Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 20/11/2008 @ 09:38:38, in Italia, visitato 1921 volte)
Ricevo da Agostino Rota Martir questo appello, apparso ieri
sul blog di
Sergio Bontempelli
Alla stampa cittadina e regionale
Un "netto mutamento di clima". Una "brusca inversione di tendenza" per una
città da sempre solidale con gli immigrati e i Rom. Usano parole misurate ma
pesanti, i firmatari dell’"appello antirazzista pisano". E non si tratta di
persone qualunque. In calce all’appello, che esprime "profondo disagio e
disaccordo" con le recenti scelte dell’amministrazione, si leggono firme
prestigiose: dallo storico Adriano Prosperi, della Scuola Normale, a Michele
Luzzati, voce autorevole della comunità ebraica; dal teologo Don Roberto
Filippini alla medievista Chiara Frugoni (la cui biografia di S. Francesco ha
ispirato i lavori di Dario Fo), fino allo scrittore Luca Ricci, autore per
Einaudi del premiato libro L’amore e altre forme d’odio. Assieme a loro, tra gli
altri, la rappresentante dei Rom Marinela Nicolin.
Cosa ha spinto queste persone a prendere carta e penna? Nell’appello si parla di
"misure vessatorie nei confronti di persone provenienti da altri paesi". E si
citano in particolare due provvedimenti: la cosiddetta “ordinanza antiborsoni”,
annunciata dal Sindaco ma non ancora emanata, e gli sgomberi dei campi Rom.
L’"ordinanza antiborsoni" consentirebbe alla Polizia Municipale di multare
chiunque sosti con valige, fagotti e borse di grosse dimensioni in prossimità di
monumenti storici: il riferimento è ai “borsoni” dei venditori ambulanti
stranieri. Gli sgomberi dei campi Rom rappresentano – secondo i firmatari
dell’appello – una vera e propria svolta rispetto al passato: la precedente
amministrazione, infatti, aveva promosso un programma di accoglienza e
inserimento abitativo, denominato “Città Sottili”. Grazie a Città Sottili, agli
abitanti dei "campi nomadi" erano state assegnate delle vere e proprie case: e a
beneficiare di quel programma si erano trovati anche i familiari dei bambini
morti nel rogo di Livorno avvenuto nell’Agosto del 2007.
L’ordinanza anti-borsoni e gli sgomberi fanno parte di un programma più ampio,
un vero e proprio “Patto per la Sicurezza” (simile a quelli di Roma e Milano)
che la Giunta vorrebbe stipulare con la Prefettura e la Questura. Su questo
“patto” il Sindaco ha avuto il via libera dal consiglio comunale, con i voti sia
della maggioranza (PD, IdV, Socialisti e Liste Civiche), sia dell’opposizione di
centro destra.
I firmatari dell’appello criticano però la stessa filosofia di questi
provvedimenti: "Gli immigrati senza permesso di soggiorno, i Rom e i venditori
ambulanti stranieri", scrivono, "non rappresentano un pericolo, per una città
che ha sempre operato per l’accoglienza e l’integrazione". E la legalità
invocata dall’amministrazione comunale, aggiungono, "va difesa a partire dai
diritti civili e sociali di tutti".
Affermazioni che sembrano riecheggiare le recenti parole del Presidente della
Repubblica, in difesa del valore positivo dell’immigrazione. Anche in quel caso
c’era stata una convergenza con le autorità ecclesiastiche, come il presidente
del consiglio pontificio Iustitia et Pax, il Cardinale Renato Martino, che aveva
lodato con grande soddisfazione le frasi di Napolitano. Ma allora si trattava di
una reazione alle proposte legislative della Lega, non all’operato di
un’amministrazione di centrosinistra.
Il clima di razzismo e di intolleranza diffuso in tutto il paese, concludono i
firmatari dell’appello, "rischia di penetrare anche a Pisa". Una politica
"alta", a loro parere, "deve essere in grado di opporsi all’avanzata di falsi
stereotipi". Un compito non facile in questi tempi.
Appello pisano contro il razzismo
Il netto mutamento di clima che si registra a Pisa da alcuni mesi a questa
parte suscita preoccupazioni e inquietudini diffuse. Nella nostra città, come
nel resto del paese, la politica sembra cedere oggi a facili tentazioni
securitarie, all'ansia di ordine pubblico, inteso peraltro nella sua accezione
più riduttiva, quella di mero intervento repressivo. Si tratta di scelte che, in
tutta Italia, hanno prodotto un terreno favorevole a inaccettabili episodi di
violenza a danno di persone straniere, come raccontano quotidianamente gli
organi di informazione. Chi vive a Pisa avverte tutta la novità di un simile
cambiamento di clima. Una svolta che rappresenta una brusca inversione di
tendenza per una città che, in anni recenti, si è spesso proposta ed è stata
percepita a livello nazionale come un laboratorio di sperimentazione sociale, un
luogo dove le istituzioni si riconoscevano in istanze di dialogo e di
integrazione. Oggi tutto questo scompare, per ragioni che sembrano rispondere
soprattutto alle opportunità del momento, alla ricerca di un facile consenso
politico, attraverso risposte ferme a un presunto 'allarme sicurezza' (pure
smentito da tutti i dati ufficiali a disposizione).
In un quadro che, dopo i recenti, gravissimi episodi di violenza a sfondo
razziale di Milano e di Castelvolturno, rischia di configurarsi nei termini di
un’inedita emergenza nazionale, si impone come necessario un appello al senso
civico di tutti gli abitanti della città di Pisa, al di là delle specifiche
appartenenze politiche, affinché venga ribadito con forza e nei fatti quanto
previsto dall’articolo 3 della Costituzione italiana, che afferma il principio
di pari dignità sociale e di uguaglianza davanti alla legge "senza distinzione
di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di
condizioni personali e sociali".
Negli ultimi anni la presenza dei lavoratori stranieri in Italia ha raggiunto i
livelli dei paesi europei con una più lunga storia di immigrazione. Sono gli
italiani di domani, che oggi chiedono solo di poter vivere con lavoro e dignità,
di vedere riconosciuto il loro status di 'esseri umani'. È una sfida contro il
razzismo che riguarda il futuro delle nostre città e del paese, il futuro di
tutti. Mentre dall'altro lato dell'oceano un afro-americano accede alla massima
carica dello Stato più influente del mondo, in Italia una quota elevata della
popolazione non può essere rappresentata, perché priva del diritto di voto. Il
'paese reale' rivela una distanza drammatica dal 'paese legale'.
In una città 'aperta' come Pisa, da sempre arricchita dall'arrivo degli studenti
da fuori, l'amministrazione locale, entro le sue competenze, deve essere pronta
a raccogliere l’odierna sfida dell’integrazione con capacità, intelligenza e
spirito propositivo. Da essa molti cittadini si attendono che dia un effettivo
contributo alla rimozione degli ostacoli che condizionano la vita degli
stranieri in Italia, e non il contrario. Continuare a ricorrere a misure
vessatorie nei confronti di persone provenienti da altri paesi, quali appaiono
la recente proposta di proibire i ‘borsoni’ degli ambulanti che lavorano nella
zona del Duomo, o quella di allontanare i Rom dai campi cosiddetti ‘abusivi’,
non è degno in una città che vanta tradizioni di apertura e di tolleranza verso
stranieri spesso costretti a fuggire dai propri luoghi di origine:
dall’accoglienza offerta agli esuli dalle dittature militari in Grecia e in Cile
negli anni settanta, alla costruzione di percorsi di integrazione con le
famiglie Rom immigrate negli anni novanta a causa delle guerre nella
ex-Jugoslavia. Pisa non deve disperdere il proprio patrimonio di impegno per una
società aperta e solidale, che veda nelle differenze una ricchezza e non una
minaccia.
Per queste ragioni, per il profondo disagio e disaccordo provocato dal tentativo
di colpire i più deboli in modo indiscriminato, per non dover più assistere a
una quotidiana e incomprensibile caccia all’uomo da parte delle forze di polizia
locale, si è reso inevitabile sollevare una voce contro i germi di un razzismo
strisciante che rischia di penetrare anche a Pisa. Una politica alta deve essere
in grado di opporsi all’avanzata di falsi stereotipi. Gli immigrati senza
permesso di soggiorno, i Rom che abitano nelle baracche e nei campi alla
periferia urbana, i venditori ambulanti stranieri non rappresentano un pericolo,
per una città che ha sempre operato – in modo corale – per l’accoglienza e
l’integrazione. La stessa legalità, di continuo invocata nel dibattito pubblico
di questi mesi, non è un principio neutro. Perché sia democratica occorre che
venga difesa a partire dai diritti civili e sociali di tutti.
Primi firmatari:
- Adriano Prosperi, docente Scuola Normale Superiore
- Chiara Frugoni, storica
- don Roberto Filippini, teologo, diocesi di Pisa
- Michele Luzzati, docente universitario Storia Medievale, Università di Pisa
- Luca Ricci, scrittore
- Marinela Nicolin, rappresentante Federazione Rom e Sinti Pisa
- Giorgio Gallo, Università di Pisa, corso di laurea in Scienze della Pace
- Paola Bora, docente universitaria Filosofia, Pisa
- Barbara del Bravo, medico, Pisa
Di Fabrizio (del 20/11/2008 @ 09:24:33, in Europa, visitato 1836 volte)
Da
Roma_Daily_News
Inter
Press Service - By David Cronin
BRUXELLES, 13 novembre - Un'ideologia politica basata sul desiderio di
sterminare i Rom sta emergendo in diverse parti d'Europa, così dice una
conferenza tenutasi a Bruxelles
Dopo numerosi attacchi violenti a Rom da parte di skinhead ed altri
estremisti in Bulgaria, nell'agosto 2007 è stata annunciata la formazione
del partito di estrema destra Guardia Nazionale.
"L'anti-ziganismo" rivendicato dal suo leader Vladimir Rasate può essere
comparato all'anti-semitismo che negli anni '30 aiutò i nazisti a prendere il
potere in Germania, secondo Michael Stewart, professore di antropologia all'University
College di Londra. "Il partito di Guardia Nazionale vede l'eliminazione dei Rom
come base del rinnovamento nazionale," dice Stewart, che a lungo ha lavorato con
le comunità rom negli ex paesi comunisti. "E' un nuovo fenomeno in Europa, che
prima non esisteva. E' un pericolo reale."
I commenti di Stewart, rilasciati in un'audizione del Parlamento Europeo
il 13 novembre, riecheggiano i dati di un recente rapporto sui crimini contro i
Rom di Human Rights First. L'organizzazione con base a New York dichiara che per
i Rom in alcuni paesi "il rinnovato virulento anti-ziganismo è un ricordo strano
e lugubre del Porrajmos, l'Olocausto Romanì durante la II guerra mondiale, che
uccise più della metà della popolazione rom europea."
"Quando navigati leader politici europei discutono pubblicamente sulla
'soluzione' al 'problema Rom', invocando l'uso di dinamite, recinzioni
elettrificate, deportazioni, presa delle impronte a uomini, donne e bambini,
involontariamente vengono alla mente paralleli storici."
L'ostilità contro i Rom è diventata particolarmente acuta in Italia, dove i
partiti che formano la coalizione governativa del primo ministro Silvio
Berlusconi hanno tentato apertamente di dipingere tutti i Rom come criminali. A
maggio il governo italiano ha introdotto un "pacchetto sicurezza" che comprende
lo smantellamento dei campi rom e la deportazione automatica dei migranti che
non possono provare di avere un impiego regolare.
La discriminazione contro i Rom in Italia "non ha confronto con nessun altro
paese in Europa", dice Monica Rossi, ricercatrice all'Università di Roma,
spiegando che ai Rom viene negato lo status ufficiale di minoranza e non sono in
grado di richiedere la cittadinanza italiana. I programmi apparentemente volti
alla scolarizzazione dei bambini rom hanno fallito, dice. "Dopo 40 anni di
progetti scolastici, ci sono 20 ragazzi che vanno alle superiori. Questo su una
popolazione di 15.000."
Graziano Halilovic, Rom Xoraxane delle Federazione Rom d'Italia, descrive le
condizioni dei campi dove vive la sua gente come "abbastanza estrema".
"E' una vergogna per la nazione italiana lasciar vivere i Rom in condizioni
simili," aggiunge. "Quel che è peggio è che l'Italia è parte dell'Unione
Europea. La vergogna dell'Italia presto può diventare la vergogna dell'Unione
Europea."
A settembre la Commissioen Europea, braccio esecutivo della UE, ha ospitato
un summit Rom, che ha raccolto le richieste per lo sviluppo di una strategia UE
per l'inclusione dei Rom. La sua popolazione è stimata tra i 12 e 15 milioni, i
Rom sono spesso descritti come la più grande minoranza etnica in Europa, oltre 9
milioni di loro vivono nei 27 paesi UE.
Valeriu Nicolae, segretario generale dell'Organizzazione di Base Europea Rom,
ha detto che i Rom non vengono consultati in modo appropriato quando vengono
formulate le politiche che li riguardano. "Il corpo principale dell'Unione
Europea che agisce sulle tematiche Rom - la Commissione Europea - non impiega
nessun Rom o qualche politico Rom esperto," dice.
Jan Jarab, componente della Commissione riguardo le politiche sociali, dice
che l'esecutivo UE sta tentando di aumentare gli sforzi per agire sulla
difficile situazione dei Rom. Ma è riluttante, aggiunge, e semplicemente
"rinomina" leggi precedentemente introdotte contro la discriminazione
"mettendogli l'etichetta 'strategia'."
Al momento, le politiche sui Rom nei paesi UE sono spesso basate o
sull'approccio "laissez-faire" o sulla repressione, aggiunge. Cita la Spagna
come un paese dove si sono registrati successi nel fornire ai Rom case e lavori
decenti.
Marian Nedelica, insegnante nella città rumena di Craiova, dice che anche se
il suo paese ha promulgato una legge che garantisce l'accesso all'istruzione,
circa il 27% dei bambini rom non frequenta la scuola. Dovrebbero essere
introdotte misure contro le autorità scolastiche che permettono che ci sia
discriminazione, continua.
Livia Jaroka, membro ungherese del Parlamento Europeo di origine Rom,
dice che il suo popolo soffre di un "tipo di povertà estremo come nell'Africa
sub sahariana". Aggiunge che c'è bisogno di strumenti che puniscano i governi UE
che non applicano le leggi dell'Unione contro la discriminazione.
Gabriela Hrabanova, che lavora presso il ministero ceco del lavoro e degli
affari sociali, ha detto che c'è una "mancanza di coordinamento" tra gli stati
membri della UE sulle tematiche riguardanti i Rom. "In molti stati membri, non
c'è niente a livello locale, anche se sulla carta sembra che tutto stia andando
al meglio."
(END/2008)
Di Fabrizio (del 19/11/2008 @ 09:09:56, in scuola, visitato 1858 volte)
Da
Czech_Roma
Da
Aktualne.cz
I Rom rimangono sotto-rappresentati nell'effettiva scolarizzazione
Praga - Le organizzazioni dei Rom europei hanno detto in una
conferenza tenutasi il 12 e 13 novembre a Praga che il governo ceco ha fallito
nell'impedire la segregazione dei bambini Rom nelle scuole primarie speciali per
bambini con ritardi mentali.
L'accusa, basata su di una ricerca condotta all'inizio di quest'anno, arriva
esattamente un anno dopo che la Corte Europea dei Diritti Umani aveva giudicato
che questa pratica rappresenta una discriminazione illegale delle leggi
internazionali. Nel caso sollevato, le famiglie di 18 bambini rom avevano
lamentato di essere stati messi in scuole speciali a causa della loro origine
etnica.
Le scuole speciali esistono ancora
Una legge scolastica effettiva dal 2005, che intendeva eliminare la
discriminazione dei Rom, abolì le scuole speciali sostituendole con le
cosiddette "scuole di pratica". La riforma introdusse anche classi
preparatorie e mediatori scolastici Rom nelle scuole primarie standard, per
facilitare l'integrazione dei bambini con un retroterra svantaggiato.
Nonostante la riforma e il giudizio del tribunale di Strasburgo, i bambini
rom rimangono sovra-rappresentati nelle ex scuole speciali, ora riettichettate
come scuole di pratica, dove sono istruiti secondo i curricula sotto gli
standard, disegnati per bambini con disabilità mentali.
Secondo ricerche condotte dall'European Roma Rights Centre (ERRC) e dal Fondo
Istruzione Rom (ERF), i bambini rom rappresentavano più della metà della
popolazione studentesca in 14 delle 19 scuole visitate dai ricercatori.
Le scuole di pratica ammazzano le possibilità dei Rom nel mercato del lavoro
"La cosa allarmante è che è i direttori scolastici, i genitori e gli
stessi studenti mettono sullo stesso piano "scuole di pratica" e "scuole per
Rom", dice Tara Bernard, che ha partecipato al progetto di ricerca.
Così, alcuni esperti cechi mettono in guardia contro la richiesta dei gruppi
rom di abolire le scuole di pratica, per integrare completamente i bambini rom
nel sistema scolastico. "Il nostro sistema educativo non è ancora pronto.
Espelleremmo soltanto quei bambini dalle scuole. Si limiterebbero ad
abbandonare. dice il sociologo
Ivan Gabal.
Decisioni affrettate
Le organizzazioni rom che sono dietro la ricerca, puntualizzano che i centri
di consiglio psicologici-pedagogici che decidono circa la disposizione dei
bambini nelle scuole di pratica, adoperano la medesima metodologia usata prima
del 2005. I ricercatori hanno trovato che la decisione riguardo un bambino rom
viene spesso presa in una singola sessione che dura dai 15 ai 30 minuti.
"La Repubblica Ceca non ha una legge che ordini di ripetere il giudizio che
pone i bambini nelle scuole di pratica," dice Bernard. Aggiunge poi che la
grande maggioranza di questi bambini non saranno mai in grado di continuare
nell'istruzione secondaria o superiore.
I rappresentanti dei centri di consiglio psicologici-pedagogici ribattono che
i bambini rom sono stati trasferiti nelle scuole di pratica su loro stessa
richiesta.
La ricerca ERRC-ERF lo conferma, ma i suoi autori puntualizzano che spesso i
loro genitori hanno agito così per essere andati loro in classi speciali
segregate, e perché non avevano abbastanza informazioni su cosa significasse per
i loro bambini andare alle scuole di pratica.
La mancanza di istruzione nella comunità Rom si traduce allora in alti tassi
di disoccupazione. Secondo una indagine della Banca Mondiale, la qualità
complessiva dell'istruzione tra i Rom è andata costantemente discendendo dal
1989.
I gruppi rom criticano anche la mancanza di statistiche. Soltanto di recente
il Ministero dell'Istruzione ha iniziato a raccogliere dati sulla nazionalità
degli studenti, la lingua che parlano a casa e il tipo e grado di scuola che
frequentano. Sinora sono state disponibili soltanto delle stime.
Di Fabrizio (del 19/11/2008 @ 09:09:04, in Europa, visitato 1634 volte)
Da
Roma_Francais
12-11-2008 20:00 Il rompicapo dell'integrazione dei Rom
Le associazioni chiedono la creazione di una cellula d'urgenza
Come favorire l'integrazione dei Rom nella metropoli? Di espulsione in
espulsione, la situazione della gens du voyage originaria dell'Est Europa
sembra insolubile. I reclami dei proprietari obbligano le forze dell'ordine a
procedere all'evacuazione delle bidonvilles - come alla porte de
Valenciennes, fine ottobre - rimandando per strada intere famiglie ed impedendo
una scolarità normale ai bambini.
Cittadini europei
Con l'arrivo dell'inverno, le associazioni di aiuto alla gens du voyage
lanciano un appello per la creazione di una cellula d'urgenza, che riunisca la
prefettura, la metropoli e la città di Lille: "Non si potrà fare scomparire i
Rom, perché sono cittadini dell'Unione Europea," spiega Gérard Minet, segretario
federale della Lega dei diritti dell'uomo. "Occorre una risposta collettiva dei
poteri pubblici, perché si smetta di rimbalzarsi la palla!"
La città di Lille, che assicura di lavorare a proposito, ricorda che si
tratta di una competenza statale. A tal proposito, le espulsioni mirano ad
evitare di lasciare peggiorare le situazioni sanitarie, come fu il caso negli
anni precedenti, precisamente nel dicembre 2007, quando una Romnì aveva trovato
la morte a causa di un incendio, in rue du Faubourg-d'Arras.
Da parte della prefettura, che lo scorso inverno aveva requisito l'ostello
della gioventù di Lille per alloggiare delle famiglie, si ricorda che il
dispositivo di alloggiamento invernale è stato allargato quest'anno,
particolarmente a destinazione delle famiglie. Secondo le associazioni, per il
momento non è prevista alcuna tavola rotonda.
Di Sucar Drom (del 18/11/2008 @ 12:11:32, in blog, visitato 1624 volte)
Viaggio della memoria, Alemanno: "questo è il male assoluto"
Un viaggio duro, complesso, emozionante e tanto carico di significato, quello al
campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, cui si sono recati per tre giorni
oltre 250 studenti romani, provenienti da 62 sc...
Parma, dieci vigili urbani accusati di razzismo
Napolitano auspica che "cadano vecchi pregiudizi. Occorre un clima di apertura e
di apprezzamento verso gli stranieri che si fanno italiani: lavoratori,
studenti, ricercatori, imprenditori, sportivi, manager. E' in un simile clima -
riflette il capo dello Stato - che possono avere su...
Orbassano e Rivalta (TO), lite delle amministrazioni su cinque bambini rom
È di nuovo scontro tra le amministrazioni di Orbassano e Rivalta. Dopo la
questione della viabilità intorno al nuovo centro commerciale della frazione
rivaltese di Pasta, ora a far discutere sono cinque bambini ro...
Venezia, continuano le polemiche sul villaggio per i Sinti veneziani
La proposta di referendum sul nuovo villaggio a favore dei sinti veneziani
approderà in consiglio comunale sia pure con il parere negativo delle
commissioni congiunte. Lunedì pomeriggio nel municipio di Mestre...
Milano, il Pd si adegua sulle posizioni discriminanti del centro destra
Giorgio Bezzecchi (in foto) ha presentato il libro “i rom e l’azione pubblica”
alla Commissione politiche sociali del Comune di Milano. Bezzecchi ha denunciato
"macroscopiche esclusioni e il rischio crescente di trattamenti discriminatori o
differenziali, come l'obbligo di sottoscrivere un Patto di legalità e
socialità", sottolineando che "i ...
Rom e Sinti, il dramma delle adozioni facili
Bambini rom e sinti uguale bambini maltrattati: un’equazione assai diffusa
nell’opinione pubblica, ma anche fra gli operatori di settore. Ha fatto scalpore
in Italia la ricerca commissionata dalla Fondazione della Cei Migrantes al
dipartimento di Psicologia e antropologia culturale dell’Università di Verona.
Secondo questa ricerca sono infatti...
Roma, il Governo "caccia" il Prefetto Mosca
Alla fine anche il Prefetto Mosca è stato “cacciato” da Roma. Erano settimane
che circolavano insistenti voci di un cambio alla guida della Prefettura di
Roma, soprattutto perché Mosca aveva contr...
Non chiamarmi zingaro
È un pretesto ben curioso, quello che ha spinto Pino Petruzzelli a scrivere “Non
chiamarmi zingaro”, la raccolta di racconti-interviste uscita qualche mese fa
per Chiarelettere. “Sì, deve essere andata pro...
Lucca, il Consiglio comunale discute sulla situazione abitativa dei Sinti
italiani
Nella seduta di giovedì 13 novembre, è stata nuovamente portata all'attenzione
del consiglio dai gruppi PD e Rifondaziome Comunista la situazione della
comunità Sinti stanziata in via della Scogliera...
Mantova, l’Italia scopre il razzismo e le discriminazioni
L’associazione “per la sinistra” invita al dibattito pubblico “l’Italia scopre
il razzismo e le discriminazioni, dialoghi tra il locale e il globale, A Mantova
un’occasione di conoscenza e dibattito”. L'evento s...
Viterbo, razza = razzismo, riflessioni a settant’anni dalle leggi razziali
“Razza = Razzismo. Riflessioni a settant’anni dalle leggi razziali” è il titolo
del convegno che si terrà giovedì 20 novembre alle 10.00 nella sala conferenze
della Provincia...
Firenze, un osservatorio sull'informazione? Speriamo...
Si chiudono con proposte e impegni le giornate dell’Interdipendenza a Firenze.
Tra i relatori anche Roberto Natale presidente Fnsi, che ricorda la Carta di
Roma e lancia il progetto di un Osservatorio sull’informazione...
Facebook rimuove le pagine contro i Sinti e i Rom
Facebook ha annunciato oggi di aver rimosso dal proprio sito diverse pagine
usate da qualche migliaia di italiani per incitare alla violenza, dopo che
esponenti politici a livello europeo avevano accusato il sito di social networki...
Roma, Alemanno: i Sinti e i Rom fuori dal raccordo anulare
Dopo neppure ventiquattr’ore dalla sostituzione del prefetto Carlo Mosca che già
il sindaco Alemanno ha cominciato a dettare l’agenda al suo successore Pecoraro
(in foto). Il quale, con il nuovo incarico a Palazzo Valentini, assumerà anche
il ru...
San Giuseppe Vesuviano (NA), divieto di sosta per i "nomadi"
Anche nel Sud Italia si emettono le ordinanze sindacali razziste contro le
popolazioni sinte e rom. Ultimo in ordine di tempo il Comune di San Giuseppe
Vesuviano, in Provincia di Napoli...
Mantova, se questa è democrazia...
Negli ultimi giorni due notizie hanno segnato politicamente la questione sinta e
rom a Mantova: l’interpellanza in consiglio provinciale di Giovanni Fava,
capogruppo della Lega Nord, e una deliberazione della giunta comunale di Mantova
proposta dall’assessore Fabio Aldini...
Quanto vale la vita di un Rom o di uno straniero, sulle strade d'Italia?
5 novembre 2008. Bruno Radosavljevic, un Rom di origine croata, nato a Torino,
investe ad Acilia, alle porte di Roma, 13 persone, di cui tre restano feriti in
modo rilevante. Il giovane, che vive nel campo di Dragona, rischia di essere
linciato dalla folla....
Di Fabrizio (del 18/11/2008 @ 09:43:08, in Italia, visitato 1515 volte)
Da
El Gato Obrero
.... Gli sbarchi nel Sulcis continuano.... ma il governo vuole chiudere le
frontiere....
ma quali frontiere? quale governo?
nelle coste del mediterraneo, giovani uomini, giovani donne, bambini, affollano
i porti per attraversare quel canale di mare che li separa dalla sognata
Europa....
Sfidare il nostro mare.... sfidare i flutti e le onde... sperare...
viaggiare...sognare... temere... non sapere...ma VOLERE...
sono convinta che è la sana, forte, necessaria VOLONTA' di CAMBIARE che spinge l
e genti a vendere i corpi alle organizzazioni di stampo mafioso pur di
attraversare quelle fisiche frontiere... sempre chiuse perché e questo è il
volere dei governi europei....
e allora TENTARE LA FORTUNA su BARCHE e BARCONI, SCAFI e GOMMONI, attraversare
misteriosamente facendo una breccia in fronte x per poi approdare o essere
avvistati nelle coste sarde e FINIRE il SOGNO in un CPA .... al centro di un
aeroporto internazionale... dietro anguste sbarre e con un reggimento che
osserva, o ciondolare qui e là per CAGLIARI
QUESTA è la FINE DEL VIAGGIO dei PIU' FORTUNATI
ALTRI giacciono nel marenostrum, cimitero liquido.
CPA, CEI,CARA? Cosa è quello strano posto ad ELMAS? le voci si rincorrono
comunque resta la viva necessità di accogliere queste genti, perché la maggior
parte di essi sono PROFUGHI, RICHIEDENTI ASILO, sono MIGRANTI, uomini e donne
che vogliono VIVERE
NOI con altre associazioni di CAGLIARI provvediamo per quanto ci è possibile ad
una prima assistenza.
Sono NECESSARI ABITI (pantaloni, jeans, tute, felpe, camicie, maglioni tshirt,
giubbini, giubbotti, giacconi etc) per DONNE E UOMINI ma anche RAGAZZI e RAGAZZE
e BIMBI, possibilmente in buono stato d'uso, BIANCHERIA INTIMA, VIVERI a LUNGA
CONSERVAZIONE, ma anche SCARPE, ZAINI,BORSE
chiunque fosse interessato a collaborare con un gesto concreto può contattarci
(da tutta la SARDEGNA con chiamata o sms al 3397916117 Eleonora - Gato Obrero -
mentre per la zona del cagliaritano 3391033752 Mariangela - Sardegna Palestina
-)
come sempre ma pensiamo sia inutile ripetervelo non disdegniamo anche contributi
economici (utili sempre e comunque anche in questo caso)
Aspettiamo i vostri contributi
contattaci o visita il blog:
http://gatoobrero.blogspot.com
Di Fabrizio (del 18/11/2008 @ 09:38:11, in scuola, visitato 1629 volte)
Da
Roma_Francais
Lepetitjournal.com
La segretaria di Stato francese con incarico agli Affari esteri e ai diritti
dell'Uomo era ieri a Bucarest. Rama Yade ha incontrato Mariana Campeanu,
ministro del Lavoro, diversi parlamentari, rappresentanti della società civile,
OnG e ha visitato l'associazione "Per una comunità solidale ed un intervento
sociale" (ACSIS), che opera nel campo della prevenzione dell'abbandono materno e
del sostegno alle giovani madri sole. Per concludere il suo viaggio rumeno, Rama
Yade ha consegnato il premio dei diritti dell'Uomo dell'Ambasciata di Francia a
Elena Motas, ispettrice scolastica per i bambini rom a Iasi, per la sua azione
in favore dell'integrazione dei giovani rom nel sistema scolastico rumeno. Molto
emozionata, Elena Motas ha dichiarato essere "molto onorata di essere stata
decorata dalla Francia (...) Non succede spesso a una donna di origine rom."
Di Fabrizio (del 18/11/2008 @ 08:58:55, in Europa, visitato 1603 volte)
Da
Hungarian_Roma
By: MTI - 2008-11-11 h. 10:31 - Combattere gli stereotipi basati sul
"crimine zingaro" come pure incoraggiare i giovani rom a considerare la carriera
di poliziotto, sono gli obiettivi di un'iniziativa lanciata lunedì a Budapest,
hanno annunciato gli organizzatori in una conferenza stampa.
"Tutti gli zingari sono criminali" è lo stereotipo ripetuto più spesso
riguardo i Rom in Ungheria ed in tutta Europa, ha detto durante l'incontro
Greg Dorey, ambasciatore GB in Ungheria. Ha aggiunto di sperare che questa
campagna possa aiutare a cambiare quella falsa immagine.
L'iniziativa può portare a una nuova era di apertura e tolleranza, ha detto
April H. Foley, ambasciatore USA.
C'è paura che l'attuale crisi economica si evolva in crisi sociale e morale,
e dobbiamo fare tutto quanto è nel nostro potere per evitarlo, ha detto Katalin
Levai, parlamentare ungherese. Le persone tendono a cercare dei capri espiatori
quando le loro condizioni di vita si fanno incerte, ha detto.
Di Fabrizio (del 17/11/2008 @ 09:15:48, in Europa, visitato 1628 volte)
Da
Czech_Roma
(CTK) Praga, 10 novembre 2008. I Rom nella Repubblica Ceca hanno dimenticato
lo stile di vita nomadico dei loro antenati, ha detto a CTK Ivan Vesely,
presidente di Dzeno e vice-presidente del consiglio governativo per gli affari
Romanì.
Cinquanta anni fa l'ex regime comunista della Cecoslovacchia promosse una
legge sull'insediamento permanente delle persone migranti che ebbe effetto
dall'11 novembre 1958.
La legge è andata in proscrizione dieci anni fa ed il nomadismo non è più
stato punito dalla caduta del comunismo del 1989.
Ha detto Vesely: "La gente ha già dimenticato quello stile di vita. "Non è
più sentito come minaccia se qualcuno nella Repubblica Ceca volesse comprare un
cavallo o un caravan."
Ha detto, che comunque i Rom non hanno perso il sangue dei viaggiatori. "Una
nuova forma di nomadismo è la migrazione dopo il lavoro," ha detto, aggiungendo
che questo vale anche per le altre persone.
La maggioranza assoluta dei Rom sul territorio ceco già viveva in maniera
simile alla società maggioritaria, quando venne pubblicata la legge che vietava
il nomadismo.
Vesely ha affermato che 30.000 Rom al massimo, soprattutto gli Olah,
conducevano in quel periodo una vita nomade.
"Per loro fu un cambiamento fondamentale che ebbe un impatto immediato
completamente distruttivo per loro," ha detto Karel Holomek, presidente della
Comunità Romanì in Moravia, che ha ricordi dell'atmosfera al tempo
dell'emanazione della legge.
"Rimossero le ruote dai carri e probabilmente mandarono i cavalli al macello.
La gente si sistemò in posti dove sono tuttora," ricorda Holomek.
"Da un giorno all'altro furono obbligati a vivere in un ambiente che per loro
era insolito, nei villaggi. Dovettero accettare le regole del gioco, furono
obbligati a cambiare completamente lo stile del loro comportamento," ha detto
Holomek.
Ha poi aggiunto che i Rom spesso non sono riusciti a coesistere con i locali.
"Il loro modo di vita libero offriva una miglior possibilità di assicurarsi
da vivere e venne definitivamente distrutto," ha aggiunto.
Holomek ha poi detto che l'intenzione dei legislatori era assimilare i Rom,
ma che questo spesso non ha funzionato.
Emersero dei ghetti per Rom da varie parti, i loro abitanti non avevano
lavoro e vivevano in condizioni peggiori degli altri cittadini "bianchi".
"Inoltre, i pregiudizi sopravvivono ancora, sono generalizzati ed applicati a
tutti i Rom," ha detto Holomek.
Tuttavia, aggiunge, la Repubblica Ceca ha una posizione di partenza migliore
degli altri paesi dell'Europa post-comunista nel migliorare le condizioni di
vita dei Rom e le loro relazioni con la società maggioritaria, questo è dovuto
al buono stato dell'economia e della democrazia.
"Se i politici iniziassero davvero a premere per il compimento dei programmi
e così cambiasse l'atmosfera, ci vorrebbero lo stesso altre due generazioni o
altri 50 anni," termina Holomek.
Di Fabrizio (del 17/11/2008 @ 08:50:47, in Regole, visitato 3397 volte)
segnalato da Cristina Seynabou Sebastiani
Dopo l'approvazione del Pacchetto Sicurezza le retate della polizia si sono
intensificate. Spesso controllori e vigili salgono sugli autobus a far dei
controlli diretti in particolare contro gli immigrati. Ora è anche arrivato
l'esercito. Tutti accusano i cittadini immigrati di essere clandestini ma
nessuno dice che la clandestinità è tutta responsabilità del governo .
Quelli che governo, mass media e settori di popolazione chiamano "clandestini"
sono persone che lavorano ma che non possono regolarizzarsi perché la legge
sull'immigrazione non lo permette. Molti italiani che si lamentano
(ipocritamente) del pericolo "clandestini" hanno poi un "clandestino" alle loro
dipendenze che lavora nelle loro fabbriche, cura i loro figli e i loro genitori.
Questo testo è un intento di far conoscere ai cittadini immigrati, ma non solo,
cosa la polizia può fare e cosa non può fare affinché si possano denunciare gli
eventuali abusi. Il testo è stato prodotto grazie al lavoro degli avvocati di
"Supporto legale contro il razzismo". L'associazione Arci Todo Cambia e la Rete
degli Sportelli di ARCI Milano hanno contribuito alla sua realizzazione.
1. Controllo documenti, identificazione e fermo
a) In generale
Gli ufficiali-agenti di polizia (polizia di stato, carabinieri e altri corpi
appartenenti all'esercito, polizia municipale - ma questi ultimi solo se hanno
la qualifica di agente di polizia di sicurezza- ) possono costringerti a
seguirli nei propri uffici se rifiuti dichiarare le tue generalità (nome,
cognome, luogo e data di nascita) o mostrare un documento d'identità oppure
quando ci sono indizi sufficienti per ritenere che il nome che hai dato o i tuoi
documenti siano falsi (art. 11, d.l. 21.3.1978 n. 59): questo viene chiamato
fermo di identificazione o accompagnamento. Gli ufficiali-agenti di polizia che
ti accompagnano in questura per identificarti devono darne immediata notizia al
Procuratore della Repubblica e possono trattenerti per il tempo necessario alla
tua identificazione1 e comunque entro le 24 ore ti devono rilasciare. Non è
previsto il diritto alla nomina di un difensore.
E' perciò importante e - hai diritto di pretendere - che la comunicazione al
Procuratore della Repubblica venga effettuata subito al momento
dell'accompagnamento, perché solo da questo momento si contano le 24 ore entro
cui devono rilasciarti. Se rifiuti di dire le tue generalità / esibire i
documenti, oltre all'accompagnamento in questura di cui abbiamo parlato, puoi
essere denunciato per i seguenti reati:
- se sei cittadino italiano o comunitario, e rifiuti di dire il tuo nome, puoi
essere denunciato e rischi la pena dell'arresto fino a 1 mese (art. 651 c.p.).
Invece se non fai vedere i documenti puoi essere denunciato e rischi la pena
dell'arresto fino a due mesi (art. 294 reg .att. tulps e art. 221 tulps).
- se sei cittadino extracomunitario e non fai vedere i documenti
(passaporto-permesso), senza un valido motivo, ad agenti-ufficiali di polizia
quando te lo chiedono puoi essere denunciato e rischi la pena dell'arresto fino
a 6 mesi; se c'è motivo di dubitare della tua identità, puoi essere accompagnato
in questura per rilievi segnaletici (fino a un max di 24 ore.) - art. 6 d.lgs.
n. 286/98.
Se invece fornisci false generalità a un pubblico ufficiale o a un incaricato di
pubblico servizio, il reato è punito con pene maggiori (che sono stata aggravate
col c.d. pacchetto sicurezza - d.l. 23.5.2008, n. 92):
se dichiari (a voce o per iscritto) false generalità e rischi il carcere fino a
un massimo di sei anni (artt. 495 e 496 c.p.);
la stessa pena è prevista se alteri il tuo corpo per impedire la tua
identificazione - es. alterazioni delle impronte digitali (art. 495-ter c.p.).
E' stata anche introdotta l'aggravante di clandestinità. Questo significa che la
pena prevista per il reato che hai commesso può aumentare solo per il fatto che
non hai il permesso di soggiorno (art. 61, n. 11 bis c.p.).
Non esiste più il reato di oltraggio a pubblico ufficiale ma rimangono il reato
di ingiuria cioè l'insulto o l'offesa a una persona (art. 594 c.p.) che viene
spesso utilizzato dalle autorità e il reato di resistenza a pubblico ufficiale
(cioè quando qualcuno si oppone con violenza o minaccia un pubblico ufficiale o
un incaricato di pubblico servizio mentre questo compie un atto d'ufficio (art.
337 c.p). Ti possono accusare del reato di resistenza (anche) se usi violenza o
minaccia nei confronti di un incaricato di pubblico servizio o di dipendenti di
istituti di vigilanza privata (guardie private) in servizio presso stazioni dei
treni, metropolitana e sugli autobus perché sono considerati ausiliari di
pubblica sicurezza.
E' importante sapere che per violenza e minaccia si intende qualunque
comportamento idoneo ad opporsi all'atto che non sia una semplice resistenza
passiva. (ad esempio se ti bloccano fisicamente e cerchi di divincolarti o
difenderti in qualsiasi modo verrai accusato di resistenza).
In caso di resistenza, la pena prevista è il carcere da 6 mesi e 5 anni.
b) Casi specifici e consigli pratici
Se ti ferma un agente di polizia/carabiniere:
Se chi ti controlla è un agente in borghese deve prima identificarsi
(generalità, numero di matricola, corpo di appartenenza) e mostrare il tesserino
di riconoscimento; se non lo fa, non sei tenuto a seguire i suoi ordini.
Negli uffici di polizia è sempre consigliabile chiedere il tesserino di
identificazione, segnare la targa della macchina, scrivere il nome dei
poliziotti che ti interrogano o fanno il verbale e chiedere sempre una copia di
quello che ti fanno firmare; queste cose servono per denunciare eventuali
irregolarità e/o prepotenze.
Se ti ferma un militare appartenente all'esercito I militari attualmente in
servizio nelle città hanno lo status di agente di pubblica sicurezza, ma non
possono svolgere funzioni di polizia giudiziaria. Questo significa che, come
polizia e carabinieri, possono:
1)chiederti generalità e documenti di identità
2)portarti in questura per procedere all'identificazione (fermo di
identificazione)
3)possono perquisirti e perquisire la tua auto ma SOLO in caso di eccezionale
urgenza che non consenta l'intervento del giudice o se devono verificare
l'eventuale presenza di armi o esplosivi o droga quando l'atteggiamento della
persona non è giustificabile.
Al di fuori di questi casi NON POSSONO perquisirti e le perquisizioni non sono
legali. E comunque deve essere sempre fatto un verbale e te ne devono dare una
copia (art. 4 L. 22 maggio 1975, n. 152)
Se ti ferma un agente della polizia municipale (ex vigili urbani)
Gli agenti di polizia municipale sono pubblici ufficiali e quasi sempre sono
anche agenti ausiliari di pubblica sicurezza (ma possono anche non esserlo) e
svolgere funzioni di polizia giudiziaria o polizia amministrativa. Possono
quindi fermarti e portarti in questura, commissariato, comando per
identificarti.
Se non hanno funzioni di polizia giudiziaria NON possono:
- obbligarti a fare dichiarazioni od obbligarti con la forza ad altro;
- accompagnarti con la forza negli uffici di polizia giudiziaria
- ispezionare nella tua casa, roulotte, tenda o all'interno della macchina salvo
che la legge lo autorizzi espressamente.
Non c'è un modo chiaro che identifica le funzioni dell'agente di polizia
municipale in quel momento, ma è sempre possibile sollevare la questione.
Il Pacchetto Sicurezza ha dato maggiori poteri ai sindaci quindi è possibile che
decretino misure che limitano le libertà personali (multe per chi beve alcolici
per strada o si ritrova in gruppo in alcuni luoghi, ecc.) e che gli interventi
della polizia municipale contro venditori ambulanti siano maggiori. Nel caso di
sequestro di merce durante la vendita ambulante le autorità di polizia devono
fare un verbale ed a consegnarlo all'interessato. E' punito il pubblico
ufficiale che sottrae, distrugge, al di fuori dei casi previsti dalla legge, o
deteriora le cose sottoposte a sequestro (Art. 334 cp: "sottrazione o
danneggiamento di cose sottoposte a sequestro"). Se sull'autobus o sul treno ti
ferma un controllore Il controllore è considerato un pubblico ufficiale (art.
357 c.p.). Cosa può fare:
- può chiederti le tue generalità (nome, cognome, ecc) e se ti rifiuti di dirle
ti può accusare del reato art. 651 c.p. (vedi sopra);
- può chiederti di mostrare i documenti SOLO nel caso in cui ti deve fare la
multa (perché sei senza biglietto). Se non mostri i documenti può fermarti e
chiamare la polizia per procedere alla tua identificazione. Quindi è sempre
meglio avere il biglietto.
- ricordati che il controllore non è un agente di polizia anche se a volte si
comporta come un poliziotto. Se ti accusa di un reato, deve andare a fare la
denuncia come un normale cittadino. A parte il caso in cui non mostri i
documenti e deve farti la multa (v. sopra), NON può usare la forza o altri mezzi
per obbligarti a far qualcosa, non ti può fare una espulsione, non ti può
fermare per consegnarti alla polizia affinché questa proceda all'espulsione.
Riguardo ai casi di rastrellamento sugli autobus, cioè quando i controllori
salgono sull'autobus insieme alla polizia o ai vigili, è bene sapere che queste
azioni possono essere denunciate all'autorità giudiziaria nel caso in cui
controllori e polizia chiedano biglietti e documenti solo agli stranieri e non
agli italiani, quindi fanno un controllo basato sulla provenienza etnica o
nazionale. In questo caso può essere una azione discriminatoria che può essere
denunciata alla magistratura.
E' perciò importante:
- documentare quello che succede (con foto o video). Se ci sono furgoni della
polizia documentare quante e quali sono le persone che vengono fatte scendere
dall'autobus e portate sulle camionette della polizia; prendere il numero di
targa;
- reperire sul posto persone disposte a testimoniare, sia i cittadini stranieri
che subiscono questi rastrellamenti sia i cittadini italiani presenti sui mezzi;
- identificare a che corpo appartengono gli agenti (polizia di stato,
carabinieri, polizia municipale/vigili) che fanno queste operazioni
- le persone straniere portate sui furgoni della polizia hanno l'obbligo di
mostrare passaporto/permesso di soggiorno, eccetto nel caso di giustificato
motivo (smarrimento, furto, sottrazione, permesso temporaneamente trattenuto da
altri, ecc.); la polizia può portare lo straniero in questura in caso di dubbio
sulla identità; il dubbio non può essere comunque basato solo sull'origine
etnica/ nazionale.
E' quindi consigliabile chiedere subito spiegazioni sul motivo del controllo e
del perché la persona viene portata in questura.
È sempre meglio girare in coppia o in gruppo e che in casa vi sia qualcuno, in
modo che vi siano testimoni in grado di raccontare gli eventuali abusi fatti da
parte delle forze dell'ordine.
Altri luoghi, oltre all'autobus o al treno in cui si può essere
controllati/fermati:
- in ospedale: l'accesso alle strutture sanitarie da parte del cittadino
straniero irregolare/clandestino NON PUO' COMPORTARE ALCUNA SEGNALAZIONE ALL'AUTORITA'
(art. 35 d.lgs. n. 286/98); quando però si va in ospedale per lesioni derivanti
da reato (aggressioni, violenza sessuale, ferite d'arma da fuoco o da taglio,
infortunio sul lavoro) i medici hanno l'obbligo del referto, devono cioè
segnalare il fatto alla polizia ; non c'è tale obbligo quando il referto
esporrebbe la persona a procedimento penale (art. 365 c.p.); la tutela della
salute è un diritto fondamentale che deve perciò essere assicurato anche ai
cittadini stranieri irregolarmente presenti in Italia: secondo la Cassazione le
cure mediche essenziali non comprendono solo le prestazioni di pronto soccorso
ma sono comprensive di tutti gli interventi necessari per l'eliminazione della
patologia (Cass. 22.9.2006, n. 20561)
Se viene emesso un decreto di espulsione nei confronti della persona che si reca
in ospedale per ricevere cure mediche, l'espulsione è illegittima e si puo' fare
ricorso
- quando vai in Questura a denunciare un reato che hai subito oppure perché hai
smarrito o ti hanno rubato il passaporto, ricordati che se non hai il permesso
di soggiorno la polizia puo' darti un'espulsione: in questi casi puoi delegare
una persona a presentare la denuncia per tuo conto
- alcuni Comuni richiedono per la pubblicazione del matrimonio misto (fra
cittadini italiani/comunitari e stranieri) l'esibizione del permesso di
soggiorno, anche se non è previsto questo specifico obbligo. In questi casi il
cittadino straniero privo di permesso di soggiorno deve evitare di presentarsi
per la richiesta di pubblicazioni. Se insistono nel richiedere l'esibizione del
permesso di soggiorno si puo' avviare un procedimento giudiziario per evitare la
pubblicazione del matrimonio (art. 100 c.c.) e così ottenere l'immediata
celebrazione del matrimonio, per effetto del quale lo straniero irregolare non
puo' essere espulso.
L'espulsione del cittadino straniero al momento della celebrazione del
matrimonio con cittadino italiano è in contrasto con le norme comunitarie (sent.
Corte di Giustizia Europea 25.7.08 nel proc. C/217) e si puo' fare ricorso.
2. Perquisizioni e accesso nell'abitazione
a) In generale
La polizia non può perquisire una persona né entrare in una casa privata o
locale privato o una macchina, senza un mandato del giudice (cioè senza un
documento scritto che dice chiaramente che lo possono fare). Se hanno il
mandato, la persona ha comunque diritto:
- prima di iniziare la perquisizione, ad avere una copia del mandato;
- durante la perquisizione, alla presenza di un avvocato o altra persona di
fiducia (che siano facilmente reperibili);
Si possono fare perquisizioni personali e nei locali senza mandato del giudice,
nei seguenti casi:
1) quando si sta commettendo un reato o una evasione (fuga) o quando si deve
eseguire un'ordinanza di custodia cautelare o un ordine di carcerazione o un
fermo (art. 352 c.p.p.);
2) la polizia giudiziaria (polizia di stato, carabinieri, guardia di finanza,
corpo forestale) può perquisire le persone, i locali, le macchine, i bagagli e
gli effetti personali per prevenire o reprimere il traffico di droga (art. 103
dpr n. 309/1990) o se ha fondato motivo di credere che ci sono armi, munizioni o
esplosivi, qualcuno cercato dalla polizia che si nasconde, un evaso in relazione
a determinati delitti di associazione mafiosa, traffico di droga o delitti con
finalità di terrorismo (art. 41 tulps e art. 25 d.l. 8.6.1992, n. 306);
Anche in questi casi ti devono lasciare sempre una copia del verbale di
perquisizione, anche se non viene sequestrato nulla, dove si indicano le
operazioni fatte, il motivo per cui hanno fatto la perquisizione senza
l'autorizzazione del giudice, i nomi e la qualifica degli agenti che hanno fatto
la perquisizione. Se sequestrano oggetti, documenti, devono essere
specificamente indicati nel verbale di perquisizione. Se non sei in grado di
leggere, hai diritto ad un interprete e comunque fai sempre scrivere che non
parli l'italiano.
La perquisizione in una casa o nei luoghi chiusi vicini a essa NON può farsi
prima delle ore sette e dopo le ore venti. Puoi farsi fuori da questi orari se
c'e' un'autorizzazione scritta del giudice che ti deve essere mostrata prima
(art. 251 c.p.p.)
NOTA: Il pacchetto sicurezza ha introdotto una nuova disposizione che prevede la
reclusione da sei mesi a tre anni per "chiunque a titolo oneroso, al fine di
trarre ingiusto profitto, dà alloggio ad uno straniero, privo di titolo di
soggiorno in un immobile di cui abbia disponibilità, ovvero lo cede allo stesso,
anche in locazione". Non si rischia di essere denunciati per questo reato quando
si affitta a casa a una persona straniera anche se clandestina a prezzi
contenuti.
b) Consigli pratici
Chiedi sempre il motivo della perquisizione e ricorda che fuori dai casi scritti
sopra, la polizia non ha diritto di entrare nella tua casa: se ad esempio la
polizia si presenta a casa tua, senza mandato, perché l'hanno chiamata i vicini
perché c'era troppo rumore, non sei obbligato a farla entrare in casa. Se la
polizia entra in casa con la scusa di ricercare armi o droga e fa delle
espulsioni, queste espulsioni non sono legittime (Trib. Trieste 24.7.2004).
3. Tutela legale
L'uso illegittimo/arbitrario della forza e/o dell'autorità da parte delle forze
dell'ordine puo' essere sempre denunciato all'autorità giudiziaria penale.
In caso di percosse, trattenimenti e perquisizioni illegali, atti di razzismo da
parte delle forze dell'ordine e controllori dei mezzi di trasporto, puo' essere
presentata una denuncia/querela alla Procura della Repubblica del luogo dove si
è verificato il reato.
Per i reati che vengono perseguiti solo se la vittima fa denuncia (per es.
percosse, lesioni lievi, ingiuria, minaccia ecc.), la denuncia- querela deve
essere presentata nei tre mesi successivi al reato.
La denuncia-querela può essere presentata dalla vittima personalmente; è
comunque consigliabile l'assistenza di un legale o il supporto di associazioni
che offrono assistenza legale, anche per contrastare le eventuali controdenunce.
Contro qualsiasi atto (anche di carattere normativo, come leggi statali,
regionali, regolamenti comunali, ordinanze del sindaco, ecc.) e/o comportamento
che abbia l'effetto di creare un trattamento differenziato in ragione
dell'origine nazionale, etnica, razziale o religiosa può essere proposta
l'azione civile contro le discriminazioni etnico-razziali.
Quando il giudice accerta che è in atto una discriminazione, puo' condannare a
risarcire i danni, anche di natura esistenziale, subiti dalla vittima della
discriminazione.
E' possibile in questi casi rivolgersi ad associazioni che operano nella lotta
alla discriminazioni razziali: queste possono infatti avviare questo tipo di
processo, sia a supporto di vittime di discriminazioni sia contro le
discriminazioni collettive
1. Per identificarti possono effettuare rilievi segnaletici (fotografie e
impronte digitali),anche senza la tua autorizzazione. Non possono prendere
capelli o saliva senza la tua autorizzazione, eccetto nel caso in cui lo
autorizzi un giudice.
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