Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Ieri il Parlamento europeo ha adottato formalmente una risoluzione sul tema del razzismo nel calcio che è stata firmata da 420 parlamentari (è un record: nessuna risoluzione scritta ha mai ottenuto un numero così alto di firme). La risoluzione chiede sanzioni dure e efficaci contro ogni manifestazione di razzismo. Trovate in allegato il comunicato stampa di ENAR, mentre inoltrerò a parte il comunicato di FARE (Football Against Racism in Europe).
Come ricorderete in Romania ci sono stati gli episodi più eclatanti contro le Minoranze Etniche e Linguistiche dei Rom e dei Sinti.
La risoluzione è stata presentata da parlamentari che fanno parte dell'Intergruppo contro il razzismo del Parlamento europeo, di cui ENAR cura il segretariato, e una parte certamente non secondaria nel successo va ascritta – senza false modestie – alla pressione sugli eurodeputati esercitata da tutti i coordinamenti nazionali di ENAR. Per quanto riguarda l'Italia, ringrazio per l'aiuto significativo offertoci Fabrizia Panzetti (gruppo PSE) e il Ministro Prestigiacomo, che è intervenuta nei confronti dei parlamentari del PPE.
Di seguito la dichiarazione
Il Parlamento europeo, – visto l'articolo 116 del suo regolamento, A. visti i gravi incidenti razzisti registrati in Europa durante le partite di calcio, B. considerando che uno degli obiettivi perseguiti dall'Unione europea a titolo dell'articolo 13 che istituisce la Comunità europea è la tutela contro le discriminazioni basate sull'origine etnica e la nazionalità, C. considerando che i calciatori, come ogni altro lavoratore, hanno diritto ad un ambiente di lavoro non razzista, come stabilito dalla giurisprudenza della Corte di giustizia delle Comunità europee, D. considerando che la popolarità del calcio offre una nuova occasione per affrontare il razzismo, 1. condanna vivamente ogni forma di razzismo durante le partite di calcio sia all'interno che all'esterno del campo; 2. elogia l'eccellente attività che varie organizzazioni, fra cui l'UEFA e la FARE, hanno svolto nell'affrontare questi problemi; 3. sollecita tutti i protagonisti della scena calcistica a far sentire regolarmente la loro voce contro il razzismo; 4. sollecita le associazioni calcistiche nazionali, le federazioni, le società, i sindacati dei calciatori e le tifoserie ad applicare la migliore pratica UEFA, come il piano d'azione in dieci punti dell'UEFA; 5. esorta l'UEFA e tutti gli altri organizzatori di competizioni in Europa a garantire che gli arbitri abbiano la facoltà, sulla base di direttive chiare e rigorose, di fermare o abbandonare le partite in caso di gravi abusi razzisti; 6. invita l'UEFA e tutti gli altri organizzatori di competizioni in Europa ad esaminare la possibilità di imporre sanzioni sportive alle associazioni calcistiche nazionali e alle società i cui sostenitori o calciatori commettano gravi reati di stampo razzista, compresa la facoltà di allontanare i recidivi dai propri tornei; 7. incarica il suo Presidente di trasmettere la presente dichiarazione, con l'indicazione dei nomi dei firmatari, alle altre istituzioni europee nonché ai governi degli Stati membri.
Di Daniele (del 15/03/2006 @ 10:52:47, in Europa, visitato 2307 volte)
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La Serbia-Montenegro cerca di integrare i rom
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Come firmataria dell'iniziativa "Decennio dell'inclusione rom", la Serbia-Montenegro è impegnata a porre fine alla discriminazione e migliorare la vita del suo popolo rom. Case e formazione sono le aree chiave.
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Davor Konjikusic per il Southeast European Time a Belgrado – 07.03.06
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La Serbia-Montenegro è uno degli otto paesi che hanno aderito ad una iniziativa internazionale, lanciata nel 2005, destinata a migliorare la vita dei rom europei. Come aderenti al "Decennio dell'inclusione rom", i governi della Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Ungheria, Macedonia, Romania, Serbia-Montenegro e Slovacchia, si sono impegnati a porre fine alla discriminazione e interrompere il ciclo della povertà e dell'esclusione.
In Serbia-Montenegro, il problema più pressante è l'esistenza di insediamenti separati di rom. Secondo i dati attuali, circa 250.000 rom vivono in circa 600 comunità improvvisate, spesso situate in aree industriali o vicino a discariche di rifiuti. Sono fra le persone più povere d'Europa, prive delle comodità elementari come l'elettricità, scarico per i liquami ed acqua potabile pulita.
"I rom oggi sono fisicamente segregati nei loro insediamenti dal resto della società", dice il vice ministro federale per i diritti umani e delle minoranze Melena Markovic. "Sono privi di un adeguato accesso all'assistenza sanitaria e all'istruzione, e non possono soddisfare altre elementari condizioni di vita. I loro insediamenti sono separati dagli altri insediamenti, non sono igienici e mancano di infrastrutture appropriate". Per affrontare i problema, il governo programma la costruzione di case. Finora, la città di Belgrado ha garantito 58 lotti per le case e il finanziamento per la loro costruzione. ..
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La maggior parte dei Rom di Serbia-Montenegro vivono riciclando cartoni. [Getty Images]
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Ma i programmi per integrare i rom nelle comunità principali non hanno avuto sempre successo con i residenti. In un caso ben noto, scoppiò la collera sullo spostamento di rom in un nuovo complesso di appartamenti nelle vicinanze di Belgrado. Inoltre, dicono le autorità, alcuni rom non vogliono essere trasferiti, vedendo nello spostamento un tentativo di smembramento delle loro comunità. ..
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Dopo le case, la prossima priorità è l'istruzione. Il governo ha deciso di introdurre insegnanti assistenti rom nelle classi nelle quali c'è un gran numero di studenti rom. Progetti pilota sono stati già lanciati in certe scuole. Anche se il governo ha promesso il suo impegno a raggiungere gli obiettivi del progetto Decennio Rom, il finanziamento resta un ostacolo. Secondo l'iniziativa, le opere devono essere finanziate dai vari paesi aderenti.
Paesi come la Repubblica Ceca, l'Ungheria e la Slovacchia perciò hanno la capacità di realizzare il progetto più rapidamente, perché hanno accesso ai fondi dell'U.E.
La Serbia-Montenegro, però, deve arrangiarsi con scarse risorse finanziare e può aspettarsi di vedere progressi molto più lenti.
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Come ogni anno l'Istituto di Cultura Sinta, in collaborazione con l'Ente Morale Opera Nomadi Sezione di Mantova e l'Associazione Sucar Drom, organizza il corso base (livello 1) rivolto ai volontari e agli operatori.
Il corso, sostenuto finanziariamente dall'Assessorato alle Politiche Sociali della Provincia di Mantova, è il primo livello di formazione proposto dall'Istituto e offre un iniziale approfondimento sulle Minoranze Etniche Linguistiche Sinte e Rom e sui rapporti che intercorrono tra la società maggioritaria (in senso numerico) e le diverse società sinte e rom, focalizzando l'attenzione sulla società e sulla cultura dei Sinti Lombardi.
Il corso, coordinato dalla dottoressa Barbara Nardi, è strutturato i cinque incontri.
martedì 14 marzo 2006, ore 21.00 Una storia scritta da altri. L'arrivo delle popolazioni sinte e rom in Europa; la formazione della società capitalistica e dello stato moderno; le politiche subite in seicento anni dalle Minoranze Etniche Linguistiche Sinte e Rom; il Porrajmos; le culture e i rapporti tra società nei paradigmi evoluzionisti. Relatore: Carlo Berini.
martedì 21 marzo 2006, ore 21.00 Mengur velto (la nostra cultura). La società e la cultura dei Sinti Lombardi; i tre valori fondanti: famiglia, lingua e rispetto per i defunti; i cambiamenti culturali. Relatori: Davide Gabrieli, Yuri Del Bar, Denis Gabrieli.
martedì 28 marzo 2006, ore 21.00 La mediazione culturale. Società a confronto; i processi di acculturazione; le tre funzioni della mediazione culturale; i rischi nella mediazione culturale. Relatore: Carlo Berini. Con il contributo di Yuri Del Bar e Davide Gabrieli.
martedì 4 aprile 2006, ore 21.00 La scuola e i Sinti. Lo strumento sociale scuola nella società maggioritaria (in senso numerico) e nelle società sinte; la pedagogia interculturale; il progetto scuola nella Provincia di Mantova. Relatori: Luca Dotti, Davide Gabrieli. Con il contributo di Scilla Alberini, Tania Righi.
martedì 11 aprile 2006, ore 21.00 Sinti e Rom un'habitat possibile I "campi nomadi"; le micro aree e i terreni privati; la casa. Relatore: Yuri Del Bar
Il corso si tiene a Mantova nella sede di Viale Learco Guerra n. 23
Per informazioni Istituto di Cultura Sinta via don Enrico Tazzoli n.14 46100 Mantova telefono 0376 360643 fax 0376 318839 e-mail, ics@sucardrom.191.it
Di Fabrizio (del 14/03/2006 @ 15:11:19, in blog, visitato 1865 volte)
Crisi idrica nel nordest milanese. Da questa mattina Tikla e tutti
i suoi sono immersi in un grande pentolone, a strofinarsi con cura la
polvere di decenni.
Zio Kalderosh sta provandosi il vecchio vestito blu del suo
matrimonio.
Riporto, via Mirumir:
"La visione del primo confronto
televisivo tra il nostro presidente Silvio Berlusconi e Romano Prodi
(in onda martedì 14 marzo alle ore 21 su Raiuno) è una
bella occasione per continuare l'azione di motivazione e di recupero
degli elettori indecisi. Invita a casa tua qualche amico "tiepido"
o indeciso, per vedere e commentare insieme il confronto. È un
ottimo modo per stare insieme e per contribuire a consolidare la
nostra inesorabile rimonta..." Dall'inesorabile sito di
Forza Italia.
Sì vabbé, ma che si mangia???
Di Fabrizio (del 14/03/2006 @ 12:02:26, in Italia, visitato 3036 volte)
E' di tre giorni fa, lo ripubblico ora prima che sulla vicenda cali il silenzio:Il Comune di Milano sta approntando, con ampio ritardo, la cosiddetta messa in sicurezza del campo comunale per Rom in via Triboniano 210-212, costituito il 6 nov. 2001 e subito uscito… di sicurezza, per un’improvvido squillo di trombe mediatiche che lo trasformò in un punto di raccolta di Rom da tutt’Italia, con la conseguente drammatica condizione d’ingovernabilità –sia da parte dei capi famiglia, che delle autorità municipali- che è sotto gli occhi di tutti coloro che vogliono vedere, invece di fare propaganda. Il fuoco di mercoledì sera ha dato una mano, senza troppo distinguere fra regolari ed irregolari, come d’altronde fanno le autorità degli sgomberi. * Il giorno dopo il disastro la polizia era già all’opera per l’ennesima conta e così 10-15 persone sono state portate via con un pulmino dalle macerie ancora fumanti e dalle famiglie. Il progetto deliberato in Giunta prevedeva che l’insediamento sarebbe stato diviso in quattro settori. Gli abitanti di ognuno di questi settori sarebbero stati trasferiti in successione nel prato antistante, per consentire l’esecuzione dei lavori; quindi, gli aventi diritto (a giudizio insindacabile del Comune e con l’assistenza del servizio sociale, affidato alla Questura) avrebbero potuto poi prendere possesso dei containers messi a disposizione dal progetto (costo 1.050.000 €). * Non stiamo qui a sottilizzare su altri aspetti, quali la realizzazione, nonostante l’ostilità degl’interessati e degli altri abitanti del quartiere, d’un insediamento di 300 persone, in area di rispetto cimiteriale, nella zona 8 del Decentramento, già carica di analoghe presenze, con conseguenze a ricaduta sull’uso di servizi pubblici (scuola, sanità, trasporti…). * Contrariamente al previsto, si è cominciato dai Rom bosniaci, una famiglia allargata di 50 persone. Essi hanno assistito, dal fango del prato, in cui hanno trascorso questi mesi di pioggia e gelo, alle varie fasi dei lavori e, con grande sconcerto, a quella che ha portato all’installazione dei containers. Infatti, mentre la gru li sollevava per collocarli sul terreno, hanno potuto constatare che essi erano ampiamente danneggiati nella parte sottostante. Alcuni lo sono anche nell’interno e nel soffitto. Insomma, ci piove. Uno dovrà essere sostituito, perché i suoi allacciamenti non corrispondono a quelli che l’impresa ha realizzato nel terreno. *Ci chiediamo se questi scatoloni, ammassati a due metri l’uno dall’altro, abbiano veramente un costo tale da corrispondere a quello previsto in delibera, dove peraltro non si parla di materiali di recupero. Su ognuno di essi, infatti, una targhetta metallica recita: Commissario del Governatorato del Friuli. Ditta Autocar Nuova di Battistini Ezio. Cesena. Contr. N° 301. 9.7.1992. Riparato 11.2.1993. *I Rom romeni, autentici emigranti, a poco tempo dal preannunciato inizio (?) dei lavori, ancora non sanno con che criterio saranno scelti gl’inquilini e gli espulsi, col solito probabilissimo esito di famiglie spezzate, di bambini tolti dalla scuola, di lavoro faticosamente trovato e subito perso. Insomma una nuova Capo Rizzuto. *Non ci rimane che ricordare che dentro quelle scatole vivranno delle persone, che verranno a rilassarsi, tornando dal lavoro in cantiere, dei bambini ci ritorneranno da scuola e ci faranno i compiti, ecc. Una ‘corea’, come si diceva una volta, parlando di emigranti nostri. In fondo, ci pare un bel segnale d’integrazione e di cittadinanza, se degli zingari potranno, finalmente, vivere come i nostri terremotati. Ma, se scoppiasse un incendio, nel NUOVO CAMPO messo in sicurezza (ma con le bombole), che accadrebbe fra questi containers ammucchiati? il Presidente, Laurenţiu Sandu il vicepresidente Ernesto Rossi Milano 10 marzo 2006 Per informazioni ASSOCIAZIONE “ AVEN AMENTZA” – UNIONE ROM E SINTI – ONLUS Via Triboniano 212 – 20156 Milano (Italia). Tellefono +39.(02).48409114 Provincia di Milano, Via Pancrazi 10 –20145 Milano. Tel. +39.(02).7740.4489 – fax 7740.4490
Di Fabrizio (del 14/03/2006 @ 10:55:51, in Italia, visitato 2145 volte)
Ricevo e ripubblico, col permesso dell'autrice, questa lettera datata 12 aprile:
Caro Fabrizio, non so se lo sai, ma a a Roma ieri è morta una bambina. Era piccola, aveva appena 18 mesi. Giocava sul ciglio del fiume, un branco di cani l’ha inseguita, piena di terrore è scappata e caduta sul fondo. Le braccia che la potevano salvare non sono arrivate che quando era troppo tardi. La sua mamma l’ha stretta quando già la sua piccola non poteva sorriderle più.La sua morte è stata tragica come è stata tragica la sua breve vita e la vita dei suoi fratellini di due mesi e 7 anni, e della sua giovane mamma, di soli 23 anni che si è buttata per salvarla....troppo tardi.Sì, perchè nel terzo millennio, in un paese tra i più ricchi del mondo, in una capitale “con un tasso di crescita del 4,1%” , questi tre piccini vivevano con i loro genitori in una baracca, tra le canne, sul ciglio del fiume, vicino a loro altre baracche, altre famiglie, altri bimbi indifesi, vulnerabili, altri bimbi in pericolo.Questa bambina si chiamava Alina, veniva dalla Romania. Suo papà cercava di sopravvivere e far sopravvivere lei, la mamma, i due fratellini, offrendosi a giornata come manovale, ai “caporali”. Se aveva fortuna, era un giorno di lavoro, 35 euro per 10 ore a portar sacchi di mattoni e cemento. Altrimenti, andava ai semafori, lavava i vetri per portare a casa gli spiccioli buttatigli in mano da qualche automobilista più pietoso di altri.Erano rumeni, di etnia rom. Scappati dalla povertà, l’emarginazione, il razzismo. Scappati in Occidente, inseguendo un sogno di benessere, per una vita migliore per sè e i loro figli. C’è del male in volere questo?O forse c’è del male in una società che non accoglie e protegge i piccoli che vengono a lei? Come si può lasciar vivere delle famiglie, delle mamme in gravidanza, dei bimbi vulnerabili, in una baracca , sul ciglio di un fiume, tra le canne, in mezzo ai cani randagi? A pochi metri da seconde case magari lasciate sfitte...o con affitti stratosferici?Come è possibile, mi chiedo, che , se non si riesce a dar un tetto a tutti, almeno non si provvede ai bimbi e ai loro genitori, ai malati, a chi chiede asilo e altro rifugio non ha?Adesso che succederà alla mamma di Alina, ai suoi fratellini? Alla cuginetta di due anni caduta nel fiume insieme a lei, ma che , piccola di due anni, è riuscita a tirarsi fuori sulle sue gambette e che nei suoi occhi porterà per sempre il ricordo di una compagna di giochi che il fiume le portò via per sempre?(ho letto la notizia su repubblica di ieri, c'era un articolo in cronaca, comunque ecco un link all'ansa http://www.audionews.it/notizia.asp?id=140953)Ecco mi chiedo che possiamo fare noi per evitare che questo accada di nuovo? Scrivere al sindaco, ai giornali, che altro?Più siamo a farlo, meglio siamo, per questo te l'ho raccontato.
Mi chiedi alla fine cosa fare. Giuro che non lo so. Sarei tentato di ripostare tutta la tua lettera, con la risposta che segue, e vedere cosa ne salta fuori.
Ecco una lettera a cui è difficile rispondere. Perché ci sono troppi AGGETTIVI, che (parere personale) un rom non adopererebbe, o forse sì... ma di sicuro adoperiamo noi quando cerchiamo un pretesto:
- Era piccola, aveva appena 18 mesi...
- La sua morte è stata tragica come è stata tragica la sua...
- Suo papà cercava di sopravvivere...
- Scappati dalla povertà, l’emarginazione, il razzismo. Scappati in Occidente, inseguendo un sogno di benessere...
- seconde case magari lasciate sfitte...o con affitti stratosferici...
- piccola di due anni, è riuscita a tirarsi fuori sulle sue gambette...
Tutte cose giuste, anche se non conosco il caso personale, ma riferite a una nostra immagine del Rom, come specchio delle storture del nostro sistema. E magari questo sistema è marcio davvero, ma cambiarlo non è semplice, perché gli stessi AGGETTIVI allora li potrei usare per i milioni di Aline sconosciute che conducono la stessa vita, e di cui ci si ricorda quando passano alla TV, o quando tentiamo noi di imitare la TV. Come lo risolvi? Scrivendo al sindaco, ai giornali, che altro? Non ci credo. Sindaco e giornali non faranno niente, e noi ci saremo scaricati la coscienza sino al prossimo caso. I milioni di Aline, non sono Rom: magari sono del Ruanda, del Pakistan... o dell'Italia (ci sono anche nostri connazionali che condividono vite simili). Sapere che una bambina rom è morta così, non cambia niente del nostro sapere chi sono questi Rom. Perché, il Rom è chi vive in situazione di povertà estrema, come l'operaio che porta a casa uno stipendio ma tace sulla sua origine, è Rom chi subisce la miseria e chi cerca di combatterla, è Rom chi vive tra i cartoni e chi vive in una casa portandosi dietro ricordi da fuggiasco... Non cambieremo il mondo, forse aiuteremo i Rom a vivere meglio, quando sapremo capire la loro "romanipè" (l'essenza, ammesso che il termine sia giusto). Uomini e donne che possono convivere e collaborare, non oggetti da disprezzare o compatire.
Di Fabrizio (del 13/03/2006 @ 13:27:46, in Regole, visitato 1638 volte)
Marzo 2006 - 14:32 MEZ (APA/dpa) Il
Consiglio Tedesco dei Sinti e dei Rom ha chiesto di abrogare
l'identificazione di una persona come appartenente a minoranze
etniche, religiose e sessuali, da parte delle istituzioni statali e
dei media.
Il Consiglio della Stampa Tedesca
ha rifiutato, dicendo che gli editori devono avere la libertà
di scrivere sull'origine etnica di una persona e che qualsiasi
divieto imposto per legge aumenterebbe le discriminazioni.
Di Fabrizio (del 13/03/2006 @ 11:01:57, in Italia, visitato 3347 volte)
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Talmente abituati a scommettere su B. o su P., talmente abituati a una campagna elettorale continua, che i partiti di programmi e impegni farebbero volentieri a meno. Come dargli torto?
I votanti, una parte almeno, se ne sono accorti, hanno fatto un girotondo e com'era ovvio, sono finiti TUTTI GIU' PER TERRA a chiedere: “E i programmi?”
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Beh, ci siam detti un paio di mesi fa, se chi deve provvedere se ne dimentica, e chi deve protestare, protesta, PROVIAMO... si scrive noi qualcosa.
Voi non potete immaginare cosa può fare un collezionista di notizie, con una linea internet e 100 persone che discutono per due mesi.
...gli zingari, popolo di cui non frega niente a nessuno (come mi piace questa definizione!)
vivono sul suolo italiano da qualche secolo, abbastanza per aver imparato che se qualsiasi politico chiedesse il voto per loro, al limite rimedierebbe una solenne trombatura. E allora si è ragionato su cosa chiedere, non per i Rom e i Sinti, ma per i loro vicini sedentari, che dai Rom hanno preso lo stesso vizio di lamentarsi in continuazione.
Sarebbe bello, assieme, scoprire che si può anche fare, agire, ragionare... quando lamentarsi non basta.
E così, nasce il nostro programma. Povero, ma dignitoso, in stile con chi lo propone. Ma, la cosa più importante, fattibile e nell'interesse di tutti. I soliti sognatori dai piedi per terra!
Un po' ne siamo orgogliosi, mi pare ovvio, ma visto che, come si dice, è un programma partecipato, sarebbe interessante che i lettori potessero dirne peste e corna. Ci contiamo.
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Il candidato virtuale ha i suoi problemi:
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trovare gli urbanisti, i consorzi, le associazioni sul territorio che diano una mano;
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calcolare quanti siano i certificati elettorali mancanti al campo.
Perché, è come essere un minuscolo partito, l'un per mille della popolazione. In zona, un pacchetto di 50/70 voti può far comodo di questi tempi, o può darsi che non siano sufficienti. Di nuovo, bisogna chiedere una mano ai lettori.
E, visto che le elezioni sono un gioco democratico, per chiudere lascio la parola a un avversario politico (altrettanto virtuale)
Di Fabrizio (del 13/03/2006 @ 10:25:42, in Italia, visitato 1983 volte)
Un appuntamento segnalato da pensieri in migrazione: È stato annunciato un interessante appuntamento nei prossimi giorni a Milano. il titolo è: “Costruire l'integrazione nelle comunità multiculturali". Si svolgerà martedì 14 marzo 2006, a partire dalle ore 9.30, presso Spazio Oberdan, in piazza Oberdan (MM1 Porta Venezia. la Provincia di Milano, in collaborazione con il Centro COME e della Cooperativa Farsi Prossimo, presenterà i primi risultati del progetto finalizzato all'apertura, prevista nel 2007, di una " Casa delle Culture ", uno spazio di reciproca conoscenza e dialogo con i cittadini immigrati, occasione permanente di riflessione e di co-progettazione e struttura aperta alla collaborazione di coloro che vogliono fare del nostro territorio il luogo di una comunità coesa, solidale, interculturale. Nell'occasione verrà distribuita "INTEGRANDO - Mappa delle comunità straniere, dei servizi comunali e delle associazioni di mediazione nella provincia di Milano ". La mappa delinea, da un lato, la presenza sul territorio provinciale di "sportelli o servizi" per stranieri, predisposti localmente su base comunale o inter-comunale, dall'altro traccia la diffusione e le caratteristiche di associazioni e comunità straniere, nazionali e inter-etniche che vi risiedono. Verranno inoltre presentati i risultati di una serie di focus group rivolti ad alcuni testimoni privilegiati che da anni si occupano di integrazione e di intercultura, condotti dalla Provincia di Milano in collaborazione con il Centro COME, allo scopo di approfondire gli obiettivi del progetto di apertura della "Casa delle Culture" e delineare azioni e iniziative da realizzare in quello spazio. All'incontro prenderanno parte: Daniela Benelli, Assessore alla cultura, culture e integrazione della Provincia di Milano; Graziella Favaro e Miriam De Vito del Centro COME, che illustreranno il lavoro di realizzazione della Mappa e il suo funzionamento; Massimo Gatti e Gianluca Cassuto, operatori socio-culturali rispettivamente di Desio e San Donato Milanese, che illustreranno le politiche di integrazione dei loro Comuni; Bendaoud Mouchen e Almira Myzyri, mediatori linguistico-culturali, che parleranno della partecipazione degli immigrati alla costruzione delle politiche di integrazione
Di Fabrizio (del 13/03/2006 @ 10:08:44, in blog, visitato 1956 volte)
Sul termine Mahalla (o Mahala: i puristi non hanno ancora deciso quale sia la forma giusta), avevo dato una prima spiegazione lo scorso 25 maggio. Più recentemente avevo aggiunto delle informazioni che mi arrivavano dall' Egitto, dove avrebbe avuto origine e sussiste tuttora in altre forme. L'ultimo spiritoso contributo arriva da Ernesto Rossi:
MAHALA –le s.f. 1 periferia, borgata; de – triviale/volgare/da piazza/plateale 2 plebe, gentaglia; popolazione di una borgata
mahalagioaică –e s.f. (peggiorativo) ciana, comare, pettegola, donna volgare; donnaccia
mahalagism s.n. 1cianata, ciarla, pettegolezzo 2 becerata, comportamento triviale 3 parolaccia
mahalagiu -i s.m. 1 (raro) abitante di borgata 2 (per estensione) villanzone, tanghero, becero
(da Dicţionar Român – Italian, di Doina Concrea Derer. 2002, Bucureşti, Editura 100+1 Gramar)
Nota: le lettere sottolineate portano l’accento tonico, che in romeno non s’indica graficamente.
Le mahalà erano i quartieri periferici delle città romene, prima di tutte di Bucarest, prevalentemente abitate, quando non esclusivamente da Rom. Furono distrutte durante il regime di Ceauşescu, nell’ambito di un programma di risanamento e ammodernamento. Ma ai loro abitanti furono date le case popolari.
Commento: nessuna novità. Basta cercare zingaro sul vocabolario d’italiano.
...insomma, tranquilli che siamo tutti brava gente!
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