Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
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Gli Zingari fanno ancora paura?

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 30/07/2010 @ 09:45:41, in musica e parole, visitato 1884 volte)

FoianoInPiazza.it Si apre il Festival Visioni, XI edizione 2010, la kermesse di teatro e musica della Valdichiana (clicca QUI) con lo spettacolo:

KALEROM. IL GRANDE FUOCO DELLA FESTA
Acquaragia drom musica dalle province zingare d'Italia (Roma)

Domenica 1 agosto a Castiglion Fiorentino in Piazza del Comune
ingresso: adulti € 5,00; fino a 18 anni € 1,00

con: Elia Ciricillo voce, chitarra, tamburelli; Rita Tumminia organetto; Erasmo Treglia violino, tromba de' zingari, ciaramella; Marcus Colonna clarinetto, clarone; Sandu Gruia Sandokan

Sarà una vera e propria "notte dei gitani", con acceso il grande fuoco della festa. Kalerom è lo spettacolo che combina le musiche delle province zingare d`Italia degli Acquaragia Drom, gruppo storico della musica popolare italiana, e le melodie d'amore - dall'Oltenia rumena - dei Taraf da Metropulitana, trascinante ensemble di musicisti zingari.

Una sarabanda sonora, condita da balli e da gag, da musiche passionali e ritmi frenetici, che partono dalla Transilvania e dai Carpazi per arrivare alle melodie popolari italiane e ai successi internazionali eseguiti alla maniera "zingara".

I protagonisti, lasciano i loro strumenti per portare il pubblico nel cuore di una cerimonia tradizionale, di un matrimonio, di una animata festa gitana intorno ad un grande fuoco da campo: ritmi incalzanti e passionali, melodie struggenti e racconti di storie inverosimili con protagonisti tragicomici di cui si può ridere o commuoversi. Uno spettacolo “Kalerom. Il grande fuoco della festa”, di sicuro effetto dove la scena è anche del pubblico.

Clicca QUI per il sito degli Acquaragia Drom

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Di Fabrizio (del 31/07/2010 @ 09:36:32, in casa, visitato 1897 volte)

I finanziamenti per la realizzazione di una cittadella per i nomadi (attualmente ospiti in un campo a Scampia) sono fermi: colpa del buco finanziario denunciato dalla nuova amministrazione regionale e dell'esigenza di rispettare il patto di stabilità. Ma in gioco c'è molto di più
Domenico Pizzuti

In riferimento alle notizie più volte circolate circa l'inizio dopo l'estate della costruzione di un villaggio attrezzato per i rom del campo "nomadi" di via Cupa Perillo, sulla base di un progetto approvato da una delibera di giunta comunale con un finanziamento regionale di 7 milioni di euro, abbiamo voluto verificare presso la Regione Campania la disponibilità effettiva del finanziamento deliberato dalla precedente Giunta Regionale.

Dall'informativa ricevuta risulta che la somma in questione – insieme ad altri finanziamenti - è bloccata per rispondere alle esigenze del patto di stabilità in ragione del buco finanziario riscontrato dalla nuova amministrazione regionale. Dopo la verifica di tutte le risorse disponibili in seguito a contatti in corso con il Ministero del tesoro, sono previste le decisioni politiche in merito alla rimessa in bilancio o alla revoca dei progetti a suo tempo finanziati per le politiche sociali. E' un percorso non solo formale o finanziario e su cui occorre aprire una discussione pubblica con le Istituzioni ed associazioni interessate e soprattutto con le famiglie rom del campo, secondo gli orientamenti alla partecipazione più volte ribaditi dalla Commissione Europea per la formazione delle decisioni che li riguardano.

In primo luogo, a nostro avviso, si tratta di dar compimento al piano previsto dal Ministero dell' Interno per gli interventi successivi al censimento - realizzato in Campania nei mesi di giugno-luglio 2008 (2784 censiti a Napoli e Provincia) - che prevedevano la chiusura dei campi non autorizzati, la realizzazione di villaggi attrezzati dotati dei servizi essenziali, l'avviamento al lavoro dei giovani e soprattutto la scolarizzazione dei minori nomadi che secondo il censimento anche a Napoli sono più della metà di coloro che vivono in questi insediamenti. Il progetto elaborato dal Comune di Napoli prevede la costruzione di due unità abitative con moduli monofamiliari per circa 200 persone (delibera Comune di Napoli n. 1261 del 30 luglio 2009), che non esaurisce le 565 persone censite nel campo spontaneo di Scampia. Avranno accesso ai nuovi insediamenti abitativi coloro che hanno il permesso di soggiorno, per cui è in atto una verifica delle posizioni degli abitanti dei campi per il rilascio del permesso di soggiorno nell'ambito delle norme vigenti.

In secondo luogo, si deve tener conto delle speranze suscitate con il censimento a cui le famiglie rom del campo hanno volontariamente cooperato, in vista di un riconoscimento legale e di una sistemazione abitativa vivibile, se si tiene conto delle precarie abitazioni ("baracche") in cui un buon numero di famiglie ha vissuto per venticinque anni e più, e del degrado dell'area che abbiamo più volte denunciato anche per l'emergenza estate .

Al di là di considerazioni ragioneristiche di bilancio, si tratta di una motivata scelta di civiltà a favore della vita delle famiglie che abitano il campo, di cui si è fatto promotore un Ministro leghista ed attuata dal Commissario straordinario per l'emergenza relativa agli insediamenti rom in Campania, Prefetto Alessandro Pansa, augurandoci che il suo successore dia compimento al piano. Invitiamo il Presidente Caldoro in nome della legalità e civiltà, e della solidarietà sociale che caratterizza il suo pedigree politico, a rimettere in bilancio il finanziamento previsto per l'attuazione del progetto del Comune di Napoli, per dare compimento al piano formulato dal Ministero dell' Interno. Augurandoci che si tratti solo di sospensione e non di revoca, torneranno i conti, caro Presidente Caldoro, con un bilancio sociale!

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Di Fabrizio (del 01/08/2010 @ 09:29:43, in Italia, visitato 1897 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Care colleghe e cari colleghi,

spero che tutti voi stiate bene.

Le vacanze sono vicine e mi auguro che voi riusciate ad avere un meritato riposo…

Oggi, come alcuni di voi hanno già saputo, è avvenuto un fatto storico: il nostro amico, collega e membro della federazione romanì, Najo Adzovic ha avuto la delega per le questioni riguardanti i rom e i sinti di Roma dal primo cittadino, l'on. Gianni Alemanno.
Negli anni passati, la delega è sempre stata data dal sindaco di turno o a un gagiò aderente o vicino a qualche associazione pro rom.

I risultati del lavoro svolto nei precedenti anni, per quanto riguarda Roma, sono sotto gli occhi di tutti.
Oggi il sindaco ha dato alla comunità rom una grande opportunità, ha scelto come uomo di fiducia un rom della nostra comunità.
Ovviamente sappiamo benissimo che non sarà un compito facile da svolgere poiché compito di Najo sarà quello di trovare un equilibrio tra le esigenze delle Istituzioni e le esigenze della Comunità rom.

Quanto accaduto oggi a Roma (il conferimento della delega ad un rom) potrebbe essere d'esempio per tante altre città e per tanti Sindaci amici, più disposti al dialogo, per iniziare a lavorare insieme ai rom.
Noi, come Romà Onlus, come promotori del Coordinamento Rom a Roma sappiamo benissimo che quello di oggi è il risultato di un lungo lavoro ed è solo un primo piccolo passo.

Le difficoltà ci sono state e sono state tante, ma siamo contenti di questo primo risultato che ha portato alla creazione di tre importanti strumenti per la comunità rom romana:

  • la delega di Najo,
  • la costituzione di una nuova associazione di promozione sociale "Ceferino Gimenez - Rom a Roma" [di cui Bajram Hasimi (rom kosovaro) è Presidente]
  • la costituzione di una cooperativa per inserimento lavorativa denominata "Rom a Roma" (di cui io sarò Presidente).

Sappiamo che la politica è un mondo difficile, però l'inizio sembra buono. Vedremo che cosa accadrà domani. Noi come Romà Onlus, auguriamo al nostro caro amico Najo, un buon inizio di lavoro.

Graziano Halilovic
Presidente

Romà onlus
Associazione di Promozione Sociale
Via Altavilla Irpina, 34/36
00177 - Roma (Italy)
Phone +39 06 64 82 97 95
Fax +39 06 64 82 97 95
graziano.halilovic@romaonlus.it
http://www.romaonlus.it

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Di Fabrizio (del 02/08/2010 @ 09:17:59, in casa, visitato 2167 volte)

Da British_Roma (cronologia della vertenza di DALE FARM)

I Viaggianti di Dale Farm: "Non ci arrenderemo e non ce ne andremo" by Rachel Stevenson

A Dale Farm nell'Essex, il più grande sito in GB di Zingari e Viaggianti, le famiglie si oppongono ad uno dei più grandi sgomberi della storia britannica

27/07/2010 - Per il momento, regna la pace nei pomeriggi di Dale Farm, che ospita circa 1.000 persone ai margini di Basildon, nell'Essex. I cani dormono nei vicoli, le donne vanno avanti e indietro, stendono il bucato, riordinano casa. Quando finisce la scuola, il ronzio della vicina A127 viene soffocato dai giochi dei bambini, che corrono attorno in bici. Nei caldi giorni estivi, ci sono le grida e le delizie delle lotte con l'acqua. Potrebbe sembrare qualsiasi sistemazione estiva in Gran Bretagna.

Ma tutto ciò è lontano da un idillio suburbano. Qui vengono disegnate le trincee di uno dei più grandi sgomberi della storia britannica. Dale Farm è il più grande sito in GB di Romanì e Viaggianti Irlandesi, e una parte di esso sta per essere demolita.

Un certo numero di Zingari e Viaggianti ha vissuto a Dale Farm del tutto legalmente dagli anni '60. Negli anni, si sono aggiunte più famiglie dopo che i consigli iniziarono a chiudere i siti pubblici ed i Viaggianti furono obbligati a cercare posti permanenti dove insediarsi. Ma il terreno che i nuovi arrivati comprarono a Dale Farm è cintura verde protetta, rendendovi lo sviluppo illegale. Dopo una quinquennale battaglia legale col consiglio, sono stati nominati gli ufficiali giudiziari per sgomberare circa 90 famiglie dai lotti non autorizzati.

"Non ce ne andremo," proclama uno striscione appeso all'ingresso. Oltre il filo spinato avvolto attorno alle impalcature, fervono i preparativi per resistere agli ufficiali giudiziari. Recentemente, il consiglio ha demolito dei lotti di un sito più piccolo e non autorizzato lì vicino, cosa che ha messo tutti in allerta. Si profila un brutto confronto.

"I nostri ragazzi sono pronti a quando arriveranno gli ufficiali giudiziari. Non intendiamo alzarci ed andarcene - ci sarà una lotta terribile e non vogliamo che succeda," dice Mary Ann McCarthy, nonna di 69 anni che con la sua famiglia ha vissuto a Dale Farm per otto anni. "Sono passata attraverso gli sgomberi e ho visto cose - gente che urlava e donne che si strappavano i capelli. Questo non dovrebbe succedere mai."

Alcuni dei residenti dei villaggi vicini, d'altronde, applaudiranno ai bulldozer. Ci sono denunce di reati e per comportamento antisociale ed intimidatorio da parte dei Viaggianti. Un uomo del posto, che non vuol essere nominato, ha detto. " Dobbiamo rispettare le leggi sulla pianificazione - non possiamo costruire dove ci piace, perché dovrebbero farla franca?"

I Viaggianti dicono che le leggi sulla pianificazione sono discriminatorie nei loro confronti, e che non hanno altro posto dove andare. "Qui ci sono persone davvero malate, che non possono tornare sulla strada," dice McCarthy. "Senza un indirizzo, non puoi avere dottori, i nostri bambini non possono andare a scuola. I nostri campi sono stati chiusi e barriccati. La vita del nomade è finita per i Viaggianti."

Anche se rimangono come un gruppo etnicamente definito, con le loro pratiche culturali e lingua, circa i due terzi della popolazione zingara e viaggiante britannica ora vive nelle case. Il problema dei siti non autorizzati è minoritario, e la gran maggioranza di quanti vivono in roulotte lo fanno in terreni di loro proprietà o affittati da privati.

Basterebbe un miglio quadrato di terreno a fornire a tutte le famiglie zingare e Viaggianti in GB un posto dove stare, secondo una relazione della Commissione sull'Eguaglianza ed i Diritti Umani, ma c'è carenza di piazzole autorizzate. Tuttavia, il governo ha tagliato 30 milioni di sterline per il finanziamento di nuovi siti.

Il consiglio di Basildon sta facendo tutto il possibile per evitare uno sgombero a Dale Farm. Ha offerto ad alcuni residenti una sistemazione alternativa e sta incoraggiando la gente ad andarsene volontariamente. Ma i Viaggianti dicono che questa non è una soluzione realistica.

"L'unica cosa che ottengono è di spostarci da un'altra parte, cosa sperano di ottenere mandandoci fuori da qui?" chiede McCarthy. "Tutti devono avere un posto dove vivere, un posto dove andare. Perché non ci lasciano restare in pace e tranquilli sulla terra che abbiamo comprato e pagato?"

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Di Fabrizio (del 03/08/2010 @ 09:22:14, in Europa, visitato 3997 volte)

by Paul Polansky

[continua]

Joachim Ruecker (immagine da daylife.com)

IL PREMIO PINOCCHIO: al funzionario ONU che cercò di raccontare la più grande bugia sul campo "libero dal piombo" di Osterode, accanto ai campi rom/askali di Mitrovica.

Joachim Ruecker, nato il 30 maggio 1950 a Schwäbisch Hall in Germania, è un impiegato civile internazionale. Venne nominato Rappresentante Speciale del Segretario Generale per il Kosovo delle Nazioni Unite e capo dell'UNMIK dal 1 settembre 2006 al 20 giugno 2008. Prima, era stato Vice Rappresentante Speciale e Capo della componente Ricostruzione Economica nell'amministrazione UNMIK.

Prima di lavorare per l'UNMIK, Ruecker aveva servito come Commissario alle Finanze e Capo della Divisione Budget e Finanze all'Ufficio Federale degli Esteri a Berlino e ricoperto diversi posti nell'Ufficio Federale degli Esteri a Bonn e in ambasciate tedesche all'estero, incluso Dar es Salaam, Detroit (Consolato Generale) e Vienna. E' stato anche ambasciatore e Vice Alto Rappresentante per l'Amministrazione e Finanza nell'Ufficio dell'Alto Rappresentante a Sarajevo e sindaco della città di Sindelfingen in Germania.

Ruecker ha una laurea dottorale in economia internazionale ed in precedenza è stato consigliere di politica estera del gruppo parlamentare socialdemocratico al Bundestag.

Durante la sua prima conferenza stampa dopo essere stato nominato capo dell'UNMIK, Ruecker annunciò che stava evacuando gli zingari dai campi intossicati dal piombo verso siti "liberi da piombo" e provveduto al trattamento medico dei bambini con i più alti livelli di piombo nel sangue. Disgraziatamente, il sito scelto da Ruecker e dai suoi risultò essere l'ex base francese della KFOR, Osterode, che diversi mesi prima l'esercito francese aveva abbandonato perché molti soldati mostravano alti livelli di inquinamento da piombo. Infatti, ogni soldato francese che aveva servito ad Osterode era stato avvisato di non dare bambini alla nascita per nove mesi dopo aver lasciato il campo, a causa dei loro alti livelli di piombo. Il campo di Osterode era a soli 50 metri dai più infestati campi di Cesmin Lug e Kablare. Dopo diversi mesi di "cure dal piombo" i dottori locali si sono arresi, dicendo che stavano facendo più danni che bene, dato che i bambini tuttora vivevano su di un sito tossico. Più avanti l'OMS dichiarò che non esisteva un livello accettabile di piombo per i bambini. Nessun livello accettabile.

Nonostante l'evidente prossimità ai 100 milioni di tonnellate di cumuli di scorie tossiche aleggianti sui campi zingari, il governo tedesco donò 500.000 euro per ristrutturare Osterode ed immediatamente dopo deportò una famiglia di Rom kosovari (che aveva vissuto in Germania per 15 anni) ad Osterode. In pochi mesi, i bambini di questa famiglia ebbero alcuni dei più alti livelli di piombo nel campo. Un governatore tedesco di un protettorato, soldi tedeschi per un mortale campo zingaro a est. La storia ha un modo sventurato di ripetersi.


Lamberto Zannier

(immagine da Time.com) Machiavelli o Zannier? Non solo si assomigliano, hanno entrambi la stessa filosofia quando si tratta di"questioni morali"

PREMIO IL PRINCIPE: disonora la persona che sta con i principi di Niccolo Machiavelli pubblicati nel suo libro Il Principe nel 1532. Anche se è più una satira che una guida per politici senza scrupoli, molti diplomatici veterani come Zannier che non sanno leggerlo bene, hanno usato questo classico per essere guidati attraverso la loro carriera.

Diplomatico italiano veterano, Lamberto Zannier prese la carica di nuovo Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'ONU Ban Ki-Moon e capo dell'UNMIK il 20giugno 2008. Successe al tedesco Joachim Ruecker, diventando il settimo capo dell'UNMIK da quando venne stabilita la missione nel 1999.

Nato il 15 giugno 1954 nel comune di Fagagna nell'Italia nord-orientale, Zannier ha un dottorato di ricerca in legge dall'università di Trieste. Come studente nell'Italia settentrionale, Zannier è stato educato agli ideali umanisti del Rinascimento. Ma più tardi ha messo da parte quegli ideali all'inseguimento di una carriera col governo italiano, dove prima fu avvocato e poi ambasciatore, ed infine nel consiglio responsabile dei negoziati diplomatici e delle questioni militari.

Dal 2000 al 2002 è stato rappresentante permanente dell'Italia all'Aia nel Consiglio Esecutivo dell'Organizzazione per la Proibizione delle Armi Chimiche. Nel 2002, Zannier entrò nell'OSCE a Vienna come direttore del Centro per la Prevenzione dei Conflitti. Dal 2006 le sue responsabilità includevano la supervisione delle operazioni OSCE di sette missioni in campo civile nei Balcani e una dozzina d'altre nell'Europa Orientale, nella regione Caucasica e nell'Asia Centrale. Prima del suo incarico come capo dell'UNMIK, Zannier aveva lavorato per il Ministero degli Esteri italiano, occupandosi di politica e degli aspetti operativi della partecipazione del paese alla Sicurezza Europea e alla Politica di Difesa.

Zannnier divenne capo dell'UNMIK cinque giorni dopo che il Kosovo aveva adottato la propria costituzione il 15 giugno 2008. Alla sua prima conferenza stampa a Pristina, Zannier dichiarò: "Ci sono un certo numero di cose da riaggiustare." La prima cosa che "riaggiustò" fu obbligare il governo del Kosovo a sostituire l'amministrazione dei campi tossici, dove durante l'amministrazione ONU oltre 80 Rom erano morti per complicazioni dovute ad avvelenamento da piombo. Da allora, a qualsiasi giornalista che chiedeva informazioni su questi campi, veniva detto dall'ufficio di Zannier che i campi non erano più una questione ONU.

Come capo dell'UNMIK, Zannier avrebbe potuto ordinare l'immediata evacuazione di questi campi tossici, come richiesto dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Ma probabilmente aveva paura che questi ladri di polli del XXI secolo avrebbero trovato la via verso la sua amata Italia e contaminato là i suoi cittadini. Fedele ai suoi principi machiavellici, la specialità di Zannier è di prendere decisioni in assenza di qualsiasi moralità.

Fine settima puntata

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Di Sucar Drom (del 04/08/2010 @ 08:57:07, in blog, visitato 1807 volte)

MIlano, Opera Nomadi: chiudere il Tavolo Rom
Ci sono delle buone ragioni, a parere degli scriventi, per concludere un’esperienza nata inizialmente dall’esigenza di trovare uno spazio di confronto tra le associazioni e gli enti che si oc...

Roma, il progetto di Alemanno inizia a mostrare tutti i suoi limiti
Mentre a Milano la situazione è drammatica a Roma si iniziano ad intravedere i problemi che saranno sempre più evidenti nei prossimi mesi. Alemanno ha seguito con due varianti positive la strada indicata da Rutelli e Veltroni. I...

Bruxelles, + Respect: seminario sui media per la partecipazione dei Sinti e dei Rom
Si è tenuto il 5 luglio a Bruxelles, presso la sede di rappresentanza della Regione Puglia, il primo seminario tecnico per sensibilizzare Media e opinione pubblica sul tema della partecipazione e diritti delle popolazioni rom e sinte. L’incontro è stato organizzato da Cittalia (centro studi...

Schio (VI), "messaggio" al Sindaco con quattro molotov nel parco
Quattro, forse cinque molotov hanno distrutto panchine, recinzioni, alberi e cespugli di una grande aiuola di via Dei Boldù, proprio davanti all'abitazione del sindaco Luigi Dalla Via...

Schio (VI), il Sindaco Dalla Via replica: "Episodi terribili e preoccupanti"
Dopo le proteste contro i sinti. Il sindaco Luigi Dalla Via ha esordito ieri sera in consiglio comunale esortando la cittadinanza ad essere unità e a non seminare odio. "Le frasi apparse sul blog sa...

Nasce il registro delle persone senza fissa dimora
Nasce il registro delle persone senza fissa dimora. Un decreto previsto dalla legge sulla sicurezza pubblica ne affida la tenuta e conservazione al Dipartimento per gli affari interni e territoriali - Direzione centrale per i servizi demografici. Pubblicato nella Gazzetta ufficiale...

Roma, Najo Adzovic è il delegato del Sindaco di Roma
Ieri 27 luglio 2010 è una data da ricordare, affermerei senza paura di essere smentito: una data storica. Il Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha un nominato Najo Adzovic (in foto) quale suo delegato per i rapporti con le comunità rom capitoline. La nomina è stata ufficializzata ieri mattina nella s...

Auschwitz-Birkenau, 2 Agosto 1944
Verso mezzanotte lo spogliatoio era pieno di persone. L’inquietudine cresceva di minuto in minuto. Si sarebbe potuto credere di essere in un gigantesco alveare. Da ogni parte si sentivano grida disperate, gemiti, lamenti pieni di accuse: “Siamo tedeschi del...

Jazzit dedica la cover story e il cd a Django Reinhardt
Da qualche giorno potete trovare nelle edicole JAZZIT con la cover story dedicata a Django Reinhardt con all’allegato discografico edito dalla Jazzit Records (in collaborazione con il Museo del Jazz di Genova)...

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Di Marylise Veillon (del 04/08/2010 @ 09:13:56, in Europa, visitato 1909 volte)

Da Roma_Francais, con la traduzione di questo brano, Marylise Veillon inizia a collaborare con la Mahalla: benvenuta!

Signore, Signori,
Cari/e Amici(he),

Due delle più antiche organizzazioni antirazziste di Francia e Belgio, Mrap e Mrax, si sono unite per una dichiarazione comune riguardo la situazione attuale della Gens du voyage.

[...]

Mrax (Movimento contro il Razzismo, l'Antisemitismo e la Xenofobia)
Mrap (Movimento conto il Razzismo e per l'Amicizia tra i Popoli)

Dichiarazione MRAP – MRAX
Gens du voyage, gens de chez nous, gens de partout (Rom gente di casa nostra, gente di ogni provenienza)

L'intera Europa stigmatizza sempre maggiormente e di giorno in giorno, coloro chiamati nei paesi francofoni "Gens du voyage" ovvero i Rom e Sinti, oggi cittadini dei loro paesi di residenza come la Francia, il Belgio, l'Italia.

Coloro i quali, durante la seconda guerra mondiale, erano definiti "Tzigani" e subirono il genocidio nazi (Samudaripen), il quale non è stato ancora riconosciuto fino a oggi, né dall'Europa né dagli stati membri dell'Unione Europea.

Popolo Europeo per eccellenza, i Rom e Sinti o "Gens du voyage" di Belgio e di Francia – sia che continuano a viaggiare (in particolare per l'esercizio di attività economiche), sia che abbiano deciso di installarsi più a lungo in certi luoghi – continuano a subire frontalmente il rifiuto della diversità. Eppure, meno di un secolo fa, questo stile di vita faceva parte integrante della nostra società: i venditori porta a porta di ieri rendevano agli abitanti dei nostri paesi gli stessi servizi degli ambulanti di oggi.

In ogni luogo, sono oggetto di amalgami (ovvero infelici associazioni e generalizzazioni) e di evidenti politiche sempre più repressive. L'atteggiamento irresponsabile del potere pubblico, ben lungi dal cercare di riconoscere la loro piena cittadinanza, incoraggia nelle opinioni pubbliche e nella popolazione, atteggiamenti di paura e di rigetto razzista.

In Belgio, espulsioni da terreni decise dai comuni nelle Fiandre, hanno causato incidenti con una parte degli abitanti, provocati dall'inerzia e il rifiuto di prendersi la responsabilità da parte delle autorità pubbliche. Centocinquanta famiglie sono state espulse da differenti luoghi e si ritrovano prese dal panico e dal terrore, non sapendo più verso chi orientarsi.

In Francia, il Governo ha scelto per motivi di sicurezza questa stessa via, annunciando la sua volontà di attaccarsi ai "problemi che pone il comportamento dei Rom e Gens du Voyage" coltivando volontariamente l'amalgama per giustificare una comune repressione.

Davanti a una situazione di una tale gravità nei due paesi vicini, il MRAX e il MRAP dichiarano solennemente che il momento è giunto, affinché finalmente le necessità dei "Gens du voyage" siano prese in considerazione dalle autorità.

E' urgente in Belgio:
- instaurare tramite legge, l'obbligo di organizzare in tutti i comuni il soggiorno dei "Gens du voyage" in funzione dei criteri fissati in accordo con le autorità regionali, le organizzazioni rappresentative dei "Gens du voyage" e l'insieme delle associazioni;
- permettere loro di esercitare il loro diritto fondamentale di vivere in un'abitazione mobile riconosciuta come alloggio;
- nominare delle persone che possoano fungere da contatto sia a livello regionale che comunale.

In Francia, la situazione dei "Gens du voyage" chiama delle risposte pubbliche concertate e volontariste. Ricordiamo che i "Gens du voyage" sono cittadini francesi, ma sempre sottomessi a una legislazione di eccezione, giudicata discriminatoria dalla "Halde" (alta autorità di lotta contro le discriminazioni e per l'uguaglianza), facendone un popolo controllato come nessun'altro.
E' urgente permettere alle famiglie dei "Gens du Voyage" di scegliere il loro stile di vita, sia esso itinerante o sedentario:

- riconoscere l'abitazione mobile come un alloggio, con accesso ai diritti sociali;
- fare rispettare la legge Besson del 2000 – la quale instaurava l'obbligo per tutti i comuni di più di 5000 abitanti, di costruire delle aree d'accoglienza per i "Gens du voyage". E' di competenza prefettizia ovviare all'inerzia dei comuni i quali si sono sottratti a questo dovere;
- in attesa della messa in opera di tutto ciò, permettere loro di accedere a reali luoghi dove potere vivere, ai servizi pubblici, al diritto all'acqua, all'elettricità;
- sviluppare proposte di abitazioni sociali adatte, di terreni familiari in affitto o annessi alla proprietà, corrispondenti alle aspirazioni delle famiglie in cerca di legami territoriali.


Parigi-Bruxelles 30 luglio 2010

Contacts pour le Mrax :
Radouane BOUHLAL, Président, +32 (0) 475.75.14.89. , radouane.bouhlal@gmail.com
Elisabeth COHEN, Administratrice, +32 (0) 473.90.01.91. , lizabeth.cohen@gmail.com

Contacts pour le Mrap :
Martine Platel, membre du Conseil d'administration en charge du secteur roms, tsiganes, et gens du voyage, +33 (0)6.81.03.46. 93

Mouvement contre le racisme et pour l'amitié entre les peuples
43 bd Magenta - 75010 Paris - Tél. : 01 53 38 99 99
Site web: http://www.mrap.fr
Aider le MRAP: http://secure.mrap.fr
Recevoir nos communiqués: communiques-request@lists.mrap.fr?subject=subscribe
Canal vidéo: http://www.dailymotion.com/MRAP-Officiel
Facebook: http://www.facebook.com/pages/MRAP-Mouvement-contre-le-racisme-et-pour-lamitie-entre-les-peuples/291306800927
Twitter: http://twitter.com/MRAP_Officiel

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Di Fabrizio (del 05/08/2010 @ 09:08:44, in lavoro, visitato 1908 volte)

Da Roma_Daily_News

SEVİM SONGÜN - ISTANBUL - Hürriyet Daily News

27/07/2010 - La recente introduzione di nuovi chioschi per venditori di fiori sta agitando i venditori di fiori per le vie di Istanbul, un gruppo dove sono predominanti i membri della comunità rom cittadina. I venditori si lamentano di essere stati allontanati dalle loro bancarelle ed esprimono preoccupazione sui prezzi regolamentati e sulle ore di lavoro nei nuovi chioschi.

I rom costituiscono una parte sostanziale dei venditori di strada di Istanbul che vendono fiori. DAILY NEWS foto, Mehveş KONUK

Un'iniziativa municipale di introdurre nuovi chioschi perla vendita di fiori, preoccupa i venditori di strada di Istanbul, la maggior parte membri della comunità rom cittadina, per la perdita delle loro bancarelle o per la paura di essere obbligati ad adottare pratiche nuove ed inaccettabili.

Il comune ha detto che i venditori di strada sono liberi di affittare i nuovi chioschi o continuare a lavorare nei vecchi, ma i venditori lamentano che la compagnia che sta installando questi chioschi obbliga chi li affitta ad indossare abiti "adeguati" e anche "intende scoraggiare i venditori di strada".

I venditori lamentano di essere obbligati a lasciare le loro bancarelle nelle strade, per le misure indirette prese dagli incaricati della ditta di consulenza Birikim, che sta costruendo i chioschi di fiori dopo avere vinto la gara indetta da Kültür A.Ş., una corporazione commerciale fondata nel 1989 all'interno della Municipalità Metropolitana di Istanbul o İBB.

I funzionari della compagnia hanno rifiutato di commentare o fornire qualsiasi informazione sulla questione.

Emine Çetinbaşlar, che vende fiori di fronte all'università Bahçeşehir, ha detto ad Hürriyet Daily News & Economic Review che gli incaricati della ditta hanno installato un chiosco proprio accanto al suo, dopo che lei aveva detto di non volerne affittare uno dalla compagnia. Çetinbaşlar ha aggiunto che l'università le aveva precedentemente rinnovato il permesso, cosicché non aveva bisogno di affittare un chiosco.

Metin Salih Şentürk, a capo dell'Associazione Fioristi di Kuştepe dell'omonimo quartiere di Istanbul, dice che sebbene i funzionari di İBB avessero assicurato il gruppo che i chioschi sarebbero stati costruiti lontani dalle bancarelle dei venditori di strada, circa 15 chioschi sono stati recentemente installati vicino a dove i Rom vendono fiori.

I venditori dicono di essere riluttanti ad affittare questi chioschi, dato che dovrebbero vendere fiori a prezzi regolamentati e non sarebbero in grado di trattare con i compratori, una cosa che Çetinbaşlar dice far parte del suo lavoro.

Dice: "Vendo fiori agli studenti. A volte non hanno abbastanza denaro, ed io posso preparare fiori per due lire turche. A volte non hanno proprio soldi, ed io do lo stesso dei fiori, che mi pagheranno quando avranno i soldi."

I venditori che affittassero i chioschi, dovrebbero anche prevedere ore di lavoro obbligatorio, cosa che molti venditori di strada hanno contestato. Şentürk ha detto al Daily News che nei chioschi costruiti da Birikim i venditori devono lavorare dalle 7 del mattino sino a mezzanotte.

Secondo Şentürk, alcuni funzionari della ditta hanno invitato i venditori rom di fiori e detto loro che le venditrici avrebbero dovuto indossare minigonne e truccarsi, se volevano lavorare nei nuovi chioschi. "Siamo estremamente disturbati da queste regole presentate ai fioristi," dice Şentürk. "Una settantenne che ha detto ai funzionari di non poter accettare regole simili, è stata allontanata dalla sala della riunione."

Il comune di Istanbul ha detto al Daily News con una dichiarazione scritta che i venditori di strada sono stati informati sulle prassi dei nuovi chioschi, incluso un codice di abbigliamento che prevede pantaloni neri, T-shirt bianca ed un grembiule per le venditrici. "Essere truccate non è obbligatorio, ma ai venditori è stato detto che sarebbe più opportuno un aspetto pulito, elegante e ben curato," recita la dichiarazione, aggiungendo che gli affittuari dovrebbero prestare attenzione anche alla pulizia dei chioschi.

Dice Şentürk che ci sono circa 400 banchi di fiori in tutta Istanbul, ed i venditori pagano prezzi differenti per il posto su strada ai vari comuni locali.

Il comune di Istanbul ha pianificato un'installazione iniziale di 56 chioschi, 40 dei quali sono pronti. Quanti hanno lavorato come venditori di fiori nella stessa area per almeno cinque anni avranno la priorità nell'affittare i nuovi chioschi, dichiara İBB, aggiungendo che gli affitti per i chioschi saranno minori a quelli degli spazi alternativi.

Şentürk ha detto che i venditori di fiori non erano ancora stati informati sugli affitti, ma che non erano a conoscenza delle altre condizioni.

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Di Fabrizio (del 06/08/2010 @ 09:07:47, in Italia, visitato 1857 volte)

Segnalazione di Stefano Romboli: MARTEDI' 10 AGOSTO ALLE ORE 18,00 COMMEMORAZIONE DELLA TRAGEDIA A PIAN DI ROTA DOVE MORIRONO I QUATTRO BAMBINI ROM. PER NON DIMENTICARE!

Radiocage.it

Per arrivare nel luogo dove la notte del 10 agosto 2007 sono morti in un incendio Eva, Danciu, Menji e Lenuca, bisogna raggiungere il ponte che scavalca la Variante dalla zona industriale del Picchianti in direzione del Cisternino e di Collesalvetti. E’ l’ultimo cavalcavia sulla Variante in direzione Stagno, prima che la Variante stessa si concluda. Salendo sul ponte, arrivando dal Picchianti in direzione Cisternino, ai bordi della strada ma nell’altro senso di marcia, c’è un sentiero in terra battuta che si inoltra tra i cespugli. Da lì bisogna percorrere a piedi una cinquantina di metri, e prendere la prima deviazione a destra, che porta sotto il ponte, a ridosso di un pilone di sostegno. Lì, tra i rovi e i cespugli, vi sono i resti anneriti delle povere cose bruciate dall’incendio: una rete metallica, un passeggino, oggetti sparsi. C’è anche una piccola croce di legno, con i nomi dei quattro bambini: Eva, Danciu, Menji, Lenuca.

Andateci.

Ogni anno, in pieno agosto, la nostra ferita cittadina torna a sanguinare.

Eva (11 anni), Danciu (8), Menji (4), Lenuca (6) venivano dalla Romania ed erano bambini come tutti gli altri, ma hanno avuto meno tutele, meno diritti e meno fortuna di tutti gli altri.

Meno di tutto.

Sono passati già tre anni da quella notte, e il ricordo di questi bambini è sempre più sbiadito nella memoria della nostra comunità cittadina, che sin dall’inizio non volle o non seppe assumere pienamente il senso e la portata di questa tragedia e di questo lutto.

Eppure non ci era richiesto niente.

Solo di sentire che erano anche figli nostri.

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Di Fabrizio (del 06/08/2010 @ 09:44:19, in Regole, visitato 1877 volte)

Segnalazione di Elisabetta Vivaldi



"Per cittadini comunitari valgano le regole europee. Valutare caso per caso"

Roma – 2 agosto 2010 - I rom pericolosi o senza mezzi di sostentamento possono essere rimandati da un Paese dell’Ue nel loro Paese d’origine, ma solo valutandone la condizione caso per caso, senza espulsioni di massa. Diversamente, si infrangerebbero le regole europee sulla libera circolazione dei cittadini comunitari.

È la linea ricordata oggi dal portavoce della Commissione europea Michele Cercone, a proposito del giro di vite contro i campi rom annunciato dal governo francese.

"Tutti i cittadini europei sono liberi di circolare nell'Ue secondo quanto stabilisce la direttiva sul libero movimento, che fissa però anche una serie di condizioni in proposito, tra cui la capacità di provvedere a se stessi e il non costituire una minaccia per la sicurezza del paese", ha detto Cercone.

"Le autorità nazionali responsabili in materia devono però seguire una procedura di valutazione caso per caso", quindi "non esiste la possibilità di un'espulsione di gruppo, ma questa e' personale e deve essere valutata individualmente anche nei casi di situazioni simili", ha sottolineato il portavoce. Il "semplice fatto di essere iscritti alle liste di disoccupazione, per esempio, non è un motivo sufficiente" per essere allontanati da un paese secondo quanto stabilisce la direttiva, ha aggiunto.

Allo stesso tempo, ha ricordato il portavoce, un cittadino Ue può fare appello ai giudici del paese in questione contro la decisione di espulsione se la ritiene immotivata, e i magistrati dovranno quindi valutare se l'espulsione decisa dalle autorità "rispetta il principio di proporzionalità". "Tutti i cittadini hanno le stesse libertà e gli stessi diritti" ha concluso Cercone.

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