Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 14/07/2007 @ 10:18:26, in Italia, visitato 2247 volte)
conferenza stampa martedì 17 luglio, ore 11
‘LA SAPIENZA’ UNIVERSITA’
Facoltà di Scienze Statistiche, aula 3, III piano
piazzale Aldo Moro 5
I rappresentanti delle Comunità Rom di Roma parleranno in una conferenza stampa
delle gravi condizioni abitative in cui versano da decenni. Stileranno una
piattaforma comune per opporsi ai
Patti per la Sicurezza e ai Villaggi della Solidarietà
Intervengono:
i Rappresentanti delle Comunità Rom di Roma:
Meo Hamidovic - Campo di Castel Romano
Mirko Grga - Campo Salviati 1
Najo Adzovic - Campo Casilino 900
Graziano Halilovic - Campo La Barbuta
Zoran Maximovic - Campo Via di Gordiani
Aldo Hudorovich - Campo Saxa Rubra
Decebal - Campo Quintiliani
Sevla Sejdic - ex Campo Vicolo Savini
Hasko - Campo Tor de’ Cenci
Dumitru Miclescu - campo Candoni
Najdan Iovanovic - Campo Via Dameta
Nazareno Guarnieri - Pescara
Partecipa il Coordinamento per Roma Democratica e Solidale
Modera Prof. Marco Brazzoduro
presentazione
SLEEP OUT #2
Campo Rom di Castel Romano
19 luglio 2007 dalle ore 19
promosso da stalker/osservatorionomade
stalker/osservatorionomade e la comunità Korahanè di Castel Romano invitano a
visitare e passare la notte al campo rom “attrezzato”.
Per l’occasione sarà imbottigliata l’Acqua della Fonte della Solidarietà, acqua
non potabile, distribuita una sola volta al giorno a mille e cinquecento
persone. Solo uso esterno e fanghi.
La serata prevede musiche e poesie delle culture rom di Roma
Di Fabrizio (del 13/07/2007 @ 09:19:13, in Italia, visitato 2205 volte)
In occasione del Meeting Antirazzista che si terrà a Cecina dal 21 al 28
luglio è in programma una giornata incentrata sul popolo Rom, all'interno del
tema più generale del meeting: Città aperte o chiuse?
Il tema della giornata è: “Immaginare il futuro tra memoria e presente”
Al mattino dalle ore 10 alle 13 si riunirà l'assemblea plenaria del Comitato Rom
e Sinti Insieme.
I rappresentanti discuteranno tre documenti che verranno presentati nel seguito
della giornata. Il primo sulle problematiche legate all'immigrazione, il secondo
sulla legge per il riconoscimento delle minoranze linguistiche in particolare
dei rom e sinti ed il terzo per la costruzione della rappresentanza politica e
la cittadinanza. L'assemblea sarà aperta a tutti gli interessati.
Alcuni partecipanti: Yuri Del Bar, Nazzareno Guarnieri, Radames Gabrielli, Eva
Rizzin, Dijana Pavlovic, prof. Santino Spinelli,Demir Mustafa, Davide Casadio,
Elvis Ferrari, Graziano Halilovic, Bruno Morelli, Loris Levak, Bajram Osmani,
Torre Vladimiro.
Contributi esterni: Roberto Ermanni, Zoran Lapov, Nando Sigona, Carlo Berini.
Dalle ore 15:30 alle ore 17:30
Nel primo pomeriggio è prevista, alla presenza della sottosegretaria Cristina De
Luca, di alcuni parlamentari italiani e di molti amministratori locali di
Regioni e Comuni, la presentazione di buone prassi politiche e progettuali con
interventi di Arci, Osservazione e Fondazione Michelucci. Inoltre ci sarà la
restituzione dei documenti discussi la mattina dal Comitato Rom e Sinti Insieme.
Contestualmente avrà luogo la presentazione della pubblicazione con Dvd “Immaginare
il Futuro tra Memoria e Presente” prodotta da Arci Toscana che documenta
l'esperienza del Progetto Rom Toscana, metodologie e proposte per il futuro.
Dalle ore 17:30 alle ore 19:30
Tavola Rotonda: il superamento dei “campi nomadi”
La discussione approfondirà i temi dell'accoglienza, della discriminazione e
dell'illusione securitaria. Saranno presenti, con vari interventi,
amministratori e funzionari locali.
Interverranno: Gianni Salvadori (assessore Regione Toscana); Lucia De Siervo (assessora
Comune di Firenze; e altri assessori e funzionari delle delle Regioni e Comuni
italiani (Sicilia; Lazio, Puglia; Campania, Toscana, Veneto, Lombardia,
Trentino)
Alle ore 21 Spazio Cinema
proiezione del cortometraggio “Kher” prodotto da Arci Toscana sul tema Progetto
Rom Toscana e il superamento dei Campi Nomadi.
Ore 21:30 concerto
Esma Redzepova (da confermare)
Info: meeting.toscana@arci.it
tel. +39 0586.684929
http://meeting.accoglienzatoscana.it
Di Fabrizio (del 12/07/2007 @ 11:19:13, in sport, visitato 2203 volte)
Per "frasi razziste" nei confronti di altri pugili
Da
Rai Sport
11 luglio 2007 - Il consiglio della federazione pugilistica italiana ha
deferito il campione europeo dei pesi massimi leggeri, Vincenzo Cantatore.
L'accusa mossa a Cantatore e' quella di aver rilasciato dichiarazioni 'razziste'
nei confronti di altri pugili tesserati in Italia. "Portano sul ring ex
criminali e zingari": e' questa la frase incriminata, rilasciata da
Cantatore. A questo punto tocchera' al giudice sportivo valutare gli estremi
disciplinari da applicare per questo tipo di dichiarazioni.
Di Fabrizio (del 12/07/2007 @ 09:30:23, in media, visitato 1694 volte)
Immagini di Rom al di là dei soliti stereotipi (cliccare sull'immagine per
accedere al portfolio).
Un'intervista
(in inglese) ad Andrew Miksys, autore delle foto.
Di Daniele (del 11/07/2007 @ 09:29:13, in Italia, visitato 2066 volte)
di Federica Santoro - Megachip
In questi giorni di polemiche attorno al “Patto per la sicurezza” voluto dal
sindaco di Roma Veltroni, è opportuno forse ripercorrere brevemente la storia
del “Popolo del vento”, in nome di quella integrazione che stenta nei fatti. Il
Patto prevede lo spostamento dei campi rom al di fuori del Grande raccordo
anulare con la costruzione di quattro mega villaggi da mille posti l'uno.
Chi crede che la diaspora delle carovane sia sinonimo di assenza di radici,
resterà sorpreso. Chi sono i Rom? Da dove vengono? Hanno mai provato ad
integrarsi? A differenza di quanto si possa pensare il popolo dei Rom non
nasce come un popolo nomade. Il lungo cammino delle carovane proviene da terre e
tempi lontani. È circa attorno all'anno mille che gli antenati degli attuali
Rom, Sinti, Kalè, Manush e Romnichals, vengono costretti ad abbandonare le loro
regioni natie nell'India settentrionale. I Rom discendono infatti da
un'antichissima popolazione indo-ariana e non da Balcanici o Rumeni come
confusamente si crede, fatto che dipende dalla loro lunga permanenza in quei
luoghi. A testimonianza di questo passato remoto, la loro lingua che deriverebbe
da alcuni idiomi del Pakistan, a cui i Rom hanno affidato la loro memoria nel
corso dei secoli fino alla metà del XIX, quando la tradizione da orale diventa
scritta, e non solo: molte sono le testimonianze nella letteratura classica
indiana di un popolo chiamato Domba legato agli attuali Rom. Ammaestratori di
cavalli, musicisti, giocolieri, saltimbanchi e allevatori, queste le attività
che accomunano i due popoli. Inizialmente, quindi la scelta di spostarsi fu
dettata dall'organizzazione, dalla necessità di trovare mercati in cui vendere
gli animali e pubblico sempre nuovo per gli spettacoli; sarà dall'anno mille che
i Rom inizieranno a muoversi per costrizione, in piccoli gruppi. Tra il 1001 e
il 1027, sotto la dominazione di Mahmud Al Gazni inizia la vera diaspora del
popolo Romanò. Dal nome di questo violento conquistatore deriva il termine
“gagè” col quale i Rom definiscono tutti coloro che non appartengono alla loro
comunità. A Bisanzio giungono nel XVI sec., associati alla setta eretica
Athsingani “intoccabili”, vengono creduti stregoni e perciò perseguitati e
isolati. Da qui nasce il pregiudizio che ha accompagnato per secoli il popolo
Rom, retaggio di antiche proibizioni vigenti nelle caste indiane. La loro
presenza nei Balcani e in Romania sarà segnata da secoli di schiavitù, così come
nel resto d'Europa. In Italia trovano un potente protettore: il Pontefice. Dalle
ricostruzioni storiche sembrerebbe che sia stato Martino V a rilasciare loro una
sorta di lasciapassare che li dichiara “pellegrini penitenti alla ricerca di
protezione”. Purtroppo il continente europeo è stato anche luogo di scellerati
massacri e violenze. Le comunità migranti hanno sperimentato le peggiori
persecuzioni con l'Olocausto della seconda guerra mondiale. È del 1938 la prima
legge del Reich contro i Rom, dal nome “Lotta alla piaga zingara”, editto dal
tragico epilogo: anche per loro si prospetta la soluzione finale. Il mondo
Romanò è oggi vastamente diffuso su tutti i continenti. “Tanti secoli di
repressioni, lutti, paure e dolori hanno portati le vari gruppi di Romanò,
meglio conosciuti come Rom a sviluppare uno spiccato senso di individualismo e
di autoprotezione” scrive il professore di origine Rom Santino Spinelli. Dopo
secoli di permanenza nella nostra penisola i Rom sono passati negli ultimi 50
anni dal nomadismo alla sedentarietà e in alcune regioni dell'Italia
centro-meridionale come l'Abruzzo, ad un grado di integrazione notevole in
seguito al loro riconoscimento dall'opinione pubblica della loro identità di
giostrai e circensi. Altro discorso è per gli ultimi gruppi arrivati assieme ai
profughi dopo le persecuzioni recenti subite nei Balcani. La loro condizione è
ancora disagevole e causa di luoghi comuni che li vogliono relegati nei campi,
in condizioni disumane, lontani dalla società civile di cui temono la
“contaminazione”. A fare spesa dell'emarginazione soprattutto i bambini che
cadono vittime di autentiche rappresaglie razziali, a scuola e per strada.
Secondo Spinelli, i Rom “auspicherebbero la creazione di strutture flessibili
adattabili alla situazione e che evitino l'emarginazione”. Una notevole
componente della comunità romanò, è oggi fornita di cittadinanza tanto da non
essere distinguibile dalla popolazione gagè. Dato importante se si pensa che il
futuro dei Rom è legato a doppio filo al loro riconoscimento in quanto popolo
senza territorio.
Di Fabrizio (del 10/07/2007 @ 09:33:36, in Europa, visitato 1926 volte)
Il campo Rom - Posted by Ingrid Stegemoeller @ 08:09:58 pm
Vedo la mancanza di speranza e rassegnazione. Vedo gli occhi di chi non ha
forza, non ha diritti e possibilità di scelta. Le loro case sono baracche.
Vivono tra persone che non li vogliono, che non vogliono vedere o conoscere
queste paurose condizioni di vita. Sono rifugiati senza nessuna patria. Le loro
dimore sembrano arrivare da tanto tempo fa - prima delle fognature, prima
dell'acqua potabile corrente. Chi sono queste persone? Sono i Rom, il popolo
zingaro.
Lunedì 25 giugno, un partecipante Rom del Nansen Center di Bujanovac, Serbia,
ci ha mostrato il campo Rom proprio fuori dalla città. Il viaggio era
originariamente in agenda, ma al momento di partire la nostra guida non era
tanto sicura che fosse una buona idea. Dato che la nostra intenzione era
comprendere la situazione dei Rom in Serbia, la nostra guida era preoccupata che
la gente del campo si sentisse come animali nello zoo. Alla fine si è deciso di
andare. Pensavo di guidare a lungo. Il viaggio è durato meno di cinque minuti,
il campo si poteva raggiungere a piedi dal Nansen Center. Mi sono sorpresa che
condizioni di vita così primitive esistessero tanto vicino ad una città.
I Rom sono un popolo disperso in tutta Europa. A Bujanovac sinora non avevano
una rappresentazione politica. Nansen Dialogue di Bujanovac ha lavorato con i
locali Rom per riunire i loro quattro o cinque partiti in uno solo, per aiutarli
ad avere una rappresentanza municipale. Dato che quanti sono nel campo che
abbiamo visitato sono rifugiati dal Kosovo, non hanno documenti ufficiali, ciò
significa che non possono fare ritorno da dove sono venuti.
Essenzialmente, un gruppo una volte nomadico è rinchiuso in un campo di
comunità divise (separati in aree di etnia Serba ed Albanese) con poche opzioni
di un cambio positivo.
Il sole risplende caldo quando usciamo dalle macchine. Il nostro gruppo
consisteva in cinque di noi della PLU, due del Nansen Center ed un componente
della comunità Rom - la nostra guida - che aveva ottenuto una posizione eletta
nel governo municipale. Non so cosa mi aspettavo di vedere, ma quel che ho visto
non lo dimenticherò facilmente. Abbiamo camminato attraverso una terra asciutta
ricoperta di rifiuti, fra una fila di dimore che possono essere descritte al
meglio come baracche improvvisate. Erano fatte di metallo corrugato, vecchie
plastiche e tela. I tetti di plastica. La gente ci guardava mentre camminavamo e
i bambini camminavano dietro di noi.
Siamo entrati nella parte principale del campo e siamo stati accolti da un
anziano che aveva partecipato ad un seminario di Nansen Dialogue tenutosi alla
Nansen Academy di Lillehammer. Abbiamo camminato attraverso fogne all'aperto e
pozze stagnanti di acqua. Abbiamo scrutato attraverso i ripari non tanto alti da
levarsi in punta di piedi. Abbiamo visto pile e pile di spazzatura che cingevano
i limiti del campo. Gruppi di persone di tutte le età sotto li ripari, parlavano
tra loro guardandoci passare.
Quando abbiamo smesso di camminare, ci hanno circondato, con i loro occhi
scuri aperti dalla curiosità. La maggior parte dei Rom non lavora perché non
trovano impiego; essere assunti è difficile.
La nostra guida ci ha detto che il problema maggiore è disporre dei corpi di
chi muore. I soldi sono pochi per pagare un funerale adeguato e i corpi non si
possono abbandonare. Così si ammassa il proprio cibo e lo si vende in città per
avere denaro extra. A volte, gli anziani risparmiano sul cibo per un anno per
mettere da parte i soldi del funerale, secondo quanto ci ha raccontato la nostra
guida.
La parte più difficile della nostra esperienza non è stata la sporcizia o i
rifugi inadeguati, ma la mancanza di speranza. Questa gente esiliata non ha
letteralmente un posto per tornare. Ed in questi tempi moderni è doloroso
comprendere che migliaia di persone nella parte sviluppata del pianeta, vivono
in questa miseria, senza possibilità di evolvere. Sono abbandonati. Sono in un
paese a cui non appartengono e con poche speranze di movimento.
E' difficile immaginare come condividere questa esperienza. Ho lasciato il
campo sopraffatta e depressa. Tutto ciò che posso fare attualmente è continuare
ad analizzare quel che vedo, e condividere la mia esperienza così che gli altri
possano conoscere la farsa di questo gruppo di persone. Se ho imparato qualcosa
da questo viaggio, è stato di aiutare le persone a raccontare le loro storie.
[...] Voglio aiutare a condividere la consapevolezza sulla sofferenza dei Rom,
così che non passi più sotto silenzio. [...]
Come nota finale, per sensibilità verso quanti abbiamo visitato, non abbiamo
fatto fotografie.
Si torna a parlare di Rom e Sinti a palazzo Ferro-Fini. La commissione cultura del Consiglio regionale Veneto, presieduta da Daniele Stival, ha, infatti, iniziato l'esame di due proposte di legge sull'argomento. La prima e' firmata dal gruppo della Lega Nord e consiste in un unico articolo che chiede l'abrogazione dell'attuale normativa regionale (legge 54 del 1989 - http://www.sucardrom.eu/regionale.html#veneto-) che regolamenta la presenza dei campi nomadi nei comuni veneti. La seconda proposta, primo firmatario Raffaele Zanon (An), oltre ad abrogare la legge in vigore propone una serie di norme che intendono affrontare la nuova situazione venutasi a creare, in fatto di presenza di nomadi, con l'allargamento dell'Unione Europea a paesi dell'Europa orientale come Romania e Bulgaria. Il progetto propone una serie di regole che dovranno essere osservate dalle comunità Sinte e Rom che intendono usufruire delle aree comunali: fare richiesta di sosta al comune interessato esibendo validi documenti di identità, versare una cauzione che verrà restituita al termine dell'utilizzo dell'area, contribuire alle spese per l'erogazione di acqua corrente potabile ed energia elettrica, registrare la presenza dei minori soggetti all'obbligo scolastico, rispettare le norme di igiene e pubblica sicurezza. In poche parole un cosiddetto “patto di solidarietà e legalità”. I Comuni dal canto loro provvederanno alla realizzazione delle aree e, in accordo con gli uffici scolastici, ad adottare le iniziative idonee a favorire l'inserimento dei minori nella scuola materna e dell'obbligo vigilando sulla regolare frequenza scolastica. Sempre a tutela dei minori la proposta di legge stabilisce una serie di attività (sperimentazioni didattiche e programmi di sensibilizzazione) da affidare ai Comuni soprattutto per contrastare l'abbandono scolastico dei bambini in modo da evitare il loro sfruttamento in attività illegali o, comunque, non educative.
In frazione Rifreddo di Mondovì fino a metà mese trenta famiglie sinte pregano nella tenda-chiesa dei fedeli della Missione Evangelica Zigana. "la nostra e' un'opera di recupero sociale": del gruppo fanno parte quattro ministri di culto. È una “tenda-chiesa” quella allestita su un terreno in frazione Rifreddo, periferia di Mondovì. Un luogo di preghiera per i fedeli della Missione Evangelica Zigana. Resteranno a Mondovì fino a metà luglio, per una missione di preghiera e recupero sociale. La prima cosa che vogliono precisare: “Ringraziamo di cuore il Comune di Mondovì, per l’ospitalità che dà alla nostra chiesa” La cosa ha naturalmente suscitato preoccupazione tra i residenti della zona, che certo non si aspettavano l’allestimento di un campo. Non vi è nulla di irregolare: la Missione soggiorna all’interno di un terreno di proprietà privata, col permesso del proprietario e notifica a questore e prefetto. “Abbiamo scelto la zona di Mondovì, in cui non avevamo mai fatto tappa per missioni di preghiera finora – ci dice Valentino, uno dei fedeli –. E vogliamo ringraziare il Comune di Mondovì, il sindaco e le forze dell’ordine, per l’accoglienza. La nostra è un’opera di recupero sociale, nel nome di Dio, che la nostra Chiesa porta avanti da anni”.
Oramai da alcune settimane anche Milano si allinea alla linea veltroniana degli sgomberi. Come a Roma anche a Milano sono giornalieri gli sgomberi delle famiglie Rom che si spostano in altre aree. Ultimo in ordine di tempo, ieri mattina in un'area adiacente al Parco delle memorie industriali, tra la via Spadolini e la ferrovia, nei pressi della via Pompeo Leoni. Fa sorridere la dichiarazione trionfante di De Corato: "Oggi e' stata liberata un'altra area occupata abusivamente da una baraccopoli. Come promesso, con i dovuti tempi, ma inesorabilmente, andremo a ripristinare la legalità sul territorio, mettendo fine a tutte le zone franche, secondo la Mappa del rischio elaborata dalla Polizia Locale e condivisa da Prefettura e Questura con la firma del Patto per la Sicurezza". L'operazione, cominciata alle 7.30, e' stata pianificata e condotta dalla Polizia Municipale, sezione Problemi del territorio, di concerto col settore Ambiente del Comune. Sul posto sono intervenuti tre agenti e un commissario. Dopo l'abbattimento delle baracche, sono cominciate le operazioni di bonifica del territorio da parte dell'Amsa, cui seguira' l'intervento del Nuir (Nucleo intervento rapido), che provvederà a ripristinare le parti danneggiate della recinzione metallica in modo da chiudere perfettamente l'area. Leggi l’agenzia stampa… http://www.agi.it/milano/notizie/200707071214-cro-r012104-art.html
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