Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 28/09/2009 @ 09:51:06, in conflitti, visitato 2076 volte)

Da Czech_Roma

tre notizie pubblicate recentemente dal portale Romea.cz

17-09-09 - Natálka, la bambina di due anni, quasi morta bruciata durante l'attacco incendiario alla sua famiglia a Vítkov, sta nuovamente combattendo contro un'infezione. Il portale informativo Aktuálně.cz ha intervistato sua madre, Anna Siváková, assieme al portavoce dell'Ospedale di Ostrava dove Natálka è stata ricoverata da aprile nel centro ustionati.

"Sono insorte complicazioni dopo l'ultima operazione, ma stiamo riuscendo a mantenere la bambina in uno stato stabile," ha detto il portavoce Tomáš Oborný. Siváková ha detto che sua figlia ha subito l'11a operazione il 10 settembre e da allora ha una febbre costante, aggiungendo che è a rischio di infezione per almeno due mesi. "Ogni volta che diventa più debole, accade dopo le operazioni, ricorre l'infezione," ha detto Siváková al portale.

 Anna Siváková ha passato diverse settimane in ospedale con Natálka ed ora è tornata a casa a Vítkov. "Faccio il tragitto quasi ogni giorno per vederla. Anche gli altri bambini hanno bisogno di me a casa. E' iniziata la scuola," riporta Aktuálně.cz le parole di Siváková. La famiglia ha altri tre bambini oltre a Natálka, che è la più giovane.

La polizia ha già accusato quattro persone di Opava e Horní Benešov in connessione all'attacco incendiario di Vítkov. I piromani assaltarono la casa della famiglia alle prime ore del mattino del 19 aprile, lanciando tre molotov nell'edificio. L'incendio che scaturì distrusse completamente la casa. Tre dei nove componenti della famiglia soffrirono di bruciature: Anna Siváková, Petr Kudrik e la loro figlia Natálka di due anni, che ebbe bruciature sull'80% del corpo. Tutti gli accusati sono membri dell'estrema destra. Ora hanno di fronte dai 12 ai 15 anni di prigione, o forse persino una condanna straordinaria.


24-09-09 - Il neonazista Ivo Müller ha scritto una lettera ad Anna Siváková, [...] in cui si scusa per il suo orribile gesto e le chiede perdono. Dice la televisione ceca, che sia la signora Siváková che il Procuratore di Stato Brigita Bilíková vedono la lettera come un tentativo del Müller di fare in modo che la sua prossima punizione venga ridotta.

"Prego mi creda che non intendevo ferire nessuno in quella maniera, e sicuramente non una bambina piccola. Con tutto il mio cuore le chiedo perdono, anche se probabilmente invano, non solo per quello che è successo a lei, ma soprattutto alla piccola Natálka," scrive Ivo Müller nella lettera. Müller partecipa[va] regolarmente agli eventi neonazisti organizzati dai Nazionalisti Autonomi e dal Partito dei Lavoratori. "Ringrazio Dio che sia sopravissuta e che stia combattendo con tanto coraggio, è una piccola bambina molto forte. Prego che il suo ristabilimento si completi il prima possibile... Vorrei che l'orologio tornasse indietro. Ancora una volta, chiedo il suo perdono," dice la lettera del neonazista.

"Sono scioccata. Se vogliono il perdono, devono guardarla negli occhi. Non posso dimenticare nessuno di loro," ha detto alla televisione ceca la madre. Markéta Polišenská, avvocato difensore di Müller, ha detto che il suo cliente non ha dato il permesso che le sue parole fossero diffuse ai media.

Alcuni degli avvocati dei quattro accusati avevano detto in precedenza che si sarebbero adoperati perché l'attacco fosse riclassificato come un crimine minore. "E' diritto della difesa e di quanti sono accusati di scegliere il loro metodo di difesa," ha detto Bilíková alla televisione.

Parlando attraverso i loro avvocati, anche gli altri neonazisti stanno lavorando per ricevere una punizione ridotta. "Per concludere, il mio cliente aveva l'impressione che nessuno vivesse nella casa," ha detto alla televisione Ladislav Myšák, avvocato difensore di Václav Cojocaru. "Non possono scusarsi l'un l'altro, dicendo che uno di loro non sapeva. Sapevano che andavano ad appiccare il fuoco, tutti dovevano sapere," ha detto Siváková.

Informazioni non ufficiali dal tribunale confermano che la difesa insisterà sul fatto che i sospetti non erano a conoscenza dei dettagli dell'attacco. Il capo, Jaromír Lukeš da Opava, che per anni è stato un neonazista, è stato [...] l'unico a gettare una molotov attraverso la finestra della casa.

La polizia sta investigando sui collegamenti tra l'attacco di Vítkov e altri nella regione. Se i collegamenti fossero provati, la polizia dovrebbe accusare gli imputati anche per gli altri attacchi. "Abbiamo indicazioni concrete che potrebbero aver partecipato a quegli attacchi. Portarli in causa dipende dalle ulteriori indagini," ha confermato Bilíková al giornale online TÝDEN.CZ.

Il livello della sentenza sarà anche influenzata da quando il processo si svolgerà. A gennaio entrerà in vigore un nuovo codice criminale, che prevede pene più severe per i crimini più violenti.

Natálka è ancora in ospedale e di fronte a sé ha ancora diverse operazioni da affrontare. La sua famiglia sta ancora vivendo in una sistemazione temporanea con gli altri tre bambini, dato che la casa acquistata con la raccolta pubblica di fondi necessita di una parziale ricostruzione. La famiglia sta provvedendo lei stessa ai lavori, usando quanto rimane della raccolta fondi per acquistare i materiali. Settimana prossima la casa verrà registrata al catasto come proprietà di Anna Siváková ed i lavori potranno iniziare a tempo pieno.


25-09-09 - La casa di una famiglia rom nella città di Mikulov (Moravia del Sud) è stata attaccata; non ci sono feriti. La famiglia dice che gli assalitori li hanno rincorsi ed insultati durante l'attacco. Secondo la stazione televisiva Prima è stata lanciata una molotov, ma Deník.cz news riporta solo il lancio di una boccale di birra.

La polizia sta indagando: "Gli investigatori della polizia stanno considerando se si tratti di crimine a sfondo razziale," ha detto a Prima Kamila Haraštová, portavoce della polizia di Břeclav.

Gli assalitori stavano bevendo in un pub lì vicino ed hanno chiarito alle loro vittime che il recente attacco incendiario a Vítkov non è stato ne casuale ne unico. "Uno di loro è partito verso la casa, si è issato alla finestra ed ha detto: -Eccovi una sorpresa: Zingari a gas!- Poi ha lanciato una bottiglia," ha raccontato la vittima Sandra Vajdíková.

Secondo Deník.cz l'oggetto lanciato non era una molotov ma un bicchiere. "Tutto è iniziato con i giovani del luogo radunati di fronte al pub. Uno di loro che non faceva segreto del fatto che non gli piacessero gli zingari si è fatto avanti verso la casa e ha gettato un boccale contro la finestra. Fortunatamente, l'intelaiatura della finestra ha smorzato l'impatto. Altrimenti non voglio pensare cosa sarebbe potuto accadere. Ci sono due letti proprio sotto la finestra ed in uno di quelli stava dormendo un bambino di 11 mesi," ha detto Marcela Krištofová, sorella di Vajdíková, che vive nella stessa casa.

Non è la prima volta che la famiglia rom subisce attacchi. Prima riporta che ignoti avevano vergato scritte minacciose diverse volte sui muri della casa. "Abbiamo paura di continuare a vivere qui," ha detto Vajdíková.

"Ho visto tutto dalla mia finestra. Circa 10 o 15 giovani sono usciti dal bar ed hanno iniziato a giocare agli skinhead. Gridavano slogan razzisti e dopo un momento qualcuno ha gettato qualcosa direttamente contro la finestra," ha confermato a Deník.cz Jan Strmiska, che vive la porta accanto. Strmiska è corso fuori per aiutare le donne rom. "Non potevo più stare fermo a guardare. Cosa aveva fatto mai? Non sono mai stato danneggiato da un Rom, solo dai bianchi," ha detto Strmiska in difesa delle sue vicine.

Quando la polizia è arrivata sulla scena, il giovane coinvolto era già andato via. Però, Marcela Krištofová era in grado di identificarlo, dato che frequenta la stessa scuola di sua figlia. "Ho lavorato da quando avevo 15 anni. Non ho problemi con nessuno e non ho mai fatto male a nessuno. Vivo qui decentemente e pago le tasse. E vero che alcuni Rom gridano sempre al razzismo. Questo non mi piace. Ma qui ci sono delle leggi, ed i colpevoli devono pagare per ciò che hanno fatto," ha detto Krištofová. Deník.cz riporta che Krištofová sta pensando di organizzare una petizione.

[...]

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Di Sucar Drom (del 29/09/2009 @ 09:19:39, in blog, visitato 1857 volte)

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Di Fabrizio (del 30/09/2009 @ 09:17:08, in media, visitato 2003 volte)

Da Roma_Shqiperia

MUNDI ROMANI Il Mondo attraverso gli Occhi Rom

Bambini di Selita - Un Viaggio dalle Strade alla Scuola
Albania 2009

Con un'indagine totale e attraverso l'ammirazione per le storie non raccontate, Mundi Romani, serie di documentari coprodotti dalla Fondazione Romedia e dalla Televisione Duna di Ungheria, esplora il mondo dei Rom dal Kosovo alla Spagna attraverso Romania, Francia, Macedonia, Italia o Israele. L'ultimo episodio di Mundi Romani è stato girato a Tirana e Durazzo, in Albania, nell'agosto 2009. [...]

L'Albania è uno dei paesi più poveri d'Europa, dove non solo i Rom, ma molti bambini albanesi devono mendicare per strada per sopravvivere. A fianco delle ben note storie di traffici di bambini, prostituzione e lavoro minorile dall'Albania verso l'Europa, c'è una realtà meno conosciuta. Quella dei bambini che mendicano per portare a casa il pane quotidiano, perché le loro famiglie sono semplicemente incapaci di provvedervi. Tina, Esperanza, Shakira, Jorgo e gli altri vivono nel quartiere Selita di Tirana, un posto dove i Rom vivono separati dagli Albanesi, nelle baracche. Là, il tasso di disoccupazione è molto oltre l'80%. La maggior parte dei genitori sono analfabeti e non hanno accesso al cibo giornaliero o a qualsiasi tipo di assistenza sanitaria.

Un giorno i bambini sono portati via dalla strada da Selvije Rushiti, una donna d'affari rom e illetterata, di eccezionale coraggio che decide di devolvere tutti i suoi profitti per aiutarli.

In questo episodio, un'altra volta Mundi Romani da voce ai senza voce e fornisce uno sguardo unico allo sconosciuto mondo dei bambini rom nelle strade di Tirana, 20 anni dopo la caduta del regime stalinista albanese.

Presto il film sarà accessibile con sottotitoli in inglese su www.mundiromani.com

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Di Fabrizio (del 01/10/2009 @ 09:25:26, in Europa, visitato 1669 volte)

Da Romanian_Roma

Reuters AlertNet (disclaimer)

Un bambino rom ritorna a casa con contenitori di acqua pulita, che ha "guadagnato" lavorando per i vicini World Vision MEERO, http://meero.worldvision.org

28 Settembre 2009 - L'attesa di una propria fornitura d'acqua è quasi terminata per gli oltre 100 Rom della comunità Cobadin di Costanza, dove genitori e figli lavorano per i loro vicini per ottenere soltanto acqua potabile. I due pozzi ricostruiti dall'Associazione Sunshine Cobadin con i fondi World Vision Romania daranno a circa 16 famiglie accesso all'acqua potabile e non dovranno più lavorare o camminare per km. per procurarsela.

"Lavoriamo tutto il giorno per due galloni (8 litri) d'acqua," piange una donna rom la cui voce racconta la triste storia di oltre 100 persone di Cobadin, una comunità rurale nella regione di Costanza, sud-est della Romania.

Vivono alla periferia del villaggio, in misere case di terra rattoppate con teli di plastica, le famiglie lamentano il fatto che i due pozzi che si iniziarono a scavare molti anni fa,, sono stati analizzati e dichiarati contaminati. Da quel momento sono stati obbligati a mendicare l'acqua dai loro vicini e lavorare tutto il giorno per pochi litri d'acqua.

"Negli ultimi due anni non abbiamo avuto alcuna sorta d'acqua nelle nostre case. Di solito la prendevamo fuori dal municipio, ma lo scorso inverno l'hanno chiusa. Tutta l'estate abbiamo trasportato l'acqua dalla pompa della scuola, ma ora stanno chiudendo i cancelli. Quando chiediamo l'acqua ai vicini, dicono che dobbiamo pagarla. Pagare con cosa?" si chiede Ismail Redivan, padre di quattro bambini.

Ogni giorno Ismail lavora per portare abbastanza acqua ai suoi bambini. Trasporta spazzatura su un carro, cura il giardino dei vicino - tutto per l'acqua. "Senza acqua, moriamo," dice semplicemente.

Salie ed i suoi tre figli camminano per quattro km. al giorno per prendere l'acqua da un pozzo dei parenti. "Se in casa non abbiamo acqua, non beviamo. Resistiamo. Se i bambini si svegliano di notte e chiedono l'acqua, non possiamo dargliela," spiega Salie.

Emaciata e debole per il cancro, Zulfie - 70 anni, non è preoccupata per sé, ma per i suoi animali, la sua ultima fonte di gioia e soddisfazione. "Non ho acqua - nemmeno per il mio gatto," dice la nonna.

Ma l'acqua potabile è solo il primo anello della catena di problemi per questi Rom. Quando si centellina ogni goccia d'acqua è difficile parlare di igiene. "Lavo tutti i bambini nella medesima acqua," dice Emma, 32 anni, madre di sei ed in attesa del settimo. Suo figlio Resep, 15 anni, ha terminato il quarto grado a scuola, ma ora non va più a scuola.

"Voglio davvero andare a scuola, ma mi vergogno con i miei compagni in questi vestiti sporchi e puzzando. Ora sto lavorando per un vicino turco, che mi da tre bidoncini d'acqua, ogni giorno, solo per bere," relaziona Resep.

Tutti ricordano con nostalgia quando i pozzi funzionavano. "Avevamo acqua dolce e fresca," dice l'anziana rom.

Corina Iordanescu, coordinatrice del Progetto di Sviluppo Comunitario di World Vision, spiega perché ricostruire i pozzi è così cruciale. "Abbiamo deciso di ricostruire i pozzi per aiutare le famiglie rom ad avere una migliore qualità di vita, perché possano lavare i loro bambini, i vestiti ed avere basiche condizioni igieniche."

"Dopo che avremo ricostruito il pozzo, tratteremo l'acqua con il cloro per 48 ore. Dopo, faremo una prova per vedere se l'acqua è bevibile. I pozzi avranno le pareti esterne, shaduf [il braccio per raccogliere l'acqua] e una botola per proteggere i bambini," dice Ani Vlaicu, presidente dell'Associazione Sunshine Cobadin e consigliere tecnico municipale per i Rom.

Secondo il Rapporto 2008 sui Diritti Umani di Amnesty International, l'UNICEF a marzo dello stesso anno riportava che oltre il 70% delle case rom non ha una fornitura d'acqua diretta.

Ufficialmente ci sono in Romania 535.140 Rom, che rappresentano il 2,5% della popolazione, ma le stime non ufficiali danno un totale fra i 700.000 e i 2,5 milioni di persone.

Source: World Vision Middle East - Eastern Europe, Central Asia office

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Di Fabrizio (del 03/10/2009 @ 19:16:20, in Italia, visitato 1804 volte)

Conferenza "La voce del popolo Rom: Nuove politiche e strategie verso la rappresentatività"

Roma, 30 Ottobre 2009 dalle ore 15,30 alle ore 19.30 (la sede è in corso di definizione e sarà trasmessa con la prossima comunicazione della conferenza)

Interverranno: Parlamentari Italiani ed Europei, forze politiche, il Governo, enti locali ed istituzioni, rappresentanti rom di organizzazioni Europee, rom e sinti, la società civile italiana

"Il fallimento in passato di gran parte degli interventi a favore dei rom/sinti in Italia è da attribuire al mancato coinvolgimento attivo dei "soggetti" in un processo di autodeterminazione.
La strategia della Federazione romanì mira a riconoscere e valorizzare le professionalità rom/sinte per "strappare" le redini dalle mani di una politica "sociale" di assistenzialismo culturale emarginante e segregante, e riportarla alla legittimità di una politica culturale "attiva" di autodeterminazione della
popolazione rom e sinta.
Il programma politico della Federazione romanì è finalizzato a costruire una RAPPRESENTATIVITA’caratterizzata da qualità progettuale per passare dalla mediazione alla partecipazione attiva e per promuovere una politica per la cultura romanì."

Programma provvisorio
Ore 15, 30 presentazione
Ore 15, 40 Presentazione del programma politico e delle strategie della Federazione romani. Interventi di Demir Mustafà, Bruno Morelli, Sergio Suffer
Ore 16, 30 Saluto
Ore 17, 00 Presentazione programma politico e strategie della Federazione romanì. Interventi di Graziano Halilovic, Loris Levak, Najo Adzovic, Nihad Smajovic
Ore 18, 00 Intervento rappresentanti rom organizzazioni Europee
Ore 19, 00 Saluto
Ore 19, 30 Conclusioni

Il coordinatore: Bruno Morelli
Il segretario: Graziano Halilovic
Il presidente: Guarnieri Nazzareno

Info: federazioneromani@yahoo.it - Fax 0664829795 - tel. 3277393570

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Di Fabrizio (del 04/10/2009 @ 09:49:57, in scuola, visitato 1601 volte)

Da Roma_Francais

I Rom tornano sulla scacchiera politica

La scolarizzazione dei bambini rom pone problemi alla municipalità socialista di Cenon. Ma non a Bordeaux o Gradignan, due comuni di destra.

All'interno ci sono molti materassi, e qualche arnese per cucinare. All'esterno, davanti a questa vecchia casa persa nei contrafforti della stazione di Cenon, un terreno abbandonato dove, questo martedì, i bambini ammazzano il tempo. Sempre all'esterno, un carrello riempito di bottiglie d'acqua, la casa abbandonata di rue du Maroc non ha né acqua, né elettricità.

Da sei mesi vivono qui una trentina di persone. Rom, di nazionalità rumena. Tra loro, una dozzina sono minori e non conoscono la scuola, come molti dei bambini rom. In causa: la difficoltà delle pratiche, gli sgomberi frequenti, voluti o forzati dalle espulsioni. Ma anche, in questo caso preciso, le "reticenze del comune", accusano i militanti delle associazioni.

Tra i più attivi, Jérôme Lobao, presidente dell'associazione Procom, si dice "molto innervosito" dal comportamento di Alain David, sindaco socialista di Cenon. Gli rimprovera di ostacolare l'accesso dei Rom alla scuola, rifiutando lorola domiciliazione amministrativa. Questa procedura avrebbe permesso loro di avere un indirizzo al Centro Comunale di Azione Sociale (CCAS).

Procedura d'espulsione

I due comunicano per raccomandata. In una corrispondenza recente, Alain David ha precisato che deciderà "entro due mesi". "E' improponibile! I bambini saranno completamente passati al rientro...", deplora Jérôme Lobao.

Il sindaco si difende dalla sua posizione ideologica; invocando lo stretto rispetto della legge. "Ho in effetti ricevuto la lettera di questa associazione che richiede la domiciliazione delle famiglie. Ho adisposizione legalmente un tempo di due mesi per prendere la mia decisione: ne approfitto per consultare i miei servizi. In fondo, si pone comunque un problema di domiciliare famiglie che occupano illegalmente una proprietà della comunità urbana..."

La CUB, di cui Alain David è il secondo vice-presidente, possiede in effetti quest'opera muraria promessa ai grandi lavori nel quadro della sistemazione della stazione. La CUB ha depositato una domanda di espulsione, che domani sarà esaminata dal tribunale. "Voi, sareste contenti di trovare, rientrando la sera, qualcuno installato a casa vostra?", si interroga l'eletto di sinistra.

Intransigente sulla domiciliazione, il sindaco garantisce tuttavia "di non aver mai rifiutato un bambino nella scuola. Non ho visto volontà reali sul terreno." Replica di Jérôme Lobao: "Nelle scuole, ci dicono: senza domiciliazione, niente scolarizzazione."

Guerra delle sinistre

Il contenzioso tra i due in questi ultimi giorni ha preso una dimensione politica, interna alla sinistra. Sul suo blog, Jérôme Lobao, già membro del PS e ora vicino al Partito della Sinistra, fustiga "una città socialista che rifiuta l'iscrizione dei bambini nelle scuole della Repubblica".

Ed all'inizio della settimana, Michel Chanteau, militante molto implicato nel sostegno ai sans-papiers, ha invitato per email "tutti i socialisti di Cenon a prendere, in una giornata di protesta, la tessera dell'UMP (la destra ndr)".

Riguardo alla scolarizzazione dei Rom, Lobao e Chanteau salutano gli sforzi delle due municipalità che non sono assolutamente schierate a sinistra: Gradignan e Bordeaux.

Nella prima, una quindicina di Rom hanno occupato da un anno una vecchia stazione di benzina, in cours du général-de-Gaulle. "Si fa in modo che la loro situazione sia decente, anche se è giuridicamente irregolare. Teniamo, con la CCAS e la Croce Rossa, a soddisfare le necessità elementari, come l'abbigliamento, il vitto e la scuola", spiega il sindaco di Gradignan, Michel Labardin, membro di Comunità del futuro, il gruppo di Alain Juppé alla CUB. "Due bambini rom così hanno appena fatto il loro rientro nelle nostre scuole. L'uno nella scuola materna, l'altro nell'elementare."

Quanto a Bordeaux, Jérome Lobao sottolinea che i "bambini rom sono iscritti alle scuole senza nessun problema". La delegata agli affari scolastici di Alain Juppé, Brigitte Collet, precisa: "E' per noi un principio superiore, tutti i bambini sono accettati, quale che sia lo status dei loro genitori."

Auteur : JULIEN ROUSSET j.rousset@sudouest.com

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Di Fabrizio (del 05/10/2009 @ 09:45:13, in media, visitato 1655 volte)

Da Baxtalo's Blog

Rromiă, Mujeres Gitanas

Questo cortometraggio di eccellente qualità sia per la forma che il contenuto, è stato presentato al Concorso Internazionale Audiovisivo Gitano "TIKINÓ", nella categoria "Fatto per Gitani", dove ha vinto l'ultima edizione di questo concorso.

Questo concorso si svolge nel Centro Socio-Cultural Gitano de Granada ed ha preso il nome di Tikinó (corto in caló). E' nato gitano ed in questi tre anni è stato riconosciuto come concorso riferito a tematiche di preferenza gitane nei circuiti internazionali dell'audiovisivo.

Da allora, Tikinó cammina seguendo gli obbiettivo che lo originarono. Costituire uno spazio di espressione dei gitani e per i gitani, e diffondere la cultura gitana, assieme ad altre situazioni di rilevanza sociale, col massimo di spazi possibili.

Rromiă, è il titolo del documentario che mostra il comportamento di alcune donne gitane di fronte al lavoro, gli studi o la maternità. In questo corto Tatiana ci racconta la sua storia che si sviluppa nella comunità gitana di Gracia, a Barcellona, dove è la prima e unica donna che ha studiato sino a conseguire un titolo universitario.

Per arrivare a conseguire la sua meta ha dovuto sfidare la mentalità che la circondava, che mette in discussione l'identità gitana di chi vuole studiare, soprattutto se si tratta di una donna.

Fotogramma di Rromia, Mujeres Gitanas con Tatiana Font come Protagonista.

Le autrici di questo corto sono Tatiana Font e Francesca Svampa. Francesca Svampa è realizzatrice di audiovisivi con studi in economia, teatro e documentario cinematografico, e Tatiana Font è creatrice di audiovisivi, promotrice scolastica e portavoce della Unión Gitana di Gracia. Si sono conosciute durante il programma "Roots&Routes" che appoggia i giovani nella realizzazione di progetti audiovisuali. Da questo incontro, hanno realizzato "Rromia", un documentario che narra la storia di Tatiana, una giovane gitana del Barrio de Grácia e la visione di Francesca come straniera, esplorando la realtà dei gitani spagnoli e catalani.

Il documentario è stato girato originariamente in catalano e in castigliano con sottotitoli in castigliano, ma ne esiste anche una versione in inglese che è divisa in tre parti:

http://www.vimeo.com/4520125
http://www.vimeo.com/4724962
http://www.vimeo.com/4888443

Spero che vi piaccia, come sempre le donne gitane ci danno grandi lezioni di costanza, lotta e superamento.

Per vedere il video correttamente, Francesca suggerisce il link http://www.vimeo.com/3392826

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Di Fabrizio (del 06/10/2009 @ 09:10:27, in Italia, visitato 1604 volte)

Il corso di Sociologia del diritto I e il Cirssi

ORGANIZZANO martedì 13 ottobre 2009 dalle ore 16.30 alle ore 18.30
in AULA B2, a Cà Borin, via del Santo n. 22 PADOVA

un incontro-dibattito in occasione della presentazione del libro:

Politiche possibili: abitare le città con i rom e i sinti (Carocci, Roma, 2009)

INTRODUCE E COORDINA:
prof. Giuseppe Mosconi (titolare del corso di Sociologia del diritto I)

INTERVENGONO:

Tommaso Vitale (Università di Milano Bicocca - curatore del libro)
Renata Paolucci (Opera Nomadi di Padova - autrice del capitolo: “Padova: il superamento dei campi nomadi e il Progetto di inserimento scolastico”)
Claudia Mantovan (Dipartimento di Sociologia, Università di Padova - autrice del capitolo: “Venezia: quando un ente locale deve lottare per realizzare le proprie politiche”)

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Di Fabrizio (del 07/10/2009 @ 09:18:42, in Italia, visitato 1598 volte)

Questa mattina (ieri ndr) è stato eseguito il provvedimento di espulsione dal campo comunale di via Bonfadini di alcune famiglie Rom.

Sicuramente ne seguiranno a breve degli altri.

C.ca 300 agenti, in tenuta antisommossa, hanno occupato l'area impedendo anche alla tv e ai fotoreporter di accedere e documentare l'accaduto, come se il "campo" fosse una sorta di "teatro di guerra"...

Vale la pena di ricordare che il pretesto per l'intervento è stata la constatazione del possesso anche di un solo immobile sul territorio nazionale da parte di uno dei componenti la famiglia.

Peccato, come sanno bene i servizi sociali e gli operatori del presidio sociale che se ne occupano, che tale "requisito" non sia estensibile ad un'intera "famiglia allargata" che somma al proprio interno più nuclei familiari.

Inoltre, avverso tale provvedimento era stato mosso regolare ricorso al TAR e, tra due giorni, sarà in discussione la richiesta di sospensiva del provvedimento medesimo.

L'ordine di abbattimento delle strutture abitative non è stato mostrato nè ai legittimi proprietari della casetta nè all'avvocato lì presente.

Probabilmente si è trattato dell'ennesimo abuso e non è stato esibito perchè... inesistente.

Quello di stamattina non solo è uno degli atti istituzionali più gravi che si siano perpetrati in questa città, "molto più grave" di tutti i precedenti sgomberi che lo hanno preceduto perchè segna il concreto inizio dell'abbandono di ogni politica sociale verso i cittadini rom (tra l'altro, italiani e residenti...), ma anche un motivo di profonda vergogna per chi non ha sentito il dovere e la necessità di far sentire la propria voce e prendere una posizione chiara di condanna.

Il Direttivo
Opera Nomadi Milano


Per maggiori informazioni: operanomadimilano@tiscali.it - mauriziopagani@operanomadimilano.org

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Di Fabrizio (del 07/10/2009 @ 09:36:46, in Italia, visitato 1575 volte)

Ricevo da Marco Brazzoduro

Venerdi 25 Settembre 2009 :: ore 21:52
C-day. Roma, i lavavetri raccontano il razzismo del pacchetto sicurezza

Intorno alle 19, un’azione organizzata dall’associazione Popica ha sorpreso centinaia di persone su una delle strade più affolate e popolari di Roma, via Casilina. Nell’angolo tra via Berardi e via Clandestina, un’area abitata da numerosi migranti e rom, alcuni volontari dell’associazione e una decina di rom del vicino campo di via di Centocelle hanno cominciato tutti insieme a pulire i vetri delle automobili ferme al semaforo e, invece di chiedere in cambio monete, distribuivano, tra lo stupore di molti, volantini sul pacchetto sicurezza e sul Clandestino day.

www.carta.org

OMNIROMA

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