Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 20/11/2009 @ 15:32:31, in Italia, visitato 2842 volte)
Un breve resoconto che ho scritto con rapidità, indignato dalle dichiarazioni
della Moioli:
Tommaso Vitale, Dipartimento di Sociologia e della Ricerca Sociale -
Università di Milano Bicocca
19/nov/09: Non è certo il primo sgombero a cui assisto. Questa mattina alle
5.45 in
via Rubattino c’erano già alcuni uomini che uscivano per andare a
lavorare nei cantieri. Non credevano sarebbe arrivato lo sgombero, proprio oggi.
C’era già Stefano, della Comunità di S. Egidio, presente, ben più sveglio di me.
Capace di parlare con tutte le persone della baraccopoli, conoscendole una a
una. C’era già anche un cittadino del quartiere, in pensione, che abitualmente
accompagna i bambini a scuola, organizzando una sorta di piedibus in cui bambini
rom e gagi si tengono per mano. Alle 6.00 sono iniziate a uscire le prime
famiglie che hanno preso sul serio la notizia dello sgombero. Solo coppie senza
figli, più rapide e capaci di “prendere su” le proprie cose e cercarsi un’altra
sistemazione. Per chi ha figli, spostarsi è ben più difficile. Pian piano tutti
hanno iniziato a svegliarsi e uscire. Forse 250 persone, probabilmente di più.
Almeno 80 bambini. Pian piano sono arrivati anche altri gagi: Elisabetta e tante
persone della Comunità di S. Egidio, Greta, Valerio e tanti da Segnavia -
l’associazione animata dai padri Somaschi -, Fabio, Lavinia e tanti altri del
Naga, e poi le maestre delle scuole elementari del quartiere, alcuni genitori,
Vincenzo e le persone del circolo Acli di Lambrate, Patrizia Quadrelli -
consigliera comunale di Rifondazione - e David Gentili - consigliere comunale
del PD. E poi i giornalisti, Repubblica, Corriere, Radio Popolare. Un sacco di
persone, e non solo delle associazioni coinvolte abitualmente nel Tavolo Rom.
Tanti cittadini ordinari, a testimonianza dei legami forti creati nel quartiere.
Le persone sono arrivate così presto alla mattina, forse anche senza credere
veramente allo sgombero. Quasi per rassicurare e rassicurarsi. In una delle
prime mattine un po’ fredde, con una pioggerellina intermittente.
Alle sette di mattina eravamo già tutti lì. Convocati da sms rapidi, e-mail
veloci poche ore prima, fra le 18.00 e le 21.00 del giorno precedente - “pare
che sia veramente domani lo sgombero... appuntamento in via Rubattino”. Poi è
sorto il sole, alle 7.20. E alle 7.30 sono arrivate le ruspe. Alle 7.40
l’esercito (polizia di stato e carabinieri) e la polizia locale. La normativa
internazionale prevede che non possa essere fatto uno sgombero in assenza di
alternative abitative. Prevede anche che debba essere data una notifica
individuale ai maggiorenni. Né l’uno, né l’altro vincolo è stato rispettato .
Prevede anche molte altre cose, come si può leggere nel dettaglio nei tanti
documenti del Tavolo Rom di Milano (vedi:
Documento Tavolo Rom - Politiche e
interventi possibili per i rom e i sinti a Milano2.rtf ).
Più di trecento persone si sono viste distruggere ogni effetto personale che non
sono riusciti a portare subito via con sé. Materassi, letti... tutto è stato
distrutto.
Il Comune non ha predisposto alcuna alternativa abitativa per le persone. De
Corato ha fatto girare dei comunicati stampa con una frase non rispondente alla
realtà: “i servizi sociali hanno offerto a donne e bambini l'accoglienza nelle
strutture comunali”. Solo a cinque donne con figli è stato data l’opportunità di
andare in Comunità mamma con bambino, 3 a Monza, 2 a Milano. Ma altre 40 donne
hanno fatto richiesta, per iscritto, al Comune. Gli è stato detto, noi presenti,
che potevano essere accolti solo bimbi fino ai 7 anni, dagli 8 in sù sarebbero
stati allontanati e messi in Comunità senza i genitori. 67 adulti maschi hanno
fatto richiesta per usufruire delle strutture dell’accoglienza freddo, ma è
stato detto loro di andare in stazione centrale, fare richiesta e mettersi in
lista di attesa (che consta già di 160 persone). Moltissime coppie di genitori,
poi, non hanno accettato di separarsi e hanno chiesto aiuto per trovare una
dimora, hanno chiesto di preservare la loro unità familiare. Nessuna mamma,
anche di quelle che avrebbe accettato di separarsi dal marito ha accettato però
di separarsi dai bimbi con più di sette anni.
Le associazioni del Tavolo Rom, per voce del segretario generale della Camera
del Lavoro metropolitana di Milano, Rosati, hanno sentito il Prefetto. Hanno
parlato con voce unica, hanno chiesto spiegazioni per questo comportamento
sconsiderato. Il Prefetto ha risposto di aver ricevuto dal Comune di Milano
un’assicurazione preventiva allo sgombero che tutti i bambini avrebbero trovato
accoglienza con i loro genitori. Non è avvenuto. Il dirigente del Comune di
Milano presente non aveva alcun piano di accoglienza se non per 5 mamme. Le
pressioni sul Sindaco e sul Prefetto hanno portato lo stesso dirigente, che si
era già allontanato, a tornare e prendere ulteriori richieste, senza però nulla
garantire. Non vi è la disponibilità politica di mettere a disposizione le
strutture di emergenza della protezione civile ubicate in via Barzaghi. Non vi è
disponibilità ad ampliare i posti dell’emergenza freddo. Nel dormitorio di viale
Ortles non possono entrare mamme con bambini, forse potrebbe trovarvi posto una
(!) donna senza figli.
Il Cardinale, pastore della chiesa ambrosiana, è stato avvisato, e più persone
gli hanno dato un racconto dettagliato: non ha caso le sue parole sono state
forti e precise nel pomeriggio: “Chi ha alte responsabilità deve ascoltare
l’invocazione che viene da tante forme di miseria, ingiustizia e solitudine. A
vincere deve essere sempre la dignità dell’essere umano. La miseria non sia
zittita, ma piuttosto ascoltata per essere superata”.
Le principali organizzazioni per i diritti umani sono state informate, e stanno
scrivendo e facendo pressione sull’amministrazione. Tutti si chiedono che
urgenza ci fosse nell’effettuare uno sgombero così radicale proprio ora, alle
porte dell’inverno. Tutti si chiedono perché lo sgombero è stato effettuato
proprio oggi. Perché oggi non è un giorno ordinario per la Giunta milanese.
Questa mattina nell’aula consiliare di Palazzo Marina veniva celebrata una
giornata ben precisa.
Mentre si distruggeva una baraccopoli senza proporre alcuna alternativa a 300
persone, l’assessore alla Famiglia (!) Mariolina Moioli festeggiava nell’Aula
Consiliare di Palazzo Marino la XX Giornata internazionale dei Diritti
dell’Infanzia.
Visto che queste grandi operazioni con centinaia di poliziotti non sono
organizzate da un giorno per l’altro, questa mattina eravamo come attoniti nel
pensare che l’Assessore alla Famiglia abbia potuto pianificare per la stessa
giornata, negli stessi orari, di festeggiare i diritti dell’infanzia e di
lasciare 80 bambini su un marciapiedi. Attoniti, non perché ingenui, attoniti
non perché di primo pelo. Stupefatti dalla arroganza dell’amministrazione
nell’esercizio del potere, che forse non teme nemmeno la critica.
Questa mattina, nelle tre scuole elementari del quartiere era previsto per i
bambini di festeggiare la XX Giornata internazionale dei Diritti dell’Infanzia.
I bambini si sono preparati, hanno studiato la Carta dei diritti dell’infanzia.
E oggi hanno scritto delle lettere al sindaco di Milano. Hanno chiesto
spiegazioni per l’assenza dei loro compagni di scuola. Hanno chiesto spiegazioni
del mancato rispetto dei fondamentali della Carta. Hanno chiesto come mai questo
possa avvenire proprio oggi.
Ancora una volta, mi sembra che non sia tempo sprecato ribadire con grande forza
che i rom appartengono alla comune umanità. Che l’infanzia rom è l’infanzia
umana. Che un trattamento differenziale lede la nostra Costituzione.
Ancora una volta, mi sembra che ribadire l’appartenenza dei rom alla comune
umanità sia troppo poco, un orizzonte imprescindibile ma solo morale. Occorre
abbinare a questo anche una progettualità politica, che riconosca parola e
dignità a queste persone, che con loro pensi percorsi incrementali di
inserimento e autonomia possibile. Nonostante il dolore, non resteremo senza
parole e capacità di proposta politica.
PS:
Senza ritegno, l’assessore Moioli ha dichiarato “Gli operatori dei Servizi
Sociali - prosegue l’assessore Moioli - , d’intesa con la Prefettura e le realtà
del privato sociale, si stanno già occupando di mamme e bambini attraverso un
progetto condiviso, elaborato negli scorsi giorni: a tutti è stata offerta la
possibilità di essere ospitati presso strutture d’accoglienza, ma solo sei
famiglie hanno accettato il ricovero il comunità”. E ha precisato: “Tengo a
ribadire che a tutti i 61 nuclei familiari che vivevano in quel campo è stata
offerta un'opportunità di accoglienza e che l'attenzione dei nostri operatori è
stata massima, in particolar modo per i bambini e per le loro mamme”. Con che
coraggio si può dichiarare una cosa del genere dopo aver messo a disposizione
solo cinque posti in Comunità?
Arrivata la notte, e il freddo. 6 uomini adulti hanno trovato accoglienza alla
Casa della Carità, una dozzina di famiglie in tre parrocchie del quartiere e in
un’altra struttura di accoglienza. Ovviamente per pochi giorni. Più di duecento
persone sono restate senza un tetto sopra la testa. Somaschi e comunità di S.
Egidio questa sera hanno distribuito almeno 170 coperte. Prima a bambini, donne
incinte e persone anziane. Nemmeno le coperte sono state messe a disposizione
dalla protezione civile.
Di Fabrizio (del 20/11/2009 @ 09:42:44, in Regole, visitato 1499 volte)
NEWS (Osservatorio razzismo) - 19-11-2009
Razzismo, divieto di comizi per il sindaco Tosi
Verona, la pena accessoria della Cassazione alla condanna per l’offesa ai
sinti: niente interventi pubblici per tre anni
la Repubblica (edizione cartacea), giovedì 19 novembre 2009
PAOLO BERIZZI
VERONA - Tosi come Gentilini. Dopo la condanna (istigazione al razzismo)
inflitta al fumantino vicesindaco di Treviso, tocca ora al primo cittadino
leghista di Verona subire l’onta e le conseguenze di un provvedimento definitivo
(propaganda razzista) per i suoi eccessi contro gli immigrati. In questo caso i
cittadini sinti che nel 2001, con una campagna muscolare fatta di slogan
martellanti, Tosi voleva cacciare dalla città che oggi amministra. Anche per
lui, oltre a due mesi di reclusione (pena sospesa), i giudici hanno stabilito,
in via definitiva, il divieto di partecipare a comizi politici per tre anni. Una
pena accessoria di fatto congelata, ma che - sul piano politico - fissa dei
paletti.
È tutto contenuto nelle motivazioni, depositate il 30 ottobre, della sentenza
della Corte di Cassazione. Dieci pagine nelle quali si fa riferimento al reato
per il quale Flavio Tosi è stato punito: «Propaganda di idee fondate sulla
discriminazione e l’odio razziale». L’inciampo del sindaco veronese, pupillo del
ministro degli Interni Maroni, risale al 2001. Assieme alla sorella Barbara e ad
altri quattro dirigenti della Lega (tutti condannati, tra loro il deputato
Matteo Bragantini e l’assessore comunale Enrico Corsi) Tosi diffuse dei
volantini con scritte tipo «Firma anche tu per cacciare i sinti», «Sgombero
immediato! Via gli zingari da casa nostra», e dichiarazioni stampa come «dove
arrivano loro ci sono i furti». Che quei sinti accampati nel quartiere di Borgo
Venezia fossero iscritti all’anagrafe e veronesi da generazioni, al gruppo
capeggiato da Tosi importava niente. Sollevate barricate contro i campi nomadi,
lanciate petizioni per farli sloggiare, promesso che la Lega ne avrebbe impedito
l’insediamento «in qualsiasi altra area del territorio», Tosi, dopo gli esposti
di un gruppo di associazioni antirazziste, si trovò a dover rispondere di tutto
questo in tribunale: non smentì nulla. Si giustificò dicendo che la sua era una
battaglia per il ripristino della legalità. Il processo istruito dal procuratore
di Verona, Guido Papalia, culminò con una condanna in secondo grado a due mesi
di reclusione. La Cassazione, inizialmente, annullò con rinvio la condanna,
sentenziando, in sostanza, che se sono ladri è legittimo discriminare i nomadi
(«La discriminazione per l’altrui diversità è cosa diversa da quella per
l’altrui criminosità»). Poi però è arrivato il giudizio definitivo. Che inchioda
Tosi ad un comportamento «non rivolto al ripristino della legalità quanto alla
discriminazione». Federica Panizzo e Lorenzo Picotti sono i legali dei sinti
costituitisi parte civile. «Dopo otto anni - dicono - si mette la parola fine su
un processo nel quale è emersa tristemente l’attualità e la pericolosità di un
"razzismo contemporaneo" che, anche per il solo fatto di essere propagandato
pubblicamente, è in grado di scalfire la pacifica convivenza dei cittadini.
Tutti, senza distinzioni».
La risposta su
Libero-News
Verona, 19 nov. (Adnkronos) - ''Ho dato incarico ai miei legali di querelare
il giornalista Paolo Berizzi del quotidiano la Repubblica per l'articolo
pubblicato oggi con il titolo ''Razzismo, divieto di comizi per il sindaco Tosi,
corredato da un occhiello che dice ''niente interventi pubblici per tre anni''.
Tutti sanno, tranne Berizzi che volutamente ignora la realta' dei fatti, che non
esiste nei miei confronti alcun divieto di comizi o alcuna limitazione di
interventi pubblici, tant'e' che ne faro' uno anche domattina in un'emittente
televisiva nazionale (Mattino 5, La Telefonata con Maurizio Belpietro)''. Lo
annuncia, in una nota, il sindaco di Verona, Flavio Tosi'.
''D'altra parte, a Verona, si e' gia' avuto modo di notare quanto poco accurato
e scrupoloso sia il signor Berizzi nelle sue cronache, specie riguardanti la
nostra citta': in un suo libro ha persino sbagliato, tra le tante cose, la data
dell'uccisione del giovane veronese Nicola Tommasoli'', conclude Tosi.
Su
http://www.cestim.it/ potete leggere il testo integrale della Motivazione
della Sentenza, e il commento degli Avvocati di parte civile.
Nelle ultime settimane sembra tornata di attualità la cosiddetta
“questione rom”. Come è accaduto in altri casi anche recenti, attorno alle
minoranze rom e sinte si coagulano gli allarmi caratteristici delle politiche
emergenziali e securitarie: ma stavolta, ci sembra, si sta facendo un
preoccupante “salto di qualità”. Quasi che dalle parole minacciose si stesse
passando ai fatti concreti.
A Cosenza, il Prefetto emana un ordine di espulsione per un gruppo di rom
rumeni: un gruppo che, ad avviso del rappresentante del Governo, costituisce una
“una minaccia concreta, effettiva e grave all’incolumità pubblica”. Cosa hanno
fatto di tanto grave queste persone? Vivono in campi e in baracche, non hanno un
lavoro né una dimora stabile. Tutto qui: il provvedimento del Prefetto non
aggiunge altro. I rumeni, quindi, rappresentano una minaccia perché sono poveri,
privi di mezzi di sostentamento. Mai in Italia l’equiparazione tra poveri e
“categorie pericolose” era stata formulata in modo così netto, senza pudori né
giri di parole.
A Roma, all'alba dell'11 novembre, le forze dell’ordine sgomberano le famiglie
rumene dal campo Casilino 700. Nell’operazione sono coinvolte la Polizia di
Stato, l’esercito, i vigili urbani e la Protezione Civile: un dispiegamento di
forze evidentemente sproporzionato rispetto alla situazione. Baracche, tende ed
effetti personali dei rom vengono distrutti dalle ruspe, mentre una ventina di
capifamiglia sono tratti in arresto, nonostante non si sappia di cosa siano
accusati.
Colpisce la tempistica di questi due episodi: nel giro di pochi giorni, un
rappresentante del Governo e un Sindaco schierato con la maggioranza
berlusconiana lanciano una campagna di aggressione contro una minoranza fragile
e discriminata. Il copione non è molto diverso da quello cui abbiamo assistito
altre volte in questi anni: una coalizione politica in crisi di consenso cerca
di rilegittimarsi indicando un facile “capro espiatorio”, un “bersaglio” su cui
scaricare le ire dei cittadini.
Così l’Italia del Governo Berlusconi dichiara guerra ai rom. Indica il “pericolo
pubblico” in una minoranza di 170 mila persone, per metà donne, per metà
bambini, per metà cittadini italiani. La guerra ai più deboli sta diventando la
cifra della nuova Italia guidata dal centro-destra.
Intanto, altri eventi contribuiscono a creare un clima favorevole a queste
scelte del governo.
Ad Alba Adriatica, vicino Teramo, un episodio tragico, un brutto fatto di sangue
diventa il pretesto per criminalizzare un’intera comunità. Il colpevole è un
rom, dunque tutti i rom sono colpevoli: questa è l’operazione condotta in modo
spregiudicato da una parte della stampa e dei mass-media del nostro paese.
A Pisa l’amministrazione comunale – guidata dal centro-sinistra - decide di
chiudere il programma “Città Sottili”: interrompe cioè uno dei tentativi più
avanzati in Italia di superare i “campi nomadi”, e di garantire ai rom il
diritto alla casa (perché, contrariamente a un diffuso pregiudizio, i rom non
vogliono abitare nei campi-ghetto in cui sono stati confinati).
Il Comune di Pisa lancia così un segnale in sintonia con le scelte del Governo
Berlusconi: un brutto segnale di “trasversalità” politica, proprio quando invece
sarebbe importante affermare e praticare scelte politiche e culturali
differenti.
Questi episodi disegnano, nel loro insieme, un mosaico inquietante, che deve
preoccupare tutti. Si sta consolidando in Italia una vera e propria “guerra ai
rom”. Finora teorizzata ed evocata, parzialmente praticata (come nel caso del
censimento dei bambini rom nell’Estate 2008), ma mai attuata con espulsioni e
allontanamenti sistematici. Il rischio è che gli episodi di questi ultimi giorni
rappresentino un drammatico “salto di qualità” in questo senso.
Per aderire:
sergiobontempelli@interfree.it
Di Fabrizio (del 19/11/2009 @ 11:50:02, in Italia, visitato 3357 volte)
Corriere.it (c'è anche un servizio fotografico sullo sgombero)
19 novembre 2009 - Gli agenti hanno fatto uscire le famiglie dalle loro
baracche. Inutile la fiaccolata di mercoledì sera - il consigliere Gentili:
«Provo vergogna come amministratore e cittadino»
MILANO - E' scattato all'alba lo sgombero del campo rom nell'area ex Enel
di via Rubattino a Milano. Le famiglie sono state buttate giù dal letto dagli
agenti di polizia, carabinieri e polizia locale in tenuta antisommossa e hanno
dovuto lasciare le loro baracche. Inutile la fiaccolata organizzata mercoledì
sera da alcune associazioni del quartiere e dalle maestre dei bambini per
scongiurare il blitz. Nel campo, le presenze di nomadi erano passate negli
ultimi mesi da circa 50 a oltre 150, anche in seguito agli arrivi dovuti agli
sgomberi di altri campi irregolari. «La proprietà ha già iniziato i lavori di
smantellamento e messa in sicurezza della struttura», mentre «i servizi sociali
hanno offerto a donne e bambini l'accoglienza nelle strutture comunali», spiega
il vicesindaco di Milano Riccardo De Corato, che ricorda come con questo
sgombero «il 166esimo, restituiamo alla città un'altra fetta abbandonata al
degrado».
QUARANTA BAMBINI A SCUOLA - Dure le prime reazioni: «Mentre l'assessore
Moioli celebra l'anniversario della Carta dei diritti all'infanzia - affermano i
consiglieri comunali David Gentili (Pd) e Patrizia Quartieri (Prc) - in via
Rubattino l'esperienza di integrazione di 40 bambini nelle scuole del quartiere
viene calpestata dalle ruspe. Uno sgombero che è una vergogna per Milano. Si fa
propaganda politica sulla vita dei bambini». «Alle porte dell'inverno, dopo le
mobilitazioni del quartiere e delle insegnanti delle scuole che ospitano i
bambini, pensavo, ingenuo, che ciò non sarebbe accaduto - prosegue Gentili -.
Non c'è limite all'utilizzo della vita delle persone per fare propaganda
politica». Di «ennesima violazione di diritti fondamentali», parla
l'associazione Naga.
ANCHE A SESTO - Intanto, è stato sgomberato dalle forze dell'ordine anche
il campo rom di via Luini a Sesto San Giovanni, nell'hinterland milanese. A
comunicarlo e il capogruppo del Pdl in Comune Antonio Lamiranda che accusa però
l'Amministrazione di centrosinistra di «nulla aver fatto per tutelare quei
cinque o sei bimbi che vivono in condizioni inumane». Lunedì scorso, durante un
vertice a Palazzo Marino, Lega e Pdl hanno fatto la pace su una delle questioni
che in passato ha diviso la maggioranza, fissando in mille il «tetto» dei nomadi
presenti in città, tetto da raggiungere entro il 2011. I nomadi, a quanto
deciso, dovranno essere inseriti in campi rom regolari e che, in prospettiva,
sono destinati a diventare per lo più spazi di transito.
NOTIZIE CORRELATE
«A Milano non più di mille rom»
Di Fabrizio (del 19/11/2009 @ 09:07:13, in media, visitato 1575 volte)
Ricevo e porto a conoscenza
Salve,
seguiamo con interesse il vostro blog e vorremmo segnalarvi il sito
www.theforgotten.eu,
che ci piacerebbe fosse segnalato come link nel vostro sito.
Il nostro progetto “I dimenticati tra I dimenticati” (a cui il sito si
riferisce) è promosso dalla branca italiana del Servizio Civile Internazionale
(SCI) insieme al Centro Europeo di Studi sulla Discriminazione di Bologna (CESD)
e allo SCI Romania. E’ sostenuto dalla Commissione Europea nell’ambito del
programma “Citizenship”.
Il progetto è incentrato sul ricordo della persecuzione nazi-fascista contro le
persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) e contro il popolo Rom.
L’intento di questo progetto è quello di contribuire a ricordare ciò che è
accaduto a coloro che sono stati perseguitati ma che raramente vengono
menzionati come vittime del nazi-fascismo. Attraverso il ricordo, il nostro
obiettivo è anche quello di aiutare a riflettere sulla attuale situazione di
discriminazione delle persone LGBT e Rom, contribuendo così a costruire la
coesione futura.
Il progetto proseguirà nel corso del 2010, con una serie di eventi e iniziative
per riscoprire i luoghi che furono campi di concentramento di persone rom
durante la seconda guerra mondiale.
Un saluto,
Elena Cavassa
Servizio Civile Internazionale
Di Fabrizio (del 19/11/2009 @ 09:01:58, in media, visitato 1714 volte)
Di Fabrizio (del 18/11/2009 @ 17:29:20, in Italia, visitato 1311 volte)
Sportello popolare Quarticciolo di mediazione culturale per
la tutela dei diritti dei cittadini migranti COMUNICATO:
Già la fase finale della giunta Veltroni l'aveva abbondantemente dimostrato
che gli sgomberi (termine orribile riferibile solo a cose e non a
persone) non servono altro che a spostare il problema dei senza fissa dimora
(tra cui i cosiddetti campi nomadi) di solo qualche centinaio di metri,
spalmandolo su tutto il territorio, con grande dispendio di mezzi e denaro
pubblico (il passato vice capo Gabinetto parlava di circa 36.000 euro a
settimana se la memoria non ci inganna).
Cosa è stato risolto? Le prime vittime di questa politica oltre ai Rom (oramai
paradossalmente abituati da sempre allo sgombero) sono stati
coloro che vedono il loro territorio incapace di dare risposte a chiunque (e
nelle periferie sono tanti, troppi!) viva disagi di ogni tipo (economico,
sociale, culturale, insicurezza…).
Il più delle volte l'unica risposta è quella di soffiare sul fuoco del razzismo,
della guerra tra i poveri del prevalere dei particolarismi sciovinisti.
Nel settimo Municipio si è tentata una strada diversa. Con buon senso (e un
minimo di intelligenza) si è compreso che l'insicurezza aumenta con il disagio e
l'emarginazione sociale.
Perciò si sono favorite politiche di inclusione sociale, si è cercato di dare
risposte ai bisogni immediati non rinviabili all'infinito:
Ad esempio è da sei anni che funziona un mercatino Rom dell'usato e
dell'artigianato tipico (attualmente a Via Longoni la domenica mattina) visitato
da migliaia di cittadini romani e non; fino a due anni fa si è svolta con
successo la raccolta dei rifiuti ingombranti abbandonati per strada con due
operati Rom del Casilino 900 (un progetto della Cooperativa Phralipè, AMA,
Comune e Provincia di Roma), si sono sviluppate cooperative sociali che
potessero dare una speranza di lavoro onesto a detenuti ed ex detenuti.
In queste, come in tante altre iniziative, questo Municipio ed il Suo
Presidente, non hanno mancato di far giungere il loro appoggio a dimostrazione
che conquistare facilmente un pugno di voti con becere politiche non era il
sestante della loro azione politica.
E' per questo che oggi appoggiamo le prese di posizione recenti contro lo
sgombero (senza soluzione del problema) di Casilino 700 del Presidente
Mastrantonio. Il problema si è solo spalmato su tutto il territorio (chi pensa
che si possono espellere in massa cittadini comunitari o senza un paese di
riferimento è un illuso o un ipocrita), così come la sofferenza e
l'emarginazione dei soggetti più deboli di questa Comunità (bambini in tenera
età e anziani).
Noi lavoreremo contro questo tipo di tiro al piccione e contro i rigurgiti
razzisti che ci fanno ricordare solo una cosa: la shoa (Porrajmos in lìngua
romanì) che questo popolo ha subito insieme agli ebrei, ai “diversi”, ai nemici
politici del nazifascismo.
Oggi come ieri destinati, loro si, a riempire l'immondezzaio della storia!
Sportello popolare quarticciolo di mediazione culturale per la tutela
dei diritti dei cittadini migranti
IL SERVIZIO DI CONSULENZA PER CITTADINI MIGRANTI E' APERTO
EL SERVICIO DE CONSULTORIA PARA LOS CIUDADANOS MIGRANTES ESTA ABIERTO
THE CONSULTING SERVICE FOR MIGRANTS CITIZENS IS OPEN
LE SERVICE DE CONSULENCE POUR CITOYENS MIGRANTS EST OUVERT
ESTE DESCHIS OFICIUL DE CONSULENŢE PENTRU CETĀŢENI EMIGRAŢI ÎN ITALIA
O SERVIÇO DE CONSULTA PARA CIDADÃOS MIGRANTES E' ABERTO
خدمة الإستشارة للمواطنين المهاجرين مفتوحة.
• CONSULENZA FISCALE E LEGALE
• INFORMAZIONI SULLE NORME VIGENTI IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE
• ORIENTAMENTO AI SERVIZI TERRITORIALI
• PRATICHE PER LA RICHIESTA DELLA CITTADINANZA ITALIANA E PER IL
RICONGIUNGIMENTO FAMILIARE
• COMPILAZIONE DEL “KIT” REPERIBILE AGLI UFFICI POSTALI PER LA RICHIESTA DEL
RILASCIO/RINNOVO DEL PERMESSO/CARTA DI SOGGIORNO PER I MIGRANTI
PIAZZA DEL QUARTICCIOLO 18/19
autobus: 451 (da Metro A Subaugusta e metro B Ponte Mammolo);
capolinea tram 14;
Telefono: 348/6614207 e-mail:
migranti7@yahoo.it
ORARIO: Mercoledì dalle ore 16.00 alle ore 19.00
Di Fabrizio (del 18/11/2009 @ 09:42:43, in casa, visitato 1668 volte)
Alto Adige - L'Espresso local
IL CASO A OLTRISARCO - Ieri mattina il comitato ha raccolto 400 firme
contro il trasferimento dei Gabrielli. Poi tutti attorno a un tavolo (fr.g.)
Area di viale Trento, funziona la mediazione improvvisata con gli assessori
BOLZANO. Invece di gridare si sono parlati: e ieri a Oltrisarco sono diventati
protagonisti di un piccolo grande evento. Il comitato contro l'area nomadi di
viale Trento (che ieri mattina ha raccolto oltre 400 firme), un gruppo di
amministratori comunali e provinciali (tra cui Gallo, Pagani, Trincanato, Primo
Schönsberg, Margheri e Dello Sbarba), la famiglia di sinti Gabrielli, la Rete
diritti dei senza voce hanno firmato un testo di riconciliazione.
E' accaduto poco prima delle 13 in piazza Bersaglio dopo una mattinata
vivace. Felici tutti. I politici, la famiglia Gabrielli (Radames: «E' la prima
volta che ci succede di discutere così con i residenti») e il comitato di
cittadini («non siamo razzisti, non vogliamo equivoci sulla nostra petizione».
Domani pomeriggio si ritroveranno in Comune per un incontro più formale. Ma
la base sta nel documento e nel metodo: tutti attorno al tavolo improvvisato del
bar in piazza a tirare fuori le proprie idee su quell'area nomadi «provvisoria»
che ha provocato tanta tensione. Alla fine, è il riassunto, dal primo all'ultimo
condividono che quello non sia il posto giusto per ospitare i Gabrielli.
Questo il testo del documento: «Noi cittadine e cittadini di Bolzano, insieme
alla famiglia Gabrielli, cittadina di Bolzano da sempre, e con esponenti
dell'amministrazione comunale, dichiariamo di non volere che si creino
contrapposizioni tra persone che vogliono collaborare per soluzioni positive,
durevoli e dignitose per tutti. Per questo chiediamo che alla famiglia Gabrielli
sia assegnata nel più breve tempo possibile un'area dove vivere con agio,
integrata nel contesto sociale della città, con la realizzazione delle microaree
da tanto progettate». Nel documento si chiede inoltre «che l'attuale area di
viale Trento, inadeguata, sia considerata una soluzione provvisoria e di
emergenza; che la Provincia crei tutte le condizioni di legge necessarie alla
realizzazione delle microaree e sostenga i Comuni nell'affrontare i problemi
sociali».
Il racconto della giornata vede alle 9 i banchi del comitato di cittadini al
debutto in piazza Bersaglio: raccolgono in fretta centinaia di firme sotto la
petizione. Il testo chiede al presidente provinciale Luis Durnwalder e al
sindaco Luigi Spagnolli di annullare il trasferimento dei Gabrielli nell'area
cani di viale Trento. Tra i motivi elencati dal comitato, la situazione già
difficile di un quartiere a rischio «ghetto», «il modo in cui è stato gestito il
problema rischia di creare tensioni», «la svalutazione immobiliare», «il
potenziale pericolo per la stessa famiglia Gabrielli in un area situata tra
ferrovia, cavalcavia A22, tralicci dell'alta tensione», «nessun coinvolgimento
della popolazione prima del trasferimento». Hanno firmato proprietari di cani,
residenti d'accordo con la petizione, e anche, racconta Verena De Manincor,
«persone ostili con i nomadi punto e basta: ma ci siamo dissociati da chi
parlava così».
A pochi metri di distanza, alla casa Migrantes del ponte Roma, i Gabrielli e
un gruppo di ecosociali, esponenti del Pd (assente ma solidale l'assessore
Barbara Repetto), la rete dei Diritti dei senza voce hanno fatto colazione
insieme, poi si sono diretti in piazza Bersaglio. Subito c'è stata un po' di
tensione, con Verena De Manincor che insisteva: «Non siamo razzisti, leggete la
petizione prima di accusarci. Siamo stati avvicinati da politici di destra che
volevano unirsi a noi: non ci siamo fatti strumentalizzare». Poi è iniziata la
«mediazione». Forse non ci credevano neppure loro, ma alla fine hanno firmato il
documento che intende chiudere le tensioni. Ma Mariateresa Tomada (Lega) accusa:
«La giunta non ha voluto trasferire i Gabrielli in altre aree disponibili come
il maneggio e la giardineria comunale di via Rio Molino: perché? Forse perché i
Sinti non possono vivere a Gries o perché l'assessore Pasquali e la sua famiglia
frequentano il maneggio?». Quanto ai Gabrielli, chiede Tomada, «di cosa hanno
vissuto negli ultimi 60 anni?».
(16 novembre 2009)
Di Fabrizio (del 18/11/2009 @ 09:10:21, in Italia, visitato 1387 volte)
Sabato 21 novembre presso la sede A.N.P.I. di Omegna (VB), in via Vaemenia
(piazzale Stazione)
gli autori
GIORGIO BEZZECCHI (Presidente della cooperativa Romano Drom) e MAURIZIO
PAGANI (Dirigente dell’ Opera Nomadi Milano)
presenteranno il volume
"I ROM E L'AZIONE PUBBLICA" (Nicola Teti Editore)
Introduzione di Alyosha Matella
Durante l’incontro sarà proiettato il documentario
PORRAJMOS- UNA PERSECUZIONE DIMENTICATA
di Paolo Poce e Francesco Scarpelli
Realizzato dall’Opera Nomadi Milano con il contributo dell’UCEI
LA CITTADINANZA È INVITATA A PARTECIPARE
Di Fabrizio (del 17/11/2009 @ 22:35:30, in blog, visitato 1749 volte)
Mogliano Veneto contro il razzismo, lettera aperta al Sindaco
Apprendiamo che l’Amministrazione comunale che lei presiede ha concesso il
patrocinio (delibera di Giunta n. 89 del 22/10/2009) per la presentazione del
libro “Gentilini il sindaco Sceriffo”, scritta dal giornalista del Gazzettino
Paolo Calia, con la partecipazione dell'auto...
Mogliano Veneto (TV), nessuna piazza a Gentilini
Il vice sindaco di Treviso è stato contestato ieri a Mogliano Veneto da circa
200 persone appartenenti a varie associazioni, a margine della presentazione
della sua biografia scritta dal giornalista Paolo Calia...
Stato di emergenza, terremotati come cavie
Non solo L'Aquila, certo. Prima c'erano stati i rifiuti in Campania, la
sicurezza nelle strade, il pericolo "zingari", gli incendi boschivi, il
terrorismo e la «crisi internazionale dovuta alla guerra in Iraq». Poi si e...
Roma, famiglie sgomberate e smembrate
È in corso lo sgombero dell'ex-fabbrica Heineken di via dei Gordiani a Roma,
occupata ieri da oltre un centinaio di rom dopo l'abbattimento del campo di via
di Centocelle Casilino 700, nella periferia est della capit...
Teramo, pogrom contro le famiglie Rom in tutta la provincia
Si chiama Emanuele Fadani il commerciante di 37 anni picchiato a morte da tre
ubriachi nella notte tra martedì e mercoledì ad Alba Adriatica, nel teramano. Il
pestaggio, avvenuto intorno alle 2 di n...
Alba Adriatica (TE), un orrendo omicidio viene strumentalizzato
I funerali di Emanuele Fadani, 37 anni, ucciso da tre persone la notte tra
martedì e mercoledì con tre pugni al volto, si svolgeranno domani pomeriggio
alle 16 in piazza IV Novembre, tra la chiesa di Santa Eufemia e il Munic...
Roma, Alemanno chiama Amnesty
«Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha sentito per telefono la signora
Christine Weise, presidente della sezione italiana di Amnesty International. Nel
corso della telefonata è stato chiarito l'equivoco causato da informazioni non
corrette fornite all'Organizzazione». Si è concluso così, con un comunicato...
Vicenza, partigiani sinti: lettera al Giornale di Vicenza
Ho letto ieri sul vostro quotidiano che sabato 14 c.m. alle 10.00 sarà celebrata
la commemorazione per l’eccidio dei dieci partigiani Martiri al Ponte dei Marmi
di Vicenza. Vorrei far presente ai Cittadini che in questo periodo si stanno
affannando contro le famiglie ...
Venezia, oggi il Prefetto ha incontrato il Sindaco e la Presidente della
provincia
Il prefetto Michele Lepri Gallerano ha convocato questa mattina il sindaco
Massimo Cacciari (in foto) e la presidente della Provincia Francesca Zaccariotto,
con la quale comunque si è già confrontato l'altro ieri alla presenza anche del
ministro dell'Interno Roberto Maroni, per spiegare che cosa fare sulla ...
Alba Adratica (TE), le Forze dell'Ordine iniziano le indagini contro gli autori
dei pogrom
Oggi pomeriggio i Carabinieri e la Digos di Teramo hanno iniziato finalmente le
indagini per individuare gli autori dei pogrom, scoppiati ieri sera e mercoledì
sera, nel corso delle due manifestazioni di piazza organizzate ad Alba Adriatica
(Teramo). Gli inq...
Cosenza, annullati dal Tribunale gli 82 decreti di allontanamento emessi dal
Prefetto
Si è conclusa positivamente la vicenda degli 82 ricorsi contro i provvedimenti
di allontanamento, emessi dal Prefetto di Cosenza, nei confronti di altrettanti
cittadini rom rumeni che da div...
Roma, Amnesty International: l'appello a favore delle famiglie rom sgomberate
rimane valido
In relazione alla nota diffusa ieri, giovedì 12 novembre, dall'Ufficio stampa
del sindaco di Roma Gianni Alemanno circa lo sgombero forzato del campo "Casilino
700" e la relativa azione di Amnesty In...
Venezia, vince il Comune: i Sinti possono trasferirsi
Ora è solo questione di giorni. E i tempi li deciderà il Comune, dopo che il
vertice in Prefettura con il sindaco Massimo Cacciari e la presidente della
Provincia Francesca Zaccariotto ha di fatto sancito il via libera al
trasferimento della comu...
Casarano (LE), una giornata di sport contro il razzismo
Una giornata di sport davvero particolare quella che si è vissuta ieri
pomeriggio allo stadio «Capozza» dove si è disputata una gara amichevole fra il
Casarano e il Gra Panareo del Campus di Lecce...
Mantova, è venuta a mancare Adelaide De Glaudi
Ieri sera è venuta a mancare Adelaide (Titina) De Glaudi, sopravvissuta al
Porrajmos, la persecuzione razziale subita dai Sinti e dai Rom, durante il
nazifascismo. Adelaide era nata a Ponte Nizza (PV)...
Alba Adratica (TE), l'intervento di Santino Spinelli
Innanzitutto voglio esprimere tutto il mio cordoglio alla famiglia della
vittima. Una tragedia familiare immane che mi tocca profondamente come uomo ,
come italiano e come rom. Voglio espr...
Taraf de Haidouks, ritorno alle origini: Maskarada
Il Taraf de Haidouks presenta il concerto il suo nuovo progetto originale
dedicato ai compositori classici che si sono ispirati a temi delle musiche
tradizionali. Dai Balcani alla penisola Iberica, dall’Inghilterra alla Russia,
essi hanno attinto...
MantovaJazz 2009, il prossimo fine settimana con Django’s Jungle
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