Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

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La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 08/09/2005 @ 14:39:47, in musica e parole, visitato 1979 volte)

Ho sentito la voce del mare
Di uccelli e sirene
Le voci del bosco e del fiume
Tamburi e chitarre di Spagna
Le orchestre profane
E l’organo in chiesa
Ho sentito la voce dell’uomo
Anche quando è bugiarda
E tradisce il fratello
La voce dell’uomo
Quando parla gli rispondo

Ho sentito l’urlo di belve
In gabbia e in catena
E il passero in cerca di pane
Il silenzio della prigione
E il grido degli ospedali
Chi nasce e chi muore
Ho sentito la voce dell’uomo
Che canta per fame
Per rabbia ed amore
La voce dell’uomo
Quando canta io l’ascolto

Ho sentito fanfare di guerra
E passi in cadenza
Per le strade imbandierate
Le canzoni dei soldati
Di trionfo di dolore 
Chi vince e chi perde
Ho sentito la voce dell’uomo
Anche quando è violenta
E uccide il fratello
La voce dell’uomo
Quando parlo mi risponde

È più forte della tortura
E dell’ingiustizia
Delle fabbriche e dei tribunali
Più forte del mare e del tuono
Più forte del terrore
Più forte del male
È più forte la voce dell’uomo
Più forte del vento
Della vita e del tempo
La voce dell’uomo
Quando chiama gli rispondo

Sergio Endrigo 1933-2005

(thanks to ONEMOREBLOG)

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Di Fabrizio (del 08/09/2005 @ 16:13:11, in media, visitato 1638 volte)

Domani pomeriggio venerdì 9 settembre dalle 15.00

sarà in chat

Yuri Del Bar
consigliere comunale Sinto eletto nel comune di Mantova

per rispondere alle vostre domande
(finestra della colonna a destra di questa pagina)

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Di Fabrizio (del 09/09/2005 @ 00:31:22, in scuola, visitato 3633 volte)

IL RUOLO DEL MEDIATORE CULTURALE

intervento di Giorgio Bezzecchi - segretario Nazionale dell'Opera Nomadi, Milano

pubblicato su Atti del Convegno LA MEDIAZIONE CULTURALE una scelta, un diritto

a cura dell'Istituto di Cultura Sinta e dell'Associazione Sucar Drom - Mantova


L'attenzione è focalizzata sull'apprendimento scolastico del bambino rom-sinto e sul difficile rapporto con la scuola. Questa istituzione, spesso non è in grado di valorizzare le potenzialità dei minori, limitandone drasticamente gli esiti scolastici. L'autore presenta una critica costruttiva ma serrata alla scuola, chiamata a giocare un ruolo fondamentale nella società multiculturale.

Il minore rom e sinto vive sempre fra le braccia dei genitori e viene allattato dalla madre fino all'età di 3-4 anni, a meno che non nasca un altro figlio.

Durante questo primo periodo di vita, il bambino vive un'unione fisica con la madre. Essa lo tiene sempre con sé anche nei giri a manghel 1 dentro una fascia legata a tracolla, almeno fino a quando non inizia a fare i primi passi da solo. Questa abitudine provoca il salto di alcune importanti tappe evolutive (lo strisciare, il camminare a carponi) che può avere poi conseguenze a livello psicomotorio (mancata lateralizzazione) e di apprendimento (dislessia e disgrafia). Nel caso dei bambini rom e sinti è importante anche dare spazio alla psicomotricità, poiché spesso, come si è visto, avendo saltato alcune fasi dello sviluppo, arrivano a scuola con difficoltà di coordinazione e lateralizzazione. Alla psicomotricità, inoltre, è connessa anche l'espressione corporea, una forma di linguaggio non-verbale particolarmente amata dai Rom e dai Sinti, come attesta la loro predilezione per la danza. La ricercatrice Stefania Guerra Lisi2 traccia un confronto  fra le influenze negative e positive che la vita e la cultura rom e sinta hanno sullo sviluppo senso-motorio del bambino, alla luce di quanto ha potuto osservare nella sua esperienza scolastica.

I fattori negativi sono identificati con:

  • la limitazione degli spazi vitali (roulottes, baracche, campi sosta) che riduce le prime esperienze motorie;

  • il precoce abbandono a se stesso del bambino da parte degli adulti;

  • la carenza di stimoli culturali nell'ambiente;

  • la brevità del periodo infantile fantastico e l'apprensione costante rispetto alle intenzioni degli altri.

I fattori positivi sono, invece:

  • la maggior frequenza d'allattamento al seno e il dialogo prolungato tonico-muscolare con il corpo materno, che trasmettono al bambino maggiore sicurezza;

  • il maggiore stimolo alla creazione di giochi e giocattoli con associazioni di forme occasionali e la precoce coincidenza del gioco con il lavoro, dovendo per necessità abbinare le due cose;

  • la stimolazione esistenziale ad inventare strategie di sopravvivenza (accomodamento con la realtà in età precoce rispetto alla norma);

  • il maggiore senso della realtà e la spiccata capacità d'intuizione dell'altro, tramite i linguaggi non verbali.

Nella situazione scolastica i fattori di partenza negativi, con le loro conseguenze restano, mentre quelli positivi si trasformano in svantaggi: a scuola l'abitudine al dialogo corporeo è strutturalmente compromessa dai banchi e dalle cattedre; la psicomotricità come base di qualunque apprendimento (anche della lettura e della scrittura) è sotto utilizzata; l'iniziativa personale e la capacità di elaborare soluzioni sulla base dell'esperienza, sono qualità non richieste; l'intuizione percettiva non ha spazio nella scuola, allo stesso modo la "comunicazione umana" è ancora secondaria e soprattutto non collegata all'apprendere. Lo scarso successo scolastico dei bambini rom-sinti non deriva da un'insufficienza intellettuale, piuttosto dall'insufficiente capacità della scuola di vedere le potenzialità di chi proviene da situazioni diverse e conflittuali.

Si tratta di fornire loro le condizioni per un riconoscimento nell'ambito della nostra società, condizioni che significano: soluzione del problema dell'alloggio, scolarizzazione, qualificazione professionale.

La scuola, in questo senso, può giocare un ruolo fondamentale.

Una particolare attenzione alla cultura e alla lingua dei Rom e dei Sinti non soltanto incoraggerà la frequenza, ma potrà fornire agli stessi un valido aiuto perché acquistino coscienza di cosa sono oggi e di cosa vogliono diventare domani.

Ad una strategia negativa, tendente alla pura assimilazione, deve subentrare una politica di riconoscimento come minoranza etnico-linguistica.

La scuola deve riuscire, infatti, a portare all'accettazione del bambino rom e sinto, anche se non è facile, in quanto vanno sempre tenute presenti le difficoltà dovute a diversi fattori concomitanti: da un lato il basso livello del retroterra culturale, la scarsa conoscenza della lingua italiana, la diversa cultura, il disadattamento del bambino rom e sinto, derivato dal sentirsi diverso e, talvolta respinto; dall'altro lato il conflitto tra due culture da cui spesso deriva un atteggiamento di sfiducia nei confronti della società, espressione della cultura maggioritaria.

Il messaggio educativo che la scuola deve trasmettere è quello di una pari dignità fra gli individui, senza generare nei bambini un rifiuto per la propria cultura d'appartenenza che avrebbe conseguenze gravi sia a livello psicologico (soprattutto nella ricerca di identità del periodo adolescenziale), sia a livello sociale (nei rapporti con i genitori e col gruppo d'origine), sia a livello antropologico (ogni cultura va salvaguardata e difesa, soprattutto se minoritaria).

Il primo grosso problema che si presenta nell'insegnare a bambini rom e sinti, è quello linguistico, sia nel caso di individui appena arrivati in Italia, sia nel caso di cittadini italiani, in quanto anche per loro l'italiano è una seconda lingua, poiché in famiglia parlano romanès. Per questo motivo è difficile per loro esprimere in italiano vissuto e sentimenti.

Per affrontare il problema linguistico, in alcune scuole è stato allestito un apposito laboratorio che, mentre rafforza la conoscenza dell'italiano, valorizza e difende l'identità culturale di provenienza, per impostare un dialogo paritetico fra le due culture.

Il laboratorio linguistico, però non è sufficiente in quanto il bambino dovrebbe essere in condizione di esprimersi anche all'interno della classe con i compagni e l'insegnante; anche per questo è importante dare largo spazio ai linguaggi non verbali: in questo campo il bambino riesce ad esprimersi liberamente, senza difficoltà. Importante, perciò, è la considerazione di quelle attività non curricolari, che hanno una particolare incidenza su questi alunni, come per esempio la danza ed il canto (importante per la loro storia) oppure di quelle attività che ci svelano alcune tendenze o alcuni sentimenti dei bambini come il disegno e la pittura.

Ai bambini rom e sinti solitamente piace disegnare, perché con il disegno riescono a parlare, a dire ciò che non riescono a dire con la parola; piace la drammatizzazione, il canto, la danza, l'attività motoria.

La convinzione, inoltre, secondo la quale lo sviluppo della personalità può avvenire anche attraverso la creatività, ci deve portare verso un intervento psico-pedagogico centrato sull'uso dei linguaggi verbali alternativi: espressione psico-corporea, grafica, cromatica, vocale, musicale, ai fini della prevenzione o del superamento del disadattamento. Un percorso alternativo che porti all'appropriazione del linguaggio verbale, attraverso i linguaggi non verbali (plasmare, colorare, disegnare).

Stefania Guerra Lisi ha utilizzato il metodo della "globalità dei linguaggi" in varie classi in cui erano presenti anche bambini rom e sinti. Utilizzando un percorso di presa di coscienza che parte dal proprio corpo per arrivare alla comprensione del mondo esterno, la ricercatrice sperimenta un insegnamento concretamente alternativo, che mette in luce le obiettive, diversificate capacità di tutti i bambini. La sua azione parte dal presupposto che la formazione dell'uomo è condizionata dalla sua capacità di comunicare e l'essere comunica con l'ambiente attraverso l'uso informativo dei sensi.

Qualunque forma di disadattamento è riconducibile a disturbi della comunicazione, per il non funzionamento e sfruttamento totale o parziale di uno o più sensi.

Perciò è importante che la formazione del bambino sia bilanciata nello sfruttare le potenzialità di tutti i canali di comunicazione.

L'atteggiamento che, invece, prevale è la sopravvalutazione esclusiva di alcuni di questi canali, la parola e la scrittura, frustrando i linguaggi che nell'uomo sono innati: quello motorio, grafico, cromatico, musicale.

I linguaggi alternativi alla scrittura non vanno considerati come momenti ricreativi per riposarsi dalla fatica del pensiero astratto. Al contrario, proprio attraverso l'utilizzo dei linguaggi alternativi, più vicini all'esperienza quotidiana dei bambini, si arriva alla comprensione più profonda dei meccanismi del pensiero astratto (logica, matematica) e dei suoi strumenti (lettura, scrittura).

L'intelligenza analitica ha, in ultima analisi, il compito di astrarre le informazioni raccolte nella realtà attraverso tutti gli organi di senso e tradurle in un codice simbolico. Ogni organismo sensoriale è un potenziale canale di comunicazione, un mezzo d'informazione e ad ogni organo sensoriale è possibile affidare il compito di elaborare un codice simbolico.

Se il bambino è educato a cercare e ascoltare se stesso, scopre come tutti i sistemi comunicativi siano un riflesso della struttura sensoriale corporea. Ogni canale sensoriale permette, infatti, lo scambio di informazioni con il mondo circostante. In quest'ottica cresce la capacità di gestire i linguaggi non verbali in cui i bambini rom e sinti  mostrano un netto vantaggio. A questo punto sono fondamentali i laboratori di pittura, educazione all'immagine, di psicomotricità, la palestra, l'aula di educazione al suono e alla musica.

Essi incrementano l'area degli apprendimenti manuali e pratici, tecnologici e motori: ambiti questi nei quali la matrice culturale dei bambini rom e sinti viene ad essere attentamente ed adeguatamente valorizzata.

Premettendo che anche fra i bambini rom e sinti vi sono notevoli differenze di comportamento e personalità, si possono però rilevare alcune caratteristiche di base comuni, dovute alla provenienza dalla stessa cultura e agli analoghi stili di vita.

La concezione dello spazio nella mentalità dei bambini rom e sinti è diversa, in quanto essi sono abituati agli spazi aperti, non hanno la concezione della proprietà, quindi del confine, né dell'abitazione fissa; lo spazio è visto come espansione del proprio io, come luogo di libertà.

Il concetto di tempo è caratterizzato dall'idea di precarietà, poiché la loro vita è in continuo cambiamento, in modo spesso imprevedibile; l'unica certezza è l'adesso, il domani è ancora lontano, il passato non esiste più.

Per i Rom e Sinti è importante la persona, non sono importanti le cose; l'adesso è più stimolante del dopo e costituisce per loro la vera certezza, la vera realtà.

C'è in questa convinzione, una filosofia. Proviamo a mettere in rapporto "ieri, domani, adesso": ieri è già passato ed io non lo posseggo più e non posso farci nulla; il domani è molto lontano ed è inutile preoccuparsi. Tutto quello che ho, l'ho oggi e l'oggi è un'avventura da vivere, da godere, da usufruire, perché può essere l'ultimo oggi. E' questo un pensiero caratterizzato dal pessimismo e dalla sfiducia verso la società in cui viviamo.

Una delle caratteristiche che più di frequente vengono rilevate nei confronti dei bambini rom e sinti è l'estrema irrequietezza, dovuta all'abitudine di vivere in spazi aperti ed in piena libertà, per cui mal sopportano di rimanere per ore chiusi in un'aula o seduti in un banco. Le strutture architettoniche scolastiche, la permanenza in un ambiente chiuso, i banchi, la cattedra non incentivano l'abitudine alla comunicazione.

Il bisogno di movimento, inoltre, vissuto dal Rom e dal Sinto come libero, non educato in spazi ristretti, si scontra con la realtà organizzata della vita scolastica.

Questo influisce anche sulla loro capacità d'attenzione che diventa molto limitata, in quanto per alcune ore della loro giornata rimangono "chiusi" in un ambiente ben definito, non paragonabile al loro modo di vivere all'aria aperta. 

Anche questa diversa concezione dello spazio e del tempo, oltre al salto di alcune tappe dello sviluppo senso-motorio, ha influito sull'organizzazione spazio-temporale e sulla coordinazione spaziale dei bambini rom e sinti, che infatti non sempre sono corrette.

NOTE

  1. Letteralmente il termine, in lingua romanès, significa "cercare", in questo caso indica l'attività femminile della questua (NdC).

  2. Ideatrice del metodo della Globalità dei Linguaggi, è docente di Strumenti e Tecniche della Comunicazione Visiva all'Università di Roma - Tor Vergata. Con Gino Stefani, docente di Semiologia della musica all'Università di Bologna, promuove ricerche nell'ambito di questa disciplina, elaborata nel corso degli ultimi trent'anni, con finalità di educazione e terapia. Suo punto centrale è la comunicazione, analizzata attraverso tutte le forme espressive verbali e non verbali (linguaggio del corpo). Questa materia si basa su una serie di principi fondanti quali la diversità, intesa come espressione delle potenzialità umane, l'integrazione, come sviluppo e compimento dell'individuo e del gruppo di cui fa parte, la libertà di essere se stessi e l'accettazione dell'altro da sé. Grande importanza ha, nella metodologia, più la valorizzazione della valutazione, nel rispetto totale per la dignità della persona che non deve lasciarsi manipolare. Altro principio metodologico è la rivalutazione del "pensiero del corpo", complementare al pensiero razionale, e il dar senso ai comportamenti insensati, nella profonda fiducia nelle potenzialità dell'individuo, utilizzando uno stile ludico che garantisce una comunicazione paritaria. Bibliografia essenziale: Il metodo della Globalità dei Linguaggi (Borla 1985), Gli stili prenatali nelle arti e nella vita (Borla 1989), Il racconto del corpo (Borla 1992), Musicoterapica nella Globalità dei Linguaggi (Borla 1998), Dal grembo materno al grembo sociale (Berti 1999), Sinestesia: arti e terapia (Borla 1999), Progetto persona (Armando 2000), Occhio di pino (Borla 2003) NdC

Dossier settembre:

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Di Fabrizio (del 09/09/2005 @ 18:56:42, in conflitti, visitato 2838 volte)

Di seguito alcuni (confusi) aggiornamenti:

Continua la raccolta di firme a livello europeo contro i rimpatri forzati, mentre dalla Germania arrivano notizie di fermi immotivati e senza possibilità di assistenza legale. Situazione simile in Italia per Rom bosniaci e rumeni.

Intanto come procede la situazione in Kossovo? L'inviato speciale dell'ONU, il norvegese Kai Eide, di ritorno da un sopralluogo di quattro giorni, definisce così la situazione: "Comprendo che la gente non si senta al sicuro". Circa dieci giorni fa, l'assassinio di due appartenenti all'etnia serba è stato un segnale d'allarme per quanti ritenevano, in buona o mala fede, che la regione fosse "pacificata".

Nonostante una campagna di stampa che da ormai un anno ha toccato vari media internazionali, i Rom profughi a Mitrovica continuano ad essere tenuti in una ex discarica di rifiuti tossici. Il loro "spostamento" in un'area dove non muoiano per avvelenamento da piombo e mercurio, doveva iniziare tra settembre e dicembre 2005, ma tuttora non è stata individuata nessuna area alternativa. In questa situazione, destano preoccupazione e sconcerto le dichiarazioni di Soeren Jessen-Petersen -rappresentante ONU per il Kossovo, che ha definito i profughi di Mitrovica (e forse i Rom più in generale, non è chiaro dal contesto generale) come "un gruppo particolarmente difficile".

E' possibile che di questi profughi non importi niente a nessuno? O che le crescenti tensioni etniche scoraggino la ricerca di nuove aree per i rifugiati? O ancora, che il business in Kossovo, sia quello del rientro dei rifugiati e della ricostruzione? LA MIA PERSONALE RISPOSTA E': SI', tutte queste cose sono possibili e allontano ogni ipotetica soluzione.

L'ultima segnalazione, allora è per ERRC, che ha presentato una causa contro l'UNMIK (il contingente militare ONU) per la sua gestione quanto meno complice dell'emergenza rifugiati.

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Di Fabrizio (del 09/09/2005 @ 21:13:23, in Kumpanija, visitato 3516 volte)
Trascrizione (quasi esatta) dell’intervista di questo pomeriggio.
In qualche caso ho cambiato l’ordine di domande e risposte, per rendere il testo più comprensibile.

Django

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Da venerdì 16 a domenica 18 settembre 2005, si terrà a Torino la 4a edizione del Festival Internazionale Jazz Manouche Django Reinhardt.

C'è qualcuno che passerà da lì?

 
Mahalla 15.11
Ciao! qui piove a dirotto!
 
Yuri Del Bar 15.11
è spuntato il sole a Mantova
 
Mahalla 15.11
a Vicenza piove?
 
Yuri Del Bar 15.12
non lo so, certo piovono gli sgomberi per le famiglie sinte
 
Mahalla 15.13
Dopo ne riparliamo, se vuoi. Volevo cominciare con la tua candidatura: com'è nata?
 
Yuri Del Bar 15.13
c'è qualcuno di Vicenza collegato? Battete un colpo!
 
Mahalla 15.14
Da parte del tuo partito che reazione c'è stata?
 
Yuri Del Bar 15.17
io non ero iscritto al partito della Rifondazione Comunista, in effetti sono stato eletto come indipendente. Carlo ha battuto tutti i partiti politici, l'unico a rispondere positivamente è stata Rifondazione
 
Mahalla 15.17
e gli altri, perché no?
 
Yuri Del Bar 15.19
evidentemente perché non credevano nel nostro sogno: un sinto in consiglio comunale
 
Mahalla 15.20
così sei risultato il secondo della lista per preferenze. Hanno buttato via parecchi voti!
 
Yuri Del Bar 15.21
si è stato un disastro! mi ha superato di quattro voti Fausto Banzi, attuale assessore ai servizi sociali della Provincia di Mantova. Molti sinti sono analfabeti e quindi non sono riusciti a scrivere il mio nome, altri hanno proprio sbagliato… comunque è stato bello, sia la campagna elettorale che l'attesa dei risultati
 
Mahalla 15.22
Sempre sullo stesso argomento: secondo te, perché questo è stato possibile proprio a Mantova?
 
Yuri Del Bar 15.23
probabilmente per il lavoro fatto insieme negli ultimi quindici anni. Il primo progetto di mediazione culturale, coinvolgendo direttamente Sinti, è partito all'inizio degli anni '90
 
Mahalla 15.24
è un'esperienza che si potrà fare in altre città? e quali?
 
Yuri Del Bar 15.25
speriamo e già ci stiamo lavorando. la prima scadenza è per le comunali a Bolzano. Speriamo di poter aiutare Radames Gabrielli a diventare il secondo consigliere comunale Sinto in Italia. Naturalmente ci stiamo preparando per le provinciali a Mentova: i socialisti sono interessati
 
Mahalla 15.26
mi sembra che proprio in Trentino un consigliere comunale (Lega) abbia rifiutato di sedersi accanto a un eletto "extracomunitario"
 
Yuri Del Bar 15.28
non lo sapevo, ma non mi stupisce. nella Lega ci sono diverse manifestazioni di discriminazione razziale. come a Piovene Rocchette, dove il sindaco leghista fa scavare i fossati anti-sinti. Tutto molto triste
 
Mahalla 15.27
Quali sono i tuoi rapporti con i colleghi di giunta?
 
Yuri Del Bar 15.28
io non sono in giunta. Rifondazione è in minoranza anche se stiamo lavorando per entrare nella maggioranza
 
Mahalla 15.29
intendo, di consiglio
 
Yuri Del Bar 15.30
buoni anche se un consigliere della lega non voleva, all'inizio salutarmi. ora è meglio. Sono comunque tutti contenti della mia elezione. sindaco compreso.
 
Mahalla 15.30
Come si è svolta la tua campagna elettorale?
 
Yuri Del Bar 15.31
naturalmente ci siamo accordati con Rifondazione. anche se all'inizio qualcuno aveva del mal di pancia sulla mia candidatura. Abbiamo formato un comitato elettorale che mi ha supportato per tutta la campagna elettorale. Eravamo una ventina: lo slogan era “un sinto in consiglio comunale è ricchezza per tutti”
 
Mahalla 15.32
mal di pancia "partitici" o degli elettori?
 
Yuri Del Bar 15.33
mal di pancia partitici, in particolare i giovani comunisti. gli elettori incontrati in piazza erano tutti curiosi e contenti. Non sarei stato eletto con il solo voto dei sinti, visto che moltissimi hanno sbagliato a votare
 
Mahalla 15.35
Dobbiamo sempre farci riconoscere ; - )
 
Yuri Del Bar 15.36
Al conteggio il 50% dei voti sono sinti e l'altro 50% di appartenenti alla cultura maggioritaria
 
Mahalla 15.36
Hai rapporti con altri Rom e Sinti eletti in Europa?
 
Yuri Del Bar 15.36
No, non conosco nessuno
 
Mahalla 15.37
Veniamo ai temi che un consigliere affronta: Casa: sta cambiando qualcosa?
 
Yuri Del Bar 15.39
per i sinti sì. stiamo già lavorando con la nuova giunta per far chiudere il campo nomadi, luogo di segregazione. e realizzare piccole microaree. inoltre, stiamo discutendo per realizzare una'area di transito ed eliminare i divieti di sosta ai "nomadi"
 
Mahalla 15.41
Ti riporto di seguito un commento, che ho trovato in un blog che aveva ripreso la notizia sul camping austriaco (che avete riscritto anche su Sucardrom): “Esistono norme precise che regolano l'accesso a luoghi pubblici (come un campeggio, un bar, un ristorante, etc.). Nessuno può dire tu sì, tu no; lo posso fare a casa mia, ma trattasi di luogo privato.Invece che sbraitare, chiamare i carabinieri e denunciare. Non è indignandosi che si toglie il razzismo dalla testa della gente, quello c'è sempre stato e sempre ci sarà.” Cosa risponderesti?
 
Yuri Del Bar 15.45
Sicuramente abbiamo sbagliato in questi anni a non denunciare certe situazioni, ma è pur vero che in Italia non avevamo una legislazione precisa fino al 1999. In secondo luogo la legislazione è molto blanda e non prevede il penale per la discriminazione razziale. il penale è solo per incitamento alla discriminazione razziale. è per questo che a Verona abbiamo denunciato i sei leghisti, condannati in primo grado. Terzo: chi crede che il razzismo rimarrà è un'inguaribile pessimista. io credo che non bastino le denuncie. ma azioni concrete per poter costruire una cultura della pace
 
Mahalla 15.46
La vertenza in Veneto mi sembra molto estesa territorialmente…
 
Yuri Del Bar 15.47
Considera che in Veneto le associazioni di sinti e rom sono inesistenti. l'Opera Nomadi è a Padova e basta.
 
Mahalla 15.48
Secondo te, quello che state facendo a Mantova per la casa, può servire come progetto-pilota?
 
Yuri Del Bar 15.50
Sì, lo speriamo. Da quello che sappiamo per le micro-aree c'è la sola esperienza della Fondazione Michelucci insieme alla nostra. a Guastalla (RE) stiamo realizzando la nostra prima micro-area. Considera che c'è molta confusione in giro su cosa è una micro-area: per alcuni è solo un piccolo campo nomadi…
 
Mahalla 15.51
Approfittane per spiegarlo: come intendi una micro-area?
 
Xpisp 15.51
ma è strutturato con tutti i servizi necessari?
 
Yuri Del Bar 15.53
Una micro-area è costituita da unità abitative singole per ogni nucleo familiare. al massimo sei nuclei famigliari tutti legati da stretti vincoli di parentela o affinità. Inoltre, la micro-area deve essere progettata insieme alle famiglie che l'abiteranno in un percorso guidato dalla mediazione culturale
 
Mahalla 15.53
Chi provvede al mantenimento dell'area?
 
Yuri Del Bar 15.55
La manutenzione ordinaria è a carico delle famiglie, la straordinaria al comune se resta proprietario. pensiamo anche a percorsi dove le famiglie acquistano le stesse micro-aree. In ogni spazio famigliare deve esserci un'unità abitativa, una casa, pensata per la famiglia che ci abiterà e uno spazio, almeno 500mq, per l'arrivo di parenti. Inoltre nello studio preliminare è da considerare la proiezione demografica per i successivi quindici anni. Naturalmente a questi progetti vanno affiancati altri sui temi del lavoro e della scuola
 
Mahalla 15.57
In Inghilterra un progetto simile sta cadendo, perché non si trovano accordi sull'individuazione delle aree
 
Yuri Del Bar 15.58
Perché nessuno vuole un "campo nomadi" di fianco alla propria abitazione. Ciò che succede in Inghilterra è causato da una politica abitativa solitaria. ovvero non supportata da un lavoro di mediazione culturale
 
Mahalla 16.00
questo non saprei, in Inghilterra sono attivi da anni da questi temi
 
Xpisp 15.59
scusa 500 mq per famiglia???? Forse sarebbe meglio chiarire la dimensione di una famiglia, altrimenti potrebbe nascere un po’ d'invidia leggendo solo queste parole
 
Yuri Del Bar 16.01
Certo che ci sarà invidia. vedi Xpisp nelle culture sinte la famiglia è il valore primario per questo i figli non lasciano i genitori ed è per questo che abbiamo bisogno di più spazio. Una famiglia sinta in mezzo a tanti "gagi" avrebbe paura e piuttosto andrebbe in un "campo nomadi". Devi anche pensare che durante il nazismo ci avete mandato allo sterminio e ancora oggi ci rinchiudete nei campi nomadi. forse bisogna ribilanciare la situazione. Non pensi Xpisp?
 
Xpisp 16.03
leggendo la tua risposta ho pensato ad una persona ignorante come me che ritiene la famiglia quella tipo di 3-5 persone, quindi ne nascerebbe un equivoco. Ho chiesto solo un chiarimento per capire cosa si intendesse per famiglia.
Scusa ma io non ho mandato nessuno allo sterminio, se fare domande per capire mi fa paragonare a ciò che dici....
 
Yuri Del Bar 16.06
Un nucleo familiare è formato da cinque sei persone in media. poi quando i figli si sposano devono rimanere per alcuni anni con i genitori. sei mesi dai genitori della moglie, sei mesi dai genitori del marito. solo dopo alcuni anni le famiglie diventano autonome.
Mi dispiace che tu ti senta offeso. ma vedi in Italia ancora non è stata fatta un'elaborazione del lutto su quanto successo durante il fascismo. e quindi, se noi siamo ancora rinchiusi nei campi nomadi chi ne ha colpa?
 
Mahalla 16.09
Se volete discutere del fascismo, cause e concause, non se ne esce +. Preferirei rimanere al discorso del lavoro che si può fare oggi. Eventualmente, riprendere il discorso storico in un altro incontro.
 
Xpisp 16.10
Non mi sono offeso, solo non darmi responsabilità che non ho, conto così poco che non ho influenza, continuate sui discorsi precedenti che sono interessanti, grazie a tutti
 
Yuri Del Bar 16.11
Vedete il vero problema è che in Italia si ha un complesso di colpa per quanto successo agli ebrei. Al contrario per noi sinti si pensa, in larga maggioranza, che se siamo finiti nei camini è perché ce lo meritavamo. Siamo ladri, no?
 
Mahalla 16.13
Se tutti i ladri dovessero finire ai camini, avremmo risolto il problema energetico! Volevo magari capire meglio se queste mini aree sono da intendere come una riparazione per la storia o invece una possibilità di ovviare anche ai problemi di devianza. A Milano, ad esempio, nei grandi campi è impossibile vivere anche per un Rom o un Sinto!
 
Yuri Del Bar 16.14
E in effetti c'è qualcuno, vedi il blog della sucar drom, che ancora oggi ci invita a finire nei termovalorizzatori. E siamo nel 2005!
No, le micro-aree non sono una riparazione alla storia ci vorrà ben altro. ma è un primo passo per un riconoscimento della nostra cultura, della nostra società... di noi come persone!
Penso che nei grandi campi sia impossibile vivere, sia per i sinti/rom sia per qualsiasi altra 'persona. Provare per credere
 
Mahalla 16.17
Ho letto con interesse, a proposito del riconoscimento come persone, il post Mengro Labatarpe… volevo capire, oggi, come può evolvere la situazione lavorativa
 
Xpisp 16.17
chiarimento: ma 500 mq è la casa o la casa + lo spazio intorno???
 
Yuri Del Bar 16.18
casa + lo spazio intorno. per meglio capire sarò lieto di averti come mio ospite a gennaio quando inauguriamo la micro-area a Guastalla. Insomma è come una villetta: il progetto lavoro nasce da un'esigenza: valorizzare il lavoro che svolgono le famiglie sinte e rom a Mantova.
In effetti si pensa che noi non lavoriamo. Sbagliato, lavoriamo tutti. E’ che abbiamo una struttura sociale diversa e quindi non abbiamo divisione del lavoro come avete voi. In altre parole tutti i Sinti in Italia fanno lo stesso lavoro.
 
Xpisp 16.22
Una sola curiosità, qual'è questo lavoro?
 
Yuri Del Bar 16.23
il furto… scherzo!
 
Xpisp 16.23
dai non scherzare
 
Yuri Del Bar 16.24
Gli uomini fanno la raccolta dei materiali ferrosi, anche se alcuni hanno ancora lo spettacolo viaggiante. Le donne vedono calze, fazzoletti, centrini... porta a porta.
 
Xpisp 16.25
Scusa la domanda ignorante, ma dopo aver raccolto materiale ferroso...cosa ne fanno???
 
Mahalla 16.25
La mia domanda, sottintendeva: c'è ancora spazio per queste attività, o c'è da investire in formazione professionale verso nuovi lavori?
 
Yuri Del Bar 16.25
Il progetto quindi vuole valorizzare le potenzialità presenti nelle diverse famiglie. Questo è un buon momento: più il petrolio cresce e più il prezzo dei materiali ferrosi si alza, e basta con i corsi per giardinieri... non se ne può più!
Bisogna cercare di far coincidere le potenzialità, le aspirazioni e gli spazi presenti sul mercato, naturalmente senza mediazione culturale si torna a fare i corsi per giardinieri: vedi quello che sta succedendo in Emilia Romagna con due milioni di euro dell'Unione Europea
 
Mahalla 16.28
e con la mediazione culturale?
 
Xpisp 16.29
Personalmente ritengo che abbiate una grossa forza, la famiglia, con questa forza conosco molti immigrati nord-africani che sono riusciti ad aprire attività e ad avere un notevole successo, non penso che abbiano avuto bisogno di mediazioni culturali, anche se non guasterebbero.
 
Yuri Del Bar 16.30
certo perché altrimenti l'operatore della formazione professionale se ne va per i campi a prendere parole o sorrisetti ironici e lo pseudo corso diventa un modo per tirare avanti, con le borse di studio, per qualche mese, poi nulla.
I nord africani sono venuti e hanno accettato la cultura capitalistica; il discorso è molto complesso...
 
Mahalla 16.32
Ti chiedo un commento a questo esempio: Reggio Emilia corso per panettieri, diplomati una cinquantina (credo) di Rom stranieri. La giunta vanta questo risultato, Forza Italia dice che solo 50 non valgono i soldi spesi
 
Yuri Del Bar 16.33
in effetti non sono cinquanta e in secondo luogo avere cinquanta panettieri qualificati e nessuno assunto non è un buon risultato... o no?
 
Mahalla 16.33
E che ne so? Il commento lo lasciavo a te : - D
Yuri Del Bar 16.34
e io ho commentato... non offenderti anche tu : - )
 
Mahalla 16.34
Io????
 
Yuri Del Bar 16.34
un po di humor… altrimenti la vita è triste
 
Mahalla 16.35
Io faccio il bravo presentatore : - P
 
Xpisp 16.35
forse ora sarebbe il caso di finanziare l'apertura di una panetteria
 
Yuri Del Bar 16.35
ti immagini la massaia emiliana che va a comprare il pane nella panetteria rom... grande idea… e tu sei bravissimo
 
Xpisp 16.36
vedo quella brianzola che compra la carne dal mussulmano...non bisogna fare il razzismo al contrario
 
Yuri Del Bar 16.36
e in effetti è una grande idea, cosa ho detto di male?
 
Xpisp 16.37
Mi sembrava un po’ ironica...chiedo scusa!!! ho toppato!!!!
 
Mahalla 16.37
Sempre a fare gli offesi! L La situazione scolastica a Mantova com'é?
 
Yuri Del Bar 16.38
Era a doppio senso... è che qui ci stiamo divertendo.
Buona, se i bambini non vanno a scuola... pessima se ci vanno.. e ci vanno tutti... un dramma.
Torniamo seri.
 
Mahalla 16.39
Con gli stranieri come procede? (a me va bene anche di scherzare)
 
Xpisp 16.40
Chiedo venia ma devo tornare a lavorare (avendo anch'io accettato la cultura capitalista), peccato perché stavo avendo delle risposte interessanti. Un saluto a tutti, ci vediamo da sucar. Ciao da Xpisp
 
Yuri Del Bar 16.41
La scuola è uno strumento della cultura maggioritaria. L'intento è di far conoscere la scuola ai genitori in modo tale che possano fare richieste formative. E' a quel punto che il bambino troverà nella scuola tracce del suo mondo concreto
Mi dispiace Xpisp, un saluto a te. Carlo deve risponderti sul blog. Non disperare.
 
Xpisp 16.42
un abbraccio a tutti
 
Mahalla 16.43
Un attimo, prima di perdere il filo sulla scuola...
 
Yuri Del Bar 16.43
ti sei perso Fabrizio...
 
Mahalla 16.43
Sinora si è parlato di Sinti (italiani) volevo sapere la situazione dei Rom stranieri nel vostro comprensorio
 
Yuri Del Bar 16.44
Sinti lombardi. A Mantova ci sono rom rudara, arljia e rumeni: sono in casa e hanno diversi lavori, uno lavora come autista degli autobus pubblici
 
Mahalla 16.45
Integrazione scolastica?
 
Yuri Del Bar 16.45
Interazione! niente integrazione, è una brutta parola
 
Mahalla 16.46
Se uso frequenza? Insomma, come procedono i rapporti?
 
Yuri Del Bar 16.47
La scuola è buona per i rom rumeni e arlija. diverso il discorso per i rudara... o meglio la famiglia è ursara. I rom rumeni vanno a scuola e pretendono il rispetto culturale. E lo ottengono. I rudara si nascondono, sono più vicini a noi sinti.
 
Mahalla 16.48
Potresti darmi delle cifre per capire di quanta gente si tratta?
 
Yuri Del Bar 16.49
A Mantova abbiamo 45 minori sinti, nove rudara, quattro rumeni, 3 arljia. Parlo del comune di Mantova, in provincia i sinti sono un centinaio e i rom una trentina. I gruppi etnici sono una decina tra sinti e rom.
 
Mahalla 16.52
Ho l'impressione che in una città come Mantova, le cose si vivano e si affrontino differentemente da una metropoli. Cosa ne pensi? (lo so che è banale, non mi veniva meglio)
 
Yuri Del Bar 16.53
Certo, ma comunque fa un rapporto tra le popolazioni e vedrai che a Mantova ci sono molti ma molti più sinti e rom che a Milano. Mantova ha quarantamila abitanti
Ci dovrebbero essere due tre associazioni per quartiere per lavorare bene.
 
Mahalla 16.56
Io a questo punto, se sei d'accordo farei uno stop. Riscriverò tutto e poi lo rimetto online (tra stasera e inizio settimana prossima). Se sei d'accordo, possiamo stabilire anche altri appuntamenti simili in futuro
 
Yuri Del Bar 16.57
Adesso che abbiamo tredici persone collegate...
 
Mahalla 17.02
Credo che il contatore ogni tanto vada per i fatti suoi, ma se qualcuno ha domande o vuole salutarti, ha tutto lo spazio a disposizione.
Un ringraziamento a te e alla squadra mantovana
 
Yuri Del Bar 17.03
Io rimango collegato a disposizione per nuove domande. ciao Fabrizio
 
Xpisp 17.22
ciao, breve rientro (ho lasciato aperto per rileggervi quando potevo) non era riferito a te il pigiar male, era riferito a Fabrizio, parlare con te è stato un piacere...ma sei tu che mi rispondi in sucar? grazie comunque per le risposte.
 
Yuri Del Bar 17.25
le risposte in sucar le scrivono diverse persone. di solito ti risponde Carlo
Sono io che ringrazio te. se non c'eri era un dialogo a due con Fabrizio. bello il tuo blog...
 
Xpisp 17.33
Ti ringrazio del complimento anche se immeritato, non riesco ad esprimere chiaramente i miei pensieri come Fabrizio o NNS, inoltre non ho spesso il tempo per scrivere quello che mi passa per la testa. Ad esempio spesso nel farvi le domande temo di passare per arrogante o fazioso, indubbiamente non sono privo di esperienze negative che mi hanno influenzato, ma credo che conoscendosi (deve essere reciproco) si possano capire molte cose che ci rendono ostili e forse migliorarsi reciprocamente
 
Yuri Del Bar 17.42
Devi fare tutte le domande che ti passano per la testa, nessuno giudica nessuno. Concordo, la conoscenza reciproca può portare alla costruzione di un mondo dove ognuno di noi si possa sentire a casa propria.
Un saluto a tutti gli amici e un nuovo ringraziamento a Fabrizio per l'occasione data.
Sunaimi sigo (ci sentiamo presto, traduzione dal sinto lombardo)
 
Mahalla 18.01
Sastipé, but, baxt!
(salute, lavoro e fortuna)
Richieste e approfondimenti:(oppure tramite commento)
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Di Fabrizio (del 10/09/2005 @ 00:31:30, in blog, visitato 1825 volte)

Se qualcuno bazzica per caso da quelle parti, capirà perché ho rispolverato un vecchio tormentone:

Sapete come cuocere un pollo a legna in un falò all'aperto? Si fa così: all'animale viene tolto tutto il sangue e le interiora e cotto nell'argilla. Non è necessario togliere le piume, a questo provvede l'argilla stessa durante la cottura. Il pollo nell'argilla viene posto in una piccola fossa nel terreno. Sopra viene acceso il fuoco e il pollo verrà cotto per circa un'ora. Alla fine si rimuove l'argilla, che va via assieme alle piume. Adesso – bon appetite! E' insolitamente saporito.
Provatelo!

Comunque, dopo gli ultimi sviluppi, trovo più divertente seguire gli aggiornamenti su Libero o la Padania, anche se ci sono più errori. : - D

PS: la stessa ricetta vale per il riccio arrosto.

 

Hun
 
Di Fabrizio (del 11/09/2005 @ 04:13:11, in Europa, visitato 3182 volte)

Una segnalazione rapida dal sito della :

Il deputato (conservatore) David Davies, venuto a conoscenza che nella regione dell'Hampshire si sta organizzando una lotteria per finanziare un museo e centro di documentazione sulla vita della comunità dei Nomadi e Viaggianti, ha scritto sul proprio sito web (l'articolo non indica il link, sorry) che si aspetta che un'iniziativa simile possa finanziare un museo - documentario sulla "vita della comunità sedentarizzata".

Dato che in Gran Bretagna i media sono meno addomesticati che in Italia, la sua idea è stata immediatamente bollata come una provocazione fine a se stessa, o un tentativo di prolungare campagna elettorale o alimentare le tensioni sociali (insomma: la sindrome del soldato giapponese perso nella giungla).

Sarà che mi sto rammollendo, ma non ho voglia di aggiungere polemiche. Anzi: fate finta che io sia un deputato conservatore, antipatico e suonato quanto volete, volevo chiedervi: Cosa mettereste mai in un "museo sulla vita dei sedentari"?

  • La nuova 500?
  • La coda al casello di Agrate?
  • La fabbrica o l'ufficio?
  • Le rate da pagare?
  • Il lettore DVD?

Insomma, ci sarà pure qualcosa di questa nostra civiltà che vorrete salvare per i posteri! Aspetto i vostri suggerimenti, sperando nel frattempo di trovare la mail del deputato, così gli mando qualche idea.

E viceversa, se volete farvi un'opinione di cosa potreste raccogliere sulle tradizioni dei Nomadi e Viaggianti, vi invito a una visita virtuale (per ora):

(questi anglosassoni! noi poveri italiani anche sulle tradizioni siamo bravi solo a parole)

Per la verità, un sito italiano lo conosco, ma ve lo indico solo se rispondete... : - )

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Di Fabrizio (del 12/09/2005 @ 00:21:14, in scuola, visitato 4324 volte)
Una premessa necessaria. Quella che segue potrebbe essere giudicata a prima vista una "non notizia" o peggio, un modo per stornare fondi e risorse comuni con la "solita" scusa del rispetto dei diritti delle minoranze.
Chi legge queste cronache, almeno dai tempi di Pirori, saprà che nell'Europa Orientale (in particolare Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Romania) è politica comune "confinare" i bambini rom, soprattutto nei paesi medio/piccoli, nelle cosiddette "scuole per ritardati mentali". Uno scandalo, almeno seconda la nostra mentalità, che in determinate regioni coinvolge sino all'80% della popolazione scolastica rom.
Aggiungerei un'ultima considerazione: spesso quando ci si riferisce al razzismo, si equivoca sulla sua natura, pensando che sia una forma di pensiero o di azioni dettate dall'ignoranza e dalla mancanza di cultura. O anche, si cerca di giustificare il fenomeno come sottoprodotto dell'ideologia della destra.
Eppure questo razzismo, non solo è profondamente radicato in quelle società (la segregazione scolastica si è imposta già al tempo del comunismo reale), ma nasce in ambienti colti e istruiti, nei provveditorati o nei ministeri. Soprattutto, non è (purtroppo) un fenomeno residuale o del passato, chi avesse ancora dubbi, può rileggersi cosa diceva poco più di un anno fa, l'ambasciatore EU in Slovacchia.

Da: Beata Olahova su http://groups.yahoo.com/group/Slovak_Roma_News

Con settembre 2005, gli studenti Rom del comune di Trnava che sinora sono stati  ammessi nelle scuole per ritardati mentali, avranno la possibilità di accedere ad alcune scuole pubbliche.

L'iniziativa è stato fortemente sponsorizzata dalla Lega dei Giuristi per i Diritti Umani, e riguarderà circa 90 studenti tra i 6 e i 16 anni, che accederanno alle scuole pubbliche di Limbova e Gorky. L'integrazione avviene col consenso dei loro genitori o tutori legali.

Il progetto prevede anche la frequenza a lezioni supplementari, e servizi gratuiti come mensa, fornitura di materiale scolastico e scuola bus. In classe l'insegnante di ruolo sarà affiancato da assistenti assunti per lo scopo di seguire l'affrancamento scolastico e di tenere i rapporti con i genitori.

Ciò è stata reso possibile dalla piena adesione del Ministero dell'Istruzione e dall'appoggio del consiglio comunale di Trnava. Il Ministero ha anche fornito il supporto finanziario al progetto, tramite i Fondi Sociali Europei. In futuro è possibile che l'iniziativa venga allargata ad altre scuole pubbliche cdittadine e della regione.

Columbus Igboanusi, PhD - Director League of Human Rights Advocates


Nota: Trnava si trova nella Slovacchia Occidentale, 45 Km. NE da Bratislava, lungo il fiume Trnávka sulla linea direttrice di traffico Bratislava-Žilina. E' capoluogo distrettuale. Nel suo centro storico sono diverse le chiese cattoliche, tanto da essere conosciuta anche come la "Roma della Slovacchia"

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Di Fabrizio (del 12/09/2005 @ 11:13:49, in conflitti, visitato 1863 volte)

Da: Stop Deportations

Cari amici

Sinora abbiamo raccolto oltre 60 adesioni di organizzazioni e 600 di singoli cittadini, nel nostro appello contro la deportazione di Rom, Askali ed Egizi in Kossovo e per la loro inclusione nei colloqui sullo status della regione. Siamo particolarmente lieti di annunciare che hanno aderito in blocco tutte le aderenti al Romani Women Network, e che contiamo sull'adesione di TERF e IRU.

Purtroppo, sono andate perdute alcune delle vostre firme, e vi chiediamo di controllare se nell'elenco figura la vostra adesione, nel caso vi invitiamo a firmare nuovamente e a far conoscere il nostro appello ad altre organizzazioni e privati cittadini.

Anche se i processi di rimpatrio sono attualmente fermi, e secondo l'UNMIK solo qualche centinaia è stato rimpatriato a forza, questo non significa che il loro futuro non sia più a rischio. Al contrario, le autorità continuano con le pressioni verso i richiedenti asilo dal Kossovo perché "volontariamente" tornino nella provincia amministrata dall'ONU.

La situazione in tensione in Kossovo è dimostrata dall'aumentata presenza di forze militari internazionali e dalla uccisione di due giovani Serbi a Strpci nella sera dello scorso 27 agosto. Non esiste praticamente libertà di movimento per chi fa parte di una minoranza etnica. L'accesso alle scuole, ai servizi sociali e ai trattamenti medici avviene a rischio costante dell'incolumità personale. Scarse le possibilità di alloggio. La maggior parte delle case dei Rom sono state distrutte e mai ricostruite. Inoltre ogni iniziativa di rimpatrio su larga scala, causerebbe nuovi spostamenti nella popolazione locale.

In questi mesi si è conclusa la visita di Kai Eide, Ispettore dell'ONU. A breve sarà pubblicato il suo rapporto. Kai Eide si è mostrato critico soprattutto sulla situazione delle minoranze. L'impressione è che la "comunità internazionale" voglia concedere solo "un'indipendenza condizionata", e questo non incontra le aspettative della maggioranza albanese.

Come promotori della petizione, abbiamo concordato di renderla pubblica in concomitanza della presentazione del rapporto dell'Ispettore dell'ONU. Nel contempo, insistiamo nel richiedere la sospensione dei rimpatri di Rom, Askali, Egizi ed altre minoranze, che devono essere coinvolti nei negoziati del futuro del Kossovo.

Invitiamo nuovamente a firmare la petizione e a farla conoscere ai vostri contatti. Abbiamo bisogno di tutto il vostro supporto entro questo mese.

Asmet Elezovski

Karin Waringo

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Di Sucar Drom (del 12/09/2005 @ 13:42:13, in scuola, visitato 1630 volte)
PROTOCOLLO D'INTESA PER LA TUTELA DEI MINORI
SINTI, ROM E CAMMINANTI

TRA

MINISTERO ISTRUZIONE, UNIVERSITÀ, RICERCA
DIREZIONE GENERALE PER LO STUDENTE

E

ENTE MORALE OPERA NOMADI


VISTO il decreto del Presidente della Repubblica 26 marzo 1970, n. 347, che riconosce come Ente Morale l’Opera Nomadi;

VISTO il Decreto del Presidente della Repubblica 6 n
[...]

continua su Sucar Drom
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