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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 10/09/2013 @ 09:02:50, in conflitti, visitato 1728 volte)

Il villaggio rom lungo il fiume Crati Il quotidiano della Calabria

Lettera dei rom ai cosentini dopo i raid punitivi su cui indaga la procura Botte, insulti e addirittura un'incursione in auto con un uomo investito: dopo l'escalation di violenza in città è stata aperta un'inchiesta affidata alla polizia. Ma intanto gli abitanti del villaggio sulla riva del fiume Crati scrivono alla città: "Vi è mai successo di essere massacrati di botte mentre andate al supermercato?"

COSENZA - "Vi è mai successo di essere massacrati di botte mentre andate al supermercato a comprare il pane per i vostri figli? Siete mai stati accusati di una cosa che non avete fatto? A noi tutto questo succede da ormai un mese". La comunità rom che vive nel villaggio di Vaglio Lise, alle porte di Cosenza, ha deciso di rivolgersi alla città con una lettera aperta, dopo l'escalation di violenza subita nei giorni scorsi. La procura, nei giorni scorsi, ha deciso di fare luce sulla vicenda e ha affidato alla polizia un'indagine sui pestaggi.

"Ogni volta che usciamo dal villaggio per andare a fare la spesa, su via Popilia veniamo aggrediti, picchiati, insultati da persone che dicono di volersi vendicare per aver subito dei furti" scrivono ora i rom nella loro lettera che, sottolineano, è rivolta a chi ce l'ha con loro, "più che al resto della cittadinanza ed a quanti nel quartiere ci hanno sempre dato affetto e ospitalità": "Chiediamo a questi giovani se secondo loro è giusto che a pagare debbano essere padri di famiglia innocenti, uomini che si alzano all'alba ogni giorno per andare a vendere aquiloni e collanine sulle spiagge. Ai giovani che si aggirano intorno alle nostre baracche, armati di pistole, benzina e mazze da baseball vorremmo chiedere se a loro sia mai capitato di essere picchiati, perseguitati, incarcerati ingiustamente". E aggiungono: "Ogni giorno viviamo nel terrore. E di notte non dormiamo, perché temiamo che qualcuno possa incendiare le nostre baracche, far del male ai nostri bambini".

Raccontano anche che una settimana fa, mentre passava davanti ad una chiesa, un abitante del campo rom, un uomo che vive a Cosenza da quasi dieci anni e mai si è macchiato del minimo reato, è stato investito da una macchina. Dalla macchina sono scesi due giovani che, invece di soccorrerlo, si sono accaniti su di lui a colpi di mazze, spaccandogli la testa. "Alle istituzioni chiediamo sicurezza - è l'appello dei rom -. Ai parenti ed agli amici di questi giovani che fanno le ronde, chiediamo di parlare con loro, spiegare che l'uso della violenza è sempre sbagliato, e che attaccare gli innocenti solo in base alle loro origini etniche, è un crimine contro l'umanità".

Le indagini intanto proseguono e intenzione della Procura di Cosenza è dare un nome agli aggressori. Impresa non tanto facile e per questo ci si avvarrà anche della visione di alcuni video ripresi dalle telecamere di sicurezza posizionate lungo le strade dove si sono materializzati alcuni dei pestaggi. Ritorna alla ribalta, però, il problema dell'integrazione in città: nei giorni scorsi era montata una protesta dei cittadini di Casali, che chiedono l'allontanamento delle famiglie rom dal palazzetto dello sport, nel quale il Comune di Cosenza le ha sistemate da quattordici mesi, dopo un incendio che distrusse molte baracche a Vaglio Lise. Doveva essere un alloggio temporaneo, ma i rom sono ancora lì, con la struttura sportiva (un tempo molto frequentata) diventata un grande stanzone, che ospita quindici nuclei familiari. In teoria dovrebbero abbandonare la struttura, in quanto l'emergenza è di fatto scaduta.

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Di Sucar Drom (del 09/09/2013 @ 09:07:38, in casa, visitato 1333 volte)

21luglio.org (6 settembre 2013) Foto: Gazzetta di Parma

La decisione del Comune di Parma di riqualificare il "campo nomadi" di via del Cornocchio potrebbe indicare il reiterarsi di politiche discriminatorie e ghettizzanti nei confronti delle comunità rom e sinte. Lo scrivono Associazione 21 luglio e Sucar Drom in una lettera di preoccupazione congiunta inviata al sindaco di Parma Federico Pizzarotti.

La lettera si riferisce alla decisione del comune emiliano, annunciata con un comunicato stampa dello scorso 19 agosto, di "elaborare un progetto di riqualificazione del "campo" di via del Cornocchio, in linea con la nuova Legge Regionale su Sinti e Rom".

Il progetto, in particolare, prevede di "recintare e mettere in sicurezza la zona del "campo", la predisposizione di un'area di sosta di dimensioni più limitate, il ripristino della palazzina operatori e la manutenzione del "dormitorio di emergenza" invernale", si legge nel comunicato del Comune di Parma.

Pur esprimendo apprezzamento per ogni azione pubblica volta a migliorare le condizioni igienico sanitarie delle comunità rom e sinte presenti negli insediamenti formali e informali del nostro Paese, Associazione 21 luglio e Sucar Drom definiscono "antistoriche, antieconomiche e discriminatorie quelle politiche abitative rivolte alle comunità rom basate in maniera quasi esclusiva sulla costruzione di "campi nomadi" e "aree di sosta", che hanno come esito una situazione di ghettizzazione di fatto".

Negli ultimi trent'anni le politiche locali italiane rivolte alle comunità rom e sinte si sono basate sulla convinzione che queste siano "nomadi" e quindi culturalmente inadatte a condurre una vita all'interno di abitazioni convenzionali.

La Strategia Nazionale d'Inclusione dei Rom, Sinti e Caminanti, adottata dal Governo italiano nel 2012, afferma tuttavia che nel nostro Paese "la politica amministrativa dei "campi nomadi" ha alimentato negli anni il disagio abitativo fino a divenire di conseguenza essa stessa presupposto e causa della marginalità spaziale e dell'esclusione sociale per coloro che subiscono una simile modalità abitativa"

"Le nostre organizzazioni - si legge nella lettera indirizzata al sindaco Pizzarotti da Associazione 21 luglio e Sucar Drom - condannano la scelta di qualsiasi Amministrazione locale di continuare a investire sulla "campizzazione" su base etnica di comunità rom stanziali ed esprimono la preoccupazione che la riqualificazione del nuovo "campo nomadi" di via del Cornocchio, che sembra basarsi su una nuova Legge Regionale a tutt'oggi non ancora presentata in Regione, possa rappresentare l'ennesimo sperpero di denaro pubblico che si tradurrà, nella migliore delle ipotesi, nell'abbellimento temporaneo di un ghetto".

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Di Fabrizio (del 08/09/2013 @ 09:02:18, in Kumpanija, visitato 1538 volte)

Domenica 15 settembre, ore 11.30
Libreria Popolare via Tadino 18, MILANO

Rebecca è una ragazza rom. E' anche un mondo: dalla Romania ha girato l'Europa e il Sud America, ha scritto, dipinge, studia al liceo artistico, è stata testimone di infiniti sgomberi, violenze esplicite o meno. Ha ricevuto il premio UNICEF. E ancora: studia il violino e cerca di vivere come una ragazza della sua età.

    Così, tornati dalle ferie, riprendiamo LE CONVERSAZIONI IN LIBRERIA. Una domenica mattina alle 11.30, in un angolo fresco e amichevole. Ci sarà anche un'esposizione dei dipinti di Rebecca, e si terminerà con un rinfresco offerto dalla libreria a tutti i partecipanti.
    Verrà presentato l'ultimo libro di Rebecca Covaciu: "L'arcobaleno di Rebecca - Taccuino di viaggio di una ragazza Rom" UR Editore - 2012 – pp. 168 - euro 11,70 con l'autrice, intervistata da voi e da Fabrizio Casavola, per la redazione di MAHALLA.

Vi aspettiamo in tanti!

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Di Sucar Drom (del 07/09/2013 @ 09:05:21, in blog, visitato 1748 volte)

Memors, il primo museo virtuale del Porrajmos in Italia
La notte del 2 agosto 1944 ad Auschwitz-Birkenau veniva liquidato lo Zigeunerlager, il settore del campo riservato all'internamento di rom e sinti. Dal 2 agosto 2013 sarà online in italiano e inglese il primo museo virtuale del Porrajmos in Italia, realizzato grazie...

Lombardia, Berlusconi e i lavori socialmente utili

Lombardia, una proposta di legge regionale razzista
Il Consigliere regionale Riccardo De Corato si era distinto nell'ostilità istituzionale contro i sinti e i rom milanesi quando era Vice Sindaco nella Giunta Moratti, ora da Consigliere regionale vuole estendere le sue proposte discriminatorie a tutta la Lombardia...

Gerusalemme, il Padre Nostro in lingua sinta
Un grazie alla cara amica On. Giovanna Martelli che ci ha inviato da Gerusalemme la foto del Padre Nostro in lingua sinta.

A Mantova il Ministro Cecile Kyenge
Articolo 3 Osservatorio sulle discriminazioni ha invitato a Mantova domenica 8 settembre il Ministro per l’Integrazione e le politiche giovanili Cécile Kyenge. Due gli appuntamenti. Il prim...

Reggio Calabria, appello a favore dei bambini gravemente ammalati
L’Opera Nomadi di Reggio Calabria lancia un appello ai reggini per una raccolta fondi a favore di un gruppo di bambini gravemente ammalati. O...

Mantova, la visita del Ministro Kyenge

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Di Fabrizio (del 06/09/2013 @ 09:04:45, in Regole, visitato 1681 volte)

Metodologia della formazione "Pretend Your Rights!" - Popica Onlus - Metropoliz
Pubblicato in data 03/set/2013

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Di Fabrizio (del 05/09/2013 @ 09:03:21, in scuola, visitato 1420 volte)

Slovacchia, rapporto di Amnesty International sui diritti violati degli alunni rom (CS104 - 04/09/2013)

In Slovacchia, migliaia di alunne e alunni rom stanno iniziando un altro anno scolastico in classi e scuole separate e la continua mancanza d'azione da parte del governo contro la segregazione di migliaia di bambini è un vergognoso e illegale affronto nei confronti della società.

È quanto ha dichiarato oggi Amnesty International, presentando il rapporto "Promesse non mantenute: la segregazione degli alunni rom continua", nel quale denuncia la continua e neanche riconosciuta assenza di iniziative per eliminare la duratura discriminazione dei rom nel sistema scolastico.

"È giunto davvero il momento che le autorità slovacche pongano fine alla prassi discriminatoria della segregazione nel campo dell'istruzione e riconoscano che hanno la responsabilità di garantire che tutti i bambini e le bambine abbiano uguale accesso a un'istruzione di qualità" - ha dichiarato Jezerca Tigani, vicedirettrice del Programma Europa e Asia Centrale di Amnesty International.

Secondo una ricerca del Programma delle Nazioni Unite per lo sviluppo, circa il 43 per cento dei rom iscritti alle scuole ordinarie è stato posto in classi etnicamente segregate. In assenza di una riforma complessiva del sistema, il governo slovacco sta tollerando una discriminazione illegale basata sull'etnia nel campo dell'istruzione.

Il 30 ottobre 2012 il tribunale regionale di Presov, nella Slovacchia orientale, aveva dato alla comunità rom un segnale di speranza, stabilendo che l'inserimento di alunni rom in classi separate di una scuola elementare del villaggio di Sharishské Micha'any violava l'Atto antidiscriminazione ed era contrario alla dignità umana. Il tribunale aveva ordinato alla scuola di modificare la prassi per l'inizio dell'anno scolastico 2013-14.

Questo caso ha messo in evidenza quanto le singole scuole e le autorità locali non siano consapevoli di cosa costituisca discriminazione e segregazione. Ha inoltre posto in luce la mancanza di fondi aggiuntivi per garantire un'istruzione uguale e inclusiva a beneficio dell'intera popolazione scolastica.

"Le autorità nazionali devono assistere la scuola di Sharishské Micha'any con direttive chiare e coi fondi extra, necessari per rispettare la sentenza. In questo modo, incoraggeranno altre scuole a spezzare il circolo della segregazione per motivi etnici e invieranno al resto della società il segnale che la segregazione etnica non sarà tollerata" - ha commentato Tigani. "Spetta al governo slovacco dare attuazione al diritto di accedere all'istruzione senza discriminazione, attraverso una riforma complessiva e forme di assistenza mirata all'interno del sistema educativo".

La diffusa e continua segregazione dei bambini e delle bambine rom nelle scuole della Slovacchia ha implicazioni più ampie, poiché mediante essa le autorità slovacche stanno anche violando il diritto internazionale dei diritti umani e la legislazione antidiscriminazione dell'Unione europea. La Commissione europea ha la responsabilità, l'obbligo e gli strumenti per assicurare che gli stati membri rispettino le norme dell'Unione europea, anche attraverso procedure d'infrazione.

"E' ora che la Commissione europea assuma una posizione più incisiva e agisca direttamente verso quei paesi, come la Slovacchia, i cui governi non fermano una segregazione diffusa e sistematica che non ha alcun posto nell'Europa del XXI secolo e che contraddice completamente le leggi dell'Unione europea e i principi del rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali su cui l'Unione europea è orgogliosa di essere stata fondata" - ha concluso Tigani.

Approfondisci la campagna per i diritti dei rom in Europa

FINE DEL COMUNICATO Roma, 4 settembre 2013

Per interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell.348-6974361, e-mail press@amnesty.it

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Di Fabrizio (del 04/09/2013 @ 09:04:06, in sport, visitato 1838 volte)

Segnalazione di Paolo Teruzzi

E' lo sponsor sulla nuova maglia
Calcio, il presidente del Monza con la bozza della maglia con la scritta "Stop racism" (Foto by RADAELLI) Il cittadino MONZA BRIANZA

Monza - "Stop racism". Non ci sarà uno sponsor commerciale sulla maglia del Monza per la stagione 2013-2014, ma un messaggio importante: "Stop al razzismo". Lo ha annunciato il presidente Anthony Armstrong-Emery lunedì in municipio in occasione della presentazione di "Playing for Children", in programma mercoledì 4 settembre allo stadio Brianteo alle 20.30.

In programma la presentazione della squadra di mister Asta e di tutte le giovanili, la partita tra la Nazionale Piloti e i Giornalisti Sky (che trasmetterà l'evento) per il centenario dell'Ac Monza Brianza. Il presidente ha acquistato i biglietti di entrambe le curve per l'intero evento, per regalarli ai tifosi e trasformare la partita in una festa dello sport. Il ricavato sostiene il Comitato Maria Letizia Verga Onlus e l'Associazione Dynamo Camp per il progetto Radio Dynamo in aiuto ai bambini ricoverati in ospedale.

Il presidente ha già chiamato più volte a raccolta i monzesi dalla sua pagina facebook.

VIDEO

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Di Sucar Drom (del 03/09/2013 @ 09:02:35, in Italia, visitato 1440 volte)

Sinti in viaggio per il diritto e la cultura Pubblicato da Claudio Gennari a 09:50 - 27 agosto 2013 Gazzettadimodena.it

    Il bilancio dopo i primi mesi da ministro dell'integrazione. "Non solo Ius Soli, in questi 100 giorni ho preparato importanti progetti per i giovani, il dialogo tra religioni e i diritti" strategia nazionale d'inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti.
    di Andrea Marini

Fino all'anno scorso c'era anche lei tra le decine di volontari quotidianamente impegnati nei turni tra gli stand, i ristoranti, o a distribuire materiale a Ponte Alto. Ecco quindi che quella di oggi per Cecile Kyenge, ministro modenese dell'Immigrazione nel governo Letta, sarà una serata speciale. Sarà lei infatti a tagliare il nastro della festa provinciale del Pd. Una festa che cade a ridosso della scadenza dei primi 100 giorni di vita del govern o delle larghe intese, in cui il suo nome è stato citato un numero di volte probabilmente minore soltanto a quello di Letta, per via della sua battaglia per favorire l'integrazione degli stranieri e per lo Ius Soli .

Ministro, bentornata a Modena. Con quale bilancio di questa sua esperienza?
"Sono molto soddisfatta. In questi 100 giorni sono riuscita a lavorare sull'idea di un cambiamento culturale della società e su progetti ben specifici dall'integrazione delle politiche migratorie, in senso molto ampio, e di integrazione delle minoranze, tra le diversità. E in ultimo sulle politiche giovanili e per le adozioni internazionali, settori per me nuovi ma in cui c'è tanto da fare"

La cosa che l'ha resa più orgogliosa?
"È stata quella di aver posto con forza un tema che è diventato un punto fondamentale nel Paese: la cittadinanza al di là della nazionalità. Una nuova cittadinanza e una nuova convivenza, un nuovo modo di coesione sociale. Evidenziare un punto fondamentale: ci sono diritti e doveri in tutti i settori. Ponendo all'attenzione la questione delle seconde generazioni, fondamentale per tutto il territorio".

Le è stato utile il bagaglio di esperienza accumulato sui temi come immigrazione e integrazione qui a Modena, da sempre avanti su questo settore?
"Direi che l'esperienza, il bagaglio che mi sono portata dietro è importante e aiuta a concretizzare alcuni progetti del ministero. Soprattutto sul fronte dell'integrazione, quanto fatto a Modena mi risulta utile; così come è utile confrontarlo con il cammino e i percorsi di altre realtà italiane. Su Modena è stato importante il progetto di formazione, sensibilizzazione approccio multiculturale, il settore sanitario, così come la preparazione degli operatori della scuola, ma anche per gli studenti, i giovani. Questo percorso locale e regionale mi aiuta, sono molto fiera di portare avanti le buone pratiche di questo territorio".

E la cosa che più l'ha ferita in questi 100 giorni?
"Occorre distinguere tra i due piani: personale e istituzionale. Sul piano personale ho sempre tenuto a non farmi trascinare e toccare da offese e provocazioni alla mia persona. Cerco di far capire che serve un cambiamento culturale che riguarda tutta la società non ci si deve riferire a una sola persona. Ma tutti insieme si deve lottare per combattere razzismo, xenofobia e altre discriminazioni. Ecco quindi che sul piano istituzionale, al di là della mia persona, sto lavorando per far sì che chi riveste una carica istituzionale sia protetta e rispettata, proprio per il ruolo istituzionale che riveste e perché abbia gli strumenti per fare bene il suo lavoro".

Cosa le è mancato in più in questi mesi della vita normale. Nel rapporto con la famiglia, le figlie.
"Sicuramente l'autonomia, la semplice quotidianità. Quanto alla famiglia sono fiera del supporto molto forte che mi sta dando. Noi siamo sempre stati molto insieme, ora hanno capito che è un po' più difficile, sono spesso lontano, ma mi stanno agevolando molto.

Le manca il lavoro da oculista a Modena?
"Soprattutto il contatto con i miei pazienti, perché andava oltre la professione. Si diventava un po' i confidenti. Sento la mancanza di questo contatto umano. Anzi approfitto della Gazzetta per mandare un caro saluto a tutti i miei pazienti e far presente loro che pur essendo nel ministero li penso spesso e me li ricordo uno a uno".

In questi mesi del suo lavoro si è parlato praticamente solo di Ius soli, ma lei fa anche altre cose. Ad esempio?
"La prima cosa che affronteremo a settembre sarà il rilancio del servizio civile nazionale Uscirà un bando nazionale per il quale abbiamo trovato i fondi per 92 milioni per impegnare 15mila 500 giovani, 14mila 500 per un servizio nel sociale e partecipare a progetti di coop sociali, 850 per progetti di cooperazione internazionale. Poi un'altra quota, circa 300, per l'assistenza ad invalidi civili o non vedenti o ciechi civili, di questo progetto sono orgogliosa. Dopo un anno e passa di immobilismo si è ripreso a lavorare in questo settore con un segnale del Senato, che ha approvato un ulteriore milione per il servizio civile".

Si occupa anche di politiche giovanili. Come vede la situazione dei giovani in Italia.
"È inutile nascondere il momento difficile. Posso assicurare, come ha più volte ribadito il presidente Letta, che loro sono tra le priorità del governo. Sono tanti i progetti interministeriali. Ad esempio stiamo per lanciare la creazione di un Fondo rotatorio per concedere mutui a giovani coppie e single con figli. Con apertura anche per i lavoratori atipici. Ad oggi lo stanziamento è di 50 milioni ma potrà salire a 110 entro il 2015. Il tutto in concerto con il ministro Lupi e la collaborazione dell'Abi. In pratica lo Stato sarà Garante dei mutui di giovani coppie e single con figli, anticipando anche le somme che giovani e single si impegneranno poi a restituire ".

E che altro?
"Daremo un'occasione di lavoro a tanti giovani neolaureati che impegneremo assumendoli per lavorare al piano straordinario per l'informatizzazione e digitalizzazione del patrimonio artistico nazionale".

È vero che il decreto del fare ha snellito le procedure per ottenere la cittadinanza?
"Questa norma riguarda prima di tutto il fatto di mettere i diritti al centro dell'attenzione. I giovani stranieri, in possesso dei requisiti, al compimento del 17 esimo anno e 6 mesi di età riceveranno una lettera che li informa di questa possibilità Per avere la cittadinanza non basterà presentare solo la residenza, ma si potrà testimoniare il proprio percorso all'interno del paese si potrà con i certificati scolastici e poi c'è l'obbligo agli enti locali di usare gli strumenti informatici per velocizzare le procedure".

E sul fronte delle religioni e della discriminazione?
"Abbiamo avviato un percorso per il piano triennale contro la discriminazione razziale a settembre terremo un incontro con le Associazioni e i ministeri interessati, le Regioni, gli enti locali e le associazioni sindacali e dei datori di lavoro. Inoltre con il supporto dell'Unar – Ufficio Nazionale antidiscriminazione razziale, sono in fase di monitoraggio l'avvio dei tavoli regionali e locali per l'attuazione della strategia nazionale d'inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti. Ma lavoriamo anche sull'inclusione delle diverse religioni con iniziative congiunte in tema d'integrazione tramite il dialogo interreligioso. E ci saranno tavoli europeo e incontri all'Onu, a New York".

Uno dei problemi, anche a Modena, è la gestione dei tanti minori stranieri non accompagnati che giungono nelle varie città.
"È la nuova emergenza, noi siamo mobilitati anche per supportare il lavoro degli enti locali, anche dal punto di vista economico e ricordo anche il lavoro che stiamo facendo sul fronte delle adozioni internazionali".

Questo governo durerà per riuscire a fare tutte queste cose?
"Mi auguro di sì. Io fino a quando saremo in carica lavorerò su tutti questi progetti".

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Di Fabrizio (del 02/09/2013 @ 09:05:20, in casa, visitato 1408 volte)

Associazione 21 luglio 29 agosto 2013 (in foto: Dragan Trajlovic)

In una lettera inviata al sindaco di Roma Ignazio Marino, la comunità rom insediata dallo scorso giugno in via Salviati, nella periferia est della Capitale, chiede di non essere più costretta a vivere nei "campi" e di iniziare nuovi percorsi condivisi di inclusione sociale. Per l'Associazione 21 luglio, l'appello rappresenta la possibilità, per Roma, di mettere in atto quelle nuove politiche di integrazione previste dalla "Strategia Nazionale di Inclusione dei Rom, Sinti e Camminanti", adottata dall'Italia nel 2012.

"Caro sindaco, siamo e ci sentiamo cittadini di questa città, dove viviamo da trent'anni - si legge in uno dei passaggi chiave della lettera, che porta la firma di Sandor Dragan Trajlovic, portavoce della comunità -. Siamo orgogliosi di essere cittadini italiani e cittadini d'Europa. Siamo cittadini rom che credono nell'inclusione e che sognano di poter avere piena cittadinanza in questa bella città. Per questo le chiediamo di ascoltare il nostro desiderio di essere cittadini come gli altri, senza discriminazione e senza ghettizzazione".

(Guarda il video su YOUTUBE)

Lo scorso giugno i 152 rom che attualmente si trovano nell'insediamento informale di via Salviati sono fuggiti dal "villaggio attrezzato" di Castel Romano, dove vivevano dal 2010, in seguito a ripetuti episodi di violenza da parte di altri abitanti del "campo".

"Vivere nel campo ci fa sentire come all'interno di un ghetto, riservato a 1300 rom - scrive al sindaco la comunità -. Sì, il campo di Castel Romano è effettivamente un ghetto, isolato dalla città, insicuro, recintato, chiuso, dove non esiste alcuna possibilità di inclusione sociale. Abbiamo paura per noi e per i nostri figli, perché vivere a Castel Romano significa vivere nella sofferenza e rinunciare al futuro. Dopo trent'anni non ce la facciamo più a vivere nei ghetti. Costringerci a farlo rappresenta per noi un atto di discriminazione".

In seguito a un'ordinanza del sindaco, il 12 agosto scorso le forze dell'ordine avrebbero dovuto sgomberare l'insediamento di via Salviati. Lo sgombero, tuttavia, è stato sospeso e rimandato di alcuni giorni.

La comunità rom, ad oggi, vive nella costante tensione per un imminente sgombero e per il rischio di essere trasferita nuovamente a Castel Romano. Consapevole della necessità di non poter e non voler restare nell'attuale insediamento di via Salviati, la comunità lancia quindi un appello al sindaco per iniziare una nuova stagione di dialogo e un percorso all'insegna dell'inclusione.

"La mia comunità è disponibile a rimboccarsi le maniche e ad assumersi delle responsabilità per intraprendere un percorso che non ci porti più a vivere nei campi e nel degrado, per essere inclusi, per integrare i nostri figli, per avere un futuro migliore. Ci chiamano nomadi ma non è quello che siamo e ci sentiamo", prosegue la lettera.

"Questo appello rappresenta la possibilità di trasformare il "problema dei rom di via Salviati" in una opportunità storica per sperimentare percorsi virtuosi di inclusione sociale così come previsto e richiesto dalla Strategia Nazionale di Inclusione di Rom, Sinti e Camminanti", afferma l'Associazione 21 luglio.

La politica dei "campi", alimentata dalla passata Amministrazione con il Piano Nomadi, non ha prodotto che segregazione abitativa e concentrazione su base etnica. "È il momento che anche a Roma, come già avviene in altre città italiane, ai rom vengano offerte soluzioni diverse da quelle dei "campi"".

"Passare dalla ghettizzazione all'inclusione sociale: è questa la grande occasione che Roma ha davanti a sé per dimostrarsi Capitale europea attenta ai diritti umani e ai bisogni delle categorie più svantaggiate", conclude l'Associazione.

SCARICA la lettera al sindaco Marino

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Di Fabrizio (del 01/09/2013 @ 09:03:20, in blog, visitato 1559 volte)

Se ve lo siete perso o se siete troppo lontani da Milano per richiederlo (la distribuzione : - ( è un po' così) ora potete scaricarlo QUI.

Edizione con testo e note riveduti e aggiornati, una rassegna fotografica inedita e un epilogo sugli ultimi due anni.

Copyright Fabrizio Casavola (Attribuzione Creative Commons 2.0)
Edizione seconda edizione
Pubblicato 3 agosto 2013
Lingua Italiano
Pagine 99
Formato del file PDF
Dimensioni del file 6.75 MB
Prezzo 4,00 euro

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