SOS Racisme sporge denuncia contro i locali notturni per discriminazione
L'associazione SOS Racisme a deciso di sporgere denuncia martedì 29 maggio
contro alcune discoteche e alcuni bar di Parigi e di Nizza, per "discriminazione
razziale" in seguito alla grande notte europea del testing, organizzata in
diverse città europee, sabato 26 maggio.
Grazie a questi test, l'associazione ha potuto constatare diversi casi di
discriminazione razziale. SOS Racisme rivela che le persone discriminate
all'ingresso degli stabilimenti, sono per lo più dei "neri, arabi, rom" e
"persone del sud asiatico". Due discoteche di Nizza, Les Coulisses e il High
Club, sono risultate "positive", essendo stati respinti i "tester neri" che si erano presentati
all'ingresso. Alcuni stabilimenti parigini sono stati
anche loro beccati.
L'associazione ha deciso di sporgere denuncia presso la prefettura di Parigi e
presso le autorità nizzarde competenti. "Auspica che siano inflitte sanzioni
amministrative ai stabilimenti scoperti nel corso di questa operazione, in
flagrante reato di discriminazione razziale".
L'associazione francese realizzava la sua terza edizione della grande notte
europea del testing, dopo quelle di marzo e giugno 2011, in collaborazione con
l'Egam (European Grassroot Antiracist Movement). Quest'anno era organizzata in
dieci città europee, tra le quali Parigi, Nizza, Renna, Vienna, Palermo e Oslo.
L'ultima edizione di testing, effettuata all'ingresso di una trentina di locali
notturni di sette città europee, faceva già presente dei "risultati
preoccupanti".
Con la crisi, il razzismo e la xenofobia sono diventati pane
quotidiano in Europa.
Le azioni che puntano a individuare tali comportamenti razzisti possono talvolta
portare frutto. Nel gennaio scorso, una discoteca dell'Isère è stata condannata
a pagare 7.000 € di multa, la metà della quale con la condizionale, e a versare
1.500 € per i danni, alle parti civili.
Di Fabrizio (del 06/06/2012 @ 09:17:15, in Europa, visitato 2433 volte)
Segnalazione di Giancarlo Ranaldi. BAIA MARE un anno fa
Esclusiva di EVZ.RO: Auschwitz a Baia Mare. 2.000 Rom spostati
dal sindaco Cherecheş nella Fabbrica della Morte piena di sostanze chimiche
- di Bogdan Eduard - 4 giugno 2012 (scusandomi per la traduzione
zoppicante, ndr.)
Immagine ripresa da un camion sotto la pioggia torrenziale: bambini e
genitori - Le foto sono di COSMIN MESAROȘ
Volendo dimostrare a tutti di mantenere la sua promessa elettorale di
liquidare la zona Craica, popolata da circa 2.000 Rom, il sindaco ha deciso di
spostare le prime famiglie durante la notte. Dopo aver minacciato
l'intervento delle ruspe per radere al suolo la colonia se non si fossero mossi.
il sindaco è entrato in azione. Coadiuvato dalla polizia locale e dalla
gendarmeria, Cherecheş ha spostato a forza sotto la pioggia battente nel blocco
che per anni ha funzionato come laboratorio chimico delle nota Phoenix,
la "fabbrica della morte". Dopo il 1990 il nome venne cambiato in
Cuprom, e venne chiusa nel 2006, dato che era il più grande inquinatore di
Romania, dopo il Combinatul di Copşa Mică.
Una volta all'interno del blocco dove sono stati ricavati i loro alloggi, i Rom
hanno trovato sulle porte dei pezzi di giornali su cui era indicato il nome
della famiglia assegnataria. Nessuno voleva credere che si trattasse di una
sistemazione definitiva. Le camere sono state dipinte in fretta, ma negli
armadi metallici ci sono ancora i contenitori dei prodotti chimici
di 15-25 anni fa, la polvere dei forni e le altre cose utilizzate nel
laboratorio chimico.
Non solo: la sinistra atmosfera di campo di sterminio veniva suggellata da
segnali che riproducevano il teschio di "pericolo di morte" o "miscela
di sostanze chimiche proibite", che ancora rimangono su porte e
finestre del laboratorio.
Molte stanze sono segnalate con cartelli di pericolo ed al loro interno sono
conservate sostanze tossiche
L'operazione è durata sino a sera. I Rom, dopo aver visto le condizioni,
volevano lasciare il blocco, ma è stato impedito loro dalla polizia locale.
Trasferimento forzato il primo giugno
Infine, impossibilitati ad andarsene, si sono riposati. Assegnate le stanze,
hanno steso a terra i materassi. Però, a mezzanotte i primi sintomi. Nausea,
vomito, vertigini, mal di testa.
Bambini sdraiati nella "nuova casa"
I più colpiti erano i bambini. Nella notte è stato dato l'allarme. Le ambulanze
hanno fatto la spola verso l'ex laboratorio chimico. L'ospedale dice che sono
stati portati al pronto soccorso otto bambini e due adulti. Altre fonti parlano
di tredici bambini e un adulto.
Per il rappresentante ISU si è trattato di circa 11 bambini e un adulto.
Sono state applicate loro maschere facciali per l'ossigeno. Rom e giornalisti
presenti fanno il conto di 22 bambini e due adulti intossicati in totale.
L'ospedale di Baia Mare dice che l'avvelenamento è rientrato ed è stato permesso
loro di tornare a casa.
Mercoledì mattina, è scoppiato un nuovo scandalo alla Cuprom di Baia Mare,
[...]. Dopo la notte insonne, i Rom sono stati messi in strada da
polizia e gendarmi, per controllare i documenti. I Rom la considerano
l'ennesima provocazione del sindaco, in vista della prossima tornata elettorale
distrettuale. [...]
"Evenimentul zilei"
è stata l'unica pubblicazione che è riuscita ad ottenere fotografie dei
contenitori delle sostanze chimiche, abbandonati dopo la chiusura del Combinatul
Cuprom. Sono tutte sostanze estremamente nocive, senza contare che i
bambini rom corrono a piedi nudi tra i mucchi di polvere contaminati e le acque
reflue.
Acido acetico (-glaciale) è un acido debole
e incolore, dall'odore irritante. E' altamente corrosivo.
Acido solforico H2SO4 (in foto), è un acido
minerale molto attivo. Aggiungendovi acqua, può iniziare a
bollire e spruzzare gli astanti.
Fanghi anodici sono un sottoprodotto della
raffinazione elettrolitica del piombo.
Contenitori utilizzati nel laboratorio chimico sino a pochi anni fa
La guerra degli SMS tra il sindaco e il patriarca
Mentre le ambulanze arrivavano al "blocco chimico" si svolgeva uno scambio di
SMS tra Rom e sindaco: "Cos'è che uccide? Ci sono degli intossicati! Chiamate le
ambulanze!" Il sindaco ha replicato con un altro messaggio: "Hanno avvelenato
una città pulita. Se va male, vi soccorriamo, altrimenti si risparmia!"
Il capo del partito Romilor, Carol Jurisniez, detto "Pise", ha fatto
alla stampa sconcertanti dichiarazioni sui soldi che il sindaco avrebbe
offerto per comprare i voti dei Rom. Il sindaco Cherecheş ha replicato
che è tutta una messa in scena [...]. Riguardo alle accuse di corruzione
elettorale, ha detto di non aver dato soldi ai Rom, anche se il loro capo
afferma il contrario.
In questo momento, la situazione a Baia Mare tra Rom ed autorità è di estrema
tensione. La notte scorse, le auto della polizia e della gendarmeria
pattugliavano la città.
I Rom di fronte al vecchio laboratorio
Sindaco e tra quattro anni presidente delle Romania?
Cătălin Cherecheş, sindaco uscente di Baia Mare, è in corso per un altro
mandato, godendo del 93% dei favori secondo i sondaggi. Già membro del PSD, da
cui è stato espulso. Per quattro anni è stato un parlamentare indipendente, e
l'anno scorso è stato eletto sindaco di Baia Mare dopo l'arresto del sindaco Cristian
Anghel (liberale).
Cherecheş si è iscritto al PNL e si candida con l'USL. Da
tempo sta rilasciando dichiarazioni ad effetto, "andandosele a cercare" come
dice la gente. Si dice anche che tra quattro anni potrebbe essere il presidente
della Romania.
"Hanno avvelenato una città pulita. Se va male, vi soccorriamo,
altrimenti si risparmia!" ha suscitato uno scandalo internazionale.
Per il sindaco di Baia Mare non è il primo scontro con i Rom della città.
Cătălin Cherecheş generò uno scandalo internazionale l'anno scorso, quando venne
eretto un muro alto 2 metri attorno a diversi isolati abitati dai Rom. Venne
definita da France Press la "Grande Muraglia Zingara", suscitando proteste in
tutto il mondo. Protestò anche l'ambasciata americana, e l'ambasciatore
venne a Baia Mare in visita lampo per discutere col sindaco. Negli
ambienti a lui vicini si loda il sindaco dicendo che con tre mattoni ha ottenuto
una fama internazionale alla città.
Molti di noi sono rimasti a dir poco scioccati dagli articoli delle
ultime settimane, scritti da Nazir Afzal, procuratore capo per il Nord-Ovest,
con titoli simili a questo:
"Abbiamo affrontato il potere delle gang. Ora dobbiamo confrontarci con i
matrimoni forzati tra i Traveller"
"Ci sono comunità con cui abbiamo avuto paura di agire, e con -abbiamo-
intendo ogni agenzia. Spero che non succeda più. Per me l'ultimo bastione è la
comunità traveller."
-I Traveller sono "l'ultimo bastione" dei tabù sessuali in Gran Bretagna.-
FERMERO' I MATRIMONI ZINGARI, DICE L'AVVOCATO ASIATICO DELLE SEX GANG...
"Mi
sono reso conto dell'enorme problema dei matrimoni forzati nella comunità
traveller. Sono molto diffusi."
Molti di noi hanno avvertito l'ondata di shock attraversare la comunità. Ci
siamo chiesti dove il signor Afzal abbia ottenuto le sue informazioni. Di certo
questo non fa parte della Cultura Romanì Britannica. Gli abbiamo scritto
dicendogli che dev'essersi sbagliato, non abbiamo mai sentito di matrimoni
forzati così come riportato.
Ci è stato risposto che: "Sfortunatamente, non esiste comunità immune dai
matrimoni forzati..." E' interessante notare che, quando iniziammo a parlare di
matrimoni forzati nelle altre comunità, la prima reazione fu di negarli...
Purtroppo nessuna comunità è un posto assolutamente al sicuro per donne e
ragazze. Come è stato detto da un ministro del governo: "la sensibilità
multi-culturale non è una scusa per la cecità morale... Lo dobbiamo a tutte le
vittime, a cui ogni comunità deve sempre fornire protezione."
Come GypsyMessageBoard non possiamo essere d'accordo quando afferma che
neghiamo a priori i matrimoni forzati, avendo passato diversi giorni parklando
con la gente e particolarmente gli anziani della comunità romanì, per capire se
ci fosse qualcosa storicamente motivato, registrazioni/articoli ed altre fonti
sui matrimoni nelle comunità traveller, e dare quindi un senso alle sue
dichiarazioni. Intendiamo mostrare che i matrimoni forzati NON sono iscritti
nella storia dei Traveller in questo paese, che i casi di cui parla il signor
Azfal sarebbero isolati e di sicuro non estesi come pubblicato dalla stampa, e
perciò che le sue travolgenti dichiarazioni sono pericolose e possono causare un
serio danno alla reputazione di tutti i Traveller in GB, aggiungendo
stereotipati malintesi a quelli già esistenti nella società maggioritaria.
INACCETTABILE. Ci chiediamo anche la ragione di simili affermazioni.
Il Crown Prosecution Service riporta il matrimonio forzato alla voce
"Violenze basate sull'onore e matrimonio forzato". Si dice:
"La violenza basata
sull'onore è un crimine o episodio, commesso o che può essere commesso per
proteggere o difendere l'onore della famiglia e/o della comunità." Questa
definizione viene supportata da un ulteriore testo esplicativo: "La violenza
basata sull'onore è un abuso fondamentale dei diritti umani. Non c'è onore nel
commettere omicidio, stupro, rapimento o altri atti, comportamenti e condotte
che costituiscono -violenza in nome del cosiddetto onore-". Si chiarisce:
"Gli esempi possono includere omicidio, morte inspiegata (suicidio), timore o
realtà di matrimonio forzato, controllo dell'attività sessuale, abusi domestici
(inclusi abusi psicologici, fisici, sessuali, finanziari o emotivi), abusi
infantili, stupro, rapimento o sequestro di persona, minacce di morte,
aggressioni, molestie, aborti forzati..."
Come punto di partenza dobbiamo solo guardarci intorno. Oggi le informazioni
viaggiano con un dito pigiato sulla tastiera del computer. Dato che il signor
Afzal non ci crede, daremo la parola ad altri.
La parola degli anziani nella comunità romanì è che non e successo e non ne
hanno mai sentito parlare. Nei tempi andati ci si incontrava alle fiere o al
lavoro in campagna, ecc.
Le prime opere di Gypsy Parsons, Romany Rye, The Gypsies Advocate, The Gypsy Lore
Society, nessuna mostra una sola prova a suggerire storie di matrimoni forzati
nella comunità traveller.
Molte associazioni storiche hanno setacciato il passato, per es. Romany
Roads, rintracciato ritagli di stampa e altre testimonianze, senza che sia
emersa alcuna menzione di matrimoni forzati.
Su Travellers Times ed il suo equivalente irlandese - nessun titolo o lancio
di matrimoni forzati.
Ci sono diversi gruppi/società o singoli, comunque riconosciuti, che hanno
vissuto e lavorato per anni in questi campi, ma nessuna grande menzione su
matrimoni forzati.
Oggi abbiamo un'ampia scelta di moderni libri sugli zingari, scritti
approfonditamente sulla crescita e la cultura sociale, sino ai tempi odierni, e
nessuno parla di matrimoni forzati.
Oggi sono disponibili vecchi e nuovi documentari, ritrasmessi in televisione
o in rete, abbiamo numerosi documentari di membri della comunità o compagnie
commerciali, archivi radio-televisivi su normali questioni che coinvolgono
diversi aspetti sugli zingari - ed ancora nessuna menzione.
La stampa costantemente vomita appena possibile qualsiasi argomento
sgradevole che sia in qualche modo legato agli zingari - ma sinora niente
nemmeno lì.
Cosa si dice dei matrimoni, zingari, rom & traveller?
Dice Web Patrin del matrimonio nella comunità rom: "Il primo passo nel
contemplare il matrimonio è la selezione della sposa. In molte parti del mondo,
avviene esattamente come nelle società non-Rom. Il ragazzo compie il
corteggiamento, e quando la giovane coppia è d'accordo con lo sposarsi si
fidanzano e si scambiano piccoli regali. Vengono consultati i genitori, ma la
scelta è presa dai giovani." Non si menzionano matrimoni forzati.
Il dottor Christopher Griffin, docente di sociologia e antropologia, ha
lavorato al sito di Londra Westway dal 1984 al 1987. Ha scritto "La libera
scelta nel matrimonio è causa di miseria per i genitori, se la scelta dei figli
o figlie non è quanto si aspettavano, che la scelta riguardi un Traveller o no."
In quel periodo ha assistito a 15 matrimoni traveller. "Non è dato sapere
quanti di quei15 matrimoni a Westaway tra il 1984 e il 1987 fosse -combinato-.
Ma almeno uno tra un diciottenne e una sedicenne a san Francesco d'Assisi venne
sicuramente concordato tra le famiglie. Le famiglie dicono che così si erano
messe d'accordo da quando i due ragazzi erano bambini [...]. E' utile per questa
ragione distinguere tra matrimoni -concordati- gestiti da intermediari e quelli
-arrangiati- dalle famiglie stesse. Non si deve pensare che l'accordo o la
combine precluda la possibilità del rifiuto ma, secondo Barnes (1975), ad una
ragazza viene chiesto di non rifiutarsi troppo spesso se non vuole essere
adittata come -problematica-. Però, per molti genitori, i migliori matrimoni
sono quelli stipulati o scelti, anche quando subentra la -fuitina-."
La fuga:"Conosciuta anche dagli antropologi come
-matrimonio per rapimento-, la fuga è una via d'uscita alle obiezioni familiari,
specialmente da parte di quella della ragazza. Al ritorno dei fuggitivi e alla
seguente punizione del maschio (e scuse della femmina) da parte delle rispettive
famiglie, segue il matrimonio. A Westway ho contato tre casi simili. In un caso
la coppia si conosceva da quattro mesi, nel secondo di meno e nel terzo erano
appena scappati in Irlanda. A parte il primo caso, il matrimonio seguì a breve."
Nessuna menzione ai matrimoni forzati.
S.B Melch (1975) sui matrimoni combinati:"Lo scopo
odierno dei matrimoni combinati tra i Travellers, non è tanto la salvaguardia
degli interessi maschili, quanto assicurare alla ragazza un uomo che non la
maltratterà. Tali uomini hanno più possibilità di essere individuati tra gli
-amici- del parentado. Uomini che, con la loro famiglia, sono conosciuti e
documentati per non essere -stranieri- e le loro famiglie non sono -ostili-." Brody (1973)
trovò ragioni simili nell'uso dei mediatori tra la gente di campagna. - Niente
sui matrimoni forzati.
Dobbiamo scoprire il perché di simili vili dichiarazioni nei confronti delle
comunità traveller.
E' ben noto e documentato che gli zingari soffrano il razzismo molto più di
qualsiasi altro gruppo di minoranza etnica.
Spiega
Trevor Phillips, della Commissione per l'Uguaglianza Razziale: "La
situazione di zingari e Traveller è incomparabilmente peggiore di ogni altro
gruppo etnico... e lasciamo che ciò continui." (2004)
Travellers' Times, (2003), ha sottolineato che in assenza di fatti, la gente
si affida interamente agli stereotipi. Questi si riflette anche nei commenti dei
formatori di polizia.
I media ricercano ed usano le parole zingaro o Traveller in qualsiasi modo
negativo possibile, e nonostante i tanti anni di lavoro delle organizzazioni
rom, zingare e traveller per arrivare alla verità delle cose e a dissipare miti,
la stampa continua per la sua strada. Soltanto settimana scorsa ci siamo
lamentati con la stampa per il titolo "Killer uccide la grossa grassa moglie
zingara" che adornava la prima pagina dello Scottish Sun e non riguardava
zingari in nessun modo.
Le cose per la comunità traveller non sono mai cambiate, è il solito
continuo fraintendimento.
Sínéad ní Shuínéar, ricercatore e traduttore, Dublino:
"La zingara è la -strega- nella società europea di oggi.
I gagé non solo (coscientemente deliberatamente) usano lo
zingaro come capro espiatorio, ma (inconsciamente) proiettano su di lui,
distanziandosi così dalle cose che odiano di loro stessi. L'antiziganismo
è una crociata- così è intesa da quanti lo praticano attivamente. Accettare lo
zingaro significherebbe accettare tutte le cose che le persone oneste rifiutano.
I gagé hanno bisogno di uno schermo per proiettare la loro stessa
negatività, dovessero rinunciare allo schermo, non avrebbero altra scelta che
rinunciare al male. E' per questo che ovunque gli zingari vengono manipolati in
conformità delle aspettative dei gagé. Piccoli gruppi o singoli Traveller
possono essere facilmente accettati, dato che la loro -conversione- è la prova
vivente della correttezza del nostro -modello-, e nel contempo sembra dimostrare
che le nostre obiezioni verso gli altri membri del gruppo non siano di natura
razzista. Ma agli zingari in quanto gruppo non può essere permesso l'accesso
nella maggioranza sociale, nonostante le richieste universali dei gagé che loro
lo facciano."
Per concludere, ci sembra che il signor Azfal abbia basato la sua conoscenza
su cosa lui percepisca essere un enorme problema nella comunità traveller, senza
guardare ai fatti alla storia completa dei Traveller. La maggior parte delle
volte se in GB si parla di Traveller, si tratta di Rom o di Traveller irlandesi.
Noi confutiamo le sue affermazioni su matrimoni forzati di massa. Notiamo che i
finanziamenti per affrontare questo problema, sono stati resi disponibili dal
Fondo Programma Domestico - Affrontare i matrimoni forzati nelle comunità
traveller, che sviluppa opzioni per cambiare l'atteggiamento ed aiutare le
vittime, o potenziali vittime. - Non riteniamo giusto usare i fondi del governo
in nome dei Traveller, in quanto non ha svolto il suo compito e così facendo
stigmatizzerà ed alienerà ingiustificatamente la comunità traveller. Vorremmo
suggerire al signor Azfal che questi fondi vengano usati dove c'è bisogno.
The Prague Post: AFP Photo. I residenti di Břeclav hanno manifestato il
22 aprile per protestare contro una presunta violenza su un quindicenne da parte
di tre Rom. Ora la polizia dice che il ragazzo si è inventato la storia
Secondo la polizia, il quindicenne che diceva di essere stato
brutalmente malmenato dai Rom a Břeclav, Sud Moravia, ad aprile, in realtà si
era procurato da solo le ferite, dopo essere caduto da una ringhiera.
Il ragazzo era caduto mostrando esercizi ginnici ad i suoi amici, all'ottavo
piano di una casa, secondo quanto riportato dalla Czech News Agency (ČTK). In
seguito aveva inventato una storia, per paura della reazione della madre.
L'incidente aveva suscitato a Břeclav sentimenti anti-rom, e l'Associazione
Nazionale dei Rom ha detto che sarebbe ora di prendere in considerazione le vie
legali del caso.
Il ragazzo di 15 anni, che lo scorso aprile aveva sostenuto di essere stato
aggredito da tre persone di origine rom. ha ammesso alla polizia di aver mentito
e di essersi ferito da solo. La sua testimonianza iniziale aveva scatenato
reazioni significative a Břeclav, piccola città della Moravia del Sud con 25.000
abitanti. Per manifestare il loro sostegno alla famiglia e alla vittima,
amputata di un rene, ma anche per rivendicare maggior sicurezza, 2.000 abitanti
del comune avevano manifestato nel centro di Břeclav contro la comunità rom.
Photo: CTK
Un mese più tardi, la verità è tutt'altra, come ha confermato mercoledì la
polizia dopo aver sottoposto il ragazzo alla macchina della verità. All'origine,
secondo la versione fornita alla madre e agli inquirenti, aveva detto di essere
stato assalito da tre Rom, per non avere le sigarette che gli avevano chiesto.
Il responsabile delle indagini, Luděk Blahák, ci da la reale versione dei fatti:
"Il ragazzo stava esibendosi davanti a dei coetanei, tra cui due ragazze. Si
trovava all'ottavo piano di un edificio. E' salito sulla ringhiera, si è sospeso
per eseguire un'acrobazia, e poi è caduto. Si è ferito urtando la ringhiera
situata ad un piano inferiore. Alla scena assistevano tre testimoni, della
stessa età della vittima. La verità è che il ragazzo ha avuto paura di
raccontare a sua madre quel che era successo, temendo la sua reazione."
La sua iniziale testimonianza aveva sollevato un'ondata di emozione e
solidarietà, assieme però all'odio contro la comunità rom di Břeclav, stimata in
circa 500 abitanti. Soprattutto, sulla base di questa sola falsa testimonianza,
2.000 persone avevano aderito, una domenica a fine aprile, ad un appello del
Partito dei Lavoratori della Giustizia Sociale, di estrema destra, per
manifestare la loro collera in centro città. Si erano uditi tra la folla slogan
come "Il sindaco dorme mentre gli zingari uccidono" o "Stop al terrore zigano" (cf.
http://www.radio.cz/fr/rubrique/faits/incident-de-breclav-2000-habitants-de-la-ville-suivent-les-extremistes-et-manifestent-contre-les-roms).
Il sindaco di Břeclav, Oldřich Ryšavý, tenta di spiegare come può essere
accaduto:
Oldřich Ryšavý e la madfre del ragazzo, photo: CTK
"A Břeclav la situazione è delicata. Ci sono tensioni sociali,
evidentemente. Siamo tra le regioni ceche più povere, al confine con la
Slovacchia e l'Austria. Siamo ad un incrocio, il primo punto d'arrivo per la
gente proveniente dalla Slovacchia e dai Balcani. Non posso negare che esista
una piccola criminalità e che il sentimento d'incertezza esistenziale tra gli
abitanti della regione sia relativamente forte."
In seguito, diverse voci si sono levate per criticare il comune, accusato di
aver autorizzato la manifestazione. Ma Oldřich
Ryšavý se la prende con i media per come hanno trattato la vicenda, e secondo
lui si tratta di disinformazione, o meglio di "mala informazione".
"Siamo stati messi davanti al fatto compiuto: l'evento si sarebbe tenuto lo
stesso. Anche se l'avevamo vietata, il Partito dei Lavoratori sarebbe arrivato
lo stesso. La nostra reazione dunque è stata di adottare tutte le misure di
sicurezza possibili per evitare incidenti. La polizia ha fatto ogni sforzo
possibile perché non succedesse nie3nte a prescindere dal colore della pelle.
Mercoledì scorso ho discusso con i capi della comunità rom di Břeclav ed ho
domandato loro di mantenere il sangue freddo. Hanno promesso di farlo. Noi
facciamo tutto il possibile perché Břeclav sia una città calma e sicura."
Se comunque Břeclav non si è trasformata in una città assolutamente calma e
tranquilla, la tensione che regnava ad aprile sembra essersi un po' placata. E
l'ammissione fatta mercoledì dal ragazzo di aver mentito potrebbe portare alcuni
degli abitanti a riflettere a fondo sulla loro partecipazione alla
manifestazione anti-rom. Questa almeno la speranza del sindaco:
"Di sicuro è come una catarsi. Alcuni probabilmente avranno un grosso mal di
testa. Ma ciò che è auspicabile, è che la famiglia reagisca e si rivolga alla
popolazione. E' quel che ho detto alla madre quando l'ho incontrata. La
decisione dipende solo da lei, ma penso che così potrà rimettersi dallo shock
morale che sta vivendo ed aiuterebbe anche la popolazione di Břeclav."
La madre ha presentato le sue scuse a tutta la comunità rom di Břeclav,
photo: CTK
Giovedì scorso la madre ha presentato le sue scuse a tutta la comunità rom di Břeclav.
Ha affermato di non capire perché suo figlio non le abbia detto la verità,
precisando che se l'avesse educato con rigore, non avrebbe avuto comportamenti
simili. Con una lettera di scuse, ha anche reso i 4.000 euro versateli dal
cantautore Michal David per la rieducazione del figlio. Erano stati raccolti in
un concerto di beneficenza a suo favore, organizzato a Břeclav sabato sera.
Dal canto suo, la polizia ha chiuso il caso: non c'è stata alcuna aggressione.
Tuttavia, contro il ragazzo può essere intentata un'azione legale per falsa
testimonianza, e lo stesso vale per i testimoni dell'incidente che sono rimasti
muti. L'Associazione dei Rom della repubblica Ceca ha accettato le scuse dalla
madre del ragazzo. Lamenta però la sottovalutazione dell'odio razziale.
Di Fabrizio (del 26/05/2012 @ 09:25:37, in Europa, visitato 1936 volte)
Termometro PoliticoI rom nell'Europa orientale, ovvero come ti
demonizzo il diverso - Pubblicato il 22 maggio 2012 da EaST Journal - di Simona Mattone,
da Bucarest
L'otto aprile è stata la giornata internazionale dei Rom e dei Sinti. In ogni
paese le giornate internazionali hanno odori diversi. Profumano di vittoria, o
di sconfitta. A volte di superfluo. Bucarest, capitale del paese
con la più
numerosa popolazione rom, ha proposto una giornata di documentari e di
informazione. In un cinema, un po' d'altri tempi, senza molta pubblicità. Una
ventina di ragazzi, due o tre teste bianche e lo schermo. Passano le ore, e le
storie si intrecciano. Ragazzini che arano campi - si parla di garantire
l'accesso scolastico a tutti-, e roulotte che cercano di raggiungere la Francia,
ancora, dopo l'ennesima espulsione, perché "qui in Romania non si può più
stare". C'è un villaggio di 700 persone, costruito al confine tra due distretti,
che non riceve né acqua, né luce. Né documenti. Se non quelli temporanei,
concessi occasionalmente da qualche partito in vista delle elezioni, e poi
ritirati.
E' chiaro: la considerazione dei rom è pessima. L'informazione è pessima. Ci si
dimentica spesso che sono uomini. Anche qui, dove la maggior parte non vive in
baracche, ma lavora, svolgendo le professioni più umili. Nei più casuali
dialoghi con la gente, uno straniero in Romania viene informato della differenza
tra romeni e rom, almeno una volta al giorno. "Non siamo gypsies, non siamo
tigani, non siamo zingari. Noi non rubiamo". L'immagine è senza dubbio
quella
proposta dai media. La capacità dei media romeni di influenzare l'opinione
pubblica lavora su costruzione e diffusione di stereotipi negativi riguardanti i
rom.
Una ricerca condotta quasi dodici anni fa dall'Accademia Catavencu è ancora
rilevante, ci mostra come il gioco sia sempre lo stesso: si demonizzano la
povertà, le tradizioni ed i costumi, ed il collegamento tra criminalità ed etnia
rom è diretto. E poi c'è la mafia tiganeasca. Fa quasi sorridere sentire una
donna rom parlare di un vicino poco simpatico apostrofandolo come "zingaro".
Ci sono 12 milioni di rom in Unione Europea. Non hanno un paese d'origine, e la
maggior parte ha ormai messo le proprie radici nell'Europa balcanica.
Ma chi
sono davvero, e da cosa scappano?
Dal rapporto 2009 di EU-MIDIS, indagine condotta dall'Agenzia dei Diritti
Fondamentali sulle minoranze europee, emerge che la popolazione Rom raggiunge i
più alti livelli di discriminazione nei Paesi dell'Est Europa. Intolleranza
accentuata dall'eredità socialista, ma ben più antica.
In Repubblica Ceca si è riportato il livello di discriminazione più alto, un
64%. I rom in Bulgaria e in Romania se la passano meglio, dicono le statistiche.
Solo il 4% dei Rom in Grecia completa l'educazione primaria. Anche nei paesi
dove l'analfabetismo non è fra i maggiori problemi, la proporzione di quelli che
decidono di continuare gli studi è preoccupantemente bassa.
Anche se con un solo rappresentante di origini rom a Bruxelles, diversi progetti
sono stati promossi dal Concilio d'Europa e dalle Commissioni Europee
incaricate, per l'abbattimento di pregiudizi, attraverso il sostegno di
politiche di integrazione ed inclusione. Tutto dovrebbe partire dall'istruzione.
In questo particolare contesto sociale garantire l'accesso all'istruzione alle
nuove generazioni non è scontato, né altrettanto sufficiente. Qualora i bambini
rom abbiano la possibilità di frequentare le scuole, nella maggior parte dei
casi vengono indirizzati in strutture solo per rom, con bassa qualità di
insegnamento, o raggruppati in classi separate. Addirittura in scuole speciali,
per disabili, provocando facilmente l'abbandono degli studi. Questo è un
messaggio profondamente diseducativo anche per chi rom non è. La segregazione ha
una doppia faccia: impedisce il contatto tra le diversità, in un contesto
neutro.
Ed ecco un Est, emarginato dalla visione eurocentrica che lo definisce come
produttore di lavavetri e campi nomadi - già la parola campo dovrebbe farci
sobbalzare - che emargina. I rom nei loro villaggi, gli altri nelle loro città.
Società parallele, all'Est come all'Ovest, al Nord come al Sud.
East Journal è un progetto di giornalismo partecipativo che nasce dal basso,
fatto da giovani e senza fini di lucro. East Journal è una testata registrata
presso il Tribunale di Torino, n° 4351/11, del 27 giugno 2011. I contenuti sono
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le due testate giornalistiche. Il nostro obiettivo è quello di raccontare la
"nuova" Europa, quella dell'est, che rappresenta il cuore antico del vecchio
continente. La cultura e la storia ci insegnano la comune appartenenza.
L'europeismo critico è dunque una nostra vocazione. Tra i nostri temi più cari
figurano poi la tutela delle minoranze, l'analisi dell'estremismo di destra, la
geopolitica energetica, il monitoraggio del crimine organizzato transnazionale. Visualizza tutti gli articoli di EaST Journal
Ostojic e la popolazione rom: il razzismo sotto la coperta della
democratizzazione sociale - di Nataša Zecevic
Medjimurje sarebbe una zona sicura se non ci fossero gli atti criminosi
commessi dai Rom. Questa è stata una dichiarazione razzista del ministro degli
interni Ranko
Ostojic, durante la sua visita a Mejdimurje.
Sì, dando fondo al suo razzismo, Ostojic ha detto che circa il 50% dei reati
nella zona sono stati commessi dai Rom. Ma, se loro ne hanno commesso circa il
50%, chi ha commesso l'altro 50%? Forse scoiattoli, ratti, gatti, cani, piccioni
o passeri?
- Rispetto i diritti umani di tutte le minoranze nazionali di Croazia, ma
devo sottolineare che oltre il 50% delle violazioni di proprietà nell'area di
Medjimurje sono commesse dalla minoranza nazionale rom. Se non ci fossero simili
reati, il distretto di Medjimurje sarebbe uno dei più sicuri in Croazia - ha
detto il ministro.
Se una simile dichiarazione fosse stata fatta dall'ex ministro Tomislav Karmarko,
la maggior parte dei cittadini e gli altri iscritti all'SDP (i
socialdemocratici, ora al governo, storici avversari del partito di destra HDZ,
ndr.) avrebbero probabilmente immaginato convogli in fila in cui la gente
di Karamarko blindava i Rom per deportarli oltre confine, dove non potessero più
rubare o diffondere sporcizia. Perché, così agiscono i Rom a Medjimurje.
Ma se il 50% dei reati contro la proprietà sono commessi da Rom, credo che
allora l'altro 50% viene commesso da Croati, i cosiddetti "non-Rom". E,
come sembra, ciò è assolutamente regolare per il ministro
Ostojic. Nessun problema o motivo per agitarsi. Cioè, i Croati - i "non-Rom"
hanno il diritto di rubare ai Croati - ai "non-Rom". Pero i Rom non hanno il
diritto di rubare ai Croati - "non-Rom".
Secondo questa affermazione, Ostojic manderà più pattuglie di polizia negli
insediamenti rom, per impedire il diffondersi del crimine rom. Ma, come afferma,
non trasformerà in ghetti gli insediamenti rom. Non sarebbe etico, penso.
Nonostante la dichiarazione che Medjimurje sarebbe un posto sicuro per vivere,
se non ci fossero i crimini commessi dai Rom.
Il reale significato della dichiarazione di Ostojic, che Medjimurje sarebbe
un posto sicuro se non ci fossero i ladri zingari, e puro razzismo come non
sentivamo da tempo. E viene da un ministro croato. Con questa dichiarazione Ostojic
ha danneggiato il suo governo, discriminando inoltre una specifica minoranza ed
allargando la differenza tra "noi" e "loro". Non solo discriminandoli, ma anche
stigmatizzandoli. Cos'altro potrebbe essere un Rom, se non un ladro? [...]
Ma scegliendo quel tipo di discorso, sarebbe stato interessante notare:
quanti di "loro", ad esempio, lavorano nel dipartimento di polizia? Quanti di
"loro" hanno terminato la scuola dell'obbligo? Quanti di "loro" hanno commesso
un omicidio nel centro di Zagabria alle 20.30 (penso sia QUESTO: pagina in croato, ndr.)? Quanti di "loro" sono
iscritti all'SPD? Quanti di "loro" vivono dell'assistenza sociale e quanti di
"noi" vivono dell'assistenza sociale?
Per finire, da quando il furto ha uno stigma nazionale? Visto che il furto
più grande di questo stato fu commesso sotto la copertura di una stigma
nazionale, e non rom.
Nell'aspettativa di un'espulsione, la quarantina di rom installati nei pressi di
Créteil L'Echat, vicino all'A86, sperano in un ulteriore prolungamento di
scadenza, sostenuti dall'avvocato Jérome Karsenti, che difende anche i
rom di Sucy-en-Brie. La loro storia è da una parte singolare e dall'altra
similare a quelle degli altri rom installati di qua e di là nel dipartimento.
Testimonianza: 2La mia famiglia è arrivata in più momenti. Mio padre è partito dal nostro
villaggio che si trova a pochi chilometri da Timisoara, da ormai 20 anni. Io e i
miei fratelli, l'abbiamo raggiunto dopo. Poi abbiamo avuto figli. Mio padre ha
provato a ottenere documenti. E' andato al tribunale, ma la sua richiesta non ha
ottenuto nessuna risposta positiva," racconta Christi, padre di due bambini.
Christi, a destra della foto, con suo padre, a sinistra
La scuola gratuita
La scuola gratuita francese è una delle loro motivazioni per restare qui. Delle
43 persone che hanno stabilito il proprio domicilio su questo terreno dismesso,
i sei bambini (tra i 4 e i 9 anni) vanno a scuola. Cinque fratelli provengono
dalla stessa famiglia. "In Romania, lo studio è a pagamento. Siamo qui per dare
la possibilità ai nostri bambini di andare a scuola. Certo, i bambini
percepiscono la differenza con i loro compagni che vivono in appartamenti, ma
sanno anche di non avere la scelta. Mio fratellino che studia al liceo Victor
Hugo è il primo della classe, anche se sono soltanto due anni che si trova in
Francia. Vuole diventare avvocato. Non so se potrà farcela. Ma lo spero."
A Maria e Cassandra, che hanno 10 e 11 anni e che hanno lasciato il loro paese
soltanto due anni fa, la Romania manca, benché dicono di amare anche la Francia.
Mona, 38 anni, sembra persa. E' arrivata in Francia due settimane fa, conosce
soltanto due-tre parole di francese, e non ha lavoro. Marish, 60 anni, è stufa.
"E' la vita che mi ha invecchiata prematuramente. Ho lasciato la Romania dieci
anni fa, a causa della crisi. Guardate dove viviamo... Trovate queste condizioni
decenti? Ho passato la mia vita a elemosinare, e sono passata per una decina di
campi... mi sento stanca di questa vita errabonda!"
E' più di un anno che la famiglia si è sistemata qui. Prima, stavano vicino
all'incrocio di Créteil, nella zona industriale. A ottobre hanno ricevuto un
avviso di espulsione, ma è stato aggiornato. Non hanno ricevuto nessun avviso
fino a questo martedì 15 maggio. "In tribunale, c'è un uomo che dice di averci
visti saltare il muro per andare nel deposito che si trova accanto. Mi ha fatto
ridere. Non siamo mica dei Ninja! Si, c'è gente che chiede l'elemosina, ma
facciamo quel che possiamo. Visto che siamo senza documenti, bisogna lavorare al
nero. La maggior parte degli uomini lavorano con i rottami. Alcuni sono
musicisti di strada. A volte le donne fanno le pulizie a casa della gente, a
volte chiedono l'elemosina. Due settimane fa, quattro di loro sono ritornate in
Romania, mendicavano spesso con i loro bambini. Questo non ci piace, ma è così,"
aggiunge Christi.
Toma Nikolaev è un rispettato attivista dei diritti rom, ed ex candidato al
Parlamento. Perseguitato in Bulgaria a causa delle sue critiche all'apartheid
che esclude la maggior parte dei 700.000 Rom di Bulgaria, è stato direttore
del giornale bilingue
DeFacto sino alla chiusura.
Temendo per la propria vita, dopo che una bomba era stata posta vicino a casa
sua, Nikolaev chiese asilo in Gran Bretagna. Ne seguì un lungo processo, mai
terminato, durante qwuel periodo Nikolaev continuò ad aiutare i Rom. Si unì alla
campagna per salvare la comunità di Dale Farm, interrotta dall'assalto della
polizia antisommossa il 19 ottobre 2011.
L'8 aprile 2012, giorno della nazione rom, Toma Nikolaev ha partecipato ad un
sit-in di fronte all'ambasciata bulgara a Londra. Poco dopo venne arrestato su
mandato europeo e passò tre giorni in custodia prima di essere rilasciato su
cauzione. E' stato convocato al tribunale dei magistrati di Westminster alle
9.30 del 22 maggio.
E' la prima volta che un importante attivista politico rom viene portato
davanti a questo tribunale, di solito riservato alle estradizioni e ai casi di
terrorismo.
Nikolaev potrebbe essere estradato in Bulgaria, dove lo attende una condanna
al carcere, imposta per le sue critiche al governo.
I Rom in Bulgaria costituiscono l'8% della popolazione, vivono soprattutto in
quartieri isolati e soffrono il 70% di disoccupazione. In questa condizione di
esclusione sociale, gli attivisti rom sono oggetto di persecuzione giudiziaria e
poliziesca, e anche di violenza da parte dei movimenti nazionalisti e razzisti,
in particolare del partito Ataka. Questo il motivo per cui non è sicuro per
Nikolaev, sua moglie ed i suoi figli di tornare in Bulgaria. Ci appelliamo
quindi al tribunale dei magistrati di Westminster per impedire il procedimento
di espulsione richiesto dallo stato bulgaro, e permettere a Toma Nikolaev di
rimanere in Gran Bretagna, dove gli sia concesso di richiedere asilo politico.
Il nostro appello è rivolto alla regina Elisabetta II, al Governo e al
Parlamento del Regno Unito. Chiediamo loro di intervenire nel caso di Toma
Nikolaev, offrendo così all'Unione Europea e al mondo un esempio di civiltà e
rispetto per i diritti umani. Facciamo anche pressione all'Alto Commissario per
i Rifugiati delle Nazioni Unite, Antonio Guterres; all'Alto Commissario ONU per
i Diritti Umani, Navi Pillay; il Commissario Europeo per i Diritti Umani, Nils Muiznieks;
il Presidente del Parlamento Europeo, Martin Schulz, e a tutta la società civile
perché non rimangano indifferenti ad un caso paradigmatico delle attuali
condizioni dei Rom e di quanti difendono i loro diritti.
Speriamo in un verdetto giusto ed umanitario nel caso di Toma Nikolaev, ed
estendiamo a quanti risponderanno a questo appello i nostri migliori
ringraziamenti.
Chiediamo che Toma Nikolaev ottenga il diritto di rimanere in Gran Bretagna e
non venga estradato in Bulgaria, dove la sua vita e la sua libertà son in
pericolo.
We appeal to:
- the Westminster Magistrates' Court
- Queen Elizabeth II
- the Government and Parliament of the United Kingdom
- the United Nations High Commissioner for Refugees, Antonio Guterres
- the UN High Commissioner for Human Rights, Ms. Navi Pillay
- the European Commissioner for Human Rights, Nils Muiznieks
- the President of the European Parliament, Martin Schulz
alle bleiben!
______________ admin@alle-bleiben.info www.alle-bleiben.info
______________
Roma Center Göttingen e.V. Postfach 30 05
37020 Göttingen
______________ www.roma-center.de mail@roma-center.de
______________ Zuwendungen können auf das folgende Konto überwiesen werden:
Roma Center Sparkasse Göttingen K-Nr. 170 399
BLZ 260 500 01 Verwendungszweck: alle bleiben
The Jewish ChronicleGruppo giovanile neonazista finanziato dal
Consiglio d'Europa - By Marcus Dysch
02/05/2012 - Un gruppo neonazista lituano è stato adottato in un consiglio che
riceve fondi dall'Unione Europea.
L'Unione della Gioventù Nazionalista Lituana (ULNY) è stata eletta all'unanimità
nel Consiglio delle Organizzazioni Giovanili Lituane (LCYO), durante la
conferenza nazionale dello scorso fine settimana.
L'ULNY è una dei principali organizzatori della marcia neonazista che si tiene
annualmente a Vilnius durante il Giorno dell'Indipendenza. Sono state lanciate
petizioni internazionali perché l'evento di quest'anno, che ha avuto luogo l'11
marzo, fosse cancellata.
Il gruppo ombrello LCYO è la più grande OnG giovanile in Lituania, ed è
sostenuta finanziariamente tanto dal governo che dalla UE. E' composta da 64
gruppi ed oltre 200.000 aderenti.
Tutto ciò significa che la fascista ULNY è su un piano di parità con gruppi
studenteschi ed organizzazioni sociali.
La presidente della LCYO, Loreta Senkutė, ha detto ai media che l'ULNY ha
spiegato il suo lavoro prima che il voto avesse luogo, ricevendo "grande
supporto".
La votazione per l'adesione dell'ULNY ha visto 19 voti a favore, nessuno
contrario e sette astensioni.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
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