violazioni dei diritti umani e per la promozione
dei diritti di rom e sinti in Italia.
7 MAGGIO 2006
ESC Atelier Occupato
Via dei Reti 15, Roma (San Lorenzo) ore 17.00
GLI ULTIMI INVISIBILI
I ROM ROMENI NELLE CITTÀ ITALIANE
incontro/confronto su esperienze locali e pratiche di azione
Le cronache riportano ormai a scadenza quasi quotidiana episodi in cui sono
coinvolti cittadini romeni appartenenti alla minoranza rom. Molto spesso si
tratta di notizie inaccurate, quando non false, un alone di mistero avvolge i
protagonisti, offrendo gli ingredienti sufficienti per far crescere l'allarme
sociale. Un allarme che è oggetto di facile strumentalizzazione a fini politici,
soprattutto in tempi elettorali. Le persone di cui si parla in queste cronache
vivono frequentemente in condizioni di grande disagio abitativo, vengono in
Italia con progetti migratori diversi, cercano lavoro, cercano assistenza,
vivono negli spazi che si aprono tra il dettato della legge sull'immigrazione e
la sua applicazione. In molte città italiane, i rom romeni sono tra i gruppi che
vivono nelle condizioni peggiori, pagano il pegno di essere gli ultimi arrivati,
trovano amministrazioni comunali che per anni hanno dichiarato che "il vaso è
colmo", che di rom ce ne sono già troppi, che la città non ce la fa ad
accogliere, hanno trovato i campi nomadi che erano ancora pieni dei profughi
delle guerre balcaniche, dei sinti in perenne attesa di aree di sosta attrezzate
e non di parcheggi in cemento, hanno trovato pregiudizi profondi e radicati e
una legge sull'immigrazione razzista e sbagliata, che rende le persone precarie
nei loro diritti, sfruttate sul lavoro e sempre ricattabili.
PROGRAMMA:
Moderatrice: Francesca Saudino, osservAzione
Introduzione: Nando Sigona, osservAzione
Interventi da: PISA, MILANO, NAPOLI, ROMA, FIRENZE, BOLOGNA
L’incontro è stato organizzato in collaborazione con Africa Insieme (Pisa) e Chi
rom e... chi no (Napoli)
8 MAGGIO 2006
MACRO
(museo di arte contemporanea)
Via Reggio Emilia 54, Roma
CONTRASTARE LA SEGREGAZIONE
ABITATIVA E L’ESCLUSIONE SOCIALE DI ROM E SINTI IN ITALIA
tavola rotonda
La tavola rotonda "Contrastare la segregazione abitativa e
l'esclusione sociale di rom e sinti in Italia" si prefigge di aprire un dialogo
tra organizzazioni internazionali, istituzioni e organizzazioni non governative
italiane sulle possibili azioni e strategie da intraprendere per il superamento
dell'esclusione sociale di rom e sinti in Italia. La situazione italiana è ormai
da un decennio sotto osservazione da parte dell'ONU, del Consiglio d'Europa e
dell’Unione Europea che, a più riprese, hanno espresso preoccupazione per le
gravi forme di discriminazione di cui sono oggetto rom e sinti in Italia.
L'obiettivo di questo incontro è di avviare un percorso che possa, nel rispetto
delle funzioni di ciascuno degli interlocutori, portare al miglioramento delle
condizioni di vita della minoranza rom e sinti in Italia.
La tavola rotonda è organizzata dallo European Roma Rights Centre (ERRC) e da
OsservAzione - centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e sinti
ed è parte del progetto transnazionale "Roma and Sinti Participation for
Effective Policy in Employment and Education” finanziato dall'Unione Europea
nell'ambito del Community Action Programme to Combat Discrimination.
PROGRAMMA
8 MAGGIO
9:00-9:20 Apertura Claude Cahn, ERRC
Moderatore: Piero Colacicchi, OsservAzione
9:20-10:00 Obblighi e Impegni degli Stati Membri del Consiglio d’Europa
nell’ambito del Diritto alla Casa. Violazioni dei Diritto alla Casa contro Rom e
Sinti in Italia
Mr Jean-Michel Belorgey, Presidente del Comitato Europeo per i Diritti
Sociali
Mr Henry Scicluna, Coordinatore delle attività a favore di rom e sinti
presso il Consiglio d’Europa
10:00-10:30 Risposte Istituzionali alla Segregazione di Rom e Sinti
Dott. Renato Fedele, Dirigente presso il Dipartimento Affari Regionali,
Presidenza del Consiglio dei Ministri.
10:30-10:50 Discussione
10:50-11:05 Pausa Caffè
11:05-11:25 Esclusione e Discriminazione dei Rom e Sinti in Italia.
Presentazione di “Cittadinanze imperfette. Rapporto sulla discriminazione
razziale di rom e sinti in Italia”
Nando Sigona e Lorenzo Monasta, OsservAzione
11:25-11:45 La Collocazione dei Gruppi Rom e Sinti nel Sistema Giuridico
Italiano
Prof. Alessandro Simoni, EU Network of Independent Experts on Fundamental
Rights
11:45-12:05 Strumenti Legali per Combattere la Discriminazione Razziale
UNAR – Ufficio Nazionale Antidiscriminazione Razziale
12:05-12:30 Discussione
12:30-12:50 Riepilogo e Conclusioni
Savelina Danova, ERRC
13:00-13:30 Conferenza Stampa
Per ulteriori informazioni e contatti:
info@osservazione.org -
www.osservazione.org
Di Fabrizio (del 10/05/2006 @ 00:55:44, in Regole, visitato 1786 volte)
Da: Balcani Cooperazione:
Dal 2007 raddoppierà il costo dei visti per entrare nello spazio Schenghen. L'aumento deciso dai ministri degli interni europei porta a 60 euro il visto per i soggiorni brevi di tre mesi. Preoccupazione nei Paesi balcanici dove 60 euro sono quasi lo stipendio di un mese
Scrive: Roberta Bertoldi - Osservatorio sui Balcani...
Di Fabrizio (del 24/06/2006 @ 12:14:49, in Regole, visitato 2373 volte)
Servizio di assistenza legale per gitani, a cura di
Union Romani (in spagnolo)
Di Fabrizio (del 26/06/2006 @ 10:48:53, in Regole, visitato 2806 volte)
da Saimir MILE COMUNICATO
Vogliamo la verità sulla morte di Vilhelm Covaci
In seguito alla morte, nella notte dal 19 al 20 giugno 2006, di un giovane
Rrom inseguito dalla polizia, l'associazione "La Voix des Rroms" domanda che sia
fatta luce su quanto è successo. I poliziotti hanno aperto il fuoco in un luogo
frequentato da Rroms, e Vilhelm Covaci, 19 anni, è morto annegato nel canale
Saint Denis provando a sfuggire ai poliziotti che lo inseguivano. Suo fratello,
Daniel L., che lo accompagnava, è stato così brutalmente colpito, in loco ed in
seguito al commissariato, che è stato inviato all'ospedale a Bobigny, per come
era ridotto. Accanto alla famiglia della vittima, l'associazione "La Voix des
Rroms" domanda che sia fatta luce su questo fatto drammatico. Una conferenza
stampa sarà organizzata martedì 27 giugno alle 11 dove vivono i genitori
(dettagli in fondo pagina), dove saranno annunciate tra l'altro e nuove
iniziative delle associazioni rroms e dei cittadini interessati.
Il corpo senza vita di Vilhelm Covaci, di 19 anni, è stato trovato nel canale
Saint Denis venerdì 23 giugno verso le 12h 30. Il procuratore della repubblica
ha ordinato l'apertura di un'indagine, ed il trasporto del corpo del giovane
Covaci all'Istituto medico-legale di Parigi per d'autopsia. Infatti, Vilhelm
Covaci sapeva perfettamente nuotare ed a quest'epoca dell'anno l'acqua non è
abbastanza fredda per fare pensare ad una sincope. Inoltre, la causa reale del
decesso li interroga tanto più che, anche se si sapesse che il sig. Covaci era
annegato ad un posto preciso (dove i poliziotti lo inseguivano), la ricerca del
corpo ha avuto luogo soltanto venerdì scorso, cioè 3 giorni dopo. I Rroms che
avevano assistito alla scena della notte dal 19 al 20 affermano avere inteso
grida ed avere visto poliziotti colpire violentemente un giovane uomo coricato
per terra, ciò che è confermato da Daniel L.
Accanto alla famiglia della vittima, l'associazione "La Voix des Rroms",
esige la verità sulle circostanze precise della morte di Vilhelm Covaci, secondo
la giustizia. Inoltre, vogliamo fare un punto sulle brutalità poliziesche di cui
i Rroms sono vittime. Ad esempio, circa un anno fa, sempre ad Aubervilliers, dei
poliziotti aprivano il fuoco su un posto abitato da Rroms della Romania
gridando insulti razzisti. Un'indagine era stata aperta allora, ma finora non
abbiamo avuto notizie. Oggi l'affare è infinitamente più grave, è morto un uomo.
Dopo il razzismo delle parole, chiaramente espresso, come dal sig. Yves Calvi è
i suoi amici nell'emissione "delinquenza, la strada dei Roumani" diffusa sulla
rete pubblica France 5, (catena che si dice culturale e pedagogica), noi siamo
preda di un razzismo di Stato mortale.
Una conferenza stampa sarà organizzata martedì 27 giugno alle 11 a
Aubervilliers, sul terreno dove viveva Vilhelm Covaci.
Per trovarci: Porta di Aubervilliers, prendere la via del posto, a destra
delle tende del circo di fronte alla rotonda. Alla fine della via del posto,
girare a destra dinanzi all'impresa di calcestruzzo. Il terreno rrom è chiuso da
una porta di lamiera ondulata grigia e verde.
Raggiungeteci per chiedere verità e giustizia.
Di Fabrizio (del 26/06/2006 @ 10:50:03, in Regole, visitato 6419 volte)
Ricevo e porto a conoscenza:
From: Comitato amnistia
To: romlavoro@tiscali.it
Sent: Saturday, June 24, 2006 3:25 PM
Subject: Urgente: richiesta firma su appello per l'amnistia
Caro Aleramo,
come sai martedì 27 alle ore 11, sotto la presidenza di Don Antonio Mazzi, si
terrà a Roma, presso la sede del Partito radicale, un primo appuntamento
pubblico del Comitato per l'amnistia, in occasione del quale vorremmo rendere
noto alla stampa un appello intitolato "Un'amnistia per la legalità" che ti
invio in allegato a questa email, e sul quale chiediamo la tua firma e un tuo
aiuto per raccogliere altre adesioni.
Vorremmo raccogliere le adesioni già prima del nostro incontro, in modo da poter
organizzare fin da subito una conferenza stampa alla fine dei nostri lavori.
A presto, contiamo sul tuo aiuto
Diego Galli e Irene Testa
Comitato per l'amnistia, la giustizia e la legalità
Tel 3470918518
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