Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
Semplice: non lo faccio per essere alla moda!

L'OROLOGERIA DI MILANO srl viale Monza 6 MILANO

siamo amici da quasi 50 anni, una vita! Per gli amici, questo e altro! Se passate di li', fategli un saluto da parte mia...

ASSETTO VARIABILE

E' sospeso sino a data da destinarsi.

Le puntate precedenti sono disponibili QUI


Volete collaborare ad ASSETTO VARIABILE?
Inviate una
mail
Sostieni il progetto MAHALLA
 
  
L'associazione
Home WikiMAHALLA Gli autori Il network Gli inizi Pirori La newsletter Calendario
La Tienda Il gruppo di discussione Rassegna internazionale La libreria Mediateca Documenti Mahalla EU Assetto Variabile
Inoltre: Scuola Fumetti Racconti Ristorante Ricette   Cont@tti
Siamo su:  
Da maggio 2005 circa 6.000 post

La redazione
-

Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 19/08/2007 @ 09:05:53, in media, visitato 1834 volte)

Parla molto di noi la questione "zingara"
Alberto Burgio

Ciclicamente, come le polemiche sui morti della strada o i roghi estivi (esempio non casuale), riesplode la questione dei campi nomadi. Che ci sia di mezzo il morto (i morti, come i bimbi arsi vivi a Livorno in quello che pare un ennesimo atto criminale) o le gesta squadriste dei padani (come l'anno scorso a Opera), cambia poco. Sta di fatto che di questa questione è impossibile liberarsi. Per nostra fortuna.
Perché? Perché la questione degli «zingari» parla di noi. Qualche giorno fa sul manifesto Enzo Mazzi diceva degli intrecci tra la loro e la nostra cultura. Si potrebbe scavare ancora e scoprire che c'è un legame profondo tra l'esperienza (e il disagio) della stanzialità e l'esperienza (lo stereotipo) del nomadismo. Che diventa un'icona del rimosso e catalizza (qui c'è una convergenza con l'antisemitismo) i furori razzisti della civitas christiana.
Ma non parla di noi solo per questo, la questione «zingara». È parte integrante della nostra storia politica. Di noi italiani (italiani come e non più delle decine di migliaia di rom e sinti cittadini di questa Repubblica), di noi europei (come altre decine di migliaia di rom e sinti e camminanti che vivono nelle nostre città). Faremmo bene a ricordarcene, e invece ce ne dimentichiamo. Perché si tratta di pagine cupe e pesanti come pietre.
La prima riguarda le guerre «umanitarie» nei Balcani. I rom di origine jugoslava (bosniaca e kosovara) sono profughi di quelle guerre di cui l'Italia fu sciagurata protagonista. Sono sfuggiti a vendette e «pulizie etniche» che hanno via via assunto le proporzioni di un pogrom. Si imporrebbe quindi, per cominciare, un bilancio serio dei conflitti che insanguinarono la Jugoslavia lungo gli anni Novanta. Un bilancio che non rimuova la destabilizzazione che li preparò con l'intervento di formazioni terroristiche sotto copertura occidentale.
La seconda pagina del nostro album riguarda le sistematiche persecuzioni inflitte a sinti e rom dopo l'89 in tutte le loro terre d'origine, dalla Slovacchia alla Boemia, dalla Moldavia alla Cechia, all'Ungheria, alla Romania. Nell'indifferenza generale della civile Europa.
La terza (sfondo alle altre) concerne lo sterminio nazista, cui il nostro paese partecipò con leggi e deportazioni. Si diceva delle convergenze con l'antisemitismo. Nel 1936 il Reich equiparò gli «zingari» - emblema di «asocialità» - agli ebrei. Lo sfondamento della Wehrmacht a est fu l'inizio di un calvario che mise capo allo sterminio di mezzo milione di sinti e rom. Ma anche l'Italia fece la sua parte. La persecuzione dei rom prese avvio qui, nei primi anni del fascismo. E le leggi del '38 riguardarono anche gli «zingari», non solo gli israeliti.
Storia? Non soltanto. Alla base di queste nefandezze operarono stereotipi che ancora impregnano le nostre discussioni. Di questo popolo si dipinge un ritratto che non è il suo. I rom jugoslavi avevano le loro case prima che esse venissero sottratte loro a forza. E all'est vivevano sì in condizioni disagiate, ma con un grado di integrazione che noi neppure immaginiamo.
Ma a chi interessa capire se urge giudicare? Si dice del degrado dei campi nelle nostre periferie. Quei campi che tanto spiacciono al cattolico onorevole Casini, ansioso per il decoro delle nostre «grandi città». Quei campi per i quali il democratico sindaco di Torino (come tanti altri dell'Unione, da Roma a Pavia) invoca «poteri straordinari» per i prefetti e interventi «anche oltre le regole pubbliche», pur di «ridurre il numero di rom». Allora bisogna dirlo chiaro: i campi come li conosciamo in Italia non si trovano in altri paesi europei perché altrove i rom vivono in comuni abitazioni grazie a un efficace sistema di sostegno, nel pieno rispetto delle regole.
Dopodiché siamo d'accordo: le prediche non bastano e nemmeno basta la memoria (che pure è un dovere politico, oltre che morale). Dunque che fare? Non si può scantonare da alcuni punti fermi. I rom rumeni non sono extracomunitari, sono europei come tutti gli altri. I rom italiani (70 mila) sono cittadini italiani, come tutti gli altri. A qualcuno potrà spiacere, ma è così. Quindi nessun diritto speciale, nessun trattamento ad hoc. Quanto agli apolidi, essi sono profughi, protetti dalla Costituzione, che riconosce loro (ancora) il diritto d'asilo. Piuttosto chiediamoci: quale risarcimento pensiamo si debba ai rom immigrati nel nostro paese l'Italia, oggi accusata dalla Ue di non applicare la direttiva «contro la discriminazione basata sulla razza e le origini etniche», ieri in prima linea nelle guerre balcaniche?
Veniamo al Kosovo. In questi anni, pur controllando militarmente parte del territorio, l'Italia non è stata in grado (per responsabilità bipartisan) di tutelare la presenza dei rom nella regione. Nel Kosovo di oggi, protettorato militare e luogo di loschi incontrastati traffici, le minoranze (i rom, ma anche la piccola comunità ebraica) non hanno possibilità di sopravvivenza e sono costrette a esodi di massa, che riversano centinaia di migliaia di persone nel resto dell'Europa e in particolare in Italia. Domanda: dopo aver bombardato case, ospedali e infrastrutture civili, dopo aver consegnato il territorio alla mafia kosovara (per tacere dello scandalo degli aiuti umanitari, delle tonnellate di beni di vario genere destinati alle popolazioni balcaniche e rimasti a Bari, dei legami con la malavita meridionale), quali programmi sociali ci impegniamo a sostenere? Quale tutela dei tesori storici e artistici, quale difesa delle minoranze, della vita e della cultura di ognuno?
Le forze di occupazione in Kosovo (di questo ormai si tratta) preferiscono assecondare l'irredentismo schipetaro-albanese e gli appetiti degli americani (che intanto hanno installato, in funzione antirussa, la più grande base militare della regione). In questo quadro si gioca la partita dell'indipendenza formale del Kosovo albanesizzato, per la quale anche il nostro governo pare propendere.
Non si finga di non sapere che, ove venisse concessa, l'«indipendenza» cancellerebbe qualsiasi possibilità di convivenza democratica e paritaria tra le popolazioni della regione. E negherebbe ai rom ogni speranza di fare ritorno nella propria terra.
Non si faccia il solito doppio gioco di causare disastri e poi lanciare accuse per le loro conseguenze.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 20/08/2007 @ 09:12:14, in Europa, visitato 3387 volte)

08/12/07 - By Nicole Itano WeNews correspondent

I Rom in Albania hanno sempre affrontato la povertà e la discriminazione, ma dopo la caduta del comunismo nel 1991, la situazione delle donne Rom è peggiorata. Si è abbassata l'età dei matrimoni e un numero crescente di ragazze non ha mai frequentato la scuola.

TIRANA, Albania (WOMENSENEWS) I caffé trendy di questa città colorata e risorgente sono lontani da Breju Lumi, una baraccopoli di fango, strade distrutte e baracche di metallo, dove vive Nexhmije Daljani.

Una volta il paese più povero ed isolato d'Europa, oggi l'economia dell'Albania sta crescendo rapidamente e il paese sta compiendo la transizione dal comunismo alla democrazia e al capitalismo del libero mercato.

Ma a Breju Lumi - il cui nome significa "sponda del fiume" anche se l'unica acqua è il letto asciutto riempito di immondizie - la maggior parte delle case non ha acqua corrente, fognature od elettricità, ed i bambini corrono per le strade a mezzogiorno mentre dovrebbero essere a scuola.

Qui le famiglie più povere, come quella di Daljani, appartengono ai Rom, termine che i membri della comunità preferiscono al derogatorio "Zingari".

"Io e i due figli più piccoli andiamo a mendicare," dice Daljani, che ha 22 anni e tre figli piccoli, senza marito o lavoro. "E' l'unico modo per mangiare."

Daljani ebbe il suo primo figlio a 17 anni. A 21, suo marito lo lasciò con tre figli. Ora vive in una baracca di metallo e come per molti Rom, la sua unica fonte di reddito è l'accattonaggio.

Il figlio più grande, disabile mentale, va in un centro diurno guidato da una OnG chiamata Children of the World.

La vita è più dura

Per molti Rom, soprattutto donne, la vita si è fatta più dura con la fine del comunismo. Le ragazze si sposano ed hanno figli prima, povertà e disoccupazioni sono rampanti, mentre l'accesso ai servizi sanitari e scolastici è declinato drammaticamente.

Al tempo del comunismo, ai Rom - come a tutti i cittadini - venivano dati lavoro e casa e obbligati ad andare a scuola. A quei tempi, tutti gli Albanesi erano poveri, ma i Rom non erano più poveri di ogni altro gruppo.

Con il collasso dei servizi sociali, le disparità tra Rom ed altri Albanesi sono cresciute nella sanità e negli standards di vita. Un recente studio del Fondo Sviluppo delle Nazioni Unite ha trovato che le entrate medie dei Rom sono meno della metà dei non-Rom che vivono nelle medesime comunità.

"La qualità dei servizi è diminuita," dice Arlinda Ymeraj, incaricato delle politiche sociali dell'UNICEF, nel Fondo per l'Infanzia delle Nazioni Unite in Albania. "Rispetto al passato c'è più disparità nell'accesso ai servizi e determinati gruppi ne soffrono."

Oggi il 57% delle donne Rom - paragonato al 48% degli uomini - non è mai andata a scuola, un declino rispetto all'era comunista, secondo i dati della Banca Mondiale.

Da allora la media dell'età matrimoniale è scesa a livelli che preoccupano gli esperti dello sviluppo.

Età del matrimonio, tassi di nascita

In Albania la media dei matrimoni tra le Romnià è di circa 15 anni, comparata alla media nazionale (23) e quella dei Rom maschi (18). Anche l'età della prima gravidanza è scesa: prima del 1990 era di circa 19 anni, oggi è di 17. Per gli uomini Rom è di 21.

La giovane età dei matrimoni e delle gravidanze tra i Rom li mette ad alto rischio dall'abuso e dal traffico di persone, limita l'accesso alla scolarizzazione e può portare ad alti tassi di mortalità per le donne ed infantile, dicono le Nazioni Unite.

Nell'Europa Centrale ed Orientale vivono tra i 7 e i 9 milioni di Rom, in Albania sarebbero circa 95.000. Come gruppo, rimangono tra i più poveri e discriminati nel continente e spesso vivono ai margini della società. Oltre il 70% delle famiglie Rom nel paese sono considerate molto povere e molte, come quella di Daljani, vivono in condizioni estreme.

Le cause di questa esclusione sociale sono dibattute. Molti Rom lamentano discriminazioni, ma altri dicono che rifiutano di integrarsi nella società maggioritaria. I Rom - tradizionalmente nomadici, ma ora largamente stanziali o semi-nomadici - sono un gruppo etnico distinto con la loro propria lingua e sistema di credenze.

"Le famiglie Rom hanno una cultura molto differente," dice Marinela Cani, assistente sociale che lavora con le famiglie di Breju Lumi. "Non pensano al domani."

Jalldyz Ymeri, nonna di 42 anni che vive in due stanze con otto familiari e mendica per vivere, dice che la vita è diventata molto più dura dalla caduta del comunismo.

Meno anni a scuola

Lei è andata alle superiori, sua figlia no. Secondo la Banca Mondiale, prima della fine del comunismo le donne Rom avevano una media di 6,2 anni di scolarità. Oggi la media è meno di 4.

Le donne Rom in Albania dicono che anche l'accesso ai servizi sanitari è deteriorata. Dicono che molti bambini nascono in casa e che molte donne non hanno educazione prenatale. L'Albania non ha statistiche attendibili su mortalità infantile e delle puerpere, ma molti esperti ritengono che i tassi tra i Rom siano più alti della media nazionale.

La sanità pubblica in Albania dovrebbe essere gratuita, ma molti dottori chiedono soldi.

"Ci trattano così perché siamo Rom. Se non possiamo pagare, ci mandano via," dice Ymeri, il cui nipotino di 3 anni è morto perché lei non aveva abbastanza denaro.

Le condizioni sono talmente cattive che molti Rom hanno lasciato il paese per andare nella confinante Grecia, che è parte dell'Unione Europea. Benché siano discriminati - con in più il rischio di deportazione - molti dicono che la vita lì è migliore perché è più facile trovare lavoro, o fare soldi mendicando o suonando per i turisti. Ymeri e la sua famiglia hanno passato diversi anni in Grecia e dice che le è dispiaciuto dover tornare in Albania.

Ma anche in Grecia - una terra promessa per i Rom albanesi - la vita è dura.

In un insediamento rom chiamato Grthaios, in un'area industriale di Atene, le famiglie vivono in baracche di legno circondate da pile di immondizia. La casa di una stanza di Elena Zerollari, 39 anni e madre di 5 figli, è pulita e ordinata. [...] Zerollari, che è originaria dell'Albania, dice che molte cose sono migliori in Grecia: i dottori li trattano meglio ed è più facile trovare lavoro. I bambini che ha avito da quando è arrivata in Grecia sono nati tutti in ospedale.

Ma Zerollari dice che le piacerebbe una casa con acqua corrente e che i suoi figli andassero a scuola. La scuola accetta i bambini rom, dice, ma molti abbandonano perché sono molestati per i loro vestiti o perché senza scarpe.

"I Rom non dovrebbero vivere così per sempre," aggiunge. "Vogliamo essere come voi."

Nicole Itano is a freelance reporter based in Athens, Greece. Before moving to Greece in 2006, she spent five years reporting from across the African continent. Her book, "No Place Left to Bury the Dead," about AIDS in Africa will be published in November by Atria Books.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 21/08/2007 @ 09:29:07, in conflitti, visitato 2591 volte)

Da La Voix des Rroms

Domenica scorsa, quattro giovani rroms di Sofia (Bulgaria) sono stati attaccati da skinheads. Uno di loro si è trovato all'ospedale con una mandibola rotta. Il giorno dopo, una sommossa è cominciata nella zona di Fakulteta, un ghetto dove vivono i giovani rroms. La polizia ha fermato quattro Rroms sospettati di avere incitato questa sommossa dove circa 300 Rroms avrebbero cercato la rivalsa. Le autorità poliziesche, ministro dell'interno in testa, garantiscono che metteranno fine immediatamente a qualsiasi velleità di conflitto.

La zona di Fakultèta è conosciuta per la povertà estrema dei suoi abitanti rroms, vittime di una eesclusione e di una ghettizzazione totale. Secondo l'agenzia di stampa a Focus, Rroms, armati di bastoni e di coltelli, avrebbe gridato "morte ai bulgari", di fronte alle forze di polizia che hanno loro impedito di partire verso la zona dove aveva avuto luogo il litigio all'origine della sommossa.

Con elezioni locali previste per l'autunno, è difficile fare la selezione delle informazioni secondo la loro veridicità. La Bulgaria passa per lo stesso fenomeno della Francia in 2002. Volen Siderov, il capo di Ataka, movimento di destra estrema, è arrivato al secondo turno. Fra gli slogan gridati nelle sue riunioni, c'era anche: "Trasformiamo i zingari in sapone!"

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Sucar Drom (del 22/08/2007 @ 09:13:54, in blog, visitato 2691 volte)

Diciamo basta a sgomberi e espulsioni... a chiare lettere
Tre organizzazioni non governative indipendenti hanno inviato oggi lettere al Primo Ministro italiano Romano Prodi ed al Primo Ministro romeno Calin Popescu Tariceanu per chieder loro di intervenire urgentemente per fermare le espulsioni forzate di rom romeni dai loro alloggi a Roma.
Le espulsioni,...

Il Consiglio d'Europa accusa l'Italia
“Quando un bambino rom muore a causa di condizioni di vita deplorabili, la responsabilità è dell'intera società, non solo dei genitori”, ha dichiarato la Vice Segretario g...

Livorno, inquietante lettera a "Il Tirreno"
Livorno, 18 ago. - (Adnkronos) - Con un'inquietante lettera al quotidiano 'Il Tirreno' un sedicente 'Gruppo armato pulizia etnica' ha rivendicato stamattina l'incendio al campo rom di Livorno della not...

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 23/08/2007 @ 09:39:11, in media, visitato 2400 volte)

Nuovi media Rom stanno prendendo le misure per educare il pubblico alle tematiche Rom

Uno dei ruoli dei media è educare la popolazione. La gente ottiene una gran mole di informazioni attraverso i media. Si possono imparare lingue, le ricette dei grandi cuochi, fitness dalle celebrità. Si può imparare tanto sugli altri popoli - come si comportano, come vivono. Il pericolo nel maneggiare così tante informazioni è di essere presi nelle rappresentazioni stereotipati su alcuni gruppi di persone.

I componenti delle OnG Rom sono coscienti del ruolo che i media possono avere. Per contrastare i pregiudizi prevalenti provano a spingere informazioni sulla cultura rom, nei programmi radio e TV e sui giornali. [...]

"I media dovrebbero trasferire informazioni complete. Ma per i media è più attraente scrivere di ciò che è negativo. Cosa scriveranno i media? Di una ragazza Rom che ha vinto il Campionato Mondiale di Taekwondo o dei Rom a Vsetín che hanno danneggiato una casa? Secondo la mia opinione dovrebbero scrivere di entrambe," dice Zdenk Horváth,  direttore esecutivo di Athinganoi, una OnG rom che tenta di aiutare il suo popolo negli studi.

Io penso che il 90% dei Cechi si crea la propria opinione sul mondo, secondo come i media coprono gli eventi. Così mi chiedo se il mio lavoro è davvero importante. Potrò realizzare quattro buoni programmi che aiuteranno 100 persone, ma poi torno a casa e vedo i Rom presentati come cattiva gente," aggiunge Horváth.

Tutte le fonti Rom come Romano voďi o Romea TV pongono enfasi sul loro ruolo educazionale. Informano il pubblico sui Rom famosi, sia storici che contemporanei. Introducono i lettori alla cultura rom e lo fanno anche i romanes per favorire il suo uso.

E' importante avere giornalisti Rom nei media nazionali, e devo essere ben professionalizzati. E' per questo che OnG come Dženo o Eomea organizzano corsi speciali per giovani Rom che vogliono diventare giornalisti. "Il prodotto" di questo è Richard Samko, il secondo Rom che è diventato presentatore alla TV ceca e anche giornalista del settimanale "O Roma Vakeren" che è trasmesso su Radio 1.

By Alice Tejkalová - University of Montana School of Journalism

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 24/08/2007 @ 09:41:17, in Europa, visitato 2135 volte)

Ricevo e porto a conoscenza:

http://www.idebate.org/roma/profiles.php

Carissimi!

Come ideatore della pagina web http://www.idebate.org/roma/ vi sarei grato se voleste assistermi con informazioni su individui Rom, ben integrati nella società civile, e che nel contempo non abbiano perso la loro identità etnica. Questi profili sono richiesti per combattere i forti stereotipi negativi contro i Rom diffusi in Europa.

Il profilo può essere composto in questo formato (in lingua inglese):

Name
Year of birth
Country of residence
Profession
Biography in brief
Photo (if available)

Potete inviarmi informazioni a romale@zahav.net.il

Baxt, sastipe!

Kind regards,
Valery Novoselsky.
Editor of Roma Virtual Network.
http://www.valery-novoselsky.org/romavirtualnetwork.html

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 25/08/2007 @ 09:19:03, in Italia, visitato 2538 volte)

Ricevo da padre Agostino Rota Martir e porto a conoscenza

Porto le condoglianze ai genitori e famigliari dei 4 bimbi Rom bruciati in fiamme.

Dopo la strage che ha visto questi 4 bimbi Rom bruciare nella loro baracca sono tanti che dimostrano la loro bontà verso questi bambini e le loro famiglie Rom: associazioni, Consigli stranieri di Livorno (dicono di collaborare con rappresentanti Rom), Sindaco, Assessori, sacerdoti….ma i genitori continuano ad essere accusati di abbandono e sono tutt’ora in carcere.

Ma ai miei occhi io penso che tutti, io compreso abbiamo le nostre responsabilità per questa tragedia.

Tutti noi in questi ultimi mesi vedevamo e continuiamo a vedere scene di gruppi di Rom Rumeni (cittadini Europei!) che stanno sotto i nostri ponti e cavalcavia delle nostre belle città.

Questa è una realtà che sta sotto gli occhi di tutti, anche quelli che dicono che Livorno è una città accogliente, ma occorre mostrare questa accoglienza soprattutto a quelle famiglie Rom che erano presenti sotto quel cavalcavia, dove hanno trovato la morte quei 4 bimbi Rom.

Anche l’intervento del Papa Benedetto XVI sottolinea la necessità di più accoglienza, attraverso azioni concrete di solidarietà verso costoro, vittime della nostra cecità e indifferenza.

A che serve celebrare i funerali nella cattedrale di Livorno?

Forse è perché vogliamo mostrare la nostra “faccia buona”?

Perché allora permettiamo che i loro genitori stiano ancora in carcere (sono già 2 settimane) anche con l’accusa dubbia di abbandono, o che gli altri famigliari continuino a vivere sotto un ponte?

Le Autorità devono continuare ad indagare anche sulla pista dell’aggressione perché ci sono dei segnali chiari, innanzitutto le dichiarazioni dei famigliari stessi, anche se sono in pochi che vogliono crederci. Perché?

“Perché sono zingari!”

Se una tragedia simile fosse successa ad una famiglia Francese, Belga, o Tedesca …

di sicuro ci sarebbe stata una reazione forte e chiara, che avrebbe provocato un caso diplomatico tra Stati.

La Romania, purtroppo non piange in grande la morte dei bimbi Rom, si è limitata ad inviare una loro TV per filmare il luogo della tragedia.

Noi Rom abbiamo la nostra bandiera, ma non abbiamo una nostra “Madre Terra” che piange per noi.

Infine, faccio alcuni appelli.

Il primo è quello di liberare i genitori dal carcere per poter piangere i loro figli: è un loro diritto, perché scritto nel cuore di ogni essere umano!

Secondo, e mi rivolgo in primo luogo alle Istituzioni (Stato, Regioni, Comuni….) quando volete cercare delle soluzioni ai nostri problemi non ripetete gli sbagli passati, esempio quello dei campi nomadi, che a suo tempo sono stati decisi dagli “esperti Rom-Gagè” (i Gagè sono tutti quelli che non sono Rom).

Noi come Comitato “Rom e Sinti Insieme” abbiamo chiesto al Governo e ad alcuni Ministri di partecipare attivamente come consulenti o referenti ai Tavoli dove si decide il nostro futuro.

La mia esperienza decennale in Italia mi dice che volendo è possibile collaborare insieme tra consulta di stranieri e Istituzioni.

Noi Rom vogliamo e dobbiamo integrarci con il popolo Italiano ed Europeo, solo chiediamo di darci una possibilità, ad esempio per noi Rom di Ex Yugoslavia presenti in Italia da diverse generazioni di avere un Permesso di Soggiorno per motivi Umanitari e di Lavoro per poter vivere e lavorare legalmente.

Etem Dzevat, Presidente Associazione Comunità Europea Rom di Pisa

Membro della Consulta Stranieri Provincia di Pisa

Membro del Comitato Rom e Sinti Insieme.


Pisa, 24 Agosto 2007

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Sucar Drom (del 26/08/2007 @ 09:41:59, in blog, visitato 2869 volte)

Rom e Sinti, le regole applicate in alcuni Paesi UE
I Rom e Sinti sono la popolazione più discriminata d'Europa. Lo rivela il Rapporto annuale della Commissione europea contro il razzismo e le intolleranze presentato al Parlamento Europeo il 23 novem...

Bologna, no ai "campi nomadi"
Dichiarazione di Adriana Scaramuzzino (in foto), vicesindaco e assessore alle Politiche sociali del Comune di Bologna, delegata Anci regionale per le Politiche sociali e Immigrazione, circa i campi nomadi cittadini. "Quattro bambini rom morti bruciati alla periferia di una nostra città hanno prepotentemente riportato il discorso su nomadi,...

don Oreste Benzi: "Serve una legge che riconosca Rom e Sinti come minoranze etniche"
"Gli «zingari» debbono essere riconosciuti come una minoranza etnica da tutelare alla stregua delle altre. Ai problemi che riguardano la loro presenza nelle nostre città non c'è nessuna soluzione possibile che sia diversa da questa", lo afferma don Oreste Benz...

Livorno, la Caritas accusa il Comune e la Chiesa
Quattro bimbi rom innocenti e abbandonati: carbonizzati. Quattro genitori rom colpevoli e sbandati: incarcerati. Gli uni e gli altri isolati come un virus. Dentro una baracca bruciata o rinchiusi in galera, comunque fuori dalla città: lontano dal nostro stile di vita, che può tornare al tran tran da mezz’agosto. N...

Come si trasformano le vittime in colpevoli, basta con la criminalizzazione del popolo Rom e Sinto
Le dichiarazioni sulla stampa di autorevoli rappresentanti dei due schieramenti politici e le iniziative della magistratura, seguite al tragico rogo di Livorno, hanno trasformato i rom per intero, i gen...

Human Rights First: tolleranza zero per contrastare l'odio razziale
Nell'ultimo decennio sono aumentati i crimini legati all'odio: si registra una recrudescenza nei fenomeni di antisemitismo e di violenza contro gay, lesbiche e minoranze etniche (Sinti e Rom). Inoltre, è da sottolineare che per l'Italia mancano dati p...

Santino Spinelli: "noi non siamo nomadi, è sbagliato pensarlo"
«Smantelliamo subito tutti i campi nomadi e facciamo accedere i rom alle liste per le case popolari, come nel resto d'Europa. Diamo dei documenti, facciamo andare i bambini a scuola, educhiamoli. Togliamoli dal limbo. Infine le associazioni: basta con gli interlocutori che servono a loro stessi. Queste persone non hanno alcun interesse che le co...

Gli «zingari», colpevoli anche quando sono vittime e tutto questo anche nella patria del diritto
Gli «zingari», si sa, sono colpevoli anche quando sono vittime. Anche il loro essere vittima è una colpa, la loro tragedia non interroga la società, ma rafforza "l'identità collettiva", quella costruita per differenza: i loro vizi fanno sentire tutti un po' più a posto, per differenza appunto. La tragedia di Livorno ci offre un'immagine limpida quanto drammatica dello stato di degrado culturale a tutti i livelli di questa so...

Benedetto XVI: "sono vicino al popolo rom"
"Sono molto rattristato ed esprimo la mia vicinanza alla Chiesa Ortodossa Rumena e al popolo dei rom". Lo ha detto Benedetto XVI in una telefonata fatta ieri all'amministratore diocesano livornese, mons...

Reggio Calabria, la delocation Rom
Le scorse settimane si è accesa una forte polemica tra il Comune di Reggio Calabria e la locale sezione dell'Ente Morale Opera Nomadi. Pubblichiamo l’intervento di Antonino Giacomo Marino, Presidente dell’Opera Nomadi calabrese. S...

Radio Radicale intervista Dijana Pavlovic
Radio Radicale ha intervistato Dijana Pavlovic sulla condizione dei Rom e dei Sinti nel nostro Paese, partendo dalla situazione milanese sui patti di legalità e solidarietà. L’intervista, condotta dal giornalista An...

Non c'è pace per i Rom
Nel 1725, Federico Guglielmo I di Prussia decretava che gli zingari sopra i 18 anni, uomini e donne, fossero impiccati senza processo. Era solo più conseguente di altri governanti che l’avevano preceduto e che l’avrebbero seguito. I Rom ...

Ravenna, campi nomadi sì o campi nomadi no?
L’assessore comunale all’immigrazione, Ilario Farbegoli, risponde a Lega Ambiente sulla questione dei cosiddetti campi nomadi: “Sono molto stupito del tono usato nella lettera da voi spedita all’indirizzo mio e del sindaco sulla vicenda Cà Pontic...

Reggio Emilia, l'Amministrazione Comunale fa marcia indietro sulle micro aree per i Sinti
E’ prematura l’individuazione di microaree destinate ad ospitare famiglie o piccole comunità di Sinti residenti nel comune di Reggio Emilia. Lo precisa con una nota l'Amministrazione Comunale, dopo i proclami delle scorse settimane. Le notizie giornalistiche, d....

Rom e Sinti, «Via!»: ma dove? «Fuori!», ma da dove?
«Fuori gli zingari dalle città», «fuori gli stranieri dalle nostre terre». Non sono solo slogan scritti sui muri delle città della Padania, o sintetici titoli di giornali che riferiscono delle proteste di cittadini i...

Rom e Sinti, diritti e doveri...
"Uno Stato può essere illegale. Ma non può esserlo un gruppo etnico. Uno Stato che tratta un gruppo etnico come portatore di insicurezza e illegalità commette un’ulteriore violazione della legge ed è imputabile di razzismo..." Da tempo in Italia il discorso istituzional...

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 27/08/2007 @ 09:29:43, in casa, visitato 12145 volte)


di Vincenzo Galiano

CASONI di Vegni, Avi, Casissa, Noci, Canate di Marsiglia. Nomi di antiche frazioni abbandonate, tutte più o meno sperdute tra i monti. Impropriamente qualcuno li chiama paesi, ma sono piccoli agglomerati di case in pietra, in gran parte diroccate. Testimonianza di un passato rurale che potrebbe tornare a vivere se le istituzioni dessero corpo alla proposta lanciata al SecoloXIX da Edin Hrustic, portavoce dei rom slavi dell’ex campo nomadi della Foce e, oggi, inquilini delle case popolari di Comune e Arte. «Perché si chiede Hrustic non dare la possibilità di ripopolare le piccole località disabitate dell’entroterra agli zingari che stentano a integrarsi o accettano con difficoltà la vita nei condomini?». «Io stesso continua Hrustic, dipendente di una ditta che effettua servizio di rimozione delle auto con carroattrezzi prenderei in considerazione l’idea di ristrutturare, anche tramite mutuo, un vecchio rustico abbandonato. I lavori di recupero potrebbero essere eseguiti direttamente dagli stessi zingari con l’aiuto delle amministrazioni pubbliche.

Il vantaggio sarebbe una vita più autonoma e all’aria aperta: quella che, in fondo, manca a molti di noi». Questa potrebbe anche essere la soluzione per dare un tetto alle decine e decine di rom romeni che stazionano a Genova in accampamenti abusivi privi di tutto, a rischio di incidenti ed epidemie. Tanto più che il lavoro nei campi, la manutenzione dei giardini e la pulizia dei boschi erano tra le attività tradizionalmente praticate dai rom sotto l’ex regime di Ceausescu.Ma quanto è praticabile l’idea di affidare agli zingari il compito di rivitalizzare remoti presidi montani? L’ipotesi non piace ai volontari della Comunità di Sant’Egidio, da sempre impegnata in prima linea nell’aiuto ai nomadi divenuti stanziali. «Isolare queste persone non è certo il modo migliore per favorirne l’integrazione e sarebbe un passo indietro rispetto al lavoro di tutti questi anni», osserva Claudio Bagnasco, tra i responsabili dell’assistenza ai rom in seno all’associazione no profit di ispirazione cattolica.

Sulla carta, l’operazione sembrerebbe fattibile. Perché sono diversi i borghi fantasma dell’entroterra e, appunto, perché l’ipotesi non pare sgradita agli stessi rom, slavi e romeni. Ovviamente, non mancano gli ostacoli. Il primo riguarda la difficile accessibilità dei paesi abbandonati. Per esempio Noci, un pugno di case disabitate da decenni nei pressi dell’omonimo invaso che alimenta l’acquedotto comunale e non lontano da Montoggio, è raggiungibile solo attraverso una pessima strada sterrata, preferibilmente a bordo di una jeep. «E pensare che Noci è forse il posto meno isolato», dice Marco Balostro, escursionista appassionato di fotografia, che, insieme a Davide Pambianchi, fotoreporter del Secolo XIX, ha documentato l’abbandono di cinque antichi insediamenti tra la Provincia di Genova e il Basso Piemonte. Luoghi come Avi, vicino a Roccaforte ligure, Rivarossa e Casoni di Vegni, tutti in Valborbera, provincia di Alessandria. E frazioni che gravitano su Genova, quali Casissa, valle di Vobbia, alle spalle di Ronco Scrivia, dove si è conservata intatta un’antica chiesa. O come Lavazzuoli, in Valbrevenna. Canate di Marsiglia, in alta Valbisagno, è un’altra frazione abbandonata che, però, ha il pregio della vicinanza alla città.

«Comunque conclude Balostro in tutte queste località, soprattutto d’inverno, la vita è dura. Non a caso ’60, gli insediamenti più disagiati si sono spopolati nel giro di poco tempo». Infatti, il portavoce dei rom”sfrattati” dall’ex campo di via dei Pescatori pensa a sistemazioni meno avventurose: «Ho notizie dice Hrustic di ruderi abbandonati sopra Sestri, sul monte Gazzo e nelle vicinanze della discarica di Scarpino». Nelle località Cassinelle e Bianchetta effettivamente esistono modeste dimore in disuso. A Panigaro c’è una vecchia fabbrica di mattoni, accanto a una cava. Potrebbe essere adatta a diventare quell'asilo notturno per romeni senza tetto prima ipotizzato e, poi, ufficialmente accantonato dalla giunta Vincenzi? «Non penso proprio sbotta Stefano Bernini, presidente Ds del municipio Medio Ponente Sapete quanto costa la bonifica di una vecchia cava?». Hrustic non si fa illusioni: «I tentativi dei romeni di riutilizzare case o vecchie fabbriche fuori dai centri abitati sono falliti per l’opposizione della gente del posto. Per quanto mi riguarda, sto bene nella casa popolare e posso benissimo rimanerci. I problemi riguardano solo pochissimi rom. E non è vero che siamo morosi: quelli che erano in ritardo coi pagamenti, hanno cominciato a mettersi in regola».

Articolo Permalink Commenti Oppure (7)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Di Fabrizio (del 28/08/2007 @ 08:58:39, in Europa, visitato 2200 volte)

Intervista: il reporter TV Richard Samko - Praga, 20.8.2007, 13:01, (By Alice Tejkalová and Israel Tockman - Common Ground)

"Gli skinheads non sanno cosa dire ad un Rom giornalista"

Richard Samko (29 anni) ha lavorato per la Televisione Ceca (la più grande stazione TV non privata) per almeno 8 anni. Ha cominciato scrivendo piccoli pezzi ed è diventato un rispettato giornalista ed il secondo presentatore rom della televisione. Ci ha parlato della sua infanzia a Náchod, della preparazione agli esami, della sua famiglia e su come la TV ceca tratta i raduni skinheads.

Come sono stati i tuoi primi anni di scuola?

Sono di Náchod, una città a 150 km da Praga, vicino al confine polacco. Per quattro anni ho frequentato una piccola scuola, tutto andava bene. C'erano solo tre studenti Rom - io, mio fratello e un altro bambino. Provengo da una famiglia Rom tradizionale. Mio padre aveva nove fratelli e sorelle e mia madre otto. Ma sono cresciuto in un blocco di appartamenti tra i "gagè" ed avevo un fratello e una sorella. Mio padre non voleva vivere nel centro di Náchod e costruì un altra casa per noi. Ci ho vissuto sino a 15 anni. A scuola non ebbi problemi. A volte i miei compagni mi deridevano per il colore scuro della mia pelle, ma non ci furono seri problemi razziali.

Perché tuo padre ha voluto dividersi dalla sua famiglia?

Voleva per noi un futuro migliore per noi; che ognuno avesse la sua stanza ed il suo letto. Non voleva che passassimo la sua esperienza - per esempio, dormire con i suoi fratelli in uno o due letti. [...] Ma non ci separammo del tutto dalla sua famiglia. Andavamo in visita dai nostri nonni, anche se non vivevamo più con loro.

I tuoi genitori erano andati a scuola, e ti hanno appoggiato nel tuo processo educativo?

Sia mio padre che mia madre sono nati in tipico povero villaggio Rom in Slovacchia e arrivarono poi in Boemia al seguito dei genitori. Mio nonno era solo capace di firmare una lettera e mio padre ha frequentato solo cinque anni di scuola. Tutti i membri della mia famiglia erano illetterati e vennero in Boemia per lavori manuali. Mia madre parlava solo l'ungherese ed un po' di slovacco. Mio padre fece pressione perché io e i miei fratelli andassimo a scuola, ma è stata nostra madre che ci aiutava (o almeno ci provava) con i compiti a casa. Li ammiro veramente. Non erano scolarizzati, ma volevano che noi lo fossimo, anche se non erano in grado di aiutarci. In ogni modo, noi facemmo del nostro meglio per soddisfare le loro aspettative, perché hanno fatto molti sforzi perché noi avessimo un futuro migliore.

Cosa hai fatto dopo le elementari?

Sono andato ad una scuola per cuochi e camerieri a Nové Město nad Metují, una piccola città vicino a Náchod.

Perché hai scelto questa scuola?

Ho preso parte a spettacoli teatrali quand'ero alla scuola dell'obbligo e un insegnante che si era affezionato a me voleva che studiassi arte drammatica. [...] Ma i miei voti non erano tanto buoni, così non avevo possibilità di andare al ginnasio. Ho sceltola scuola per cuochi perché non era lontana da casa e mi è sempre piaciuto cucinare. Alla fine del corso di studi iniziai in un piccolo ristorante con giardino con la mia ragazza, Angelica, che ora è mia moglie.

Dženo e Zdeněk Šámal mi hanno aiutato molto.

Come sei finito a studiare il programma per giornalisti rom sponsorizzato dalla OnG Dženo?

Ci fu una grande possibilità nella mia vita quando raggiunsi i 15 anni. Iniziai ad andare tra i Rom. Era qualcosa come tornare alle mie radici. Per esempio, abbiamo un giorno speciale per i bambini Rom e di solito volevano me o qualcuno dei miei amici per presentare questi eventi. Ero una specie di commediante e la gente lo sapeva ed è per questa ragione che mi contattavano.

Ho passato la prova introduttiva e fui accettato l corso di sei mesi per Rom giornalisti. Iniziai ad ottobre 1998 e terminai a marzo 1999. Ogni settimana si studiava da giovedì a domenica e dopo pochi mesi iniziammo ad andare nelle stazioni radio e TV per fare pratica. Il mio grosso vantaggio fu che Zdeněk Šámal era a capo dello staff delle notizie della TV ceca e mi aiutò in questo progetto.10 di noi furono assunti nella televisione ceca, ma la maggior parte mon durarono.

Perché?

E' difficile da spiegare... è parte del carattere dei Rom. Guarda, ognuno è un individuo, ma abbiamo tutti delle caratteristiche in comune: Vogliamo un risultato immediato. Forse arriva dal passato - "Ho lavorato e mi pagano subito." Aspettare è duro per noi. E' questa la ragione per cui non molti Rom frequentano la scuola. Cinque anni è per noi un periodo lungo. Un giovane pensa: "Se vado con mio nonno a costruire case, in cinque anni faccio mezzo milione di corone."

I Rom con cui iniziai a lavorare in TV non furono abbastanza pazienti. Ho aspettato cinque anni per diventare presentatore ed altri due per ottenere un regolare impiego. Durante questo periodo non avevo molti soldi. [...] ma sentivo che era l'opportunità della vita e che non sarebbe passata un'altra volta.

Forse non sono in grado di spiegarvi l'approccio dei Rom alla vita, ma è qualcosa di profondo in noi, la consapevolezza di una natura transitoria delle cose. E' conensso al nostro destino, all'olocausto. Vivi per l'oggi e non vuoi pensare al domani.

Sei grato a Dženo?

Naturalmente. Ivan Veselý e Jarmila Balážová mi hanno offerto la prima possibilità, mi hanno aiutato agli inizi. E sono in una posizione dove tanti Rom vorrebbero essere. In molti hanno iniziato a lavorare con la TV ceca,  ma non hanno potuto continuare questo percorso. E'dura per chi studia giornalismo. E' molto difficile per chi ha solo due mesi di corso alle spalle di continuare.

A volte i Rom pensano che io non lo sia affatto.

Da quando hai iniziato a lavorare come giornalista, hai sperimentato del pregiudizio nei tuoi confronti?

Ho avuto un'esperienza con gli skinheads andai a Nové Město a visitare Angelica. Una volta mi picchiarono. Ma nessuno mi ha urlato contro per la strada o cose del genere. A lavoro i miei colleghi non mi hanno mai fatto pesare l'essere Rom. Tanta gente mi ha aiutato all'inizio e nessuno è stato contro di me perché ero Rom. Ma quando ho iniziato a vivere a Praga, uscendo da casa sentivo molto forte il pregiudizio. Ora va meglio.

So che le cose non sono soltanto rosee. Anche tra di noi c'è il cattivo, chi ruba eccetera. Ma non so perché la gente generalizza. Per esempio, perché dovrei aver paura di una persona che è seduta accanto a noi al ristorante. Posso lasciare il mio cellulare sul tavolo accanto a lui senza problemi. Ma se invece fosse un gruppo di Rom seduti lì, allora alcuni porrebbero le borse sul lato opposto del tavolo. Perché?

Qualcuno ha espresso pregiudizi verso di te mentre intervistavi la gente per strada?

Se appaio con una telecamera, la gente non vede che sono Rom. Penso, vedano un giornalista della TV ceca. Ho anche storie divertenti. Per esempio una volta trasmettevo da una festa religiosa rom a vatý Kopeček; intervistavo un Rom chiedendogli le differenze tra le celebrazioni Rom e no. Mi rispose: "Quando VOI fate una festa è completamente differente dalle NOSTRE." Non aveva capito che anch'io ero Rom!

A lavoro mi hanno ammonito di non andare tra i razzisti, tra gli skinheads. Ma io amo queste situazioni strane. Così per circa tre anni ho riportato i rallies degli skinheads col mio collega Karel Rožánek. Una volta ero da qualche parte fuori Praga e l'atmosfera era tesa perché loro erano molto muscolari. Ma avresti dovuto vedere le loro facce quando mi sono avvicinato con la telecamera e il microfono ed ho iniziato a porre domande. Sapevano che ero Rom e non sapevano che dire o che fare. Erano semplicemente scioccati.

Vedendo un Rom giornalista?

Esattamente. Erano totalmente confusi. Mi accade anche quando seguo per lavoro le loro dimostrazioni. Non sanno come reagire. Le loro rimangono aperte. Una sola volta ho avuto un incidente con due ubriachi, ma io e il cameraman ci siamo rifugiati in macchina e siamo andati via. Forse è questa la maniera per mostrare realmente come sono.

I genitori devono persuadere i loro figli ad andare a scuola

Ora ti stai preparando agli esami ad una scuola a Praga. Perché?

Ho terminato gli studi per cuoco e cameriere ma non ho fatto gli esami finali. Così ho iniziato un corso a distanza in una scuola evangelica per diritto sociale un paio di anni fa ed ora lo sto terminando. [...] Lì ho incontrato tante persone, specialmente lavoratori sociali ed ho conosciuto i loro problemi.

Nessuno nella TV mi ha spinto agli studi superiori o a fare gli esami, ma è qualcosa di profondo dentro me, qualcosa del tipo: Sei un Rom e lavori nella TV, se ci fosse qualcosa nel futuro che non volesse che tu lavori lì, allora saresti nei problemi.

Ti sei mai sentito discriminato a scuola per essere un Rom?

Non ho mai imparato qualcosa sulla storia e la cultura Rom finché non ho iniziato a frequentare il corso di giornalismo. Ho imparato così che ci sono libri scritti in romanes, ci sono autori Rom, musicisti... Non penso che il problema sia che queste informazioni non siano nei libri di testo. Credo che i genitori dovrebbero insegnarle ai loro bambini. Non è discriminazione. E' più un fraintendimento delle condizioni in cui vivono i Rom. Per esempio, io sono stato davvero fortunato perché i miei insegnanti erano realmente preoccupati per me. Ma alcuni insegnanti semplicemente non si preoccupano se tu sei indietro rispetto agli altri. Siedi in fondo e ti lasciano solo.

Pensi che ci sia un sistema per persuadere tutti i bambini Rom a frequentare regolarmente, visto che una larga porzione di loro non va a scuola?

Mia sorella ha due figlie. Incontrano persone che dicono loro che sono zingare. Io provo a spiegare la situazione e dico "Dovete essere orgogliose di essere Rom! Avete una ricca cultura!" E loro lo capiscono. Le incoraggio a studiare. Dico loro: "Tu sarai una dottoressa e tu un'avvocatessa. E' chiaro?" Hanno già fatto i loro piani. Vedono il mio successo. Mi vedono in TV e così mi ascoltano con attenzione, io ne sono molto contento. Sono sempre orgogliose quando prendono buoni voti e si vergognano quando non succede.

Ma realmente non saprei come migliorare l'intero sistema, perché i miglioramenti devono arrivare dalle famiglie. I genitori devono persuadere i loro bambini ad andare a scuola. I miei genitori sono cresciuti poveri e ci hanno spinti tutti a scuola. Questo è il terreno.

Articolo Permalink Commenti Oppure (0)  Storico >>  Stampa Stampa
 
Pagine: 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31 32 33 34 35 36 37 38 39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59 60 61 62 63 64 65 66 67 68 69 70 71 72 73 74 75 76 77 78 79 80 81 82 83 84 85 86 87 88 89 90 91 92 93 94 95 96 97 98 99 100 101 102 103 104 105 106 107 108 109 110 111 112 113 114 115 116 117 118 119 120 121 122 123 124 125 126 127 128 129 130 131 132 133 134 135 136 137 138 139 140 141 142 143 144 145 146 147 148 149 150 151 152 153 154 155 156 157 158 159 160 161 162 163 164 165 166 167 168 169 170 171 172 173 174 175 176 177 178 179 180 181 182 183 184 185 186 187 188 189 190 191 192 193 194 195 196 197 198 199 200 201 202 203 204 205 206 207 208 209 210 211 212 213 214 215 216 217 218 219 220 221 222 223 224 225 226 227 228 229 230 231 232 233 234 235 236 237 238 239 240 241 242 243 244 245 246 247 248 249 250 251 252 253 254 255 256 257 258 259 260 261 262 263 264 265 266 267 268 269 270 271 272 273 274 275 276 277 278 279 280 281 282 283 284 285 286 287 288 289 290 291 292 293 294 295 296 297 298 299 300 301 302 303 304 305 306 307 308 309 310 311 312 313 314 315 316 317 318 319 320 321 322 323 324 325 326 327 328 329 330 331 332 333 334 335 336 337 338 339 340 341 342 343 344 345 346 347 348 349 350 351 352 353 354 355 356 357 358 359 360 361 362 363 364 365 366 367 368 369 370 371 372 373 374 375 376 377 378 379 380 381 382 383 384 385 386 387 388 389 390 391 392 393 394 395 396 397 398 399 400 401 402 403 404 405 406 407 408 409 410 411 412 413 414 415 416 417 418 419 420 421 422 423 424 425 426 427 428 429 430 431 432 433 434 435 436 437 438 439 440 441 442 443 444 445 446 447 448 449 450 451 452 453 454 455 456 457 458 459 460 461 462 463 464 465 466 467 468 469 470 471 472 473 474 475 476 477 478 479 480 481 482 483 484 485 486 487 488 489 490 491 492 493 494 495 496 497 498 499 500 501 502 503 504 505 506 507 508 509 510 511 512 513 514 515 516 517 518 519 520 521 522 523 524 525 526 527 528 529 530 531 532 533 534 535 536 537 538 539 540 541 542 543 544 545 546 547 548 549 550 551 552 553 554 555 556 557 558 559 560 561 562 563 564 565 566 567 568 569 570 571 572 573 574 575 576 577 578 579 580 581 582 583 584 585 586 587

Titolo
Quest'anno ci saranno le elezioni europee. Ti senti coinvolto:

 Per niente
 Poco
 Normalmente
 Abbastanza
 Molto

 

Titolo
La Newsletter della Mahalla
Indica per favore nome ed email:
Nome:
Email:
Subscribe Unsubscribe

 

********************

WIKI

Le produzioni di Mahalla:

Dicono di noi:

Bollettino dei naviganti:

********************


Disclaimer - agg. 17/8/04
Potete riprodurre liberamente tutto quanto pubblicato, in forma integrale e aggiungendo il link:
www.sivola.net/dblog.
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza nessuna periodicita'. Non puo' pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n. 62 del 7.03.2001. In caso di utilizzo commerciale, contattare l'autore e richiedere l'autorizzazione.
Ulteriori informazioni sono disponibili QUI

La redazione e gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ai post.
Molte foto riportate sono state prese da Internet, quindi valutate di pubblico dominio. Se i soggetti o gli autori avessero qualcosa in contrario alla pubblicazione, non hanno che da segnalarlo, scrivendo a info@sivola.net

Filo diretto
sivola59
per Messenger Yahoo, Hotmail e Skype


Outsourcing
Questo e' un blog sgarruppato e provvisorio, di chi non ha troppo tempo da dedicarci e molte cose da comunicare.
Alcune risorse sono disponibili per i lettori piu' esigenti:

Il gruppo di discussione

Area approfondimenti e documenti da scaricare.

Appuntamenti segnalati da voi (e anche da me)

La Tienda con i vostri annunci

Il baule con i libri Support independent publishing: Buy this e-book on Lulu.


Informazioni e agenzie:

MAHALLA international

Romea.cz

European Roma Information Office

Union Romani'

European Roma Rights Center

Naga Rom

Osservazione


Titolo
blog (2)
Europa (7)
Italia (6)
Kumpanija (2)
media (2)
musica e parole (4)

Le fotografie più cliccate


08/10/2024 @ 07:32:25
script eseguito in 118 ms

 

Immagine
 Parigi, 4 settembre 2010, manifestazione dei 50.000... di Fabrizio



Cerca per parola chiave
 

 
 

Circa 3247 persone collegate


InChat: per non essere solo un numero scrivete /n  e poi il vostro nome/nick

< ottobre 2024 >
L
M
M
G
V
S
D
 
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
18
19
20
21
22
23
24
25
26
27
28
29
30
31
     
             
Titolo
blog (506)
casa (438)
conflitti (226)
Europa (986)
Italia (1410)
Kumpanija (377)
lavoro (204)
media (491)
musica e parole (445)
Regole (348)
scuola (335)
sport (97)

Catalogati per mese:
Maggio 2005
Giugno 2005
Luglio 2005
Agosto 2005
Settembre 2005
Ottobre 2005
Novembre 2005
Dicembre 2005
Gennaio 2006
Febbraio 2006
Marzo 2006
Aprile 2006
Maggio 2006
Giugno 2006
Luglio 2006
Agosto 2006
Settembre 2006
Ottobre 2006
Novembre 2006
Dicembre 2006
Gennaio 2007
Febbraio 2007
Marzo 2007
Aprile 2007
Maggio 2007
Giugno 2007
Luglio 2007
Agosto 2007
Settembre 2007
Ottobre 2007
Novembre 2007
Dicembre 2007
Gennaio 2008
Febbraio 2008
Marzo 2008
Aprile 2008
Maggio 2008
Giugno 2008
Luglio 2008
Agosto 2008
Settembre 2008
Ottobre 2008
Novembre 2008
Dicembre 2008
Gennaio 2009
Febbraio 2009
Marzo 2009
Aprile 2009
Maggio 2009
Giugno 2009
Luglio 2009
Agosto 2009
Settembre 2009
Ottobre 2009
Novembre 2009
Dicembre 2009
Gennaio 2010
Febbraio 2010
Marzo 2010
Aprile 2010
Maggio 2010
Giugno 2010
Luglio 2010
Agosto 2010
Settembre 2010
Ottobre 2010
Novembre 2010
Dicembre 2010
Gennaio 2011
Febbraio 2011
Marzo 2011
Aprile 2011
Maggio 2011
Giugno 2011
Luglio 2011
Agosto 2011
Settembre 2011
Ottobre 2011
Novembre 2011
Dicembre 2011
Gennaio 2012
Febbraio 2012
Marzo 2012
Aprile 2012
Maggio 2012
Giugno 2012
Luglio 2012
Agosto 2012
Settembre 2012
Ottobre 2012
Novembre 2012
Dicembre 2012
Gennaio 2013
Febbraio 2013
Marzo 2013
Aprile 2013
Maggio 2013
Giugno 2013
Luglio 2013
Agosto 2013
Settembre 2013
Ottobre 2013
Novembre 2013
Dicembre 2013
Gennaio 2014
Febbraio 2014
Marzo 2014
Aprile 2014
Maggio 2014
Giugno 2014
Luglio 2014
Agosto 2014
Settembre 2014
Ottobre 2014
Novembre 2014
Dicembre 2014
Gennaio 2015
Febbraio 2015
Marzo 2015
Aprile 2015
Maggio 2015
Giugno 2015
Luglio 2015
Agosto 2015
Settembre 2015
Ottobre 2015
Novembre 2015
Dicembre 2015
Gennaio 2016
Febbraio 2016
Marzo 2016
Aprile 2016
Maggio 2016
Giugno 2016
Luglio 2016
Agosto 2016
Settembre 2016
Ottobre 2016
Novembre 2016
Dicembre 2016
Gennaio 2017
Febbraio 2017
Marzo 2017
Aprile 2017
Maggio 2017
Giugno 2017
Luglio 2017
Agosto 2017
Settembre 2017
Ottobre 2017
Novembre 2017
Dicembre 2017
Gennaio 2018
Febbraio 2018
Marzo 2018
Aprile 2018
Maggio 2018
Giugno 2018
Luglio 2018
Agosto 2018
Settembre 2018
Ottobre 2018
Novembre 2018
Dicembre 2018
Gennaio 2019
Febbraio 2019
Marzo 2019
Aprile 2019
Maggio 2019
Giugno 2019
Luglio 2019
Agosto 2019
Settembre 2019
Ottobre 2019
Novembre 2019
Dicembre 2019
Gennaio 2020
Febbraio 2020
Marzo 2020
Aprile 2020
Maggio 2020
Giugno 2020
Luglio 2020
Agosto 2020
Settembre 2020
Ottobre 2020
Novembre 2020
Dicembre 2020
Gennaio 2021
Febbraio 2021
Marzo 2021
Aprile 2021
Maggio 2021
Giugno 2021
Luglio 2021
Agosto 2021
Settembre 2021
Ottobre 2021
Novembre 2021
Dicembre 2021
Gennaio 2022
Febbraio 2022
Marzo 2022
Aprile 2022
Maggio 2022
Giugno 2022
Luglio 2022
Agosto 2022
Settembre 2022
Ottobre 2022
Novembre 2022
Dicembre 2022
Gennaio 2023
Febbraio 2023
Marzo 2023
Aprile 2023
Maggio 2023
Giugno 2023
Luglio 2023
Agosto 2023
Settembre 2023
Ottobre 2023
Novembre 2023
Dicembre 2023
Gennaio 2024
Febbraio 2024
Marzo 2024
Aprile 2024
Maggio 2024
Giugno 2024
Luglio 2024
Agosto 2024
Settembre 2024
Ottobre 2024

Gli interventi più cliccati

Ultimi commenti:
BuongiornoE-mail: giovannidinatale1954@gmail.comOf...
28/12/2021 @ 11:20:35
Di giovannidinatale
Hi we are all time best when it come to Binary Opt...
27/11/2021 @ 12:21:23
Di Clear Hinton
 

Locations of visitors to this page

Contatore precedente 160.457 visite eliminato il 16/08/08 per i dialer di Specialstat

 Home page © Copyright 2003 - 2024 Tutti i diritti riservati.

powered by dBlog CMS ® Open Source