Di seguito gli interventi pubblicati in questa sezione, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 27/07/2005 @ 04:11:16, in Europa, visitato 2519 volte)
Kopenhagen - Secondo quanto riportato dall'agenzia stampa Ritzau, un gruppo di 21 Rom originari della Romania per una settimana ha vagato nell'Atlantico settentrionale in cerca di approdo.
Imbarcatisi in Norvegia sulla nave "Norröna", hanno provato a sbarcare nei porti di Seydisfjördur (Islanda), Torshavn (isole Färöer) e di Lerwick nelle isole Shetland (UK), chiedendo asilo ma venendo reimbarcati ogni volta. Nel porto di Lerwick hanno avuto uno scontro con la polizia, nel tentativo di passare illegalmente la dogana. Il gruppo si era presentato settimana scorsa nel porto di Hanstholm (Danimarca settentrionale). La polizia danese di frontiera, ha confermato il resoconto dell'agenzia stampa e di essere a conoscenza dell'arrivo dei 21 Rom. "Abbiamo controllato il loro passaporto e che disponessero di denaro sufficiente per tornare in Romania".
derStandard.at | Panorama | Chronik 26. Juli 2005 11:36 MESZ
Di Fabrizio (del 25/07/2005 @ 21:19:03, in Europa, visitato 3750 volte)
da EUMC’s quarterly magazine Equal Voices
EUMC (European Monitoring Centre on Racism and Xenophobia) intervista le due Romnià elette nel Parlamento Europeo
Con l'allargamento della Comunità Europea, nel Parlamento sono entrate facce fresche con nuove idee. Tra loro, due parlamentari ungheresi della minoranza Rom. In questa intervista con EUMC, Lívia Járóka (Partito Popolare Europeo / Democratici Europei) e Viktória Mohácsi (Alleanza dei Liberali e Democratici per l'Europa) spiegano come intendono agire perché l'agenda politica europea si occupi delle tematiche rom. Il 28 aprile 2005 hanno ottenuto il loro primo successo: il Parlamento Europeo ha adottato la sua prima risoluzione sui Rom nell'Europa allargata (vedi alla fine dell'intervista). Entrambe ne sono promotrici.
Interview of Lívia Járóka (LJ) and Viktória Mohácsi (VM) by Andreas Accardo (AA)
AA: Come uniche due rappresentanti dei Rom, siete una eccezione tra i 732 eletti al Parlamento Europeo. Com'è sono stati questi primi mesi a Bruxelles e Strasburgo?
LJ: All'inizio, ingenuamente, pensavo che in un'istituzione pan-europea di tale livello, tutti sarebbero stati sensibili e interessati alle tematiche Rom. Invece, ho trovato che il dibattito si era trascinato per 10 anni senza alcuna novità, senza collaborazione da parte Romo delle associazioni dei diritti civili. I politici mancano di un approccio sistematico, e si muovono reagendo agli impulsi che arrivano dai mezzi di informazione. Rimane un gran lavoro da svolgere: definire una strategia globale e un'agenda per i prossimi 10 anni. Così, prima dei tutto, ho dovuto rendermi conto che i progressi sarebbero stati lenti e i cambiamenti non sarebbero stati facili. Così, anch'io ho dovuto mutare strategie, approcciare persone differenti per nuove alleanze.
VM: Sono arrivata al Parlamento, perché non ero soddisfatta di come venivano affrontati in Europa questi temi. Intendevo fare pressione sulla Commissione, sulle differenti istituzioni e ai diversi livelli politici del Parlamento. L'Europa deve agire contro la segregazione scolastica, la discriminazione sul lavoro, la "ghettizzazione" delle comunità, e assicurare che il suo sistema legale protegga tutti, Rom inclusi. Dopo qualche mese che sono nel Parlamento, sento che ci stiamo muovendo nella direzione giusta. All'inizio, i miei colleghi di partito pensavano che gli argomenti che portavo fossero in "competizione" con altre importanti fonti di preoccupazione: diritti umani, libertà economica e giustizia sociale. Ora capiscono che le tematiche Rom sono una parte del tutto. Li ho sentiti affermare di vergognarsi per non aver considerato il tema dei Rom nei loro precedenti rapporti, dichiarazioni, risoluzioni ecc.
AA: Quali sono le priorità per l'Unione Europea e gli Stati Membri nell'affrontare la discriminazione contro i Rom?
LJ: Per quanto mi riguarda, è la segregazione scolastica, di cui si sta occupando Viktória. In secondo luogo, la discriminazione nelle istituzioni sanitarie e la mancanza di accesso ai servizi socio-sanitari, che si aggiunge alla cattiva situazione socio-economica dei Rom. Il terzo aspetto è il lavoro; qui non si tratta di segregazione, ma proprio di mancanza totale di sbocchi. Per terminare, quello che mina ogni contatto tra Rom e società maggioritaria è la mancanza di adeguate condizioni di vita e abitative. Circa il 40-50% dei Rom vive in totale segregazione, anche nell'Europa Occidentale. Gli accampamenti non hanno acqua corrente, elettricità, gas, presidi medici o di polizia.
VM: Come diceva Lívia, sto affrontando primariamente la questione della segregazione scolastica. Posso aggiungere il tema delle sterilizzazioni forzate, tuttora irrisolto. La difficoltà è nel dimostrare che alla base ci sono motivazioni razziste, se non addirittura criminali. Il personale medico nega il atto che le sterilizzazioni avvengano senza consenso delle interessate. Portare questi casi in tribunale è molto difficile.
AA: La discriminazione contro i Rom e la necessità di migliorare le loro condizioni di vita sono spesso indicate come specifiche per i "nuovi" Stati Membri, piuttosto che per la "vecchia" Europa dei 15. E' giustificata questa divisione tra Est ed Ovest Europa?
LJ: Certamente no. Tra i tanti fraintendimenti difficili da demistificare, c'è anche questo. Grecia, Spagna, Portogallo presentano le stesse situazioni. In generale, da parte di tutti gli Stati Membri c'è riluttanza ad ammettere che la situazione è simile.
VM: La differenza è che nei nuovi Stati Membri, ci sono più ONG coinvolte. Questo perché lì sono più evidenti le brutalità poliziesche, le favelas, la mancanza di accesso ai servizi sanitari e scolastici. Però, questi casi ci sono in tutta Europa.
AA: Quali sono gli effettivi strumenti della politica per migliorare la situazione dei Rom?
VM: I politici nei governi degli Stati Membri hanno iniziato a sviluppare politiche e progettispecifici. Per esempio, in certe aree dove la disoccupazione Rom raggiunge il 90%, sono implementati cosrsi di formazione e di avviamento al lavoro, con particolare attenzione alle generazioni più giovani. Di solito questi progetti - che sono anche costosi - hanno un minimo impatto. Al termine del progetto, sono in pochi quelli che hanno trovato lavoro e la situazione rimane la stessa. Secondo me, per ottenere risultati più concreti, occorrerebbe che fossero affiancati a un'effettiva politica antidiscriminatoria. L'approccio migliore sarebbe assicurare un trattamento paritario ai Rom in cerca di lavoro. Per questo, si deve superare il concetto di "programmi o progetti speciali" e concentrarsi sui modi per combattere le discriminazioni. Sono fermamente convinta che le radici del problema siano nei manifesti sentimenti anti Rom. Solo combattendo le discriminazioni possiamo sperare di migliorare la situazione.
LJ: Le politiche "generaliste" e le misure per migliorare la scolarizzazione, l'impiego, la sanità e le condizioni di vita sono estremamente importanti. Un tempo, i problemi Rom venivano catalogati come questioni socio-economiche, è tempo che diventino parte dell'approccio politico generale. Le questioni culturali e di identità possono essere affrontate con un approccio particolare. [...]
VM: La mia esperienza è che i governi spesso sviluppano programmi di cui alla fine le comunità Rom non beneficiano. Per esempio, in Ungheria nel periodo prima dell'ingresso in Europa, i progetti PHARE erano rivolti a diminuire il numero dei bambini Rom nelle scuole speciali. Viceversa, ora le politiche dei "progetti pilota" tendono ad investire forti somme, ma per mantenere quei bambini nelle scuole differenziali. Dobbiamo cambiare questo approccioe assicurare invece che i Rom abbiano uguali opportunità di accesso al normale sistema educativo. Piuttosto, c'è necessita di programmi appositi per favorire l'accesso ai servizi di base. Secondo il mio punto di vista, interventi mirati sono: censimento e controllo di quanti bambini Rom siano confinati nelle scuole speciali, supporto finanziario alla scolarizzazione di base e riforme legali. In altre parole: azione mirata della politica contro la discriminazione. Se queste pratiche discriminatorie non verranno più permesse, allora i Rom accederanno naturalmente a un'istruzione di qualità.
AA: State dicendo che non c'è una sufficiente conoscenza sulla situazione dei Rom, e che quindi le misure prese non sono efficaci a combattere la discriminazione e l'esclusione sociale?
VM: Non ritengo che la mancanza di conoscenza sia per forza una questione chiave. La società deve imparare a non discriminare e a non lasciare spazio ad azioni razziste. Nella scuola, sul posto di lavoro o nelle altre sfere della vita pubblica.
LJ: La maggior parte dei politici europei non presta attenzione alla situazione reale dei Rom. Ne hanno un'immagina stereotipata che non corrisponde alla realtà. Sono stupita e contrariata di quanta poca volontà politica ci sia nel capire le difficoltà affrontate dai Rom. I politici preferiscono accettare l'immagine esotica degli "Zingari"; sono contenti di aver a che fare con le tematiche legate alla loro cultura, ma mostrano una totale inadeguatezza a capire cosa significhi "veramente" essere Rom nell'Europa del 2005. Le conoscenze e i dati a disposizione non sono sufficienti a rettificare tutti quei vecchi stereotipi che continuano a circolare nella politica e nella vita di tutti i giorni. Questo gap ci impedisce di approntare politiche efficaci. [...] Esiste una forbice enorme tra le ambizioni e la realtà: così come le leggi antidiscriminazione non garantiscono automaticamente il cessare delle discriminazioni. Un'altra colpa della Commissione è stata di non chiarire adeguatamente che lo sviluppo delle legislazioni antidiscriminazioni esistenti, è più importante di scriverne di nuove.
VM: La stessa Direttiva per l'Eguaglianza Razziale non è dettagliata. All'inizio, alcuni Stati Membri eranodell'opinione che la loro costituzione fosse sufficiente a garantire l'uguaglianza. Sono leggi che esistono da anni, ma la discriminazione permane. Ecco perché dev'essere data attenzione al loro sviluppo. Per esempio, nei casi di discriminazione, adottare quanto già la legge stabilisce, per proteggere i diritti di tutti i cittadini, Rom oppure no.
AA: Ci sono speranze?
LJ: Sì, quando si verificherà una spinta più forte nelle politiche antidiscriminazione nelle aree della scuola, del lavoro, della casa e della sanità. Manca in questo senso la volontà, se si escludono alcune OnG e forse noi due. Quello che vorremmo vedere nel lungo termine è: più impiego per i Rom nelcontesto della strategia di Lisbona; non discriminazione sul posto di lavoro, assistenza da parte dei governi; monitoraggio degli Stati Membri da parte della Commissione. Tutto questo rimane sinora un'illusione, perché alle azioni positive intraprese manca la continuità.
VM: L'unica speranza per i Rom europei è che la loro fiducia nell'Unione Europea sia ben riposta. Un recente sonfdaggo in Ungheria chiedeva agliintervistati se si sentissero cittadini ungheresi piuttosto che europei. I risultati mostrano che i Rom intervistati hanno rispoto europei in maggioranza. Hanno perso la fiducia nel governo nazionale, perché spesso la loro fiducia è stata malriposta. Oggi continuano ad essere discriminati nella vita di tutti i giorni e in ogni sfera della società. Sono qui per esserci quando saranno cittadini europei pari agli altri e fieri di esserlo.
La risoluzione del Parlamento Europeo sui Rom: I 28 aprile 2005, è stata adottata una risoluzione unitaria sui Rom in Europa. Vi si nota come "soffrano discirmizione razziale e in molti casi siano soggetti a severe discriminazioni strutturali, povertà ed esclusione sociale". La risoluzione evidenzia anche le difficoltà quotidiane come gli attacchi razzisti, i discorsi discriminatori e razzisti, gli attacchi fisici dei gruppi estremisti, gli sgomberi illegali e i comportamenti polizieschi dettati a antiziganismo e romanofobia. Il Parlamento richiede una rapida integrazione economica, sociale e politica dei Rom; e sprona il Consiglio, la Commissione e gli Stati Membri al riconoscimento dei Rom come minoranza nazionale e al miglioramento della loro situazione.
Di Fabrizio (del 24/07/2005 @ 17:59:59, in Europa, visitato 3040 volte)
da: http://groups.yahoo.com/group/Hungarian_Roma
Da: Judit Solymosi solymosij@mail.datanet.hu
Ufficio per le Minoranze Etniche e Nazionali - Budapest, Ungheria
Selezione notizie, aprile - giugno 2005
Inaugurato centro comunitario Rom a Parad
Un vero e proprio network, che riunisce una trentina di centri culturali rom, è stato inaugurato ad aprile alla presenza di Orban Kolompar,, presidente dell'autogoverno nazionale dei Rom. Il network ha iniziato a svilupparsi nel 1997, grazie al Ministro del Welfare. Il nuovo centro funzionerà come base per attività culturali e vita sociale. [...]
Aperta la prima galleria espositiva Rom permanente
E' stata inaugurata ad aprile, presso la sede dell'autogoverno nazionale dei Rom a Budapest. Lo spazio è destinato alle diverse forme dell'arte. La prima mostra ha interessato una quarantina di tele di Janos Csik, poi sono seguitre le sculture lignee di artisti Rom della contea di Tolna. Inoltre sono previste proiezioni di film e presentazione di altre collezioni artistiche [...]
Corso di formazioneper studenti rom
A seguito di accordi tra Ministero della Gioventù, Famiglia, Affari Sociali e Pari Opportunità con le ambasciate ungheresi negli usa, Francia e Germania, tre studenti universitari con buone conoscenze linguistiche hanno potuto seguire per un mese l'attività che si svolge nelle diversi sedi diplomatiche.
Giovane musicista rom vince il concorso "Megasztar"
Si tratta di Caramel, che ha preso parte al programma per giovani talenti organizzato da TV2. Aladar Horvat, presidente di Roma Civic Foundation ha sottolineato l'importanza dell'evento e che per riuscire non basti il talento, ma occorra la persistenza per raggiungere gli obiettivi. [...]
Il governo intende promuovere l'attività dei musicisti Rom
Trattasi di un piano per l'integrazione sociale e lo sviluppo nel mercato del lavoro. Il programma prevede la reintroduzione di orchestre e singoli che suonino dal vivo nei ristoranti e nei locali. Inoltre lo scopo è di promuovere le tradizioni culturali delle città di Szeged, Debrecen, Szolnok, Nagykanizsa e Gyor.
Corso di formazione
A giugno è stato lanciato da Independent Media Centre. Il corso è rivolto a giovani studenti Rom di età tra i 14 e i 18 anni, in regola col piano di studi, per prendere parte ai programmi radiofonici di Radio C. Il corso è finanziato dall'ambasciata britannica e da quella olandese.
Lettere
Uscita a giugno una collezione di lettere rom della fine del XIX secolo. Durante il servizio militare tra il 1853 e il 1856, l'arciduca Giuseppe d'Asburgo imparò il romanès dai suoi soldati. Un'unica pubblicazione contiene 51 lettere in lingua parte della corrispondenza tra l'arciduca e gli abitanti Rom dell'impero. Si ritiene che le lettere siano i primi documenti scritti e firmati dai Rom. L'arciduca, conosciuto per le sue ricerche linguistiche, fu promotore dell'uguaglianza tra i diversi linguaggi dell'impero, insegnò il romanès a sua sorella Maria, con cui corrispose in lingua.
La pubblicazione costituisce un inestimabile documento di storia che può contribuire alla diffusione degli studi sulle tradizioni e la lingua romanès. Il volume è in romanès, inglese ed ungherese, ed include un CD. Può essere richiesto a:
Fovarosi Onkormanyzat Cigany Haz
Romano Kher, 1151 Budapest, Enekes utca 10/b
E-mail: ciganyhaz@axelero.hu
Di Fabrizio (del 21/07/2005 @ 14:02:49, in Europa, visitato 1939 volte)
In merito a quanto scritto da Roma Press Agency (http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?id=142), la presidente della Croce Rossa Slovacca, Helena Kobzova, ha detto che la manifestazione non intendeva essere offensiva "Ci spiace se qualcuno ha inteso la cosa in quella maniera. Mi scuso con tutti i cittadini di origine Rom che l'hanno giudicata offensiva e di cattivo gusto".
La Croce Rossa, d'altra parte, insiste sul carattere non-razzista della manifestazione. L'ideatore della scena "Matrimonio Rom", Vasil Grundza, è lui stesso di origini Rom. In un'intervista al giornale SME, si è giustificando dicendo che quella era la semplice ricostruzione della realtà dei Rom. "Se qualcuno vuole dipingere la Croce Rossa come un'organizzazione razzista, sappia che quella scena riprendeva un tradizionale matrimonio Rom come accadevano 70 anni fa. Come Rom, non mi sento offeso da quella scena."
Le dichiarazioni di scusa sono state accolte con favore da Roma Press Agency e dalle organizzazioni che avevano guidato la protesta. Kristina Magdolenova, direttrice di RPA, ha affermato "Siamo contenti che la Croce Rossa Slovacca abbia ammmesso il suo errore."
(Dzeno Association)
Di Fabrizio (del 20/07/2005 @ 15:16:18, in Europa, visitato 1840 volte)
18. 7. 2005 - Si è trattato di un esperimento, coordinato da Mf DNES (MfD) e da Romano Vodi: due coppie, identiche per percorso scolastico, abilità linguistiche e abbigliamento, una Rom e l'altra no. Hanno trascorso entrambe una giornata a Praga cercando un lavoro, a Rokycany per trovare un ristorante con posti liberi e a Plzen nel tentativo di entrare in discoteca. Il tutto, seguite passo passo da una telecamera. Il risultato: non è facile essere Rom.
Articolo originale di Dzeno
Di Fabrizio (del 20/07/2005 @ 03:40:26, in Europa, visitato 1801 volte)
18. 7. 2005 - In crescita il numero dei bambini rom mendicanti. E' la denuncia dell'OnG Alicante Acoge, al giornale El Pais. I bambini sono sia immigrati dalla Romania che nativi Gitani.
Nell'articolo, Alicante Acoge si appella all'intervento dei servizi sociali. A loro volta, le autorità locali replicano di essere già impegnate tuttora al meglio delle loro possibilità. E' dal 2001 che diverse istituzioni collaborano per tenere lontani i bambini dalla vita di strada. Il governo centrale aggiunge che non è possibile multare i genitori, perché di solito sono famiglie senza ulteriori risorse.
Il problema è rilevante perché la Spagna viene considerata un modello di integrazione sociale dei Rom. Attualmente, ce ne sono circa 700.000, metà dei quali sotto i 16 anni. Mentre il 95% dei Gitani è in varie maniere sedentarizzato, la maggior parte dei Rom di altre origini vive in baracche ai margini delle maggiori città.
Le prime menzioni ufficiali sulla presenza Rom in Spagna sono del 1417. Da allora sono stati costantemente perseguitati e vittime del razzismo istituzionale, in particolare durante il regime franchista. Soltanto nel 1978. in seguito al processo di democratizzazione, la Spagna iniziò a riformare la propria politica. Nel 1086, il governo introdusse i primi fondi destinati alle comunità Gitane e alla lotta all'esclusione razziale.
(Dzeno Association)
Di Fabrizio (del 19/07/2005 @ 15:01:02, in Europa, visitato 2764 volte)
Roma Resource Centre UK - Lunedì 18 luglio 2005
COMUNICATO STAMPA
L'INGRESSO DELLA ROMANIA NELL'UNIONE EUROPEA DEV'ESSERE RIMANDATO?
In riferimento al caso sollevato dalla Corte Europea dei Diritti Umani contro il governo della Romania (rif. http://www.sivola.net/dblog/articolo.asp?id=145 ndr) e all'accusa di corruzione sollevate contro la polizia che partecipò al pogrom nella città di Hadareni nel 1993, sollevata dalla superstite Floarea-Maria Zoltan, è intervenuto Olli Rehn, Commissario Europeo per l'Allargamento della Comunità:
Berlino, 12 luglio - "Spero che la Bulgaria e la Romania intervengano in tempo con riforme effettive, altrimenti si dovrà posticipare il loro ingresso nella Comunità."
Commenta Floarea-Maria Zoltan: "Il ricorso di Strasburgo mostra che il governo rumeno i diritti umani sono un pretesto di facciata, e ancora non intende affrontare le proprie responsabilità sulle violente uccisioni e le distruzioni delle proprietà dei Rom.
L'offerta di un compenso riparatore non può soddisfare il bisogno di giustizia di quanti hanno perso i loro familiari, sono dovuti scappare dal paese, mentre quanti sono rimasti continuano a vivere nella povertà e senza assistenza sanitaria. [Questa] è la colpa del governo, che continua a non riconoscere le proprie responsabilità, arrivando invece a dipingere le vittime come criminali e non perseguendo quanti furono colpevoli. A nostro avviso, c'è bisogno di un controllo severo e continuo, che dimostri che quelle autorità siano conformi alle legge e norme sui diritti umani, rumene, europee ed internazionali.
Non c'è dubbio che in 12 anni,la Romania non abbia mostrato umanità o considerazione alcuna per le vittime di Hadareni, incluso donne e bambini, in particolare: il diritto alla giustizia, il diritto ad essere protetti contro simili atti, il diritto allacasa e all'assistenza sociale, il diritto di esistere, quello all'educazione e all'assistenza sanitaria. Mancano solo due anni all'ingresso nella Comunità Europea, e sembra difficile che in soli due anni la Romania possa fare quanto non ha fatto in 12.
C'è urgente bisogno che sia riaperto il caso di Hadareni, e che i colpevoli a tutti i livelli siano assicurati alla giustizia. Sarebbe questo un segnale forte verso il crescente sentimento razzista che spira in Romania e in Europa. Altrimenti, chiediamo che l'ingresso della Romania nella Comunità Europea sia rimandato sino a quando i cittadini Rom non siano effettivamente uguali agli altri di fronte alla legge e vedano rispettati i loro diritti come tutti gli altri".
[...]
Mrs Floarea-Maria Zoltan, M.A., Co-ordinator, Roma Resource Centre, Commissioner for women and family, International Romani Union
Prof. T. A. Acton, M.A., D.Phil., (Oxon.), F.R.S.A., Vice-Chairman, Roma Resource Centre
Di Fabrizio (del 17/07/2005 @ 04:21:01, in Europa, visitato 1963 volte)
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Immigrati. Vivono in mezzo a noi, da anni ormai.
Organizzai la prima mostra sull'immigrazione straniera a Milano, più di
20 anni fa.
Vent'anni significa che questo fenomeno è cambiato varie volte, non
solo per i paesi d'origine, ma anche sulle motivazioni che spingono in
Italia questa gente. |
Si pensa, per un riflesso automatico, al
disperato che scappa dalla miseria e dalla guerra, che arriva su gommoni
stracarichi o nascosto dentro un TIR.
Ci sono casi simili, e sono anche tanti. Sono i casi più visibili ed
etichettabili. Ma emigra anche chi aveva un buon lavoro, una casa, un
titolo di studio. Gente che parte perché, esattamente come noi, vuole
migliorare e affrontare nuove sfide. Diviene sempre più assurdo un
mondo dove le merci e le informazioni girano da un angolo all'altro del
pianeta, ma questo diritto è negato alle persone.
Dietro ognuno di loro, una storia.Come quella pubblicata qualche
giorno fa da Gabriela Pentelescu:
"Noi all'estero a lavorare, i nostri figli a casa soli e infelici" |
Di Fabrizio (del 15/07/2005 @ 02:23:35, in Europa, visitato 1876 volte)
Da Dzeno Association©
14. 7. 2005 - Domenica scorsa, appena prima di mezzanotte, ignoti hanno cosparso di benzina porte e persiane di una casa dove dormivano due famiglie di Rom. Poi hanno dato fuoco al liquido.
Per fortuna non ci sono stati feriti e la casa, per quanto danneggiata, è intatta. I colpevoli di quella che può sembrare una ragazzata, rischiano almeno 8 anni di carcere, ma la pena può aumentare se l'incendio ha motivazioni razziali. Il commissario Strupek, della polizia di Rozmital Pod Tremsinem dove è avvenuto l'incidente, non si è sbilanciato sulle motivazioni dell'incidente. Ha però ammesso che la polizia cittadina sta indagando su precedenti incendi dolosi che avevano implicazioni razziali.
Le vittime sono sicure che si sia trattato di un atto razzista. Hanno stilato una lista dei possibili attentatori, che comprende anche un ex membro della polizia locale, da cui sarebbero stati minacciati più volte. Le famiglie avevano montato le persiane alla finestre, proprio a causa di incidenti passati, quando venivano lanciate pietre contro i vetri. [...]
In passato nella repubblica Ceca si sono verificati diversi incendi dolosi a danno di famiglie Rom. Il più noto avvenne nel 1998 nella città di Kremov, quando una bottiglia incendiaria fu lanciata in un appartamento dove dormivano 6 persone.. Una donna di 48 anni venne ustionata gravemente. Anche se i responsabili dell'atto confessarono la loro colpa, contro di loro non venne prese alcun provvedimento.
Di Fabrizio (del 06/07/2005 @ 22:33:40, in Europa, visitato 3369 volte)
Durante lo scorso fine settimana, si è svolta a Svidnik (Slovacchia Orientale) una esibizione a cui hanno partecipato associazioni di volontariato del Pronto Soccorso di tutta Europa.
L'evento, FACE 2005, si svolgeva per la prima volta nei sui 18 anni di storia, in territorio slovacco, organizzato dalla Croce Rossa nazionale e da quella locale.Vi hanno preso parte 900 partecipanti. Non ci sarebbe niente di male, se gli organizzatori non avessero previsto un contest che purtroppo riflette in pieno il razzismo della società slovacca.
Riporta la stampa (Korzár, 4 luglio): «Probabilmente è stata una prova difficile per molti concorrenti, ma è stata molto apprezzata la ricostruzione di un tipico matrimonio zingaro, che si teneva al suono della loro piacevole musica. Come succede abitualmente, gli invitati al matrimonio hanno cominciato a picchiarsi e due uomini si sono feriti gravemente. Uno aveva un coltello infilzato nello stomaco e l'altro in gola. Grazie all'abilità della truccatrice Maria Hoškova, le ferite erano ricostruite perfettamente. "Non è stato facile ricreare artificialmente ferite del genere. E' stato difficile ricreare gli intestini e ho dovuto lavorare con impegno e a lungo," ci ha detto. La troupe rumena è riuscita a separare quanti ballavano dai feriti, riuscendo a salvarli; i polacchi invece hanno fallito. Gli invitati li hanno coinvolti nel ballo, hanno rubato loro gli attrezzi medici, minacciati con i coltelli e bloccati dal portare soccorso ai feriti. Visto che la prova doveva svolgersi in soli dieci minuti, sono stati penalizzati con parecchi punti dalla giuria. Ma il pubblico si è divertito." Probabilmente non era intenzione degli organizzatori offrire un quadro così razzista della società slovacca, ma quale impressione possono aver riportato quei 900 partecipanti di tutta Europa?
La Croce Rossa Slovacca (SČK) si vanta di aiutare i sofferenti e i bisognosi... Perché non riesce a cogliere la differenza tra il cosiddetto divertimento e la diffamazione di un popolo? O vuole forse ingraziarsi l'opinione pubblica? Protestiamo contro il modo in cui la comunità Rom è stata raffigurata durante FACE 2005 e chiediamo scuse pubbliche non solo ai cittadini Rom che vivono in Slovacchia, ma anche a tutti i partecipanti a quella esibizione.
Vi chiediamo di inviare la vostra protesta a:
e alle altre organizzazioni che hanno preso parte a FACE 2005.
RPA©
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