Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

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La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 08/11/2008 @ 15:35:56, in Regole, visitato 1594 volte)

Da Tiscali notizie

Roma, 7 nov. (Apcom) - Via libera alla videosorveglianza e alle ronde di cittadini in materia di sicurezza. E' stato approvato nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia del Senato l'emendamento della Lega che permette agli Enti locali di "avvalersi della collaborazione di associazioni tra cittadini al fine di segnalare agli organi di polizia locale ovvero alle forze di polizia dello Stato, eventi che possono arrecare danno alla sicurezza urbana ovvero situazioni di disagio sociale e cooperare nello svolgimento dell'attività di presidio del territorio".

Ritirato, invece, su richiesta del governo, l'emendamento sempre del Carroccio che prevedeva la possibilità di referendum locali per l'apertura di nuovi campi nomadi o di moschee e luoghi di culto di altre religioni che non hanno stipulato accordi con lo stato. La Lega, comunque, si riserva la possibilità di ripresentare la proposta di modifica in Aula, visto che il termine per la presentazione di emendamenti scade martedì.

Sarà consentito inoltre, agli enti locali, l'utilizzo di sistemi di videosorveglianza "in luoghi pubblici o aperti al pubblico" per la tutela della sicurezza urbana: la conservazione dei dati, oggi consentita per 24 ore, si estende ai 7 giorni successive alla rilevazione, salvo un prolungamento che "non può comunque superare i quattordici giorni".

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Di Fabrizio (del 08/11/2008 @ 09:44:35, in scuola, visitato 1544 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

articolo tratto da Osce.org - nella foto: Redzep Ali Cupi nella sua casa di Gostivar, 26 luglio 2007

"La cosa più importante per la mia comunità, i Rom, è l'istruzione," dice Redzep Ali Cupi.

Redzep, 24 anni, ha ragione di essere preoccupato sull'istruzione dei Rom in Macedonia. Il 33% dei Rom non è riuscito a completare l'istruzione primaria, secondo il rapporto nazionale 2005 dell'Obiettivo di Sviluppo del Millennio delle Nazioni Unite.

La mancanza di istruzione proviene da un certo numero di fattori collegati, come le deprivate condizioni economiche, svantaggi linguistici, pregiudizio contro i Rom, mancanza di motivazione e di applicazione delle leggi sull'istruzione obbligatoria. Senza un'istruzione adeguata, le opportunità per l'impiego e l'integrazione nella società maggioritaria sono limitate.

Ma il giovane avvocato vede davanti a sé dei miglioramenti. Ritiene che l'attuale processo di decentralizzazione del paese, iniziato ufficialmente nel giugno 2005, può fare la differenza.

Vede segni di progresso anche all'interno della comunità rom: "Negli ultimi 10 anni, ha messo molti sforzi nel far crescere la consapevolezza pubblica nell'aumento del numero dei Rom istruiti."

Decentralizzazione: chiave di svolta
La  decentralizzazione intende dare sempre più poteri all'auto-governo locale per venire incontro ai bisogni dei cittadini. "Attraverso la decentralizzazione, le comunità etniche più piccole finalmente hanno la possibilità di partecipare direttamente al processo decisionale locale, permettendo loro di risolvere tematiche come quelle dell'istruzione."

Ritiene anche che lo Stato dovrebbe sostenere lo sforzo di lavorare con la società civile per aumentare il livello dei tassi di istruzione e di impiego tra i Rom.

Redzep ha fatto sua l'importanza di una buona istruzione. Sta per laurearsi alla Facoltà di Legge di Skopje e spera di proseguire gli studi in legge all'estero. Dopodiché, intende ritornare per usare in patria le sue capacità professionali.

"Armato di conoscenza e capacità, si ha il potere," dice Redzep. "Questo potere dovrebbe essere condiviso col resto della comunità, per stabilire una buona qualità di vita e armonia tra tutti i componenti."

Insegnando la legge
Redzep sta già adoperando le sue conoscenze e capacità per migliorare la situazione dei Rom. Presso "Arka", un'OnG che promuove i diritti dei Rom, fa assistenza nell'ottenere i loro documenti di identificazione personali.

E' anche aiuto formatore per un progetto finanziato dalla Missione OCSE a Skopje, volta a migliorare le capacità professionali dei consiglieri di Suto Orizari, l'unica municipalità in Europa dove i Rom sono la maggioranza. Insegna le leggi importanti per il governo locale che dovrebbero guidare il lavoro di tutti i giorni.

 "A causa del mio entroterra etnico e dell'energia che ho, ho deciso di coinvolgermi nel costruire capacità. Il mio obiettivo è di aprire la strada verso una società di benessere - per la mia comunità e per tutti gli altri," dice Redzep.

Percezione del cambiamento
Ramadan Berat, Assistente Anziano sulle Tematiche Rom per la Missione OCSE, è incaricato dell'esecuzione del progetto ed è felice della partecipazione di Redzep.

"Quello di cui i Rom hanno più bisogno per compensare il loro basso status sociale, è aumentare l'interazione tra i singoli Rom e le istituzioni nella società maggioritaria," dice. "Il coinvolgimento di gente come Redzep Ali Cupi genererà un cambio. I membri della comunità Ro diventeranno creatori di politiche, invece che oggetto del processo decisionale."

"Dopo il soddisfacente completamento dei suoi studi, Redzep sarà il modello di inclusione che metterà insieme Rom e non-Rom per discutere, articolare, difendere e negoziare le loro opinioni ed interessi."

Redzep ritieene che i giovani pieni di entusiasmo ed energia possono far progredire la società, mentre l'esperienza dei più anziani può offrire un'assistenza impagabile. "Se si potesse creare una sinergia tra la capacità e la conoscenza dei giovani e l'esperienza dei loro anziani, nessuno si sentirebbe rifiutato nella società."

Written by Borce Manevski

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Di Fabrizio (del 08/11/2008 @ 09:28:59, in Italia, visitato 2242 volte)

Ricevo da Veniero Granacci

INCONTRO PUBBLICO DI RIFLESSIONE
GIOVEDI 13 NOVEMBRE 2008 –
Ore 21.00
a Metromondo: Via Ettore Ponti, 40 Milano

"Il razzismo è un cancro dell'umanità"
ESPERIENZE DIRETTE DI VITA A CONFRONTO...

Partecipano:
· HADIARA GUIEBRE, sorella di Abdoul, il giovane di origine del Burkina Faso ucciso a Milano;
· PAOLA DELL’ERBA, artista-cantante, argentina;
· DIJANA PAVLOVIC, attrice-mediatrice culturale, romnì serba.
Conduce: PAP KOUMA, scrittore senegalese.
L’incontro sarà preceduto dalla proiezione di un breve documentario a tema, a cura del collettivo Cineforum di Metromondo.

ARCI METROMONDO
Via Ettore Ponti, 40 - 20143 Milano - tel./fax 0289159168
metromondo@tin.it www.metromondo.it

IN COLLABORAZIONE CON ANPI BARONA
http://anpibarona.blogspot.com/

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Di Fabrizio (del 08/11/2008 @ 09:12:58, in media, visitato 1811 volte)

Datato (23 ottobre), ma vale la pena tenerlo a mente. Da Internazionale.it

Di John Foot - Un giornalismo pigro, cattivo e irresponsabile aumenta le paure infondate delle persone

Nel maggio del 2008 sulla Repubblica è apparso questo titolo: "Catania, arrestati due rom: ‘Hanno tentato di rapire mia figlia"'. Secondo l'articolo, tuttora disponibile sul sito del giornale, "una coppia di rom" era stata "arrestata dalla polizia per aver tentato di rapire una bambina di tre anni nel centro commerciale Auchan di San Giuseppe La Rena a Catania".

L'articolo forniva una serie di particolari su quel "tentato rapimento". Era una vicenda sconvolgente: cosa c'è di peggio di un sequestro di bambini in un luogo pubblico? Per qualsiasi genitore è il peggiore degli incubi.

Dopo quegli arresti molti rom sono stati cacciati da Catania. Poco tempo prima, vicino a Napoli, alcune persone avevano dato fuoco a un campo rom dopo un fatto analogo.

C'è solo un piccolo problema: la storia non era vera. I giovani "rom" (che tra l'altro avevano un nome e un cognome: Viorica Zavache e Sebastian Neculau) sono stati prosciolti dal tribunale in settembre, dopo aver passato quattro mesi in carcere senza aver commesso nessun crimine.

L'avvocato difensore di Zavache e di Neculau ha spiegato il loro arresto con il clima di intolleranza del tempo. Da allora la situazione non è migliorata. E ci sono forti dubbi anche sul caso di Napoli, che aveva portato all'incendio del campo rom. Stranamente l'unico quotidiano a dare il giusto spazio alla cosa è stato il Giornale, di proprietà della famiglia Berlusconi, che ha pubblicato la notizia del proscioglimento in prima pagina.

Le voci che puntano a creare un clima di panico nei confronti degli "zingari che rubano i bambini" circolavano già da anni. Fanno parte di un mito xenofobo, di uno stereotipo che si può mettere sullo stesso piano di tanti altri, che riguardano gli ebrei o altri gruppi etnici o perfino "i comunisti".

Durante l'ultima campagna elettorale, per esempio, Silvio Berlusconi ha detto seriamente che sotto Mao i cinesi "facevano bollire" i bambini "per concimare i campi". Gli insegnamenti che si possono trarre da questa vicenda sono tanti e importanti, e hanno a che fare con il giornalismo, con la paura e con la verità.

Il giornalismo e l'etica. I giornalisti hanno il dovere morale e professionale di raccontare quello che succede nel mondo. Ma tutti sono innocenti finché la loro colpevolezza non è dimostrata da un tribunale. Salvo che in Italia.

Ho sempre trovato incredibile il modo in cui tanti giornalisti italiani accusano di reati persone innocenti. In questo caso, per esempio, un giornalista di Repubblica ha preso una notizia dell'Ansa e l'ha riscritta (cosa che capita troppo spesso). Nel testo di partenza i "rom" erano "accusati" del reato. Per Repubblica l'avevano commesso. Accuse ipotetiche erano diventate fatti.

È un giornalismo non solo pigro e cattivo, ma anche irresponsabile. Quella "notizia" diffusa dalla stampa e da altri mezzi d'informazione ha direttamente provocato delle violenze e ha contribuito a esasperare un clima già pesante. I giornalisti dovrebbero sempre lasciare un margine di dubbio prima di informarsi meglio.

In Gran Bretagna non sarebbe mai stato celebrato un processo come quello ai due giovani. Se la stampa britannica avesse riferito quegli eventi così come ha fatto la Repubblica, il processo sarebbe stato annullato perché in quelle condizioni nessun giudice o giuria avrebbe potuto essere "obiettivo".

Tutti i giornalisti dovrebbero adottare un atteggiamento cauto e scrupoloso, ma succede spesso il contrario: viene spontaneo attizzare il fuoco, esasperare le tensioni, esagerare i timori. Una prova di serio giornalismo investigativo su questa vicenda, invece, è stata data da un gruppo di studenti dell'università di Catania, che pubblicano i loro articoli sul sito Step1.it. Gli studenti di giornalismo hanno fatto il lavoro che avrebbero dovuto fare i loro colleghi più anziani e più esperti.

La paura. Abbiamo spesso paura degli altri, di chi non è come noi, di chi è povero, di chi vive ai margini della società, di chi ha un aspetto diverso. E la paura è un sentimento potente, forse il più potente di tutti.

La paura conduce alla discriminazione, alla violenza, al desiderio di esclusione, a una "domanda di sicurezza". Inoltre la paura sposta voti. Come quello della vecchietta americana spaventata, che tutta tremante ha detto a John McCain che non si fidava di Barack Obama "perché è un arabo".

La paura crea illusioni, ti fa vedere cose che non esistono. E così va a finire che due giovani "rom" in un supermercato diventano potenziali rapitori di bambini.

La verità. Nel maggio del 2008 molti lettori di giornali italiani – di sinistra e di destra – leggono che in un supermercato di Catania "un rom ha tentato di sollevare la bambina dal carrello della spesa con l'aiuto di un uomo, anche lui rumeno". Passano quattro mesi e i due vengono prosciolti.

Le notizie pubblicate dal giornale erano false. Ma quei lettori oggi sanno la verità? Quasi certamente no. Il danno ormai è fatto. È troppo tardi. Nella società dello spettacolo in cui viviamo non contano più i fatti, conta chi strilla di più, anche se mente o si inventa le cose. Come ha scritto una volta Guy Debord, "nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso".

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Di Fabrizio (del 07/11/2008 @ 12:58:55, in Italia, visitato 1764 volte)

POPOLI E RELIGIONI
MOSTRA FOTOGRAFICA DI MASSIMO CUTRUPI

TERNI
Cenacolo San Marco
Via del Leone 12
+39 0744424786 (info)
beni-culturali@libero.it

Inaugurazione 7 novembre 2008 ore 17.30
Fino al 15 novembre tutti i giorni dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20
Ingresso libero

Parallelamente al Film Festival Popoli e Religioni che avrà luogo nella città di Terni dal 9 al 16 novembre, si terrà la mostra fotografica di Massimo Cutrupi che presenterà immagini inerenti alle tematiche del Festival.
L'autore, attraverso immagini in bianco e nero, ci racconta il vivere quotidiano di alcuni popoli che sono riusciti a conservare intatte tradizioni millenarie e valori universali attraverso le pratiche religiose.
Una sezione della mostra sarà dedicata ai nomadi della Missione evangelica Zigana; predicatori che s'impegnano da anni in un'opera d'evangelizzazione tra i popoli Sinti e Rom.

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Di Fabrizio (del 07/11/2008 @ 12:04:26, in Regole, visitato 1844 volte)

Da ChiAmaMilano

Dal 5 novembre sono entrate in vigore le nuove norme –molto restrittive– sui ricongiungimenti familiari

"A me piace vedere le persone riunite, forse è sciocco, ma che dire, mi piace vedere la gente che si corre incontro, mi piacciono i baci e i pianti, amo l’impazienza, le storie che la bocca non riesce a raccontare abbastanza in fretta, le orecchie che non sono abbastanza grandi, gli occhi che non abbracciano tutto il cambiamento, mi piacciono gli abbracci, la ricomposizione, la fine della mancanza di qualcuno".
Jonathan Safran Foer "Molto forte, incredibilmente vicino"

Da oggi riabbracciarsi sarà più difficile.
Da oggi quei baci e quei pianti, così efficacemente descritti da Safran Foer in alcuni passi del suo romanzo, saranno riservati ai fortunati che dimostreranno di godere di tutti i requisiti necessari.
E’ entrato in vigore il 5 novembre il decreto n.160 del 3 ottobre 2008 in tema di ricongiungimenti familiari. Una legge "corredo" del famoso "pacchetto sicurezza", che pone pesanti restrizioni per i cittadini stranieri che vivono regolarmente nel nostro paese e che desiderano essere raggiunti da figli, genitori, mariti o mogli.
Introdotta nel 1998 dalla legge Turco-Napolitano al fine di agevolare il consolidamento dei nuclei familiari, la norma sul ricongiungimento si è rivelata viceversa l’ennesimo strumento con cui l’attuale Governo cercherà di porre argine al fenomeno migratorio.

Ecco le novità, accolte "non positivamente" dall’Alto Commissariato delle nazioni Unite per i rifugiati, introdotte per i familiari del cittadino straniero che vive in Italia:
- Coniuge: dev’essere maggiorenne. Formula questa, che ostacola il ricongiungimento delle tantissime coppie che in alcuni Stati asiatici o africani si formano in giovanissima età.
- Figli maggiorenni: devono dimostrare di essere totalmente invalidi, quindi non autosufficienti. Nessuno spazio per valutazioni sui singoli casi; la norma fa di tutta l’erba un fascio, esclude la possibilità di situazioni di disagio non riconducibili all’invalidità.
- Genitori: devono avere più di 65 anni e dimostrare di non avere altri figli capaci di provvedere al loro sostentamento.
- Test del dna: in caso di rapporti di parentela dubbi, e su segnalazione dei funzionari di controllo, è il cittadino straniero a dover farsi carico delle spese.
- Reddito: con la Turco-Napolitano era sufficiente dimostrare di disporre di un reddito pari all’assegno sociale pari alla cifra che secondo lo Stato italiano consente ad una persona di sopravvivere (5.142,67 euro l’anno). Il reddito doveva essere pari al doppio in caso di ricongiungimento di due o tre familiari; il triplo per quattro o più familiari Ora il dato sale: occorre certificare un importo pari all’assegno sociale aumentato della metà dell’importo per ogni familiare che si congiunge. Poco importa se spesso la crescita economica di una famiglia straniera si avvia proprio dal momento del ricongiungimento, che consente al coniuge o ai figli in età da lavoro di trovare un’occupazione in Italia.

Difficile che le nuove regole riescano a sortire l’effetto sperato dal Governo; si è già visto in passato come le norme eccessivamente restrittive in materia di immigrazione si siano spesso rivelate dei boomerang per il controllo dei flussi. Più facile che il tutto favorisca ancora una volta il fenomeno della clandestinità.
La questione dei ricongiungimenti è già oggi materia complessa; a Milano secondo i dati della Prefettura sarebbero ben cinquemila le pratiche in stand by ancora in attesa di essere valutate. La Prefettura stessa in questi giorni si è appellata al Comune e alla Provincia affinché venga avviato un lavoro di cooperazione con il terzo settore per agevolare le procedure. Di fronte ai buoni propositi dell’Assessore alle politiche sociali Mariolina Moioli, la Lega ha come al solito tuonato: "le priorità sono ben altre".
Ma si sa; per alcuni fa più notizia e riscuote maggior successo presso il proprio bacino elettorale il pugno duro contro i clandestini piuttosto che un aiuto ai cittadini stranieri volonterosi.
Procedure burocratiche lente dunque per il ricongiungimento, lentissime per la richiesta di cittadinanza italiana dei giovani immigrati di "lunga residenza", quelli presenti nel nostro paese da oltre 10 anni:se dal 2006 al 2007 le richieste sono quasi raddoppiate passando da 13.232 a 25.261, le autorizzazioni sono aumentate solo del 7%.
L’ altro lato della medaglia parla di ben 1117 i minori stranieri non accompagnati sbarcati tra maggio e settembre a Lampedusa. Giovani in media tra i 16 e i 17 anni, come spiega in dettaglio il rapporto dell’organizzazione "Save the Children", provenienti da zone di guerra, povertà e persecuzione come la Somalia, l’Eritrea, la Nigeria ma anche Egitto, Palestina, Tunisia, Ghana. Troppi i minori, insufficienti i mediatori culturali e i consulenti legali presenti operativi nella comunità alloggio che dovrebbero provvedere al loro inserimento sociale.
Se veti politici e burocrazia a manovella, insomma, ostacolano il percorso di inserimento di decine di migliaia di immigrati regolari, l’Italia continua d’altro canto e ciononostante a rimanere una delle mete più "appetibili" e più facilmente raggiungibili da persone irregolari.
Gestire i flussi migratori non è facile, certo. Forse però la politica italiana- e le nuove norme sui ricongiungimenti ne sono un indizio- è ancora all’anno zero rispetto a molti paesi europei dove il melting pot già da tempo non è visto come una minaccia ma come un’opportunità di arricchimento.

Giulia Cusumano

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Di Fabrizio (del 07/11/2008 @ 10:09:59, in Europa, visitato 2473 volte)

Da Traveller's Time Online Blog

By Jake Bowers Quando è salito sul palco a Chicago, in tutto il mondo hanno cominciato a scorrere le lacrime. Nato in un paese che ancora segregava ufficialmente i suoi cittadini bianchi e neri, il Presidente eletto Barack Obama è il sogno di Martin Luther King divenuto realtà. Quarant'anni dopo che King sognava di un giorno in cui i bambini neri sarebbero stati giudicati "per il loro carattere invece che per il colore della pelle", pochi avrebbero predetto che quel giorno sarebbe stato proprio il 4 novembre 2008.

Quando ho sentito la notizia il 5 novembre ero colmo di gioia. Ma come altri, ho iniziato a chiedermi quando il cambiamento sarebbe arrivato in Europa. In Bretagna, abbiamo avuto parlamentari neri ed asiatici, ed anche ministri di gabinetto e molti ora si chiedono quando potremo vedere un Primo Ministro nero o asiatico. Ma, come sempre, in pochi hanno iniziato a considerare il popolo Romanì.

Tutti assieme, il popolo Romanì costituisce la più grande minoranza d'Europa e quella col più alto tasso di crescita. In molti paesi europei siamo oltre il 10% della popolazione, proprio come i neri sono il 13% della popolazione USA. Ma qua finiscono le similitudini. Per quanto gli Americani hanno scelto un nero come loro Presidente, le inchieste in Europa regolarmente rivelano che la maggior parte degli Europei non vogliono un Rom neanche come vicino.

Uno sguardo alle notizie rivela i fatti.. La settimana scorsa, due Rom sono stati colpiti a morte in Ungheria ed in Spagna ci sono state marce anti Rom. Un tribunale nella Repubblica Ceca ha capovolto la decisione di compensare le donne romanì per essere state sterilizzate a forza. Le statistiche sono una dannazione. L'80% del popolo romanì vive in povertà, in Bretagna ogni indicatore di sviluppo ci definisce come una comunità del terzo mondo che vive in un paese del primo mondo. La pura e semplice verità è che per il popolo romanì, la segregazione è ancora viva e vegeta in Europa. Quindi, che speranza c'è di avere un Presidente o un Primo Ministro Rom o Viaggiante?

Candy Sheridan è consigliere tecnico distrettuale, ma a differenza degli altri in Bretagna, è anche una Viaggiante Irlandese. Nei suoi 5 anni come consigliere ha passato due nuovi siti di transito. Come molti altri ha gioito per la vittoria di Obama e per lei la lezione è chiara. Dice: "Dobbiamo entrare in politica attraversando le principali correnti politiche e terminare di litigare tra noi."

E' appena tornata da una riunione dell'Union Romanì Internazionale in Croazia, in cui era una delle rappresentanti della Bretagna. "Nell'Europa orientale, si può vedere che i Rom sono diventati politici perché le cose siano fatte," dice. L'incontro è stato finanziato dal governo croato ed aperto dal vice Primo Ministro del paese. "Non mi posso immaginare che accada qui," ride. Così pensa che ci sarà mai un capo di stato in Europa Rom o Viaggiante. Non indicherà una data, ma dice che potrebbero volerci altri 20 anni.

Se questo accadesse, sarà lontano e ad est della sua casa a North Norfolk, dove il numero dei Rom è molto più alto. Parlamentari romanì ora siedono in molti parlamenti dell'Europa dell'est e rappresentano anche i loro paesi nel Parlamento Europeo. In Bretagna, non ci sono parlamentari Rom o Viaggianti e soltanto il parlamentare Bob Russel del Colchester ha dichiarato di avere antenati romanì.

A Somerset, l'ottantunenne Alfie Cooper dell'Associazione Nazionale per i Diritti dei Rom, neanche lui fa previsioni. Da giovane non gli fu permesso di frequentare la scuola, adesso ha 5 nipoti che sono stati all'università e questo gli da speranza. "E' fattibile che possa succedere adesso che i nostri chavvies (bambini) sono istruiti. Ma troppi Rom non hanno ancora nessun diritto nel nostro paese." Alfie ha imparato di persona che i diritti sono necessari perché le opportunità possano essere raccolte.

Il 20 gennaio Barak Obama, il primo presidente nero degli Stati Uniti, prenderà residenza nella Casa Bianca. Il suo più grande rally nella campagna elettorale è stato a Berlino, che ha mostrato quanto egli è popolare in Europa. Abbiamo molto da imparare dalla sua storia, ma quanto tempo dovremo attendere perché qualcuno di noi la ripeta?

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Di Fabrizio (del 07/11/2008 @ 09:20:16, in Italia, visitato 1797 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Vi invitiamo all'iniziativa "METICCI - Incontro tra culture" che si terrà venerdì 14 novembre 2008 presso il Centro Servizi alla Persona in Via Giardino a Pescara.

L'iniziativa, voluta da noi della Pralipé per rendere conto di un percorso di Mediazioni che ci ha visti impegnati in questi lunghi 10 anni, vuol essere un punto di incontro tra le Mediazioni agite e quelle possibili, tra le azioni percorse e quelle percorribili, in modo da mettere in confronto le esperienze di quegli operatori che, nel corso degli anni, hanno acquisito esperienze e gettato le basi per un'azione condivisa.

L'invito è esteso a tutte le donne e gli uomini che vedono nella partecipazione la possibilità di "mescolare" vite e saperi, mettendo a confronto opinioni e azioni per cambiare quel mondo che ci vuole individui, avendo come intento quello di creare un nuovo spazio di singoli che si incontrano ed uniscono le loro forze e i loro sogni.

Vi preghiamo di invitare tutti coloro che amate e anche coloro che non amate.

Vi aspettiamo!
Cooperativa Sociale Pralipé

M E T I C C I
INCONTRO TRA CULTURE - MEDIAZIONI A CONFRONTO
VENERDÌ 14 NOVEMBRE 2008
CENTRO SERVIZI ALLA PERSONA - SEDE URBAN
VIA GIARDINO - PESCARA

ore 16,00
Presentazione della Mostra
ROM E SINTI, UNO, CENTO, MILLE INCONTRI

Presentazione del Laboratorio di Animazione Teatrale
ALLA RICERCA DELLE PORTE PERDUTE

ore17,00
Assemblea Dibattito con:
Prof. Ezio Sciarra
PRESIDENTE DEL CORSO DI LAUREA IN SERVIZIO SOCIALE UNIVERSITÀ DI CHIETI
Modelli di mediazione

Prof. Alain Goussot
DOCENTE DI PEDAGOGIA, UNIVERSITÀ DI BOLOGNA
Percorsi di mediazione: Pratiche meticcie

Nazzareno Guarnieri
PRESIDENTE DELLA FEDERAZIONE ROM E SINTI INSIEME
Quale Mediazione tra culture diverse?

Dott. Alessandro Salerno
SOCIOLOGO RESPONSABILE DEL SERVIZIO DI MEDIAZIONE SOCIALE COOP. SOCIALE PRALIPÉ
La Mediazione sociale: una mediazione è possibile?

ORGANIZZA: PRALIPE' cooperativa sociale
via Aterno 209 - Pescara
www.pralipe.it
INFO: 333/5302676 - 333/9312061

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Di Fabrizio (del 07/11/2008 @ 08:50:18, in conflitti, visitato 2602 volte)

Da Roma_Francais

Source: AFP 03/11/2008 | Mise à jour: 16:50

Un portavoce della polizia locale ha annunciato che sono morti due Rom a seguito di un attacco condotto oggi all'alba con armi da fuoco e bombe molotov contro la loro casa a Nagycsécs, nel nord-est dell'Ungheria.

"Un uomo di 43 anni ed una donna di 40 son morti sul colpo dopo che sconosciuti avevano lanciato bombe molotov contro due case a Nagycsécs," a circa 170 Km. a nord-est di Budapest, ha dichiarato alla stampa Tamas Dobi, portavoce della polizia dipartimentale.

Ha aggiunto il poliziotto che dopo aver preso fuoco, le case sono sono state l'obiettivo di colpi di pallettoni.

"I colpi di fuoco hanno raggiunto le vittime alla testa attraverso le tende chiuse, un uomo è stato leggermente ferito al ventre ed è stato ricoverato in ospedale," ha precisato il poliziotto.

L'attacco avrebbe potuto fare più vittime perché nella seconda casa abitava una famiglia con due bambini. Ma la molotov lanciata non ha preso fuoco.

La polizia ha aperto un'inchiesta "che impiega parecchi effettivi", ma nell'interesse delle investigazioni da ora in avanti non darà più informazioni, ha precisato il portavoce.

Il piccolo villaggio di Nagycsécs conta appena 916 abitanti ed è reputato una località tranquilla, dove l'anno scorso si sono registrati solo 35 casi criminosi.

Le autorità ungheresi hanno proposto una ricompensa di un milione di fiorini (4.000 euro) per chi fornirà informazioni sugli aggressori.

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Di Fabrizio (del 06/11/2008 @ 09:40:48, in Regole, visitato 1572 volte)

Da Roma_Francais

Par Annetta Bundi - Mis à jour le 02.11.2008

Prima che la libera circolazione delle persone sia estesa alla Romania, una situazione regolatoria speciale per i Rom è necessaria, dice l'ex consigliere federale Christoph Blocher. Tuttavia questo costituisce un'infrazione della Costituzione.

Il tono si indurisce: da quando è chiaro che il popolo potrà nuovamente esprimersi, il prossimo febbraio, sull'estensione della libera circolazione delle persone dalla Bulgara e dalla Romania, i rappresentanti della SVP attaccano sempre più i Rom. E' anche il caso di Christoph Blocher. In un discorso pubblico, l'ex consigliere ha messo in guardia, sabato, contro il fatto di creare in Svizzera una situazione simile a quella in Italia.

Riguardo il divieto di discriminazione
La Svizzera avrebbe mancato di concludere un regolamento speciale con la Bulgaria e la Romania riguardo la gens du voyage, dice Blocher che rifiuta l'estensione della libertà di circolazione delle persone. "E' un problema speciale." Dopo un periodo transitorio, questo accordo permette ai Rom di entrare in Svizzera, senza permesso di lavoro per una durata di tre (?), e di cercare un lavoro. Chi non lo trova, dovrebbe, in realtà, rientrare od essere espulso dalla Svizzera. Ma questo è più semplice a dire che farsi: In effetti, la gens du voyage non possederebbe domicilio fisso.

Sinora, negli incontri ufficiali tra la Svizzera e la Romania e la Bulgaria, un regolamento speciale non è stato affrontato. Gli accordi di rimpatrio prevedono solamente che la Svizzera possa rimpatriare tutti questi clandestini in Bulgaria e Romania, anche se hanno utilizzato questi Stati solo come paesi di transito.

"Un regolamento speciale per la gens du voyage non figurerebbe all'ordine del giorno dei negoziati. Questo costituirebbe una deriva al principio di non-discriminazione iscritto nella Costituzione," dice Jonas Montani dell'Ufficio federale per le migrazioni. Eminenti esperti di diritto pubblico sono divisi sulla questione. "Non è certo che una simile soluzione sia compatibile con la Costituzione," detto da un professore zurighese in pensione, Georg Mueller, che ha redatto differenti studi per la Federazione.

Dice la Costituzione, che nessuno può essere discriminato a causa della sua origine, razza o del suo modo di vita. Ecco perché regole speciali per la gens du voyage sarebbero problematiche.

I rappresentanti dei Rom sono offesi
Per Stéphane Laederich della Fondation Rom, la rivendicazione di Blocher è falsa anche per un'altra ragione: "La maggior parte dei Rom dei Balcani sono sedentari." Così, il 99% dei Rom della Romania non sono gens du voyage. "Come i loro concittadini, hanno una casa o un appartamento."

Ecco perché, la domanda per un regolamento speciale lo stupisce molto. "E' evidente che Monsieur Blocher non si interessa ai fatti. Per lui, si tratta soltanto di suscitare dei timori."

Questo è particolarmente spinoso: Dopo le informazioni della Federazione Elvetica, Blocher era d'accordo, lo scorso dicembre, per rinunciare ad un nuovo regolamento concernente le spese di rimpatrio dei Rumeni illegalmente presenti nel paese. Ecco perché l'accordo è stato rivisto senza questo passaggio. Solo al momento del voto, Blocher ha chiesto le convenzioni con Romania e Bulgaria. Ha accusato chi gli è succeduta, Eveline Widmer-Schlumpf, di aver negoziato male.

In seguito altri rappresentanti della SVP hanno ripreso l'argomento. In Romania, ci sono centinaia di migliaia di Rom che desiderano vivamente andare in occidente, ha avvisato il consigliere nazionale di Solothurne, Walter Wobmann, quando il parlamento ha discusso sulla circolazione delle persone, nel mese di maggio. "Per l'amor di dio, non lo fate!" gli avrebbero detto dei politici rumeni riguardo la libera circolazione delle persone, ha aggiunto il consigliere nazionale di San Gallo, Lukas Reimann. Ceausescu non è riuscito a controllare i Rom e i Sinti.

Voto emozionale
In vista di tali argomenti e dell'appello di Blocher per un regolamento speciale rivolto ai Rom, è chiaro che nelle prossime settimane bisogna aspettarsi qualche cosa. I suoi rappresentanti preparano già schede d'informazione e dossier. "Speriamo di poter contribuire ad un'oggettivazione del dibattito." dice Stéphane Laederich. E' difficile sapere se sarà possibile. Sinora, Blocher non si è lasciato impressionare dalle obiezioni dei rappresentanti rom. Per lui, la Svizzera deve imporre condizioni più strette riguardo la circolazione delle persone da Bulgaria e Romania. Non rimette in causa gli accordi bilaterali con la UE: anche se il pacchetto delle proposte viene rigettato, il Consiglio Federale potrebbe presentare subito a referendum il prolungamento della circolazione delle persone.

Tagesanzeiger, le 2 novembre 2008 (traduction)

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