Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 31/12/2012 @ 09:04:08, in scuola, visitato 1696 volte)
ЕТНОСИ
Borsa di studio per Rom qualificato miglior studente in tre università
"Da bambina volevo diventare un medico e aiutare i malati. Sia perché mi
piace aiutare le persone, gli altri - ma anche perché questa professione è molto
redditizia", afferma Antonia Valentinova, che ha ricevuto un premio come
studente candidato di maggior successo medico.
E' stata adottata simultaneamente in tre facoltà di medicina - Sofia, Pleven
e Varna, con un punteggio molto alto. Ha scelto di studiare nella capitale. In
preparazione per gli esami, Antonia viene aiutata dal programma di borse di
studio per gli studenti di medicina e medici laureati rom - una iniziativa del
progetto "Rom Salute" - programma di borse di studio Roma Education Fund
e dell' Open Society Institute di Budapest, con i partner Amalipe
e Promedia. Il progetto mira a sostenere l'istruzione superiore degli
studenti rom, nelle specialità di medicina, farmacia, ostetricia, radiologia,
riabilitazione e gestione della salute.
[...] Oggi Antonia è convinta che il suo successo sia dovuto principalmente al
sostegno avuto dal programma. "Esplorando il mondo della medicina, da loro ho
imparato molto. Siamo stati e continuiamo ad essere una buona squadra con
insegnanti e colleghi, anche quelli in altre università," dice un'altra ragazza.
Sicuramente il sogno diventa più grande.
Antonia ha ricevuto una borsa di studio che copre costo di iscrizione, libri
di testo e articoli di cancelleria. Oltre a questo il supporto per gli studenti
delle
scuole superiori mediche e professionali e collegi e medici laureati, il
programma funge da mentore sul campo, per giovani accademici e professionali e la
loro formazione.
Sono stati premiati durante una cerimonia dei partecipanti al progetto il vice ministro della
sanità, Desislava Dimitrova, e il vice ambasciatore degli
Stati Uniti, Brian Dalton. Antonia si definisce una donna fortunata. Il suo
messaggio a colleghi ed amici è la sua frase preferita di Louis Pasteur: "La
felicità aiuta la mente ben preparata."
Il progetto ha ricevuto premi e studenti mentori - ". Yordanka Filaretova" Prof.
Ivaylo Tarnev coinvolti nel programma sin dal suo inizio, ostetrico-ginecologo
dottor Krassimir Kamburova Romanov e Galia, professore presso il Medical College
/ Salute
Di Fabrizio (del 30/12/2012 @ 09:03:27, in media, visitato 1824 volte)
Amisnet.org
A cura di Marzia Coronati - 13 dicembre 2012 (Immagine di
Napoli Monitor)
Alla fine degli anni '80 Danilo Dolci, educatore, poeta e attivista della
nonviolenza italiana, lanciò un'iniziativa per la costituzione di un manifesto
sulla comunicazione. Spaventato dal nuovo modo di comunicare dei media e del
potere da essi generato, Dolci propose di ridefinire il significato di
comunicazione, intesa come possibilità aperta a tutti di parlare e strumento di
crescita e creatività di una persona. Il manifesto sulla comunicazione non
violenta di Dolci ci guiderà nell'approfondimento di Terranave di questa
settimana, dedicato al comunicare e alle alternative alla comunicazione di
massa. In particolare parleremo di due scuole di pensiero: la comunicazione non
violenta e la comunicazione ecologica. In chiusura Lianka Trozzi nella sua
rubrica "A testa in giù" ci darà alcuni suggerimenti per realizzare regali di
natale sostenibili.
"Oggi più che mai saper distinguere trasmettere da comunicare è un'operazione
non solo mentalmente essenziale alla crescita democratica del mondo: la
creatività di ognuno, che si esplicita nel comunicare, se comunitariamente
valorizzata, acquista un enorme potere ora per grandissima parte sprecato".
Comunicare, legge della vita. Bozza di manifesto. Danilo Dolci
Quando nel 1988 Danilo Dolci lanciava l'idea della costituzione di un manifesto
sulla comunicazione, al suo appello risposero moltissimi personaggi della
cultura internazione, da Chomski a Freire, da Levi Montalcini a Don Ciotti. La
necessità di contrastare una comunicazione a senso unico, incapace di suscitare
partecipazione e creatività, era palese a tutti. Era più che mai indispensabile
fare qualcosa, prima che ci si abituasse del tutto a subire passivamente le
proposte del sistema. Insomma, per riprendere in mano le nostre vite bisognava
riniziare a comunicare, e non semplicemente a fare da ricettori di informazioni
veicolate dall'alto. "Senza comunicare non si può pianificare democraticamente,
organicamente, affrontando con
responsabilità, in modo salubre, i problemi" si legge nel Manifesto "non si
devono dare responsabilità civili, soprattutto nazionali e internazionali, a
persone non esperte nel vero comunicare".
Sono molti gli studiosi che oggi lavorano sulla comunicazione e
sull'interazione. Nei suoi viaggi per l'Italia Terranave è atterrata a Upacchi,
in provincia di Arezzo. Qui ha conosciuto Eva Lotz, facilitatrice in
comunicazione ecologica. Inventata dal terapeuta Jerome Liss, il fondatore della
scuola italiana di biosistemica scomparso solo poche settimane fa, questa
metodologia di basa sul presupposto che per raggiungere degli scopi collettivi è
necessario sapere gestire sia l'ascolto che il modo di mandare messaggi.
La comunicazione ecologia ha molti punti inc omune con la comunicazione non
violenta dello psicologo statunitense Marshall Rosenberg. Con questa definizione
Rosenberg intende il modo naturale di comunicare degli esseri umani. Secondo
questa teoria tutti gli esseri umani vengono al mondo comunicando in un modo
legato alla vita, ai propri bisogni, ai propri sentimenti, ma con il trascorrere
degli anni perdono questa capacità, confondendo sempre più l'osservare con
l'interpretare, il comunicare dal trasmettere.
Clicca qui per ascoltare la puntata di questa settimana di
"A testa in giù",
curata da Lianka Trozzi.
Ospiti della puntata:
Eva Lotz,
Ecovillaggio Upacchi
Vilma Costetti, Centro Esserci
In redazione: Lianka Trozzi, Ciro Colonna
Terranave è un programma a cura di Marzia Coronati
Proponete la vostra alternativa a radioterranave@gmail.com
Terranave è trasmesso da:
Radio Popolare Roma (Roma, 103.3) domenica 9,30
Radio Flash (Torino, 97.6) giovedì 20,00
Radio Kairos (Bologna, 105,85) venerdì 15,30 – replica sabato 20,30
Radio Città Fujiko (Bologna, 103.1) domenica 13,30
Radio Indygesta (Web Radio)
Radio Onda d'urto (Brescia, cremona, Piacenza, 99.6) mercoledì 13,00
Di Fabrizio (del 29/12/2012 @ 09:05:43, in lavoro, visitato 1658 volte)
Di Fabrizio (del 28/12/2012 @ 09:08:03, in Europa, visitato 1490 volte)
Da
Roma_Benelux
Rom: la discriminazione
positiva è controproducente, stima un senatore par
Michel Tendil -
Intégration
Publié le jeudi 13 décembre 2012
L'evacuazione dei campi illegali, i villaggi d'inserimento, gli aiuti al
rimpatrio... Niente di tutto ciò risolve il problema dei Rom, stima il senatore
Michel Billout in un rapporto reso pubblico il 23 dicembre. Dove chiede di
uscire dalle misure di discriminazione positiva ed invita l'Unione Europea a
semplificare le misure di aiuto.
Proseguono le espulsioni di Rom dai campi illegali, ma senza portare niente
di duraturo, dice il senatore comunista Michel Billout in un rapporto reso
pubblico il 13 dicembre. "Ogni volta che c'è uno sgombero, non si fa altro che
spostare il problema da un quartiere all'altro, incrementandolo," spiega.
Raggruppandoli, "finiamo col ritrovarci insediamenti di 400 Rom e oltre,
sistemati in vere e proprie bidonville... Così diventa più difficile per gli
attori locali trovare delle soluzioni." Secondo il senatore, la circolare 12
agosto 2012, che impone una diagnosi dei bisogni prima di qualsiasi espulsione
ed una sistemazione alternativa, nel pratico non viene rispettata.
Vittime di tratta
Il senatore, il cui rapporto è stato adottato settimana scorsa dalla
commissione affari europei, ha anticipato la decisone del ministro degli interni
di interrompere gli aiuti finanziari ai ritorni volontari. In effetti Manuel Valls
ha dichiarato venerdì 7 dicembre che questi aiuti avevano "effetti perversi",
creando "un circuito tra la Romania e il nostro paese" e che per questo andavano
cancellati. Di questi 300 euro per adulto e 100 euro a bambino, nel 2011 hanno
beneficiato 10.608 persone, di cui una maggioranza di Rumeni, un costo compreso
tra i 5 e i 10 milioni di euro per anno. Ma "hanno creato una vera boccata
d'aria", dice il senatore. "Non c'è da sorprendersi quando si sa che il
biglietto del bus tra Romania e Francia è di circa 60 euro", indica nel suo
rapporto. In cambio, il senatore propone di destinare più fondi per
l'inserimento di quanti intendano creare attività economiche di ritorno nel loro
paese d'origine. Questo aiuto garantisce che "il ritorno sia una scelta
effettiva, inscritta in un progetto di vita". 80 famiglie dovrebbero
beneficiarne in virtù di un accordo firmato il 12 settembre durante la tappa di
Manuel Valls a Bucarest.
Il senatore si difende dall'accusa di "buonismo". Secondo lui, la presenza
dei Rom in Francia (tra i 15.000 e i 40.000 secondo le stime, tenuto conto
dell'assenza di statistiche) non è esente da problemi. "Non nego che oggi ci
siano reti criminali che operano con i Rom, ma penso che la gran parte dei Rom
siano vittime dello sfruttamento della prostituzione, di reti che impieghino
bambini ed adolescenti, in particolare per furti e borseggi...", tiene a
precisare. Senza parlare del furto di metallo in cui queste reti si sono
specializzate. Recentemente l'Osservatorio Nazionale sulla Delinquenza e le
Risposte Penali (ONDRP) ha allertato sulla
portata di questo fenomeno esploso negli ultimi anni, soprattutto riguardo
la rete ferroviaria. Attualmente si è svolto a Montpellier un processo
eccezionale a carico di una rete di 41 Rom accusati di aver rubato circa 400
tonnellate di rame tra il 2010 e il 2011...
"Riserve indiane"
Ma per Michel Billout "non si può combattere il reddito illegale senza
favorire il reddito legale." Ma, secondo lui, esistono molti ostacoli.
Soprattutto nel mercato del lavoro. Il senatore chiede alla Francia di eliminare
tutte le disposizioni transitorie che limitano sino alla fine del 2013 l'accesso
al mercato del lavoro: titolo di soggiorno, autorizzazione al lavoro. Se
degli accorgimenti sono già stati presi, come la soppressione della tassa dovuta
all'Ufficio Francese dell'Immigrazione e dell'Integrazione (OFII) e
l'allargamento dell'elenco dei mestieri, mantenere queste disposizioni
transitorie "appare profondamente discriminatorio e difficilmente
comprensibile", insorge Michel Billout che paragona nella sua relazione, i
10.000 rumeni o bulgari attivi ai "330.000 lavoratori stranieri -a basso costo-
che hanno lavorato in Francia nel 2012 nel quadro delle operazione aggiudicate a
prestatori stranieri." Cifre provenienti dal ministero del Lavoro, ma sminuite
dallo stesso,
che ora parla di 145.000 dipendenti distaccati.
Soltanto che spesso i Rom non hanno i livelli di qualificazione richiesti.
Oltre ad un migliore accesso all'istruzione secondaria ed all'università, come
"problema reale", il senatore incoraggia il ricorso a futuri posti di lavoro.
Michel Billout rifiuta ogni misura di "discriminazione positiva" che secondo
lui si rivelerebbe "controproducente". Si mostra prudente riguardo ai villaggi
d'inserimento, spesso presentati come una panacea: "Se si vuole creare delle
riserve indiane accettabili, ci si sta sbagliando," considera. Più in generale,
c'è bisogno di strategie nazionali per l'inclusione dei Rom, che Bruxelles ha
chiesto a tutti gli stati membri, preferendo loro le politico del "diritto
comune". Chiede in cambio all'Unione Europea di semplificare il proprio sistema
di aiuti attraverso i Fondi sociali Europei. Spiega che in Francia, un consiglio
generale ha dovuto mobilitare "cinque funzionari per sei mesi" per completare un
documento sui finanziamenti ai villaggi d'inserimento. Complessità spesso
proibitive per le associazioni e le comunità, soprattutto nei paesi d'origine:
la Romania non usufruisce che del 10% dei suoi crediti.
Di Fabrizio (del 27/12/2012 @ 09:00:03, in lavoro, visitato 1758 volte)
strill.it Sabato 22 Dicembre 2012 19:15 Comunicato stampa dell'Opera
Nomadi di Reggio Calabria:
Il 20 dicembre 2012 il Consiglio Provinciale ha approvato un importante
regolamento che permette la gestione dei rifiuti non pericolosi in forma
ambulante come previsto dal Testo Unico Ambientale, Dlgs 152/2006 articolo
266 comma 5.
Questo provvedimento è molto interessante per diversi motivi. Crea le condizioni
perché anche i cittadini con reddito basso possano realizzare legalmente delle
attività lavorative nel settore della gestione dei rifiuti destinati al riciclo.
Sviluppa del lavoro con il quale dei rifiuti non pericolosi verranno riciclati,
senza che questo comporti un aggravio per le tasse dei cittadini.
Il regolamento in riferimento al Testo Unico sull'Ambiente stabilisce che la
licenza di un cittadino che si costituisce come ditta ambulante possa prevedere
assieme alle altre attività di ambulantato esercitate anche la gestione, con
modalità semplificate, di piccoli quantitativi di rifiuti non pericolosi .
In questo momento di grave crisi il regolamento consentirà a tanti ambulanti di
integrare le loro attività, ma soprattutto a tutti coloro che gestiscono senza
licenze i rifiuti metallici di regolarizzare questa attività che da sempre
costituisce una risorsa per la raccolta differenziata.
La richiesta di questo regolamento è stata avanzata dall'Opera Nomadi
nell'ambito della campagna di lotta al razzismo contro i Rom, denominata Dosta!,
che è stata realizzata a Reggio Calabria dall'Ufficio Nazionale Antirazzismo il
5/6 dicembre u.s. ed è stata ospitata nella sede dell'ente Provincia.
L'associazione ha potuto avanzare questa richiesta grazie alla collaborazione
offerta da Carlo Berini e da Radames Gabrielli, responsabili della Federazione
Rom e Sinti insieme, i quali hanno fornito tutte le informazioni necessarie
sullo stesso regolamento già applicato con successo dalla Provincia di Bolzano e
sull'articolo 266 del Testo Unico sull'Ambiente che prevede una semplificazione
degli adempimenti per la gestione dei rifiuti non pericolosi in forma ambulante
.
La motivazione che ha spinto l'Opera Nomadi è stata la necessità di
regolarizzare l'attività di gestione rifiuti metallici realizzata dai rom in
tutto il territorio provinciale. Attività che ad oggi costituisce il lavoro
principale di questo gruppo, ma che, fino ad oggi, non è stato possibile
regolarizzare a causa delle condizioni onerose imposte dalla normativa generale
di settore. L'articolo 266 offre però una via percorribile per la
regolarizzazione.
E' chiaro che questo provvedimento, pur essendo stato richiesto per un gruppo di
persone, è rivolto a tutti i cittadini della provincia di Reggio Calabria,
perché porterà benefici non solo a coloro ( rom e non ) che realizzano attività
di commercio ambulante ma all'intera comunità per la questione dei rifiuti.
Difatti potrà essere uno degli strumenti utili alla costruzione di un
sistema-rifiuti moderno finalizzato a potenziare il riciclo ed il riuso dei
rifiuti, riducendo il conferimento nelle discariche e negli inceneritori.,
Riconoscendo l'utilità di questo regolamento l'ufficio di presidenza del
Consiglio provinciale ha trasmetto il provvedimento alla Regione Calabria
invitando gli organi del governo regionale ad applicarlo anche a livello
regionale.
Data l'importanza che questo provvedimento riveste per il nostro territorio
riteniamo doveroso ringraziare per la sua approvazione tutti i Consiglieri
provinciali, il presidente Dr Raffa, la Consigliera di Parità D.ssa Daniela De
Blasio, il dirigente del settore ambiente Ing. Barbaro, il responsabile del
procedimento Dr Postorino, ma in modo particolare il presidente del Consiglio Dr
Eroi che ha accolto e promosso questa iniziativa .
Reggio Calabria, 22 dicembre 2012
Il presidente: Sig. Antonino Giacomo Marino
Sull'argomento, anche
ilDispaccio.it
Di Fabrizio (del 25/12/2012 @ 09:10:47, in scuola, visitato 1603 volte)
IlSole24ore 21 DICEMBRE 2012 - 10:18 Il futuro dei consumi di
Roberto La Pira Riceviamo e pubblichiamo questa testimonianza:
La temperatura in questi giorni gira intorno allo zero. Neve, freddo, nebbia. Mi
telefona Florina e mi chiede un paio di scarpe n° 36, le sue si sono bagnate con
la neve e non si sono più asciugate, a "temperatura ambiente" non è possibile.
Da una settimana non va a scuola perché non ha le scarpe. Vive con i genitori
nello scheletro di una fabbrica non terminata.
Ho della frutta e qualche panettone, vado a trovare Luminita e i suoi figli. Mi
offre un caffè, entro nella baracca rischiarata dall'alcool che brucia in una
lattina scoperchiata di aranciata; il sistema di sicurezza è la pentola dentro
cui la lattina è posta. Albert, sette anni toglie il quaderno dallo zaino per
farmelo vedere; tratti incerti, un po' troppo per un bambino che fa la seconda,
ma gli brillano gli occhi quando parla dei compagni e della sua maestra. Entra
anche Monica, che ha iniziato l'asilo quest'anno.
Chi sono questi bambini che vivono in baracca, senza luce, senza riscaldamento,
senza acqua e spesso con poco cibo? In quale città siamo?
Siamo a Milano, periferia est, ma qualunque altra periferia andrebbe benissimo
perché i luoghi disprezzati diventano casa per tanti bambini, per i loro papà e
per le loro mamme, che non hanno altra possibilità se non quella di "occupare
abusivamente" ciò da cui chiunque di noi si tiene assolutamente lontano.
Sono i miei amici rom che ci abitano. Anche per loro il freddo, la fame, la
mancanza di elementi primari sono duri e brutti. Non vivono lì perché è la loro
indole, vivono lì perché la loro povertà non consente altro. Unica speranza è
che le forze dell'ordine non distruggano anche la poca protezione che una
baracca può offrire. Incontro questi bambini e i loro genitori a scuola, li
incontro andando a trovarli, accompagnandoli a fare le vaccinazioni, ascoltando
le loro storie e i loro sogni, che sono quelli di tutti noi.
Cara Florina, le scarpe ora non le ho, ciò che arriva riparte subito, ma te le
cerco in fretta. Di bambini come lei e Albert, Monica, ce ne sono tanti a
Milano, arrivano a scuola con tanta fatica addosso, con tante difficoltà, ma
anche con tanta voglia di farcela, e i loro genitori fanno il possibile per fare
sì che la storia bella della scuola continui, e che i loro figli siano come gli
altri bambini.
Storie che vanno sostenute innanzitutto guardando questi bambini con occhi
diversi e apprezzando la loro fatica. Storie che, se accompagnate, rendono
Milano una città più giusta e aprono strade di cittadinanza a bambini altrimenti
destinati all'esclusione.
Chi volesse aiutare i bambini delle baraccopoli milanesi, può scrivere a
santegidio.rubattino@gmail.com
Flaviana Robbiati
Di Fabrizio (del 24/12/2012 @ 09:09:06, in Regole, visitato 1583 volte)
Da
Hellenic_Roma
NEWEUROPEonline I Rom greci vincono caso sui diritti umani
| DECEMBER 12, 2012 - 5:36PM | BY STANISLAVA GAYDAZHIEVA
EPA/ROBERT GHEMENT
La Corte Europea sui Diriiti Umani (CEDU) ha dichiarato oggi che le
autorità greche hanno mancato di integrare i
bambini rom nel normale sistema scolastico. Questo si pone anche come
discriminatorio nei loro confronti.
I ricorrenti nel caso Sampani ed Altri contro la Grecia erano 140
rom, tutti di cittadinanza greca, che denunciarono in tribunale l'iscrizione
dei loro figli nel XII istituto di scuola primaria di Aspropyrgos, frequentato
esclusivamente da bambini della loro comunità e con un livello di istruzione
inferiore a quello delle altre scuole.
La XII scuola elementare venne aperta venne aperta nel 2008, per sostituire
una annessa alla X, frequentata principalmente dai bambini rom, ma aperta anche
a quelli non-rom. Le venne assegnato lo stesso bacino di utenza, come gli
istituti IX e X.
Tuttavia, a causa del deterioramento estivo dello stato delle strutture scolastiche,
il ministero dell'istruzione ha chiesto al sindaco di Aspropyrgos ed al prefetto
dell'Attica occidentale di approvare la fusione tra il XII e l'XI istituto. Il
prefetto ha rifiutato per motivi sociali, culturali ed educativi.
Il difensore civico è poi intervenuto, dichiarando che la mancata
applicazione del DPR n. 201/1998 - secondo il quale tutti gli alunni che
risiedono nel particolare bacino di una scuola devono essere trasferiti lì -
anche se non richiesto dai loro genitori- aveva avuto l'effetto di trasformare
il XII istituto in una "scuola ghetto", dato che nessun alunno non-rom vi è
stato iscritto.
Secondo la CEDU c'è stata una forte presunzione discriminante contro i
ricorrenti, per aver iscritto ai loro figli alle classi speciali in un edificio
separato dal X istituto, oltre ad una serie di incidenti a sfondo razziale
provocati da genitori non-rom.
Per terminare, la corte ha ritenuto che la Grecia debba pagare 1.000 euro ad
ogni famiglia ricorrente, per danni non-pecuniari e 2.000 euro, sempre a
famiglia, per spese e costi.
Di Fabrizio (del 23/12/2012 @ 09:05:08, in scuola, visitato 1434 volte)
Il 50% dei nuovi utenti delle biblioteche appartengono alle minoranze
[...] lo dice all'agenzia "Focus" Trendafil Meretev, di "Biblioteche
globali".
"Ha provocato grande interesse tra i bulgari che rom e turchi trovino le
librerie un posto molto interessante," dice Trendafil Meretev. "Anche se in un
primo momento è quasi un gioco, vanno lì per l'accesso ai libri e ad altri tipi
di servizi forniti dalle biblioteche. Inoltre, imparano a comunicare meglio tra
di loro, ed essendoci molti altri bambini, la biblioteca diventa un luogo di
attività sociale per tutti gli utenti."
Ha aggiunto che un buon esempio di ruolo moderno delle biblioteche pubbliche
sono i paesi nordici - Finlandia, Svezia, Danimarca ed in occidente - Inghilterra
e Paesi Bassi.
"Ci sono molti esempi di biblioteche pubbliche valorizzate, in cui le persone
sono realmente attive. La direzione delle nostre biblioteche lascia molto a
desiderare, confrontata con quelle simile in Europa occidentale, soprattutto
negli Stati Uniti. Per esempio, negli USA il 65% della popolazione frequenta le
biblioteche, mentre in Bulgaria la percentuale è inferiore al 10%. Anche questo
è importante," ha concluso.
|