Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 28/09/2010 @ 09:13:46, in media, visitato 1888 volte)
Da
Polska_Roma
Košice, 20/09/2010 - Tra pochi giorni, DikTV, la
prima stazione televisiva europea rom su internet, lancerà le sue trasmissioni
di prova. Questa è una stazione televisiva su internet che trasmetterà solo in
lingua romanì e prodotta per tutti i Rom. Il progetto televisivo su internet è
volto primariamente a quei Rom che hanno una fluente lingua nativa o che la
stanno apprendendo.
"Come giornalisti rom abbiamo deciso di creare questo spazio virtuale a cui
invitare in visita Rom di tutto il mondo. Consideriamo fondamentale che tutti i
Rom abbiano la possibilità di usare la loro lingua nativa e di vedere come
vivono veramente i Rom negli altri paesi. La nostra "vision" è che i Rom possano
trovare ciò che cercano sul nostro sito, quello che richiedono per sapere chi
sono e la loro identità, cosicché siano orgogliosi di essere Rom," ha detto
Jarmila Vaňová, direttrice dei programmi di DikTV.
Vaňová ha sfidato tutti i Rom a compromettersi nella creazione del progetto.
"Stiamo lanciando DikTV su internet senza nessun appoggio finanziario esterno,
senza sovvenzioni. Facciamo tutto su base volontaria, solo per mostrare che noi
Rom siamo capaci di fornire giornalismo professionale e di unirci, che siamo una
nazione di gente coinvolta nel fare la storia d'Europa e del mondo, e che
semplicemente non è possibile manipolarci come un giocattolo. Un modo possibile
di abbattere tutti i muri che la maggioranza sta costruendo contro di noi è di
unirci, imparare dalla nostra storia, conoscere la nostra lingua e cultura,
semplicemente creare questo mondo virtuale che è il nostro dominio," ha
dichiarato Vaňová.
Il progetto lancerà le proprie operazioni sperimentali alla fine di settembre.
La televisione internet rom DikTV sarà parte di un più vasto portale che opera
nella televisione internet, Quanti interessati a contattare gli organizzatori
del progetto come potenziali partner o che vogliano in altre forme supportare il
progetto possono scrivere a: diktv@mecem.sk
Facebook: www.facebook.com/diktv
Da Roma_Daily_News
Gipsy Television è un'unica televisione su internet di quattro paesi del
cosiddetto gruppo di Visegrad. Dato che il nostro principale obiettivo è di
sostenere la minoranza nazionale romanì nei campi della politica sociale,
istruzione, assistenza sanitaria, diritti umani e discriminazione. Lo strumento
principale per raggiungere il nostro obiettivo è la produzione di lavori
audiovisivi. Nei limiti delle nostre attività miglioreremo la consapevolezza
pubblica sulle comunità zingare marginalizzate.
Vogliamo cooperare con soggetti che lavorino nel campo degli zingari, ma anche
con media non-zingari. Promuoviamo la mobilità dei nostri reporter, lo scambio
di esperienze, una mobilità transnazionale dei lavori audiovisivi e la creazione
di reti.
E Gipsy Television si jekh unikatno romaňi internetoskeri televizija andro thema
save pes rakinen andre Višgratsko štarutňi. Amaro bučikano dikhiben pes zathovel
pro oda kaj the sikavas šukariben pal o manuša saven hiňi romaňi nacia /pal o
roma/ andro phučibena pal o socialno politika, sikľarďipen /edukacia/ sasťipen,
manušakere hakaja the pal lengero phageripen - diskriminácia. Akada savoro kamas
the kerel avka kaj keraha audio vizulano buťi /šuňiben thaj dikhiben pal o
internetos/.
Kamas akala amara televizijaha the dochudel oda kaj o gadže the dhiken pro roma
šukareder jakhenca, pro roma save hine čore, bi búčakere, bi khereskere -
marginalizovano roma. Kamas the kerel jekhetaňi šukar buťi - varesavi kooperacia
savore aver instututenca save keren buti andro media prej kalo roma /romane thaj
naj romane media/. Rakinaha pes pro oda kaj amare editora šaj phirkerena odoj
kaj pes vareso kerela interestantno pal o roma. Keraha amari buťi thaj
jekhetaňiben /netvorko prejkalo salo slovačiko them.
http://www.gipsytv.eu
Gipsy Television
European Roma Cultural Centre Bratislava
Jeláová 861
900 55 Lozorno
Slovak Republic
ICO: 42171881
DIC: 2022856132
Ćíslo účtu: 0634014543 /0900
Slovenská sporiteľna, a. s.
Di Fabrizio (del 27/09/2010 @ 09:33:54, in Europa, visitato 1919 volte)
RSI.ch (al link è visionabile un breve video)
Minacce ad alcuni membri della Commissione cantonale nomadi
Due denunce sono state inoltrate al Ministero pubblico
Una lettera minatoria é stata recapitata ad alcuni membri della commissione
cantonale ticinese nomadi. "Ve la faremo pagare", si può leggere, tra l'altro.
In precedenza, all'inizio dell'estate, una missiva di minacce era arrivata
anche al presidente della commissione, Ermete Gauro, il quale, dopodomani,
sentirà i suoi colleghi per decidere che seguito dare alla vicenda.
Nel frattempo due denunce sono state inoltrate al ministero pubblico. La
commissione cantonale nomadi ha il compito di approfondire le problematiche
legate al periodico transito di zingari nel nostro cantone. Tra i suoi
obbiettivi vi è tra gli altri formulare proposte per la messa a disposizione di
aree di sosta.
Si da il caso che conosca la persona minacciata, le ho
scritto per sapere cos'era successo. Ecco il suo racconto:
Ciao Fabrizio,
è successo che ho ricevuto una lettera anonima con minacce. Questo perché
faccio parte della commissione cantonale nomadi il cui compito è di trovare aree
di sosta e sensibilizzare la popolazione. Visto quanto sta accadendo devo
ammettere che il secondo obbiettivo è ancora ben lungi dall'essere raggiunto.
Non c'è molto da aggiungere se non che il clima qui è degenerato. Ormai c'è chi
pensa di sfruttare lo scontento della gente deviandolo sui rom. I quali rom qui
non costituiscono assolutamente un problema. Ci sono alcuni gruppi (che al
massimo raggiungono il numero di 150 persone) che viaggiano e si autosostentano
con il commercio di tappeti e si fermano in Ticino per qualche settimana. Dal
punto di vista economico sono perfettamente autosufficienti senza dover
ricorrere a pratiche quali l'elemosina o altri stratagemmi. Tempo addietro
sorgeva il problema della sporcizia lasciata sui campi dopo la partenza.
Sporcizia dovuta al fatto che i campi non erano attrezzati: una canna
dell'acqua, niente gabinetti, ritiro dell'immondizia non organizzato. Ora benché
il solo campo rimasto non sia per niente l'ideale (hanno messo qualche latrina "toitoi")
anche quel problema è praticamente risolto in quanto i nomadi riescono
ciononostante a lasciare il luogo in condizioni decenti. Quindi chi fomenta
l'ostilità gioca sulle fantasie ancestrali dei sedentari e non poggia per nulla
su fatti concreti. Hanno fatto gran rumore sull'arresto di due ragazzine
minorenni rom a Chiasso e Como che portavano sul treno un trolley con dentro una
cassaforte forzata ma non ancora aperta. Si trattava di ragazzine che
rientravano in Italia provenienti dalla Svizzera tedesca e che di fatto non
avevano nulla a che fare con il Ticino. Ti ho già scritto della pagina del
"Mattino della Domenica" della Lega Bignasca del 12 corrente. Se la cosa ti è
sfuggita ti metto di nuovo il link:
Il Mattino online
All'inizio pochi hanno reagito. Il primo è stato il direttore della "Regione
Ticino" Caratti con un editoriale forte dal titolo "Quando diremo basta?".
Qualcuno di notte ha imbrattato la porta della sede della Lega e ha piantato una
croce con il nome del Bignasca. C'è stata anche una manifestazione del centro
sociale il Mulino. I ragazzi sono stati molto bravi hanno fatto il presidio
davanti alla Lega leggendo poesie di Primo Levi e altre contro il razzismo.
Reggevano un cartello "Il lavoro rende liberi? Chiedetelo a Bignasca". Un
vecchietto di 87 anni (Edouard Wahl) ha camminato per un'ora in via Nassa a
Lugano (la via più elegante della città) portando un cartello "Solidarietà ai
Roma". Bertoli, segretario del partito socialista ha chiesto agli altri partiti
di riunirsi per far fronte al degrado del clima sociale. Con qualche
tentennamento e distinguo alla fine si sono riuniti per discuterne. Tra l'altro
il rappresentante della Lega nel governo cantonale si è dissociato e ha
deplorato la pagina del giornale del suo partito. Quanto alla lettera anonima
(...) ho sporto denuncia.
Caro Fabrizio, per la lettera non ho paura ma provo disgusto. Ciao
silvana
Ah, volevo aggiungere che stasera (domenica 26 settembre ndr) dalle
17.00 alle 18.30, insieme al vecchietto di cui ti ho scritto nella mail, faremo
un presidio davanti al Municipio di Locarno con un cartello "Pro Rom non
Pogrom". Lo so che è una goccia in confronto al mare di ciò che andrebbe fatto.
Ciao
silvana
Eccolo qui il vecchietto Edouard Wahl che manifesta davanti al Municipio di
Locarno.
ciao
silvana
Di Fabrizio (del 27/09/2010 @ 09:09:46, in Italia, visitato 1982 volte)
Segnalazione di Marco Brazzoduro
Associazione per la difesa dei diritti dell'infanzia -
www.21luglio.com
COMUNICATO STAMPA
Roma: l'Associazione 21 luglio chiede la sospensione del piano di sgomberi
perché viola i diritti dell'infanzia rom
Il 30 agosto 2010, a Roma, a seguito di un rogo nell'insediamento informale de
La Muratella che aveva provocato la morte di un bambino rom di tre anni, è stato
convocato un vertice in prefettura sullo stato del Piano Nomadi della capitale e
sullo sgombero degli "insediamenti abusivi". A conclusione del vertice è stato
comunicato che nella settimana successiva sarebbe iniziato lo sgombero dei 209
insediamenti informali della capitale censiti dalla polizia municipale. Gli
sgomberi dovrebbero coinvolgere almeno duemila persone, tra cui, secondo una
stima dell'Associazione 21 luglio, circa 800 sarebbero minori.
"Abbiamo predisposto un piano per la chiusura progressiva degli accampamenti
abusivi, offrendo accoglienza a tutti quelli che ne hanno bisogno- ha spiegato
alla stampa un rappresentante dell'amministrazione comunale - Un'assistenza alloggiativa verrà garantita almeno per le donne e i bambini" (La Repubblica, 30
agosto 2010). Durante un incontro con l'Associazione 21 luglio un altro
rappresentante dell'amministrazione comunale ha chiarito che l'obiettivo degli
sgomberi è quello di "rincorrere gli sgomberati" per rispondere alla "pressione
della pubblica opinione".
Le operazioni di sgombero sono iniziate mercoledì 8 settembre vicino il Ponte
delle Valli (IV Municipio) proseguendo, secondo programma, con il ritmo di 3-4
sgomberi a settimana.
Gli osservatori dell'Associazione 21 luglio hanno seguito alcune operazioni di
sgombero per individuare i tempi e le modalità di intervento. Il personale del
comune di Roma ha proposto sistemazioni alternative che prevedevano la divisione
delle famiglie. Alle donne e ai bambini sgomberati è stata offerta l'accoglienza
all'interno dei circuiti assistenziali del comune di Roma. Secondo le
informazioni raccolte dall'Associazione 21 luglio la maggior parte delle
famiglie sgomberate sono state ospitate presso l'edificio dell'ex ente Cellulosa
di via Salaria, 971 che già dal 12 novembre 2009 aveva accolto centinaia di rom
provenienti dall'insediamento informale di Casilino 700, da altri insediamenti
della capitale (Centocelle, via Labaro, via Papiria, via Naide, via Dameta) e
dalla struttura di accoglienza di via Amarilli.
Il 29 giugno di quest'anno l'Associazione 21 luglio aveva segnalato in un
comunicato stampa diverse violazioni dei diritti dei minori all'interno della
struttura formulando raccomandazioni al sindaco della città di Roma.
Successivamente un rappresentante del comune di Roma ha assicurato in
un'intervista radiofonica che all'interno del centro di Via Salaria, 971 veniva
garantita a tutti un'adeguata assistenza sanitaria e socio-legale e che si era
provveduto a "creare separè tra uomini e donne".
L'Associazione 21 luglio ha quindi raccolto testimonianze, interviste e
materiale documentale dai rom ospitati.
Attualmente gli ospiti sono circa 300, tutti rom di cittadinanza romena. I
170
minori stimati dall'associazione vivono con le loro famiglie in sei stanzoni.
Non essendoci pareti divisorie ogni famiglia ha utilizzato stracci e teli di
nylon per salvaguardare la propria privacy. L'aria è insalubre per il poco
ricambio e la scarsa luminosità mentre vistose macchie di umidità sul soffitto
testimoniano le infiltrazioni di acqua che, quando piove, allaga il pavimento.
Alcune giovani mamme con figli neonati hanno affermato di non ricevere
pannolini, latte in polvere ed omogeneizzati di cui necessitano. Tutti gli
ospiti intervistati hanno segnalato la pessima condizione dei servizi igienici,
delle docce e dei lavabo. Sono state raccolte testimonianze sui mucchi di
immondizia e masserizie depositate all'esterno e non raccolte dagli addetti alle
pulizie. Nelle camerate la luce viene spesso lasciata accesa tutta la notte. La
sicurezza della struttura è affidata a giovani dipendenti di una cooperativa
specializzata in giardinaggio senza alcuna esperienza in ambito sociale. Per i
bambini mancano spazi per il gioco, per lo studio e per le attività
ludico-formative. Le norme per la sicurezza sono totalmente violate ed i venti
rom trasferiti dall'insediamento informale de La Muratella dopo il rogo in cui
era deceduto il bambino di tre anni, corrono probabilmente gli stessi rischi di
incendio di quelli che avrebbero corso nelle baracche in cui alloggiavano.
Per tutti i minori il processo di scolarizzazione era stato drasticamente
interrotto nell'anno scolastico 2009-2010. Quest'anno, nella prima settimana
dall'apertura delle scuole, risulta che siano solo 10 i minori frequentanti la
vicina scuola di Castel Giubileo. Gli ospiti hanno riferito di non ricevere
alcun tipo di assistenza sociale e/o legale.
Nel corso dei numerosi contatti con le famiglie accolte si è constatato che la
struttura di accoglienza di via Salaria, 971 è probabilmente l'unica struttura
del comune di Roma in cui l'accesso viene negato senza l'autorizzazione
rilasciata dal V Dipartimento del Comune di Roma. Secondo le informazioni e la
documentazione raccolta, la struttura sembra non essere in possesso dei
requisiti previsti dalla legge regionale n. 41/2003, che disciplina l'ambito
delle strutture di accoglienza sul territorio laziale, e non rispettare le
disposizioni previste dalla normativa vigente in materia edilizia,
igienico-sanitaria e di prevenzione incendi. In assenza di una specifica
assistenza socio-legale sicuramente non vi è un chiaro percorso progettuale
familiare che orienti e tuteli il futuro dei nuclei accolti.
Giova a questo punto ricordare che la Convenzione Internazionale per i diritti
dell'Infanzia e dell'Adolescenza di New York dispone che:
"gli Stati devono garantire il diritto alla vita alla sopravvivenza e allo
sviluppo del fanciullo" (art. 6)
"gli Stati parti devono riconoscere il diritto di ogni fanciullo a un livello di
vita sufficiente per consentire il suo sviluppo fisico, mentale, spirituale,
morale e sociale (…). Gli Stati parti adottano adeguati provvedimenti, in
considerazione delle condizioni nazionali e compatibilmente con i loro mezzi,
per aiutare i genitori e altre persone aventi la custodia del fanciullo ad
attuare questo diritto e offrono, se del caso, un'assistenza materiale e
programmi di sostegno […]. ( art. 27).
Di fatto le violazione dei diritti segnalate all'interno dell'ex cartiera di via
Salaria contravvengono anche l'articolo 30 della Carta Sociale Europea secondo
il quale "ogni persona ha diritto alla protezione dalla povertà e
dall'emarginazione sociale".
L'Associazione 21 luglio chiede al sindaco della città di Roma on. Gianni
Alemanno che:
1. VENGA SOSPESO IL PIANO DI SGOMBERI in quanto non prevede una reale situazione
alternativa così come previsto dalle convenzioni internazionali.
2. All'interno del Centro di Via Salaria, 971 siano pienamente rispettati i
DIRITTI DEI MINORI in conformità alla Convezione ONU sui Diritti dell'Infanzia e
dell'Adolescenza e alle altre norme internazionali e nazionali, e in particolare
che in ogni provvedimento riguardante i minorenni si tenga conto del "superiore
interesse del minore" come considerazione preminente rispetto ad ogni altra;
3. Siano adottate tutte le misure necessarie perché ai minori rom presenti nella
struttura di via Salaria, 971 siano garantiti LA STESSA PROTEZIONE E GLI STESSI
DIRITTI riconosciuti ai minori cittadini italiani, secondo quanto stabilito
dalla Convezione ONU sui Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza (artt. 20, 22)
e dalla legislazione nazionale, con riferimento all'immediato collocamento in
una struttura di accoglienza adeguata, al diritto alla salute e all'istruzione,
al diritto al gioco, e siano predisposti adeguati spazi specificamente destinati
ai minori.
Roma, 20 settembre 2010
Di Fabrizio (del 27/09/2010 @ 09:02:49, in Europa, visitato 2228 volte)
Da
Mundo_Gitano
Euronews.net Andalusia, la terra promessa dei Rom?
16/09/2010 - Sandra Heredia è consulente del lavoro presso l'organizzazione
rom Hamuradi-Falaki di Siviglia. "Sono orgogliosa di essere Rom. Non dico
"Salve, sono Sandra e sono Rom". Dico solo "Salve, sono Sandra". Anche se,
sapete, è un nome abbastanza comune tra i Rom, così naturalmente sto dicendo
loro che sono Rom e di solito la gente dice, "Davvero sei Rom?" Non dicono "Ma
non sei abbastanza scura e vivi modernamente..." ma quasi...
Sandra Heredia, laureata in gestione aziendale, non si conforma agli
stereotipi tanto dentro che fuori dalla sua comunità.
Le notizie sulle espulsioni di Rom dalla Francia ha provocato condanne
unanimi dalle organizzazioni rom spagnole. Il 4 settembre, Sandra ha preso parte
ad una manifestazione a Parigi, in rappresentazione delle donne rom qualificate
in Spagna. Ha commentato: "E' stato incredibile, un'esperienza straordinaria
perché stavamo dimostrando in rappresentanza del Consiglio Statale per i Rom.
Avevamo il nostro striscione, e la bandiera spagnola, così la gente si
avvicinava e ci chiedeva perché eravamo lì. Abbiamo marciato da Rue de la
République a Place de la Bastille. La gente ci ringraziava per essere lì, per
averli appoggiati."
Anche Manuel García Rondón, Segretario Generale di "Unión Romaní" era lì:
"Siamo spaventati. Siamo in disaccordo con l'atteggiamento di Nicolas Sarkozy e
del governo francese, ma per me la cosa peggiore è che ciò sta accadendo in un
paese che si autodefinisce patria della democrazia... fraternité, egalité et
liberté. Ed il problema non è l'essere Rom in sé, è l'essere poveri."
La prima menzione documentata dei Rom in Spagna data dal 1425. Attualmente si
stima che oltre mezzo milione dia Spagnoli siano di etnia Rom. Circa il 40% di
loro vive in Andalusia.
Manuel García Rondón ha detto: "Per i Rom, l'Andalusia è la terra promessa.
La chiave di ciò è la coabitazione, la mutua comprensione tra i due gruppi della
popolazione. Grazie a questo, abbiamo eliminato tutte le barriere e viviamo
fianco a fianco."
L'Andalusia è sempre stato un punto di incontro per civiltà e culture: Rom,
Arabi, Ebrei ed altri hanno contribuito all'identità della regione. Sia le facce
che la musica riflettono questo mix.
Come dappertutto, nel passato i Rom non erano sempre benvenuti sul suolo
spagnolo. Ma le politiche recenti si sono focalizzate nell'aiutare i Rom e
specificatamente identificare i loro bisogni. Ora la sfida è di costruire
sulla tolleranza per raggiungere una vera integrazione.
Ana Gómez è Direttrice Generale dei Servizi Sociali in Andalusia. "La chiave
del successo è di avere politiche in atto che via via promuovano l'accesso ai
diritti e ai doveri, come tutti gli altri cittadini e tutti gli altri Andalusi."
I Rom arrivarono in Spagna in un'altra era, un altro contesto politico,
economico e sociale... Ma l'esperienza spagnola può servire altrove come
esempio?
Juan Manuel Reyes, direttore regionale della "Fundation Secretariado Gitano"
ha detto a Euronews: "Questa politica è esportabile? Certamente, qui, la
filosofia e la partecipazione dei Rom nelle pubbliche amministrazioni è
notevole. Ed infatti penso che sempre più l'Europa stia guardando alla Spagna
nel progettare politiche di sostegno all'integrazione dei Rom. Ci sono stati
grandi progressi negli ultimi cinque anni, specialmente riguardo al loro accesso
ai beni e ai servizi, alloggio, istruzione e lavoro. E di cui, naturalmente,
hanno beneficiato la maggior parte dei Rom, anche se ci sono ancora alcuni
grossi problemi da risolvere."
Da 75 anni El Vacie, a pochi minuti dal centro di Siviglia, è la più antica
baraccopoli d'Europa. Quando venne qui Francisco Franco, promise alloggi decenti
per gli abitanti. Ma dopo decenni di delusioni, 900 Rom vivono ancora là.
Uno di loro, Lole del Campo, ci ha detto: "Appena dici di essere di El Vacie,
non ti daranno lavoro, e ho passato gli esami. Ho il mio CV, ma è inutile. Non
mi daranno un lavoro solo a causa di dove vivo."
Alcuni dei Rom qui sono nuovi arrivati dall'Europa orientale. Ma le autorità
andaluse, determinate a sradicare tutte le baraccopoli, non autorizzeranno
ulteriori costruzioni.
Dice un altro residente: "Voglio essere chiaro, non li vedo come fratelli. Ma
sono Rom come loro. E loro hanno gli stessi miei diritti. E ho un posto e una
baracca - anche loro hanno il diritto di vivere."
Di martedì e venerdì la polizia rastrella la baraccopoli cercando nuove
capanne, di solito costruite da europei dell'est. Lo scopo è di sradicare le
rimanenti baraccopoli in Andalusia, e di evitare che ne vengano costruite altre.
Ma come vengono smantellate, così sono ricostruite. Ed il governo regionale
comprende di non aver ancora trovato una soluzione permanente per i Rom
dell'est.
Espulsa in varie occasioni, la famiglia Mihalache ha un permesso speciale per
fermare qui la sua roulotte. Sono in Spagna da quattro anni, in Siviglia gli
ultimi due. Qualche mese fa, il padre ha trovato lavoro come meccanico e le tre
figlie ora vanno a scuola.
Spiega
Petru Mihalache: "In Romania non abbiamo niente, così per guadagnare qualcosa
tutti vengono in Spagna, Francia o Italia."
Sua moglie Patrita aggiunge: "Molti vengono nonostante il sistema delle
quote, per far soldi, per curare i bambini, e per mandarli a scuola. Per
costruire o ricostruire una casa perché ci sono stati così tanti alluvioni."
Una delle loro figlie, Crina Mariana Mihalache, commenta: "In Romania non
possiamo lavorare. Là non abbiamo case, neanche qui. Ma ora mio padre ha un
lavoro e ci va ogni giorno."
La famiglia Mihalache ha avuto l'appoggio dell'organizzazione spagnola Romani Unión
che ha installato un centro informazioni per la comunità. José vi ci si reca
regolarmente per vedere cosa stanno facendo.
Dice: "La Romani Unión è al 100% un'entità rom e considera il popolo rom come
universale. Così quando vediamo questa crescente migrazione dall'est
dell'Europa, capiamo che questi nuovi arrivati hanno specifici bisogni. I
collegamenti tra tutti i Rom significano che dobbiamo aiutarli, dobbiamo
intervenire per migliorare il loro standard di vita."
Ma Manuel García Rondón è convinto che il momento migliore per i Rom debba
ancora arrivare. "L'Europa sta invecchiando e ci sono 12 milioni di Rom in
Europa. Siamo un popolo molto, molto giovane. Ed avranno bisogno di noi per
lavorare. Così dovranno trattarci equamente perché molto presto avranno bisogno
di noi... Per favore, non siate tirchi con noi."
E così lasciamo qui i Rom di Siviglia. La prossima puntata della serie sui
Rom verrà dall'Ungheria, nel cuore dell'Europa.
Di Fabrizio (del 26/09/2010 @ 22:48:26, in Italia, visitato 2284 volte)
Venerdì scorso, nel tardo pomeriggio,è stato recapitato da Agenti del Comando
di Polizia Locale un provvedimento di espulsione dal campo comunale di via Idro
alla quasi totalità delle persone regolarmente residenti, oltre un centinaio,
tutti Rom italiani, che entro 48 ore dovrebbero abbandonare l'area in assenza di
qualsiasi altra alternativa abitativa.
Il provvedimento, a firma del Direttore Centrale alle Politiche Sociale,
Carmela Madafferi, una delle più chiacchierate Dirigenti dell'Amministrazione
Comunale, in applicazione del Regolamento dei campi nomadi comunali, contesta ad
alcune dei soggetti presenti la responsabilità di piccoli reati personali
addirittura risalenti a 25 anni fa!!!, estendendo quindi gli effetti "previsti"
a tutti gli appartenenti il nucleo familiare (ma i "reati" sono perseguibili, in
genere dall'Autorità Giudiziaria…, personalmente o collettivamente nel nostro
Paese???).
In pratica, da domani mattina, oltre cento persone, bambini che da anni
frequentano le scuole della zone, adulti, anziani e ammalati dovrebbero
abbandonare le case che abitano dall'inizio degli anni '90 (ma la loro
permanenza in zona è attestata addirittura dai primi anni '70).
Chiediamo che la vicenda venga portata al più presto all'attenzione del
Consiglio Comunale perché né sospenda l'esecutività e poi né disponga il ritiro.
Denunciamo uno degli atti di violenza amministrativa più grave che stia per
essere commesso ai danni di cittadini milanesi, dalle conseguenze imprevedibili
sul piano sociale e in palese contrasto con tutte le più elementari norme del
diritto civile, inutile ad affrontare "l'emergenza nomadi" (che recentemente
anche il Ministro degli Interni Maroni ha definito "conclusa"), indecente sul
piano morale.
Chiediamo che venga fatta luce sugli interessi che gravitano sull'area in
questione (quella di via Idro), i costi di realizzazione di eventuali nuove
opere di "assistenza" e i beneficiari, poiché riteniamo che la "cacciata", ma
qui sarebbe meglio dire la "deportazione" dei cittadini rom milanesi sia anche
strettamente legata all'oscuro intreccio di interessi privati e pubblici,
"caritatevoli" e non, ai danni dei soggetti più deboli della città.
Il Direttivo Opera Nomadi Milano
Associazione Opera Nomadi
Milano Onlus
Via De Pretis n. 13
0284891841 - 3393684212
20142 Milano
C.F. 97056140151
www.operanomadimilano.org
operanomadimilano@tiscali.it
Di Fabrizio (del 26/09/2010 @ 09:54:30, in Italia, visitato 2621 volte)
Segnalazione di Ernesto Rossi
Visita del Servizio Civile Internazionale al Terradeo
A Buccinasco, alle porte di Milano, è in corso da anni un avanzato
esperimento, volto a consolidare l'inclusione sociale di un'ampia famiglia di
Sinti lombardi (ex giostrai), già presenti nel Comune dal 1980, e ivi residenti
dal 1991, benché qualcuno continui strumentalmente ad agitare il mito dei
'nomadi'. La sperimentazione ha coinvolto, in vent'anni, diverse Amministrazioni
di diverso orientamento, le quali hanno mantenuto una costante positiva
attenzione. Al punto che esiste in Comune un tavolo, presieduto da un assessore,
per affrontare i problemi della comunità sinta. E vi è un finanziamento,
disposto nel 2009 coi fondi del Ministero dell'Interno, e gestito dal Prefetto,
per completare i lavori nel Quartiere Terradeo, come localmente si chiama il
villaggio sinto.
Improvvisamente, in estate, questa vicenda è salita a pretestuosi onori di
cronaca, a causa d'una interrogazione in Consiglio regionale, basata
evidentemente su informazioni inesatte, sull'esistenza, in terreno di proprietà
comunale, nel Parco Sud, di alcune casette di legno senza fondamenta
(arditamente definite 'ville'!), in attesa di formale autorizzazione. Realizzate
fra il 1994 e il 2004, documentate al Parco e alla Prefettura, su di esse, non
certo per responsabilità dei sinti, ancora non è stato raggiunto un accordo di
regolarizzazione, secondo le leggi vigenti, nonostante una procedura avviata più
volte, dal centrosinistra e poi dal centrodestra.
L'area è stata assegnata con delibera (1994, centrodestra); vi è un contratto
decennale tra famiglie e Comune, che prevede diritti e doveri dei contraenti
(2005, centrosinistra); il campo è stato ampliato e ristrutturato secondo gli
standard dei campeggi; la Provincia ha finanziato blocco servizi, collegamenti
acquedotto e fogne.
La comunità è ben inserita, seguita da un'assistente sociale e da una sanitaria,
oltre che dall'associazione creata da sinti e volontari. Non v'è nessun problema
di convivenza, né di scolarizzazione (quest'anno due ragazzi alle superiori),
quelli di salute sono nella norma; non c'erano quasi più nemmeno problemi di
lavoro: ne sono tornati a causa della crisi, tanto che abbiamo avuto persino un
cassintegrato. Pressoché unanime il sostegno delle forze politiche locali e di
buona parte della popolazione.
Ma c'è chi vorrebbe caricare sulle spalle deboli d'una minoranza, spesso (ma non
qui!) emarginata, il mancato risultato d'una serie di procedure avviate da anni
da più amministrazioni, che senza inevitabili lungaggini burocratiche avrebbero
già risolto il problema.
Che questo possa essere il principale problema di Buccinasco, può pensarlo solo
chi chiude gli occhi su ben altre questioni. Ma forse molti italiani sono
migliori di certi amministratori.
Buccinasco, 20.09.2010
"Apertamente di Buccinasco"
costituita il 13 novembre 2006, registrata a Milano l'8 marzo 2007, n.1753,
serie 3. Codice fiscale 97459790156
info e documentazione e partecipazione a incontri, a disposizione di quanti ne
facciano richiesta a:
Ernesto Rossi, Presidente, cell.3338628466,
meg.rossi@tin.it - Augusto Luisi, Consigliere, cell.3355324525,
luisibuc@gmail.com
Di Fabrizio (del 26/09/2010 @ 09:12:03, in Europa, visitato 1645 volte)
Le condizioni di vita a cui sono obbligati i Rom Macedoni, la lunga storia
dei pregiudizi e dalle intolleranze razziste, la segregazione e l'emarginazione
fuori centro abitato, tutto ciò ha contribuito a farne un archetipo della
"repulsione", cioè a presentarli a gran parte delle società ospitanti come
coloro che si devono odiare.
Per salvare i Rom Macedoni dai disagi della non convivenza e da un degrado che
assomiglia sempre più allo stesso sterminio culturale di tutti i popoli
minoritari, si sono levate voci autorevoli del Mondo della Cultura europea:
ultimo Gunther Grass che ha creato una Fondazione per il Popolo Rom a Lubecca,
in Germania.
Ad Arpinova (FG), i Rom Macedoni convivono con sporcizia dimenticata dall'AMICA,
con topi grandi come gatti senza disinfestazione, neanche un solo bagno (tutti
all'aria aperta con tutti i rischi), acqua corrente à singhiozzo (così, nessuno
si lava a dovere), 15 famiglie abbandonate nel degrado degno di un paese
terremotato e disastrato etc…
I servizi sociali comunali dimenticano di visitare il campo per alleviare le
sofferenze, consigliare le donne; soprattutto quelle sole; vigilare sull'igiene
dei minori etc.
I 60 bambini tornati à scuola di ogni grado e ordine con i mezzi dell'ATAF ( Ma
non hanno la possibilità di studiare al campo), rappresentano la speranza di
un'etnia che soffre e chi pensa ad un'integrazione che tarda à concretizzarsi.
Ma non hanno la possibilità di studiare al campo.
I Rom/Nomadi/Gitans sono poveri di sicurezze umane, costretti ogni giorno a fare
i conti con la precarietà e l'incertezza del futuro. Proprio per questo
approfondiscono il senso dell'ospitalità e della solidarietà e,
contemporaneamente, si rafforzano nella fede e nella speranza.
Proprio per questo attendono gesti di ospitalità e di vera solidarietà senza
cedere alla disperazione.
Dove è finita la solidarietà dei foggiani nella città di SS. Guglielmo e
Pellegrino, di Genoveffa di Troia, di Padre Pio?
IL PRESIDENTE ACSI.
Habib SGHAIER.
ASSOCIAZIONE COMUNITA' STRANIERE IN ITALIA.
ASSOCIACION COMUNIDADES EXTRANJERAS EN ITALIA
ASSOCIACAO COMUNIDADES ETRANGERES da ITALIA
ASSOZIATION ITALIENSCHE GEMEINSCHAFTEN ETRANGERES
ASSOCIATION DES COMMUNAUTES ETRANGERES EN ITALIE
FOREIGN COMMUNITIES ASSOCIATION IN ITALY
SHOQATE KOMUNITET HUAJ NE ITALIA
ОБЕДИНЕНИЕ НА ЧУЖДЕСТРАННИТЕ ОБЩНОСТИ В ИТАЛИЯ
ОБЪЕДИНЕНИЕ ИННОСТРАННЫХ ОБЩНОСТЕЙ В ИТАЛИИ
ASOCIATIA COMUNITARIA A STRAINILOR IN ITALIA
Onlus
Via Federico Spera, 95/ 97 /99 – 71100 FOGGIA (Italy)
Tel. (39) 3497239108 - Fax:(39) 0881200015
Codice Fiscale - Partita IVA 01740400716 E-mail:
“com.stran@yahoo.it”
Di Fabrizio (del 25/09/2010 @ 09:35:29, in Italia, visitato 2492 volte)
Allora... mentre a Milano la sinistra non sa cosa dire (che novità!) sui
"nomadi" il Comune è nella confusione più totale:
- da un lato dice di non volere più campi sosta in città, dall'altro vuole
costruirne uno per 600 persone a rotazione (in pratica, un Triboniano 2
senza politiche di integrazione);
- un comitato leghista ha raccolto 10.000 firme contro gli stessi leghisti
che siedono in consiglio comunale;
- la maggioranza in consiglio si spacca perché d'improvviso ha scoperto
che il piano finanziato dal ministro Maroni prevedeva anche di
consegnare
ben 25 case ai Rom che lasceranno il campo;
- per finire il finanziamento del piano scade al 31 dicembre, e dopo un
anno e mezzo che se ne parla, ancora non si è mosso niente.
Insomma, se il paragone non vi sembra azzardato, la situazione sembra una
ripetizione di quella dell'EXPO 2015:
chiacchiere, un casino di soldi in ballo, a cui nessuno vuole rinunciare, anche
se non c'è uno straccio di idea su come giustificarne la spesa.
Così, con le elezioni che si avvicinano,
CronacaQui (giornale noto per la sua indipendenza di giudizio) non
trova di meglio che prendersela con don Colmegna, che sarà pure un volpone, ma
in mezzo a questa gentaglia deve in qualche modo sopravvivere.
ULTIM'ORA
Mannaggia! Devo imparare a stare attento a come scrivo: avevo appena affermato che
dopo un anno e mezzo non succedeva niente, ed ecco il fulmine a ciel sereno...
COMUNICATO STAMPA con preghiera di diffusione
Milano, 24 settembre 2010
La presente viene inviata a nome delle famiglie di Rom italiani che da
oltre 20 anni abitano nel campo comunale di via Idro 62. Dal maggio
dell'anno scorso si parla dello sgombero del nostro campo, ma in tutto
questo tempo nessuno ci ha mai detto quando e come sarebbe avvenuto lo
sgombero, e soprattutto quale sarebbe stato il nostro destino, di cittadini
italiani che in questa zona risiedono, lavorano, mandano a scuola i figli.
Questa mattina si sono presentati i vigili, notificando ad una ventina di
famiglie (la quasi totalità del campo) un vero e proprio avviso di sfratto,
esecutivo entro 48 ore.
Difatti, in base ad una interpretazione del "Regolamento delle aree
destinate ai nomadi nel territorio del Comune di Milano" [art. 12 par.
a)], consegnatoci l'anno scorso, chi ha commesso reati perde
"l'autorizzazione all'ammissione e permanenza" nel campo e "l'assegnazione
del modulo abitativo", e con lui tutto il nucleo famigliare.
Questo Regolamento è stato oggetto di diverse contestazioni, sia a livello
italiano che da parte della Comunità Europea. Nessuno di quanti hanno
ricevuto la notifica si è mai macchiato di reati particolarmente gravi,
trattasi in buona parte di reati giudicati sospesi o di accattonaggio. A
qualcuno vengono addirittura contestati reati commessi negli anni '70. Reati
comunque antecedenti l'entrata in vigore di questo regolamento.
E' una misura a nostro giudizio crudele e ingiusta, soprattutto quando
riguarda tutto il nucleo famigliare. I nostri bambini hanno appena
ricominciato l'anno scolastico. E' lesivo dei diritti fondamentali della
persona.
Noi, cittadini italiani, non abbiamo alcun posto dove andare, né riusciremo
a trovarlo in 48 ore. A meno
di non doverci accampare per protesta davanti a Palazzo Marino o alla Casa
della Carità.
Le famiglie del campo comunale di via Idro 62
Per informazioni:
Antonio Braidic, 338-771.28.56
Di Fabrizio (del 25/09/2010 @ 09:33:03, in scuola, visitato 1529 volte)
16 settembre 2010 - L'ERRC (European Roma Rights Centre) invita tutti gli
interessati a presentare domanda per il prossimo Corso di formazione per i
diritti dei Rom/Sinti che sarà tenuto in Roma, Italia fra 8-14 Novembre
2010.
Il corso, della durata di 7 giorni è inteso per giovani Rom/Sinti, sia
studenti o attivisti per i diritti dei Rom/Sinti/Diritti Umani di tutta Italia.
Il corso offrirà un'introduzione ai diritti umani e un eccellente occasione di
scambio, confronto di idee e di esperienze e di innovazione per i partecipanti
che si trovano alle fasi iniziali della propria carriera.
Il corso di formazione costituirà un'occasione unica per immergersi nella
teoria e nella pratica dei diritti umani, i diritti delle minoranze e la lotta
alle discriminazioni, e di beneficiare dell'esperienza e delle conoscenze di
esperti impegnati nel campo dei diritti umani. Il programma intensivo comprende
un'ampia gamma di attività sociali che consentiranno ai partecipanti di
stabilire contatti tra di loro e con gli esperti, assicurando che il programma
sia istruttivo e piacevole.
Lo scopo principale del corso è lo sviluppo delle competenze in una nuova
generazione di attivisti Rom/Sinti nell'uso degli strumenti e dei meccanismi
nazionali, internazionali e regionali di promozione dei diritti dei Rom/Sinti,
sia a livello locale che internazionale, e nel combattere le discriminazioni a
partire dalla base fino al livello di governo nazionale.
Obiettivi del corso:
- Analisi dei problemi e della situazione dei Rom/Sinti nei propri paesi
in relazione ai valori e ai principi dei diritti umani universalmente
accettati;
- Sviluppo delle conoscenze nell'uso dei meccanismi nazionali
(legislazione nazionale) e internazionale degli strumenti per i diritti
umani (per es. Trattati delle Nazioni Unite, Trattati Europei, e altri
meccanismi legali e politici del Consiglio Europeo e dell'Unione Europea)
per proteggere e promuovere i diritti dei Rom;
- Rafforzamento delle capacità di monitoraggio, denuncia e difesa contro
le violazioni dei diritti umani;
- Aumento della capacità di applicare le nozioni apprese all'interno delle
organizzazioni e delle società/comunità, e
- Esplorazione e facilitazione delle occasioni per stabilire contatti e
sviluppare collaborazioni con esperti e ONG per sostenere la causa dei
diritti dei Rom in Italia e in tutta Europa.
Partecipanti:
Il Corso di formazione per i diritti dei Rom fa parte del programma ERRC per
aumentare le conoscenze degli attivisti Rom/Sinti. Le domande di partecipazione
da parte degli attivisti Rom/Sinti interessati ai diritti umani sono
benvenute. I candidati dovranno:
- possedere una buona conoscenza della lingua italiana orale e scritta (il
corso prevede la lettura di documenti e materiale didattico),
- avere un'età compresa tra i 20 e i 35 anni
- possedere almeno una diploma di scuola secondaria.
I candidati dovranno dimostrare di essere attivi nel campo dei problemi dei
Rom/Sinti e/o nel lavoro con le comunità Rom/Sinti in Italia. ERRC attribuisce
particolare importanza alla partecipazione di donne Rom/Sinti, individui LGBT,
Rom/Sinti portatori di handicap e altri tipi di minoranze.
Procedura per la presentazione delle domande:
Gli aspiranti alla partecipazione al corso dovranno presentare quanto segue:
- Modulo di iscrizione compilato -
Clicca QUI,
- Curriculum Vitae/Resume (massimo due pagine);
- Lettera di presentazione da parte di un insegnante, professore o
supervisore (leader di una comunità, leader religioso o attuale datore di
lavoro) che sia a conoscenza del lavoro del candidato e del suo impegno nel
campo dei diritti dei Rom/Sinti. La lettera dovrà spiegare la natura della
relazione con il candidato, la durata della conoscenza reciproca, ed
evidenziare i principali motivi che rendono il candidato adatto a
partecipare al Corso di Formazione ERRC per i diritti dei Rom/Sinti.
Ai partecipanti selezionati verrà garantita una borsa di studio per il Corso
di Formazione ERRC per i diritti di Rom/Sinti.Tutte le domande di iscrizione,
corredate della documentazione di supporto completa, devono essere ricevute al
più tardi entro il 17 ottobre 2010. Si invitano cordialmente i candidati
a presentare le proprie domande di partecipazione prima di tale scadenza.
Le domande di iscrizione complete devono essere inviate per e-mail, come
allegato, a Dora Eke: dora.eke@errc.org. Oggetto dell'e-mail: Corso di
addestramento 2010 per i diritti dei Rom/Sinti.
http://www.errc.org/cikk.php?cikk=3683
DOMENICA 26 SETTEMBRE
Festa per la comunità aeroportuale e per tutti i lavoratori stranieri
CRAL Aeroporto di Linate - MILANO
ORE 15.30 INTRATTENIMENTI PER BAMBINI
(GIOCO, MOVIMENTO, MUSICA, BENESSERE con Elena Pillan "Scuola di Maria Fux")
ORE 17.30 NUTELLA PARTY
ORE 18.00 PRESENTAZIONE DEI CORSI PER I SOCI (2010-2011)
Attività:
(Tango project dimostrazione dei maestri Ivano Magni ed Emanuela Fantini)
(Laboratorio di movimento per adulti di Elena Pillan)
ORE 19.30 SI MANGIA
ORE 20.30 MUSICA BALCANICA con la fisarmonica di Jovica Jovic ed il gruppo
dei Muzikanti
COSA SI MANGIA
PANINO, SALSICCIA, CRAUTI E BICCHIERE DI VINO O BIBITA___4 EURO
COUS COUS DI VERDURA BICCHIERE DI VINO O BIBITA___3 EURO
CONSERVANDO IL BIGLIETTO DELLA CONSUMAZIONE, SARA' POSSIBILE PARTECIPARE A FINE
SERATA, ALL'ESTRAZIONE DI ALCUNI INTERESSANTISSIMI PREMI.
"MA QUANTE SONO LE MENTI UMANE CAPACI DI RESISTERE ALLA LENTA, FEROCE,
INCESSANTE, IMPERCETTIBILE FORZA DI PENETRAZIONE DEI LUOGHI COMUNI?" (PRIMO
LEVI, "LA TREGUA")
INFO.
CRAL Linate int. 2752/53 est. 02/7485-2752-2753
Fax. 02-7485 3066
www.crallinate.it
e-mail: crallinate@sea-aeroportimilano.it
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