Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

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Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 10/10/2007 @ 09:20:26, in blog, visitato 1882 volte)

Leggete questa testimonianza, e alla fine scoprite chi la scrisse...

Ho deciso di dedicare alcune domeniche ai preti, quelli veri.
Oggi ascoltiamo insieme le parole di padre Alex Zanotelli.

"Il 4 novembre ho assistito alla demolizione di tre campi Rom, situati nel comune di Casoria, nella provincia di Napoli. In questi campi c’erano circa quattrocento persone.
Alle 8.00 del mattino sono arrivate, scortate dalla Polizia, scavatrici, ruspe, cingolati per demolire il tutto.
Sembrava un esercito in assetto di guerra che spianava tutto. Unica sorpresa: il campo era stato abbandonato dai Rom lungo la notte. Infatti la sera prima, un notevole contingente di Polizia aveva ammonito tutti ad andarsene. E se ne erano andati, scappando da tutte le parti: chi verso la stazione ferroviaria (Piazza Garibaldi), chi verso centri sociali ove poter passare la notte.

Non si era mai visto a Napoli un’azione del genere: buttare fuori con la forza persone dal proprio habitat senza offrire loro prima un altro luogo ove andare. Mi ricordava certe scene viste nei regimi militari. Mi ricordava soprattutto le demolizioni che avevo visto delle baraccopoli di Nairobi. Mai mi sarei aspettato che avrei assistito a simili scene nella mia Italia.

Era da alcuni mesi che accompagnavo, insieme al professore Marco Nieli, da vicino, l’avventura di questi Rom: gente buona, semplice, attiva, gente che non ha mai partecipato ad una guerra, gente che era scappata dalla Romania per trovare un po’ di dignità. Ero stato, con Marco, ospite dei Rom di Casoria: un’ospitalità calorosa e aperta.
Con loro ho potuto vedere la realtà del campo. Devo confessare che non avevo mai visto in Italia, una situazione così degradata. Mi faceva venire in mente certi angoli di Korogocho, la baraccopoli di Nairobi, dove sono vissuto per 12 anni. Questo sia per la sua posizione, sia per le condizioni del campo. Infatti l’accampamento Rom di Casoria è posto sotto un immenso arco con piloni enormi della tangenziale di Napoli. Ma le condizioni igieniche e ambientali del campo non sono meno agghiaccianti. Baracche accatastate una sopra l’altra in piccolissimi spazi. Senza acqua potabile. Stretto tra due ferrovie (un ragazzo è morto qualche mese fa sotto un treno). Enormi topi che passeggiavano tranquillamente.

La gente ci ha accolto con tanto calore e tanti caffè. Avevano invitato tutti a venire l’11 aprile davanti al Comune di Casoria per parlare con gli esponenti del Comune. Quel giorno buona parte della comunità venne in piazza a urlare, gridare, battere i tamburi, per chiedere l’acqua potabile nel campo, un bus per portare i bambini a scuola ed infine un luogo alternativo ove i Rom potessero costruire il loro campo.

E’ incredibile che in Campania non ci sia ancora una legge quadro per i Rom. Furono solo promesse. Dopo tante insistenze… arrivarono i poliziotti, le ruspe……e via! Via tutti quelli che sporcano le nostre città. La cosa più incredibile fu che il comune di Casoria è stato commissariato per infiltrazioni mafiose! Come ultimo gesto il sindaco uscente aveva firmato l’ordinanza dello sgombero.

Grave, molto grave che si dia effetto immediato ad un’ordinanza di un sindaco “scaduto”! Il prefetto l’ha immediatamente resa effettiva! E’ proprio vero che sono sempre i poveri a pagare. Ma ho visto un gruppo di fuggiaschi fuori dalla stazione Gianturco: donne incinte, bambini che piangevano…Ora vivono nella diaspora della quasi totale indifferenza delle istituzioni e dei cittadini. E’ questa l’Italia democratica? E’ così che trattiamo i Rom? Non è forse così che trattiamo anche gli immigrati chiudendoli nei CPT, veri lager? I poveri a Nord come a Sud, a Napoli come a Nairobi, non contano! Eppure sono volti!"
Alex Zanotelli


Era il 13 novembre 2005. Per favore, smettiamola di preoccuparci di Grillo, che di questi tempi ha sin troppi altoparlanti che parlano di lui. Probabilmente, di Rom non ne capisce niente, e si appoggia ai suoi "supporters", non importa come la pensino, l'importante è di "fare casino". Concentriamoci sulle migliaia di commenti che sono apparsi nei due post differenti, noterete che invece sono quasi a fotocopia. E come riuscire a dialogare con queste persone che fanno del blog di Grillo una personale palestra.

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Di Fabrizio (del 11/10/2007 @ 09:07:42, in Italia, visitato 2001 volte)

Senza terra o tutta la terra

Da lunedì 15 a sabato 20 ottobre 2007, presso il Pub "Le Pecore" in Via Fiori Chiari 21, a Milano, si svolgerà una settimana dedicata alle comunità Rom presenti nel nostro Paese e in particolare nella Provincia di Milano.
Organizzata dalle Associazioni NAGA, Opera Nomadi, Aven Amenza, Sdl, Festa dei Popoli di Opera, Comitato Rom e Sinti insieme, Associazione Liberi e dalla Chiesa Evangelica Ministero Sabaoth.

Una settimana di musica, teatro, eventi per conoscere il popolo Rom.
Foto, documentari, favole, cucina, cultura e tradizioni.
Ospiti: Moni Ovadia, Dario Fo, Rapsodia Trio, Musicanti e tanti altri

Una settimana per conoscere meglio un popolo così lontano ma così vicino

Conferenza Stampa di presentazione
Venerdì 12 Ottobre 2007 ore 11.30
Le Pecore Pub, via fiori chiari 21
Milano

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Di Fabrizio (del 12/10/2007 @ 09:14:08, in Italia, visitato 1662 volte)

Da ChiAmaMilano

Il pirata della strada di via Padova è una donna italiana, ma fa meno notizia del suo fidanzato Rom

Il 16 settembre in via Padova un’automobile travolgeva un pensionato di 71 anni e lo trascinava per cento metri uccidendolo. L’uomo si era aggrappato al cofano dell’auto e il pirata della strada piuttosto che fermarsi ha proseguito zigzagando per “scrollarsi” di dosso il malcapitato.
Per due settimane l’ennesima tragedia della strada registrata a Milano è stata condita da un solo elemento: la carcassa dell’auto, bruciata, fu rinvenuta il giorno dopo l’incidente nei pressi di un campo nomadi.
I titoli delle cronache locali, le pagine dei quotidiani nazionali, addirittura il telegiornale più seguito si concentrarono su quell’elemento e il campo rom vicino al quale era stata ritrovata l’auto pirata diventava la stimmate della colpevolezza. Come poteva essere altrimenti?
Nonostante l’indizio assai debole, il seme del sospetto era stato gettato su un terreno reso assai fertile da un’ormai interminabile campagna mediatica che vede nei nomadi l’alfa e l’omega del peggio che possa esserci nella società –ammesso che ne facciano parte–; la quintessenza dei barbari che temiamo alle porte e nei volti dei quali non vogliamo specchiarci.
Per due settimane in modo neppure tanto implicito il pregiudizio e il sospetto sono diventati una cosa sola.
Il 2 ottobre la svolta nelle indagini, come si usa dire nel gergo della cronaca nera. Al pirata della strada viene dato un nome e un volto: si tratta di un’italianissima pluripregiudicata ventiquattrenne che non ha mai preso la patente ma che era proprietaria dell’auto che ha ucciso in via Padova.
Il 3 ottobre la notizia dell’arresto della donna è data con minor rilievo rispetto a quella dell’investimento di due settimane prima. Nessun accenno nei titoli, nei sommari o negli occhielli all’italianità della donna, che però, come precisano i pochi articoli dedicati alla soluzione del caso, è fidanzata con un Rom. È evidente, in un modo o nell’altro, i nomadi c’entrano.
Così, per una di quelle coincidenze che spesso contribuiscono a dare forma allo zeitgeist che caratterizza l’informazione, i titoli principali della cronaca cittadina il 3 ottobre erano “Censimento rom: in 700 senza lavoro, vanno espulsi”, “Troppi romeni irregolari, intervenga il Prefetto”, “Al setaccio i campi nomadi, vanno espulsi 302 rom”, “Schedati gli zingari in 700 vanno espulsi”, “Campi, controlli a tappeto, 700 nomadi non in regola”, “Rom, censimento nei campi regolari: 302 identificati”, “In tre anni raddoppiati i romeni”.

Beniamino Piantieri

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Di Fabrizio (del 12/10/2007 @ 10:26:47, in Italia, visitato 1612 volte)

Ricevo da Tommaso Vitale

Intolleranza e discriminazione pesano sull'Italia. Il rapporto dell'Enar

Migranti, richiedenti asilo, rifugiati e rom i gruppi più colpiti: stanno peggio le donne. Casa e lavoro fanno registrare il maggior numero di episodi di razzismo. Premiato il governo di centro-sinistra: ''chiara inversione di tendenza''


ROMA - Il rapporto Enar 2006 "Shadow Report” sul razzismo in Italia non fa sconti: intolleranza e discriminazioni sono “ancora uno dei principali problemi che migranti, richiedenti asilo, rifugiati, rom e sinti devono affrontare in vari settori della vita pubblica”. Tuttavia gli osservatori registrano “una chiara inversione di tendenza nell’approccio” dell’attuale governo di centro-sinistra rispetto a quella di centro-destra, che “includeva anche il partito xenofobo della Lega Nord”. Un cambiamento politicamente molto rilevante secondo gli osservatori è stato il ritiro delle riserve presentate dall’Italia in merito alla Decisione Quadro del Consiglio sulla lotta al razzismo, che nel 2002 non era stata adottata proprio a causa dell’opposizione del Governo italiano. Pesano positivamente la nuova proposta di riforma della legge sulla cittadinanza ha come obiettivo quello di abbattere le barriere all’accesso alla cittadinanza per tutti i cittadini stranieri e, in particolare, per i bambini nati in Italia da genitori non italiani o che, pur essendo nati all’estero, sono arrivati in Italia molto piccoli. Altrettanto importante è giudicata la creazione di un Tavolo Interministeriale su rom, sinti e camminanti e di una Consulta giovanile per il pluralismo religioso e culturale. Atti di indirizzo significativi, ma che al momento non hanno ancora determinato efficaci cambiamenti nella qualità della vita delle persone. Non passano inosservate la riforma della Bossi-Fini e un nuovo approccio rispetto ai Cpt.

Restano, tra i gruppi maggiormente colpiti, ancora le popolazioni rom e sinte, i richiedenti asilo ed i rifugiati, i musulmani con cittadinanza italiana e non, gli immigrati provenienti dai paesi del Maghreb e dall’Africa Sub-Sahariana. E, all’interno di questi gruppi, la situazione delle donne e dei minori è peggiorata rispetto allo scorso anno. Nel mercato del lavoro, il rapporto dimostra che i gruppi più vulnerabili sono rimasti relegati negli impieghi più pesanti, precari e meno specializzati e che gli stipendi medi sono rimasti ben al di sotto di quelli della maggioranza dei lavoratori. Il rapporto denuncia inoltre l’alto tasso di incidenti sul lavoro, che “sembra essere strettamente correlato alle condizioni di lavoro e ai bassi livelli di sicurezza sui luoghi di lavoro”. La maggior parte delle donne immigrate sono ancora impiegate nel lavoro di cura con salari molto bassi, senza che vengano presi minimamente in considerazione i loro titoli di studio. E accanto a questo, è il settore degli alloggi che ha fatto registrare il maggior numero di casi di discriminazione denunciati al numero verde dell’Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali (Unar). Anche nell’istruzione l’Italia arretra: persistono, secondo il rapporto, i bassi tassi di successo scolastico degli alunni non italiani in tutti i livelli di scuola, uniti alla pratica diffusa di inserire i/le bambini/e stranieri appena arrivati in Italia in classi inferiori rispetto alla loro età anagrafica e al livello raggiunto nella scuola del paese d’origine. Sotto accusa anche i media che “in numerose occasioni i media a larga diffusione abbiano diffuso un’immagine negativa e distorta degli immigrati, dei rifugiati e dei rom, trasformandoli in capri espiatori per numerosi problemi sociali, inclusa la percezione di insicurezza diffusa in alcuni contesti urbani”. (vedi lanci successivi)
© Copyright Redattore Sociale


Rom e sinti, la segregazione nei campi ''ancora più grave''

Rapporto Enar. ''Vivono quotidianamente pratiche di emarginazione e esclusione dai principali settori della vita economica, sociale e professionale''


ROMA – Tra i gruppi più a rischio di discriminazione in Italia ancora al primo posto le popolazioni rom e sinte, e secondo l’Enar nel 2006 la situazione nei campi è ancora peggiorata. “Vivono quotidianamente pratiche di emarginazione e esclusione dai principali settori della vita economica, sociale e professionale, oltre che risultare profondamente emarginati in settori quali l’alloggio, l’istruzione, l’accesso ai servizi”, si legge nel rapporto. “La segregazione territoriale della popolazione rom nei campi nomadi si è riproposta nel corso del 2006 in misura ancora più grave”, spiega l’Enar. Non è un caso quindi che i più eclatanti casi di policing profiling di cui si ha traccia (in Italia manca un monitoraggio completo) “riguardano i trattamenti riservati ai cittadini di origine rom o sinti, costantemente soggetti a sgomberi forzati e a controlli indiscriminati da parte delle forze di polizia”. Il rapporto segnala in particolare alcune ricerche secondo cui è “pratica diffusa da parte di Polizia e Carabinieri di arrivare nei luoghi di insediamento durante la notte o la mattina presto per sgomberare i campi, effettuare controlli ed espellere coloro che sono privi di permesso di soggiorno”. Pratica, commenta l’associazione talmente frequente “da essere ormai divenuta la normalità per molte persone che vivono nei campi”. Preoccupa l’Enar anche la condizione dei cittadini romeni in Italia, con l'ingresso in Ue. “Parallelamente alla crescita molto significativa che caratterizza in questi anni la comunità romena (con l’11,9% sul totale della presenza immigrata costituiscono il primo gruppo nazionale), questa conosce nel corso dell’anno un progressivo processo di criminalizzazione, fortemente alimentato dai media e è fatta oggetto di numerosi aggressioni a sfondo razzista”.
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Ciao a tutti.
qui sotto trovate il link di radio radicale con la registrazione dell'intera conferenza stampa sulla Presentazione della proposta di legge presentata dal PRC-SE per estendere le disposizioni di tutela delle minoranze linguistiche anche a rom e sinti.
ciao
Eva

Presentazione della proposta di legge

Eva Rizzin
osservAzione (ONLUS)
centro di ricerca azione contro la discriminazione di rom e
sinti
web: http://www.osservazione.org
tel: +39 393 78 78 880


Si è svolta oggi (12 ottobre ndr) a Roma la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge depositata dall’Onorevele Mercedes Frias come prima firmataria, sull'inserimento dei rom e sinti nella legge sulle minoranze linguistiche nazionali. (Legge 482 del 1999: Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche.)

Oltre all’Onorevole Frias sono intervenuti anche l’onorevole Leoluca Orlando e l’On. Marco Boato , tra i firmatari della proposta, e in rappresentanza dei cittadini e le cittadine Rom e Sinti , la dott.ssa Eva Rizzin e il Dott. Nazzareno Guarneri del Coordinamento Rom e Sinti Insieme
Alla presentazione c’erano persone e associazioni che lavorano sui/con diritti di Rom e Sinti.

Mercedes Frias ha spiegato che questa proposta vuole essere un primo passo per restituire dignità a chi vive da tantissimi anni in Italia senza quel riconoscimento che invece viene dato alle altre minoranze etnico-linguistiche presenti in Italia.

Con l’inserimento delle minoranze Rom e Sinti nell’articolo 1 della legge del 1999, anche queste minoranze avranno pari diritti e dignità., la loro lingua verrà tutelata, e si potrà effettuare un effettivo monitoraggio di come i Rom e Sinti vengono presentati nei mezzi di comunicazione di massa.

Grazie a questa legge ci si adeguerà finalmente alla normativa europea che prevede questo riconoscimento e si potrà prevenire e contrastare in maniera più efficace la discriminazione e il razzismo

L’Onorevole Frias ha ricordato come questo strumento di legge sia essenziale in questo momento politico nel quale si confonde volutamente la povertà con l’illegalità, in cui si assiste a una deriva securitaria che risponde non ad un reale aumento della criminalità bensì a pura propaganda elettorale dato che punire i poveri sembra creare consenso.

L’antropologa Eva Rizzin, Sinta italiana, ha sottolineato l’importanza di questa proposta di legge che tra l’altro , per la prima volta ha dato la possibilità ai diretti interessati di dire la propria.

Riconoscere il diritto alla tutela della lingua romanés , una lingua di origine sanscrita che si è mantenuta viva attraverso i secoli solo oralmente equivale a riconoscere il diritto all’esistenza individuale e collettiva di questa minoranza. La perdita della lingua romanés vorrebbe dire la perdita di un patrimonio irrecuperabile, del veicolo di una cultura millenaria. Una cultura che la società maggioritaria conosce a stento, dato che se ne sente parlare solo in modo negativo. E la conoscenza è il primo mezzo per cominciare a combattere la discriminazione.

Il Dott. Nazareno Guarnieri, rom abruzzese , ha fatto notare che fino ad ora le istituzioni si sono rapportate con le associazioni “pro-rom”, ma non con i Rom stessi in prima persona. Ma senza la partecipazione attiva dei soggetti interessati non ci può essere integrazione effettiva. Ha anche segnalato che in Abruzzo, dove i rom sono una componente della popolazione fin dal 1390, la discriminazione verso questi cittadini italiani li spinge addirittura a chiedere di cambiare il cognome per poter ottenere lavoro.

Senza lo strumento essenziale del riconoscimento dello status di minoranza quale percorso di integrazione potrà mai essere possibile?

Leoluca Orlando ha dichiarato che questa legge è essenziale anche perché stabilisce il principio della legalità come rispetto dei diritti umani , tra i quali il primo è il diritto alla propria identità.

Marco Boato ha riferito anche che nel 1999 non si inserirono le minoranze Rom e Sinte nella legge 482”Norme in materia di tutela delle minoranze linguistiche” perché ci fu un ostruzionismo serrato da parte della Lega Nord contro la legge, un vero e proprio ricatto per non far includere anche i Rom e Sinti che portò quindi alla loro esclusione pur di farla approvare.

Questa legge presentata in data odierna è un vero e proprio atto di giustizia civile, di civiltà giuridica, ma per far sì che venga approvata è imprescindibile un impegno sul territorio. Bisogna moltiplicare le iniziative per discutere a livello locale e creare anche l’occasione di far conoscere alla maggioranza la storia e la cultura della minoranza Rom e Sinta.

Come ha concluso anche Gennaro Migliore , una legge non basta, in questo momento storico e politico in cui lo stigma e il pregiudizio è diffuso, è indispensabile lavorare per cambiare il livello di coscienza della maggioranza degli italiani

di Flora

 

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Di Fabrizio (del 13/10/2007 @ 09:45:24, in casa, visitato 2580 volte)

Nomadi per forza
La più antica comunità Rom del mondo sfrattata da Istanbul

Il più antico insediamento Rom del mondo, situato nel quartiere di Sulukule a Istanbul e risalente al 1054, potrebbe presto scomparire per far posto a 'case  tradizionali in stile ottomano'. Il progetto della municipalità del distretto di Faith, nella parte occidentale della città, prevede infatti l'acquisto delle abitazioni, dove vive una comunità zingara di almeno 1.500 persone, la loro ristrutturazione, o la demolizione di buona parte di loro.

La 'rigenerazione' del quartiere, adiacente le mura dell'antica Bisanzio, rischia di veder scomparire un sito noto per la sua pittoresca vitalità. Sulukule è infatti sinonimo di danze, vita notturna, chiassosa convivialità. Il Comune ha proposto ai Rom incentivi economici per acquistare nuovi appartamenti, a Sulukule o in altre zone di Istanbul. Ma gli zingari non ne vogliono sapere. "A fatica riusciamo a guadagnare il minimo per sopravvivere - dicono -, figuriamoci per comprare una casa".
La ragione dietro il rifiuto dei Rom ad abbandonare Sulukule sta nello spettro di una 'sedentarizzazione forzata' in nuovi appartamenti dove la loro libertà e il loro tradizionale stile di vita, estraneo a canoni stanziali e regole condominiali o urbanistiche, verrebbero irrimediabilmente stravolti.
Insediamento storico. L'intera migrazione Rom verso l'Europa inizia qui, secondo gli studiosi. Il ricercatore britannico Adrian Marsh, autore di un libro dal titolo 'Le origini degli zingari: identità e influenze nella storia dei Rom', ha deplorato il progetto municipale, parlando della scomparsa non solo di una delle parti più folkloristiche di Istanbul, ma soprattutto della 'memoria di una comunità millenaria'. Uno scriba bizantino, nel 1054, narra per primo della presenza di 'egiziani' che abitano in 'tende scure sotto le mura della città' e che si guadagnano da vivere come chiromanti, giocolieri, indovini, addomesticatori di orsi ballerini.
Dopo la caduta di Costantinopoli in mano turca, nel 1453, i danzatori e i musicisti di Sulukule divennero attrazioni stabili nelle notti dell'opulenta corte ottomana. Il quartiere fu decimato dal terremoto del 1960 e le sue suggestive taverne, dove imperversava la danza del ventre, vennero chiuse dai politici conservatori nel 1990. Ma la vita notturna non è cessata, e ha continuato ad animare Sulukule fino al giorno d'oggi. Musicisti e artisti abitano ancora qui, e considerano il quartiere 'la terra dei loro antenati'.
"Condizioni vantaggiose". Schiere di attivisti stanno raccogliendo informazioni e opinioni casa per casa, per valutare l'eventualità di un'alternativa al progetto. Il sindaco del distretto Faith, spiega che entro la fine dell'anno verranno distrutte 463 strutture, definite 'insalubri' e pericolose in caso di terremoto. "E' il progetto sociale più ambizioso che sia mai stato realizzato qui a Istanbul - ha raccontato Mustafa Demir all'agenzia francese Afp qualche tempo fa -. Compreremo le case dai proprietari e, una volta ristrutturate, i Rom potranno riacquistarle a condizioni vantaggiose, pagando la differenza nell'arco di 15 anni". Se solo i Rom volessero...

Luca Galassi

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Di Fabrizio (del 13/10/2007 @ 09:59:08, in Kumpanija, visitato 2516 volte)

Dove:  presso il Pub "Le Pecore" in Via Fiori Chiari 21, a Milano

Cosa:

Lunedì 15 ottobre ore 21 Introduzione della settimana Rom con proiezione di video, cui segue l’intervento di MONI OVADIA

Martedì 16 ottobre ore 21 Concerto dei Rhapsodija Trio e di un gruppo di musicisti rom

Mercoledì 17 ottobre ore 20.30 Proiezione del documentario OPERA GAGIA; confronto aperto al pubblico con TOMMASO VITALE, ricercatore Università Bicocca, ANTONIO BOCOLA, regista del documentario, esponenti delle comunità rom

Giovedì 18 ottobre ore 17 Favole rom per bambini gagi e rom Ore 21 Concerto del gruppo MUZIKANTI

Venerdì 19 ottobre ore 21 ROM CABARET, con Dijana Pavlovic, Marta Pistocchi, Jovica Jovic

Sabato 20 ottobre ore 21 Proiezione di immagini appena raccolte in Romania da Marilisa Cosello e Alessandro Stellari. Finale con intervento di DARIO FO

Nel locale saranno esposta per tutto il periodo una mostra fotografica e sarà visibile un’istallazione audio/video di Valeria Fondi Di Pietro.

Il programma e le eventuali variazioni sono consultabili su www.lepecore.com

 

Le ragioni:

In questi ultimi mesi sono stati effettuati 32 sgomberi di campi rom abusivi nel Milanese. Si tratta di rom rumeni che dal 1 gennaio di quest’anno sono cittadini europei e hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri di tutti gli altri cittadini europei, come noi; quindi non possono essere rispediti nel loro paese se non a determinate condizioni. Si è così creata una situazione senza sbocco: sgomberati da qui, questi uomini con le loro donne, i loro bambini e le quattro cose che hanno salvato si spostano più in là. Da un punto all’altro, da uno sgombero all’altro.

Oggi ci sono tra 5 e 600 rom che vagano per Milano e provincia vivendo come possono.

Questa scelta non è dettata, se non a parole, da ragioni di sicurezza. Infatti, non c’è dubbio che sia più sicura una situazione in cui queste comunità si trovino sotto controllo con gli uomini che non perdono il lavoro e i bambini che non perdono la scuola a causa dei continui sgomberi.

Saranno poi le forze dell'ordine e il sistema di giustizia ad occuparsi, ognuno nella propria funzione istituzionale, dei casi da loro ritenuti perseguibili.

Sarebbe saggio sospendere questa scelta che porta solo tensione e sgomberare, come avveniva fino a pochi mesi fa, solo dopo aver trovato soluzioni che rispettino la dignità e la condizione umana dei rom e poi guardare un po’ più lontano, a una strategia che costruisca un quadro di certezze per tutti, cittadini italiani e comunità rom, con una politica concordata di processi di inserimento reale nel mondo lavorativo, scolastico e sociale.  

I “campi nomadi” producono malattia, disoccupazione, devianza, induzione alla criminalità, conflitti sociali: effetti tipici del disagio sociale diffuso. Bisogna quindi abbandonare la logica dei campi e prevedere, come è avvenuto e avviene in molti altri Paesi, ma anche in Italia, inserimento sociale, lavorativo ed abitativo adeguato, come anche per i rifugiati e richiedenti asilo.

Noi crediamo che una politica responsabile e degna di un Paese civile non debba inseguire il malcontento, il disagio e anche il pregiudizio, ma costruire le condizioni di diritti e doveri uguali per tutti per una convivenza pacifica e rispettosa delle diverse culture.

Ci sembra importante prima di tutto conoscere questo popolo, la sua cultura, le sue tradizioni, anche la sua storia con le lunghe persecuzioni fino ai campi di concentramento; un popolo pacifico che non ha mai fatto una guerra ed è distribuito in tutta Europa, unico vero popolo europeo. Se si cercano i modi per comunicare con loro, si può forse avere una idea diversa da quella che si fonda sull’ignoranza e sul pregiudizio.

Questo ci aiuta a considerarli per quello che sono, esseri umani come noi, in cerca, come noi, di un po’ di benessere e di felicità che nei luoghi dai quali provengono sono loro negati. E come esseri umani non possono essere abbandonati nel degrado nel quale vengono cacciati.

Ora che arriva l’inverno le loro condizioni diventano tragiche: basti pensare ai bambini, alle donne, molte delle quali incinte. Un primo segno di umanità nei loro confronti deve essere quello di rendere la loro vita materiale meno precaria e offrendo loro un ricovero decoroso almeno per superare una stagione che sarà dura e difficile.

LE ASSOCIAZIONI CHE PARTECIPANO:

Il Naga è un'associazione di volontariato laica e apartitica, costituita a Milano nel 1987 allo scopo di promuovere solidarietà e interventi socio- assistenziali in difesa dei diritti sanitari e legali  di immigrati temporaneamente presenti, rifugiati politici e Rom, senza alcuna discriminazione di razza, religione, partito. www.naga.it

L’Opera Nomadi si configura come un'associazione apartitica e aconfessionale; dal 1970 è elevata a Ente Morale Nazionale. L'Associazione è nata dalla consapevolezza che fosse necessario un movimento di volontari organizzato per promuovere interventi atti a togliere gli zingari o gruppi di origine nomade dalla situazione di emarginazione in cui sono relegati e per aprire la collettività nazionale alla comprensione e all'accoglienza dei diversi.  www.operanomadimilano.org.

L’associazione “Aven Amentza” – Unione Rom e Sinti, è nata nel 2004, con l’appoggio della Camera del Lavoro, per essere la voce politica e sindacale nella difesa dei diritti di queste popolazioni. Fra le tante iniziative, ricordiamo un anno e mezzo di sportello sindacale presso il campo di via Triboniano, con FILLEA Cgil, per il controllo delle buste paga e delle situazioni lavorative di numerosi Rom, soprattutto romeni e bosniaci. Informazioni: Tel. 0248409114

UNALTRALOMBARDIA Associazione il cui scopo è quello di promuovere la partecipazione diretta dei cittadini in tutti gli ambiti culturali e politici nei quali si può realizzare un impegno civile contro la guerra, contro ogni forma di ignoranza, intolleranza, violenza, censura, ingiustizia, discriminazione economica, sociale, razziale, di genere. www.unaltralombardia.it

Comitato Rom e Sinti insieme Associazione costituita dalle comunità rom e sinte di diversa etnia presenti in Italia, con lo scopo di promuovere la partecipazione diretta di esponenti di queste comunità anche in sedi istituzionali. www.comitatoromanophralipe.it 

Gruppo Abele Il Gruppo Abele di Milano  è impegnato sui problemi delle dipendenze, del carcere e dell'esclusione sociale. www.gruppoabele.org

Festa dei Popoli di Opera si occupa di organizzare eventi insieme alle comunità di immigrati presenti nel territorio del sud Milano. Informazioni: Tel. 0257602678.

Associazione Liberi L’Associazione culturale “Liberi” ha lo scopo di sviluppare una cultura incentrata sui valori della convivenza civile, del diritto alla felicità, della tolleranza, della solidarietà, della comunicazione libera e aperta e della continua ricerca di nuove frontiere nella sfera dei diritti e delle libertà individuali e collettive.

Ministero Sabaoth e Cooperativa Sociale Sabaoth Onlus, è una realtà evangelica aderente alla denominazione Ceiam (Chiesa Evangelica Internazionale e Associazione Missionaria). Da sempre operante nel sociale, offre gratuitamente un centro ascolto, uno sportello lavoro, banco alimentare, raccolta e distribuzione vestiario, corso di italiano per stranieri, assistenza psicologica e legale per stranieri, senza alcuna discriminazione di razza, fede, nazionalità o stato sociale. www.ministerosabaoth.org

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Di Fabrizio (del 14/10/2007 @ 09:11:05, in Italia, visitato 1814 volte)

Con la collaborazione
con il Centro Servizi per il Volontariato di Pescara

Sono una bambina Rom, non dimenticatevi che anche io sono una bambina! …  come tutte le bambine del mondo

  • PROGRAMMA

COORDINATORE DOTT. Piergiorgio GRECO,
Responsabile comunicazione CSV Pescara

  • SALUTO DELLE AUTORITÀ
  • RELAZIONI:

Nazzareno GUARNIERI,
Rom abruzzese, esperto minoranze Rom/Sinte

DOTT. Massimo MARCUCCI,
Referente del progetto “Le radici e le ali”

PROF. Alain GOUSSOT,
Docente di Pedagogia speciale, Facoltà di Psicologia di Cesena

Fabrizio CASAVOLA,
Redattore di Mahalla

PROF. Marco BRAZZODURO,
Docente di politiche sociali alla Facoltà di Statistica dell’Università “ La Sapienza” Roma

DOTT.SSA Giovanna DI LELLO,
Regista

  • DIBATTITO
  • CONCLUSIONI

Presentazione e distribuzione gratuita ai partecipanti di una nuova pubblicazione di RomSinti@Politica.

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Di Fabrizio (del 15/10/2007 @ 09:29:28, in Regole, visitato 1909 volte)

Ricevo da Luciano Muhlbauer

(OMNIMILANO) Milano, 12 ott - Chiesto il rinvio a giudizio di Ettore Fusco, capogruppo della Lega Nord nel consiglio comunale di Opera, e di altre otto persone in relazione all'incendio doloso che il 21 dicembre 2006 ha distrutto le sei tende allestite dalla Protezione civile per ospitare 67 nomadi, tra cui 35 bambini. (SEGUE).
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121452 ott 07
OMI0000 4 CRO TXT

Omnimilano-INCENDIO OPERA,CHIESTO RINVIO A GIUDIZIO CAPOGRUPPO LEGA FUSCO-2

(OMNIMILANO) Milano, 12 ott - (SEGUE). Ettore Fusco e' accusato di istigazione a delinquere per alcune frasi pronunciate nella seduta del consiglio comunale di Opera di quel giorno, in cui veniva ratificato l'accordo tra il Comune di Opera e quello di Milano sulla destinazione dell'area cosiddetta "circense" di via Marcora per ospitare famiglie di etnia rom in 13 tende allestite dalla Protezione civile. "Andiamo tutti e resistiamo perché così Opera è nostra e gli interessi degli operesi non sono la solidarietà ai nomadi", aveva detto il capogruppo. Secondo il pubblico ministero Laura Barbaini, Fusco quella sera ha istigato "pubblicamente i presenti a commettere uno o più reati e in particolare all'occupazione della tendopoli di Opera, incitando più volte numerosi cittadini, accalcatisi nella sala consiliare in numero non inferiore a circa 100 persone, e poi usciti nella piazza davanti al Comune", si leggeva nell'avviso di chiusura dell'inchiesta diffuso dallo stesso politico. L'esponente della Lega aveva dichiarato: "Occupiamo il campo nomadi! Noi non dobbiamo andarcene via adesso, non dobbiamo perdere tempo in questo modo, ma dobbiamo andare a occupare quell'area in modo tale che torni nostra". E poi aveva aggiunto: "Da questa sera dobbiamo occupare quell'area" e "Andiamo tutti e resistiamo perché così Opera è nostra e gli interessi degli operesi non sono la solidarietà ai nomadi". Al termine di queste incitazioni si era formato un corteo non autorizzato, nel corso del quale erano state incendiate sei tende. (SEGUE).
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121504 ott 07
OMI0000 4 CRO TXT

Omnimilano-INCENDIO OPERA,CHIESTO RINVIO A GIUDIZIO CAPOGRUPPO LEGA FUSCO-3
(OMNIMILANO) Milano, 12 ott - (SEGUE). Gli altri otto imputati per i quali il magistrato ha chiesto il processo sono cittadini presenti la sera del rogo in via Marcora, accusati di danneggiamento seguito da incendio e interruzione di pubblico servizio.
Inizialmente il pm aveva iscritto nel registro degli indagati sedici persone, tra cui Alberto Pino Pozzoli, consigliere di Alleanza nazionale accusato di istigazione a delinquere. La sua posizione e' stata stralciata.
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121522 ott 07


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MILANO: INCENDIO IN CAMPO ROM, PM CHIEDE PROCESSO PER 9 PERSONE =
Milano, 12 ott. (Adnkronos) - Il sostituto procuratore di Milano, Laura Barbaini ha chiesto il rinvio a giudizio per 9 persone nell'ambito del procedimento avviato dopo il rogo avvenuto il 21 dicembre scorso, nel campo nomadi allestito dalla protezione civile.
Tra gli indagati figura anche il capogruppo della Lega Nord in Consiglio comunale di Opera, alle porte di Milano, Ettore Fusco, e  alcuni cittadini del comune, accusati a vario titolo, di concorso in danneggiamento aggravato, incendio e interruzione di pubblico servizio. Ettore Fusco, invece, e' accusato di istigazione a delinquere.
Nell'incendio erano state bruciate alcune tende e altre erano state divelte. La parola passa ora al gup Marco Maria Alma.

(Cri/Lr/Adnkronos)
12-OTT-07 15:55

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Di Fabrizio (del 15/10/2007 @ 23:08:04, in media, visitato 2042 volte)

(15/10/2007) - Nell'articolo del 5 ottobre di Barbie Nadau, "Nuova Unione, Vecchi Pregiudizi", il sindaco di Roma Walter Veltroni, neo-eletto segretario nazionale del Partito Democratico, e il prefetto romano Achille Serra in testa alla criminalizzazione dei nomadi. Citato anche Roberto Malini del Gruppo EveryOne, che non usa mezzi termini e parla invece di "genocidio" del popolo Rom e Sinti, e di un nuovo, pericoloso Porrajmos alle porte. In uno speciale del 5 ottobre 2007 a firma di Barbie Nadau, anche il settimanale Newsweek tratta la problematica Rom in Italia : "Nuova Unione, vecchi pregiudizi ", titola l'articolo, che descrive la persecuzione istituzionale che l'Italia conduce contro Rom e Sinti, complici i media. "Il Gruppo EveryOne, Opera Nomadi e poche altre realtà conducono una difficilissima campagna per la vita e il rispetto dei diritti di queste minoranze , contro il razzismo che cresce e di fatto uccide senza pietà uomini, donne e bambini innocenti. Il caso del rogo di Livorno di agosto scorso è emblematico delle violazioni che vengono attuate dalle istituzioni italiane contro i nomadi " commentano Roerto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, i leader di EveryOne. Il servizio di Newsweek conduce i lettori nella tragica realtà dei Rom e dei Sinti nel nostro Paese, dove vivono nella più totale indigenza, nel degrado, senza aiuti umanitari né servizi igienici. Una condizione che solo grazie alla loro proverbiale capacità di adattamento consente loro di non estinguersi, anche se la mortalità cui sono soggetti è spaventosa. Newsweek spiega come l'indegna condizione in cui sono tenuti i nomadi, che supera quella che i nazisti riservavano agli ebrei nei ghetti dell'est europeo, sembra non saziare l'odio di un'Italia che si riscopre in gran parte intollerante , perché la stampa italiana ha promosso una feroce campagna razziale volta ad istigare nuova avversità da parte della gente. "L'invasione dei nomadi" titola il Corriere della Sera . "Aiuto!" invoca Il Messaggero. "Sono troppi!" fa eco La Repubblica, "Emergenza Rom!". Il settimanale cita, tra tutti, Walter Veltroni, il sindaco di Roma nonché neosegretario nazionale del PD, secondo cui i Rom sarebbero colpevoli del 75 per cento dei piccoli crimini commessi nella capitale . A suo parere la questione è così grave da richiedere un intervento del Ministero dell'Interno affinché i nomadi siano classificati come immigrati illegali, soggetti ad espulsione anche quando cittadini dell'Unione Europea, in quanto "minaccia alla sicurezza nazionale". Nel frattempo, continua lo speciale, diverse città italiane hanno adottato provvedimenti per sottrarre ai Rom le classiche, misere fonti di sostentamento, come l'attività di lavavetri (emblematico l'ultimo caso di Firenze) . Ma non basta: si sta cercando una via per perseguire penalmente i reati commessi da minori nomadi, equiparandoli nei tribunali agli adulti. Fatto salvo che lo stesso trattamento non sarà mai riservato ai ragazzini italiani. "L'immigrazione consistente di romeni," ha detto ancora Veltroni, "crea problemi gravi di ordine ubblico, tanto che la città non può più tollerare questa terribile ondata criminale". Seguendo una via sbagliata – commenta sottilmente l'autore del pezzo –, sta cercando di imitare l'ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, che intraprese la famosa battaglia contro il crimine nella Grande Mela. Newsweek riferisce alcuni dei numerosi eventi recenti di intolleranza contro i Rom, amplificati dai media, ponendo l'accento sul rogo di Livorno, in cui non solo sono stati uccisi quattro piccoli Rom, ma i loro genitori sono stati perseguiti dalle autorità per "abbandono di minore" : capri espiatori di una politica che non ha più colore quando si trova di fronte a eventi relativi ai nomadi. "Non tutti, però, emarginano i Rom" scrive poi Newsweek. "Roberto Malini del Gruppo EveryOne , un'organizzazione di difesa dei Diritti Umani che cerca di mediare fra le istituzioni e i nomadi, descrive il trattamento che l'Italia riserva loro come una <<pericolosa persecuzione>> e rivela che tale atteggiamento ha abbassato le speranze di vita dei Rom a soli 47 anni, contro gli 80 dei cittadini italiani. <<In altre parole,>> afferma, <<un genocidio>> ". Newsweek riporta infine le dichiarazioni emblematiche del prefetto di Roma Achille Serra che, trovandosi in un campo nomadi in cui non notò la presenza di donne, disse a un giornalista del Corriere: " Forse sono sul metrò a rubare portafogli, mentre gli uomini dormono dopo aver passato la notte a rubare nelle case. Union Gypsy, Union Romani ed altre importanti associazioni per la salvaguardia dei diritti dei nomadi" concludono i leader di EveryOne "hanno già manifestato il loro disappunto riguardo alla politica persecutoria adottata nel nostro Paese e hanno stigmatizzato le molteplici violazioni commesse dalle autorità nei confronti dei genitori dei bimbi assassinati nel rogo di Livorno". Come previsto – e pubblicato – con largo anticipo dagli attivisti del Gruppo EveryOne, Victor Lacatus e Menji Clopotar, dopo aver subito la durezza del carcere, la tortura della separazione dalla mogli, la crudeltà del divieto di piangere sulle tombe dei loro bambini e infinite pressioni (senza che fosse consentita la perizia di una psicoterapeuta del Comitato Etico, volta ad evitarle), hanno scelto l'unica via concessa loro per riacquistare la libertà: patteggiare e riconoscere il "reato" loro ascritto ovvero "abbandono di minori seguito da morte".

Per il Gruppo EveryOne: Roberto Malini, Matteo Pegoraro, Dario Picciau

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