Rom e Sinti da tutto il mondo

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La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 18/02/2009 @ 09:20:02, in Regole, visitato 1828 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

12 febbraio 2009

NIŠ - La Lega per il Decennio Rom chiede alle autorità di affrontare il problema delle "persone legalmente invisibili", i cui nomi sono spariti dai registri elettorali.

Per iniziare, è necessario adottare una legge sulle procedure di riconoscimento per la soggettività legale.

"Si stima ci siano circa 10.000 'persone legalmente invisibili', la maggioranza delle quali sono membri della comunità Rom, che è assolutamente ai margini della società," dice il coordinatore della Lega, Osman Balić.

Prolungando il problema della soggettività legale, i Rom sono sempre più spinti nell'isolamento sociale,e così si impedisce loro l'esercizio dei loro diritti e libertà fondamentali, come il diritto alla salute e all'assistenza sociale, all'istruzione e al diritto di voto, spiega Balić.

"E' inaccettabile che la Serbia abbia aderito quattro anni fa al Decennio Rom e non si sia registrato nessun progresso nel risolvere sistematicamente il problema della categoria di persone più a rischio ed esclusa tra la popolazione Rom," dice.

Balić puntualizza che la piena integrazione di queste persone richiede non solo l'adozione di una legge retroattiva sulla registrazione, ma anche cambiamenti sulle leggi che governano la cittadinanza, i documenti personali d'identità, e le regolari procedure di registrazione per i registri elettorali e di residenza.

La Serbia presiede per quest'anno il Decennio Rom, che copre il periodo dal 2005 al 2015.

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Di Fabrizio (del 18/02/2009 @ 09:11:12, in media, visitato 2669 volte)

Su Internet esplode la rabbia razzista. Facebook: 176 mila inviti all'odio

F. MOSCATELLI, F. POLETTI MILANO - «Dopo la spazzatura di Napoli bruciamo gli extracomunitari fuori legge». «Se li trasformiamo in pellets per la stufa ke puzza in casa! Cacciamo tutti questi zingari». «Ai perbenisti: andatevene a quel paese! Vi pare che dobbiamo farci delle remore?». Benvenuti nel gruppo di Facebook «Trasformiamo gli zingari in pellets», 12.451 associati. Interessi comuni: salute e benessere. Tema discusso: risparmio energetico. Basta voltare pagina e si trova un altro «gruppo di amici», 9631 per l’esattezza, che si scambiano altri messaggi: «Accendi anche tu un fiammifero per dare fuoco a un campo rom». Di community anti-zingari, fra gli indirizzi italiani del più celebre social network del pianeta, ce ne sono centinaia: «Molotov sui campi rom», «Più rhum, meno rom», «Liberiamo Brescia dagli zingari». Everyone, una ong per i diritti umani che si è presa la briga di contarle, si è arresa pochi giorni fa a quota 176 mila utenti iscritti.

«Aumentano ora dopo ora - confermano Roberto Malini e Dario Picciau, responsabili della ricerca -. Su Facebook siamo abituati a trovare di tutto, anche chi inneggia alla mafia. Ma c’è spazzatura e spazzatura: dopo l’approvazione del pacchetto sicurezza sembra che i gruppi intolleranti facciano reclutamento online». Ma non aspettatevi che dietro al monitor ci siano i soliti estremisti naziskin. Le facce pulite di chi se la prende con zingari ed extracomunitari raccontano altro: padri di famiglia, universitari, ragazze, mamme preoccupate e persino un poliziotto. «Qualunque magistrato potrebbe indagare per incitamento all’odio razziale - spiega l'avvocato Mariella Console dell'Asgi, un'associazione di legali che si occupa dei diritti dei migranti. In realtà si muove poco o niente. E molti marciano sull’impunità».

«Con la scusa della libertà d'espressione si diffonde una cultura molto pericolosa - confermano gli avvocati fiorentini Alessandro Traversi e Paola Pasquinuzzi -. Oscurare i siti è un'operazione lunga e complessa». Tanto, se non si trovano su Facebook, si incontrano allo stadio tra svastiche e insulti ai calciatori di colore. Altrimenti si vedono ai concerti. Il tam tam è in Rete. Il genere si chiama Nazirock. I Gesta Bellica di Verona hanno scritto la canzone «Il capitano», come Erich Priebke, ufficiale delle SS alle Fosse Ardeatine. Il filone nostalgico tira sempre. Se il saluto romano è pericoloso - ci sono pur sempre la legge Mancino e la Costituzione - basta uno stemma sul giubbotto. Basta il doppio numero «88», chi vuol capire capisce. H è l’ottava lettera dell’alfabeto. «88» fa HH, che tradotto vuol dire Heil Hitler. Poi ci sono i testi sui problemi di oggi e i nemici di sempre. Sempre i Gesta Bellica se la cantano: «Tu rosso compagno di negri e immigrati, vigliacco senza onore». I «Cuore nero» inneggiano alla «legittima offesa». Ma alla fine tornano sempre lì, allo stadio: «La curva frana sulla polizia italiana, quei figli di puttana». La polizia italiana li tiene d’occhio. I dati sono frammentari perchè non si capisce mai dove finisca la noia di vivere e dove cominci il razzismo.

Nel 2006 in Italia sono state registrate 97 aggressioni a sfondo xenofobo. Nel 2005 erano state 61. I processi e le retate per fatti specifici o per la legge Mancino non si contano. Forza Nuova, 108 mila preferenze alle ultime elezioni politiche, è il volto presentabile. Il Veneto Fronte Skinhead si muove solo nel Nord-Est. Il gruppo Orion lo conosce nessuno. Sul sito ieri si ricordava il genetliaco di Hans F.K. Guenther «cattedra di antropologia a Jena, nazionalsocialista dichiarato, vittima delle “persecuzioni democratiche dei vincitori” dopo il ‘45». Citazione raffinata. Che fa a pugni con quelli che a sentire la parola Hobbit pensano al gruppo rock, mica a J.R.R. Tolkien. Citato almeno quanto Ezra Pound, che ha dato il nome a Casa Pound a Roma, il primo centro sociale della destra radicale in Italia, area Fiamma tricolore. Seguito a Milano da Cuore Nero, che promuove decine di incontri. Dove i libri sul revisionismo vanno forte. Dove si ascolta Radio Bandiera Nera. E se no ci si incontra in Rete.

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Di Fabrizio (del 17/02/2009 @ 09:46:39, in Regole, visitato 1535 volte)

La scorsa settimana, la denuncia per sei abitanti del campo nomadi di Via Islanda, accusati di essersi allacciati irregolarmente alla rete elettrica. Ora la replica dei Sinti: "hanno fatto un errore, ma il furto è anche da parte dell'Enel e dell'Amministrazione comunale".

| 16 febbraio 2009 | A sostenere questa tesi è Davide Gerardi, italiano di etnia Sinti, coordinatore dell'associazione culturale 'Sucar Mero'. "E' vero che quelle persone hanno fatto un errore - spiega - ma è anche vero che pagano bollette mensili da 240-260 euro per un kwh, quando in ogni casa se ne pagano 70 per tre kwh: il furto è da parte dell'Amministrazione comunale e dell'Enel". Alla richiesta, avanzata nelle scorse settimane, di alzare la fornitura e, contestualmente, abbassare il costo delle bollette, ha argomentato ancora Gerardi, "all'Enel mi hanno risposto che non si può fare senza un'ordinanza comunale". Adesso, di fronte al problema elettricità, i Sinti potrebbero reagire non mandando più i loro figli a scuola in segno di protesta. "Hanno staccato anche la luce dei servizi igienici comuni - conclude Gerardi - chi non li ha nella propria roulotte non può lavarsi, perché il boiler non può funzionare. Non mandiamo i bambini a scuola non vogliamo sentirci dire che non li laviamo".

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Di Fabrizio (del 17/02/2009 @ 09:41:00, in Europa, visitato 2193 volte)

Da Hungarian_Roma

BUDAPEST, Feb 12 (Reuters) By Krisztina Than - L'approfondirsi delle recensione rifornisce il risentimento verso i Rom d'Ungheria, alimentando le tensioni con la più grande minoranza del paese ed aumentando i problemi del governo socialista.

Il partito Jobbik di estrema destra spera di ottenere consensi seguendo l'aumento di dimostrazioni pubbliche di antagonismo contro i Rom, o zingari, ed ha chiamato ad un corteo contro quelli che chiama gli omicidi ed altri crimini commessi dal popolo Rom.

Il più grande partito d'opposizione, Fidezs, ha pure lui aumentato la pressione sul governo di Ferenc Gyurcsany, invitandolo martedì a reprimere i crimini.

"La radicalizzazione dell'estrema destra e... del dialogo sociale sta rompendo soglie e controlli che sinora hanno lavorato (nella società)," ha detto a Reuters Antal Orkeny, professore di studi sulle minoranze dell'Università ELTE.

Un capo di polizia nella città nord orientale di Miskolc, in una delle regioni più povere, il mese scorso ha rimproverato i Rom dei furti per strada. E' stato rimosso, ma poi rimesso al suo posto e migliaia di persone hanno manifestato in suo appoggio.

Durante un incontro domenica, a seguito dell'uccisione del giocatore rumeno di pallamano Marian Cozma (di cui i Rom sono stati incolpati ndr) a Veszprem nell'Ungheria occidentale, alcuni tra la folla hanno gridato "Morte agli zingari!", già prima che la polizia rendesse noto che i sospettati erano Rom.

L'Ungheria ha una delle più vaste comunità Rom nell'Europa orientale, tra il 5 e il 7% su una popolazione di 10 milioni. Sono rimasti ai margini, mancando da decenni di lavoro e istruzione adeguata.

Con la disoccupazione attorno al 7,8% a settembre-novembre ed in aumento su un'economia sostenuta da $25.1 milioni del pacchetto di salvataggio del FMI (fondo monetario internazionale), la rivalità si è intensificata in settori come quello delle costruzioni, dove i Rom nel passato potevano trovare lavoro.

La manifestazione di venerdì è organizzata da Jobbik, che si autodefinisce "partito nazionale Cristiano" e combatte contro il "crimine rom". A gennaio, in un sondaggio della Szonda Ipsos, ha ottenuto il 4% dei voti.

Ha chiamato la gente all'Arena sportiva di Budapest per protestare contro ciò che definisce "i furti brutali e gli assassinii commessi dai Rom criminali".

POVERTA' E PREGIUDIZI

Jobbik appoggia la Guardia Ungherese, un gruppo nazionalista radicale di quasi 2.000 membri, Jobbik, che potrebbe eleggere un candidato nelle elezioni del Parlamento Europeo a giugno, sta agendo per capitalizzare il risentimento versoi Rom.

Ma mentre il governo socialista di minoranza combatte per contrastare l'impatto della recessione ed il montare della frustrazione popolare, il più grande partito d'opposizione, Fidesz, [...] che i sondaggi danno al 61%, chiede al governo di agire contro il crimine.

"E' tempo di un onesto, discorso diretto. Dobbiamo dire che il numero dei crimini seri commessi dai Rom sta crescendo ad un tasso allarmante," ha detto Fidesz in una dichiarazione.

Il governo, che nel 2006 si è trovato a fronteggiare i disordini dei gruppi di estrema destra e la cui popolarità è crollata, ha affermato che c'è bisogno di più programmi di lavori pubblici e di rafforzare la polizia.

"Dobbiamo agire finché possiamo, senza aspettare che emergano inimmaginabili sviluppi sociali dai pregiudizi e dalle azioni dei vigilanti," ha scritto sul proprio blog il Primo Ministro Ferenc Gyurcsany dopo il delitto di Veszprem.

"Se la questione rimane in agenda e Jobbik offre la risposta più semplice, aumentano le sue possibilità di entrare nel Parlamento Europeo," ha detto l'analista politico Zoltan Kiszelly.

Ottenere un seggio in Europa potrebbe aprire la strada per ottenerne uno in Ungheria alle elezioni di primavera prossima.

"Abbiamo due tornate elettorali consecutive, e nessun partito pensa di poter ottenere voti denunciando con forza l'estremismo ed ergendosi a difesa dei Rom," ha detto alla Reuters Rob Kushen, direttore dell'European Roma Rights Centre.

Reporting by Krisztina Than, Additional reporting by Marton Dunai; Editing by Sara Ledwith and Timothy Heritage

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Di Fabrizio (del 17/02/2009 @ 08:57:52, in Italia, visitato 1372 volte)

Ricevo da Nazzareno Guarnieri, presidente delle Federazione Rom e Sinti Insieme, il testo completo della lettera pubblicata sul Messaggero e riportata ieri:

Prot. N. 8 15/2/2009

Carissimo Sindaco di Roma
una coppia di fidanzatini sono stati aggrediti da due delinquenti a Roma, un ennesimo fatto gravissimo che accade nella Capitale, e non solo, e Lei Sindaco dichiara: "Mi e' stato riferito che i due violentatori avrebbero un accento dell'est e una carnagione scura: potrebbero essere rom".
Forse per Lei sindaco ogni tipo di violenza o criminalità che accade a Roma è sempre riconducibile a Rom e Sinti?
Lei sindaco annuncia che Roma potrà avere "tutti i campi nomadi regolari, stabilizzati e vivibili entro la fine di quest'anno e l'inizio del prossimo".

Ci chiediamo per farne cosa?
Per far vedere a cittadini che Lei ha militarizzato i campi nomadi?
ma Lei è consapevole che finché la scelta politica sarà il travaso dei campi nomadi non cambierà nulla, semmai si aggraverà con danno per tutti.

Sindaco di Roma Lei continua a non voler capire che il problema è la fallimentare politica dei campi nomadi. Sono proprio i campi nomadi che non permettono alcun tipo di percorso di integrazione.
I campi nomadi devono essere subito smantellati per impegnare le risorse destinate a questa disastrosa scelta per fare una adeguata politica abitativa, costruire case anche per Rom e Sinti.

La Federazione Rom e Sinti insieme ha formulato a Lei una proposta concreta per avviare lo smantellamento dei campi nomadi a Roma a COSTO ZERO, ma Lei NON ha voluto approfondire la nostra proposta, preferendo continuare con le stesse scelte dei suoi predecessori, sperperando risorse pubbliche sui campi e investendo per il 2009 circa 13 milioni di euro, risorse che non produrranno alcun risultato.
Con lo sperpero di risorse pubbliche destinate alla fallimentare politica dei campi nomadi e al travaso dei campi nomadi, sarebbe stato possibile a Roma costruire una quantità di case per tutti i cittadini, compreso Rom e Sinti.
La politica non può continuare a negare anche l’evidenza che danneggia tutti.

Carissimo Sindaco di Roma,
Lei non ha mai risposto alla nostra richiesta di collaborazione gratuita per migliorare le condizione di vita di Rom e Sinti a Roma, e questo ci porta ancora a credere che Rom e Sinti sono un caprio espiatorio perfetto per la ricerca del consenso e per mettere in atto solo politiche clientelari e di assistenzialismo culturale per Rom e Sinti.

Il presidente
Nazzareno Guarnieri

Federazione Rom e Sinti Insieme
Sede legale: Via Fanfulla da Lodi, n. 5 - 00167 Roma – C.F. 97510400589
Segreteria:3483915709 - Presidenza:3277393570 – Coordinamento:3932442264
Email: federazioneromsinti@yahoo.it

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Di Fabrizio (del 16/02/2009 @ 09:22:22, in scuola, visitato 1888 volte)

Da Roma_exYugoslavia

13/02/2009, PROKUPLJE, Serbia (AFP) — La piccola Skurta si stringe tra le braccia di suo zio in un accampamento lungo il fiume di questa città serba, mormorando che non vuole andare a scuola per paura di essere picchiata.

"Cosa posso fare?" chiede sua madre Scribana, sentendosi impotente di fronte alla risolutezza di una ragazza di 11 anni.

Mentre sua sorella più piccola Mevlida non può più aspettare per andare in classe, Skurta "non vuole sentirne di scuola, così è meglio se resta qui," dice Scribana.

Zio Resat, che ha abbandonato i libri quando era ancora alle elementari, sembra comprendere sua nipote."Lo studio non fa per noi... perché siamo Rom."

In questa povera famiglia Rom, nessuno ha un lavoro regolare e soltanto qualcuno ha un lavoro temporaneo.

Una vasta comunità Rom vive nella Serbia meridionale, una delle regioni più arretrate nel paese balcanico. Molti di loro sono arrivati come rifugiati dal conflitto nel vicino Kosovo.

I bambini Rom esclusi dal sistema educativo "potranno solo ripetere il circolo vizioso della povertà," ammonisce Maria Luisa Fornara, sostituta rappresentante in Serbia dell'UNICEF.

"Se rimarranno illetterati, avranno scarse opportunità di lavoro e diventeranno genitori incapaci di aiutare i loro figli," dice.

Alcuni genitori, aggiunge Fornara, "non sono consapevoli di quanto sia importante l'istruzione e spesso vedono la scuola come un sviluppo non benvenuto per i loro figli."

"Anche al giorno d'oggi,i Rom sono rimasti il gruppo più marginalizzato e vivono in seria povertà ed isolamento con rare opportunità e potere sociale," dice.

A Prokuplje, l'UNICEF ha installato un centro educativo col supporto dell'agenzia svizzera per lo sviluppo. L'agenzia ONU ha già stabilito una dozzina circa di centri simili nella Serbia meridionale.

L'obiettivo è preparare i bambini Rom alla scuola, dato che alcuni di loro non parlano il serbo, come pure di rendere coscienti i genitori sulla necessità dell'istruzione.

L'accesso all'istruzione sarà uno degli argomenti principali nell'incontro del 17-18 febbraio a Belgrado, che si tiene nell'ambito del "Decennio dell'Inclusione Rom 2005-2015", un'iniziativa che raggruppa i paesi dell'Europa centrale e del sud-est, volta alla promozione dei diritti di questa minoranza.

La presidenza del programma è attualmente retta dalla Serbia,dove le disparità nell'istruzione sono flagranti tra i bambini Rom e le altre comunità.

Secondo l'UNICEF, il 66% dei bambini Rom di Serbia frequentano le scuole primarie, confrontati col 95% della popolazione generale. Soltanto il 28% completa la scuola elementare.

Matthew Newton di un programma Rom di assistenza per l'OCSE dice di essere cosciente del limite dell'operazione davanti a sé.

"C'è una gran frattura tra le scuole e le comunità Rom," sospettose delle istituzioni scolastiche, mentre "all'interno delle scuole non c'è una chiara comprensione della cultura Rom," spiega.

E' per questo che alcuni Rom agiscono come mediatori tra le scuole e le famiglie, finanziati e formati dall'OCSE in stretta cooperazione col ministero serbo dell'istruzione.

Un desiderio di istruzione esiste tra le famiglie, "ma se si guarda alle loro condizioni di vita... è irrealistico aspettarsi che possano fornirsi dei libri di testo per i bambini che vanno a scuola" o anche di vestiti adeguati, dice Newton.

Stima che potrebbero occorre tra i 20 e i 40 anni perché i Rom siano pienamente integrati nella società serba.

"Le autorità mostrano comprensione, ed assieme stiamo lavorando nell'esame degli aspetti più gravi," dice.

L'Unione Europea ha contribuito con 2 milioni di euro al programma OCSE per l'inclusione Rom di Serbia.

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Di Fabrizio (del 16/02/2009 @ 09:12:41, in Italia, visitato 1541 volte)

Ricevo da Maria Grazia Dicati

 

ROMA (15 febbraio) - Possibile che "per lei, sindaco di Roma, ogni tipo di criminalità che accade a Roma è sempre riconducibile a rom e sinti? Ormai questi sono diventati dei capri espiatori". Lo afferma in una lettera aperta a Gianni Alemanno, Nazzareno Guarnieri, presidente della Federazione rom e sinti, in riferimento allo stupro della quindicenne romana. Guarnieri critica le affermazioni di Alemanno sul fatto che i due stupratori sarebbero rom perché hanno la carnagione scura.

Critica anche l'ipotesi avanzata sulla stabilizzazione dei campi nomadi entro l'anno. "Ci chiediamo per farne cosa? Lei è consapevole che finché la scelta politica sarà il travaso dei campi nomadi non cambierà nulla, semmai si aggraverà?". Guarnieri ricorda di aver presentato al sindaco di Roma un progetto a costo zero per lo smantellamento dei campi nomadi per favorire l'integrazione: "i campi nomadi devono essere subito smantellati e subito impegnate le risorse destinate a questa disastrosa scelta per fare una adeguata politica abitativa, costruire case anche per Rom e Sinti", utilizzando magari le risorse destinate per gli stessi campi. Ma non solo - prosegue Guarnieri - "lei non ha mai risposto alla nostra richiesta di collaborazione gratuita per migliorare le condizione di vita di Rom e Sinti a Roma, e questo ci porta ancora a credere che Rom e Sinti sono un capro espiatorio perfetto per la ricerca del consenso e per mettere in atto solo politiche clientelari e di assistenzialismo culturale per Rom e Sinti".

PS: La lettera aperta è riportata anche dall'ANSA.
Nel frattempo 4 rumeni sono stati feriti durante un assalto a qualche centinaio di metri da dove è accaduto lo stupro. Nella stessa zona poco prima si era svolta per le vie del quartiere una manifestazione di Forza Nuova

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Di Fabrizio (del 15/02/2009 @ 11:40:02, in Italia, visitato 2394 volte)

Ricevo da Roberto Malini

Un utente mi chiede un parere sugli stupri di Roma e Bologna: stranieri violentano ragazze italiane e Alemanno tuona contro il "pericolo Rom".

Credo che dobbiamo attendere la fine delle indagini, prima di esprimere un giudizio. E' un evento strano, quello di Roma, e penso che lascerà alcuni dubbi. In ogni caso, non sono aumentati gli stupri e non è aumentata la percentuale di violentatori stranieri, che rappresenta il 10%. Oggi un Rom è stato bruciato vivo in una baracca, a Roma, ma non ne parla nessuno: questo è per me incredibile. Si scatena ancora una volta la caccia al Rom e allo straniero. A Pesaro, dove vivo attualmente, la gente sembra impazzita e vede in chi ha la pelle un po' più scura il diavolo in persona. Dimenticano che gli italiani hanno raggiunto a fine 2008 il record di fatturato della criminalità nel mondo: 500 miliardi di euro. Ma non si combatte questo fenomeno: si combattono i poveri, i migranti, i Rom. Mi dispiace per chi viene stuprato (nelle carceri, circa 250 giovani maschi vengono stuprati ogni anno e circa 30 di loro si suicidano nelle loro celle; nelle case, un numero impressionante di bambine e donne viene violentato da familiari e persone "di famiglia"; nelle strade, oltre alle donne italiane, molte giovani Romnì vengono molestate e stuprate quando restano senza rifugio; nelle mani delle autorità e nelle comunità rieducative, ragazzini e ragazzine Rom e stranieri, secondo le molte segnalazioni, subiscono abusi di varia natura), ma la civiltà stessa è stuprata ogni giorno, in Italia. La nostra anima è violentata. Sono tuttavia altri stupri (altrettanto dolorosi, certo), che - strumentalizzati - troviamo nelle prime pagine dei quotidiani e nei telegiornali.

Roberto Malini

roberto.malini@annesdoor.com 
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www.annesdoor.com
www.everyonegroup.com

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Di Fabrizio (del 15/02/2009 @ 09:41:20, in Regole, visitato 1538 volte)

Da Circolo Pasolini Pavia

di Nicola Cocco - E' importante in questo momento che i medici e tutto il personale sanitario ricordino (e facciano ricordare) che né la cancellazione del divieto di denuncia né il reato di clandestinità sono ancora legge: se, prima dell'eventuale approvazione della Camera, dovessero esserci delle denunce (come purtroppo è già successo), gli autori sono perseguibili da parte della legge, nonché dell'Ordine dei Medici. Può sembrare ovvio, ma è importante nell'ottica di tranquillizzare i cittadini stranieri che, per paura e disinformazione, già da diverse settimane stanno evitando le strutture e i servizi sanitari (un calo di affluenza tra il 20% e il 30%, secondo stime diffuse dalle principali associazioni impegnate sul campo): PeaceReporter racconta cosa sta succedendo in un ambulatorio di Bologna, qui.

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Di Fabrizio (del 14/02/2009 @ 09:19:11, in blog, visitato 2046 volte)

Dal blog di Stefania Ragusa

Leggendo Altreconomia di febbraio, ho scoperto una cosa molto interessante. Ricordate Giovanna Reggiani, la donna violentata e uccisa da un giovane romeno nell'autunno del 2007, all'uscita di una stazione nella periferia romana? Ricordate quel che accadde dopo, la violenta campagna politica contro i rom e l'immigrazione dalla Romania?

La famiglia di Giovanna Reggiani non ha ceduto alla tentazione dell'odio e ha avviato, insieme con la comunità valdese di Firenze, un progetto per aiutare e sostenere gli immigrati romeni in Italia.

Nel volume Lavavetri, scritto da Lorenzo Guadagnucci e pubblicato da Terre di Mezzo, c'è un'intervista alla sorella minore di Giovanna Reggiani, Paola, in cui si parla di questa scelta e di molte altre cose. Alla domanda: "cosa pensi oggi di quella reazione della politica, del meccanismo che si innescò?", Paola Reggiani risponde: «Io dico che non c'è coerenza, perché agendo così non garantisci sicurezza a nessuno. Non dai alternative alle persone che hai cacciato dalla città, dai luoghi in cui abitano, e così crei nuovi ostacoli alla possibilità di costruire cose insieme. E non dai sicurezza alle altre persone, che diventano vittime a loro volta di reazioni estreme, frutto di situazioni contingenti. Non è questa la sicurezza nè il modo per reagire a fatti così gravi. Non si può distruggere, si deve costruire. E con la violenza non costruisci, da qualsiasi parte provenga».

Violenza non è solo uccidere o picchiare. Violenza è anche fare vivere delle persone come bestie, perseguitarle, escluderle.

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