Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
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La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 11/03/2010 @ 17:31:37, in Regole, visitato 1712 volte)

Segnalazione di Cristina Seynabou Sebastiani e Stefania Ragusa

Corriere della Sera Cronache

il nuovo orientamento smentisce una recente sentenza
L'esigenza di garantire la tutela delle frontiere prevale sulle esigenze di tutela del diritto allo studio dei bambini

MILANO - Marcia indietro della Cassazione sugli immigrati: i clandestini con figli minori che studiano in Italia non possono chiedere di restare nel nostro Paese sostenendo che la loro espulsione provocherebbe un trauma «sentimentale» e un calo nel rendimento scolastico dei figli. Secondo il nuovo orientamento della Suprema corte, che smentisce una propria recente sentenza, l'esigenza di garantire la tutela alla legalità delle frontiere prevale sulle esigenze di tutela del diritto allo studio dei minori.

LE MOTIVAZIONI - Con la sentenza n. 5856 la Cassazione ha respinto il ricorso di un albanese, con moglie in attesa della cittadinanza italiana e due figli minori, residente a Busto Arsizio (Varese): chiedeva di poter restare in Italia in nome del diritto del «sano sviluppo psicofisico» dei suoi bambini che sarebbe stato alterato dall'allontanamento del papà. I supremi giudici hanno risposto che è consentito ai clandestini la permanenza in Italia per un periodo di tempo determinato solo in nome di «gravi motivi connessi con lo sviluppo psicofisico del minore se determinati da una situazione d'emergenza». Queste situazioni d'emergenza, però, non sono quelle che hanno una «tendenziale stabilità» come la frequenza della scuola da parte dei minori e il normale processo educativo formativo che sono situazioni di «essenziale normalità». Se così non fosse, dice la Cassazione, le norme che consentono la permanenza per motivi d'emergenza anche a chi è clandestino finirebbero con il «legittimare l'inserimento di famiglie di stranieri strumentalizzando l'infanzia». Con questa pronuncia i supremi giudici superano la precedente decisione della stessa Cassazione che aveva dato il via libera alla permanenza di un papà clandestino, definendola «riduttiva in quanto orientata alla sola salvaguardia delle esigenze del minore, omettendone l'inquadramento sistematico nel complessivo impianto normativo» della legge sull'immigrazione.

PD: ERRORE GRAVE - Il verdetto ha sollevato diverse critiche nelle file dell'opposizione. I deputati del Pd Jean-Leonard Touadi e Guido Melis scrivono: «La scuola è un grande fattore di integrazione, che molto bene può operare nel riassorbire i problemi legati all'irregolarità, avviando un percorso di nuova cittadinanza. È un errore gravissimo far prevalere invece le ragioni del respingimento condannando anche i figli insieme con i padri». Antonio Borghesi (Idv): «Questa sentenza è frutto delle leggi razziste e inutilmente crudeli del governo Berlusconi». Per Paolo Ferrero, portavoce nazionale della Federazione della Sinistra, «la marcia indietro della Cassazione corrisponde a una sentenza inumana, aberrante e indegna di un Paese civile». Il Pdci con Maurizio Musolino parla di «sentenza che lascia sbigottiti, un ulteriore passo verso la barbarie»; i Verdi con Cristina Morelli di «sentenza che lascia senza parole, somiglia molto a quella in cui i giudici della Cassazione stabilirono che non poteva esserci stupro se la vittima indossava i jeans». Savino Pezzotta, candidato dell'Udc alle regionali in Lombardia, parla di «un'esagerazione»: «Così non si fa altro che creare tensione».

UNICEF: CAOS - Dal mondo delle associazioni, la Caritas ritiene che la sentenza non rappresenti «un pericolo»: «La Cassazione verifica caso per caso - afferma il responsabile immigrazione Olivero Forti -. Penso quindi che in questo specifico caso, abbia verificato che non veniva pregiudicato lo sviluppo psicofisico del minore. Non ho elementi per dire che con questa sentenza viene meno il principio del sano sviluppo del minore rispetto alla posizione irregolare del genitore». Per l'Unicef aumenta lo stato di caos che esiste in materia: «Il legislatore dovrebbe mettere un po' di ordine. Questa sentenza crea un ulteriore problema» dice Roberto Salvan, direttore di Unicef Italia. Per Raffaele Salinari, presidente di Terre des Hommes, «con questa sentenza si fa un vistoso passo indietro nel senso civile della nostra nazione e nella coerenza fra politica interna e rispetto delle convenzioni internazionali sulla tutela dei minori, di cui l'Italia è firmataria».

Redazione online - 11 marzo 2010

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Di Fabrizio (del 12/03/2010 @ 09:18:33, in Italia, visitato 1804 volte)

Segnalazione di Ivana

link per chi legge da Facebook

su youtube o anche sui siti del Corriere e di Repubblica, trovate molto materiale. Qua si riassume in poco più di due minuti una lunga e intensa mattinata

E visto che in Mahalla non ci facciamo mancare niente:

Jovica riconoscimento ad un artista

Non conosco quali pensieri abbiano ispirato il Ministro Maroni allorquando ha deciso di accogliere la richiesta del musicista Jovic Jovica, e di moltissimi amici e artisti che l’hanno sostenuta, di annullamento di un’espulsione comminata mentre era in corso di rilascio un permesso di soggiorno per meriti artistici.
Mi piace però pensare o forse sperare, che questo gesto così imprevedibile e sorprendente, riveli una passione per la musica, che accomuna, anziché dividere, al di là delle sovrastrutture ipocrite del pensiero contemporaneo e dei pregiudizi da cui è pesantemente condizionato.
Conosco Jovica da molto tempo, anni ormai, che abbiamo spesso percorso insieme tra molte difficoltà e poche speranze.
Di sé stesso, della sua musica, ama spesso ripetere: “Da che sono nato nella mia vita c'è musica. Il mio bisnonno era violinista. E' morto a 106 anni, sdraiato sul letto, con la testa appoggiata al muro e il violino in mano, mentre suonava. L'abbiamo trovato così e abbiamo fatto fatica a separarlo dal violino, perché le sue dita erano rigide. Non riesco a pensare a una morte più dolce”.

Tempo fa ebbi la fortuna di visitare la “Kafana” (Taverna) che gestiva in gioventù a Pozarevac, 40 km. da Belgrado, prima della guerra.
Un luogo in cui il tempo è rimasto immobile, avvolto nelle reti di ragnatele che trattengono i ricordi, quelli belli e quelli brutti.
Un’amica comune, un giorno, andò alla ricerca nella sonnolente campagna serba della sua amatissima fisarmonica cromata, la stessa che oggi lo accompagna su tutti i palcoscenici.
Tre anni fa, insieme alla sua famiglia, ottenne una piazzuola nel campo comunale di via Sesia, a Rho.
Neanche questo fu facile o scontato, mentre oggi i nuovi amministratori locali quel campo lo vorrebbero chiudere, ricacciando tutti per strada.
Nell’esaltazione del momento qualcuno ha forse azzardato accostamenti un po’ eccessivi…lontani dal carattere umile e gentile di Jovica, paragonandolo al jazzista Django Reinhardt..
Io mi limito a pensare che una comunità, come quella rhodense, che si rivela così incapace di entusiasmarsi per la ricchezza culturale che la circonda, dimostri solo quanto sia destinata a rimanere l’ombra di sé stessa, vittima di insignificanti “ombre” politiche che la amministrano attraverso le istituzioni locali, come le ragnatele che avvolgono la lontana “Kafana” di Jovica…

Maurizio Pagani
Presidente Opera Nomadi Milano

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Di Fabrizio (del 12/03/2010 @ 09:49:52, in lavoro, visitato 1591 volte)

Sono iniziate questa mattina, negli insediamenti di via Candoni e via di Salone, le preselezioni tra i residenti di cinque campi nomadi autorizzati della capitale per svolgere dei tirocini formativi nel settore del decoro urbano. Attualmente sono 105 i posti a disposizione dei rom della capitale, 80 nelle cooperative che operano alle dipendenze del Servizio Giardini nel decoro urbano e 25 all'Ama nei servizi di recupero di materiali ed elettrodomestici abbandonati. Quattro mesi di apprendistato, retribuito 450 euro al mese grazie ad uno stanziamento di 500mila euro messo a disposizione dal Comune di Roma, potrebbero aprire ai nomadi selezionati le porte del mondo del lavoro. L'iniziativa fa parte del programma Retis, voluto dall'assessorato alle Politiche sociali del Comune di Roma per favorire l'integrazione sociale dei rom attraverso il lavoro. La prossima settimana le preselezioni proseguiranno: lunedì al Roman River, mercoledì al campo di via dei Gordiani e venerdì in quello di via Pontina. Dopo una prima selezione, che privilegerà i più giovani e coloro che hanno già svolto esperienze lavorative, i rom svolgeranno dei colloqui individuali per delineare assieme ad un tutor un profilo personale che evidenzi le proprie competenze. (omniroma.it)

(11 marzo 2010 ore 13:13)

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Di Fabrizio (del 12/03/2010 @ 09:51:42, in Italia, visitato 1991 volte)

Lo scorso undici Febbraio due agenti di Polizia dipendenti dalla questura di Varese, città d’origine dell’attuale Ministro degli Interni leghista Bobo Maroni, sono entrati in un fast- food di un centro commerciale cittadino e l’hanno sorpresa mentre stava pranzando. Dopo averne controllato i documenti l’hanno invitata a seguirli in questura ove le è stato notificato il foglio di via dal capoluogo dell’Insubria in quanto persona pericolosa socialmente. Lucica Tudor comunque ha immediatamente presentato alla locale Prefettura ricorso contro quella che afferma essere una misura di polizia dettata solamente dal viscerale odio che gli italiani provano quotidianamente verso la sua gente, i Rom. “ Vorrebbero che scomparissimo dalla loro terra ma siccome in buona parte siamo cittadini romeni, cioè comunitari, devono accettare la nostra presenza accanto a loro, a certe condizioni, e ciò li manda in bestia” sottolinea la Tudor. Lucica non è però una romena, per giunta di razza zingara, qualunque:è la leader imperatrice dell’Alleanza per l’Unità dei Rom. E’ la rappresentante dei Rom romeni in tutt’Europa ed in questo ruolo è stata eletta nel 2003 con la benedizione di un Vescovo ortodosso. Sino ad allora, a far data dal 1992, era stata un’artista di successo ma un incidente la costrinse all’inabilità ed ancora oggi appare offesa ad una gamba.” Vorrei unire tutta la Nazione Rom, che non coincide con quella romena, e lavorare con i ventisette governi dell’Unione europea per il bene del mio popolo che, bisogna sempre rammentarlo, è nato e vive in buona parte entro i confini dell’Unione Europea. Purtroppo il governo italiano, ed oserei dire un po’ tutta l’opinione pubblica del vostro paese, è sorda a queste nostre istanze” si lamenta Lucica la quale già ha depositato presso la Prefettura della città del Ministro Maroni il proprio ricorso contro il provvedimento di polizia che ritiene ingiusto e lesivo dei suoi diritti fondamentali. Lucica infatti non vive ne di accattonaggio ne di espedienti ma dei proventi di un lavoro onesto seppur umile: è infatti una colf di una signora italiana. E’ dunque in grado di dimostrare di potersi sostenere in Italia con proventi legali ma tutto questo non è bastato ad evitarle l’espulsione dai confini comunali di Varese. Da qualche anno Lucica collabora con l’Associazione “ Rom per la Legalità” vicina ai City Angel di Milano. La sua nazionalità però l’ha portata ad essere considerata persona indesiderata cosiccome indesiderati sono quei tanti bambini rom che, esaudendo un desiderio del Ministro Maroni in persona e dalla sua collega bresciana Mariastella Gelmini, nello scorso autunno si sono iscritti con speranza alle scuole elementari del capoluogo lombardo salvo poi essere messi nell’impossibilità fisica di frequentarle grazie ai continui sgomberi di campi zingari nell’hinterland meneghino voluti dal Sindaco Moratti. A nulla in proposito sono valse le proteste della Curia ambrosiana e del suo Pastore, il Cardinale Tettamanzi.

Sergio Bagnoli

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Di Fabrizio (del 12/03/2010 @ 14:07:03, in musica e parole, visitato 1985 volte)

Segnalazione di Marta Pistocchi

sabato 13 marzo al LEONCAVALLO
"LA MAFIA NON ESISTE"
Fausto e Iaio son morti di vecchiaia

Dalle 21.30 dibattito pubblico con:
- Francesco Forgione, già Presidente della Commissione antimafia e autore del libro "Mafia Export"
- Mario Portanova, giornalista
- Avv. Ilaria Ramoni, Libera Associazioni, nomi e numeri contro le mafie di Milano e provincia
- Mario Agostinelli, Consigliere regionale Lombardia
- Alberto Ibba, direttore editoriale della collana Verdenero di Ed. Ambiente

Dalle 23.00 concerto:
PARTO DELLE NUVOLE PESANTI E MUZIKANTI
(www.myspace.com/imuzikanti)

Nel corso della serata sarà possibile acquistare i prodotti della Cooperativa "Lavoro e Non Solo", cooperativa sociale di Corleone che lavora sui terreni confiscati .
Ingresso a sottoscrizione libera

L'appuntamento su Facebook

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Di Fabrizio (del 13/03/2010 @ 08:56:51, in Italia, visitato 1577 volte)

Leggo

Le temperature rigide e la neve che cade da ieri pomeriggio su Milano, non hanno fermato gli sgomberi di campi rom nel capoluogo lombardo i cui ormai ex occupanti sembrano essere gli unici ad aver subito disagi dalla nevicata fuori stagione che non ha avuto ripercussioni sulla viabilità. Secondo quanto ha spiegato l'Opera Nomadi, nonostante la inclemenza del tempo, la polizia locale ha effettuato due sgomberi tra ieri ed oggi in altrettanti campi. Gli agenti della polizia locale sono intervenuti infatti ieri un campo nomadi in via Bonfadini, dove avevano trovato rifugio una quarantina di persone, mentre oggi analoga iniziativa è stata adottata nella zona di via Bacula. «Mentre il maltempo continua ad imperversare e la neve cade da ore su Milano - spiega Maurizio Pagani, presidente dell'Opera Nomadi di Milano - gli sgomberi delle famiglie rom dai quartieri della città non subiscono interruzione. L'emergenza freddo del Comune di Milano da anni non contempla le condizioni di vita di chi è pi— esposto ai rigori dell'inverno e nemmeno la protezione Civile viene mai impegnata in attività essenziali di aiuto alle persone rom in difficoltà». Pagani conferma che ieri, gli sgomberi «hanno riguardato 40 persone di gruppo romeno, accampate in via Bonfadini, zona sud est, e oggi è toccato ad alcune decine di rom, donne e bambini compresi, ritornati a cercare per l'ennesima volta riparo sotto il Ponte Bacula, in zona Nord». A giudizio di Pagani si tratta, peraltro di sgomberi «inutili che non risolvono il problema e non disincentivano la presenza di persone sfollate che rimangono in numero uguale, ma che sembrano essere la sola risposta pubblica alla mancanza di politiche di accoglienza abitativa e integrazione sociale». Secondo le informazioni raccolte dall'Opera Nomadi di Milano, inoltre «aumentano le denunce su interventi della Polizia Locale che violando i beni privati delle persone da allontanare, esercitano anche forme odiose di condizionamento psicologico con la minaccia di sottrazione dei minori dalle loro famiglie, nel caso che queste si oppongano all'intimazione di abbandonare le loro case precarie e averi di prima necessità». «In questo quadro di mancanza assoluta di governo dei problemi emergenziali della città - spiega Pagani - il Comune dichiara di voler procedere anche allo smantellamento dei campi comunali abitati dai rom italiani. Nel frattempo, i milioni di euro messi a disposizione dal Governo per risolvere la questione abitativa dei rom nelle città non trovano alcun utilizzo, per mancanza di idee e volontà di aiutare le famiglie rom ad uscire da una delle condizioni sociali più gravi d'Europa» Infine ecco l'appello di Maurizio Pagani: «Per l'ennesima volta chiediamo la sospensione di qualsiasi intervento di allontanamento di persone senza la possibilità di una ricollocazione temporanea sicura».

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Di Sucar Drom (del 13/03/2010 @ 09:01:10, in Italia, visitato 1008 volte)

venerdì 19 marzo 2010 alle ore 21.00
presso ArciDallò in piazza Ugo Dallò a Castiglione delle Stiviere (MN)
Organizzato da L'A.M.A. con Sucar Drom e l'Istituto di Cultura Sinta:

- una storia scritta da altri, a cura dell'Istituto di Cultura Sinta
- proiezione del filmato "porrajmos" 10 minuti;
- interventi di leader sinti sulla realtà attuale;
- dibattito.

L'appuntamento su Facebook

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Di Fabrizio (del 13/03/2010 @ 09:04:25, in Regole, visitato 2203 volte)

Segnalazione di Tommaso Vitale

Sgomberi di Rom e Sinti

Egregio Ministro

Il Centro Europeo per i Diritti dei Rom (European Roma Rights Centre, ERRC), un'organizzazione internazionale di interesse pubblico impegnata in attività volte a combattere il razzismo anti-Rom e gli abusi dei diritti umani dei Rom, scrive per esprimere seria preoccupazione per il proliferare degli sgomberi che hanno coinvolto Rom e Sinti effettuati in Italia negli ultimi mesi. L'ERRC è informato su quanto sta accadendo ed è preoccupato per gli sgomberi svolti in diversi Comuni italiani. Gli sgomberi effettuati a Milano sono particolarmente preoccupanti a causa del loro significativo numero, dell'apparente sistematicità, della mancanza di pianificazione e di soluzioni per le persone interessate. A Milano nei primi due mesi di quest'anno sono stati realizzati più di venti sgomberi. Queste operazioni hanno coinvolto oltre 900 individui e alcune persone sono state colpite da questi provvedimenti più di una volta in un periodo molto breve. La maggior parte delle persone coinvolte negli sgomberi e stata allontanata numerose volte nel corso degli ultimi due anni.

L'ERRC ha svolto una dettagliata attività di ricerca e monitoraggio degli sgomberi attuati a Milano negli ultimi mesi. Notiamo, tuttavia, che molte delle seguenti preoccupanti caratteristiche che riguardano gli sgomberi avvenuti a Milano sono comuni ad altre operazioni svolte altrove in Italia (per esempio a Roma, Pisa e Sesto Fiorentino).

• Ai residenti non è stato dato alcun preavviso dello sgombero imminente.
• Nessun tipo di documento inerente allo sgombero è stato prodotto dagli agenti delle forze di polizia che hanno effettuato l'operazione.
• Gli agenti della forze di polizia che svolgono le operazioni di sgombero sono spesso presenti con un numero sproporzionato rispetto alla persone che intendono allontanare, anche se tra queste c'è una significativa percentuale di bambini e di persone disabili.
• In alcuni casi ci sono stati abusi (verbali e fisici) da parte di agenti delle forze di polizia.
• Gli sgomberi spesso hanno luogo molto presto la mattina.
• Gli sgomberi sono stati svolti con allarmante frequenza durante i mesi invernali, quando le condizioni meteorologiche rappresentano una minaccia per la salute e la sopravvivenza.
• Le abitazioni e altri beni vengono arbitrariamente distrutti.
• Alla maggior parte delle persone oggetto di sgombero non viene offerta una sistemazione alternativa. Nelle rare occasioni in cui una sistemazione alternativa viene offerta, è generalmente inadeguata, anche perché prevede la divisione dei nuclei familiari.
• Alcuni bambini sono stati costretti a interrompere la frequenza scolastica (in particolare a seguito dello sgombero dell'insediamento di via Rubattino, il 19 novembre 2009).

Gli sgomberi che hanno coinvolto Rom e Sinti e che hanno avuto luogo negli ultimi mesi sono illegali e tutti violano molti o tutti gli obblighi dell'Italia ai sensi del diritto internazionale, in particolare quelli che riguardano il diritto all'abitazione, alla proprietà, all'integrità personale, all'istruzione e il divieto di discriminazione:

1. Diritto all'abitazione e alla proprietà

a. Con l'articolo 11, comma 1, del Patto Internazionale sui Diritti Economici, Sociali e Culturali (ICESCR), l'Italia si impegna a "riconoscere il diritto di ogni individuo a un livello di vita adeguato per sé e per la propria famiglia, che includa un’alimentazione, un vestiario, e un alloggio adeguati, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita" e a "prendere misure idonee ad assicurare l'attuazione di questo diritto".

A questo proposito, l'ERRC ricorda al governo italiano che il Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite ('CESCR') ha chiarito molto bene che gli sgomberi forzati sono una violazione prima facie del diritto a un alloggio adeguato. In tutti i casi di sgomberi forzati noti all'ERRC ogni singola procedura di garanzia individuata dal CESCR è stata ignorata. Tali garanzie di base comprendono:

a) L'opportunità di una reale consultazione con gli interessati;
b) Un adeguato e ragionevole preavviso per tutte le persone interessate prima della data prevista per lo sgombero;
c) Informazioni sugli sgomberi previsti e, ove possibile, sull'utilizzo successivo del terreno o delle abitazioni, dovrebbero essere rese disponibili in tempi ragionevoli a tutti coloro interessati dai provvedimenti;
d) In particolare, quando sono coinvolti gruppi di persone, funzionari governativi o loro rappresentanti dovrebbero essere presenti durante lo sgombero;
e) Tutte le persone che effettuano lo sgombero dovrebbero essere correttamente identificate;
f) Gli sgomberi non dovrebbero aver luogo in condizioni climatiche particolarmente avverse o di notte a meno che le persone coinvolte non ne diano il consenso;
g) Dovrebbero essere forniti strumenti di ricorso legale e
h) Dove possibile, assistenza legale alle persone che lo richiedono qualora volessero ricorrere alla giustizia1.

b. L'articolo 27 della Convenzione sui Diritti del Fanciullo, richiede che l'Italia prenda misure appropriate per assistere i genitori nell'attuazione del diritto a un adeguato livello di vita e di fornire, in caso di necessità, l'assistenza materiale e programmi di supporto, con particolare riguardo all'alimentazione, al vestiario e all'abitare.

c. L'articolo 1 del Protocollo 1 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo, tutela i diritti di proprietà.

d. L'articolo 31 della Carta Sociale Europea (riveduta), prevede il diritto all'abitazione e l'Italia si è impegnata ad adottare misure volte a:

- favorire l'accesso a una abitazione di livello sufficiente;
- prevenire e ridurre il fenomeno dei "senzatetto", in vista di una graduale eliminazione della problematica;
- determinare un prezzo delle abitazioni accessibile a color i quali non hanno risorse adeguate.

1 Commento Generale n. 7, par. 15, E/1998/22, Annesso IV, 16a Sessione.

2. Diritto all'integrità personale e familiare

a. L'articolo 16 della Convenzione sui Diritti del Fanciullo prevede che nessun bambino debba essere sottoposto a interferenze arbitrarie o illegali con la sua vita privata o familiare.
b. L'articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo vieta i trattamenti inumani e degradanti a cui le persone sono state sottoposte durante le procedure di sgombero e a causa delle terribili condizioni di vita in cui si sono trovati a seguito di tali operazioni.
c. L'articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo sancisce il diritto alla vita familiare e alla vita privata.

3. Istruzione

a. L’articolo 28 della Convenzione sui Diritti del Fanciullo
b. L’articolo 2 del protocollo n. 1 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo

4. Discriminazione

a. Con l'articolo 5 (e) (iii) della Convenzione Internazionale sull'Eliminazione di Ogni Forma di Discriminazione Razziale, l'Italia si impegna a 'proibire ed eliminare la discriminazione razziale in tutte le sue forme ed a garantire il diritto di tutti [...] all'uguaglianza davanti alla legge, in particolare nel godimento del [...] diritto alla casa '.
b. La giurisprudenza basata sull'articolo 14 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo orienta verso una particolare tutela delle minoranze Rom in Europa.
c. L'articolo E della Carta Sociale Europea (riveduta) vieta la discriminazione nell'esercizio dei diritti sanciti dalla medesima Carta.
d. Diversi articoli della Convenzione-quadro per la Protezione delle Minoranze Nazionali.

L'ERRC ritiene che non solo gli sgomberi siano manifestamente illegali, ma anche che essi siano stati effettuati in modi che sembrano appositamente pianificati per provocare la massima sofferenza alle persone interessate.

L'ERRC chiede di porre fine alla pratica degli sgomberi illegali e che adeguate sistemazioni alternative, accesso all'istruzione e altre forme di sostegno essenziale siano previste per le persone che sono state coinvolte, molte delle quali sono senza fissa dimora o vivono in condizioni estremamente precarie.

Cordiali Saluti,

Robert Kushen
Managing Director

cc: Gian Valerio Lombardi
Prefettura - Ufficio Territoriale del Governo di Milano
Corso Monforte, 31
20122 Milan
Italy

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Di Fabrizio (del 13/03/2010 @ 09:10:14, in Italia, visitato 1552 volte)

giovedì 18 marzo 2010 dalle 19.00
allo Spazio Forma Moods in Piazza Tito Lucrezio Caro, 1 - 20136 Milano, Italy

Partecipa a una serata che segna l'avvio di un progetto ambizioso: far vivere uno spazio culturale che promuova le forme espressive della cultura romanì nella società milanese.

Un ristorante tzigano vicino ai Navigli... un museo Rom a Rogoredo...

Non solo un modo per avvicinarsi alle tante facce di una cultura che ci affascina o suscita ribrezzo, ma la possibilità di prendere parte ai nuovi progetti che insieme ad alcune comunità rom di Milano stiamo cercando di realizzare.

Gli eventi che seguiranno nei prossimi mesi sono solo il preludio di un'offerta più ampia, impreziosita dai sapori e colori della gastronomia tzigana, le produzioni artistiche, la musica che potrai incontrare dal mese di ottobre, il lunedì sera, presso l'Open Restaurant & Bar dello spazio FORMA MOODS.

PRENOTA SUBITO LA PARTECIPAZIONE SCRIVENDO A: operanomadimilano@tiscali.it
www.operanomadimilano.org

PARTECIPANO: Roberto Durkovic e la sua band
Sartoria romanì

STAR GUEST: Jovic Jovica

L'appuntamento su Facebook

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Di Fabrizio (del 13/03/2010 @ 09:25:48, in Europa, visitato 1880 volte)

Da Nordic_Roma

TheLocal.se

05/03/2010 - Ha detto il Tavolo Svedese sulle Migrazioni, che circa 1.000 Rom, soprattutto dalla Serbia, sono stati attirati quest'anno da un viaggio verso la Svezia, nella vana speranza di un permesso di residenza.

Bus riempiti di Rom sono arrivati a Gothenburg e Malmö quasi su basi giornaliere.

"Agenzie viaggi guidate da affaristi senza scrupoli truffano persone già vulnerabili di loro nel venire in Svezia," ha detto Dan Eliasson, direttore generale del tavolo.

Il capo del tavolo sulle migrazioni consiglia ai Rom di non intraprendere il lungo viaggio verso la Scandinavia, perché le possibilità di ottenere una residenza garantita sono "straordinariamente poche".

"Probabilmente si trovano a vivere in difficili condizioni sociali e forse subiscono anche discriminazioni, ma questo non da loro il diritto alla protezione in Svezia. Generalmente verranno rapidamente informati che non potranno avere un permesso di residenza e che dovranno tornare in patria," ha detto Eliasson, aggiungendo che la gran maggioranza arriva in Svezia dalla Serbia, ma anche dal Montenegro settentrionale e dalla Macedonia.

I Rom in Serbia sono considerevolmente più poveri del resto della popolazione, e sono emersi sporadici rapporti di violazioni perpetrate contro i Rom in Serbia, Kosovo e, recentemente, in Italia.

Ma per ottenere l'asilo bisogna essere capaci di mostrare di essere perseguitati ed a rischio di trattamenti violenti. E' molto difficile ricevere asilo dall'Europa," ha detto Eliasson.

TT/The Local (news@thelocal.se; 08 656 6518)

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