Rom e Sinti da tutto il mondo

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La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 31/08/2005 @ 16:12:09, in Europa, visitato 2924 volte)
da Roma_Yugoslavia
Di nuovo molotov contro i Rom

BELGRADO, 29 agosto (IrA)

All'incirca alle 2.00 di questa notte, ignoti hanno lanciato due molotov contro una casa di via Sumatovacka 124 a Belgrado. Una delle bottiglie è caduta sul tetto, proprio sopra alla stanza dove dormiva un bambino di 14 mesi. L'altra è finita nel parcheggio di frnte all'abitazione, diproprietà di uno dei residenti. E' il secondo attacco di questo genere contro i Rom nelle ultime due settimane. Il primo era avvenuto a Zemun.

Gli abitanti hanno denunciato il fatto all'Ufficio Socio-Legale del Centro Comunitario Rom e al Social Club Maladipe. Alcuni dei residenti, Djordje Jevtic, Goran Rajic, Boban Mitrovic e Gabrijela Kamberovic ritengono che l'attentato sia da collegarsi alle minacce che ieri sarebbero state rivolte loro da non meglio identificati poliziotti in divisa. I poliziotti avevano intimato loro di lasciare immediatamente la casa, anche se non avevano nessuna richiesta del tribunale o altri documenti a suffragare la richiesta. Nell'abitazione di via Sunmatovacka, che in precedenza era stata sede di uffici comunali, vivono sette famiglie, circa 40 persone, alcune trasferitesi lì in maniera irregolare.
Anche se quanto raccontato dai testimoni è tuttora da vagliare, è indicativo del clima in città.
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Di Fabrizio (del 31/08/2005 @ 16:35:32, in Europa, visitato 2587 volte)
da Bulgarian_Roma / Bulgarian Helsinki Committee

E' uscito il numero 122 del bimensile online "Obektiv" (in lingua inglese). In questo numero il pericolo della deriva xenofoba e nazionalista in Bulgaria, alla luce del recente successo elettorale della coalizione "Ataka/Attack".

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Di Fabrizio (del 01/09/2005 @ 00:55:37, in Italia, visitato 2192 volte)
 
Nomadi, dal 2001 cresciuti del 50 percento
Negli ultimi 4 anni sono arrivati 5.000 rom, di questi il 60% sono minorenni. Consistente la comunità rumena nei campi, "specializzata" nell'accattonaggio. La scolarizzazione e i progetti del Campidoglio
Roma, 31 agosto 2005 - Cresce in modo significativo la presenza dei nomadi a Roma. Nella capitale rappresentano ormai una polis autonoma che vive soprattutto nei campi abusivi, improvvisati, senza acqua ne' luce. I rom sono aumentati negli ultimi quattro anni: secondo l'Opera nomadi sono aumentati del 50% passando da 10 mila a 15 mila. La maggior parte, il 60% -sempre secondo i dati dell'Opera Nomadi- sono minorenni. Di questi il 70% ha meno di 14 anni.

Sarebbero quindi 5000 - secondo queste stime - i nomadi arrivati a Roma negli ultimi quattro anni, che si sono aggiunti ai circa diecimila che erano gia' presenti nel 2001, quando la cifra ufficiale era di 6.500 unita' di residenti nei campi e di circa 3500 rom italiani che vivevano in abitazioni. Secondo l'Opera Nomadi, i 5000 arrivati dal 2001 in poi pero' vivono per lo piu' nei campi: si tratta di rumeni, molti clandestini, dediti alle attivita' piu' svariate ma soprattutto all'accattonaggio. La maggior parte vive in campi abusivi nei quali - sempre secondo l'Opera Nomadi- sono lievitate a dismisura le presenze e si vive in condizioni di vero sovraffollamento. Oggi dei 15 mila nomadi presenti a Roma - dicono all'associazione che rappresenta i rom - molti vivono in condizioni di estrema difficolta', con un tasso di disoccupazione pari al 90 per cento, in 26 campi nomadi, gli unici rimasti dei 51 insediamenti spontanei del 1996. Tra queste strutture, secondo quanto ha reso noto l'assessorato alle politiche sociali e promozione alla salute del comune di Roma, gli insediamenti di Tor Sapienza, Spinaceto, Via Candoni alla Magliana Vecchia, villa Troili e il campo Cesare Lombroso, sono attrezzate con moduli abitativi, muniti di energia elettrica e di collegamento alla rete fognaria cittadina. Circa mille persone, che vivono in condizioni igienico-sanitarie piu' o meno accettabili alle quali si uniranno i 2500 nomadi dei campi semi attrezzati.

L'assessorato ha annunciato che saranno presto ultimati i lavori nel campo di Salone che ospita 1245 rom e nel quale sono stati assorbiti anche gli abitanti dell'insediamento di via Collatina. A settembre dovrebbe essere ultimata la ristrutturazione del campo di vicolo Savini, uno dei piu' numerosi con 800 bosniaci, mentre ci vorra' ancora del tempo per rendere vivibili quelli della Barbuta sull'Appia, delle Sette Chiese, di via della Martora e di via dell'Arco di Travertino. Inoltre, i dati forniti mostrano una rete di accoglienza quintuplicata negli ultimi anni. Adesso i posti disponibili sono aumentati da 600 a 3.500 e diventeranno 5000 nel prossimo anno. Ma e' ancora troppo poco. A fronte delle poche migliaia che vivono in strutture attrezzate, gli altri sono relegati in insediamneti spontanei, al limite della sopravvivenza.Tutte realta' fatiscenti dove, molto spesso, l'unico segno di civilizzazione e' la fontanella pubblica. Condizioni difficilissime, dice l'Opera Nomadi, che diventano inaccettabili, se si pensa che ci vivono moltissimi bambini.

Giovani e giovanissimi utilizzati per l'accattonaggio e ancor peggio, per piccoli furti o prostituzione, secondo quanto denunciato in un documento ufficiale dal Tribunale dei minori di Roma. Per cercare di migliorare le condizioni di quasi 5000 bambini, il comune ha avviato un progetto di scolarizzazione e monitoraggio sui piccoli zingari con un servizio di pulmini per raggiungere le strutture scolastiche. Nell'anno scolastico 2004-2005 sono stati iscritti a scuola 1804 tra bambini e adolescenti rom, un dato in crescita se si pensa che nel biennio 1999/2000 erano 1161. Anche i piu' piccoli, cioe' quelli che frequentano la scuola materna o la scuola dell'infanzia, sono aumentati tra il '99 e il 2005, passando da 230 a 319.Se le iscrizioni sono cresciute, esiste pero' un'alta percentuale di bambini che non rispondono con frequenza all'appello, collezionando assenze e arrivando persino all'abbandono nel corso dell'anno scolastico.

Nel 2002/2003 ha frequentato regolarmente le lezioni il 47,44 per cento dei piccoli rom, mentre quasi il 15 per cento in modo saltuario. Ma esiste un 40 per cento di minori che nelle aule delle 264 scuole coinvolte nel progetto di scolarizzazione, non ha mai messo piede. Un fenomeno grave se si pensa che la maggior parte di questi bambini non risulta presente neanche campi. Piccoli fantasmi, nella maggior parte dei casi nascosti ai controlli della polizia. Per i genitori, infatti, rappresentano una preziosa fonte di guadagno perche' utilizzati per l'accattonaggio e per attivita' illegali. Bambini che vanno a ingrossare il tessuto della microcriminalita', che affollano i marciapiedi, i semafori, le strade. Chiedendo soldi, costretti a borseggiare. E invece dovrebbero solo giocare e studiare.
Fonte Ansa
 
 
 
Opera Nomadi
 Ente Morale (D. P. R. 26/03/70 n. 347)
SEZIONE del LAZIO                
posta elettronica: operanomadilazio@supereva.it
Segreteria tecnica :
Viale di Porta Labicana, 59 –00185 Roma
tel.: 06/44701860- fax 06/49388168
31.08.2005
 
Alla REDAZIONE ROMANA dell’ANSA
                    
 
OGGETTO : LETTERA APERTA all’On.le SABBATANI-SCHIUMA
 
 
UNA SERIA POLITICA COMUNALE
PER L’AVVIAMENTO AL LAVORO dei cittadini Rom/Sinti
 
Gentile On.le Sabbatani-Schiuma
 
era da tempo che volevo parlarLe e spero che ci possa incontrare in Comune quanto prima.
Le premetto che l’Opera Nomadi da sempre ha chiesto il numero controllato delle presenze in città e che allo stesso sia parallelo un patto sulle regole con i capifamiglia Rom/Sinti.
Numero controllato vuol dire redistribuzione organica degli sventurati profughi Rom Rumeni sull’intero territorio laziale, non significa espulsione verso la miseria e la totale mancanza di ammortizzatori sociali seguiti, per il popolo Rom di Romania, alla caduta del cosiddetto muro nel paese di residenza. Ed in Romania i Rom sono ben 2 milioni, una percentuale quasi superiore a quella già limite dell’Ungheria, mentre in Italia i Rom/Sinti non arrivano a 150.000, ovverosia la percentuale più bassa di tutto il territorio europeo. Bene ha fatto quindi Raffaela Milano a non stendere cavalli di frisia alla periferia di Roma.
Le scrivo dalla mia casa natale in Calabria, dove ad ogni fabbrica che chiude si minaccia di trasferire la produzione in Romania nazione in cui i nostri bravi connazionali industriali hanno la possibilità di pagare salari anche 10 volte inferiori a quelli del nostro Paese. Come in effetti sta accadendo, causando quindi un generale impoverimento della popolazione rumena.
Sarebbe stato quindi opportuno che Lei citasse anche le responsabilità del Governo Italiano nell’induzione dell’immigrazione dalla Romania e non soltanto attaccare a mò di ariete Valter Veltroni e Raffaela Milano. E comunque pure il Governo (ben tre Ministeri) si sta muovendo su di una linea ormai completamente diversa da quella della medievale <Bossi-Fini> tant’è che nelle prossime settimane anche il Comune di Roma parteciperà ad una riunione sull’innegabile in Italia.
 
Certamente bisogna fare molto ma molto di più : ancora nella politica capitolina restano tracce dei madornali errori strategici della gestione Rutelli (si veda, un solo esempio, la tragica discesa della scolarizzazione negli ultimi tre anni) , ma l’apertura dell’Rom> (legga per cortesia con attenzione i dati sull’avviamento al lavoro e l’intervento deciso contro la devianza fin dentro Rebibbia) ed un razionale piano per l’habitat della immigrazione Rom dalla Jugoslavia, dovrebbe farLa riflettere sul fatto che con Veltroni ed i suoi Assessori Milano e Carrazza (e numerosi Municipi, in testa il V°, il VII° , l’XI°, il IV° ed anche il XII° - quest’ultimo a Lei vicino politicamente -), nonché con l’intera Amministrazione Provinciale determinatissima anch’essa sulla strategia di <lavoro, habitat e regole> per i Rom/Sinti.
Il suo collega di partito, l’On.le MARCO CLARKE, ha compreso questa strategia perfettamente già dagli infausti giorni delle barricate di fine anni ’80 ed ha concorso in questi 17 anni ad avviare al lavoro numerosi capifamiglia Rom/Sinti, disegnando con noi un modello di possibile integrazione che si sta rivelando preziosa e che sarà definitivamente utile se Lei comincerà ad ascoltare e conoscere. La invitiamo quindi a visitare l’ROM> del Comune di Roma od uno qualsiasi dei tanti siti dove si avviano al lavoro i nostri sfortunati fratelli Rom/Sinti, verso cui, lo ribadiamo, non valgono né il buonismo né la mera repressione, ma la sopradetta strategia di <lavoro, habitat e regole>.
Insomma siamo molto più preoccupati di Lei per l’aumento esponenziale della popolazione Rom, ma ci piace la concretezza e molto meno il propagandismo.
 
Nei prossimi giorni attendiamo un Suo cortese cenno di riscontro.
 
 
Il Presidente Nazionale
Dr Massimo Converso
 
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Di Fabrizio (del 01/09/2005 @ 10:21:56, in Europa, visitato 2573 volte)

RAPPORTO DI AMNESTY INTERNATIONAL

riportato da Anna Lepadatu su Romanian_Roma

I Rom Mikhail Kaldarar e Vasilii Kodrian, da settimane sono trattenuti nelle carceri di Chişinãu, la capitale. Tutti e due senza addebiti a loro carico e a rischio di malvessazioni e violenze.

Mikhail Kaldarar è stato trattenuto dalla polizia durante un’azione effettuata nel quartiere rom della città di Yedintsy, nel nord del paese, attorno al 18 luglio. L’azione avveniva in seguito ad alcuni omicidi a Chişinãu. La polizia ha fatto irruzione negli appartamenti, malmenato uomini, donne e bambini. Ha poi trattenuto 30 di loro, tra cui bambini di 12 anni. La maggior parte sono stati scarcerati due giorni dopo, su richiesta del tribunale cittadino, che aveva giudicato non ci fossero imputazioni a loro carico. Testimoni riferiscono di essere stati malmenati durante i due giorni, perché confessassero le loro colpe.

Secondo il suo avvocato, Mikhail Kaldarar è stato invece trasferito sui richiesta del Ministero degli Interni in un Centro Temporaneo (izoliator vremennogo soderzhaniia, - IVS) della capitale. Doveva essere scarcerato il 25 luglio, perché trattenuto senza motivo. Un rapporto della polizia cita che il 27 luglio la madre e alcuni rappresentanti dell’Alleanza Unita dei Rom di Moldavia, si sono recati presso l’IVS, non avendolo visto tornare. Il 3 agosto il Ministero degli Interni ha confermato alla famiglia che Mikhail Kaldarar era ancora detenuto nell’IVS e che sarebbe stato rilasciato solo dopo che la comunità Rom avesse indicato i veri colpevoli degli omicidi di Chişinãu. Da parte sua, il Ministero non ha confermato questa versione dei fatti e né la famiglia né il suo avvocato hanno più avuto il permesso di un colloquio.

Il 5 agosto, Vasilii Kodrian è stato invece trattenuto dalla polizia di Yedintsy, nel corso della stessa inchiesta, al posto del figlio che non era reperibile. Si pensa che attualmente si trovi pure lui nell’IVS di Chişinãu.

ULTERIORI INFORMAZIONI

Violenze e torture durante la custodia e gli interrogatori sono comuni presso la polizia moldava. Uno dei bersagli più frequenti di questi trattamenti è a comunità Rom. Nel suo secondo rapporto sulla Moldavia, pubblicato nell’aprile 2003, la Commissione del Consiglio d’Europa contro il Razzismo e l’Intolleranza (ECRI), esprime alta preoccupazione sulla discriminazione verso i Rom e sottolinea i trattamenti loro riservati dalle forze di polizia.

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Di Fabrizio (del 01/09/2005 @ 13:59:03, in media, visitato 2022 volte)
Alluvione a New Orleans: tra 50 e 100 morti
Attentato a Baghdad: oltre 1000 morti
Carestia in Niger: da 20.000 a 3.500.000 morti
Emergenze locali
Sgombero di via Capo Rizzuto: Comune e Provincia trattano da 66 giorni (oltre 100 se si calcola il pre-sgombero)
Da risistemare: circa 100 persone
Stime: oltre 10.000 persone a Milano risiedono in sistemazioni di fortuna
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Di Fabrizio (del 01/09/2005 @ 16:54:25, in Kumpanija, visitato 1984 volte)

E' morta il 28 agosto l'anziana regista Melani Spitta, una Sinta di nazionalità tedesca. I suoi film erano stati presentati nuovamente a Colonia, durante la rassegna cinematografica "Vedere attraverso gli occhi degli altri", tenutasi all'inizio di giugno.

Il saluto di Veshengro su Roma_und_Sinti

Se n'è andata una cara sorella

Conosciamo tutti quanti il sentimento di pena che accompagna la dipartita di una persona onesta e cara. Questo è quanto provo scrivendo di una donna che non ho mai conosciuto di persona, ma solo di fama. 

Dopo una lunga e dolorosa malattia, si è spenta a Francoforte sul Meno l'attivista civile e regista Melani Spitta, vincitrice del premio Otto Pankow. I Sinti la chiamavano "die Einzige", che possiamo tradurre come "l'Unica", sola superstite della sua famiglia allo sterminio di Auschwitz. I traumi sofferti non si erano mai cicatrizzati, traumi fisici e morali che avevano a vedere con la sua lunga sofferenza.

I funerali si terranno lunedì 5 settembre a Düren (vicino Aachen) alle 11.00 presso St. Marienkirche e la salma sarà tumulata nel cimitero della cappella.

Facciamo in modo, se non sarà possibile accompagnarla di persona durante il suo ultimo viaggio, che abbia un posto nel nostro cuore. Manteniamo il ricordo e il legame che ci avvicina a chi ha lottato per tutta la sua vita: contro un inferno che non è ancora passato e per questo non deve essere dimenticato, non solo da chi come i Sinti, i Rom e gli altri perseguitati l'hanno vissuto in prima persona.

Ricordiamo con orgoglio la Sinta Melani Spitta che tanto ha fatto per i diritti del nostro popolo.

Che possa riposare in pace.

Atch Develesa amari Phena!

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Di Fabrizio (del 02/09/2005 @ 10:27:07, in Italia, visitato 1958 volte)

Una delle cose assurde di questo blog, è che è più facile sapere cosa avviene in Romania o in Germania (ad esempio), di ciò che succede in Italia.

In questi giorni, avrei bisogno di qualcuno che mi raccontasse cosa sta succedendo a Verona, e che riuscisse a seguirne gli sviluppi. La città potrebbe divenire un vero e proprio laboratorio dei rapporti tra autorità e comunità nomadi, che nomadi hanno smesso di esserlo da anni.

Nel 2001 la locale Lega Nord diede vita ad una campagna dal titolo "Fuori gli zingari dalla città". Bersaglio la comunità dei Sinti italiani - un centinaio - subivano uno sgombero dall'area in cui si trovavano da tempo, costretti ad una situazione di vagabondaggio da un posto all'altro per trovare una soluzione. Soluzione che dall'amministrazione comunale tardava ad arrivare. unità, che troverà ospitalità nella circoscrizione n. 6, l’unica di centro sinistra. La Lega si mobilita contro questa permanenza, e si mobiliterà affinché i Sinti vengano rimessi allo stadio e da lì continuerà a dire che devono andarsene. La campagna di raccolta firme, con cui la Lega intendeva sollevare la questione, non era una “normale” campagna antirazzista, ma il manifesto diceva: via gli zingari..." Il tribunale condanna alcuna assessori comunali per violazione alla legge Mancino. (*)

Le tensioni in comune continuano, anche perché nel frattempo la giunta è passata al centro-sinistra. Che in qualche modo tenta di mettere una pezza all'altra emergenza Zingari: gli arrivi dall'Europa dell'Est, in condizioni simili a quelle di molte città italiane. Il campo di Boscomantico, che accolse nel 2003 i rom sgomberati dal primo insediamento voluto dalla nuova amministrazione. La giunta Zanotto sanò allora – era il 2002 e solo da alcuni mesi amministrava la città – una situazione di estremo degrado ereditata dalla precedente giunta di centro-destra, più di duecento persone che vivevano alle porte della città in condizioni spaventose. A dicembre un altro centinaio di rom rumeni, che erano scappati durante lo sgombero ma erano poi tornati a Verona e dormivano sotto un cavalcavia, fu accolto nel campo. I bambini andavano a scuola o all’asilo-nido interno, ne nascevano di nuovi.
La svolta avviene quest’anno, quando il prefetto, su invito del ministero, comunica al comune che il 31 agosto scade la concessione dell’area. Il comune non demorde e stanzia quasi 700 mila euro per la realizzazione di un nuovo campo, adiacente al vecchio. Qui, però, fa sapere andranno solo coloro che sono in regola con le norme della legge, la famigerata Bossi-Fini.
(*)

Il resto è cronaca di questi giorni, e riporta ad esperienze simili in atto da altre parti d'Europa, ma anche a Roma, Milano, Napoli... Gli ultimi arrivati, quelli che non hanno niente da perdere e a cui resta solo l'espulsione, occupano una chiesa in pieno centro; come fecero a suo tempo i sans papier a Notre Dame. Il parroco, inizialmente reagisce con irritazione, poi cede al dovere della prima assistenza. La chiesa e il sagrato, complice anche i centri sociali veronesi che sostengono l'occupazione, si riempiono di cartelli e striscioni. Il comune non sa che pesci pigliare, nel frattempo davanti alla chiesa riappaiono i consiglieri inquisiti della maggioranza precedente, ma le provocazioni non vengono raccolte. Rimane la questura a gestire "l'unità di crisi". Nessuno degli occupanti ha ricevuto il decreto di espulsione. Anzi, a parere del dirigente della questura, Ferdinando Malfatti, è possibile che alcuni di loro siano sanabili, una volta esaminate le singole posizioni: Stiamo aspettando – dice – di avere una lista dei nomi degli adulti presenti in chiesa, per confrontarle con quelle forniteci dal comune. Per ora non pensiamo di intervenire, anche perché non è stato commesso alcun reato. La chiesa è aperta ai fedeli e il parroco ha dichiarato la sua disponibilità a dare rifugio a questa gente”. Passa Ania, che ha il pancione e una figlia piccola per mano, lei potrebbe avere il permesso per gravidanza, ma le assistenti sociali e gli operatori della comunità dei giovani le hanno proposto di andare in un istituto, lasciando il marito al suo destino. Ania non vuole, e come lei tutte le altre nella sua situazione: “Il comune ci ha tradito – dice – ci ha fatto promesse, i nostri bambini sono andati a scuola, hanno preso anche il diploma e adesso ci cacciano. Non vogliamo sparire nel nulla”. (*)

Notizie di ieri sera: la mediazione ha funzionato e le espulsioni per il momento sono state scongiurate. Il nodo adesso rimane quello di passare dall'emergenza alla progettualità.

(*) da Melting Pot

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Di Fabrizio (del 02/09/2005 @ 22:33:28, in Italia, visitato 2123 volte)

Come se il tempo stesse girando in tondo. Dopo un po', è normale che venga il mal di testa.

Una tesi, che ritrovo sempre più spesso: gli islamici oggi sono visti come 70 anni fa erano descritti gli ebrei (sottotitolo ovvio: il fascismo e il razzismo di allora stanno tornando con altre vesti)

Nel frattempo sta aumentando il mal di testa. Di questi islamici non mi fido... Li capisco, sono d'accordo, ma non mi fido. Quando scrivono di democrazia, di civiltà. di tolleranza... in realtà sono preoccupati di difendere loro stessi e magari quel poco e quel tanto che sono riusciti a portare con sé.

Quei paragoni che li disgustano, quelle immagini che li offendono, il sentirsi etichettare a priori come ladri o asociali... insomma, il repertorio di 70 anni fa, per chi è nato Rom è stato il pane quotidiano, fino a non farci più caso. Ora si [ri]scopre il razzismo e il fascismo di questi comportamenti. Ma manca ancora coscienza che gli islamici di oggi, sono gli Zingari di oggi (e di ieri). E se non si capisce questo, le vittime possono trasformarsi nei nuovi carnefici, più evoluti e civili.

Il principio è lo stesso: non riconoscere l'altro come un proprio simile. Senza voler far niente per capire da dove abbiano avuto inizio le differenze, ma soltanto per cintare idealmente il proprio cortile. Così è facile parlare di un popolo (che è la più grande minoranza europea) rinchiudendolo nella gabbia fisica e morale della devianza e della depravazione. Senza guardare oltre. Osservo che i tassi di natalità, mortalità, reddito, scolarizzazione che si trovano tra i Rom e i Sinti europei, sono grossomodo gli stessi dei campi profughi in Palestina o delle township sudafricane. Però, sarei giudicato razzista se parlassi di loro come qualsiasi persona civile (occidentale e no) si riferisce a chi non ha ne patria, ne bombe, ne IADL. O meglio, ci sarebbe chi si occupa di difesa legale, ma per ragioni sociopolitiche preferisce operare in paesi più facili da destabilizzare.

Mal di testa acuto: faccio quel che posso per calmarlo e scrivere della pulizia etnica che in questo clima europeo potrebbe essere il futuro degli islamici. Ma l'argomento è ancora un tabù mediatico: sappiamo di cosa succede fuori dai nostri confini, quello che succede in Italia (che si tratti di rimpatri forzati, attentati razzisti, discriminazioni) rimane forzatamente ristretto nella corrispondenza tra intimi.

 

PS: Ho soltanto riscritto una lettera che mandai 16 anni fa ai giornali. Allora, avevo visto un campo Rom soltanto due volte e già si stava cercando di fare in modo che le cose potessero cambiare. Ho dovuto cambiare pochissimo per rendere i 16 anni che sono passati.

PPS del giorno dopo: Ma davvero tenere un blog serve a sfogarsi? Quando tutti sfogano i loro mal di testa, senza sapersi ascoltare, si finisce a scrivere per se stessi. Anche a sfogarmi, vedo che le cose sono addirittura peggiorate da 16 anni fa.

Una volta c'era l'ebreo che da persona diventava categoria, tirato in mezzo anche quando non aveva niente a che fare col discorso. La personificazione di ciò che è negativo.

  • Su il Giornale.it di ieri: si parla di Kusturica, ma visto che il tema del film sono i Rom, il titolo diventa: «C’è chi si fa arrestare solo per avere un tetto»
  • Su La Padania online: titolo "AL QAEDA RIVENDICA LA STRAGE DI LONDRA" e testo "... Insomma - detto con la massima delicatezza per ...quelle vittime - gli sciiti sono l'equivalente, per mentalità, costumi e arretratezza, degli zingari. ..."  di Blondet (dove ho già sentito questo nome?)
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Di Sucar Drom (del 03/09/2005 @ 13:30:06, in Italia, visitato 2010 volte)

Sabato 3 Settembre 2005 ore 13:10:13

Da un anno stiamo intervenendo nell'Alto Vicentino dove vivono un centinaio di famiglie Sinte Italiane.
La situazione è drammatica. Famiglie intere si vedono negata la residenza e ricevono quotidianamente Ordinanze di Sgombero perchè appartengono alle Minoranze Etniche Linguistiche dei Sinti Italiani.
Particolarmente grave la situazione a Piovene Rocchette dove il Sindaco, Maurizio Colman, ha intrapreso "una crociata" contro una famiglia di Sinti Italiani che ha acquistato un terreno nel 2000. La famiglia Levacovigh si è vista notificare anche due ordinanze di sgombero al giorno.
Nelle prossime settimane abbiamo intenzione di lanciare una campagna nazionale per contrastare questi fenomeni di rifiuto contro uomini, donne e bambini italiani.
L'atteggiamento del Sindaco di Piovene Rocchette ha trascinato tutto l'Alto Vicentino (Vicenza compresa) e una riunione dal Prefetto il 3 agosto 2005 non ha aiutato a contenere i fenomeni di discriminazione.

Di seguito una rassegna stampa degli ultimi giorni da Il Giornale di Vicenza

23 agosto 2005, di Jenny Bassa
Incredibile iniziativa del sindaco Maurizio Colman contro due famiglie “rom”
Un fosso di 200 metri anti-nomadi
E ieri un incontro con le forze dell’ordine: «Serve pugno di ferro»

24 agosto 2005, di Jenny Bassa
Avvocati contro il fossato
La famiglia sinti s’è rivolta ai legali, contro il gesto “medioevale”
Piovene
S’inasprisce la battaglia per l’ottenimento della residenza delle due nomadi che ad oggi sono senza documenti

24 agosto 2005, di Mauro Sartori
Altri episodi. Varie “iniziative” della campagna per rendere più difficoltosa la permanenza delle carovane
La “rivolta” dei sindaci: «Prima i cittadini poi i rom»
Sbarre, ponticelli, fossati e massi: anche a San Vito, Thiene e Malo non stanno mani in mano

mercoledì 31 agosto 2005, di Bruno Cogo
Il Comune aumenta la sorveglianza
I NOMADI nel mirino
Raffica d’interrogazioni

mercoledì 31 agosto 2005, di g. m. m.
«NOMADI, in via Nicolosi
si passi alle demolizioni»
Dopo la roulotte, ora c’è un camper: continua il disagio

giovedì 01 settembre 2005, di Jenny Bassa
Piovene Rocchette. Azione contro il Comune che ha scavato un solco per impedire ai gitani di sostare in un terreno
NOMADI, dal fosso al tribunale
L’Opera che difende i rom ingaggia gli avvocati contro il sindaco

Su Sucar Drom la rassegna completa

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Di Fabrizio (del 04/09/2005 @ 01:03:28, in casa, visitato 2087 volte)

Dalla mailing list Bulgarian_Roma

Il comune di Sofia ha annunciato l'intenzione di demolire 25 case nel quartiere periferico di Hristo Botev, e di volere procedere con iniziative simili in altri quartieri della cintura urbana.

Sono i quartieri più poveri, con una forte presenza Rom. Il comune ha motivato la decisione con l'intenzione di combattere l'abusivismo edilizio. La decisione non è certamente improvvisa, ma sinora era stata rimandata per diverse ragioni, che tutt'ora non sono risolte. 

  • La prima riguarda il destino degli abitanti, che non hanno altra possibilità se non di finire in mezzo alla strada.
  • In secondo luogo l'illegalità edilizia in Bulgaria è un fenomeno largamente diffuso da anni, che riguarda tanto gli slums delle periferie che i grandi e piccoli complessi alberghieri sulla costa

Il governo già dal 1999 aveva preso l'impegno di risanare i quartieri ghetto, e aveva coinvolto diverse associazioni in progetti che riguardavano a fornitura di corrente elettrica, acqua potabile, scuole e servizi. Progetti che verranno forzatamente interrotti da questa nuova svolta.

Le motivazioni degli sgomberi sono dettate dagli appetiti finanziari ed immobiliari, ma anche dal nuovo quadro politico che sta determinandosi in Bulgaria, dopo il recente successo elettorale della coalizione ultranazionalista Ataka e i difficili tentativi di formare una compagine governativa.

La situazione casa è grave in tutto il paese. Dopo gli alluvioni che hanno colpito tutto l'Europa dell'Est, sono migliaia i Rom che nei piccoli paesi isolati si sono trovati senza casa. Interi villaggi sono stati cancellati dalle piogge. E già nel tormentato quadro politico della Bulgaria fioccano le polemiche sugli aiuti destinati alla ricostruzione, con il partito Ataka che tuona contro i fondi che sarebbero destinati alla ricostruzione dei villaggi Rom.

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