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La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Sucar Drom (del 20/12/2012 @ 09:07:28, in Italia, visitato 1141 volte)
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Di Fabrizio (del 21/12/2012 @ 09:06:55, in sport, visitato 1452 volte)

Da Roma_und_Sinti

taz.de IN BICICLETTA NELLO SLUM DEI ROM Pornopovertà illuminata?
I Rom della Slovacchia orientale erano chiaramente sopraffatti dall'invasione ciclistica. Perché, nonostante tutto, l'incontro di un giro ciclo-politico può dirsi riuscito. Von PAUL HOCKENOS

Lunik IX: il complesso residenziale alla periferia di Kosice è stato costruito tra gli anni '60 e '70. Immagine: imago/ecomedia/Robert Fishman

"Turisti tedeschi verranno in bici a visitare le baraccopoli dei Rom" mi diceva al telefono la mia amica Juliana da Kosice. "Questa è la goccia che fa traboccare il vaso!" mi sono alterato. Mi aspettavo le loro critiche, ma non così in fretta. "Però, sono un giornalista," ho ribattuto, "e ci scriverò sopra. Questa è la differenza fondamentale - o no?"

Dietro il viaggio di una settimana a tema "Tra letargia e abbandono, rassegnazione ed auto-organizzazione: un viaggio politico in bicicletta nella patria dei Rom nella Slovacchia orientale" c'è l'organizzazione berlinese "Politische Radreisen".

La spedizione faceva parte del "turismo politico" sempre di moda. Viaggi istruttivi su temi politici spuntano come funghi, in particolare quelli pittati da sinistra. Invece di sorseggiare cocktail a Maiorca o sull'Adriatico, visitiamo baraccopoli in Honduras o le misere capanne dei lavoratori migranti in Malesia.

L'offerta dei taz ai "Viaggi nella civiltà" si è notevolmente allargata negli ultimi anni. Comprende dai viaggi nei luoghi dei massacri di Srebenica/Bosnia-Herzegovina, alla guerra nella dilaniata Gaza sino al Ruanda (La vita dopo il genocidio"), tutti sotto la guida di un taz-corrispondente esperto che risiede in loco.

One-man event

I "Viaggi politici in bici" sono un evento one-man. L'operatore è Thomas Handrich, politologo ed già presidente della Fondazione Heinrich-Böll nell'ex Germania dell'Est. Questo cinquantunenne ha lavorato come consulente per una OnG, il cui scopo era permettere ai giovani Rom di prendere in mano i propri interessi.

Il viaggio di una settimana aq piedi sui Carpazi costò 800 euro a ciascuno dei partecipanti - senza noleggio delle biciclette. 50 euro erano destinati a gruppi locali di giovani rom.

A differenza della mia amica Juliana ho dovuto mettermi in viaggio per iniziare a capire che questa spedizione potesse essere corretta, ma che ciò dipendesse da molti fattori.

Solo alcuni punti critici

La prima domanda era se il nostro viaggio fosse un voyeuristico depravato "Pornopovertà", o avrebbe permesso un incontro reale. Alla fine del viaggio mi sono convinto che la nostra spedizione aveva giustificazione - con alcuni limiti, alcuni punti critici.

Sono state le motivazioni dei partecipanti ad eliminare molti dei miei dubbi. Nell'eterogeneo gruppo c'era un componente della frazione di sinistra del gruppo parlamentare, un docente e ricercatore sull'antiziganismo della Alice-Salomon-Hochschule, una studentessa di sociologia che ha lavorato sul tema dei Rom migranti da Romania e Bulgaria, un pastore la cui chiesa si occupa di rifugiati, tre giornalisti, un berlinese di 17 anni di origine rom e un appassionato di moto, poco interessato ai Rom.

Spiegava uno squatter di Kreuzberg che voleva affrontare i propri pregiudizi nei confronti dei Rom. Aveva trovato lavoro come custode in un campo profughi, dove vivono molti Rom.

Il fattore di disturbo: un grande gruppo

Anche se nessuno nel gruppo era alla ricerca di brividi a buon mercato, la prima visita in un quartiere rom a Kosice si è dimostrata difficile. Con l'organizzatore, i traduttori ed un operatore sociale slovacco eravamo circa 20 persone - troppe.

Siamo giunti nell'angusto ufficio del sindaco o dentro una lodevole OnG con le nostre biciclette ed i caschi in mano, come il proverbiale elefante nel negozio di porcellane.

Asilo nel complesso residenziale Lunik IX. Immagine: imago/ecomedia/Robert Fishman

Una barriera insormontabile

Il muro tra "noi" e "loro" sembrava almeno di due metri di spessore. I Rom delle campagne dell'est erano chiaramente sopraffatti dall'invasione straniera.

Chi era questa gente? E cosa volevano qui? Naturalmente, non si erano mai visti così tanti tedeschi rivestiti di goretex ad invadere la loro scuola professionale o il loro circolo giovanile.

Tuttavia i Rom hanno risposto a molte delle nostre domande, nella maniera più completa.  Certo, abbiamo fotografato molto - finché i Tedeschi sono rimontati sulle loro biciclette verso l'appuntamento successivo in programma.

Ciclisti, beninteso, che non erano soddisfatti delle risposte ricevute. Un interprete slovacco ha espresso chiaramente il disagio per la situazione. A ciò sono seguite discussioni, critiche, autocritiche - molto pazienti, accurate, tutto molto tedesco.

Informazioni mancanti

E' apparso chiaro che a molti partecipanti mancavano informazioni necessarie alla comprensione. La distanza tra noi e i Rom ci metteva a disagio. Sarebbero stati necessari maggior dialogo e sensibilità.

Il resto del viaggio è andato meglio - con poche eccezioni. L'interprete di cui sopra si è rifiutata di tradurre alcune domande che giudicava inappropriate. Come quando uno dei giornalisti aveva chiesto ad un Rom disoccupato come passasse le sue giornate.

Gli stessi Rom non ci sono sembrati infastiditi. Ad una nostra domanda specifica, ci hanno risposto che erano grati perché qualcuno da fuori si interessava sulle loro condizioni.

Ed una sera, ben pieni di birra e salsicce alla griglia, pedalando attraverso un insediamento rom, i bambini ci hanno applaudito come se passasse il Tour de France.

Il gruppo mostra qualcosa di sé

Alcuni ragazzi rom hanno improvvisato uno spettacolo di danza per gli ospiti, le truppe in velocipede si sono vendicate con alcune canzoni. La nostra performance è stata parecchio al di sotto del loro livello - ma avevamo infranto, almeno stavolta, il nostro ruolo passivo e mostrato qualcosa di noi.

Il momento più difficile del viaggio è stata la visita a Lunik IX. La discesa dalla torre posta alla periferia di Kosice verso il quartiere rom, simile a come poteva essere Manchester al tempo del primo capitalismo industriale.

Lunik IX è il più rande ed oscuro slum nell'Europa centrale. 9.000 Rom in condizioni di assoluta povertà vivono in edifici senza finestre. L'elettricità ed il riscaldamento sono stati tagliati da anni.

Rispetto della privacy

A Lunik IX c'erano così tanti giornalisti, che il distretto avrebbe potuto aprire un proprio ufficio turistico, scherzava la mia amica Juliana. O vendere i biglietti.

Per rispetto il nostro gruppo si è mantenuto fuori dagli edifici. Abbiamo invece visitato l'asilo locale e lasciato le le aule con i regali fatti a mano dai bambini. Uno di questi regali adorna ora la porta del mio frigorifero.

Il complesso residenziale è stato concepito per oltre 50.000 persone. Foto: imago/Pius Koller

E' da lodare l'organizzatore del tour, perché non solo ci ha guidato nei punti caldi, come nella tipica due giorni giornalistica nella regione. Abbiamo incontrato Rom di diverse classi sociale e diversi stili di vita.

I nostri partner si sono presi il tempo per spiegarci l'eterogeneità della questione rom. Abbiamo parlato con diverse persone, dagli assistenti sociali ai creativi, i cui punti di vista ci hanno permesso di comprendere meglio la complessa realtà di vita dei Rom.

Quando siamo andati in visita al vice-sindaco di Kosice, sapevamo molto di più rispetto all'inizio del nostro viaggio. Abbastanza, comunque, da fargli diverse domande spiacevoli. Così tante, che uno degli attivisti rom che ci accompagnava durante l'incontro, ha iniziato a difendere il sindaco.

La loro OnG lavora quotidianamente con gli amministratori, che sono stati eletti da poco. Forse il nostro intervento spiritoso avrebbe potuto danneggiarli, senza che lo volessimo [...].

Gruppi più piccoli

Da un progetto pilota - cioè il primo viaggio ciclistico-politico tra i Rom della Slovacchia orientale - certo non ci si aspetta che tutto funzioni. Tutti i partecipanti concordano sul fatto che la prossima spedizione avrà bisogno di un'introduzione migliore - prima di visitare un insediamento rom. E che i gruppi debbano essere più piccoli.

E' stato troppo breve anche l'introduzione del tema delle politiche regionali e politiche negli ultimi anni, intervenute nel bel mezzo del Decennio EU dell'Integrazione dei Rom.

La prossima volta andranno discusse e aggiunte regole sulle fotografie da scattare, sulle domande scomode e sul ruolo dei giornalisti. Questi ultimi, devono aggregarsi come gli altri giornalisti? O per loro vale il codice adottato per gli altri turisti politici?

Da turisti a moltiplicatori

Per me questi viaggi sono un successo. Ogni viaggiatore, tutti i viaggiatori, hanno oggi una visione più chiara del complesso quadro dei Rom e di uno dei problemi più gravi d'Europa, di quanto potrebbero ottenere da uno sguardo sulla globalità dei media.

Quasi tutti hanno appreso qualcosa, che sarà utile al proprio lavoro politico o professionale. Siamo partiti tutti come turisti - e ritornati come moltiplicatori.

Cosa può significare, in generale, per il turismo politico? Dipende da come funziona. E da chi. E perché. In ogni caso, sono necessarie molte discussioni su questi temi.

Traduzione dall'inglese: Rüdiger Rossig

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Di Fabrizio (del 22/12/2012 @ 09:09:10, in Italia, visitato 1289 volte)

Con i migliori auguri da: Gruppo sostegno Forlanini, Consulta Rom e Sinti, Naga, European Roma Rights Centre (ERRC).

Milano, 20.12.2012 - Gentili tutti,

in merito all'insediamento informale di via Dione Cassio, temiamo che l'avvenuto accordo con la proprietà per la messa in sicurezza dell'area una volta allontanati gli attuali abitanti sia la prova dell'accelerazione delle procedure di sgombero dello stesso insediamento.

Come già in passato, esprimiamo forti perplessità sulla procedura utilizzata, soprattutto per quel che riguarda il futuro dei soggetti sottoposti a sgombero. Vi proponiamo pertanto le seguenti considerazioni e domande.

  • Non ci risulta che si sia proceduto ad alcuna comunicazione preliminare dei tempi di questa operazione.(1)
  • Non ci risulta sia stata fatta alcuna comunicazione preliminare delle destinazioni dei singoli e dei nuclei familiari. Non riteniamo né civilmente accettabile né operativamente efficace procedere per via imperativa a questa comunicazione nello stesso momento dello sgombero. Si è già verificato in numerose precedenti occasioni – e tra l’altro anche con gli stessi soggetti coinvolti in questo caso – come la proposizione contestuale allo sgombero di una sistemazione alternativa si riveli inutile(2)
  • Sempre in base ai fallimenti passati, crediamo che questa comunicazione avrebbe una ricezione certamente diversa se fosse effettuata da soggetti differenti dagli agenti della polizia locale, che gli abitanti del campo conoscono solo per la loro opera di sorveglianza e controllo (funzioni, sia ben chiaro, legittime), talvolta espletata con modalità fortemente invasive come quelle dei controlli notturni, alla luce delle torce elettriche. Essi sono percepiti - sulla scorta di una lunga esperienza, che risale alle scorse amministrazioni - come esecutori degli sgomberi, e tutt’al più come interlocutori in casi conflittuali o critici. Per questo motivo tali operatori non si prestano, indipendentemente dalla loro condotta, a essere inquadrati come referenti utili alla relazione/comunicazione e quindi ad una soluzione positiva. Non essendo d’altra parte lecito delegare implicitamente o esplicitamente tale compito alle associazioni attive in quel campo, occorrono invece figure competenti sul piano della mediazione sociale e culturale che abbiano ottenuto col tempo una riconoscibilità autonoma in quel contesto.
  • L'unica sistemazione alternativa attualmente prevista per chi ha subito gli sgomberi sarebbe quella di via Barzaghi, non fosse che in realtà questa struttura da un lato è già stracolma e dall'altro è caratterizzata da una cronica non-soluzione delle problematiche dei singoli e dei nuclei lì ospitati, come ben sanno gli abitanti dei campi. Quindi ci domandiamo, posto che la soluzione di via Barzaghi pare impraticabile, se ve ne sia un’altra credibile. Se per ipotesi tutti gli abitanti volessero aderire ad una proposta di alloggio alternativa, dove sarebbero ospitati?
  • Riteniamo inoltre inammissibile l’idea che il Comune possa evitare di offrire un alloggio alternativo giustificandosi col fatto che queste famiglie non avevano accettato l’offerta di sistemazione nella struttura di via Barzaghi in occasione dello sgombero del luglio 2012 dall’insediamento di via Gatto/via Cavriana, poiché proprio le modalità di quello sgombero minarono irrimediabilmente la credibilità della proposta.
  • La ricaduta prevedibile di un allontanamento privo di alternative praticabili perché non convincenti, in un periodo climaticamente pessimo, non può che essere una sicura, ulteriore dispersione degli insediamenti, con conseguente sensibile peggioramento delle condizioni di vita e sconvolgimento degli esili margini di socializzazione positiva conquistati attraverso la scolarizzazione - pur precaria - tentata con alcuni minori.
  • Cosa accadrà ai rom che non lasceranno spontaneamente l’area occupata?
  • Come è emerso da recenti riunioni dedicate al tema sicurezza in zona Ungheria-Mecenate, e ricordando il totale fallimento di una squallida manifestazione neofascista a ciò dedicata, siamo sicuri che quello della presenza dei rom non sia il problema prioritario per la vivibilità della zona né tantomeno l’unico, ma semmai il più immediato e facile “capro espiatorio”.
    Davanti a tali prospettive, vi proponiamo queste riflessioni, certi che essi pongano fortemente in dubbio il carattere risolutivo di provvedimenti come quelli a cui vi state apprestando in termini di civiltà ed efficacia.

Senza voler negare le gravi condizioni sanitarie ed ambientali dell’insediamento, la considerazione di questi aspetti critici e l'acuta consapevolezza della difficile situazione climatica ci spingono invece a proporvi una gradazione nel tempo dello sgombero, con l'immediata attivazione, invece, di specifici e civili dispositivi di “riduzione del danno”, come la connessione all'acqua, l'installazione di servizi igienici, l'attivazione di un servizio di ritiro dell'immondizia, la fornitura di coperte e generi di conforto. Vi invitiamo a riflettere sul fatto che la situazione di illegalità di un insediamento non può né deve impedire procedure analoghe a quelle attivate per altri soggetti nel contesto di un piano antifreddo.

Quanto sopra detto per il campo informale di via Dione Cassio viene inoltre chiesto anche per gli altri insediamenti informali presenti a Milano. Ci risultano infatti sgomberi eseguiti la scorsa settimana nella zona di Bacula senza la presenza di assistenti sociali né l’offerta di proposte alternative per le famiglie.(3)

Confidiamo che questi argomenti trovino ascolto e ci mettiamo a disposizione per un incontro, insieme alle rappresentanze stesse dell'insediamento.
Se la situazione dovesse precipitare, prenderemo pubblicamente una posizione ferma, sulla base delle considerazioni qui avanzate.

Grazie dell'attenzione

Un saluto cordiale

Gruppo sostegno Forlanini, Consulta Rom e Sinti, Naga, European Roma Rights Centre (ERRC).

Lettera indirizzata a:

  • Giuliano Pisapia
    sindaco di Milano
  • Marco Granelli
    assessore alla Sicurezza e coesione sociale
  • Pierfrancesco Majorino
    assessore alle Politiche sociali
  • Mirko Mazzali
    presidente Commissione sicurezza e coesione sociale
  • Marco Cormio
    presidente Commissione politiche sociali
  • Anita Sonego
    presidente Commissione pari opportunità
  • Loredana Bigatti
    presidente Consiglio di zona 4

Note:

  1. Al riguardo si veda il CESCR General Comment n. 7, art. 15 (b), (c), disponibile sul sito http://www.unhchr.ch/tbs/doc.nsf/0/959f71e476284596802564c3005d8d50 ed i par. 37 – 44 tratti da IMPLEMENTATION OF GENERAL ASSEMBLY RESOLUTION 60/251 OF 15 MARCH 2006, ENTITLED “HUMAN RIGHTS COUNCIL” - Report of the Special Rapporteur on adequate housing as a component of the right to an adequate standard of living, Miloon Kothari, http://daccess-dds-ny.un.org/doc/UNDOC/GEN/G07/106/28/PDF/G0710628.pdf?OpenElement
  2. Si consideri il CESCR General Comment n. 7, art. 16, disponibile sul sito http://www.unhchr.ch/tbs/doc.nsf/0/959f71e476284596802564c3005d8d50
  3. Daniela Fassini, “Rom, due sgomberi sotto la neve”, Avvenire, 17 Dicembre 2012, disponibile sul sito http://www.santegidio.org/pageID/64/langID/it/itemID/10449/Rom_due_sgomberi_sotto_la_neve.html 
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Di Fabrizio (del 23/12/2012 @ 09:05:08, in scuola, visitato 1442 volte)

Il 50% dei nuovi utenti delle biblioteche appartengono alle minoranze

[...] lo dice all'agenzia "Focus" Trendafil Meretev, di "Biblioteche globali".

"Ha provocato grande interesse tra i bulgari che rom e turchi trovino le librerie un posto molto interessante," dice Trendafil Meretev. "Anche se in un primo momento è quasi un gioco, vanno lì per l'accesso ai libri e ad altri tipi di servizi forniti dalle biblioteche. Inoltre, imparano a comunicare meglio tra di loro, ed essendoci molti altri bambini, la biblioteca diventa un luogo di attività sociale per tutti gli utenti."

Ha aggiunto che un buon esempio di ruolo moderno delle biblioteche pubbliche sono i paesi nordici - Finlandia, Svezia, Danimarca ed in occidente - Inghilterra e Paesi Bassi.

"Ci sono molti esempi di biblioteche pubbliche valorizzate, in cui le persone sono realmente attive. La direzione delle nostre biblioteche lascia molto a desiderare, confrontata con quelle simile in Europa occidentale, soprattutto negli Stati Uniti. Per esempio, negli USA il 65% della popolazione frequenta le biblioteche, mentre in Bulgaria la percentuale è inferiore al 10%. Anche questo è importante," ha concluso.

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Di Fabrizio (del 24/12/2012 @ 09:09:06, in Regole, visitato 1589 volte)

Da Hellenic_Roma

NEWEUROPEonline I Rom greci vincono caso sui diritti umani | DECEMBER 12, 2012 - 5:36PM | BY STANISLAVA GAYDAZHIEVA

EPA/ROBERT GHEMENT

La Corte Europea sui Diriiti Umani (CEDU) ha dichiarato oggi che le autorità greche hanno mancato di integrare i bambini rom nel normale sistema scolastico. Questo si pone anche come discriminatorio nei loro confronti.

I ricorrenti nel caso Sampani ed Altri contro la Grecia erano 140 rom, tutti di cittadinanza greca, che denunciarono in tribunale l'iscrizione dei loro figli nel XII istituto di scuola primaria di Aspropyrgos, frequentato esclusivamente da bambini della loro comunità e con un livello di istruzione inferiore a quello delle altre scuole.

La XII scuola elementare venne aperta venne aperta nel 2008, per sostituire una annessa alla X, frequentata principalmente dai bambini rom, ma aperta anche a quelli non-rom. Le venne assegnato lo stesso bacino di utenza, come gli istituti IX e X.

Tuttavia, a causa del deterioramento estivo dello stato delle strutture scolastiche, il ministero dell'istruzione ha chiesto al sindaco di Aspropyrgos ed al prefetto dell'Attica occidentale di approvare la fusione tra il XII e l'XI istituto. Il prefetto ha rifiutato per motivi sociali, culturali ed educativi.

Il difensore civico è poi intervenuto, dichiarando che la mancata applicazione del DPR n. 201/1998 - secondo il quale tutti gli alunni che risiedono nel particolare bacino di una scuola devono essere trasferiti lì - anche se non richiesto dai loro genitori- aveva avuto l'effetto di trasformare il XII istituto in una "scuola ghetto", dato che nessun alunno non-rom vi è stato iscritto.

Secondo la CEDU c'è stata una forte presunzione discriminante contro i ricorrenti, per aver iscritto ai loro figli alle classi speciali in un edificio separato dal X istituto, oltre ad una serie di incidenti a sfondo razziale provocati da genitori non-rom.

Per terminare, la corte ha ritenuto che la Grecia debba pagare 1.000 euro ad ogni famiglia ricorrente, per danni non-pecuniari e 2.000 euro, sempre a famiglia, per spese e costi.

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Di Sucar Drom (del 25/12/2012 @ 09:02:34, in Kumpanija, visitato 1413 volte)
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Di Fabrizio (del 25/12/2012 @ 09:10:47, in scuola, visitato 1612 volte)

IlSole24ore 21 DICEMBRE 2012 - 10:18 Il futuro dei consumi di Roberto La Pira Riceviamo e pubblichiamo questa testimonianza:

La temperatura in questi giorni gira intorno allo zero. Neve, freddo, nebbia. Mi telefona Florina e mi chiede un paio di scarpe n° 36, le sue si sono bagnate con la neve e non si sono più asciugate, a "temperatura ambiente" non è possibile. Da una settimana non va a scuola perché non ha le scarpe. Vive con i genitori nello scheletro di una fabbrica non terminata.

Ho della frutta e qualche panettone, vado a trovare Luminita e i suoi figli. Mi offre un caffè, entro nella baracca rischiarata dall'alcool che brucia in una lattina scoperchiata di aranciata; il sistema di sicurezza è la pentola dentro cui la lattina è posta. Albert, sette anni toglie il quaderno dallo zaino per farmelo vedere; tratti incerti, un po' troppo per un bambino che fa la seconda, ma gli brillano gli occhi quando parla dei compagni e della sua maestra. Entra anche Monica, che ha iniziato l'asilo quest'anno.
Chi sono questi bambini che vivono in baracca, senza luce, senza riscaldamento, senza acqua e spesso con poco cibo? In quale città siamo?

Siamo a Milano, periferia est, ma qualunque altra periferia andrebbe benissimo perché i luoghi disprezzati diventano casa per tanti bambini, per i loro papà e per le loro mamme, che non hanno altra possibilità se non quella di "occupare abusivamente" ciò da cui chiunque di noi si tiene assolutamente lontano.
Sono i miei amici rom che ci abitano. Anche per loro il freddo, la fame, la mancanza di elementi primari sono duri e brutti. Non vivono lì perché è la loro indole, vivono lì perché la loro povertà non consente altro. Unica speranza è che le forze dell'ordine non distruggano anche la poca protezione che una baracca può offrire. Incontro questi bambini e i loro genitori a scuola, li incontro andando a trovarli, accompagnandoli a fare le vaccinazioni, ascoltando le loro storie e i loro sogni, che sono quelli di tutti noi.

Cara Florina, le scarpe ora non le ho, ciò che arriva riparte subito, ma te le cerco in fretta. Di bambini come lei e Albert, Monica, ce ne sono tanti a Milano, arrivano a scuola con tanta fatica addosso, con tante difficoltà, ma anche con tanta voglia di farcela, e i loro genitori fanno il possibile per fare sì che la storia bella della scuola continui, e che i loro figli siano come gli altri bambini.
Storie che vanno sostenute innanzitutto guardando questi bambini con occhi diversi e apprezzando la loro fatica. Storie che, se accompagnate, rendono Milano una città più giusta e aprono strade di cittadinanza a bambini altrimenti destinati all'esclusione.

Chi volesse aiutare i bambini delle baraccopoli milanesi, può scrivere a santegidio.rubattino@gmail.com

Flaviana Robbiati

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Di Sucar Drom (del 26/12/2012 @ 09:06:48, in lavoro, visitato 1378 volte)
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Di Fabrizio (del 27/12/2012 @ 09:00:03, in lavoro, visitato 1764 volte)

strill.it Sabato 22 Dicembre 2012 19:15 Comunicato stampa dell'Opera Nomadi di Reggio Calabria:

Il 20 dicembre 2012 il Consiglio Provinciale ha approvato un importante regolamento che permette la gestione dei rifiuti non pericolosi in forma ambulante come previsto dal Testo Unico Ambientale, Dlgs 152/2006 articolo 266 comma 5.

Questo provvedimento è molto interessante per diversi motivi. Crea le condizioni perché anche i cittadini con reddito basso possano realizzare legalmente delle attività lavorative nel settore della gestione dei rifiuti destinati al riciclo. Sviluppa del lavoro con il quale dei rifiuti non pericolosi verranno riciclati, senza che questo comporti un aggravio per le tasse dei cittadini.

Il regolamento in riferimento al Testo Unico sull'Ambiente stabilisce che la licenza di un cittadino che si costituisce come ditta ambulante possa prevedere assieme alle altre attività di ambulantato esercitate anche la gestione, con modalità semplificate, di piccoli quantitativi di rifiuti non pericolosi .

In questo momento di grave crisi il regolamento consentirà a tanti ambulanti di integrare le loro attività, ma soprattutto a tutti coloro che gestiscono senza licenze i rifiuti metallici di regolarizzare questa attività che da sempre costituisce una risorsa per la raccolta differenziata.

La richiesta di questo regolamento è stata avanzata dall'Opera Nomadi nell'ambito della campagna di lotta al razzismo contro i Rom, denominata Dosta!, che è stata realizzata a Reggio Calabria dall'Ufficio Nazionale Antirazzismo il 5/6 dicembre u.s. ed è stata ospitata nella sede dell'ente Provincia.

L'associazione ha potuto avanzare questa richiesta grazie alla collaborazione offerta da Carlo Berini e da Radames Gabrielli, responsabili della Federazione Rom e Sinti insieme, i quali hanno fornito tutte le informazioni necessarie sullo stesso regolamento già applicato con successo dalla Provincia di Bolzano e sull'articolo 266 del Testo Unico sull'Ambiente che prevede una semplificazione degli adempimenti per la gestione dei rifiuti non pericolosi in forma ambulante .

La motivazione che ha spinto l'Opera Nomadi è stata la necessità di regolarizzare l'attività di gestione rifiuti metallici realizzata dai rom in tutto il territorio provinciale. Attività che ad oggi costituisce il lavoro principale di questo gruppo, ma che, fino ad oggi, non è stato possibile regolarizzare a causa delle condizioni onerose imposte dalla normativa generale di settore. L'articolo 266 offre però una via percorribile per la regolarizzazione.

E' chiaro che questo provvedimento, pur essendo stato richiesto per un gruppo di persone, è rivolto a tutti i cittadini della provincia di Reggio Calabria, perché porterà benefici non solo a coloro ( rom e non ) che realizzano attività di commercio ambulante ma all'intera comunità per la questione dei rifiuti. Difatti potrà essere uno degli strumenti utili alla costruzione di un sistema-rifiuti moderno finalizzato a potenziare il riciclo ed il riuso dei rifiuti, riducendo il conferimento nelle discariche e negli inceneritori.,

Riconoscendo l'utilità di questo regolamento l'ufficio di presidenza del Consiglio provinciale ha trasmetto il provvedimento alla Regione Calabria invitando gli organi del governo regionale ad applicarlo anche a livello regionale.

Data l'importanza che questo provvedimento riveste per il nostro territorio riteniamo doveroso ringraziare per la sua approvazione tutti i Consiglieri provinciali, il presidente Dr Raffa, la Consigliera di Parità D.ssa Daniela De Blasio, il dirigente del settore ambiente Ing. Barbaro, il responsabile del procedimento Dr Postorino, ma in modo particolare il presidente del Consiglio Dr Eroi che ha accolto e promosso questa iniziativa .

Reggio Calabria, 22 dicembre 2012
Il presidente: Sig. Antonino Giacomo Marino


Sull'argomento, anche ilDispaccio.it

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Di Fabrizio (del 28/12/2012 @ 09:08:03, in Europa, visitato 1495 volte)

Da Roma_Benelux

Rom: la discriminazione positiva è controproducente, stima un senatore par Michel Tendil - Intégration Publié le jeudi 13 décembre 2012

L'evacuazione dei campi illegali, i villaggi d'inserimento, gli aiuti al rimpatrio... Niente di tutto ciò risolve il problema dei Rom, stima il senatore Michel Billout in un rapporto reso pubblico il 23 dicembre. Dove chiede di uscire dalle misure di discriminazione positiva ed invita l'Unione Europea a semplificare le misure di aiuto.

Proseguono le espulsioni di Rom dai campi illegali, ma senza portare niente di duraturo, dice il senatore comunista Michel Billout in un rapporto reso pubblico il 13 dicembre. "Ogni volta che c'è uno sgombero, non si fa altro che spostare il problema da un quartiere all'altro, incrementandolo," spiega. Raggruppandoli, "finiamo col ritrovarci insediamenti di 400 Rom e oltre, sistemati in vere e proprie bidonville... Così diventa più difficile per gli attori locali trovare delle soluzioni." Secondo il senatore, la circolare 12 agosto 2012, che impone una diagnosi dei bisogni prima di qualsiasi espulsione ed una sistemazione alternativa, nel pratico non viene rispettata.

Vittime di tratta

Il senatore, il cui rapporto è stato adottato settimana scorsa dalla commissione affari europei, ha anticipato la decisone del ministro degli interni di interrompere gli aiuti finanziari ai ritorni volontari. In effetti Manuel Valls ha dichiarato venerdì 7 dicembre che questi aiuti avevano "effetti perversi", creando "un circuito tra la Romania e il nostro paese" e che per questo andavano cancellati. Di questi 300 euro per adulto e 100 euro a bambino, nel 2011 hanno beneficiato 10.608 persone, di cui una maggioranza di Rumeni, un costo compreso tra i 5 e i 10 milioni di euro per anno. Ma "hanno creato una vera boccata d'aria", dice il senatore. "Non c'è da sorprendersi quando si sa che il biglietto del bus tra Romania e Francia è di circa 60 euro", indica nel suo rapporto. In cambio, il senatore propone di destinare più fondi per l'inserimento di quanti intendano creare attività economiche di ritorno nel loro paese d'origine. Questo aiuto garantisce che "il ritorno sia una scelta effettiva, inscritta in un progetto di vita". 80 famiglie dovrebbero beneficiarne in virtù di un accordo firmato il 12 settembre durante la tappa di Manuel Valls a Bucarest.

Il senatore si difende dall'accusa di "buonismo". Secondo lui, la presenza dei Rom in Francia (tra i 15.000 e i 40.000 secondo le stime, tenuto conto dell'assenza di statistiche) non è esente da problemi. "Non nego che oggi ci siano reti criminali che operano con i Rom, ma penso che la gran parte dei Rom siano vittime dello sfruttamento della prostituzione, di reti che impieghino bambini ed adolescenti, in particolare per furti e borseggi...", tiene a precisare. Senza parlare del furto di metallo in cui queste reti si sono specializzate. Recentemente l'Osservatorio Nazionale sulla Delinquenza e le Risposte Penali (ONDRP) ha allertato sulla portata di questo fenomeno esploso negli ultimi anni, soprattutto riguardo la rete ferroviaria. Attualmente si è svolto a Montpellier un processo eccezionale a carico di una rete di 41 Rom accusati di aver rubato circa 400 tonnellate di rame tra il 2010 e il 2011...

"Riserve indiane"

Ma per Michel Billout "non si può combattere il reddito illegale senza favorire il reddito legale." Ma, secondo lui, esistono molti ostacoli. Soprattutto nel mercato del lavoro. Il senatore chiede alla Francia di eliminare tutte le disposizioni transitorie che limitano sino alla fine del 2013 l'accesso al mercato del lavoro:  titolo di soggiorno, autorizzazione al lavoro. Se degli accorgimenti sono già stati presi, come la soppressione della tassa dovuta all'Ufficio Francese dell'Immigrazione e dell'Integrazione (OFII) e l'allargamento dell'elenco dei mestieri, mantenere queste disposizioni transitorie "appare profondamente discriminatorio e difficilmente comprensibile", insorge Michel Billout che paragona nella sua relazione, i 10.000 rumeni o bulgari attivi ai "330.000 lavoratori stranieri -a basso costo- che hanno lavorato in Francia nel 2012 nel quadro delle operazione aggiudicate a prestatori stranieri." Cifre provenienti dal ministero del Lavoro, ma sminuite dallo stesso, che ora parla di 145.000 dipendenti distaccati.

Soltanto che spesso i Rom non hanno i livelli di qualificazione richiesti. Oltre ad un migliore accesso all'istruzione secondaria ed all'università, come "problema reale", il senatore incoraggia il ricorso a futuri posti di lavoro.

Michel Billout rifiuta ogni misura di "discriminazione positiva" che secondo lui si rivelerebbe "controproducente". Si mostra prudente riguardo ai villaggi d'inserimento, spesso presentati come una panacea: "Se si vuole creare delle riserve indiane accettabili, ci si sta sbagliando," considera. Più in generale, c'è bisogno di strategie nazionali per l'inclusione dei Rom, che Bruxelles ha chiesto a tutti gli stati membri, preferendo loro le politico del "diritto comune". Chiede in cambio all'Unione Europea di semplificare il proprio sistema di aiuti attraverso i Fondi sociali Europei. Spiega che in Francia, un consiglio generale ha dovuto mobilitare "cinque funzionari per sei mesi" per completare un documento sui finanziamenti ai villaggi d'inserimento. Complessità spesso proibitive per le associazioni e le comunità, soprattutto nei paesi d'origine: la Romania non usufruisce che del 10% dei suoi crediti.

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