Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.
Di Fabrizio (del 09/12/2008 @ 09:23:39, in Europa, visitato 2005 volte)
Post internazionale ed intraducibile: un elenco di
interventi e video a tema Europa.
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RomNewsTV maj but sar 200 videos po YouTube
Exclusive content in English, Romanes, Francaise and
Deutsch
Specials on: The 4th Plenary Assembly of the
European Roma and Travellers Forum, European Parliament Session on EU Roma
strategy, The European Roma Summit, Minutes by Roma activists, three Exclusive
documentaries.
Spezial zu: Der vierten Generalversammlung des ERTF, Sitzung im Europa Parlament
zu EU Roma Strategie, Der europäische Roma Gipfel, Minuten von Roma aktivisten,
drei neue Dokumentationen.
Specialno pala: o starto plenarako kidipe katar o ERTF, Europejko Parlamento
pala strategija Romani ando Europa, Minuti katar Romane aktivistura, trin neve
dokumentaije.
RNN Exclusive: European Parliament Session: Council and Commission statements EU
strategy on Roma [December 3rd 2008]
Di Sucar Drom (del 10/12/2008 @ 00:14:16, in blog, visitato 1685 volte)
Dai commenti su youtube: grazie è importante soprattutto di questi tempi
(l'episodio delle impronti digitali mi sembra si sia riproposto di recente da
queste parti....) ricordare e capire cosa vuol dire resistere e anche
rispettare. se stessi e gli altri.
E per terminare: questo video mi ha ricordato un vecchio intervento sul blog
U TOPIC
Il Consiglio delle OnG della Comunità Rom come organizzazione leader per
oltre 120 associazioni civili rom e come la più forte piattaforma rom di
Slovacchia, sta osservando la situazione di crescente nazionalismo e fascismo
nei paesi vicini e specialmente in Ungheria, con profondo rammarico ed offesa.
Dal nostro punto di vista, i gruppi dei componenti delle guardie e gli
estremisti nazionalisti in Ungheria, sono le unità paramilitari fasciste
che, senza alcuna ragione, attaccano i membri della comunità Rom in Ungheria.
Questi gruppi stanno tentando di importare l'estremismo, il fascismo ed il
nazionalismo anche nel territorio della Repubblica Slovacca. Noi, Rom, temiamo
per la nostra vita. Queste attività ci ricordano gli anni '30 e l'espansione
dell'estremismo, del fascismo e del nazionalismo in Europa, che terminò
nell'olocausto del popolo Ebreo e Rom.
Consideriamo la situazione di squadre in uniforme di guardie e gruppi
nazionalisti estremisti che marciano sul territorio della Slovacchia e
diffondono la paura intorno a loro, come assolutamente inaccettabile.
Non comprendiamo il Governo Ungherese, guidato dal Primo Ministro Ferenc
Gyurcsanyi, che si dichiara come un paese membro democratico dell'Unione
Europea, senza reagire per fermare le attività delle Guardie e senza lavorare
all'adozione della legislazione e degli strumenti di legge per evitare la
diffusione del fascismo e del nazionalismo in Ungheria.
Ci appelliamo a tutti i paesi dell'Unione Europea, alle sue istituzioni e
organizzazioni perché agiscano e ci aiutino a fermare questo terrore in
espansione.
Di Fabrizio (del 10/12/2008 @ 13:03:05, in media, visitato 1865 volte)
Ricevo da Maria Grazia Dicati
"Politica e informazione - con poche lodevoli eccezioni - ignorano o guardano
con fastidio all'enorme capitale della 'società civile responsabile' che difende
i diritti umani reagendo all'ingiustizia, alla violenza e all'oppressione con
azioni quotidiane ed efficaci" Lo denuncia del coordinatore della 'Tavola della
pace', Flavio Lotti che oggi, 'Giornata internazionale dei Diritti umani', ha
indetto proprio davanti alla sede Rai di viale Mazzini a Roma una manifestazione
nazionale.
"Se si vuole difendere davvero i diritti umani e, allo stesso tempo, tentar di
uscire dalla grave crisi che stiamo vivendo non si può fare a meno di ascoltare
e valorizzare quel capitale enorme rappresentato dalla 'società civile
responsabile' che ha scelto di reagire all'ingiustizia, alla violenza e
all'oppressione con azioni quotidiane ed efficaci" - afferma Lotti. "Sono
migliaia i cittadini, giovani, amministratori locali, insegnanti, gruppi,
associazioni, organizzazioni ed Enti Locali che dedicano una parte importante
del proprio tempo, delle proprie competenze e del proprio denaro per difendere e
promuovere i diritti umani, per diffondere solidarietà, moltiplicare la
cooperazione, promuovere la giustizia sociale, accrescere la consapevolezza,
sollecitare la partecipazione, costruire la cultura della pace, della
nonviolenza e dei diritti umani" - prosegue Lotti.
"Ma - ribadisce il coordinatore della 'Tavola della pace' - questo capitale
enorme testardamente non viene valorizzato, non lo si vuole né mostrare né
ascoltare". "La politica e l’informazione (con poche lodevoli eccezioni) lo
ignora o lo guarda con fastidio" - prosegue Lotti. "O servi a qualcuno o sei
cancellato" - sottolinea Lotti ricordando anche "i tentativi di
strumentalizzazione e le pacche sulle spalle".
"Ma se la politica e l’informazione ignorano i difensori dei diritti umani e i
costruttori di pace non sono né una politica né un’informazione di pace" -
ribadisce il coordinatore della 'Tavola della pace'. "Allo stesso modo, un
governo che non riconosce, valorizza e sostiene i propri cittadini che
s’impegnano personalmente e spesso gratuitamente, a costo di piccoli e grandi
sacrifici, per costruire pace, giustizia, rispetto dei diritti umani non è un
governo di pace. E questo ci fa solo del male" - conclude Lotti.
Per questi motivi la 'Tavola della pace' ha deciso di celebrare la Giornata
internazionale con una manifestazione davanti alla sede Rai di viale Mazzini a
Roma alla quale hanno aderito numerosissime realtà della società civile italiana
tra cui il 'Coordinamento Nazionale Enti Locali per la pace e i diritti umani',
Federazione Nazionale Stampa Italiana, UsigRai - Sindacato Giornalisti Rai,
Libera, Acli, Arci, CGIL, Legambiente, Missione Oggi, Mosaico di Pace, Focsiv,
Emmaus Italia, CNCA, Gruppo Abele, Asal, Intersos per citare solo le principali.
Davanti ai cancelli della sede Rai di Roma verrano letti gli articoli della
'Dichiarazione Universale dei Diritti Umani', della Costituzione Italiana e del
Contratto di servizio RAI. In un recente messaggio titolato "Cara Rai...", la
'Tavola della pace' ha ricordato ai vertici di viale Mazzini la natura di
"servizio pubblico" della Rai e che "i diritti umani hanno bisogno" della Rai.
"Senza di te i diritti umani sono violati e i responsabili restano impuniti.
Centinaia di milioni di persone, in Italia e nel mondo, sono senza voce: hanno
disperato bisogno della tua attenzione" - sottolineava Lotti.
Insomma, conclude Lotti "i diritti umani interrogano la politica, ma la politica
ancora non risponde". "Per questo abbiamo deciso di promuovere oggi 10 dicembre
una Giornata nazionale d’Azione per i diritti umani: 201 manifestazioni in 159
città italiane per promuovere una nuova agenda della politica".
Interverranno tra gli altri:
I bambini e i maestri delle Scuole Elementari Pistelli e Manetti di Roma
Luciana Alpi, mamma di Ilaria
Maria Grazia Giannichedda, Forum Salute Mentale, Presidente Fondazione Basaglia
Padre Sivio Turazzi, Missionario in Congo - Chiama l'Africa
Pietro Barbieri, Salvatore Nocera, F.I.S.H. – Federazione Italiana Superamento
Handicap
Giuseppe Giulietti, Giorgio Santelli, Giuliano Santelli, Angelo Giacobelli,
Articolo 21
Andrea Vianello, Elisa Marincola, Duilio Gianmaria, David Sassoli, Santo della
Volpe, Giampiero Bellardi, Antonio Di Bella, Beppe Muraro, giornalisti Rai
Valentina Amurri, Linda Brunetta, Benedetta Buccellato, Ugo Gregoretti, Citto
Maselli, Michele Mirabella, Biagio Proietti, Nino Russo del Coordinamento
Emergenza Cultura
Una testimonianza su come nasce il problema degli zingari e una denuncia su
un bambino Rom in ospedale privo della possibilità di fare ancora i vaccini
essenziali a sei mesi dalla nascita.
Sapendo che in Italia i Rom sono tanti, privi di servizi e si favorisce il
rimpatrio, una famiglia Rom (madre e padre diciottenni e un bimbo di sei mesi)
sono tornati in Romania. Li ho personalmente assistiti per i documenti.
Nonostante le giornate spese per informarci, nessuno ci ha detto che ci sarebbe
voluto un certificato di nascita pluringue apostillato dalla questura e
tradotto. Abbiamo speso tempo e denaro per un certificato del Comune di Roma e
per un documento autenticato dal Consolato di Romania a Roma con la foto del
bimbo e il consenso della madre. Ma una volta in Romania questo certificato si è
dichiarato inutile e il bambino risulta privo di documenti, il che fa insorgere
il medico di base che si rifiuta di visitarlo, curarlo e non possono essere
eseguiti i vaccini. Il bambino attualmente, a causa delle precarie condizioni di
vita, è in ospedale per la seconda volta sotto farmaci per problemi polmonari.
E' stato curato soltanto su insistenze presentando il tesserino sanitario
rilasciato dal Comune di Roma con valenza internazionale.
Premetto che il bambino è nato regolarmente, è stato regolarmente iscritto al
Comune di Roma, ha tessera sanitaria e codice fiscale. E' stato già accertato di
chi è figlio dalle autorità romene ed è tornato in Romania su documento
rilasciato dalle medesime.
Capisco che occorra il certificato di nascita plurilingue. Lo abbiamo fatto:
un mese di attesa dal Comune di Roma. Poi abbiamo coinvolto un'agenzia poiché i
tempi si allungavano ancora e il bambino è privo di assistenza. L'agenzia ha
ottenuto la apostilla dalla Questura, ma una volta richiesto al Consolato di
Romania a Roma il visto è stato risposto che è necessaria la presenza della
madre in Italia.
Ma può una nomade tornare in Italia per questo? E' questo che vogliamo? Ho
chiesto al Consolato, spiegando tutto quello che ho detto qui, cosa si può fare
essendo già la mamma e il bambino in Romania e data l'urgenza. Nessuna risposta.
Tempo fa avevo avuto il telefono di un centro tra il Comune di Roma e quello
di Romania a cui rivolgermi in base a un progetto di collaborazione a questo
scopo. Ma mi è stato risposto che il progetto è un altro, che non c'è nessuna
collaborazione e delle persone di cui mi erano stati forniti i nominativi non
conoscevano nessuno.
Gli zingari sono gli zingari. Ma questi siamo noi. E' giusto che un bambino
di sei mesi sia in ospedale, senza assistenza, che nessuno lo vaccini, che
nessuno risolva il suo documento, che siano impegnati almeno dieci persone, a
spese proprie, senza arriva a nulla. E che si chieda ai nomadi di fare tutte
queste trafile, essere rispettosi e in regola, andando avanti indietro con
l'Italia con un mucchio di documenti, carte di cui l'ultimo non è mai valido e
ce ne vuole un altro.
Di Fabrizio (del 11/12/2008 @ 09:03:38, in scuola, visitato 1671 volte)
L'A.R.P.J. organizza per la serata di venerdì 12 dicembre un concerto
a sostegno del progetto "Una scuolina per crescere" che da due anni prepara i
minori rom che abitano negli insediamenti non autorizzati all'inserimento
scolastico.
Il progetto è totalmente autofinanziato e viene realizzato grazie
all'impegno volontario di diversi giovani e studenti che quotidianamente si
impegnano, assieme ad alcuni operatori e a due romnì, a organizzare
attività didattiche e di assistenza per quei bambini e ragazzi e per quelle
famiglie che ancora oggi, nonostante gli allarmi, gli annunci retorici e gli
interventi di emergenza, continuano ad abitare nelle baracche e per strada.
Durante la serata sarà disponibile materiale informativo sulle attività del
progetto, sugli obiettivi che ci proponiamo e sulle storie che abbiamo
conosciuto.
Vi invitiamo a partecipare e a socializzare l'invito ai vostri indirizzari per
sostenere concretamente un piccolo progetto che prova a seminare grandi
speranze.
6 dicembre 2008 - Secondo Petra Pau, membro del partito della sinistra
tedesca Die Linke, il Comitato per gli Affari Interni del Bundestag
mercoledì (scorso ndr) ha rigettato una
mozione, presentata a maggio dal suo partito, che chiedeva una moratoria
generale ai rimpatri in Kosovo. Veniva anche richiesto al Ministero degli
Interni Tedesco di porre le basi per garantire la protezione alle minoranze del
Kosovo e agli altri gruppi vulnerabili.
"E' irresponsabile deportare i Rom verso il Kosovo," ha detto Petra Pau nella
sua
intervista a Neues Deutschland, deplorando il mancato appoggio dei
partiti conservatore e liberale. A maggio la sua collega, Ulla Jelpke, una delle
autrici della mozione,
aveva riferito al Bundestag che la decisione tedesca avrebbe avuto influenza
anche sugli altri paesi. Ha poi aggiunto che il rimpatrio forzato avrebbe spinto
i deportati nelle braccia dei trafficanti di persone e creato nuova miseria.
Di Fabrizio (del 11/12/2008 @ 20:33:21, in Italia, visitato 2249 volte)
Ricevo da Marco Brazzoduro
Signor Sindaco,
Tutta la comunità del campo Casilino 900 è stata lieta della sua partecipazione
all’ iniziativa di domenica 23 novembre "Quando cadono i muri", contro il
crescente e allarmante pregiudizio nei confronti del popolo ROM, che pervade la
nostra società e che sta diventando un avvelenato paradigma di tutte le
intolleranze. Come non essere profondamente angosciati e come poter dimenticare
la sorte che ha accomunato i Rom agli Ebrei e che ha portato al genocidio
nazista dei nostri due popoli?
Abbiamo scelto questa giornata simbolica per inviarle questa lettera proprio per
ricordare a tutti che ancora oggi ai Rom molti diritti fondamentali vengono
negati.
Infatti, come non cogliere un atteggiamento xenofobo dietro la comunicazione
dell’arresto di quattro persone insediate nel campo? Noi siamo felici
dell’intervento delle forze dell’ordine quando come in questo caso è mirato
all’accertamento di gravi responsabilità individuali, la comunitò è la prima
vittima della criminalità organizzata e Le rinnova la disponibilità già data al
Prefetto Mosca di collaborare affinchè sistemi malavitosi non si insinuino
nell’insediamento. Non possiamo però non indignarci di come molta mala
informazione approfitti di questi eventi per alimentare pregiudizi e fomentare
la xenofobia e l’odio verso tutti i Rom, sancendo di fatto un principio di
responsabilità collettiva inaccettabile in una democrazia.
La firma con cui ha voluto siglare la Petizione in sostegno e solidarietà con il Casilino 900 apre una prospettiva di concreta speranza e viene a confermare così
l’accoglienza e il rilancio delle proposte della comunità, a partire dalle più
indilazionabili: il rapido ripristino di acqua e luce e lo smaltimento delle
immondizie.
Questi primissimi interventi irrinunciabili permetteranno a tutta la Comunità di
iniziare a riemergere dalla critica crisi igienico - sanitaria in cui è
precipitato l’insediamento.
Ma soprattutto, signor Sindaco, le siamo grati per la sua risoluzione di voler
ripristinare il tavolo di concertazione, aperto dal Prefetto Mosca, con la
comunità e con i soggetti che in questi duri mesi di accerchiamento ci sono
stati vicini, per condividere le scelte che riguardano i destini della stessa
comunità. A riguardo attendiamo una convocazione.
Lei, con nostro vivo compiacimento, si è inoltre appellato alla normativa
europea, per stabilire i criteri con cui iniziare ad operare.
Questo di fatto lo intendiamo come un sostegno al superamento dei "campi" - per
la realizzazione dei quali 3 volte l’Italia è stata condannata dalla Corte
Europea - ma di insediamenti, senza discriminatorie recinzioni e
videosorveglianza, ove favorire l’integrazione, invece di sancire la
segregazione dei Rom.
Oltre a queste richieste che hanno fatto parte delle questioni più urgenti
richiamate durante la sua visita, vogliamo cogliere immediatamente lo spirito
pragmatico e di collaborazione da lei così sinceramente proposto.
Assieme a Stalker – Osservatorio Nomade, al DIP.S.U. dell’Università di Roma Tre
e con il sostegno di un nutrito numero di associazioni cittadine e comitati di
quartiere stiamo elaborando un ventaglio di proposte, i cui principi ispiratori
sottoponiamo alla Sua attenzione affinché vengano discusse sul tavolo di
concertazione, in maniera che la soluzione congiuntamente individuata possa
essere sviluppata in uno studio di fattibilità ed in seguito in una
progettazione definitiva.
Le proposte che di seguito riportiamo sono, come da Lei stesso dichiarato
durante la Sua visita al campo, da attuarsi attraverso la pratica dell’autorecupero
e dell’autocostruzione assistita, e potrebbero essere estese anche a cittadini
non rom in condizioni di disagio abitativo: il fatto di partecipare insieme alla
costruzione di un insediamento misto sarebbe infatti un primo passo importante
verso la reciproca conoscenza e l’integrazione. Tutte le ipotesi si basano sul
rispetto delle normative europee e quindi degli standard abitativi che, come lei
sa, nei campi di container non vengono rispettati. Pertanto le proposte sono
concepite prive di tutte quelle forme evidenti di discriminazione e
ghettizzazione che caratterizzano gli attuali "campi nomadi", caratteristiche
incompatibili con i dettami costituzionali ed europei e con il rispetto dei
diritti dell’uomo.
- Ipotesi A _ progetto di recupero in situ
In continuità con quanto proposto dall’Agenzia delle Nazioni Unite UN – Habitat,
per gli insediamenti spontanei - proponiamo un progetto di recupero
dell’insediamento in situ. Abbiamo valutato che questa ipotesi risulterebbe
essere la più economica, la più rapida e rispettosa del diritto all’abitare.
Inoltre permetterebbe di procedere rapidamente senza dover reperire nuove aree e
troverebbe il consenso entusiasta di gran parte della comunità. Vista la
bassissima densità abitativa l’estensione dell’insediamento potrebbe essere
considerevolmente ridotta.
- Ipotesi B _ microaree nel VII Municipio
Nel rispetto della continuità territoriale, dei principi di integrazione e di
promozione della scolarizzazione, proponiamo di distribuire la Comunità, secondo
la struttura dei legami familiari in microaree o edifici dismessi di proprietà
pubblica da reperire all’interno del VII Municipio. Questo consentirebbe ai
minori in gran parte iscritti nelle scuole del quartiere di non dover
ricominciare daccapo il percorso di integrazione scolastica.
- Ipotesi C _ progetto di un nuovo insediamento fuori dal VII Municipio
Nel caso - che vorremmo scongiurare - non si reperissero le aree all’interno del
VII Municipio è ipotizzabile realizzare un insediamento o l’autorecupero di
immobili dimessi, su un terreno quanto più vicino all’area dell’attuale
insediamento, provvisto di collegamenti pubblici e non isolato rispetto al
tessuto cittadino.
Ben più di una settimana è passata dalla festa, siamo consapevoli delle
difficoltà tecniche ma la invitiamo a dar seguito al più presto al suo
intendimento di restituire acqua e luce all’insediamento. Che si sia lasciata,
da nove mes,i un’intera comunità di 600 persone con quasi 300 bambini senz’acqua
e senza luce è inaccettabile e ancora una volta contrario alla Carta dei Diritti
dell’Uomo di cui oggi si celebra l’Anniversario.
Da parte nostra ci teniamo a comunicarle che stiamo dando seguito a quanto da
noi stessi determinato con il regolamento interno al Casilino 900. Si stanno
informando tutti i nuclei familiari del merito e delle conseguenze per quanti
contravvengano. Ci stiamo attivando per favorire il deflusso delle acque
stagnanti e lo smaltimento delle immondizie, problemi che costituiscono un reale
pericolo igienico sanitario, e che, come lei sa bene, non possiamo risolvere da
soli senza il concreto sostegno delle Istituzioni.
Rinnovando la fiducia a quanto da lei detto personalmente qui al campo non diamo
credito alle illazioni, spesso portate avanti con toni discriminatori e razzisti
con cui molta stampa annuncia i nostri destini già segnati, in containers fuori
dal raccordo anulare, peraltro in una area di 30 ettari, più di tre volte il
Casilino 900 e 10 vollte più grande di quanto non serva ad ospitare l’intera
Comunità di Casilino 900.
Con i più cordiali saluti e con la massima disponibilità nella collaborazione
con le Istituzioni
I rappresentanti di Casilino 900
Di seguito riportiamo alcuni documenti del Consiglio d’Europa e del Parlamento
Europeo.
RACCOMANDAZIONE N. 1557 (2002)
adottata da l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa,
il 25 Aprile 2002
L’Assemblea invita gli Stati Membri a rispettare le sei condizioni qui
elencate, necessarie per migliorare la situazione dei Rom/Sinti in Europa:
PRIMA CONDIZIONE Riconoscere lo stato giuridico dei Rom e dei Sinti
... SECONDA CONDIZIONE Elaborare ed attuare programmi specifici atti a migliorare l’integrazione
dei Rom e dei Sinti nella società come individui, comunità, gruppi minoritari;
assicurare inoltre la loro partecipazione ai processi decisionali
a livello locale, regionale, nazionale ed europeo.
... TERZA CONDIZIONE Garantire ai Sinti e ai Rom trattamenti in quanto gruppo minoritario nel
campo dell’istruzione, dell’impiego, della assistenza medica, dei servizi
pubblici, della sistemazione abitativa.
... QUARTA CONDIZIONE Sviluppare e mettere in atto azioni positive che favoriscano le classi
svantaggiate, quali appunto i Rom ed i Sinti, nel campo dell’istruzione,
dell’impiego e degli alloggi.
... QUINTA CONDIZIONE Prendere provvedimenti precisi e creare istituzioni speciali per proteggere
la lingua, la cultura, le tradizioni, di identità sinte e rom.
... SESTA CONDIZIONE Combattere il razzismo, la xenofobia, l’intolleranza e garantire un
trattamento non discriminatorio dei Rom/Sinti a livello locale, regionale,
nazionale, internazionale.
RISOLUZIONE DEL PARLAMENTO EUROPEO SULLA
SITUAZIONE DEI ROM NELL’UNIONE EUROPEA DEL
28/04/2005 Il Parlamento europeo,
condanna fermamente qualsiasi forma di discriminazione nei confronti
della popolazione Rom;
invita il Consiglio, la Commissione, gli Stati membri e i paesi candidati
ad esaminare il riconoscimento dei Rom come minoranza europea;
sollecita la Commissione a includere il tema della lotta contro l’antizingarismo/
fobia dei Rom in tutta Europa fra le sue priorità per il 2007,
Anno europeo delle pari opportunità per tutti, ed esorta la società politica
e civile a tutti i livelli a chiarire che l’odio razziale contro
i Rom non può mai essere tollerato nella società europea;
...
invita gli Stati membri e i paesi candidati a rafforzare le proprie disposizioni
legislative, regolamentari ed amministrative intese a contrastare
in modo specifico ed esplicito l’antizingarismo e la fobia dei
Rom e a proibire la discriminazione razziale e i connessi fenomeni di
intolleranza, sia diretti che indiretti, in tutti gli aspetti della vita
pubblica;
invita gli Stati membri e i paesi candidati a scambiare le migliori pratiche
al fine di incoraggiare la promozione della cultura Rom;
invita gli Stati membri a prendere opportuni provvedimenti per eliminare
l’odio razziale e l’istigazione alla discriminazione e alla violenza
contro i Rom nei mass media e in ogni forma di tecnologia della comunicazione,
ed esorta i grandi media ad instaurare buone prassi in materia
di assunzione di personale in modo che questo rifletta la composizione
della popolazione;
invita gli Stati membri e i paesi candidati a definire una strategia per
migliorare la partecipazione dei Rom alle elezioni in qualità di votanti
e candidati a tutti i livelli;
sottolinea l’esigenza di garantire pari diritti sociali e politici ai
migranti di origine Rom;
sottolinea che la mancanza di documenti ufficiali costituisce un grave
ostacolo all’esercizio dei diritti fondamentali dei Rom in Europa nonché
al loro accesso a servizi che sono essenziali per l’inclusione sociale;
...
ricorda la risoluzione del Consiglio e dei ministri dell’istruzione riuniti
in sede di Consiglio, del 22 maggio 1989, concernente la scolarizzazione
dei figli degli zingari e dei girovaghi, e ritiene che garantire
a tutti i figli dei Rom l’accesso all’istruzione ufficiale continui ad
essere una priorità;
invita gli Stati membri e i paesi candidati ad adottare provvedimenti per
garantire a tutti parità di accesso ai servizi di assistenza sanitaria e
di sicurezza sociale, a porre termine a tutte le pratiche di discriminazione,
in particolare alla segregazione delle donne Rom nei reparti di
maternità, e a impedire la pratica della sterilizzazione non consensuale
delle donne Rom;
accoglie con favore la formazione di un Foro dei Rom e viaggiatori europei
ed il lavoro dei gruppi del Parlamento che si occupano delle questioni
dei Rom e delle minoranze;
...
ritiene che la ghettizzazione esistente in Europa sia inaccettabile e
invita gli Stati membri ad adottare misure concrete per procedere alla
deghettizzazione, combattere le pratiche discriminatorie nell’assegnazione
di alloggi e assistere i Rom nella ricerca di alloggi alternativi
e in buone condizioni igieniche;
sollecita i governi delle regioni in cui vivono popolazioni Rom a compiere
ulteriori passi per integrare pubblici dipendenti Rom in tutti i
livelli amministrativi e decisionali, in linea con gli impegni precedentemente
assunti, e a stanziare le risorse necessarie per l’effettivo
assolvimento dei compiti connessi con tali posizioni;
...
invita la Commissione ad esortare pubblicamente i governi nazionali a
garantire che i programmi di finanziamento a favore dei Rom vedano la
piena partecipazione dei soggetti interessati alla loro concezione, attuazione
e monitoraggio;
...
invita i partiti politici, a livello sia nazionale che europeo, a riformare
le proprie strutture e procedure interne al fine di rimuovere ogni
ostacolo diretto o indiretto alla partecipazione dei Rom e ad incorporare
nella propria agenda politica e sociale programmi specifici finalizzati
alla loro piena integrazione;
...
sollecita tutti gli Stati membri a sostenere iniziative volte a rafforzare
l’autorappresentazione dei Rom e la loro partecipazione attiva alla
vita pubblica e sociale nonché a consentire alle organizzazioni civili
Rom di far sentire la loro voce;
invita la Commissione a sollevare la questione Rom a livello paneuropeo,
in particolare con i paesi candidati, in quanto i Rom sono presenti in
ogni parte d’Europa.
I nomadi (28 minori – 26 adulti ) che appartengono alla stessa famiglia, sono
residenti regolarmente, con permesso di soggiorno e lavoro nei campi come
braccianti.
L’affittuario del terreno accanto, faceva lavorare gratuitamente al nero
alcuni Rom e voleva anche obbligare alcune donne a concedergli rapporti
sessuali. Davanti i continui rifiuti ha cominciato una campagna di
disinformazione tra Tv, giornali, denunce inviate alle istituzioni etc... Una
formale denuncia è stata depositata in Procura anche per accertare la
correttezza dei Vigili del fuoco.
Nel frattempo, una vecchietta ha causato intenzionalmente un piccolo incendio
causando ustioni al figlio che è stato ricoverato in ospedale.
L’ACSI si è adoperata a organizzare il rimpatrio volontario di tutta la
famiglia continuando a reperire locali da affittare. Purtroppo, in città,
nessuno voleva concedere un locale. Nel mese di luglio, metà del campo ha fatto
rientro in Romania.
19 bambini continuano a frequentare la scuola. Il rimpatrio delle persone
restanti è programmato per l’Epifania. Di tutto questo sono stati informati:
assessore all’immigrazione, il capo di gabinetto del sindaco, ed il comando dei
VV UU.
Mercoledì 10 c.m. alle ore 12.00 i VV.UU. si sono presentati per informare le
donne presente assieme ai loro bambini che il loro campo sarà sgomberato tra 24
ore c.a.
Immediatamente l’ACSI ha chiesto l’intervento del Capo di gabinetto del
sindaco, il Presidente del gruppo Partito Democratico al Consiglio Provinciale
ed al Segretario cittadino del PD, chiedendo loro in presenza dell’’assessore
all’Immigrazione di aspettare il pullman che arriverà il 6-7 gennaio per
rimpatriare le 33 persone rimaste (di cui 5 neonati e 3 donne che hanno
partorito con cesareo).
Non interessava nessuno la situazione di donne e bambini che da domani non
troveranno collocazione abitativa. Questo è il Centro Sinistra di Foggia chi
parla di solidarietà e fratellanza.
Questa amministrazione ha in conto questo secondo sgombero per via della
campagna elettorale e per insensibilità.
Prof. Habib SGHAIER Presidente
Associazione Comunità Straniere in Italia (A.C.S.I.)
Via Federico Spera,95 ,97,99 - 71100 FOGGIA
Fax 0881200015 Mobile 3497239108
E.mail com.stran@yahoo.it -
acsi.h@libero.it
Di Daniele Biella - Si chiama "Villaggio degli Ercolini", è della
Fondazione Raphael onlus e riceve oggi il premio del Pontificio consiglio per la
giustizia e la pace della Santa sede. Si tratta di un centro polifunzionale per
l'accoglienza di giovani rom e non solo
Un villaggio destinato all’accoglienza di giovani disagiati, in particolare
ragazze e ragazzi rom. Che nasce come centro polifunzionale dedicato ad
attività di formazione professionale e inserimento sociale degli utenti e che
potrebbe diventare, in futuro, un vero e proprio luogo attrezzato per la dimora
di famiglie tuttora senza una unità abitativa. È questo, in sostanza, il
progetto Villaggio degli Ercolini, promosso dalla Fondazione Raphael onlus
con la collaborazione del Comune di Roma, che ha individuato la struttura dove
sorgerà la sede del centro, nel quartiere Prenestino.
Un progetto ancora in cantiere ma che proprio oggi, giorno in cui cade il 60simo
anniversario della Dichiarazione universale dei diritti umani, riceve un primo
grande riconoscimento, quello del Pontificio consiglio per la giustizia e la
pace del Vaticano, che ha assegnato al progetto della Fondazione il premio
“Cardinale van Thuan”, dal nome del religioso vietnamita (ex presidente del
Pontificio consiglio stesso) spentosi nel 2002 all’età di 74 anni. Alla presenza
del papa Benedetto XVI, la premiazione del progetto Villaggio degli Ercolini
riveste un significato particolare perchè tocca un tema su cui molto si è
dibattuto negli ultimi mesi, quello legato ai numeri e alle condizioni di vita
delle famiglie di “nomadi” presenti sul suolo nazionale. A Roma, i dati del
censimento effettuato da Croce rossa italiana e Prefettura, parlano di 8.306 rom
e sinti presenti, lo 0,3% della popolazione della capitale. Una cifra più che
dimezzata rispetto alla presenza 'percepita', che prima del censimento era
stimata in almeno 20mila unità.
“È con grande soddisfazione che abbiamo appreso dell'assegnazione del
prestigioso premio", sono le parole del sindaco di Roma Gianni Alemanno, "la
nostra città, attraverso questa iniziativa, saprà ancora un volta rilanciare la
propria immagine di accoglienza e solidarietà”. Il progetto della Fondazione
Raphael inizialmente era previsto per una zona del XX municipio, quella dove
opera l’associazione sportiva Ercolini di don Orione, che annovera tra le
proprie file una squadra di calcio maschile e una di pallavolo femminile
interamente composta da ragazzi e ragazze rom. Una volta concluso, il Villaggio
degli Ercolini potrebbe essere un modello virtuoso di soluzione per il
superamento dei campi nomadi. E degli sgomberi forzati.
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