L'essere straniero per me non è altro che una via diretta al concetto di identità. In altre parole, l'identità non è qualcosa che già possiedi, devi invece passare attraverso le cose per ottenerla. Le cose devono farsi dubbie prima di potersi consolidare in maniera diversa.
Occuparmi della Lega Nord di Buccinasco mi risulta sempre imbarazzante. La
loro inconsistenza politica farebbe quasi tenerezza se non fosse pericolosa per
la civile convivenza e la serenità del nostro Comune. Ne parlo oggi perché ho
letto l'ennesimo articolo sul quotidiano Il Giorno. Ma cosa dice la
Lega Nord di Buccinasco per bocca del suo portavoce Nando Uggeri (nella foto)?
Parla del nuovo piano regolatore? Parla della crisi economica e delle centinaia
di famiglie di Buccinasco in difficoltà? Del lavoro? Della disoccupazione?
Dell'ambiente a rischio? Della viabilità? Del federalismo?
Macché! Indovinate un po'?!
Sì avete indovinato, Nando Uggeri ci parla - come sempre - del nostro campo
Sinti (clicca
QUI +
QUI +
QUI link interni) al
Q.re Terradeo esprimendo le sue
deliranti preoccupazioni.
E di cosa è preoccupato? Si preoccupa del successo delle politiche di
integrazione e di una delle pochissime iniziative positive della Giunta Cereda (PDL
+ Comunione & Liberazione), cioè della realizzazione di una "ciclofficina"
(clicca
QUI 250 Kb pdf) con i soldi stanziati dal Ministro
leghistaRoberto
Maroni a cura della Prefettura di Milano (clicca
QUI 130 Kb pdf).
Un progetto unico ed esemplare, qualcosa di cui essere orgogliosi, qualcosa che
sta funzionando da decenni, indipendentemente dal colore politico delle
Amministrazioni che si sono succedute, anzi, tutto è cominciato negli anni '90
con la prima Giunta Lanati (Forza Italia) con la Lega Nord in maggioranza.
Caspita ragazzi ! Figuriamoci se ci fossero stati dei veri problemi cosa
avrebbero detto e scritto!
Probabilmente il sogno dei leghisti locali sarebbe quello di avere, anche a Buccinasco, un bel campo
Rom, delle fatiscenti baracche, illegalità, sporcizia e
malattie.
Magari un posto da sgomberare con tanto di telecamere e scontri con la Polizia
(vedi il caso di Opera), con delle belle roulotte in giro per la città e
postulanti bambini sporchi e scalzi davanti alle nostre Parrocchie ...
Risolvere i problemi? I "padani" romanamente se ne fregano! Per ottenere che
cosa? Facile: un pugno di voti in più alle prossime elezioni.
Speriamo e lavoriamo seriamente in modo che i loro sogni non si realizzino mai a
Buccinasco Italia, speriamo che voi elettori sappiate tenerli lontani dai posti
di comando... altrimenti sapete già cosa vi aspetta.
Niente di personale.
Rino Pruiti Consigliere comunale di opposizione (seria)
Buccinasco MI www.rinopruiti.it
I Sinti della famiglia di Radames Gabrielli sono pronti a mettersi in
proprio: gestiranno il bar Righi, grazie a un affitto molto inferiore ai prezzi
di mercato
BOLZANO. Prima il corso per gelatai, approvato nel 2009 dalla giunta
provinciale, costato complessivamente 222 mila euro e finanziato dal Fondo
sociale europeo; poi lo stage, adesso i Sinti della famiglia di Radames
Gabrielli sono pronti a mettersi in proprio: gestiranno il bar Righi, la
struttura che si trova sui prati del Talvera vicino all'omonimo campo da calcio.
Realizzato dalla Provincia e dato in concessione al Comune, il complesso dispone
di bar e ristorante. Di recente la giunta comunale ha deliberato l'affidamento
della gestione del Righi alla cooperativa Aquila. Il tutto all'interno del
progetto di inserimento lavorativo autonomo di cittadini Sinti residenti in
città. Il canone di subconcessione annuale è stato stimato dagli uffici comunali
in 12.300 euro annui, che però sarà dimezzato in base alla scopo sociale della
concessione che andrà avanti fino al 31 ottobre 2012. Il contratto è stato
stipulato con Radames Gabrielli, in qualità di presidente della cooperativa
Aquila. L'iniziativa rientra nell'ambito del progetto finanziato dal Fondo
sociale europeo «Sintengre Avarpen - il lavoro dei Sinti». Alla coop l'obbligo
di versare una cauzione pari alla metà del canone pagato.
Il bar, chiuso da circa un anno, dovrebbe riaprire fra qualche settimana
grazie ad un'iniziativa destinata a far discutere esattamente com'era successo
due anni fa con il corso per gelatai pensato e voluto proprio per la famiglia
Gabrielli.
In precedenza, per circa cinque anni, il bar è stato gestito da Stefano Pizzo
della cooperativa Cs2a: canone d'affitto 1.800 euro al mese contro i 512 chiesti
oggi ai Gabrielli. «Noi - spiega Pizzo - più volte avevamo fatto presente che
1.800 euro al mese erano troppi: il bar è decentrato e proprio per questo il
funzionamento è strettamente legato alle partite di baseball e di calcio. Anche
in estate il giro è limitato, perché per la sua collocazione risente molto del
vento che spira dalla Val Sarentina. Vedo però che ora ai Sinti il Comune
concede un prezzo speciale: è chiaro che dovendo pagare un canone che è meno di
un terzo del nostro la musica cambia».
Prevedendo le critiche, in Comune difendono l'iniziativa: «È sbagliato - dice
l'assessore alle politiche sociali Mauro Randi - fermarsi all'aspetto economico.
Questa è una grossa sfida per i Sinti: dovranno mettersi in gioco e dimostrare
di sapersela cavare da soli. E comunque, se è vero che si rinuncia ad incassare
un canone più elevato, è altrettanto vero che si risparmierà sui sussidi
economici concessi ai meno abbienti. È un investimento che si fa pensando al
futuro: queste persone devono imparare a diventare autosufficienti. Verseranno i
contributi e un domani avranno una pensione». Anche l'assessore Patrizia
Trincanato, che ha sempre seguito i problemi dei nomadi, è fermamente convinta
della bontà dell'iniziativa: «Tutti si lamentano del fatto che i Sinti non
lavorano, questa è l'occasione per dimostrare il contrario».
1931 Inizio dei disordini contro le due "razze straniere non-europee" in Germania
(Ebrei e "zingari") da parte dell'Ufficio Informazioni NS (NS-Auskunftei)
dell'"SD del Reichsführer-SS" a Monaco.
1933 Richiesta da parte dell'"Ufficio Razza e Insediamento" (Rasse- und
Siedlungsamt) delle SS a Berlino per la sterilizzazione degli "zingari e
mezzi zingari".
Dal 1934 Ci sono tentativi da parte delle agenzie per escludere Sinti
e Rom dalle organizzazioni professionali.
15 settembre 1935 Promulgazione delle "Leggi Razziali di Norimberga" (Nürnberger Rassegesetze).
Frick, ministro degli interni del Reich dice il 3 gennaio 1936: "Di regola, le
razze indipendenti in Europa includono, a parte gli Ebrei, solo gli zingari".
Vengono interdetti i matrimoni misti tra Sinti e non-Sinti.
Novembre 1936 Istituzione dell'"Unità di Ricerca sull'Igiene Razziale" (Rassehygieneinstitut)
sotto la guida del dr. Robert Ritter al ministero degli interni del Reich.
Dal 1936 Sinti e Rom sono deportati nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald,
Mauthausen e Ravensbrück.
Agosto 1938 Il dr. Adolf Würth, "ricercatore sulla razza" per Himmler, dice "Per noi la
questione zingara è primariamente una questione di razza. Proprio come lo stato
nazionalsocialista ha risolto la questione ebraica, così dovrò sistemare pure la
questione zingara".
1 ottobre 1938 Assorbimento del nazionalsocialista "dipartimento di polizia zingara" a
Monaco da parte del Dipartimento di Polizia Criminale del Reich (dal 27
settembre 1939: V Dipartimento dell'Ufficio Principale di Sicurezza del Reich, o
RSHA /Reichssicherheits hauptamt/) sotto il comando dell'SS-Oberführer Arthur
Nebe, ora superiore anche a Ritter. La deportazione di Ebrei e "zingari" è
attuata da Adolf Eichmann nella Sezione IV B4. La Gestapo requisisce le
proprietà di Sinti e Rom, rubate loro con la deportazione.
8 dicembre 1938 "Decreto base" di Himmler allo scopo di avviare a soluzione la questione
zingara riguardo l'esistenza della razza". Lo RSHA "accerta"
l'affiliazione "zingara" sulla base dei "rapporti sulla razza" di Ritter.
Dal marzo 1939 Nel "Vecchio Reich" vengono emessi ordini per la marcatura speciale di Sinti
e Rom e vengono istituite "carte d'identità razziali". Nel "Governatorato
Generale vengono forniti passaporti gialli per Ebrei e "zingari" con una "J" o
una "Z" nera.
21 settembre 1939 Conferenza dei capi dipartimento dei polizia della sicurezza e dei capi
degli Einsatzgruppen, o gruppi di azione speciale, sotto la presidenza di Heydrich,
sulla preparazione della deportazione dei "rimanenti 30.000 zingari" dal
territorio del Reich verso la Polonia.
13 ottobre 1939 L'SS-Hauptsturmführer Braune informa Eichmann che l'SS-Oberführer Nebe vuole
sapere "dove mandare gli zingari di Berlino".
16 ottobre 1939 Lo "SD Danube" informal'SS-Oberführer Nebe che "tre o quattro vagoni per
zingari possono essere aggiunti al primo trasporto ebraico" che lascerà Vienna
il 20 ottobre 1939. "I trasporti lasciano regolarmente Vienna, Mahr-Ostrau e
Katowice".
17 ottobre 1939 "Decreto Confinamento" (Festschreibungserlaß) di
Himmler. I 21 "uffici zingari" di
Königsberg, Praga, Vienna e Monaco per Amburgo, sotto l'Ufficio Principale
Sicurezza del Reich, devono erigere campi assembleari simili a quelli di
concentramento in preparazione per il trasporto ai campi di sterminio.
30 gennaio 1940 Heydrich tiene una conferenza con i capi delle SS sulla deportazione di
"tutti gli Ebrei nel nuovo Ostgaue e 30.000 zingari dai territori del Reich e
dall'Ostmark come l'ultimo movimento di massa nel Governatorato Generale".
27 aprile 1940 Ordini di
Himmler per le prime deportazioni di intere famiglie. A maggio i treni della
deportazione con 2.800 Sinti e Rom tedeschi nel "Governatorato Generale" partono
da Amburgo, Colonia e Hohenasperg vicino a Stoccarda.
1940 Nel campo di concentramento di Lackenbach a sud di Vienna, i corpi di Sinti
e Rom assassinati vengono sepolti in fosse comuni nel cimitero ebraico, gli
altri verranno deportati attraverso il ghetto di Lodz nel campo di
concentramento di Kulmnhof nel 1941.
Dal maggio 1941 Nella Serbia occupata si devono indossare bracciali
gialli identificativi con la parola "zingaro". Nei ghetti e nei campi di
concentramento della Polonia occupata, Sinti e Rom devono indossare bracciali
con la lettera "Z".
7 agosto1941 Un ordine di Himmler dichiara che il "Dipartimento di Polizia Criminale del
Reich userà i rapporti di razza per decidere" su ulteriori deportazioni di Rom e
Sinti tedeschi nei campi concentramento. L'"Unità di Ricerca sull'Igiene
Razziale" produrrà circa 24.000 "rapporti" entro la fine del 1944.
Dall'estate 1941 Sinti e Rom sono sistematicamente colpiti nelle zone orientali dai
cosiddetti
Einsatzgruppen come pure da unità della Wehrmacht e della Ordnungspolizei. Otto Ohlendorf
, capo dell'SS Einsatzgruppe dichiarerà al processo di Norimberga: "Non c'era
nessuna differenza tra zingari ed Ebrei, lo stesso ordine si applicava ad
entrambi".
10 ottobre 1941 Conferenza sulla "soluzione della questione ebraica" e sugli "zingari da
evacuare" nel Protettorato di Boemia e Moravia, tra i capi delle SS
Heydrich, Frank, Eichmann e Günther.
Gennaio 1942 5000 Sinti e Roma dal ghetto di Lodz sono assassinati nelle camere a gas del
campo di sterminio di Kulmhof. Tutte le famiglie sinte e rom della Prussia
orientale, la maggior parte contadini con aziende agricole e bestiami propri,
sono deportati nel campo di concentramento di Bialystok e da lì nel 1943 ad
Auschwitz.
7 luglio 1942 Il Reichskommissar per l'Ostland sugli "zingari": "Intendo che siano
trattati alla stregua degli Ebrei".
29 agosto 1942 Elogio per l'amministrazione militare tedesca in Serbia: là, con l'aiuto
delle camere a gas, "le questioni ebrea e zingara sono state risolte".
14 settembre 1942 Thierack, ministro della giustizia del
Reich, verbalizza in una discussione con Goebbels: "Riguardo allo sterminio
della vita asociale, il dr. Goebbels è dell'opinione che Ebrei e zingari siano
semplicemente da sterminare. L'idea dell'annientamento attraverso il lavoro è la
migliore". Il 18 settembre 1942 Thierack discute con Himmler, Streckenbach e
altri capi SS l'attuazione dei programmi nelle iniziative delle SS, delle
fabbriche d'ami tedesche e dei campi di concentramento.
2 dicembre1942 Lettera segreta dal capo della cancelleria del partito, Martin Bormann, dal
"quartiere generale del Führer" ad Himmler nell'Ufficio Principale di Sicurezza
del Reich, che asserisce che "il Führer non approverebbe" che "zingari"
individuali fossero esclusi dalle "attuali misure" di sterminio per "ricerche
sui costumi tedeschi".
16 dicembre 1942 "Decreto di Auschwitz" di Himmler per la deportazione di 22.000 Sinti e Rom
europei, inclusi gli ultimi 10.000 dai territori del Reich, nella sezione del
campo di concentramento di
Auschwitz-Birkenau denominato "campo zingaro".
Maggio 1943 Il dr. Josef Mengele diventa SS dottore del campo di Auschwitz. La sua prima
azione è di mandare gassati diverse centinaia di Sinti e Rom. Continua le sue
"ricerche sui gemelli", sostenuto dall'Associazione Ricerca Tedesca (Deutsche
Forschungsgemeinschaft) e dall'Istituto Kaiser Wilhelm, attraverso l'uccisione
di bambini ebrei e sinti. Anche in altri campi di concentramento, Sinti e Rom
sono vittime di agghiaccianti esperimenti medici.
16 maggio1944 Il tentativo del comandante del campo di concentramento di mandare i
rimanenti 6.000 Sinti e Rom del "campo zingari" nelle camere a gas, fallisce di
fronte alla resistenza degli uomini, armati di vanghe, bastoni epietre.
2 agosto 1944 Dissoluzione del "campo zingaro" di Auschwitz-Birkenau. Dei 6.000 Sinti e
Rom superstiti a luglio 1944, 3.000 sono deportati in altri campi di
concentramento, gli altri 3.000 vengono uccisi nella notte tra il 2 e il 3
agosto.
Maggio 1945
Il numero di Rom e Sinti uccisi nei campi di concentramento e dagli SS Einsatzgruppen
alla fine della guerra è stimato in mezzo milione. Dei 40.000 Sinti e Rom
tedeschi ed austriaci registrati dai nazisti, oltre 25.000 vennero assassinati.
Di Fabrizio (del 05/01/2011 @ 09:23:52, in Italia, visitato 2045 volte)
Sui recenti eventi a Sesto Fiorentino (leggi
QUI e
QUI) segnalo questa lettera di Franco Marchi
Egregio sindaco Gianassi,
Ho letto con piacere la missiva inviata a don Alessandro Santoro (leggi
QUI
ndr).
Le avevo scritto un altro messaggio, e penso che ne abbia ricevuti molti e che
non possa rispondere a tutti, considero quanto scrive a don Alessandro come
una risposta a me e ad altri che le hanno scritto. Ed altri leggeranno la mia
missiva a Lei per semplificare le comunicazioni, cosa che so che è cosa alla
quale Lei tiene per come vedo che ha organizzato e razionalizzato la stessa.
Come le scrivevo ho letto la sua breve biografia sul sito del comune e non le
nascondo che mi piace. E proprio per questo, in questa missiva che leggerà la
sua segreteria sarò franco e spero conciso.
Trovo una sorta di affanno nel leggerla. Un affanno che forse nasce dal fatto
che dal 1990 i trasferimenti agli enti locali territoriali sono in continuo calo
e per un amministratore che desidera amministrare in forma corretta è fonte sia
di ansia sia di limiti che a volte possono costringere a delle scelte nel
destinare le risorse.
A Quaracchi non può e non deve vivere nessuno, sottoscrivo questa sua
affermazione, ma lo sgombero senza alternative porta a conseguenze gravi ed
immediate in chi ci abita e che ritiene che essa sia la miglior soluzione
possibile. Come Lei sa nella piccola comunità vivono anche bambini, anziani e
malati che hanno diritti in quanto persone, riconosciuti da leggi europee ed
italiane. Ho letto su un foglio elettronico locale interventi di suoi elettori
che descrivono la piccola comunità come "difficile", ma fatta di persone che
hanno diritti. Condivido quanto hanno scritto, e Le ricordo che le soluzioni e
le risorse non devono essere solo del suo comune, ma, il problema deve essere
affrontato con il grande comune sul confine, Firenze, e altri soggetti pubblici
e gruppi di volontariato. Si lamenta che Sesto è stato lasciato solo ad
affrontare gravi problemi, ma adesso che Quaracchi è esploso come problema,
penso che possa avere la forza di risolvere l'emergenza attraverso la sua lunga
esperienza e i valori che l'hanno portato in politica. Non diventi un nuovo De
Corato toscano, ma segua la tradizione della sua terra che fra le molte cose fu
il primo stato, come Granducato, che abolì la pena di morte e che fu con un suo
conterraneo, Filippo Mazzei, l'ispiratore della parte più bella della
costituzione statunitense, ovvero il diritto alla felicità.
Come scrivevo prima non è la crisi economica che taglia le gambe agli enti
locali ma la scelta di ridurre i trasferimenti dal 1990 da parte di tutti i
governi che si sono susseguiti. Lei scrive:
"Non si tratta di cinismo, ma di responsabilità. Cinici sono tutti quanti
ritengono si debba fare tutto per tutti." e anche "A loro, come a tutti i
cittadini di Sesto devo il mio impegno prioritario, senza distinzione né di
razza né di etnia."
Mi permetta di contraddirla su due punti. Gli stranieri come gli italiani sono
cittadini di Sesto, pagano tasse e gli stranieri comunitari possono votare e
venire eletti. La comunità non deve essere divisa fra gli uni e gli altri. Lei
oltre che persone amministra un territorio con le sue caratteristiche e i suoi
problemi.
Scrive anche: "Purtroppo io non ho soluzioni". Credo che convenga con me che le
soluzioni vadano cercate, e a volte con difficoltà, senza accettare una
soluzione, quella di adesso, che peggiora e di molto le condizioni di un gruppo
di persone. Riunisca intorno ad un tavolo amministratori, con le loro
frustrazioni per non poter dare alcune risposte, e associazioni con i loro
sogni. È probabile che ci si possa avvicinare alla miglior soluzione possibile,
e chi non verrà a quel tavolo convocato da Lei se ne assume le responsabilità.
Porti ad un livello collettivo quello che sente come sua responsabilità il dover
scegliere fra creare o tagliare.
Concludo dicendo che mi ha fatto sorridere quando ha scritto: "Capisco anche
come sia più facile e di maggior colore, e certo di maggior risonanza, attaccare
un Sindaco radicato nei valori della sinistra piuttosto che i rappresentanti del
Governo, ma io mi assumo, e per intero, soltanto le responsabilità che ho..."
I comportamenti più discriminanti sono fatti da amministratori del centrodestra,
una minoranza del centrosinistra, però, non è da meno. A Padova un paio di anni
fa alcuni consiglieri del PD, uno comunale ed altri circoscrizionali,
organizzarono una raccolta di firme contro i rom, in poche ore smisero dopo
l'intervento del sindaco Zanonato. Non abbia timori, non è più facile attaccare
un sindaco di sinistra, per me è sicuramente più difficile perché penso ai tanti
che si assumono oneri nel rapporto con alcuni cittadini che pochi, anche nel
centrodestra fanno.
La prego pertanto a non credere che non vi siano soluzioni.
TRENTO - La Consulta provinciale per la promozione dell'integrazione dei
gruppi sinti e rom è stata costituita dalla Giunta del Trentino nell'ultima
seduta del 2010, su proposta dell'assessore Ugo Rossi, sulla base della
legge provinciale del 2009 in materia di "Misure per favorire l'integrazione dei
gruppi sinti e rom residenti in provincia di Trento". Rimarrà in carica per la
durata dell'attuale legislatura. La Consulta è composta dall'assessore
provinciale alla salute e alle politiche sociali, o da un suo delegato, che ha
funzioni di presidente. Vi fanno inoltre parte Claudio Civettini e Piergiorgio
Reggio, in rappresentanza del Consiglio della Provincia autonoma di Trento,
Fabrizio Gerola, in rappresentanza del Comune di Rovereto, Violetta Plotegher,
in rappresentanza del Comune di Trento e del Consiglio delle autonomie locali,
Attilio Caldera, in rappresentanza del Consiglio delle autonomie locali, e una
serie di rappresentanti di cooperative, associazioni e servizi pubblici. La
funzione di segretario della Consulta viene affidata al servizio Politiche
sociali e abitative della Provincia autonoma di Trento.
Sono Vadim Toropov, ricercatore dalla Russia (città di Ivanovo) sui Rom di Crimea (...).
Voglio offrirvi il mio nuovo libro "Lingua e folklore dei Rom di Crimea".
Il libro si concentra sulla lingua e folklore dei Rom di Crimea - una piccola
comunità etnica che ora vive dispersa sulle rive del Mar Nero. Nei secoli
passati, i Rom di Crimea hanno sperimentato le deportazioni forzate ed altre
disgrazie che li hanno portati quasi all'estinzione. La loro lingua e il loro
folklore non sono mai stati studiati, e praticamente sono stati banditi nel
nostro paese durante il periodo comunista. Negli anni '80 dovetti condurre le
mie ricerche sul campo quasi invisibilmente. Conquistai la piena confidenza di
alcune famiglie rom di Crimea e così condivisi alcuni pezzi del loro folklore.
Come risultato, ho compilato una raccolta di oltre 30 testi nella loro
lingua, incluso racconti e pezzi di storia orale. Nel libro ogni testo è
accompagnato da traduzione in inglese, note e commenti. Sono anche inclusi
chiarimenti sulla genesi e sull'attuale parlata dei Rom di Crimea.
In totale nel libro ci sono 340 pagine formato A5 (più otto illustrazioni),
rilegate in copertina rigida. E' stato edito nel 2010 dall'Università di Stato
di Ivanovo. La pubblicazione è stata sponsorizzata dalla Next Page Foundation -
un ramo dell'Open Society Institute di Budapest. Il libro ha ricevuto
incoraggianti recensioni dall'importante studioso dei Rom Lev Cherenkov -
dell'Istituto sul Patrimonio Naturale e Culturale dell'Accademia Russa delle
Scienze.
Potete ordinarne quante copie volete al costo di $40.00 al pezzo. Prezzo che
include tasse postali e copre tutte le altre spese. Il pagamento deve essere
trasferito sul seguente conto bancario:
No 42307.840.5.1700.3250113
in SAVINGS BANK OF THE RUSSIAN FEDERATION (SEVERNY OFFICE) YAROSLAVL, BRANCH
8639/015, IVANOVO, RUSSIAN FEDERATION.
Aspetto le vostre lettere e proposte.
Augurandovi Buone Feste e Buon Anno Nuovo!
Che la vostra casa sia piena di prosperità, e voi - di salute e gioia!!!
Di Fabrizio (del 02/01/2011 @ 09:13:50, in Italia, visitato 1798 volte)
COMUNICATO STAMPA Firenze, 1 gennaio 2011
ROM, SESTO FIORENTINO: INCENDIO DOLOSO DISTRUGGE CAPANNONE. EVERYONE E OPERA
NOMADI CHIEDONO ALLA PROCURA DI INDAGARE PER TENTATA STRAGE
Opera Nomadi e il Gruppo EveryOne chiedono alla Procura di Firenze di aprire un
fascicolo e accertare le dinamiche e le testimonianze relative all'incendio
sviluppatosi ieri sera, 31 dicembre 2010, a Sesto Fiorentino, in via del Ponte
di Quaracchi n°72, e, nell'eventualità in cui la stessa ravvisi reati, di
procedere contro ignoti per i reati di incendio doloso e tentata strage ai danni
della locale comunità Rom.
Il capannone oggetto dell'incendio della notte di San Silvestro era
utilizzato come rifugio da una comunità Rom romena formata da 100 persone, fra
cui bambini, donne e portatori di patologie e disabilità anche gravi, più volte
sgomberata dalle autorità locali e già oggetto di episodi di discriminazione.
"Le fiamme si sono sviluppate con violenza e rapidità tra le 21 e le 22. Non ci
sono state vittime solo grazie al fatto che gli occupanti della struttura erano
ancora svegli. Quando le fiamme hanno avvolto il capannone," spiegano Roberto
Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti di EveryOne, e Marcello
Zuinisi di Opera Nomadi Toscana, "metà degli occupanti si sono dati alla fuga in
preda al panico, ritenendo l'origine del rogo come un'aggressione. Polizia
locale e vigili del fuoco sono sopraggiunti in breve tempo e questi ultimi hanno
domato le fiamme".
Questa mattina la natura dolosa del rogo è stata ipotizzata con forte
probabilità, anche grazie alla testimonianza di una donna, già raccolta da Opera
Nomadi Firenze e dalle forze dell'ordine locali. La donna avrebbe notato alcuni
malintenzionati appiccare fuoco al capannone. Lo scorso anno la stessa comunità
subì l'aggressione da parte di un piromane che diede fuoco a una baracca, ma la
famiglia vittima dell'episodio non fu creduta, nonostante le contro-indagini del
Gruppo EveryOne rivelassero la buona fede e l'attendibilità dei testimoni.
"Si ricorda che la comunità Rom di Sesto Fiorentino è stata oggetto
recentemente di uno sgombero, operazione che le autorità comunali hanno definito
'di bonifica', negando la presenza di Rom nelle baracche distrutte," continuano
gli attivisti, "mentre le famiglie oggetto del provvedimento si sono trovate in
una condizione di precarietà gravissima, esposte al rischio di attacchi da parte
di intolleranti e alla durezza del gelo invernale, della fame, del peggioramento
delle patologie di cui soffrono molti componenti. Un gruppo di 16 Rom, con
bambini febbricitanti e portatori di patologie importanti è stato costretto a
peregrinare due notti consecutive per Firenze in cerca di un rifugio, ottenendo
tuttavia solo rifiuti, anche da parte di strutture socio-sanitarie pubbliche,
tanto che le stesse ONG Opera Nomadi ed EveryOne provvedevano a proprie spese a
sistemarli in albergo.
"Dal Comune di Sesto Fiorentino" spiegano ancora EveryOne e Opera Nomadi,
"continuano a ribadire di non avere alcun dovere di assistenza nei confronti
delle famiglie Rom romene rifugiatesi nel territorio di competenza, affermando
che si tratta di cittadini stranieri senza mezzi di sostentamento e dunque senza
diritti di permanenza o di assistenza sociale. In realtà le famiglie Rom
costrette a lasciare la Romania per condizioni di indigenza e abbandono sono
protette sia dalle leggi italiane che da quelle comunitarie, a partire dal
diritto all'abitare (sancito dall'articolo 34 dellaCarta dei diritti
fondamentali dell'Unione Europea), del diritto all'istruzione dei minori
(articolo 14), del diritto del bambino alla protezione e alle cure necessarie
per il suo benessere (articolo 24), del diritto alla salute (articolo 35), che
non è esclusiva del cittadino italiano. Le affermazioni rese contro i Rom di
Sesto Fiorentino, inoltre," denunciano le due ONG, "violano il divieto di
discriminazione etnica e razziale, sancito dall'art. 21 della succitata Carta ,
dall'articolo 19 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE),
nonché la Direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che condannano
la mancata adozione di "interventi idonei a ripristinare i livelli minimi delle
prestazioni sociali e sanitarie".
"Oltre alla necessità impellente che la comunità Rom venga protetta e non
combattuta dalle forze dell'ordine né dai servizi sociali, che sono chiamati
istituzionalmente proprio a combattere la povertà e l'esclusione, non a vessare
i poveri e gli esclusi, per risolvere, in futuro, questa delicata emergenza
umanitaria, abbiamo formulato" concludono Malini, Pegoraro, Picciau e Zuinisi,
"un progetto che è sostenuto dalla Croce Rossa e può ottenere nell'immediato un
finanziamento europeo per la creazione di una struttura di accoglienza per
famiglie senza fissa dimora in stato di emergenza e per la pianificazione di un
progetto di integrazione - sempre finanziato con fondi Ue - che prevede la
creazione di un'impresa professionale adibita a lavori pubblici e privati,
giardinaggio, manutenzione spazi verdi con annesse abitazioni che
consentirebbero alla comunità Rom, che è molto unita, di non separarsi, mettendo
a frutto le proprie capacità professionali, provvedendo alla cura dei malati e
dei portatori di disabilità e alla scolarizzazione dei minori".
Alla cortese attenzione de
Prefetto della città di Firenze
Dott. Paolo Padoin
Sindaco del comune di Firenze
Dott. Matteo Renzi
Sindaco del comune di Sesto Fiorentino
Dott. Gianni Gianassi
Assessorato al welfare e politiche per la casa
Giunta Regionale Toscana
Assessore Dott. Salvatore Allocca
Assessorato al diritto alla salute
Giunta Regionale Toscana
Assessore Dott.ssa Daniela Scaramuccia
Oggetto: lettera aperta alle Istituzioni dell'area fiorentina in merito alle
minacce di sgombero e ai fatti accaduti all'insediamento Rom di Quaracchi -
Sesto Fiorentino
Medici per i Diritti Umani (MEDU) Onlus, associazione di solidarietà
internazionale che si pone come obiettivo la tutela dei diritti umani e del
diritto alla salute in particolare, è presente a Firenze dove porta avanti il
progetto 'Un camper per i diritti', unità mobile di assistenza
psico-socio-sanitaria per i senza fissa dimora presenti sul territorio.
Negli ultimi 5 anni MEDU ha prestato la propria assistenza, tra le altre,
anche alle comunità Rom preseti sul territorio del comune di Sesto Fiorentino,
in particolare negli insediamenti dell'ex-Osmatex in via Lucchese (sgomberato
nel gennaio 2010) e di Quaracchi.
E' in merito alla situazione della comunità Rom di Quaracchi, dello sgombero
annunciato per il giorno 3 gennaio 2011, della demolizione di una delle baracche
del campo già avvenuta in data 29 dicembre 2010 e dell'incendio divampato nella
notte del 31 dicembre 2010 distruggendo uno dei 2 capannoni abitati dalla
comunità Rom che Vi scriviamo questa lettera per sottolineare quanto segue.
Alla vigilia del capodanno 2011 sono presenti nel campo circa 80 persone
divise in nuclei familiari; sono presenti 7 minori (quelli con più di 6 anni di
età sono già scolarizzati) e 2 neonati, alcuni dei quali sono seguiti dalle
strutture ospedaliere e del territorio per motivi di salute. Sono altresì
presenti alcuni pazienti tra i 60 e i 70 anni (circa 10) con patologie croniche
che necessitano di terapie farmacologiche continuative.
Fermo restando che le condizioni abitative e igienico-sanitarie in cui la
comunità attualmente vive non sono accettabili, MEDU sottolinea che togliere
questa comunità alla propria dimora abituale senza provvedere a una sistemazione
alternativa rappresenta una grave lesione dei diritti fondamentali degli
abitanti e un grave rischio per la salute della comunità stessa. Per quanto
precarie, le dimore abituali della comunità rappresentano un minimo riparo alle
intemperie dell'inverno e la permanenza della comunità nel campo di Quaracchi è
auspicabile proprio a tutela della salute della comunità stessa fin quando non
venga identificata una sistemazione alternativa.
MEDU si augura che l'allarme risulti infondato e che la minaccia di sgombero
possa rientrare tra le minacce che periodicamente vengono lanciate allo scopo di
intimorire la comunità Rom e spingerla a un allontanamento. Le operazioni di
sgombero forzato, secondo quanto disposto dal diritto internazionale e dalla
normativa nazionale, devono essere preventivamente discusse con la comunità
destinataria, devono prevedere soluzioni alternative a breve e lungo termine e
devono avvenire con modalità che garantiscano il rispetto dei diritti umani
fondamentali quali il diritto alla salute e il diritto alla protezione dei
minori. La garanzia di tali diritti non può essere lasciata alla discrezionalità
delle Istituzioni che anzi la devono rappresentare e che non può essere in alcun
modo subordinata all'interesse privato.
Inoltre, il grave incendio divampato nella notte del 31 dicembre 2010 aggrava
in maniera preoccupante la condizione della comunità Rom di Quaracchi, una parte
della quale ha visto interamente distrutte le proprie dimore e i propri effetti
personali (documentazione sanitaria e farmaci di automedicazione compresi). Tale
incendio, a causa del contesto e del frangente temporale in cui è occorso,
suscita inevitabilmente forti dubbi e perplessità che potranno essere fugati
soltanto con l'avvio di una indagine effettiva al riguardo.
Rilevando con preoccupazione che si stanno purtroppo ripetendo gli effetti
seguenti lo sgombero dell'area ex-Osmatex di via Lucchese del gennaio 2010,
quando la comunità fu dispersa per strada senza alcuna sistemazione alternativa,
MEDU chiede l'apertura di un tavolo di emergenza che veda coinvolti soggetti
istituzionali e del privato sociale.
MEDU si appella a Voi per chiedere una proroga delle procedure di sgombero
utile alla ricerca di soluzioni alternative immediate, un intervento urgente per
soccorrere le famiglie scampate all'incendio del 31 dicembre 2010, un'accurata
indagine al fine di stabilire le reali cause dell'incendio del 31 dicembre e una
Vostra rinnovata attenzione all'emergenza abitativa della comunità Rom di
Quaracchi.
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28/12/2010 - Il monumento ai Sinti e Rom uccisi nell'Olocausto è da anni
in nuce a Berlino. Ma i battibecchi hanno accompagnato il progetto per tutto
questo tempo. Adesso, con la costruzione in corso, nuove discussioni minacciano
di far deragliare il memoriale.
Il 6 dicembre di solito in Europa è un giorno dedicato ai regali. Ma
quest'anno a San Nicola, Bernd Neumann, commissario per gli affari culturali e i
media alla Cancelleria tedesca, ha ricevuto per posta una brutta sorpresa.
Era una lettera da Israele, piena di espressioni indignate, come "vergogna",
"credibilità" e "separazione effettiva".
La nota di protesta era spedita a Neumann, 68 anni, in quanto custode dei
monumenti e memoriali della nazione. Quando viene costruito un memoriale per le
vittime della dittatura nazista, Neumann, membro dei Cristiano Democratici, è il
responsabile della costruzione. E' un lavoro che richiede sensibilità, perché
affronta il collocamento delle vittime nella storia e lo status odierno delle
loro organizzazioni. L'erezione di un nuovo monumento è quasi sempre
accompagnata da aspre battaglie ad alto livello emotivo, che a volte durano sino
al giorno della cerimonia d'inaugurazione.
L'attuale controversia ruota attorno ad un memoriale per i circa 500.000
Sinti e Rom uccisi dalla Germania nazista durante la II guerra mondiale. Il
monumento è in costruzione proprio di fronte al Reichstag, la sede del
parlamento a Berlino, ma l'artista israeliano Dani Karavan, 80 anni, ed il
committente sono stati in disaccordo per mesi. Inizialmente la controversia
riguardava questioni banali come i materiali da costruzione e le spese. Ma ora
ha una natura più fondamentale. L'artista è preoccupato per la "santità" del suo
lavoro e sta minacciando di tirarsi fuori. Il progetto è in pericolo.
Una piccola piscina d'acqua
E' stata un'impresa complicata sin dall'inizio. Nel 1992, il governo tedesco
promise ai Sinti e ai Rom un memoriale tutto loro, perché il memoriale per
l'Olocausto nel cuore di Berlino era per commemorare lo sterminio degli Ebrei.
Agli altri gruppi di vittime vennero promesso i loro memoriali.
Partner del governo nella costruzione del monumento è il Consiglio Centrale
dei Rom e Sinti Tedeschi, ed il presidente del gruppo, Romani Rose, è stato il
responsabile della chiamata di Karavan, un artista testardo ma rispettato. Il
suo progetto per il memoriale - una piccola piscina d'acqua di 12 m. di diametro
con in mezzo una stele sporgente - venne accettato senza nessuna gara. Ma quasi
da subito, Sinti, Rom, gli storici e il governo si fecero coinvolgere in
un'accesa discussione sulla formulazione dell'iscrizione in onore delle vittime.
Così nel 2009, mentre la camera alta legislativa, il Bundesrat, stava
commemorando la persecuzione dei Rom e dei Sinti, la polizia venne chiamata
perché nelle toilette dello stesso Bundesrat avvenivano scontri trai diversi
gruppi di vittime.
Ora, però, la costruzione è finalmente in corso. Il governo federale ha
stanziato 2 milioni di euro per il progetto - più che sufficienti, si potrebbe
pensare, per il progetto di fontana che è relativamente semplice.
Ragionamento però, che si è dimostrato non corretto. L'influente avvocato
Peter Raue, appassionato d'arte, ha assunto il caso Karavan. "Quanta deviazione
dalla perfezione deve sopportare l'artista?" si chiede Raue, accusando le
autorità berlinesi di essere "burocratiche e sospettose". Non è questo il modo
di creare opere d'arte, aggiunge in una lettera alle autorità cittadine.
"Irregolarità inaccettabili"
Non un singolo dettaglio è stato trascurato nella disputa. "Può essere
garantito" che l'acciaio usato nella costruzione sia davvero antiruggine?
L'acqua nella piscina sembrerà così scura come vuole l'artista? E chi
supervisionerà la compagnia incaricata di costruire il monumento?
L'avvocato Raue lamenta che la città si è impegnata nella "segretezza" perché
gli incaricati cittadini hanno avuto l'audacia di visitare il cantiere senza
Karavan o un suo rappresentante presenti. Ci sono state polemiche sui cordoli di
saldatura, terminati prima della consegna di altri segmenti e quindi a rischio
di arrugginirsi. Karavan una volta si è lamentato di "irregolarità
inaccettabili" ed è stato sul punto di far interrompere la costruzione da un
tribunale.
In una serie di lettere tossiche, entrambe le parti si accusano a vicenda per
i ritardi. I desideri speciali di Karavan, dicono i funzionari cittadini, hanno
ritardato il progetto di due anni - "almeno". Raue, dal canto suo, accusa i
burocrati di essere "maleducati e distruttivi" e non esclude il "collasso del
progetto", aggiungendo: "L'artista ritirerà il suo nome se il lavoro non seguirà
le sue specifiche".
Ormai, i funzionari della Cancelleria sono stanchi di tutta la vicenda.
Sospettano anche che ci sia qualcos'altro dietro le "costanti richieste
dell'artista di modifiche", vale a dire semplicemente un modo di chiedere un
compenso più alto e maggiori oneri alla fine. Era stato concordato con Karavan
un rimborso forfettario delle spese di viaggio, e l'israeliano avrebbe dovuto
volare 10 volte in Germania per incontri e visite in loco. Ma poi ha sostenuto
costi più elevati per i biglietti individuali a Berlino o, in un caso, una
visita alla Filarmonica compresa di pasto per i suoi ospiti. "Assolutamente non
rimborsabile"l hanno concluso i funzionari.
Aspettando un disgelo
Ma esattamente, come si fa a raggiungere la capitale tedesca spendendo poco?
Volando con El Al o con Lufthansa? E all'anziano artista è permesso volare in Business
Class? L'avvocato Raue e l'amministrazione di Berlino si sono scambiati dure
note scritte, inizialmente su punti di saldatura e rapporti di prova, ed ora
sulle offerte aeree più economiche. Il suo cliente non ha mai presentato una
nota spese meno che accurata. Dati che tutto sta prendendo così tanto tempo,
dice Raue, ora è determinato ad ottenere una tariffa più alta per l'artista
israeliano.
Il commissario alla cultura Neumann sta facendo del suo meglio per smorzare i
toni, tentando tatticamente di placare tutte le parti. Vuol vedere il lavoro
completato, "d'accordo con l'artista, se possibile", sottolinea. Neumann si vede
chiamato a fungere da arbitro.
La data prevista per la cerimonia d'inaugurazione, il 28 ottobre, è già
passata, e non senza dispute su una nuova data. Ora le parti indicano
timidamente il prossimo maggio. Rimane da vedere se ciò accadrà.
Per ora il clima invernale ha portato un'interruzione alla costruzione.
Entrambe le parti aspettano un disgelo.
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