Richiediamo chiarezza. Di Rom si parla poco e male, anche quando il tema delle notizie non è "apertamente" razzista o pietista, le notizie sono piene di errori sui nomi e sulle località
Una delle priorità della politica estera della Repubblica di Serbia nel
quadro del riavvicinamento alla UE e dell'entrata nella lista bianca di Schengen
e la prevenzione della migrazione illegale, come l'ammissione e l'inserimento
delle persone che ritornano, sulla base degli accordi bilaterali sulla
riammissione. Dopo la fase iniziale della messa in opera dell'accordo, a partire
dal gennaio 2008, sono tornate in Serbia 586 persone, la maggior parte dalla
Germania, dalla Svizzera e dalla Svezia. [...]
Nella struttura nazionale delle persone che ritornano, i Rom sono i più
numerosi, circa 149, 61 sono Serbi e circa 80 non si sono pronunciati. E' stato
approntato un Ufficio di riammissione per organizzare meglio l'ammissione delle
persone deportate e di assicurare il loro reinserimento nella vita quotidiana
serba. I rappresentanti dell'Ufficio di riammissione hanno stabilito il contatto
diretto con le 355 persone deportate, nei locali del controllo poliziesco dei
documenti e di transito, all'aeroporto "Nikola Tesla" di Belgrado [...]. In
collaborazione col Commissariato per i rifugiati, sette ex centri collettivi
sono stati trasformati in centri di ammissione urgente per le persone che
ritornano, nei quali sono alloggiate soprattutto in funzione del loro precedente
domicilio.
Secondo i dati della polizia, nel corso dei prime cinque mesi dell'anno in
corso, la Serbia ha ottenuto 774 domande di ritorno di suoi cittadini che
soggiornavano illegalmente all'estero, e 109 sono ritornati, ha dichiarato Rade
Dubajic, rappresentante della Squadra di reinserimento che ritornano e
consigliere del vice-primo ministro del governo, Jovan Krkobabic. Presentando il
rapporto sull'aiuto alle persone che ritornano, Dubajic ha dichiarato che non
aveva dati esatti sul numero di persone ritornate, perché gli uffici di
riammissione non esistono a tutti i passaggi frontalieri. Ha ugualmente aggiunto
che dei 109 totali, 77 sono tornati dalla Svizzera, 12 dalla Croazia e 7 dalla
Danimarca. Dubajic ha messo in rilievo che è in corso d'elaborazione un libro
informativo per chi torna, perché conoscano più facilmente i loro diritti, e che
la mancanza di soldi per la realizzazione dei progetti d'aiuto alle persone che
ritornano, pone un grande problema.
Di Fabrizio (del 16/06/2009 @ 09:00:21, in Italia, visitato 1606 volte)
Segnalato da Carlo Motta e Flora Afroitaliani
[...] Negli ultimi due anni i media hanno registrato trecentodiciannove casi
di violenza razzista in Italia e le aggressioni sono in continuo aumento.
Centodiciannove nel 2007, centoventiquattro nel 2008 e nei primi quattro mesi
2009 si contano già settantasei atti di violenza. Numeri che riguardano persone
reali. Una ricostruzione solo parziale, la punta dell'iceberg si potrebbe
definire, di un fenomeno in costante crescita. Cronache di ordinaria
intolleranza documentate nel "Libro bianco sul razzismo in Italia" curato
dall'associazione Lunaria e oggi nella Sala delle Pace di Palazzo Valentini,
sede della Provincia di Roma. "É un lavoro collettivo-spiega il presidente
di Lunaria Gulio Marcon aprendo la conferenza-uno strumento utile a gruppi e
associazioni per capire e arginare un fenomeno montante", quello del razzismo.
Un tentativo di decostruzione dei pregiudizi e degli stereotipi comuni
nell'opinione pubblica e nel discorso dei media attraverso l'analisi di otto
casi esemplari: dal pogrom di Ponticelli alla strage di Erba, dalla violenza
subita da Navtej Singh a Nettuno sino al caso dello stupro della Caffarella.
I curatori del Libro bianco fanno una premessa: l'Italia non è un paese
razzista, ma è innegabile che esistano preoccupanti fenomeni di razzismo. Nel
paese sembra essere in atto un processo di legittimazione culturale, politica e
sociale del razzismo che vede protagonisti gli attori pubblici e istituzionali.
E, in un Europa che sembra sempre più pervasa da pulsioni xenofobe, il caso
italiano appare ancora più inquietante. L'opinione pubblica internazionale e le
istituzioni europee guardano con sempre maggiore preoccupazione al caso Italia.
E il rapporto di Lunaria è aggiornato all'aprile 2009, quando ancora l'Europa
non aveva visto l'Italia all'opera nel lavoro di respingimento degli immigrati e
nella diatriba con Malta su chi dovesse ospitare i migranti alla deriva sul
cargo Pinar. Preoccupa tuttavia la saldatura avvenuta tra razzismo
istituzionale, xenofobia popolare e stigmatizzazione mediatica dello straniero.
Un circolo vizioso che, secondo Anna Maria Rivera, docente e etnologia
all'università di Bari e autrice di uno dei capitoli del Libro bianco, ha
portato al "crollo dei freni inibitori nel proporre discorsi razzisti e a una
banalizzazione stessa del razzismo".Un processo lungo, che nel corso dell'ultimo
ventennio ha portato alla de-umanizzazione dei migranti e delle minoranza. Un
processo in rapida accelerazione negli ultimi due anni dovuto all'azione del
governo di centrodestra attualmente in carica, che ha dato continuità alle
decisioni prese dal centro sinistra negli anni passati. Anna Maria Rivera parla
di "piatto pronto" e cita l'esempio delle reazioni all'omicidio di Giovanna
Reggiani nell'autunno del 2007 a Roma, delitto che provocò la dura reazione
dell'allora sindaco della capitale Veltroni e una forte ondata anti-rumena. Ma
non solo.
Analizzando e confutando il reato di immigrazione clandestina il magistrato
Angelo Caputo mostra come esso sia la traduzione in termini giuridici del "netto
discrimine" tra regolari e irregolari enunciato nella legge Turco-Napolitano. Un
discrimine degenerato in quella che Caputo definisce "la menzogna della
differenza ontologica tra migrante irregolare e regolare". Tale menzogna unita a
un costante richiamo alla "percezione dell'insicurezza" ha condotto allo
spostamento del discorso dal sociale al penale. A riprova di questo l'inclusione
delle norme sui migranti all'interno del pacchetto sicurezza. E con il reato di
immigrazione alla criminalizzazione non dei comportamenti della persona, ma del
suo stesso stato d'essere.
Una politica che, secondo Lunaria, criminalizzando lo straniero alimenta i
fenomeni di "giustizia fai te" alla base dell'aumento della violenza organizzata
e per bande. Violenze soprattutto fisiche, che ormai hanno superato di numero le
discriminazioni e le offese verbali. Omicidi, pestaggi, baby-gang. Fenomeni che
colpiscono gli adulti, ma che vedono sempre più spesso protagonisti i giovani.
Il Libro bianco rivela come i "figli dell'immigrazione", la seconda generazione
siano spesso separati dai loro coetanei italiani, senza che si formino rapporti
interculturali. Una forte discriminazione, spesso reciproca, ben descritta da
una ragazza straniera intervistata per realizzare il Libro: "i miei genitori
appena arrivati lottavano per lavorare. Noi dobbiamo lottare per vivere". (da
http://www.lettera22.it/showart.php?id=10555&rubrica=24 )
In occasione della chiusura di
CAMPUS ROM, martedì 16 giugno alle ore 16.30, in Via Aldo Manuzio 72 (Ex
Mattatoio di Testaccio) ci sarà la conferenza:
"dal campo alla città" come favorire l'autorappresentazione e
l'autopromozione delle comunità rom
Saluto introduttivo: Francesco Careri - Dipartimento di Studi Urbani, Università di Roma Tre Presenta: Lorenzo Romito - Stalker/Osservatorio Nomade Modera: Lanfranco Sbardella - Radio Popolare Roma
Intervengono: Najo Adzovic – scrittore, rappresentante del Casilino 900
Antun Blazevic- scrittore, mediatore culturale
Graziano Halilovic - Romà Onlus
Nazzareno Guarnieri - presidente Federazione Rom e Sinti Insieme
Giorgio De Acutis – Focus – Casa dei diritti sociali
Roberto De Angelis - antropologo Università La Sapienza, Roma
Tano D’Amico- fotografo
Simona Caleo - fotografo
Giorgio de Finis - fotografo
Max Intrisano - fotografo
Stefano Montesi - fotografo
Fulvio Pellegrini – fotografo, docente di Sociologia Economica presso
l’Università La Sapienza di Rom
Di Fabrizio (del 15/06/2009 @ 09:10:12, in Italia, visitato 1481 volte)
Emergenza rifiuti nel campo nomadi della Favorita. I ratti hanno invaso
l'area, dove viene raccolta solo l'immondizia accatastata all'ingresso. Il resto
viene bruciato È ancora alta l'emergenza rifiuti al campo nomadi della Favorita, dove i
topi che razzolano tra l'immondizia hanno morso cinque bambini. Così i rom
l'altro ieri notte hanno deciso di agire da soli e dare alle fiamme i cumuli di
immondizia accatastata all'interno del campo, ormai da settimane. Non soltanto
sacchetti, ma anche materiali ingombranti che al campo si sono accumulati in
continuazione e non sono mai stati smaltiti.
Da quando il personale dell'Amia ha ripreso lentamente la raccolta, gli unici
rifiuti a scomparire sono stati quelli appena all'ingresso nel campo o deposti
sulla strada. Ma in fondo al campo, nella parte kosovara, dove la comunità è più
numerosa e ci sono molti bambini, la montagna è sempre più alta. «I topi sono
enormi - dice Hassan, uno dei responsabili del campo - Sono più grandi dei
gatti. Non tolgono l'immondizia dove noi viviamo, allora ci aiutiamo da soli. Lo
facciamo per i nostri figli che sono in grande pericolo. Qui dentro non arriva
nessuno, è da molto tempo che non ritirano i rifiuti, ogni giorno speriamo che
la situazione migliori».
Negli ultimi giorni, infatti, cinque bambini del campo sono stati morsi dai topi
che si aggiravano fra la spazzatura mentre giocavano. La notte poi il pericolo
di essere aggrediti aumenta: i ratti entrano anche nelle baracche e la gente ha
paura. «Appena fa buio - dice Alì - si scatenano. Abbiamo terrore, entrano nelle
case, ce li ritroviamo sul letto. E non dormiamo più. Con mia moglie stiamo
sempre attenti, ma non si sa mai cosa può succedere. Non sappiamo come
difenderci».
Se la situazione non tornerà presto alla normalità, il pericolo di nuovi incendi
è dietro l'angolo: «I nostri figli - continua Hassan - non hanno altri spazi in
cui giocare. Stanno tutto il giorno a correre nel campo, e ormai giocano fra i
rifiuti. Adesso inizia il vero caldo, e qui diventa un forno. Abbiamo bisogno di
una mano, altrimenti continueremo a bruciare i rifiuti a nostro rischio e
pericolo». (14 giugno 2009)
Quando i Bohemians scesero sul campo di calcio, domenica prima della quinta
partita della stagione, l'allenatore Tibor Lukacs indicandoli dalla linea di
fondo, disse: "Questi ragazzi sono la vera Unione Europea".
Questa giovane squadra, composta da rifugiati rom della Repubblica Ceca
arrivati in Canada dal 2008, simbolizza il vero spirito della UE, perché sono
persone senza confine, dice.
I Rom sono sparsi in tutta Europa, dove dicono di subire segregazione,
discriminazione e spesso attacchi violenti. Questi casi stanno aumentando con la
crescita dei gruppi neonazisti e dei partiti nazionalisti con rami paramilitari
di giovani provenienti dalle campagne.
Le divise del FC Bohemian sono blu e verdi, la quintessenza dei colori rom.
Lukacs lo spiega indicando il cielo e poi il terreno erboso della prima
divisione Hamilton, campo di calcio della lega professionisti.
"Non è m...a politica, sai. E' perché non abbiamo niente," dice.
"Questo è tutto quello che siamo, tutto ciò che abbiamo è il cielo e la
Terra," dice Lukacs.
Ed ora molti Rom sperano di avere il Canada.
Dalla fine del 2007, quando fu abolito l'obbligo di visto per i cittadini
cechi, un crescente numero di Rom sono entrati nel paese facendo richiesta
d'asilo. Dal gennaio 2008, il Tavolo dell'Immigrazioni e dei Rifugiati del
Canada riferisce di quasi 2.000 casi - 404 nel solo mese di aprile.
I responsabili del tavolo immigrati sono tornati settimana scorsa da una
missione in Repubblica Ceca, per scoprire come mai i Rom stiano scappando. Si
aspetta a breve un rapporto. I lavoratori sociali dell'Ontario Meridionale si
stanno anche incontrando questa settimana col governo provinciale e federale per
vedere quante somme e risorse extra possono essere messe a disposizione, dato
che i ricoveri d'emergenza stanno raggiungendo il limite.
La maggior parte dei rifugiati si è insediata nell'Ontario Meridionale mentre
aspettano una decisione. Il tempo medio di attesa è di 16 mesi e ½, ed il tavolo
dei rifugiati aveva, al 1 maggio, un arretrato di 1.687 casi.
Per il momento, tutto quello che i rifugiati possono fare è aspettare - e
giocare a calcio.
Il FC Bohemians, dal nome della provincia ceca di Boemia, ha avuto un paio di
opportunità ma rapidamente ha subito un 2 - 0 dal Dundas C. Il vento ha spinto
un calcio d'angolo della squadra avversaria all'incrocio dei pali a destra per
il primo goal.
"E' stato il vento, cosa possiamo farci? Bisogna essere preparati anche a
questo." ha detto il mister Lukacs.
Lukacs, 45 anni, è immigrato dalla Repubblica Ceca in Canada nel 1997, parla
sei lingue ed è il punto di riferimento per molti dei nuovi arrivati Rom. Lavora
come interprete per il Centro Sanitario Comunitario Hamilton Urban Core, e di
solito è una delle prime persone che gli immigrati incontrano al loro arrivo.
Ha capelli lisci sale e pepe, che si uniscono giù nella scollatura. Un
orecchino d'oro penzola dal suo lobo sinistro e porta scarpe di cuoio appuntite
beige chiaro, con inciso un falso-coccodrillo. Parla con un accento che suona
come una miscela di europeo orientale e persiano.
Dice di aver fatto parte di una heavy metal rock band negli anni '80 e '90
nella Repubblica Ceca chiamata Merlin, ma la fama e i soldi non sono bastati a
tenerlo là.
"Ogni volta qualcuno ti dice che sei una m...a. Ogni giorno. Se vai da
qualsiasi parte, ti fanno sentire sempre un estraneo. Per quanto tempo uno può
ascoltare tutto ciò?" dice. Scherza che forse se tingesse di biondo i suoi
capelli ed avesse gli occhi blu, potrebbe essere capace di inserirsi.
I giocatori di calcio non hanno vinto nessuna delle partite precedenti. A
volte quando sbagliano, i Bohemians smettono di giocare e gridano tra di loro in
romanes, mentre la palla scappa. Lukacs dice che presto saranno dove devono
essere.
A metà partita, Lukacs ha camminato oltre le gradinate per tradurre la storia
di
Rudolf Zajda, ex consigliere del governo ceco per le questioni rom. Arrivò in
Canada nove mesi fa e sta imparando l'inglese così da usare i suoi titoli di
studio in psicologia e assistenza sociale per trovare un lavoro.
Zajda, 48 anni, dice che riceveva costantemente nella posta lettere di
minacce e di affrontare discriminazioni sul lavoro. Ma quello che finalmente
l'ha fatto decidere a lasciare fu il giorno che un tizio seguì la sua macchina,
gridandogli attraverso il finestrino che l'avrebbero ucciso.
"Stavano minacciando la mia vita e la polizia non faceva niente," dice.
Zajda dice di aver sentito del Canada dai media cechi, che spesso raccontano
quanto sia facile andarci e come si sia i benvenuti.
Nella ripresa, i Bohemians hanno segnato un goal, ma hanno perso 5 -1.
Dopo la partita, alcuni dei giocatori si rilassano con la famiglia nel loro
complesso di appartamenti nel centro di Hamilton.
Jakub Penicka, 20 anni e le gambe ancora un po' arrossate per la partita,
dice di essere qui da 18 mesi e di andare a scuola per imparare l'inglese. Come
lavoro spera di mettersi in proprio.
"[Nella Repubblica Ceca] non va bene, perché eravamo differenti. Ti
osservavano sempre. Cercavi un lavoro ma nessuno te lo dava," dice Penicka.
David Kroscan, 26 anni, parla cinque lingue ed è arrivato qui sei mesi fa.
Prende in braccio la sua bambina e dice che i canadesi "ti parlano con
educazione", in un modo che fa capire come questa per lui sia un'anomalia.
Suo padre, in piedi di fronte a lui, si rigira le tasche.
"Se mio padre va in un negozio [nella Repubblica Ceca] gli chiedono di
mostrare le tasche," dice David. "I Rom arrivano in Canada perché hanno bisogno
di una vita differente, una vita migliore."
Lukacs e molti dei Rom ad Hamilton, il cui numero è stimato tra i 1.500 e i
3.000, stanno cercando di costruire una comunità. Lukacs dice che non hanno
molti soldi, ma ci sono degli eventi programmati, come uno spettacolo di Miss
Roma.
E Lukacs dice che sta finendo un libro, che dice gli ha preso la parte
migliore di un decennio, sulla storia dei Rom.
"La gente dice che veniamo dall'Egitto [da cui deriverebbe il termine
"Zingari"] o dall'India; sono tutte c.....e," dice. Dalle sue ricerche, ha
imparato che i Rom discesero da almeno 20 regioni nel mondo e si stabilirono in
Europa nell'VIII secolo.
"E' come se dopo 500 anni la gente chiedesse ai Canadesi da dove arrivano,"
dice.
Ha imparato che la lingua rom viene dal sanscrito, con molti imprestiti dal
persiano.
"Sto cercando di trovare chi sono davvero i nostri antenati," dice Lukacs.
Un portavoce del Ministro per l'Immigrazione, Jason Kenney, dice che il
governo sta monitorando da vicino il numero crescente di richiedenti asilo, ma
Kenney non crede che la Repubblica Ceca sia "un'isola di persecuzione."
Lukacs dice di comprendere che il Canada non può spalancare le frontiere e
accogliere tutti i Rom d'Europa. Si stima che al popolazione rom della
Repubblica Ceca sia tra le 250.000 e le 300.000 unità.
Dice che l'unica soluzione è che il Canada lavori con i governi europei per
rendere migliore la vita alle sue minoranze rom.
"Cosa stanno aspettando?" si chiede. "Una pulizia etnica?"
Di Fabrizio (del 14/06/2009 @ 09:51:24, in Europa, visitato 1193 volte)
Riprendo da
La
voix des Rroms, questo breve video dove si vede chiaramente la polizia che lacera le
tende ed i ripari dei Rom per impedire loro di farvi ritorno. Fatto, questo, denunciato
anche per molti sgomberi in Italia.
(A partire dalle ore 6.01 di sabato 13 giugno, potrai scegliere un nome
utente per il tuo account Facebook per consentire ad amici, familiari e colleghi
di trovare facilmente il tuo profilo.
Di Sucar Drom (del 13/06/2009 @ 11:33:02, in blog, visitato 1578 volte)
Venezia, Gentilini vince il primo round
"Auspicherei che la stessa rapidità con cui è stato istruito questo processo si
verificasse per ogni procedimento. Perché è alquanto singolare un iter così
celere: i fatti contestati risalgono al settembre 2008, gli atti vengono
depositati attorno a...
Roma, il Libro Bianco sul Razzismo in Italia
Venerdì 12 giugno 2009, a Roma, presso la Sala della Pace della Provincia di
Roma, via IV Novembre 119/a H. 10-13, Lunaria presenta il Libro Bianco sul
Razzismo in Italia...
Ddl sicurezza, c'è il rischio di creare una società di invisibili
Le norme relative all'immigrazione contenute nel ddl sicurezza del governo,
rischiano di creare una società parallela di cittadini invisibili, di
costruire dei nuovi ghetti, di far crescere il numeri di cittadini apolidi. È
questo l'allarme lanciato dal segretario del Pontificio...
Roma, ancora razzismo contro Mario Balotelli
Ancora insulti razzisti contro il giovane fuoriclasse dell'Inter Mario Balotelli,
ieri sera a Roma, in zona Ponte Milvio. Il campione era in compagnia di alcuni
compagni nella Under 21, fra cui Criscito e Giovinco, quando un gruppo di
intolleranti gli si è avvicinato rivolgendogli insulti razzisti e gettandogli
addosso, in segno di disprezzo, alcune banane....
Europee, cresce il centro-destra
Il nuovo emiciclo di Strasburgo conferma la precedente gerarchia dei gruppi
politici anche se è evidente una crescita del centro-destra (accedi ai dati
europei). Il Ppe è di gran lunga il primo partito con 267 deputati su 736. Il
Pse resta il secondo gruppo, anche ...
Un'Italia meno bipartitica e apparentemente meno berlusconiana
Il primo dato che emerge dal voto italiano di sabato e domenica è che, dalle
Politiche dello scorso anno a queste Europee, oltre 7 milioni di elettori si
sono persi per strada: sicuramente incerti, sicuramente insoddisfatti,
sicuramente delusi. Soprattutto si tratta di una valanga di gente che sbatte la
porta in faccia a tutto e tutti...
L’Europa in crisi cede il passo agli estremisti
“L’Europa è imbevuta di relativismo culturale, un’illusione, perché non esiste
uguaglianza fra culture. La nostra è di gran lunga migliore”. Questa è solo una
delle frasi usate dall’olandese Geert Wilders in campagna elettorale. Da oggi
quattro seggi del Parlamento Europeo saranno occupati dagli u...
Roma, il terzo censimento...
Un incendio ha distrutto una ventina di baracche all'interno del “campo nomadi”
di via del Flauto, nel quartiere del Collatino. Le fiamme sono divampate attorno
alle 3,30 di domenica notte...
Dove porta l'odio dell'altro
Tra il discorso di giovedì all’Università del Cairo e la commemorazione dello
sbarco in Normandia che avvenuta sabato scorso in Francia, Barack Obama ha
scelto la sosta a Buchenwald, il campo di morte dove tra ...
Abbiamo perso, in tutti i sensi
I numeri ci dicono che Dijana Pavlovic non siederà per i prossimi cinque anni
nel Parlamento europeo. Il dato elettorale è chiaro: le forze politiche italiane
che in una qualche misura hanno sempre sostenuto le battaglie delle minoranze
rom e sinte, non entrano nel Parlamento europeo perché sono divise...
Roma, battuta d'arresto alla vigilanza a "guardia" dei "campi nomadi"
Finisce nelle secche l'appalto sulla vigilanza nei “campi nomadi” della
Capitale. Ieri il Tar del Lazio lo ha sospeso. Si tratta di un affare da 4
milioni di euro in tre anni per il quale la Prefettura di Roma aveva in...
Xenofobi al Parlamento europeo
Il Giornale ha pubblicato ieri , a firma di Roberto Fabbri, un articolo per
descrivere alcuni dei nuovi parlamentari europei, eletti pochi giorni fa.
L’articolo chiarisce subito che si parla di xenofobi dichiarati ma naturalmente
già dal titolo il giornalista descrive quest...
Diversità come Valore
Quattrocentomila euro da investire in campagne di sensibilizzazione sul
territorio nazionale, attività formativa agli operatori della pubblica
amministrazione di varie Regioni italiane e iniziative finalizzate alla
costituzione di reti territoriali per il contrasto delle diverse forme d...
Cohre, il pacchetto sicurezza viola la Carta sociale europea
Il pacchetto sicurezza e i discorsi razzisti e xenofobi hanno portato a misure
contrarie al rispetto dei diritti umani in particolare, ma non solo, di Rom e
Sinti in Italia. Questa la tesi sostenuta dall'organizzazione non governativa
Cohre, che si occupa di difendere il diritto alla casa e prevenire gli sfratti,
nel ricorso collettivo contro l'Italia presentato al C...
Cgil, Cisl e Uil: l'Italia discrimina gli immigrati, i Rom e i Sinti
L’Italia discrimina i lavoratori stranieri, e lo fa venendo meno anche agli
impegni assunti a livello internazionale. È l’accusa lanciata da Cgil, Cisl e
Uil in un rapporto sulla situazione di migranti, rom e Sinti in Italia destinato
all’ Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), che fa capo all’Onu...
Roma, le proposte del Pd a favore dei Rom
Interviene Roberto Morassut (in foto), Segretario regionale del PD, sulla
questione Rom. Morassut giustamente afferma che "dopo un anno di Alemanno sul
tema nomadi c'è il nulla"...
Genova, caro Assessore è chiaro che ti riferisci ai Rom
Caro Assessore Scidone, a proposito della sua proposta di ordinanza sul divieto
a camper e roulotte di stazionare nel territorio genovese. Lei ha di proposito
non nominato i rom evitando di incorrere nella violazione degli articoli 3 e 16
della Costituzione, ma è palese che a loro si riferisce....
Rom e Sinti, la questione della rappresentanza
La questione della rappresentanza delle minoranze sinte e rom è da sempre un
annoso problema a cui si sono confrontati in molti senza successo. Infatti oggi
non esiste una rappresentanza nazionale come ad esempio esiste per gli ebrei
italiani, attraverso l’UCEI. Le ragioni sono molteplici ma è forse utile provare
a riflettere su alcune di queste...
6 giugno 2009 IL PADIGLIONE ZINGARO PERPETUO ufficialmente
inaugurato alla BIENNALE DI VENEZIA domenica 7 giugno alle 12.00
Il lancio del Padiglione Zingaro Perpetuo è una risposta ad una doppia
crisi: Mentre il 2007 vide l'acclamato primo Padiglione Rom a Venezia [(
http://www.romapavilion.org) vedi
QUI ndr], il previsto Padiglione Rom del 2009 è stato cancellato con un
minimo preavviso. La situazione molto sfortunata è resa più acuta dal fatto che
nel 2009, la Biennale di Venezia ha luogo tra violazioni estreme dei diritti
umani del Popolo Romanì in Italia ed in altri paesi europei.
Il Padiglione Zingaro Perpetuo è una risposta immediata, ma
anche a lungo termine, a questa situazione. E' un padiglione mobile e
viaggiante [...] La sua prima Residenza dopo il lancio - con i suoi
propri spazi, edifici, artisti, curatori e concetti - è già programmata per
l'HELSINKI Suomenlinna- Sveaborg (L'Istituto Nordico di Arte Contemporanea -
l'ex NIFCA). Avrà luogo nel contesto di un nuovo format artistico: un
Assemblea delle Arti. La seconda Residenza sarà a BELGRADO. Ulteriori
Padiglioni Zingari seguiranno sino Biennale di Venezia del 2011.
Gli artisti del Padiglione Zingaro Perpetuo includeranno eminenti
rappresentanti Rom, Romanichal, Sinti, Kale, Traveller, Manush, Romanisael [...]
ed altri artisti zingari.
Diversi rinomati artisti, pensatori, curatori, figure pubbliche assieme a
padiglioni nazionali hanno già dichiarato la loro solidarietà ed offerto il loro
supporto. Potete vedere la lista in divenire sul nostro sito web, dove c'è la
lista dei
Supportercome pure dellePetizionied i link al nuovo gruppo lanciato su Facebook:
http://www.facebook.com/group.php?gid=9417386654Unitevi a noi per
esprimere la vostra solidarietà e ricevere aggiornamenti sui Padiglioni Zingari.
Il nome del padiglione porta con sé la speranza e la richiesta che
indipendentemente dalla situazione organizzativa, finanziaria, artistica o
politica, un padiglione romanì o una sua rappresentazione saranno ufficialmente
presenti alla Biennale di Venezia e dentro il contesto artistico stabilito.
Inoltre - porta alla richiesta che gli artisti romanì siano rappresentati nei
Padiglioni Nazionali dei loro paesi di residenza.
Per la prima volta nel 2009, l'assenza di artisti zigani nei padiglioni
nazionali è stata trattata in forma mediatica dalle Cartoline da Venezia
(immagine di apertura). La Cartolina da Venezia è stata distribuita nel contesto
di diversi Padiglioni Nazionali - inclusi, al momento:
Il Padiglione di Grecia
Il Padiglione di Ungheria
Il Padiglione di Israele (previa riconferma)
Il Padiglione di Italia (Arsenale)
Il Padiglione di Polonia
Il Padiglione di Estonia
Il Padiglione di Serbia
Il Padiglione di Turchia
Il Padiglione di Uruguay
Speriamo che seguano ulteriori padiglioni nazionali.
Il lancio del Padiglione Zingaro Perpetuo [è avvenuto] al Padiglione
Ungherese ai Giardini di Venezia alle 12.00 di domenica 7 giugno 2009. Questa
inaugurazione del Padiglione Zingaro Perpetuo non è parte del Padiglione
Ungherese - ma da questo è ufficialmente supportato.
Disclaimer - agg. 17/8/04 Potete
riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo
il link: www.sivola.net/dblog.
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