Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 03/09/2008 @ 08:47:34, in media, visitato 2229 volte)
Mi segnala Ivana:
MITO SettembreMusica e Milano Film Festival presentano una rassegna
dedicata al cinema gitano: 8 appuntamenti con produzioni - tra le altre - da
Bulgaria, Repubblica Ceca, Romania, Serbia, che raccontano storie di un mondo in
realtà poco conosciuto.
Il cinema gitano non esiste. O meglio, è un cinema nomade, che cambia
nazionalità, produzione, personaggi. Esiste un'immagine cinematografica dei
gitani, che è differente a seconda dell'occhio che la raffigura; esiste
un'immagine solare e vitale, fracassona e rumorosa (Kusturica, su tutti), come
esiste un'immagine dolente e malinconica (Tony Gatlif).
Una selezione dei migliori film che vengono dal mondo gitano e che parlano dei
gitani. Film mal distribuiti o mai distribuiti, occasione di incontro e
dibattito su un'identità cinematografica nomade e sfuggente.
Il programma completo:
Di Fabrizio (del 03/09/2008 @ 08:48:27, in Europa, visitato 1943 volte)
Da
Roma_Daily_News
Regno Unito / Finlandia / Lituania / Slovacchia
Convenzione sull'Eliminazione di Tutte le Forme di Discriminazione contro le
Donne
Estratto dalle osservazioni conclusive del Comitato ONU sulla "Convenzione
per l'Eliminazione della Discriminazione contro le Donne" (CEDAW) [...] nella
sua 41a sessione tenutasi dal 30 giugno al 18 luglio
Rapporto
pubblicato venerdì 29 agosto 2008 (tutti i link sono in inglese ndr)
Tutte le informazioni sulla 41a sessione
Regno Unito
. . . . preoccupati che le donne di diverse comunità etniche e di minoranza,
incluse le comunità viaggianti, continuano a soffrire di discriminazione
multipla, particolarmente nell'accesso all'istruzione, impiego e servizi
sanitari. Il Comitato nota che le donne [delle comunità] etniche e minoritarie
sono sotto-rappresentate in tutte le aree del mercato lavorale, particolarmente
nelle posizioni decisionali, hanno alti tassi di disoccupazione e pagano un
notevole gap nella loro paga oraria confrontata a quella maschile. Le donne di
differenti comunità etniche e di minoranza sono anche ampliamente
sotto-rappresentate nella vita politica e pubblica. Il Comunicato nota che che
le donne delle comunità viaggianti sperimentano alti numeri di aborti e feti
nati morti, ed hanno il più alto tasso di mortalità infantile tra tutti i gruppi
etnici. Si nota anche che le donne delle comunità etniche e minoritarie soffrono
di alti tassi di depressione e malattie mentali, mentre le donne di discendenza
asiatica hanno i più alti tassi di suicidio e di autolesionismo.
http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ United_Kingdom. pdf
Finlandia
31. Mentre notiamo che le misure prese dallo Stato per accrescere la
consapevolezza delle donne Rom sui loro diritti e la loro integrazione nella
società finnica, il Comitato rimane preoccupato perché queste donne continuano
ad affrontare forme multiple di discriminazione basata sia sul sesso che
sull'origine etnica, inclusi alto tasso di disoccupazione, difficoltà
nell'accesso ai servizi e discriminazione all'interno delle loro stesse
comunità.
32. Il Comitato richiama lo Stato ad implementare misure efficaci per
eliminare la discriminazione contro le donne Rom ed aumentare il loro
godimento dei diritti umani. Incoraggia lo Stato ad essere proattivo nelle sue
misure per prevenire la discriminazione contro le donne Rom, sia nelle loro
comunità che nella società maggioritaria, a combattere la violenza contro di
loro, ed aumentare la loro consapevolezza sulla disponibilità dei servizi
sociali e sugli aiuti legali come pure a fare passi per familiarizzarle con i
loro diritti di eguaglianza e non-discriminazione. Il Comitato richiede che lo
Stato fornisca, nel suo prossimo rapporto, informazioni sulla situazione delle
donne dei gruppi etnici di minoranza, incluso l'accesso all'istruzione, impiego
e servizi sanitari, e sull'impatto delle misure prese per aumentare questi
accessi e sui risultati ottenuti, come pure i progressi di tendenza.
http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ Finland.pdf
Lituania
28. Mentre notiamo varie misure prese dallo Stato, incluso il Programma per
l'Integrazione dei Rom nella Società Lituana (2000-2004 and 2008-2010)
ed il Programma di Sviluppo Rurale Lituano per il 2007-2013, il Comitato nota
con preoccupazione che i gruppi vulnerabili delle donne - per esempio donne
rurali, donne con disabilità, donne appartenenti alle minoranze etniche, incluso
donne Rom, donne migranti ed anziane - continuano a soffrire di discriminazione
nell'istruzione, nell'impiego, nella casa ed altre aree, sulla base del loro
genere e sesso, ed in altri campi, essendo così esposte a forme multipli di
discriminazione. A questo riguardo, il Comitato nota purtroppo che le
informazioni presentate dai rapporti statali non erano sufficientemente
specifici riguardo alle donne e non coprivano adeguatamente la situazione di
tutti questi gruppi.
http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ Lithuania. pdf
Slovacchia
22. Mentre si riconoscono le misure prese dallo Stato per il Decennio
dell'inclusione Rom 2005-2015, il Comitato è preoccupato perché le donne e le
ragazze Rom rimangono in situazioni vulnerabili e marginalizzate, specialmente
riguardo sanità, istruzione ed impiego.
23. Il Comitato preme perché lo Stato prenda misure efficaci, incluso misure
speciali temporanee in accordo con l'articolo 4, paragrafo 1 della Convenzione e
Raccomandazioni Generali dei 25 del Comitato, per eliminare le forme multiple di
discriminazione contro le donne e le ragazze Rom ed aumentare il rispetto per i
loro diritti umani. Richiama anche lo Stato ad accelerare l'ottenimento de facto
per le donne Rom dell'eguaglianza, rafforzando il coordinamento tra tutte le
agenzie che lavorano sui Rom, sulle tematiche della non discriminazione e
dell'eguaglianza di genere, particolarmente nelle aree della salute, istruzione
e partecipazione nella vita pubblica. Il Comitato preme perché lo Stato
implementi misure mirate per eliminare la discriminazione contro le donne Rom in
tutte le aree con un'agenda specifica, che controlli lo sviluppo e il
raggiungimento degli obiettivi dichiarati, inclusi quelli compresi nel Decennio
dell'Inclusione Rom 2005-2015, e prenda se necessario azioni correttive. Il
Comitato preme perché lo Stato prenda misure concrete per cambiare la
tradizionale percezione dei Rom da parte della popolazione maggioritaria,
incluso programmi mirati alla consapevolezza e alla sensibilizzazione, in
particolare in quei settori della società dove queste attitudini sono evidenti.
Richiama lo Stato a fornire nel prossimo rapporto periodico una fotografia
completa della situazione delle donne e delle ragazze Rom, inclusi i dati
disaggregati per sesso riguardo le opportunità ed i successi nell'istruzione,
nell'accesso all'impiego ed ai servizi sanitari e la partecipazione alla vita
pubblica ed al processo decisionale.
30. Mentre si riconoscono le spiegazioni date dalla delegazione sui presunti
casi di sterilizzazioni forzate di donne Rom, e prendendo nota della
legislazione sulla sterilizzazione recentemente adottata, il Comitato rimane
preoccupato per le informazioni ricevute rispetto alle donne Rom che
testimoniano di essere state sterilizzate senza previo ed informato consenso.
Inoltre il Comitato raccomanda che lo Stato prenda tutte le misure necessarie
per assicurare che le recriminazioni espresse dalle donne Rom riguardo la
sterilizzazione forzata siano debitamente riconosciute e che alle vittime di
tali pratiche sia garantita effettiva compensazione.
http://www2. ohchr.org/ tbru/cedaw/ Slovakia. pdf
Di Fabrizio (del 04/09/2008 @ 09:14:17, in Europa, visitato 1730 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
The Associated Press - 1 settembre 2008
SARAJEVO, Bosnia-Herzegovina: Un'agenzia internazionale dei diritti umani dice
che assisterà la polizia bosniaca nel combattere i crimini motivati razzialmente.
L'Ufficio OCSE per le Istituzioni Democratiche ed i Diritti Umani dice
che i poliziotti bosniaci verranno formati nel riconoscere i crimini basati
sull'odio e nel collaborare con le comunità che ne sono vittime.
Il vice Ministro Mijo Kresic dice che saranno introdotte punizioni più dure
contro i crimini basati su nazionalità, orientamento religioso o politico.
L'ufficio OCSE, riferendosi all'ODIHR, ha detto nel 2006 di essere
preoccupato sugli attacchi a persone ritornate dopo il conflitto etnico in
Bosnia del 1992-95 e per le minoranze, inclusi i Rom.
L'ufficio ha raggiunto lunedì l'accordo col Ministero della Sicurezza.
Di Sucar Drom (del 04/09/2008 @ 12:03:29, in blog, visitato 1376 volte)
Freising (Germania), i giovani Rom e Sinti nella Chiesa e nella società
I giovani “zingari” e il loro ruolo nella Chiesa e nella società saranno al
centro del VI Congresso Mondiale della Pastorale per gli Zingari, promosso dal
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti in
collaborazione con la Conferenza Episcopale Tedesca. Sul programma si legge
questa nota:...
Venezia, Rita Zanutel interviene dopo l'incontro in Prefettura
L’assessore provinciale alle politiche sociali, Rita Zanutel (in foto a destra),
interviene dopo l’incontro in Prefettura a Venezia di alcuni giorni fa. «Di
fronte ai problemi, spesso complessi - dice- come amministratori pubblici ab...
Venezia, Radames Gabrielli: "noi Sinti e Rom vogliamo essere soggetti attivi"
Pubblichiamo di seguito l’intervento tenuto il 30 agosto da Radames Gabrielli
(in foto, il secondo da sinistra) alla Festa di Liberazione. Buona sera,
sono Radames Gabrielli, sono un Sinto italiano, appartenente al...
Reggio Emilia, il battesimo per il riscatto sociale dei Sinti
Il battesimo come rituale di iniziazione. Simbolo della conversione alla chiesa
evangelica che, per gli italiani di etnia Sinti, rappresenta anche una
conversione sociale. Ieri mattina, al “campo nomadi” di via Antonio da Genova,
sono state Tracy e Jasmine a ricev...
Veneto, la Regione vuole la deportazione di massa di Rom e Sinti?
Il consigliere regionale del Partito Democratico del Veneto, Igino Michieletto
ha presentato un'interrogazione a risposta immediata per sapere se la Giunta
veneta...
Card. Martino, i Sinti e i Rom sono vittime di discriminazione e d’indifferenza
“Di fronte alle situazioni di discriminazione e d’indifferenza” di cui sono
vittime i Sinti e i Rom, “la Chiesa non può restare indifferente”. È questo il
monito affidato oggi alla Radio Vaticana dal ca...
La Giornata Europea della Cultura Ebraica
La Giornata Europea della Cultura Ebraica, giunta quest’anno alla nona edizione,
è ormai divenuta una piacevole consuetudine della prima domenica di settembre.
La sfida dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane di aprire nello stesso
giorno le porte delle sinagoghe, dei musei, dei siti ebraici, ha incontrato il
crescente int...
Legnaro (PD), morti carbonizzati due giovani
Dramma a Legnaro, nel padovano: questa notte un incendio, forse di origine
dolosa, ha distrutto un capannone della fiera cittadina. All'interno si erano
appartati due giovani fidanzati che sono morti carbonizzati. I due ragazzi,
entrambi sinti giostrai, erano ...
Consiglio d’Europa, i Sinti e i Rom devono essere inseriti nei processi
decisionali politici
«Le popolazioni sinte e rom sono gravemente sottorappresentate negli Enti
locali, nelle assemblee nazionali e nelle amministrazioni di governo in tutta
l’Europa. Si tratta di una grave lacuna nelle nos...
Figli di un Dio inferiore?
Il Terzo Reich li accusò di «wandertrieb», istinto al nomadismo. Un morbo
incurabile, secondo i nazisti, dal quale tutti i Rom e i Sinti sarebbero stati
affetti. Un pregiudizio che costò la vita ad almeno 600 mila Rom e Sinti. Nella
s...
L'ERRC candidata al premio Sakharov
Il gruppo della Sinistra europea al Parlamento europeo (Gue), che comprende i
deputati di Rifondazione comunista e dei Comunisti italiani, ha candidato una
Ong rom - European Roma Rights Center (Errc) - al premio Sakharov, che ogni anno
l'...
Desio (MI), l'effetto "creativo" della dottrina maroni
Tra pochi giorni cominciano le scuole ma per nove bambini Sinti, tra i 6 e i 13
anni, la campanella non suonerà. Colpa di due ordinanze "creative" firmate dal
sindaco di Desio Giampiero Mariani, che vietano su tutto il territorio comunale
la sosta alle roulotte e l'accattonaggio...
Reggio Emilia, via libera alla “campina”
La seconda circoscrizione cittadina ha approvato il progetto del Comune, voluto
fortemente dal Sindaco Delrio (in foto). Entro fine mese una famiglia di Sinti
dovrebbe trasferirsi da via Gramsci a via Felesino Via libera della sec...
Ue, primo vertice dedicato ai Rom
Sollecitata da un gruppo di associazioni, la Commissione europea organizza per
il 16 settembre prossimo il primo vertice dedicato ai rom. Ovvero come mettere
in moto una politica globale per migliorare la situazione della più grande
minoranza etnica d’Europa...
Di Fabrizio (del 05/09/2008 @ 08:53:13, in lavoro, visitato 1725 volte)
Da
Czech_Roma
Agenzia trova lavoro per 40 Rom nella regione di Ostrava
By ČTK - 1 settembre 2008
Ostrava, Nord Moravia, 29 agosto (CTK) - L'agenzia per il reclutamento Rom ha
trovato lavoro per 40 Rom dal 2006, nel quadro del progetto triennale Romcentrum,
fondato dalla UE, ha detto venerdì a CTK il manager del progetto Lubomir Kuznik,
dell'Associazione dei Romanì della Nord Moravia.
L'agenzia che è situata a Karvina, una cittadina vicino a Ostrava, registra
ora circa 250 Romanì in cerca di lavoro, la maggior parte uomini.
"Cerchiamo lavoro su Internet, ma abbiamo anche contattato degli imprenditori
regionali," ha detto Kuznik.
Ha detto che i datori di lavoro spesso considerano i i Romanì in cerca di
impiego come un potenziale problema già prima di incontrarli.
D'altra parte, ha ammesso che anche molti Romanì sono da rimproverare. Alcuni
di loro non sono interessati al lavoro e vanno in congedo per malattia dopo tre
mesi.
Jan Rychly, capo dell'ufficio collocamento di Karvina, ha detto di apprezzare
gli sforzi dell'agenzia.
Ha detto che il suo lavoro è difficile perché si trattava di persone mancanti
di qualsiasi qualifica e poco abituata ad andare regolarmente a lavoro.
Rychly ha detto che è molto importante che persone della comunità Romany
lavorino nell'agenzia.
Come parte del progetto Romcentrum, operatori sul campo hanno visitato le
località Romanì nella regione di Ostrava, conosciuta per le miniere e
l'industria pesante, ed hanno informato le persone su come comportarsi con un
nuovo lavoro e come agire con i funzionari statali, ha detto Kuznik.
Ha poi detto che è stata lanciata una cooperazione con due scuole con molti
studenti Romanì.
Kuznik ha detto che la UE non rifinanzierà il progetto, ma che alcune delle
attività continueranno, come l'agenzia di reclutamento e la cooperazione con le
scuole.
This story is from the Czech News Agency (ČTK).
Di Fabrizio (del 05/09/2008 @ 12:14:06, in scuola, visitato 1986 volte)
Da
Il Giornale
di Maria Sorbi - La scuola si prepara ad accogliere la valanga di
alunni stranieri: oltre 160 etnie. E, a sorpresa, si scopre che i problemi più
grossi non sono causati dai bambini rom. Bensì da cinesi, arabi e magrebini. Non
ci saranno le classi ghetto ma l’integrazione non sarà facile. Soprattutto
perché gli scolari cinesi o arabi non spiccicano una parola di italiano. Ogni
scuola si sta organizzando come può.
L’istituto Cadorna di via Dolci, dove gli stranieri iscritti sono quasi la
metà, si è inventato dei corsi di italiano per le mamme dei bimbi stranieri.
«È importante che i bambini parlino italiano anche a casa di pomeriggio - spiega
il dirigente scolastico Giovanni Del Bene - Per questo coinvolgiamo anche le
mamme. I problemi minori li abbiamo proprio con i rom che già a sei anni
conoscono l’italiano abbastanza bene».
Da quest’anno si prevedono meno assenze da parte degli alunni che abitano nei
campi nomadi. «L’obbligo di mandare i figli a scuola - spiegano i volontari
della Casa della Carità, che «gestiscono» il campo di via Triboniano - è proprio
una delle condizioni del patto che i nomadi hanno firmato con il Comune per
poter rimanere dove sono». Ogni mattina un bus accompagnerà gli scolari dalle
baracche a scuola e ogni pomeriggio i volontari daranno una mano ai bambini a
fare i compiti. In tutto sono più di cento gli scolari delle elementari e una
cinquantina i ragazzi delle medie. Un meccanismo già collaudato che l’anno
scorso ha pure dato i suoi risultati. Una bimba rom, Lavinia, è stata una delle
alunne che a giugno ha ottenuto una delle migliori pagelle. I volontari daranno
una mano al corpo insegnanti delle scuole dove si riversa il maggior numero di
rom: dalle elementari di via Console Marcello, all’istituto Filzi, dalla scuola
Bruno Munari a quella di via Cilea. Senza contare gli istituti di Baranzate e
Rho. Per gli studenti meno diligenti, verrà applicata una misura particolare:
tre giorni a scuola e due giorni nei laboratori di meccanica, falegnameria e
informatica con gli educatori.
Nella scuola elementare Russo, vicino al campo rom di via Idro, le maestre si
sono attrezzate per aiutare i bambini nomadi a mantenere condizioni igieniche
dignitose. Hanno comprato una lavatrice e ogni settimana fanno il bucato con i
vestiti sporchi degli alunni rom. Per loro diventa così anche più facile essere
accettati dai compagni. Qualche altro istituto mette a disposizione le docce.
Il dirigente scolastico della scuola di via Dolci, dove circa l’8 per cento
degli iscritti è rom, vede di buon occhio le classi miste: «Le scuole - commenta
- sbagliano a rifiutare i bambini stranieri per paura di perdere iscritti
italiani e la preoccupazione dei genitori è ingiustificata. Più volte ho visto
bambini italiani imparare parole cinesi e favole arabe fuori dalle aule. C’è un
travaso di culture molto proficuo, un valore aggiunto nella formazione
scolastica».
Di Fabrizio (del 06/09/2008 @ 08:57:39, in Europa, visitato 2194 volte)
Un'intervista (tradotta dall'inglese) che non mi ha convinto del tutto. Mi
sembra che emergano ancora i soliti stereotipi, oltre ad parecchie informazioni e
considerazioni utili. Mi si dirà che in fondo sono le opinioni di un payo
(se non sapete che cos'è leggetevi il post ), ma io trovo che
quest'intervista possa essere un buon passo iniziale per chi vuole avvicinarsi
al mondo dei Rom.
Da
Roma_Daily_News
Divers.ro
Ha lavorato direttamente con i Rom di Spagna e Romania. Ne parla in
tutta onestà, a volte brutalmente, di un mondo che conosce bene. Con un master
in pedagogia, educatore di strada ed ora coordinatore di un centro per bambini
abbandonati, Juan Carlos Sanz Miguel presenta una realtà che non sempre è
conveniente.
Cosa pensano gli spagnoli dei Rom? La loro opinione differisce da quella
sui rumeni?
Prima di tutto, gli spagnoli hanno un'impressione peggiore sui Rom,
comparata a quella sui rumeni. In Spagna, abbiamo diversi stereotipi riguardo
agli Zingari, e quelli che provengono dalla Romania hanno la peggior
reputazione. Per la mia esperienza, gli Zingari spagnoli sono considerati come
pigri, ladri, asociali nel senso che non osservano le norme, che non hanno
certificati di nascita e i documenti personali che ha ogni persona regolare, che
si attaccano rigorosamente alle loro tradizioni e violano i diritti delle donne.
Sono disprezzati dagli altri perché non collaborano, perché non si assumono
responsabilità. Sono molto chiusi e legano soltanto fra loro. Questo perché c'è
un conflitto costante con le autorità. E gli Zingari rumeni hanno la peggior
reputazione: sono ladri, i più pigri, più di quelli spagnoli. Come succede in
Italia.
I Rom della Spagna e quelli di Romania hanno lo stesso stile di vita?
In molte cose si assomigliano. Vivono in ghetti ai margini delle città e si
guadagnano da vivere allo stesso modo: lavorano in contesti che non sono al 100%
legali, dove possono far affari tra loro. Commerciano fiori, rottami, macchine
usate e molti altri materiali di riporto. E' chiaro che ne i Rom rumeni ne
quelli spagnoli accetterebbero un piano di lavoro ben stabilito, di lavorare un
certo numero di ore al giorno.
Per loro la cosa più importante è la famiglia, il significato della parola
famiglia è molto chiaro, e la loro casa non è così importante. Non importa se
non c'è abbastanza spazia per tutta la famiglia (la famiglia estesa). Ho notato
che i Rom rumeni non hanno una coesione familiare così forte come quelli
spagnoli. Comparato alla Romania, l'abbandono dei bambini è minore in Spagna.
Quasi inesistente. D'altra parte, i Rom spagnoli non sono così bravi nel
capitolo "scuola", un fatto provato dal basso numero di Rom che frequentano i
programmi educativi. Di solito, hanno poche necessità e tentano di evitare il
dottore, non avendo documenti personali, ma se succede che hanno bisogno di cure
mediche, i giovani Rom spagnoli le richiedono ugualmente, proprio come quelli
rumeni. Vogliono essere visitati subito. Non importa se ci sono altre persone in
attesa. Devono essere i primi.
Ma le donne, in entrambe i casi, vengono per ultime, dopo i bambini. Non
ricevono alcun rispetto. Sono sacrificate al benessere della famiglia.
Il mondo zingaro è molto chiuso, diviso in differenti clan - domatori di
orsi, calderai ecc. - che non comunicano tra loro. Sono molto possessivi. Per
mostrare agli altri la loro forza, i Rom spagnoli marcano il loro territorio con
avvisi come: "Atención! Esta obra la vigila un gitano!" (Attenzione! Questa
opera è sorvegliata da un gitano!). E' come una precauzione. Sono assieme a
tutta la famiglia, con i membri del gruppo che si difendono l'un l'altro. Se c'è
un conflitto, viene risolto secondo la legge Zingara. Per capire gli Zingari,
devi essere come uno di loro.
Puoi darci esempi di posti in Spagna con grandi gruppi di Rom?
Gli Zingari si riuniscono in posti chiamati "tierra de nadie" (terra di
nessuno). Ci sono aree dove nessun altro potrebbe vivere. Un esempio può essere
Cańada Real, 14, 14 km. dal centro di Madrid. E' un posto accanto alla
discarica cittadina. Le case sono povere e sporche, e molti dei Rom che vivono
lì sono di origine rumena. Ci sono molti posti simili, ma questo è il più
grande.
Pensi che i Rom incontrino difficoltà nel loro sforzo di integrarsi nella
società?
I Rom soffrono di cattiva percezione e non penso neanche che abbiano la
voglia di integrarsi. Danno sempre l'impressione di non aver bisogno di nessun
altro eccetto che la loro famiglia. In Romania si parla di Rom e rumeni, mentre
in Spagna parliamo di Gitanos e payos (termine peggiorativo che i Rom spagnoli
usano per identificare chi non è come loro). Penso che non saranno mai
totalmente integrati, ma non è soltanto colpa loro. La società è ugualmente
responsabile.
Il mondo accetta la cultura zingara, ma non le persone che l'hanno creata.
Una scuola non potrà aiutare un bambino Rom finché non cambierà la maniera di
relazionarsi con loro. Conosco la storia di un bambino che la maestra aveva
spostato da un'altra collega, ma il bambino rifiutò di andarci perché non voleva
stare accanto ad uno zingaro.
Com'è la situazione dei bambini Rom in Spagna? E' permesso loro di andare a
scuola?
In Spagna è chiaro: molto spesso, le famiglie Rom non mandano i loro figli a
scuola per due ragioni: l'educazione che ricevono è istituzionale e non li
riguarda, la scuola è il posto dove loro imparano cose che non hanno a che fare
con la cultura e la tradizione zingara; di solito, i Rom piazzano i loro campi
alle periferie delle città, lontani dal centro e dal mondo moderno. E allora,
un'unità educativa deve accettare i Rom per quello che sono: Rom. Così un
bambino, quando va a scuola, va in un posto che è contro di lui.
In Romania, alle famiglie Rom sono stati dati dei soldi per mandare i loro
bambini a scuola, ma non penso che questa sia la soluzione. Se qualcuno già li
manda, gli altri li isolano perché quando la gente parla degli Zingari, parla di
qualcosa di cattivo, di pericoloso. Dobbiamo accettare i Rom come popolo, e non
come un gruppo di individui.
"I Rom possono abusare dei loro bambini, ma non li venderanno"
I bambini Rom sono più oggetto di abusi e traffici di persone?
Sì. Imparano in tenera età che devono aiutare la famiglia. La famiglia è
qualcosa di sacro di cui tu non parli con nessuno. Non trattengono niente dei
soldi che raccolgono dall'elemosinare, lavare i vetri o da altre attività, tutto
va al capofamiglia. In Spagna ho incontrato casi dove i ragazzi sotto i 15 anni
erano usati per spacciare droga
Sino al 2002, il quartiere La Celsa - chiamato anche El hipermercado de las
drogas (l'ipermercato delle droghe) era un posto dove si vendevano un sacco di
narcotici. Quando le forze dell'ordine circondarono La Celsa, questi minori
erano quelli che portavano fuori la droga. La polizia non potè arrestarli per
due ragioni: avevano tutti meno di 16 anni e non c'era un dipartimento
specializzato per le infrazioni dei minori.
Ci sono associazioni che appoggiano la popolazione Rom in Spagna?
La più grande associazione che gode di un ampio riconoscimento è la Fundación Secretariado Gitano.
Sviluppano molti programmi con e per i Rom, e sono presenti anche in Romania,
dato il gran numero di Rom che vive lì.
Quanti lavorano nell'istruzione per i Rom devono lavorarci assieme per molto
tempo. Nel primo anno, ti valutano da distante. Non ti permettono di stare
troppo vicini. Quando vedono che veramente sei interessato e fai qualcosa di
buono con loro, iniziano ad aprirsi. Allora diventi una delle persone più
importanti nella loro vita. (Mihaela Dumitrascu – DIVERS – www.divers.ro)
Originario di Santa Cruz de la Salceda (Spagna) con un master in
pedagogia, Juan Carlos Sanz Miguel, è stato per otto anni presidente esecutivo
della Association
Ciudad Joven di Madrid, dove ha lavorato anche come educatore di strada. E'
interessato specialmente nella formazione e riabilitazione dei Rom nel quartiere Pozo del Tio Raimundo,
che dovrebbero avvicinarsi al centro di cura diurno dell'associazione. E'
arrivato in Romania cinque anni fa e ora è vice presidente dell'Associazione dei
Fratelli di Marist delle Scuole in Romania (AFMSR) e coordinatore in una delle
case del Centro Marcelin Champagnat di Bucarest, che ospita bambini abbandonati,
molti dei quali di etnia Rom.
Di Fabrizio (del 06/09/2008 @ 09:05:19, in Regole, visitato 1821 volte)
Cari amici: Questa è una cattiva notizia. Berlusconi vince, noi gitani perdiamo.
La Commissione permanente dell'Unión Romaní si è riunita con carattere
d'urgenza per analizzare la notizia che abbiamo letto stamattina (5
settembre ndr) sui giornali: "L'Unione Europea approva la legge per
controllare i gitani". Nel documento che segue riassumiamo il pensiero unanime
della nostra organizzazione a riguardo di ciò.
Dobbiamo riconoscere che la notizia appena conosciuta, secondo cui la
Commissione Europea ha dato via libera e ora benedice il censimento dei bambini
gitani che il Governo italiano sta realizzando, è stata come un secchio di acqua
fredda gettato sulle nostre teste. Come dura poco, Signore, l'allegria nella
casa dei poveri!
Eravamo così contenti a sapere che il Parlamento Europeo e la sua Commissione
si erano manifestati contrari alla forma con cui le autorità italiane volevano
"timbrare" i gitani! E poi è arrivata la chiesa cattolica che si è messa al
nostro lato, ed all'unisono le associazioni dei migranti, ed anche i sindacati,
e la lobby ebraica con tutta la sua forza. E noi, i gitani, abbiamo manifestato
a Roma, Madrid, Vienna e Bruxelles per denunciare delle misure che ci
ricordavano tempi passati di lacrime, campi di concentramento e forni fumanti.
Ed a cosa è servito? A ben poco, viste le dichiarazioni di Michele Cercone,
portavoce della Giustizia, Libertà e Sicurezza della Commissione Europea, che ha
manifestato che "dall'analisi delle informazioni fornite dalle autorità
italiane, non ci sono indizi per cui né le ordinanze né le direttive
autorizzino alla raccolta di dati relativi all'origine etnica o alla religione
delle persone censite". Quanto cinismo. A ragione, dice il Vangelo che "i figli
delle tenebre sono più saggi dei figli della luce".
A noi tutto ciò sembra uno sproposito. Crediamo, inoltre, che il Governo
italiano non ha fatto altro che riprendere i sui testi iniziali, cancellando
quelle espressioni che chiaramente ricordavano epoche del controllo nazista ed i
numeri tatuati sulla pelle delle persone. L'affanno repressivo era così evidente
che accecati dal trionfo elettorale non hanno cercato riparazioni, anche ai
condannati a morte occorre dare alcune garanzie processuali per giustificare la
loro condanna. Per questo la società civile ha alzato nel cielo il grido ed
il Governo di Berlusconi ha sofferto i rimproveri più duri che mai un altro
governo democratico aveva ricevuto dopo la II guerra mondiale.
Oggi abbiamo fatto un gravissimo passo indietro. A noi, gitani e gitane che
formiamo la Unión Romaní, non servono le ragioni date dalla Commissione Europea.
Specialmente quando la stessa portavoce della Giustizia riconosce che quanto ora
si pretende fare in Italia non è di registrare tutti, ma che "si tratta di un
ricorso molto ben limitato". Limitato? Limitato a chi? Ai più poveri, ai
mendicanti, a quelli più scuri, alle bimbe che vestono gonne colorate? Dicono
che ora non chiederanno ai genitori dei bambini se sono gitani. E' davvero
necessario chiedere questo quando i "controllori" entrano in un accampamento di
migranti, di rifugiati o semplicemente di poveri marginalizzati dal sistema?
La portavoce di Giustizia della Commissione ha utilizzato un termine
raggelante per giustificare questo censimento infame di impronte digitali. Ha
detto che il Governo italiano lo farà "come ultima soluzione". Cosa ci ricorda?
Fu Adolf
Eichmann che utilizzò questa stessa espressione per risolvere il problema ebreo
e dare inizio all'olocausto. Il Governo italiano che si prenderanno le impronte
digitali a quelle persone che "non potranno essere identificate in altro modo".
Che barbarie! Siamo tornati al sistema del carnet di identità antropometrico già
scartato da tutti i paesi democratici civili.
Noi reclamiamo coerenza alle autorità europee. Noi chiediamo che si sopprima
radicalmente questa norma. Noi chiediamo che il Governo italiano dica
pubblicamente che non registrerà negli archivi della polizia i bambini e le
bambine gitani prendendone le impronte. Noi, i gitani spagnoli, chiediamo
solamente che non si rispetti solamente la lettera della Legge -abbiamo già
visto con quanta abilità le autorità italiane la ricompongono - ma anche lo
spirito della Legge. Questa dice che tutti gli esseri umani sono uguali e che
sono investiti del medesimo principio di dignità per il solo fatto di essere
nati.
Juan de Dios Ramírez Heredia -
Presidente de la Unión Romaní
Dirección Postal/Postal Address:
Apartado de Correos 202
E-08080 BARCELONA (Spain)
Tel. +34 934127745
Fax. +34 934127040
E-mail: u-romani@pangea.org
URL:
http://www.unionromani.org/index_es
Barcellona, 5 settembre 2008
PS: leggi anche:
Nomadi/ Eurodeputata rom: Dubbi su 'assoluzione' Ue per Italia
... e naturalmente se ne discute anche su
Sucar Drom in
diversi post
Di Fabrizio (del 06/09/2008 @ 09:22:58, in blog, visitato 1929 volte)
Da qualche tempo leggo NO(b)BLOGO.
Questo
vi da l'esempio di cosa potete trovarci:
E' di nove persone controllate il bilancio del blitz che i carabinieri hanno
eseguito su una costruzione abusiva di via Milano a Santo Stefano Ticino.
All'operazione hanno preso parte 24 militari della compagnia di Abbiategrasso e
della stazione di Corbetta, oltre a rinforzi provenienti dal terzo battaglione
Lombardia.
Tutto è risultato in regola.
A Santo Stefano la situazione non è diversa da quella presente negli altri
comuni.
Una famiglia ha acquistato tempo fa un appezzamento di terreno agricolo e vi ha
costruito un prefabbricato.
Il Comune ha emesso un'ordinanza di abbattimento che la famiglia ha impugnato
davanti al Tar.
I giudici amministrativi hanno dato ragione al Comune, ma ora siamo in attesa
della sentenza del Consiglio di Stato e la questione rischia di trascinarsi nel
tempo.
Fermi ! Non preoccupatevi, il mondo non è impazzito
e Berlusconi non tradirà le promesse della sua base elettorale.
Niente esercito contro quelli che hanno fatto un piccolo abuso pressati
dall'emergenza abitativa e soprattutto completa impunità per quelli che l'abuso
l'hanno fatto per pura speculazione in alloggi di lusso o capannoni industriali
aggiunti alla fabbrichetta.
Abbiate fede ... prima o poi arriverà un bel condono ed anche una medaglia per
l'Italico spirito di iniziativa.
Sicuramente nessuno vi abbatterà la lussuosa veranda con idromassaggio e vista.
Solo che la notizia è vera ... ma trattasi di "zingari"
... per cui tutti contenti.
La pubblica una testatina online spesso troppo solerte nel pubblicare le veline
degli sceriffi lombardi.
Eccola :
Blitz al campo rom di Santo Stefano: nove persone identificate SANTO STEFANO
TICINO 05/09/2008 -
E' di nove rom controllati il bilancio del blitz che i carabinieri hanno
eseguito nell'insediamento abusivo di via Milano a Santo Stefano Ticino.
All'operazione, rientrante nel patto "Milano sicura", hanno preso parte 24
militari della compagnia di Abbiategrasso e della stazione di Corbetta, oltre a
rinforzi provenienti dal terzo battaglione Lombardia.Tutto è risultato in
regola. A Santo Stefano la situazione non è diversa da quella presente negli
altri comuni. I rom di origini slave hanno acquistato tempo fa un appezzamento
di terreno agricolo e vi hanno costruito un prefabbricato. Il Comune ha emesso
un'ordinanza di abbattimento che i rom hanno impugnato davanti al Tar. I giudici
amministrativi hanno dato ragione al Comune, ma ora siamo in attesa della
sentenza del Consiglio di Stato e la questione rischia di trascinarsi nel tempo.
Di Fabrizio (del 07/09/2008 @ 09:34:32, in Italia, visitato 2487 volte)
- CINEMOVEL
EMERGENZA NAZIONALE contro il razzismo e la politica mafiosa
11 settembre ore 19.00: Interventi di Luigi Ciotti (pres. di
Libera), Maurizio Pagani e Giorgio Bezzecchi (Opera Nomadi
Milano), Fulvio Vassallo Paleologo (univ. di Palermo), Francesco
Viviano (giornalista de La Repubblica)
a seguire: Libero Cinema in Libera Terra - proiezione del film La Terramadre. Sarà presente il regista Nello La Marca.
12 settembre ore 20.30: Presentazione del libro Chi ha paura muore
ogni giorno. I miei anni con Falcone e Borsellino di Giuseppe Ayala.
Ne parleranno con l'autore: Lirio Abbate (giornalista ANSA),
Giovanni Impastato (Casa Memoria), Umberto Santino (pres. CSD
Giuseppe Impastato), Francesco La Licata (giornalista de La Stampa),
Antonio Ingroia (magistrato).
Presso la PIZZERIA IMPASTATO SS 113 Km. 288,800 Contrada Vallecera -
Cinisi
Organizzano gli eventi:
- Associazione Culturale Peppino Impastato - Casa Memoria Cinisi
- Centro Siciliano di Documentazione "Giuseppe Impastato" Palermo
|