Di Fabrizio (del 01/10/2012 @ 09:18:32, in conflitti, visitato 2261 volte)
Realizzato con la collaborazione di Davide Zaccheo
L'ENNESIMO ATTO BARBARICO DI ALEMANNO E BELVISO NEI CONFRONTI DEI ROM
DI TOR DE CENCI di Davide Zaccheo
foto di Serena Masci durante le operazioni di sgombero
(cliccare sull'immagine per scaricarla a grandezza personale)
La mattina del 28 settembre 2012 un dispiegamento di forze della polizia
municipale di Roma Capitale affiancati da tre cellulari della polizia di stato,
due pullman da 50 posti cadauno adibiti al trasporto di persone, due camion con
sopra due ruspe per la demolizione, irrompevano senza preavviso nel campo nomadi
di Tor de Cenci a Roma e procedevano sotto gli occhi dei bambini che erano già
saliti sul pullman del comune di Roma che li avrebbe portati a scuola, alla
demolizione dei container rimasti e al trasferimento delle restanti 170 persone
del campo. Di fronte ad una azione cosi minacciosa tutti i bambini sono scesi
dal pullman per rimanere con le loro famiglie.
Tutto ciò all'indomani della sentenza di primo grado del Tar che annullava il
ricorso fatto da alcune famiglie rimaste al campo alla fine di luglio in seguito
alla consegna dell'ordinanza di sgombero da parte del sindaco Alemanno e dopo il
trasferimento nel nuovo campo nomadi della Barbuta della maggioranza dei rom
residenti.
La notte tra domenica 23 e lunedì 24 un'intera comunità di bosniaci che erano
stati trasferiti alla Barbuta un mese e mezzo prima, aveva fatto ritorno a Tor
de Cenci dopo aver denunciato pubblicamente le minacce dal gruppo storico
residente nel nuovo campo situato tra il Comune di Roma e quello di Ciampino.
Questo gruppo ha dormito per circa 5 giorni all'aperto sulle stesse piazzole
dove erano situati i container che il comune gli aveva demolito. I loro figli
non sono andati a scuola per circa una settimana a causa della mancanza di acqua
per lavarsi.
Le ruspe hanno abbattuto i container delle famiglie rimaste davanti agli occhi
inermi dei bambini del campo. Gli agenti della polizia municipale di Roma
Capitale non hanno usato nessun tipo di precauzione, il tutto è avvenuto
dall'inizio alla fine davanti ai bambini e alle donne che piangevano.
Monsignor Enrico Feroci, direttore della Caritas Diocesana di Roma, intervenuto
durante le demolizioni ha gridato "Barbari" a chi in quel momento dirigeva le
operazioni al fine di radere al suolo il campo. Un volontario della comunità di
Sant'Egidio e due operatori dell'Arci Solidarietà venivano fermati e
identificati dalla polizia municipale semplicemente perché stavano scattando
delle fotografie durante l'abbattimento dei container.
Oltre al danno anche la beffa. Ai rom rimasti senza container è stato comunicato
il trasferimento temporaneo in un centro di accoglienza del Comune di Roma dove
dovranno restare per circa 10 giorni in attesa che finiscano i lavori dell'area
di Castel Romano dove dovrebbero essere trasferiti definitivamente e dove già
vivono 900 rom.
Nel centro di accoglienza i rom sono stati sistemati in due stanzoni con brande
e materassi. Le condizioni di vita del centro sono ai limiti della decenza, con
bagni chimici e docce poste all'esterno dell'edifici. Tra loro ci sono donne
incinte, una anziana di 80 anni malata di cuore e una donna sempre anziana da
poco uscita dall'ospedale a causa di un ictus.
I Rom di Tor de Cenci trasferiti nel centro di accoglienza del comune di Roma
hanno deciso per Lunedì 1 ottobre 2012 uno sciopero della fame per protestare
contro le condizioni disumane i cui sono stati collocati, condizioni che
calpestano qualsiasi tipo di diritto umano fondamentale.
Pensavamo che fosse la solita giornata: ..... arrivi al campo e li trovi
l'autobus o comunque arriverà, sai che a breve all'orizzonte vedrai i primi
bambini che sorridendo gioiosi entusiasti ti corrono incontro, questa mattina il
rituale non è stato completato.
Il primo fotogramma: tre cellulari della polizia, e un silenzio spezzato dalle
sirene prima in lontananza e poi sempre più assordanti, all'improvviso sul volto
dei bambini espressioni attonite e di smarrimento, per loro quella doveva essere
una mattina uguale a tante altre, si sale sull'autobus e si va a scuola; ma cosi
non è stato. Lo spettacolo ignobile che è stato allestito davanti ai loro occhi
si è aperto con l'arrivo di un mezzo pesante che dotato di braccio meccanico si
è accanito sulle loro "case" e le ha ridotte in macerie senza dare il tempo
sufficiente per portare fuori tutta la loro vita e ad ogni "casa" che veniva
giù, le espressioni sui visi dei bambini sempre più marcate attonite spaurite, e
spaventate e il pianto che via via aumentava.
Nessuno si è soffermato a spiegare loro cosa stava succedendo e perché con tanto
accanimento stavano abbattendo le loro case, tutto è avvenuto nella più totale
indifferenza. Nessuno si è fermato a prestare la doverosa e appropriata
attenzione a quei bambini, la stessa attenzione che si presta a qualsiasi altro
bambino che vive però al di la del cancello che delimita il confine tra degno di
tutela e indegno di esserlo. Nessun gesto di rassicurazione di sostegno di
supporto per attenuare il pesante carico di un avvenimento che loro non riescono
a comprendere a pieno perché si percepiscono dei bambini come tanti altri; e chi
e con quale coraggio riuscirebbe a guardargli negli occhi e dirgli visto che sei
uno zingarello/a non puoi abitare troppo vicino a noi, mai dalle labbra di
nessuno uscirebbero tali parole, ma quello che è avvenuto davanti ai loro occhi
anche se non è stato detto e stato fatto, sempre nella più totale
imperturbabilità.
Quello che chi non era li non vedrà mai e a cui nessun blog darà mai rilievo
saranno gli occhio colmi di lacrime di quei bambini, la giovane madre costretta
a cambiare il pannolino di suo figlio sul parabrezza di una macchina, le lacrime
che scendono sul volto delle giovani donne che sotto gli occhi impauriti dei
loro figli preparano velocemente un enorme fagotto, l'espressione attonita della
giovane madre che stinge tra le braccia la sua secondogenita nata solamente una
settima addietro, che con lo sguardo inquieto cerca il marito per trovare
rassicurazioni dopo che gli viene detto che deve abbandonare la sua casa,
l'anziana donna che non parla una parola di italiano che con il viso affranto si
porta le mani alle tempie e ripete da prima a voce alta quattro o cinque parole
fino a quando il fiato non gli si strozza in gola; e quando tutto è concluso
enormi fagotti sparsi in diversi punti, e intere famiglie sedute accanto che si
guardano intorno e attendono di essere deportate al centro di accoglienza.
Queste sono immagini che pesano, e pesano ancor di più visto che l'istituzione
che doveva garantire e tutelare questi bambini con assoluta impassibilità ha
predisposto una azione fredda e rapida e senza preavviso, incuranti delle
ripercussioni sui bambini dovuti alla privazione di punti di riferimento e dei
luoghi in cui sono nati e cresciuti e di cui si sentono ormai parte.
Sotto il cumulo di lamiere non ci sono solo utensili vestiti giochi ma anche i
diritti fondamentali e inviolabili dei bambini e adulti a cui per l'ennesima
volta non viene data voce, e che per l'ennesima volta vengono calpestati sempre
nella più completa indifferenza.
E' stato tanti anni fa, ero ancora bambino (un bravo bambino, allora). Sotto
casa mia il cantiere della metropolitana in costruzione, poco più in là una
fabbrica che stava per essere demolita. Io, tre anni, passavo i pomeriggi
incantato a guardare i camion e le ruspe al lavoro.
Oggi, 50 anni dopo, la ruspa è tornata a trovare un bambino di 3 anni, a Tor de
Cenci. Poi se n'è andata, forse a cercare qualche altro bambino.
A Tor de Cenci, i piccoli vagano tra le macerie, cercando qualcosa da salvare.
Tra cocci di vetro e pezzi di plastica, una scarpa, un quaderno strappato, un
orsacchiotto di peluche con un occhio solo, il cuscino del nonno, quello
straccio con attaccate due perle forse era il vestito da sposa della sorella più
grande. Accendini, l'altoparlante della radio, una busta con dentro i
documenti... la lunga fatica per essere normali che anche stavolta si muta in
fumo.
Fabrizio Casavola
Nel frattempo in Francia, a
Marsiglia, i soliti BRAVI CITTADINI davano
alle fiamme un insediamento rom. La foto è tratta da
TeleFrance1, e tutto sembra legarsi, qualcosa di già visto, già sentito, già odorato, dimenticato
troppo in
fretta.
Non aveva esitato un attimo a buttarsi nel Naviglio per salvare un anziano che
si era gettato nell’acqua tentando il suicidio. Era lo scorso maggio, Loris Vinotti, giovane sinto
residente a Buccinasco nel quartiere Terradeo, si trovava
a Trezzano per lavoro quando dal suo furgoncino aveva notato quell’uomo
lasciarsi andare nell’acqua all'altezza del Ponte Gobbo: Loris si è
immediatamente fermato, tuffandosi per salvarlo...
A distanza di mesi, il Comune di Trezzano non dimentica il gesto di quel ragazzo
del campo sinti, un eroe della vita quotidiana che non ha fatto altro che
comportarsi secondo coscienza. Con un senso civico che troppo spesso si tende a
non attribuire a chi appartiene ad una minoranza etnica come la sinta.
“Di quanti Loris ha bisogno il popolo sinto perché cambino idee e comportamenti
nei suoi confronti?”, si era chiesto a maggio Ernesto Rossi, presidente di
Aperta-mente (di cui fa parte anche Vinotti). Una domanda provocatoria che non
nascondeva la preoccupazione per i pregiudizi che ancora oggi pervadono la
nostra società.
Trezzano ha saputo guardare oltre e domenica 9 settembre ha conferito a Vinotti
un riconoscimento in occasione della premiazione delle persone che si sono
distinte per importanti atti verso la collettività, organizzato dalla Pro Loco.
Tra gli altri premiati, anche il carabiniere che ha sventato una rapina
rimanendo ferito e l’imprenditore Merlini che ha reso un servizio alla
collettività valorizzando, dal punto di vista ambientale, le cave dismesse di
sua proprietà.
Di Fabrizio (del 03/10/2012 @ 09:19:44, in Italia, visitato 1373 volte)
di Alessandra Faiella | 25 settembre 2012
L'avevano detto i sostenitori della Moratti: "Con
Pisapia vi troverete nei
guai, gli zingari occuperanno le vostre case e le coppie gay distruggeranno i
vostri matrimoni!" Mai nessuna previsione si è rivelata tanto azzeccata. L'altro
giorno ho aperto la porta di casa e ho trovato uno zingaro sdraiato sul mio
divano che guardava alla tele "I menu di Benedetta". Gli ho detto "Hai
intenzione anche di cucinarti due fettuccine?". Roba da matti. Sempre per
onorare le previsioni su Pisapia, una mia amica si è lasciata col marito: "Mi
dispiace cara – ha detto lui – ora che a Milano ci sono le coppie di fatto il
nostro matrimonio non ha più senso". E se n'è andato, così su due piedi,
portando via anche il televisore al plasma appena comprato. Cose dell'altro
mondo.
Adesso 'sto benedetto sindaco, non solo celebra dei "quasi matrimoni" in comune
ma si dichiara anche favorevole alle adozioni per le coppie gay. Sul tema sono
andata a rivedermi un video con l'esilarante Alessandra Mussolini che gridava:
"Per un bambino vedere due uomini che si rotolano nel letto è scandaloso!"
In effetti i padri gay hanno queste disdicevoli abitudini, non fanno che
rotolarsi come involtini primavera nei letti sempre sotto gli occhi dei bambini,
sono proprio fissati con questa storia del rotolamento, danno dei veri e propri
spettacoli per ragazzi rotolandosi sul letto, e fanno anche pagare il biglietto!
Dove andremo a finire!
Senza scomodare la Mussolini, che con quel cognome si ha voglia di darle sempre
ragione, tutti sanno che un bambino non ha tanto bisogno di amore e di affetto
ma solo di un padre e di una madre. Lo sa bene una mia amica neuropsichiatra
infantile che di famiglie "normali" con madri e padri
idonei ne vede miriadi.
Mai che nel centro di psicologia infantile arrivino bimbi disturbati con
genitori eterosessuali psicopatici, alcolisti, violenti, o anche solo nevrotici,
mai, mai e poi mai. La famiglia tradizionale è sempre stata garanzia di
dinamiche relazionali perfettamente sane, lo sappiamo tutti, possibile che Pisapia non lo sappia?
Da milanese chiedo che il nostro sindaco su questi temi faccia un passo indietro
o che almeno inviti a cena a casa sua il mio zingaro con famiglia (eterosessuale
lo garantisco).
France24Incontro tra un villaggio ed i Rom sfocia in violenza
Un incontro per discutere i problemi legati alla popolazione rom nel piccolo
villaggio di Anthili, mercoledì (12 settembre, ndr.) si è trasformato
in una vera e propria rissa, da noi documentata.
L'incontro era stato convocato dal sindaco la Lamia, la vicina città
sotto la cui amministrazione ricade
Anthili. Due settimane prima, il sindaco aveva chiuso un grande campo rom a nord
di Lamia, cosa che aveva causato un afflusso di famiglie ad
Anthili.
In Grecia ci sono circa 250.000 Rom. Sparsi in tutto il paese, vivono
soprattutto ai margini delle città. Alcuni di loro mantengono vive le loro
tradizioni ed abitudini nomadi. Molti però hanno adottato uno stile di vita
urbano e sedentario. I Rom nomadi che vivono nei campi tendono a vivere ai
margini della società e frequentemente sono
vittime di discriminazioni..
L'alloggio è un problema ricorrente per questa comunità. Molti Rom vivono in
tende piantate su terreni che non appartengono loro, da cui vengono a volte
sgomberati a forza.
Foto e video del nostro Observer.
CONTRIBUTO di
Nick Parmenopoulos "La crisi economica ha alimentato l'odio dei greci contro i Rom"
Nick Parmenopoulos vive a Lamia e scrive per il sito di news alternative Altpress Fthiotida.
Ha girato diversi video sugli scontri di Anthili.
I Rom del villaggio non sono stati invitati all'incontro, ma hanno deciso lo
stesso di partecipare. Hanno ritenuto che fosse perfettamente normale perché si
parlava di loro. Ma quando sono arrivati al municipio, degli abitanti esasperati
hanno sbarrato loro la strada, e da qui è nata una rissa. Una dozzina di
componenti di Alba Dorata [partito della destra radicale sempre più popolare a
seguito della crisi economica, nota dell'autore] li attendeva per arrivare allo
scontro. Tuttavia il loro leader ha detto loro di non farsi coinvolgere. Alba
Dorata era presente all'incontro perché un consigliere comunale aveva chiesto
loro di fornire il servizio d'ordine, ma di limitarsi ad osservare. Alla fine, è
intervenuta la polizia a porre fine alla rissa. Fortunatamente, non ci sono
stati feriti gravi.
Un discreto numero di abitanti è arrabbiato non solo con i Rom, ma anche contro
il sindaco George Kotronias, per avere ordinato la chiusura del campo a nord di
Lamia, localmente noto come Xireas. In questo campo abbandonato vivevano circa
200 famiglie rom, alcune da oltre tre decenni. Una volte cacciate, molte di
queste famiglie sono andate in cerca di parenti o amici che avevano acquistato
casa alla periferia di Anthili. Circa venti famiglie erano state in grado di
acquistare casa, vent'anni fa, per i sussidi allora forniti dall'Unione Europea.
Tra quanti hanno preso parte alla riunione, molti si sono lamentati del numero
crescente di bambiuni rom nelle classi, e di come questi tendessero ad essere
sporchi, malati, ecc. Il preside ha provato a spiegare che, legalmente, questi
bambini rom avevano lo stesso diritto di frequentare la scuola di qualsiasi
altro bambino, cosa che ha sollevato grida indignate.
Il sindaco ha segnalato durante l'incontro di aver chiamato un avvocato per
organizzare la rilocazione in un nuovo campo dei Rom arrivati di recente. Ma ho
visto questo campo e potrebbe accogliere soltanto dalla dieci alle quindici
famiglie...
La crisi economica ha alimentato l'odio dei Greci verso la comunità rom. Molti
Greci sono convinti che non solo i Rom siano ladri - cosa che personalmente
penso riguardi solo una minoranza di loro - ma che traggano anche vantaggio dai
programmi assistenziali del governo. Ma le misure di austerità adottate dal
governo greco nei mesi scorsi hanno notevolmente ridotto questi sussidi.
Ed ora ad Anthili stanno prendendo piede le voci più folli. I Rom stanno dicendo
che centinaia di membri di Alba Dorata vorrebbero attaccarli e bruciarli vivi.
Ma ci sono anche voci che i Rom attaccheranno il villaggio. In sintesi, tutti
hanno paura di tutti.
Il sindaco George Kotronias si rivolge agli abitanti del villaggio di Anthili.
Di Fabrizio (del 05/10/2012 @ 09:10:12, in casa, visitato 2229 volte)
L'area è stata suddivisa in due zone: la prima potrà ospitare 46 carovane,
mentre la seconda comprende 51 posti destinati ai gestori di giostre (foto
Keystone)
Corriere del Ticino 27 SET 2012 18:20
A Versoix predisposto un terreno di stazionamento di 53 mila metri quadrati
GINEVRA - Una nuova area di stazionamento destinata alle popolazioni nomadi è
stata inaugurata oggi a Versoix (Canton Ginevra). Il terreno di oltre 53 mila
metri quadrati accoglierà le carovane di zingari, nonché le famiglie
proprietarie di giostre e baracconi, insediate dal 1966 in riva al fiume Versoix.
Il terreno, di proprietà del Cantone, è stato dotato d'infrastrutture
collettive, in particolare un padiglione di 120 mq comprendente due lavanderie e
una sala di riunione. L'investimento, sopportato interamente dal Cantone,
rappresenta oltre 12 milioni di franchi.
L'area è stata suddivisa in due zone: la prima potrà ospitare 46 carovane,
mentre la seconda comprende 51 posti destinati ai gestori di giostre, che
disporranno peraltro di un parcheggio per le loro infrastrutture. "La Bécassière"
sarà l'unica area di stazionamento ufficiale di Ginevra per i nomadi.
Di Fabrizio (del 06/10/2012 @ 09:17:47, in Kumpanija, visitato 2629 volte)
Ancora si tratta di
Tor de' Cenci,
ma non vorrei annoiarvi con testimonianze strappalacrime, recriminazioni sui
diritti negati... diciamocelo, almeno tra di noi tutto ciò è scontato. Fate
conto che vi scriva un croupier, uno abituato a mescolare le carte, a cercare
nuovi punti di vista.
Volevo riflettere sul rapporto virtuale (molto reale, come spiegherò in
seguito) tra chi sopravvive con qualche sicurezza residua, interfacciandosi
al mondo tramite rete, internet e magari convegni, e gli "insicuri", i
"non-garantiti", che in questo piattume uniforme ritrovano forme di lotta
dimenticate da chi le aveva inventate.
Veniamo al pratico; da mercoledì scorso è apparsa su Facebook questa notizia:
Da stamattina alle 9.00 i rom sgomberati di Tor de Cenci protestano
attraverso lo sciopero della fame contro la disumana collocazione che è stata
loro riservata nel centro di accoglienza del comune di Roma sito presso un
padiglione dell'ex fiera di Roma in via dell'Arcadia. In questo centro dormono
tutti ammucchiati in due enormi stanzoni in condizioni igieniche pessime. La
protesta continuerà ad oltranza fino a quando il comune di Roma non troverà loro
una sistemazione dignitosa per qualsiasi essere umano.
La scrive
Davide Zaccheo, da cui sono arrivate in passato molte segnalazioni
su Tor de Cenci. E lui sta facendo di tutto per tenerci informati e soprattutto
attenti. Ce la sta mettendo tutta ma, spiace dirlo, è solo lui.
Ora, chi frequenta l'ambiente di Facebook, sa quanto sia facile, addirittura
compulsivo per qualcuno, usare la funzione "Condividi": è facile, per niente
dispendiosa e di solito ci si fa belli coi pensieri o le immagini prese da
altri. COME MAI COSI' POCHE CONDIVISIONI, STAVOLTA?
No, non mi preoccupano quei Rom prima sgomberati e poi ammassati come
scatolette... sarò cinico, ma ci sono abituati a vivere in condizioni inumane.
Mi preoccupate voi, tipici utenti massa da Facebook: se si fosse trattato di
denunciare uno sgombero, la malapolitica di una giunta, l'ennesimo morto, ci
sarebbero state schiere di anime belle a diffondere la notizia, anche
(soprattutto) senza avere capito di che cosa si trattasse. Perché una notizia
simile avrebbe riportato allo stereotipo del povero rom, che se non è un
delinquente, dev'essere per forza una vittima (e via di compatimento).
Ma se sono i Rom stessi a stancarsi delle "condizioni inumane" a cui sono da
anni sottoposti, per noi utenti telematici parlarne, scriverne, condividere,
significherebbe riconoscere che allora anche LORO sono davvero simili a noi.
Se LORO, gli estranei, gli esclusi... chiamateli come volete, sono arrivati
ad un atto estremo come lo sciopero della fame, non è per qualche ricatto
sentimentale in cui noi BUONISTI A PRESCINDERE dovremmo cadere; è invece per
mostrare che sono disposti, una volta tanto dopo anni a chinare la testa, a
mettersi in gioco.
Guardate, per favore, la home page di qualsiasi giornale. Guardate
l'attenzione riservata a cento notizie inutili. Confrontatele con questa tragica
e dolorosa presa di coscienza.
LORO stanno facendo di tutto, non solo per la casa o per le famiglie, ma per
la loro dignità. NESSUNO vorrà riconoscerlo e saranno sconfitti, ancora una
volta, non dalle ruspe ma da chi li osservava senza vederli (e senza vedersi).
Consoliamoci: saremo sconfitti anche noi, perché questo tipo di proteste una
volta le facevamo noi, ma ORA non siamo neanche più in grado di riconoscerle,
quando è qualcun altro a farlo.
ROMAREACT.
orgFLASHMOB, PER SVESTIRSI DEGLI STEREOTIPI, 30
settembre 2012
Un gruppo internazionale di 40 studenti ha lanciato romareact.org, una nuova
piattaforma online per mobilitare le comunità rom con flashmob mozzafiato in cui
ragazze e ragazzi pubblicamente si spogliano degli stereotipi.
Questa gioventù ne ha abbastanza di essere percepita come mendicanti, ladri,
cartomanti, anche quando un numero crescente tra loro si sta laureando
all'università.
"Make the Change" è il messaggio di appello all'azione del flash mob, che si
riferisce ad un urgente bisogno di aiutare i Rom a sollevarsi dalla povertà e
misurarsi con successo con i non-Rom.
Hanno perciò occupato il centro di Edirne in Turchia alle 13 di sabato 29
settembre, e messo in atto il primo flash mob nella storia del paese.
Anche la folla è rimasta attonita, era qualcosa di mai visto prima. Romnià
danzatrici del ventre, cartomanti, mendicanti ed alcolizzati che attorniano un
pubblico congelato. La musica li sblocca e si trasformano in avvocati,
infermieri, ingegneri attraverso le loro storie personali che necessitano il
cambiamento.
I "re-attori" - come la rete ERGO che si è occupata
dell'iniziativa chiama i giovani agenti del cambiamento - vogliono anche
mostrare la battaglia che i Rom istruiti conducono per essere differenti tanto
nel mondo rom che in quello non-rom.
RomaReact.org intende
celebrare
il successo dei giovani rom istruiti, dando luogo ad eventi simili nelle loro
stesse comunità e fornendo visibilità internazionale a loro. State all'erta!
ERGO Network ed i suoi membri in Albania, Bulgaria e
Macedonia, hanno organizzato il flash mob per la campagna Roma Women Empowerment
dal titolo Il Nostro Spazio, Il Nostro Spazio, Il Nostro caso. La campagna
riguarda l'accrescimento delle donne rom. Ha anche una componente online nel sito Roma
React, per visualizzare posti, spazi e casi delle donne rom nelle nostre
società.
Genova, 5 ott. - (Adnkronos) - "Riscoprire gli antichi mestieri, in
particolare l'artigianato artistico, tradizionale e tipico di qualita', puntando
anche sull'innovazione, costituisce una misura importante contro la piaga della
disoccupazione giovanile e aiuta produzioni di nicchia che hanno tutte le carte
in regola per rimanere sul mercato". Lo ha dichiarato Luca Costi, segretario
regionale di Confartigianato Liguria, a margine della presentazione, questa
mattina in Regione, dei finanziamenti del Fondo sociale europeo 2007-2013
rivolto alla formazione professionale "in bottega".
Due milioni e 270mila euro sono stati stanziati per avvicinare giovani,
disoccupati, inoccupati e appartenenti a minoranze etniche (rom e sinti) agli
antichi mestieri. Le "botteghe" individuate come ambito di formazione e
inserimento professionale riguardano i settori dell'artigianato artistico
tradizionale e tipico di qualita', mentre le aziende artigiane in possesso del
marchio "Artigiani In Liguria" possono formare anche personale gia' dipendente.
"Ma non solo - spiega Costi - e' previsto l'accompagnamento alla nascita di
nuove micro e piccole imprese nei settori dell'artigianato individuati". I
settori di intervento spaziano dall'agroalimentare tipico, alla moda, alla
lavorazione del legno e metalli, con attenzione particolare, per quanto riguarda
lo start up di nuove imprese, all'innovazione nei processi di lavorazione e
produzione.
Certo, capisco che trovare un lancio come quello dell'Adnkronos
sulle pagine di Libero, da uno strano senso di straniamento.
Ma le conferme al solito tran-tran arrivano puntuali il giorno dopo: come spinti
da un riflesso pavloviano insorgono i leghisti, anzi, come si scrive sotto
"tuonano" (che tanto lo sappiamo, a proposito di certezze, che ultimamente i
leghisti tuonano ma di lampi sono incapaci di farne...)
E' molto bello ed educativo che ora questi omini col cervello verde si
preoccupano di "tutte le altre comunità immigrate" e persino di una possibile
"guerra tra poveri".
Continuo a non capire una cosa: se gli zingari non lavorano, non va bene; ma se
lavorano non va bene comunque. Un tempo si diceva "non sono io il razzista, sono
loro che sono rom!"
Genova24.itBando artigianato, Rixi (Lega Nord): "Cosa c'entrano gli zingari
con gli antichi mestieri?"
Regione. Intervento del capogruppo della Lega nord Edoardo Rixi sul bando di
finanziamento – derivante da fondi europei – approvato dalla Regione Liguria
sugli antichi mestieri, con una voce ad hoc dedicata alla formazione di sinti e
rom. "Cosa c'entrano gli zingari con gli antichi mestieri della Liguria?" tuona
Rixi che ricorda che la cifra complessiva messa a disposizione dal bando è di 2
milioni e 270 mila euro.
"Considerando che la disoccupazione in Liguria è in aumento specie tra i giovani
e che le piccole imprese artigianali sono in grave crisi, a causa delle
politiche montiane e della concorrenza sleale dei paesi in via di sviluppo, mi
chiedo che senso abbia diluire un già magro stanziamento di fondi pubblici anche
ad una comunità di immigrati spesso clandestini". dice il capogruppo della Lega.
"L'attuale maggioranza che governa la Liguria al danno aggiunge la beffa, anzi
due beffe, perché – spiega Rixi – da un lato allargando i finanziamenti ai soli
zingari esclude tutte le altre comunità immigrate, lanciando il messaggio
implicito che sudamericani e nordafricani valgono di meno e rischiando così di
scatenare una guerra tra poveri, dall'altro dando dei finanziamenti pubblici a
sinti e rom si buttano i soldi in maniera irresponsabile, in quanto si tratta di
popolazioni nomadi che a breve non stanzieranno più in Liguria e probabilmente
neanche in Italia, col risultato che il denaro pubblico regalatogli non produrrà
né tassazione per la società né posti di lavoro sul nostro territorio.
La Giunta Regionale" conclude Rixi "riesce ad attuare politiche ridicole e
controproducenti anche quando s'impegna a fare qualcosa di sinistra".
Nel frattempo s'è destato anche
Il Giornale, solita foto decontestualizzata:
e titolo da cronaca nera: Gli antichi mestieri nelle mani dei rom Il bando per
salvare gli antichi mestieri della Liguria finisce con il finanziare le comunità
sinti e rom. Protesta la Lega Nord
ma il testo dice "finanziando ANCHE i sinti e i rom" (il maiuscolo è mio, ndr)
In chiusura, Rixi spiega in prima persona il suo pensiero su
Bordighera.net "Peccato che la Giunta di sinistra abbia stabilito, come si
legge sul sito ufficiale della Regione, di allargare la distribuzione di tale
denaro anche alle comunità sinti e rom, altrimenti dette zingare, residenti in
Liguria." Trattasi quindi di un problema di "cittadinanza", se non ho
capito male. D'altronde, anche il Sudafrica razzista era una nazione campione d
i diritti democratici, solo che li riconosceva esclusivamente ai bianchi.
Resta da notare che per una notizia trovata su questo importante
finanziamento, ce ne sono almeno 3 dedicate ad una polemica che più di parte non
si può...
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