Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Gli Zingari fanno ancora paura?

La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Sucar Drom (del 21/03/2006 @ 01:48:18, in casa, visitato 2019 volte)

Ti Press Problema nomadi, altri cinque anni per risolverlo
BELLINZONA - Serviranno altri cinque anni al Governo per poter individuare quali saranno le aree di sosta per i nomadi. È quanto sostiene il Consiglio di Stato rispondendo a un'interrogazione firmata dal deputato leghista Lorenzo Quadri e cofirmatari. Alla domanda di Quadri "quali sono i tempi previsti per l'annunciato Piano di utilizzazione cantonale (PUC) che definisca le aree nomadi", il Governo ha risposto che "sulla base dell'esperienza già avuta con simile procedura si può indicare in circa cinque anni la durata della procedura tendente a formalizzare nel PUC le aree di sosta per i nomadi".

Insomma un problema - quello delle aree da destinare ai nomadi - che non è affatto facile da risolvere anche perchè come sottolinea il Governo nella sua lunga risposta all'interrogazione la collaborazione da parte dei Comuni è parecchio scarsa: "La riluttanza della popolazione sedentaria e la diversità della cultura nomade, sono sicuramente dei fattori che condizionano la collaborazione e disponibilità dei Comuni alla realizzazione, sul loro territorio, delle aree di sosta. Questo atteggiamento, che di fatto ha scaricato sul Cantone tutta la responsabilità concernente la gestione dei nomadi, compresa quella finanziaria, non risulta essere consono ad uno spirito di collaborazione che dovrebbe sussistere tra gli enti locali e l'Autorità cantonale".

Il Governo ricorda che:

- il Ticino è da sempre terra di accoglienza e continuerà a dare ospitalità ai nomadi, garantendo un soggiorno dignitoso e facendo in modo che ciò avvenga nel rispetto delle leggi e della sensibilità delle popolazioni indigene.

- è improponibile pensare di risolvere il problema dello stazionamento delle carovane di nomadi in Ticino semplicemente impedendo loro con la forza di fermarsi nel nostro cantone. Questa via non è solo impraticabile dal punto di vista legale, ma anche e soprattutto dal lato etico

- riteniamo che la presenza delle famiglie nomadi debba sempre rimanere in forma transitoria, numericamente sostenibile, in relazione con la capacità di accoglienza possibili nel Cantone.

Per quanto riguarda il progetto della Commissione nomadi di individuare "almeno quattro, meglio sei" aree attrezzate per i nomadi, il Governo afferma di ritenere "giudizioso poter disporre di quattro aree di sosta, due ubicate nel Sottoceneri e due nel Sopraceneri".
Sui relativi costi è ancora prematuro poter esprimere cifre, dato che prima devono essere individuate le aree, aree che - viene precisato dal Consiglio di Stato - "sono indispensabili per evitare che i nomadi sfuggano la controllo delle autorità di polizia e vadano a sistemarsi, senza autorizzazione, in terreni privati".
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Di Fabrizio (del 20/03/2006 @ 15:20:02, in Kumpanija, visitato 1787 volte)

da: Saimir MILE

Cari amici, nonostante una serie di difficoltà finanziarie dovute all'assoluta mancanza di appoggi, le OnG rromani di Francia assieme alla Casa d'Europa e d'Oriente, organizzano a Parigi una Conferenza Storica Internazionale sui 500 anni di schiavitù patiti dai Rom nei principati di Moldavia e Muntenia (Valacchia). Il ricevimento verrà offerto da Bertrand DELANOË, sindaco di Parigi, nei locali del Municipio dove verrà inaugurata la conferenza.

Saluti da Parigi

Il comitato organizzatore

Phrala!len, Pheja!len,
Madikh so but sas amen pharimàta, odolesqe so khonik ni mangla te del amen love, amare rromane organizàcie and-i Frànca khetanes e Evropaqe thaj e Mesmerigesqe Khereça, keren jekh Maśkarthemutni Historikani Konferència vaś i robìa e Rromenqi and-i Moldàvia thaj and-i Muntènia. O śerutno e Parizosqo, o Raj Bertrand DELANOË, akala okaziaça kerel jekh patǐv and-o Kher e Forosqo.
But baxt aj sastipen savorrenqe
Kotar i ekìpa e organizatorenqi

Parigi, 21 e 22 marzo

Il programma completo e l'invito alla conferenza su Romano_Liloro

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Di Fabrizio (del 20/03/2006 @ 09:58:09, in Regole, visitato 1681 volte)
Diritti, doveri, assistenza e mediazione culturale, in un recente scambio d'opinioni sono emersi questi nodi che, dopo il mio commento, faccio riprendere ad Aleksandra...
Caro Fabrizio,
a proposito di Alina ho lasciato un commento forse un pò duro, non sono certa che rispecchi le tue idee, se ho esagerato mi scuso perchè ero "in casa tua". Ti ricordi di Fatima?
Adesso è guarita ma ha altri problemi: ha un timpano perforato da anni e ogni raffreddore può causarle complicazioni. Fatima va in giro a piedi nudi (c'è mezzo metro di neve!), eppure abbiamo portato loro anche abiti, calze...nonostante l'incidente continuano ad accendere fuochi nella discarica, spesso lo fanno i bambini da soli. Abbiamo discusso coi genitori, ma non abbiamo ottenuto nulla di concreto.
Continuiamo ad aiutarli, appena sarà possibile lavoreremo al tetto della baracca.

Possibile che non ci sia modo di far capire loro che devono assumersi delle responsabilità?
Se questo è un aspetto della romano djivdipe io non lo accetto, il che non vuol dire che non rispetti la loro cultura o la loro diversità.
Non accetto nemmeno molti aspetti della cultura gage!

Da Zajedno/Insieme:

Siamo andati a trovare Fatima per parlare del tetto, di come poterlo impermeabilizzare. Negli ultimi tre giorni è caduto mezzo metro di neve e grandi gore d’umidità si allargano sui muri appena imbiancati. Fatima disegna, seduta sul tappeto. Bisognerà trovare un tavolino e una sedia, in modo che possa fare i compiti in una posizione migliore. Le chiedo di mostrarmi il suo disegno: Fatima, il fratellino Ferdi, la mamma, il papà, “la mia nuova stuffa”, un fiore e la sagoma di una mano con delle scritte all’interno. Le chiedo spiegazioni. Timida e impacciata si scusa perché non parla bene il serbo, le dico di parlare liberamente in italiano o romane, lei sorride e risponde:”guerra è quando buttano le bombe, quando ci mandano via dalle nostre case, quando abbiamo fame, quando siamo soli, o malati e nessuno ci aiuta…” aspetto di sentirle dire se adesso sa che cosa sia la pace, ma una voce dall’esterno ci interrompe, lei si alza, indossa un paio di zoccoli da donna, forse della madre ed esce dalla baracca. “Ha le scarpe, mi rassicura Senada, indicandomi la stufa, ma sono bagnate”. Rimango così, col foglio in mano, a guardare dalla finestra le sue impronte troppo grandi sulla neve….


Diritti e doveri! Se un cittadino serbo lascia da solo i propri figli minori di 12 anni è passibile di arresto. I rom sono cittadini come gli altri? Vogliamo che lo siano?
Se sei in difficoltà ti aiuto, ma non puoi pensare che ti è dovuta assistenza a vita perchè tu, poverino, sei rom! Essere rom non vuol dire essere invalidi o handicappati!
I vicini di casa di Fatima ci hanno coperto di insulti perchè "rubiamo i loro soldi", come se fossimo entrati in casa loro a derubarli! Questo è uno dei risultati del vittimismo e dell'assistenzialismo!
Ci siamo anche offerti di trovare un lavoro al padre della bambina che, naturalmente, è scappato a gambe levate dicendo che non può allontanarsi troppo per motivi di faida con altre famiglie, ma che spesso e volentieri vediamo ubriaco in centro.
A me dispiace per i bambini, ma chiedo un'assunzione di responsabilità e il rispetto di alcune regole. Mi sbaglio?
Saluti
Aleksandra
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Di Fabrizio (del 20/03/2006 @ 09:56:10, in scuola, visitato 1698 volte)
Carissimi,
Vi invio un testo del giornalista Zoran Ivanov,, direttore dell'Agenzia Informativa Macedone, sulla situazione della scolarizzazione dei Rom in Macedonia.
Asmet Elezovski
National Roma Centrum
elezovski@nationalromacentrum.org

LA CHIAVE E' NELL'EDUCAZIONE

Alvaro Hil Roblens, commissario per i Diritti Umani del Consiglio d'Europa, ha recentemente presentato a Strasburgo il proprio rapporto. Il rischio per i diritti dei Rom è uno dei leit-motiv del rapporto, che ha anche toni allarmati per la situazione che coinvolge 10 milioni di abitanti della Comunità Europea all'alba del XXI secolo.

All'atto pratico, il rapporto si limita a sottolineare la necessità del collegamento tra autorità, istituzioni e gli stessi Rom per arrivare ad una serie di misure di generico livello di civilizzazione, che appoggi gli sforzi del "Decennio Rom" in tutte le sfere della vita sociale ed economica.

Di conseguenza, la base proritaria di ogni sforzo è nell'impulso alla scolarità ed all'educazione più in generale. Causa i bassi standard, gli anni se non i secoli di nessuna attenzione allo status dei Rom, nelle stesse nazioni più sviluppate, la loro attuale situazione è di non essere competitivi sul piano della scolarizzazione e su quello economico, o se preferite sul piano della civilizzazione. Sono la cattiva coscienza dell'Europa.

Parlando statisticamente, è corretto notare che tra loro ci sono dottori, avvocati, insegnanti, uomini d'affari e politici. Ma il fatto è che le autorità e gli stati hanno fatto poco o niente per aiutare questi concittadini, perché a livello globale uscissero dalla loro ignoranza. Questa la ragione ed assieme la conseguenza della miseria sociale globale che attanaglia i Rom.

Questo è il secolo della globalizzazione. E' una sfida per tutti, anche i Rom di questa regione sono coinvolti i questo sommovimento economico. Ma la globalizzazione esclude quelle comunità che non sanno porsi in comunicazione e cooperare indipendentemente dall'appartenenza etnica o religiosa: finiscono isolati e marginalizzati. In questo Decennio Rom,

La Repubblica di Macedonia sta facendo contemporaneamente molto e poco per la comunità Rom. In questo Decennio Rom, una risoluzione che il nostro paese firmo già 18 mesi fa, corre l'obbligo di un contributo attivo e reale. Mancano però le linee guida del programma, assieme alle indicazioni di spesa che potrebbero garantire un progresso sociale alla comunità rom.

"La chiave è nelle tue mani" è il titolo della campagna dell'OnG National Roma Centre. Come molte altre OnG romani, dipende per buona parte dei progetti da finanziamenti stranieri. Bene per loro se dirigono questi progetti in direzione della scuola. Il dato, su 7868 bambini rom iscritti alle elementari, meno di 600 terminano quel ciclo, è chiarissimo; riguarda lo stato e le istituzioni, soprattutto.

Riteniamo di saperne abbastanza, ma in realtà conosciamo troppo poco sulla  vita dei Rom, quelli che stanno sotto i nostri balconi, agli incroci stradali, lungo le sponde del Vardar... Qiuanti di noi si preoccupano che migliaia di famiglie rom, nostri concittadini, non hanno assistenza sanitaria, per fare un esempio.

Naturalmente, lo stato ribatterà con le proprie statistiche, dicendo che si prende cura dei Rom, che sono state assegnate borse di studio a 800 di loro, che sono stati stanziati 1,2 milioni di euro, che hanno le loro municipalità, che la percentuale di frequenza della scuola elementare è cresciuta dal 18 al 23%, che il nostro paese è indicato come un esempio degli sforzi per l'integrazione dei Rom nella società maggioritaria, ecc. ecc.

Ma pesa su questo Decennio tutto il tempo passato di isolamento, particolarmente alle elites romanì su come disegnare e imporre una loro strategia nazionale per i prossimi dieci anni. Quindi, come interloquire con le istanze statali. All'inizio di tutto e come priorità, l'educazione. Come risultato, l'educazione.

Zoran Ivanov,
Director of Macedonian Informative Agency.

Rif: dal sito del governo macedone

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Di Fabrizio (del 20/03/2006 @ 09:34:02, in blog, visitato 1812 volte)

Dal vostro agente speciale. Milano e Cologno Monzese, estrema periferia nord est. Tra le due sponde del fiume Lambro, un concitato dialogo sul filo del telefonino:

  • Jagoda? Sono X...

- Che vuoi?

  • Come va la famiglia? Tutto bene?

- E da quando ti preoccupi della mia famiglia? Dimmi cosa vuoi.

  • Non fare così, t'ho sempre aiutata. Senza di me non avresti potuto aprire un banchetto davanti agli studios.

- Ho capito: qualcuno s'è lamentato che i miei panini con la peperonata sono troppo pesanti. Vuoi che tolgo il pejote?

  • Senza, non li mangerebbe più nessuno! Dovresti conoscere i nostri gusti. Non ti preoccupare, i panini vanno fortissimo.

- C'è un altro carico di stagisti da mandare nei campi per fare il solito apprendistato di tv-verita?

  • No, che poi non sappiamo più dove metterli e alla fine sono costretti ad imparare un lavoro vero!

- Che scena penosa...

  • Non me lo dire! E' che... avevo bisogno di un favore, un grosso favore!

- Volentieri. Non si nega mai un favore a chi vincerà le elezioni.

  • Vedi, è proprio qui il punto. Ora tutte le bocche sono cucite e nessuno si scopre. Ma credo che "quello" sia impazzito. E se si perdesse?

- Mi sembra che dicesse che gli imprenditori DEVONO essere ottimisti!

  • Sì, manca poco che dichiari guerra all'Olanda! E' uscito pazzo, ti dico. Ma mi raccomando: acqua in bocca. Guarda, ti sembra che la Lucia l'avrebbe trattato in quel modo, se non sapesse che il vento sta per cambiare? Quella ci vedrà anche storto, ma a naso non la batte nessuno!

- Devo confessartelo: lavoro anche con la concorrenza. Mi chiese una sfera di cristallo tanto tempo fa.

  • Ti capisco, tutti dobbiamo campare. Senti, qui da noi il clima si è fatto pesante sul serio. I panini, non potresti avvolgerli col Corriere o col Sole 24 Ore? Anzi, aggiungici anche la Gazzetta, prima che scoprano che anche quello è un giornale comunista.

- Se vuoi, posso persino trovarti qualche vecchio numero di Repubblica. Basta pagare.

  • Ti ringrazio. Se non ci fossi tu...

- Mi sembra di annusare che le richieste non finiscono qui...

  • Guarda, mi vergogno un po', ma devo pensare anche alla mia di famiglia. Lunedì 10, facci trovare un elicottero col serbatoio pieno e dei passaporti in ordine.

- Non ti preoccupare, sarà fatto. Chi resterà negli studios?

  • Forse neanche Emilio. Magari, qualche incaricato della sicurezza.

- Affare fatto. In cambio procurami le cassette della prima serie di Dallas, e un paio di carrelli dolly, che dobbiamo usarli per potare gli alberi.

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Di Fabrizio (del 19/03/2006 @ 18:30:09, in casa, visitato 2389 volte)

I residenti di via Fermi uniti ai Rom per sollecitare interventi

Ieri mattina, venerdì, gli abitanti della zona, assieme ai Rom ospiti, hanno fatto visitare il campo “provvisorio” ai giornalisti.
Evidenziate le gravi carenze igienico-sanitarie della struttura. Richiesto l’interessamento delle autorità. Il giorno prima il campo era stato visitato dal sindaco di Novara Massimo Giordano

di Massimo Delzoppo - sabato 18 marzo 2006
pag. 9 - CRONACA

"Si possono lasciare dei bambini in queste condizioni?". La domanda che ci rivolge Piotr, uno dei tanti nomadi rom che vivono nel campo "provvisorio" di via Fermi a Novara, è quella più frequente che sentiamo mentre visitiamo l'area Siamo stati convocati ieri mattina, venerdì, dai residenti della via e dagli stessi nomadi per sollecitare un intervento da tempo atteso, per risolvere una difficile situazione a livello di sicurezza e igiene.

Ad attenderci una delegazione di cittadini formata da Gianluigi Roggia, Antonio Colferai, Giovanni Longoni, Claudio Siviero. "Noi e i rom ci sentiamo entrambi abbandonati dalle istituzioni. - spiega Gianluigi Roggia - Questo problema è stato lasciato tutto sulle nostre spalle e sulle loro. Quindi per motivi diversi sia gli abitanti di via Fermi che i rom vogliono che questa situazione si sblocchi. Questo doveva essere un campo "provvisorio" che è così dal 2001. Guardatevi attorno e dite se tutto questo è degno di una città civile".

La visita al campo offre subito l'idea di come sia sicuramente difficile viverci. I servizi igienici chimici sono pochi e ci viene spiegato che "l'impresa che deve pulirli non sempre passa". Le roulottes del campo non hanno la possibilità di scaricare in un apposito pozzetto le acque. Questo fatto crea problemi a livello di rete fognaria. Spesso avvengono intasamenti delle caditoie con susseguenti esondazioni "e tante volte d'estate l'odore è insopportabile", racconta Antonio, un altro dei referenti della comunità rom.

E' lui a raccontare che nella giornata di giovedì è arrivato in via Fermi il sindaco di Novara: "E' venuto Giordano. Gli ho chiesto se ci avrebbero presto dato un nuovo campo e lui non ha detto né sì, né no, ha aperto le braccia". In merito a questa visita Gianluigi Roggia, per i residenti di via Fermi, aggiunge: "Loro sono stati fortunati ieri a parlare col sindaco, noi in cinque anni abbiamo sempre avuto come interlocutori solo gli assessori".

Mentre giriamo per il campo è un continuo sollecitarci a guardare e raccontare le condizioni di vita. Tante voci di uomini e donne: "Siamo a Novara da quasi trent'anni. Tutti i bambini sono nati qui ma anche tanti giovani". "Vi sono città con un numero alto di rom e hanno risolto il problema; qui siamo un'ottantina, possibile che non si riesca a far niente?".

"Vogliamo solo un terreno dove metterle, poi pagheremo noi le case prefabbricate. Servizi igienici e docce, questo è l'importante". Paolo, un giovane dice: "Non siamo mica degli animale. Dormire si può dormire anche se fa freddo, ma l'igiene è una cosa importante, come si fa a resistere in queste condizioni? Poco distante da qui c'è il campo dei nomadi Sinti, dove è tutto bello, ordinato, le docce e i servizi igienici funzionano. Perché non si può fare qualcosa così anche per noi? D'inverno l'acqua spesso gela".

Mentre guardiamo la parte dove sono collocati i wc chimici, vediamo che è una zona di sterpaglie. "Quando arriva il caldo c'è una vera e propria invasione di bisce e vari rettili. Entrano dappertutto. Sul retro del campo c'è un corso d'acqua senza barriere sulla sponda e spesso i bambini giocando rischiano di caderci dentro". I rettili sono sicuramente una delle cose più segnalate.

La luce arriva alle baracche di legno e alle roulotte con impianti di fortuna. I fili elettrici penzolano pericolosamente e scorrono sul terreno calpestati dalle automobili e dalle persone. "Ogni tanto qualcuno prende la scossa", spiega Piotr.

I rom del campo sono quasi tutti provenienti dalla Polonia. "Vogliamo avere un numero civico, avere dei documenti d'identità. Ora non ne abbiamo. Ogni volta che fermano un minore deve passare ore in Questura. Persino i canili hanno un numero civico, persino i cani hanno un numero di riconoscimento. Noi no!".

Rom e italiani parlano poi della loro coesistenza basata su rapporti di buon vicinato che però non bastano. "Quando c'è troppo rumore in certi orari, attraverso la strada vado nel campo - spiega Roggia - e mi rivolgo ad uno dei responsabili della comunità che dice ai giovani di smetterla".

"Sì, spesso i ragazzi fanno musica troppo ad alto volume e allora devo intervenire. - dice Antonio - Per questo speriamo ci diano un'area anche lontana dalla città dove non disturberemo più nessuno". "Non siamo dei santi, lo sappiamo, ma come si può lasciare dei bambini in queste condizioni?" - a parlare è Cristina, una donna di 46 anni -Noi ringraziamo i novaresi che con le loro tasse pagano la nostra luce, l'acqua. I bambini vanno tutti a scuola e passa l'autobus a prenderli. L'Italia è sicuramente la nazione che più fa per i nomadi, però chiediamo un ulteriore sforzo per risolvere questa realtà. Un'area o case popolari dove possiamo pagare un affitto".

Rom e residenti, mentre finiscono di farci visitare la zona, ci dicono: "L'impressione è di abbandono. La pulizia del campo si è diradata, i cassonetti dell'immondizia vengono svuotati con cadenza non consueta, i tombini nonostante le tante segnalazioni non sono mai stati puliti". Gianluigi Roggia, prima di salutarci, dice: "Nei giorni scorsi abbiamo chiesto un colloquio al Prefetto e siamo in attesa di una risposta. E' la nostra, e la loro, ultima speranza".

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Di Fabrizio (del 19/03/2006 @ 13:30:23, in musica e parole, visitato 2920 volte)
segnalazione di Daniela De Rentiis:
Poesia - Narrativa - Teatro - Fotografia Disegno - Pittura - Scultura - Musica Saggistica - Video - Documentario - Film. OPERE EDITE ED INEDITE - PREMI SPECIALI PER BAMBINI E SCUOLE
Regolamento

1 ) Il Concorso è aperto a tutti senza alcun tipo di discriminazione. Le lingue ammesse al concorso sono: Romanì (zingara), Italiano, Inglese, Francese, Spagnolo.

2) Le opere devono essere inviate in un plico unico, raccomandato, nel modo indicato nelle diverse sezioni entro e non oltre il 31/08/2006 all'organizzatore del concorso: Santino Spinelli Presidente Ass. Thèm Romanò Via S. Maria Maggiore n.12, 66034 LANCIANO (CH) ITALIA.

3) I membri della Giuria, composta da una Commissione Internazionale saranno resi noti il giorno della Cerimonia di Premiazione che avverrà a Lanciano il 08/10/2006. Il giudizio della Giuria è inappellabile.

5) Il verbale della Giuria e i nomi dei vincitori e dei premiati saranno resi noti tramite la pubblicazione sul periodico Thèm Romanò (Mondo zingaro).

5) La partecipazione al concorso delle opere inedite implica la cessione gratuita dei diritti all'organizzazione per la pubblicazione su Antologia, la quale sarà tradotta in diverse lingue.

6) Tutte le scuole di qualsiasi ordine e grado, sia pubbliche che private con i loro alunni possono partecipare. Sulle opere dovranno essere chiaramente scritti i nomi degli alunni, la classe e la scuola, la città e il nome dell'insegnante/i che ha/ hanno sostenuto l'iniziativa.

7) Ogni autore può partecipare a più sezioni e a più categorie o alla stessa categoria con più opere pagando le relative quote di partecipazione.

8) Saranno escluse (senza rimborso) tutte le operenon concernenti il tema indicato.

9) I premi devono essere ritirati personalmente o da persone delegate, pena la decadenza dello stesso.

10) Il concorso prevede le seguenti sezioni con le relative categorie:

Sezione Opere Inedite

Sono ammesse opere inedite che dovranno pervenire in n. 6 copie dattiloscritte (cat. a-b-c) o n.1 copia (cat. d-e-f). Delle categorie a-b-c- solo una copia deve recare il nome, cognome, indirizzo, nazionalità, telefono, curriculum vitae, foto e firma del partecipante.

Cat. a) Poesia in lingua romani (zingara) standard o in uno dei dialetti. Tema: libero. Fino a n. 3 poesie (max 50 versi). Ogni poesia deve essere munita di traduzione in italiano o in una delle lingue internazionali (inglese, francese, spagnolo) specificando di quale dialetto si tratta.

Cat. b) Poesia in lingua italiana, inglese, francese, spagnola. Tema: il mondo zingaro (un aspetto qualsiasi o un evento storico o un personaggio celebre o meno o un'esperienza etc.). Fino a n. 3 poesie (max 50 versi).

Cat. c) Racconto breve in lingua romani (zingara), inglese, francese, spagnola, o italiana che non superi due cartelle dattiloscritte (ogni cartella equivale a 1800 battute: 30 righe da 60 battute). Tema: il mondo zingaro (vedi cat.b). Le opere in lingua zingara devono recare la traduzione in italiano o in una delle lingue internazionali (inglese, francese, spagnolo).

Cat. d) Opera teatrale inedita (una sola copia) concernente il mondo zingaro (vedi cat.b) senza limitazioni. L'opera vincitrice potrà essere messa in scena durante la XI edizione della manifestazione "Prin©karanÞ - Conosciamoci. Incontro con la cultura romanì" che includerà anche la cerimonia di premiazione del Concorso "Amico Rom".

Cat. e) Racconto o romanzo inedito concernente il mondo zingaro (vedi cat.b) senza limitazioni.

Cat. f) Tesi di laurea o Monografia riguardante il mondo zingaro (storia, lingua, costumi, tradizioni, musica, etc.).

Sezione Arte Figurativa

Sono ammesse al concorso fotografie, pitture, disegni, sculture di qualsiasi genere e in qualsiasi stile o tecnica purchè rechino un titolo e fissino un momento di vita zingara (o un personaggio zingaro celebre o meno o un'attività tipicamente zingaresca).

Le opere migliori illustreranno la VI Antologia del concorso e saranno inserite in una grande mostra artistica internazionale. Allegare nome, cognome, indirizzo, nazionalità, curriculum vitae, firma e foto del partecipante. Gli autori dovranno far arrivare le opere in buone condizioni.

Cat. g) Disegno (max 3 opere) inedito con titolo eseguito singolarmente o collettivamente con dimensione massima cm 100x70. Inviare una sola copia per ogni disegno.

Cat. h) Fotografia (max 5 opere) inedita, con titolo, in bianco e nero o a colori. Inviare le foto con le seguenti dimensioni: 1 ) cm 20x30 o 2) cm 30x45.

Cat. i) Le pitture o sculture (con titolo) potranno pervenire anche solo a mezzo fotografico con una breve relazione riguardante: il titolo, la tecnica impiegata, lo stile, il materiale usato, le dimensioni. etc.

Sezione Opera Edita

Opere pubblicate dal 1986 in poi in una delle lingue del concorso riguardante il mondo zingaro: espressioni artistiche, studi, ricerche. etc. Deve pervenire una copia contenente il nome, cognome, indirizzo, nazionalità, telefono, foto, data di pubblicazione, firma del partecipante e curriculum vitae.

Cat. l) Raccolta di poesia in lingua zingara (o in un'altra lingua purchè contenga almeno due poesie ispirate al mondo zingaro) .

Cat. m) Racconto (in una raccolta anche solo un racconto dedicato al mondo zingaro) o romanzo (anche solo un capitolo riguardante il mondo zingaro).

Cat. n) Teatro (anche solo un atto o una scena dedicato o ispirato al mondo zingaro)

Cat. o) Tesi di laurea o Monografia riguardante il mondo zingaro (storia, lingua, costumi, tradizioni, musica, etc.)

Cat. p) Musica zingara o musica ispirata al mondo zingaro (Compact Disc, musicassette, dischi, partiture musicali). Ai vincitori di questa categoria sarà ancheofferta lapossibilità di un concerto da tenersi alla fine della Cerimonia di Premiazione del Concorso "Amico Rom", nell'ambito di un Festival internazionale di musica zingara.

Cat. q) Video, film, documentari riguardanti il mondo zingaro.

Le migliori opere saranno proiettate durante la VI Edizione della Manifestazione "Prin©karanÞ Conosciamoci. Incontro con la cultura zingara"

Premi

Ai primi classificati di ogni categoria trofei e Diplomi d'Onore personalizzati, viaggi e soggiorni (max tre giorni) a Lanciano (Chieti) completamente rimborsati se stranieri. Fra i primi classificati di ciascuna categoria verrà scelto un vincitore assoluto che vincerà il premio del Presidente della Repubblica Italiana.

Ai secondi classificati di ogni categoria trofei e diplomi d'Onore personalizzati. Ai terzi classificati di ogni categoria premi e diplomi d'Onore personalizzati.

Numerosi premi speciali fra cui: Premio Speciale Scuola, (saranno premiati scuole, alunni ed insegnanti), Premi alla Carriera, Premio Phralipè 2006.

Quota di Partecipazione

La Quota di partecipazione è GRATIS per tutte le categorie.

I vincitori saranno segnalati alla televisione, alla stampa e alle riviste specializzate nazionali ed internazionali.

N.B.: per abbonarsi al periodico trimestrale "Thém Romanò (Mondo zingaro) ON-LINE basta versare Euro 13 (Euro 16 per l'estero) o a mezzo vaglia o assegno intestato all'Associazione Thém Romanò (Mondo zingaro) Via S.M.Maggiore,12 - 66034 Lanciano (CH) ITALIA.

Partecipa e fai partecipare al Concorso per far conoscere, apprezzare e valorizzare un mondo sconosciuto.

Per agevolare il lavoro della Commissione Giudicatrice internazionale non aspettate l'ultimo momento per inviare le vostre opere.

per contattarci

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Di Fabrizio (del 19/03/2006 @ 09:35:48, in Regole, visitato 1723 volte)
TIRGU MURES – La locale OnG Pro Europe League, in cooperazione col Consiglio d'Europa, ha presentato uno studio sulle discriminazioni etniche e razziali nelle regioni di Arad, Cluj, Harghita, Timis e Sibiu.

Gli autori sono giunti alle conclusioni che gli stessi incaricati di far rispettare la legge non sono a conoscenza della legislazione sulle minoranze o non la osservano. Secondo Haller Istvan, uno dei responsabili di Pro Europe League, la discriminazione è presente in Romania come in tanti altri paesi. "Si portano esempi come quelli del proibire l'ingresso al ristorante o di vietare l'accesso ai bagni pubblici. Ma vedo altrettanto pericolo nel modo in cui la storia delle minoranze viene raccontata nei testi scolastici, screando una serie di stereotipi negativi. Invece, dovremmo conoscere la cultura dei nostri vicini. Abbiamo vissuto assieme per centinaia di anni, ma conosciamo pochissimo gli uni degli altri. Ad esempio, i nostri studenti non hanno mai sentito parlare di  Petofi Sandor, e questa è una perdita per tutti."

Gli autori dello studio affermano che i manuali di storia inducono le menti degli studenti a sentimenti di rigetto verso le minoranze nazionali,. Ad esempio, nei libri di testo per la minoranza ungherese, i manuali sono tradotti dal rumeno all'ungherese e i bambini di quell'etnia apprendono di essere i discendenti dei Daci (gli antichi abitanti dell'attuale Romania).

Fonte Romanian_Roma

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Di Fabrizio (del 18/03/2006 @ 11:00:39, in Italia, visitato 1770 volte)
La vicenda è introdotta nel blog Sucar Drom:

Le fiamme si sono levate alte ieri notte nel "campo nomadi" che sorge nella pineta dell’Arenosu ad Alghero. Si è svegliato appena in tempo l'anziano Rom che dormiva da solo nella baracca che ha preso fuoco.

Il rogo sembra sia partito poco dopo le 20,00, da una stufa a legna dimenticata accesa in cucina. Quando l’uomo è balzato dal letto, la stanza era completamente avvolta dalle fiamme. Ha provato a domare le fiamme lanciando due secchi di acqua, ma è stato tutto inutile. Il legno che costituiva la struttura ha favorito il propagarsi dell’incendio che in pochi minuti l’ha divorata «Ho preso il cane e sono scappato via», ha raccontato l’uomo, stringendo a sé il piccolo animale ancora spaventato per il pericolo scampato.

Il tempestivo arrivo dei vigili del fuoco sopraggiunti con un’autobotte nel "campo nomadi", ha impedito che le fiamme avanzassero fino a interessare la pineta o altre baracche. La vegetazione infatti non è stata intaccata, ma dell’abitazione lignea del rom, non è rimasto che lo scheletro. All’interno tutti i suoi oggetti sono finiti in cenere.

Un utile approfondimento del giorno dopo:

L’incendio verificatosi la scorsa notte nel campo nomadi, all’interno della pineta sulla direttrice per Santa Maria la Palma, ripropone ancora una volta un problema che negli ultimi vent’anni nessuna amministrazione che si è succeduta alla guida della città è riuscita a risolvere in maniera concreta
ALGHERO - L’incendio verificatosi la scorsa notte nel campo nomadi, all’interno della pineta sulla direttrice per Santa Maria la Palma, ripropone ancora una volta un problema che negli ultimi vent’anni nessuna amministrazione che si è succeduta alla guida della città è riuscita a risolvere in maniera concreta. Della realizzazione di una vera area attrezzata per la sosta delle famiglie Rom se ne inizia a parlare dai primi anni ’90 quando vengono resi disponibili appositi finanziamenti regionali per la realizzazione di campi di sosta per i nomadi. Da allora le varie amministrazioni hanno lavorato in questo senso richiedendo i fondi e regolarmente perdendoli per la mancanza di accordo sulla localizzazione del sito dove realizzare l’area attrezzata. Un disaccordo che vide in varie occasioni la protesta delle famiglie assegnatarie dei terreni limitrofi al potenziale sito del campo nomadi e in altri momenti l’Opera Nomadi contraria a siti troppo nascosti e a rischio di “ghettizzazione”. Sta di fatto che nessuna amministrazione è quindi riuscita a risolvere tale problema. Nel frattempo in questo ventennio si è assistito ad un deturpamento ambientale senza precedenti che ha portato al diradamento consistente del patrimonio boschivo della pineta del Calich e contestualmente all’inquinamento dell’intera area fino alle sponde dello stagno con rifiuti tra i più pericoli e nocivi quali carcasse d’auto con il loro carico di olii esausti, batterie e altro ancora. L’incendio della scorsa notte che avrebbe potuto avere tragiche conseguenze non è che l’ultimo di una lunga serie. Fuochi accesi per scaldarsi utilizzando gli alberi di pino, fuochi per fondere le plastiche dei fili elettrici per poi estrarre il rame utilizzato dai Rom per le loro attività artigianali, sono solo alcune delle azioni svolte senza nessun controllo. Per non parlare poi della corrente elettrica messa a disposizione dal comune e che viene lasciata accesa giorno e notte. Insomma un campo fuori da ogni dettame di civiltà e regolamentazione. Bambini che giocano nel fango d’inverno e nella polvere d’estate. Via vai di auto e poco controllo di quello che si fa all’interno del campo. Il Comitato di Quartiere di Fertilia per diversi anni si è adoperato per una integrazione dei Rom attraverso la scolarizzazione. Un progetto che andò avanti per un po’ di tempo in maniera positiva con la frequentazione della scuola elementare da parte dei bambini ma poi tutto è finito li. Oggi più di ieri diventa assolutamente necessario un sito idoneo per le due famiglie Rom. Un area controllata, recintata, dotata di piazzole di sosta, acqua , potabile ed energia elettrica. Ma soprattutto igiene, non è più tollerabile infatti che venga consentito l’accumulo di rifiuti in maniera così disinvolta. Non è più accettabile che la cultura diversa, l’etnia diversa possa essere il pretesto per inquinare e devastare l’ambiente. L’amministrazione comunale dunque è chiamata a svolgere il proprio ruolo per regolamentare la vita di queste famiglie ospiti nel territorio algherese e non più nomadi, ma stanziali. Diritto dunque a vivere in un ambiente dignitoso, ordinato e igienico, ma anche l’obbligo a farlo rimanere tale.
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Di Daniele (del 18/03/2006 @ 10:43:37, in Europa, visitato 1900 volte)
Segretario di Stato Signora Condoleezza Rice,

siamo delusi riguardo il blando resoconto sulla situazione dei diritti umani in Danimarca nel 2005 che il suo dipartimento ha pubblicato, e in particolar modo per l'assenza di menzione dei problemi della minoranza rom.
Crediamo che le ripercussioni in tutto il mondo della pubblicazione intenzionalmente provocatoria (e insieme al testo) della 12 vignette del profeta sul "Jyllands-Posten" il 30 settembre 2005, e il successivo modo di affrontare poco diplomatico i sentimenti dei musulmani da parte del governo danese e specialmente del primo ministro danese, avrebbero dovuto metterla in guardia sulle serie e potenzialmente pericolose fratture nella società danese. Abbiamo fatto appello all'ufficio del Primo Ministro proprio dalla pubblicazione che le ripercussioni sarebbero state indirizzate sul serio. Abbiamo offerto la nostra assistenza e indicato le possibili azioni.
Ci riferiamo anche alla dichiarazione della Commissione dei Ministri del Consiglio Europeo del 14 dicembre 2005, che ha seguito la visita in Danimarca della delegazione CoE, e che specificatamente ha menzionato l'istruzione segregata dei bambini rom nella municipalità di Helsingør.
Questa, comunque, è solo una questione, e ci sono molti problemi riguardo la minoranza rom, che conta almeno 20.000 anime, e che ha una storica relazione ininterrotta e di lunga data con la Danimarca, con il primo ingresso registrato nel 1505.
Finora la Danimarca ha rifiutato di riconoscere questa minoranza, che ammonta http://www.bloglines.com/myblogsa circa 10-12 milioni ed è perciò la più grande minoranza nell'U.E. Facciamo notare che questo riconoscimento è accordato nella maggior parte dei paesi dell'U.E. tramite il "Copenhagen Criteria" dal 1993.
Abbiamo anche segnalato serie violazioni di molte convenzioni internazionali e della legge della U.E. al Consiglio Europeo, Nazioni Unite e Commissione Europea, e il recentissimo "Shadow Report" è un piccolo resoconto sull'abuso dei diritti dei bambini della massiccia, "industria danese dei bambini trasferiti con la forza", cha interessa per il momento circa 60.000 bambini rimpatriati di la forza.
La spesa dei bambini trasferiti con la forza è nascosta sotto molti diversi titoli nel bilancio municipale, ma il costo di un bambino è di circa 50.000 DKR al mese (circa 7.800 USD l'anno) e crea una grande occupazione nel settore del welfare danese.
Mentre è opinione corrente che sia meglio allontanare i bambini dai loro genitori, ci sono molte voci di un sistema abusivo praticato da piccole imprese private possedute e gestite da ex lavoratori del servizio sociale municipale. Parecchi casi giudiziari hanno richiamato l'attenzione sull'industria – uno in cui la municipalità ha rifiutato di permettere ai nonni di diventare genitori adottivi, in alternativa ad una piccola impresa privata – ma la municipalità successivamente ha perso la causa e ai bambini è stato permesso di tornare dai nonni come genitori adottivi invece che alle istituzioni.
La grande occupazione sono gli interessi acquisiti, si stima fra 2 e 7 operatori sociali a tempo pieno impiegati per bambino ogni trasferito a forza.
Il nostro interesse in questa parte dello Stato Sociale Danese è dovuto alle raccomandazioni del Ministero dell'Istruzione (direttamente in un rapporto sull'istruzione segregata dei bambini rom), del Centro di Ricerche Sociali (in un rapporto generale con la preoccupazione che così pochi bambini etnici in Danimarca siano trasferiti di forza) e del Comitato sociale della municipalità di Helsingør (che chiede un rapporto dell'amministrazione sul potenziale trasferimento forzato dei bambini rom) per aumentare l'allontanamento dei bambini rom dai loro genitori.
Segnaliamo gli orribili rapporti dei primi periodi di trasferimento forzato di bambini rom in Svezia, Norvegia e Svizzera.
Il ministro per gli affari sociali ha promesso di prendere in considerazione i casi da noi sollevati in relazione alla elaborazione in corso al Parlamento di una nuova legge sui diritti dei bambini secondo un rapporto della commissione dell'anno scorso.
La Danimarca ha rifiutato di recepire delle convenzioni internazionali nella legge danese, rendendole più facili da applicare nel tribunale (il ministro della giustizia non tiene conto del rapporto 1407/2001 del ministero della giustizia in questa pubblicazione) e anche in questo modo chiaramente differenziandosi da molti altri paesi europei, dove le convenzioni sono recepite direttamente o anche parte della costituzione.
All'università nella facoltà di giurisprudenza apprendiamo che le convenzioni internazionali in Danimarca sembrano aver bisogno "di aprirsi un varco nel potere" per essere applicate dai tribunali e dalle autorità. In relazione alla Convenzione del bambino ci sono molti grandi NGOs governativi finanziati che pensiamo avrebbero la necessaria autorità.

Distinti saluti / Devlessa

Eric Støttrup Thomsen
"Romano"
Kongevejen 150
DK3000 Helsingør
DENMARK
+45-49 22 28 11

www.romano.dk
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