Rom e Sinti da tutto il mondo

Ma che ci fa quell'orologio?
L'ora si puo' vedere dovunque, persino sul desktop.
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La redazione
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Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
Di Fabrizio (del 07/01/2011 @ 09:47:16, in Europa, visitato 2070 volte)

Da Roma_Daily_News

Roma Holocaust

1931
Inizio dei disordini contro le due "razze straniere non-europee" in Germania (Ebrei e "zingari") da parte dell'Ufficio Informazioni NS (NS-Auskunftei) dell'"SD del Reichsführer-SS" a Monaco.

1933
Richiesta da parte dell'"Ufficio Razza e Insediamento" (Rasse- und Siedlungsamt) delle SS a Berlino per la sterilizzazione degli "zingari e mezzi zingari".

Dal 1934
Ci sono tentativi da parte delle agenzie per escludere Sinti e Rom dalle organizzazioni professionali.

15 settembre 1935
Promulgazione delle "Leggi Razziali di Norimberga" (Nürnberger Rassegesetze). Frick, ministro degli interni del Reich dice il 3 gennaio 1936: "Di regola, le razze indipendenti in Europa includono, a parte gli Ebrei, solo gli zingari". Vengono interdetti i matrimoni misti tra Sinti e non-Sinti.

Novembre 1936
Istituzione dell'"Unità di Ricerca sull'Igiene Razziale" (Rassehygieneinstitut) sotto la guida del dr. Robert Ritter al ministero degli interni del Reich.

Dal 1936
Sinti e Rom sono deportati nei campi di concentramento di Dachau, Buchenwald, Mauthausen e Ravensbrück.

Agosto 1938
Il dr. Adolf Würth, "ricercatore sulla razza" per Himmler, dice "Per noi la questione zingara è primariamente una questione di razza. Proprio come lo stato nazionalsocialista ha risolto la questione ebraica, così dovrò sistemare pure la questione zingara".

1 ottobre 1938
Assorbimento del nazionalsocialista "dipartimento di polizia zingara" a Monaco da parte del Dipartimento di Polizia Criminale del Reich (dal 27 settembre 1939: V Dipartimento dell'Ufficio Principale di Sicurezza del Reich, o RSHA /Reichssicherheits hauptamt/) sotto il comando dell'SS-Oberführer Arthur Nebe, ora superiore anche a Ritter. La deportazione di Ebrei e "zingari" è attuata da Adolf Eichmann nella Sezione IV B4. La Gestapo requisisce le proprietà di Sinti e Rom, rubate loro con la deportazione.

8 dicembre 1938
"Decreto base" di Himmler allo scopo di avviare a soluzione la questione zingara riguardo l'esistenza della razza".  Lo RSHA "accerta" l'affiliazione "zingara" sulla base dei "rapporti sulla razza" di Ritter.

Dal marzo 1939
Nel "Vecchio Reich" vengono emessi ordini per la marcatura speciale di Sinti e Rom e vengono istituite "carte d'identità razziali". Nel "Governatorato Generale vengono forniti passaporti gialli per Ebrei e "zingari" con una "J" o una "Z" nera.

21 settembre 1939
Conferenza dei capi dipartimento dei polizia della sicurezza e dei capi degli Einsatzgruppen, o gruppi di azione speciale, sotto la presidenza di Heydrich, sulla preparazione della deportazione dei "rimanenti 30.000 zingari" dal territorio del Reich verso la Polonia.

13 ottobre 1939
L'SS-Hauptsturmführer Braune informa Eichmann che l'SS-Oberführer Nebe vuole sapere "dove mandare gli zingari di Berlino".

16 ottobre 1939
Lo "SD Danube" informal'SS-Oberführer Nebe che "tre o quattro vagoni per zingari possono essere aggiunti al primo trasporto ebraico" che lascerà Vienna il 20 ottobre 1939. "I trasporti lasciano regolarmente Vienna, Mahr-Ostrau e Katowice".

17 ottobre 1939
"Decreto Confinamento" (Festschreibungserlaß) di Himmler. I 21 "uffici zingari" di Königsberg, Praga, Vienna e Monaco per Amburgo, sotto l'Ufficio Principale Sicurezza del Reich, devono erigere campi assembleari simili a quelli di concentramento in preparazione per il trasporto ai campi di sterminio.

30 gennaio 1940
Heydrich tiene una conferenza con i capi delle SS sulla deportazione di "tutti gli Ebrei nel nuovo Ostgaue e 30.000 zingari dai territori del Reich e dall'Ostmark come l'ultimo movimento di massa nel Governatorato Generale".

27 aprile 1940
Ordini di Himmler per le prime deportazioni di intere famiglie. A maggio i treni della deportazione con 2.800 Sinti e Rom tedeschi nel "Governatorato Generale" partono da Amburgo, Colonia e Hohenasperg vicino a Stoccarda.

1940
Nel campo di concentramento di Lackenbach a sud di Vienna, i corpi di Sinti e Rom assassinati vengono sepolti in fosse comuni nel cimitero ebraico, gli altri verranno deportati attraverso il ghetto di Lodz nel campo di concentramento di Kulmnhof nel 1941.

Dal maggio 1941
Nella Serbia occupata si devono indossare bracciali gialli identificativi con la parola "zingaro". Nei ghetti e nei campi di concentramento della Polonia occupata, Sinti e Rom devono indossare bracciali con la lettera "Z".

7 agosto1941
Un ordine di Himmler dichiara che il "Dipartimento di Polizia Criminale del Reich userà i rapporti di razza per decidere" su ulteriori deportazioni di Rom e Sinti tedeschi nei campi concentramento. L'"Unità di Ricerca sull'Igiene Razziale" produrrà circa 24.000 "rapporti" entro la fine del 1944.

Dall'estate 1941
Sinti e Rom sono sistematicamente colpiti nelle zone orientali dai cosiddetti Einsatzgruppen come pure da unità della Wehrmacht e della Ordnungspolizei. Otto Ohlendorf , capo dell'SS Einsatzgruppe dichiarerà al processo di Norimberga: "Non c'era nessuna differenza tra zingari ed Ebrei, lo stesso ordine si applicava ad entrambi".

10 ottobre 1941
Conferenza sulla "soluzione della questione ebraica" e sugli "zingari da evacuare" nel Protettorato di Boemia e Moravia, tra i capi delle SS Heydrich, Frank, Eichmann e Günther.

Gennaio 1942
5000 Sinti e Roma dal ghetto di Lodz sono assassinati nelle camere a gas del campo di sterminio di Kulmhof. Tutte le famiglie sinte e rom della Prussia orientale, la maggior parte contadini con aziende agricole e bestiami propri, sono deportati nel campo di concentramento di Bialystok e da lì nel 1943 ad Auschwitz.

7 luglio 1942
Il Reichskommissar per l'Ostland sugli "zingari": "Intendo che siano trattati alla stregua degli Ebrei".

29 agosto 1942
Elogio per l'amministrazione militare tedesca in Serbia: là, con l'aiuto delle camere a gas, "le questioni ebrea e zingara sono state risolte".

14 settembre 1942
Thierack, ministro della giustizia del Reich, verbalizza in una discussione con Goebbels: "Riguardo allo sterminio della vita asociale, il dr. Goebbels è dell'opinione che Ebrei e zingari siano semplicemente da sterminare. L'idea dell'annientamento attraverso il lavoro è la migliore". Il 18 settembre 1942 Thierack discute con Himmler, Streckenbach e altri capi SS l'attuazione dei programmi nelle iniziative delle SS, delle fabbriche d'ami tedesche e dei campi di concentramento.

2 dicembre1942
Lettera segreta dal capo della cancelleria del partito, Martin Bormann, dal "quartiere generale del Führer" ad Himmler nell'Ufficio Principale di Sicurezza del Reich, che asserisce che "il Führer non approverebbe" che "zingari" individuali fossero esclusi dalle "attuali misure" di sterminio per "ricerche sui costumi tedeschi".

16 dicembre 1942
"Decreto di Auschwitz" di Himmler per la deportazione di 22.000 Sinti e Rom europei, inclusi gli ultimi 10.000 dai territori del Reich, nella sezione del campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau denominato "campo zingaro".

Maggio 1943
Il dr. Josef Mengele diventa SS dottore del campo di Auschwitz. La sua prima azione è di mandare gassati diverse centinaia di Sinti e Rom. Continua le sue "ricerche sui gemelli", sostenuto dall'Associazione Ricerca Tedesca (Deutsche Forschungsgemeinschaft) e dall'Istituto Kaiser Wilhelm, attraverso l'uccisione di bambini ebrei e sinti. Anche in altri campi di concentramento, Sinti e Rom sono vittime di agghiaccianti esperimenti medici.

16 maggio1944
Il tentativo del comandante del campo di concentramento di mandare i rimanenti 6.000 Sinti e Rom del "campo zingari" nelle camere a gas, fallisce di fronte alla resistenza degli uomini, armati di vanghe, bastoni epietre.

2 agosto 1944
Dissoluzione del "campo zingaro" di Auschwitz-Birkenau. Dei 6.000 Sinti e Rom superstiti a luglio 1944, 3.000 sono deportati in altri campi di concentramento, gli altri 3.000 vengono uccisi nella notte tra il 2 e il 3 agosto.

Maggio 1945
Il numero di Rom e Sinti uccisi nei campi di concentramento e dagli SS Einsatzgruppen alla fine della guerra è stimato in mezzo milione. Dei 40.000 Sinti e Rom tedeschi ed austriaci registrati dai nazisti, oltre 25.000 vennero assassinati.

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Di Fabrizio (del 06/01/2011 @ 09:35:34, in media, visitato 1523 volte)

Suggerimento di Maria Natanson

 Link per chi legge da Facebook

Trovato nella calza ; - ) (che da domani si torna alla dura storia)

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Di Fabrizio (del 05/01/2011 @ 09:23:52, in Italia, visitato 2047 volte)

Sui recenti eventi a Sesto Fiorentino (leggi QUI e QUI) segnalo questa lettera di Franco Marchi

Egregio sindaco Gianassi,

Ho letto con piacere la missiva inviata a don Alessandro Santoro (leggi QUI ndr).
Le avevo scritto un altro messaggio, e penso che ne abbia ricevuti molti e che non possa rispondere a tutti, considero quanto scrive a don Alessandro come una risposta a me e ad altri che le hanno scritto. Ed altri leggeranno la mia missiva a Lei per semplificare le comunicazioni, cosa che so che è cosa alla quale Lei tiene per come vedo che ha organizzato e razionalizzato la stessa.

Come le scrivevo ho letto la sua breve biografia sul sito del comune e non le nascondo che mi piace. E proprio per questo, in questa missiva che leggerà la sua segreteria sarò franco e spero conciso.

Trovo una sorta di affanno nel leggerla. Un affanno che forse nasce dal fatto che dal 1990 i trasferimenti agli enti locali territoriali sono in continuo calo e per un amministratore che desidera amministrare in forma corretta è fonte sia di ansia sia di limiti che a volte possono costringere a delle scelte nel destinare le risorse.

A Quaracchi non può e non deve vivere nessuno, sottoscrivo questa sua affermazione, ma lo sgombero senza alternative porta a conseguenze gravi ed immediate in chi ci abita e che ritiene che essa sia la miglior soluzione possibile. Come Lei sa nella piccola comunità vivono anche bambini, anziani e malati che hanno diritti in quanto persone, riconosciuti da leggi europee ed italiane. Ho letto su un foglio elettronico locale interventi di suoi elettori che descrivono la piccola comunità come "difficile", ma fatta di persone che hanno diritti. Condivido quanto hanno scritto, e Le ricordo che le soluzioni e le risorse non devono essere solo del suo comune, ma, il problema deve essere affrontato con il grande comune sul confine, Firenze, e altri soggetti pubblici e gruppi di volontariato. Si lamenta che Sesto è stato lasciato solo ad affrontare gravi problemi, ma adesso che Quaracchi è esploso come problema, penso che possa avere la forza di risolvere l'emergenza attraverso la sua lunga esperienza e i valori che l'hanno portato in politica. Non diventi un nuovo De Corato toscano, ma segua la tradizione della sua terra che fra le molte cose fu il primo stato, come Granducato, che abolì la pena di morte e che fu con un suo conterraneo, Filippo Mazzei, l'ispiratore della parte più bella della costituzione statunitense, ovvero il diritto alla felicità.

Come scrivevo prima non è la crisi economica che taglia le gambe agli enti locali ma la scelta di ridurre i trasferimenti dal 1990 da parte di tutti i governi che si sono susseguiti. Lei scrive:
"Non si tratta di cinismo, ma di responsabilità. Cinici sono tutti quanti ritengono si debba fare tutto per tutti." e anche "A loro, come a tutti i cittadini di Sesto devo il mio impegno prioritario, senza distinzione né di razza né di etnia."
Mi permetta di contraddirla su due punti. Gli stranieri come gli italiani sono cittadini di Sesto, pagano tasse e gli stranieri comunitari possono votare e venire eletti. La comunità non deve essere divisa fra gli uni e gli altri. Lei oltre che persone amministra un territorio con le sue caratteristiche e i suoi problemi.

Scrive anche: "Purtroppo io non ho soluzioni". Credo che convenga con me che le soluzioni vadano cercate, e a volte con difficoltà, senza accettare una soluzione, quella di adesso, che peggiora e di molto le condizioni di un gruppo di persone. Riunisca intorno ad un tavolo amministratori, con le loro frustrazioni per non poter dare alcune risposte, e associazioni con i loro sogni. È probabile che ci si possa avvicinare alla miglior soluzione possibile, e chi non verrà a quel tavolo convocato da Lei se ne assume le responsabilità. Porti ad un livello collettivo quello che sente come sua responsabilità il dover scegliere fra creare o tagliare.

Concludo dicendo che mi ha fatto sorridere quando ha scritto: "Capisco anche come sia più facile e di maggior colore, e certo di maggior risonanza, attaccare un Sindaco radicato nei valori della sinistra piuttosto che i rappresentanti del Governo, ma io mi assumo, e per intero, soltanto le responsabilità che ho..."
I comportamenti più discriminanti sono fatti da amministratori del centrodestra, una minoranza del centrosinistra, però, non è da meno. A Padova un paio di anni fa alcuni consiglieri del PD, uno comunale ed altri circoscrizionali, organizzarono una raccolta di firme contro i rom, in poche ore smisero dopo l'intervento del sindaco Zanonato. Non abbia timori, non è più facile attaccare un sindaco di sinistra, per me è sicuramente più difficile perché penso ai tanti che si assumono oneri nel rapporto con alcuni cittadini che pochi, anche nel centrodestra fanno.

La prego pertanto a non credere che non vi siano soluzioni.

franco marchi

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Di Fabrizio (del 04/01/2011 @ 09:16:36, in Italia, visitato 1725 volte)

Suggerimento di Vojislav Stojanovic; sbaglio, o di una rappresentanza di Sinti e Rom non ve n'è traccia in questa consulta? Nel caso, fatemi sapere.

l'Adige.it 03/01/2011 11:53

TRENTO - La Consulta provinciale per la promozione dell'integrazione dei gruppi sinti e rom è stata costituita dalla Giunta del Trentino nell'ultima seduta del 2010, su proposta dell'assessore Ugo Rossi, sulla base della legge provinciale del 2009 in materia di "Misure per favorire l'integrazione dei gruppi sinti e rom residenti in provincia di Trento". Rimarrà in carica per la durata dell'attuale legislatura. La Consulta è composta dall'assessore provinciale alla salute e alle politiche sociali, o da un suo delegato, che ha funzioni di presidente. Vi fanno inoltre parte Claudio Civettini e Piergiorgio Reggio, in rappresentanza del Consiglio della Provincia autonoma di Trento, Fabrizio Gerola, in rappresentanza del Comune di Rovereto, Violetta Plotegher, in rappresentanza del Comune di Trento e del Consiglio delle autonomie locali, Attilio Caldera, in rappresentanza del Consiglio delle autonomie locali, e una serie di rappresentanti di cooperative, associazioni e servizi pubblici. La funzione di segretario della Consulta viene affidata al servizio Politiche sociali e abitative della Provincia autonoma di Trento.

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Di Fabrizio (del 03/01/2011 @ 09:54:41, in musica e parole, visitato 2029 volte)

Da Roma_Daily_News

Signori,

Sono Vadim Toropov, ricercatore dalla Russia (città di Ivanovo) sui Rom di Crimea (...).

Voglio offrirvi il mio nuovo libro "Lingua e folklore dei Rom di Crimea".

Il libro si concentra sulla lingua e folklore dei Rom di Crimea - una piccola comunità etnica che ora vive dispersa sulle rive del Mar Nero. Nei secoli passati, i Rom di Crimea hanno sperimentato le deportazioni forzate ed altre disgrazie che li hanno portati quasi all'estinzione. La loro lingua e il loro folklore non sono mai stati studiati, e praticamente sono stati banditi nel nostro paese durante il periodo comunista. Negli anni '80 dovetti condurre le mie ricerche sul campo quasi invisibilmente. Conquistai la piena confidenza di alcune famiglie rom di Crimea e così condivisi alcuni pezzi del loro folklore.

Come risultato, ho compilato una raccolta di oltre 30 testi nella loro lingua, incluso racconti e pezzi di storia orale. Nel libro ogni testo è accompagnato da traduzione in inglese, note e commenti. Sono anche inclusi chiarimenti sulla genesi e sull'attuale parlata dei Rom di Crimea.

In totale nel libro ci sono 340 pagine formato A5 (più otto illustrazioni), rilegate in copertina rigida. E' stato edito nel 2010 dall'Università di Stato di Ivanovo. La pubblicazione è stata sponsorizzata dalla Next Page Foundation - un ramo dell'Open Society Institute di Budapest. Il libro ha ricevuto incoraggianti recensioni dall'importante studioso dei Rom Lev Cherenkov - dell'Istituto sul Patrimonio Naturale e Culturale dell'Accademia Russa delle Scienze.

Potete ordinarne quante copie volete al costo di $40.00 al pezzo. Prezzo che include tasse postali e copre tutte le altre spese. Il pagamento deve essere trasferito sul seguente conto bancario:

No 42307.840.5.1700.3250113
in SAVINGS BANK OF THE RUSSIAN FEDERATION (SEVERNY OFFICE) YAROSLAVL, BRANCH 8639/015, IVANOVO, RUSSIAN FEDERATION.

Il mio indirizzo è:
VADIM GERMANOVICH TOROPOV
28-2, Vtoraya Chaykovskogo Str., 153045, Ivanovo, Russia.
E-mail: vadimtoropov@inbox.ru

Aspetto le vostre lettere e proposte.
Augurandovi Buone Feste e Buon Anno Nuovo!
Che la vostra casa sia piena di prosperità, e voi - di salute e gioia!!!

Vostro Vadim Toropov.

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Di Fabrizio (del 02/01/2011 @ 09:13:50, in Italia, visitato 1802 volte)

COMUNICATO STAMPA Firenze, 1 gennaio 2011

ROM, SESTO FIORENTINO: INCENDIO DOLOSO DISTRUGGE CAPANNONE. EVERYONE E OPERA NOMADI CHIEDONO ALLA PROCURA DI INDAGARE PER TENTATA STRAGE

Opera Nomadi e il Gruppo EveryOne chiedono alla Procura di Firenze di aprire un fascicolo e accertare le dinamiche e le testimonianze relative all'incendio sviluppatosi ieri sera, 31 dicembre 2010, a Sesto Fiorentino, in via del Ponte di Quaracchi n°72, e, nell'eventualità in cui la stessa ravvisi reati, di procedere contro ignoti per i reati di incendio doloso e tentata strage ai danni della locale comunità Rom.

Il capannone oggetto dell'incendio della notte di San Silvestro era utilizzato come rifugio da una comunità Rom romena formata da 100 persone, fra cui bambini, donne e portatori di patologie e disabilità anche gravi, più volte sgomberata dalle autorità locali e già oggetto di episodi di discriminazione. "Le fiamme si sono sviluppate con violenza e rapidità tra le 21 e le 22. Non ci sono state vittime solo grazie al fatto che gli occupanti della struttura erano ancora svegli. Quando le fiamme hanno avvolto il capannone," spiegano Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau, co-presidenti di EveryOne, e Marcello Zuinisi di Opera Nomadi Toscana, "metà degli occupanti si sono dati alla fuga in preda al panico, ritenendo l'origine del rogo come un'aggressione. Polizia locale e vigili del fuoco sono sopraggiunti in breve tempo e questi ultimi hanno domato le fiamme".

Questa mattina la natura dolosa del rogo è stata ipotizzata con forte probabilità, anche grazie alla testimonianza di una donna, già raccolta da Opera Nomadi Firenze e dalle forze dell'ordine locali. La donna avrebbe notato alcuni malintenzionati appiccare fuoco al capannone. Lo scorso anno la stessa comunità subì l'aggressione da parte di un piromane che diede fuoco a una baracca, ma la famiglia vittima dell'episodio non fu creduta, nonostante le contro-indagini del Gruppo EveryOne rivelassero la buona fede e l'attendibilità dei testimoni.

"Si ricorda che la comunità Rom di Sesto Fiorentino è stata oggetto recentemente di uno sgombero, operazione che le autorità comunali hanno definito 'di bonifica', negando la presenza di Rom nelle baracche distrutte," continuano gli attivisti, "mentre le famiglie oggetto del provvedimento si sono trovate in una condizione di precarietà gravissima, esposte al rischio di attacchi da parte di intolleranti e alla durezza del gelo invernale, della fame, del peggioramento delle patologie di cui soffrono molti componenti. Un gruppo di 16 Rom, con bambini febbricitanti e portatori di patologie importanti è stato costretto a peregrinare due notti consecutive per Firenze in cerca di un rifugio, ottenendo tuttavia solo rifiuti, anche da parte di strutture socio-sanitarie pubbliche, tanto che le stesse ONG Opera Nomadi ed EveryOne provvedevano a proprie spese a sistemarli in albergo.

"Dal Comune di Sesto Fiorentino" spiegano ancora EveryOne e Opera Nomadi, "continuano a ribadire di non avere alcun dovere di assistenza nei confronti delle famiglie Rom romene rifugiatesi nel territorio di competenza, affermando che si tratta di cittadini stranieri senza mezzi di sostentamento e dunque senza diritti di permanenza o di assistenza sociale. In realtà le famiglie Rom costrette a lasciare la Romania per condizioni di indigenza e abbandono sono protette sia dalle leggi italiane che da quelle comunitarie, a partire dal diritto all'abitare (sancito dall'articolo 34 dellaCarta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea), del diritto all'istruzione dei minori (articolo 14), del diritto del bambino alla protezione e alle cure necessarie per il suo benessere (articolo 24), del diritto alla salute (articolo 35), che non è esclusiva del cittadino italiano. Le affermazioni rese contro i Rom di Sesto Fiorentino, inoltre," denunciano le due ONG, "violano il divieto di discriminazione etnica e razziale, sancito dall'art. 21 della succitata Carta , dall'articolo 19 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE), nonché la Direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che condannano la mancata adozione di "interventi idonei a ripristinare i livelli minimi delle prestazioni sociali e sanitarie".

"Oltre alla necessità impellente che la comunità Rom venga protetta e non combattuta dalle forze dell'ordine né dai servizi sociali, che sono chiamati istituzionalmente proprio a combattere la povertà e l'esclusione, non a vessare i poveri e gli esclusi, per risolvere, in futuro, questa delicata emergenza umanitaria, abbiamo formulato" concludono Malini, Pegoraro, Picciau e Zuinisi, "un progetto che è sostenuto dalla Croce Rossa e può ottenere nell'immediato un finanziamento europeo per la creazione di una struttura di accoglienza per famiglie senza fissa dimora in stato di emergenza e per la pianificazione di un progetto di integrazione - sempre finanziato con fondi Ue - che prevede la creazione di un'impresa professionale adibita a lavori pubblici e privati, giardinaggio, manutenzione spazi verdi con annesse abitazioni che consentirebbero alla comunità Rom, che è molto unita, di non separarsi, mettendo a frutto le proprie capacità professionali, provvedendo alla cura dei malati e dei portatori di disabilità e alla scolarizzazione dei minori".

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Firenze, 1 gennaio 2010

Alla cortese attenzione de
Prefetto della città di Firenze
Dott. Paolo Padoin
Sindaco del comune di Firenze
Dott. Matteo Renzi

Sindaco del comune di Sesto Fiorentino
Dott. Gianni Gianassi

Assessorato al welfare e politiche per la casa
Giunta Regionale Toscana
Assessore Dott. Salvatore Allocca

Assessorato al diritto alla salute
Giunta Regionale Toscana
Assessore Dott.ssa Daniela Scaramuccia

Oggetto: lettera aperta alle Istituzioni dell'area fiorentina in merito alle minacce di sgombero e ai fatti accaduti all'insediamento Rom di Quaracchi - Sesto Fiorentino

Medici per i Diritti Umani (MEDU) Onlus, associazione di solidarietà internazionale che si pone come obiettivo la tutela dei diritti umani e del diritto alla salute in particolare, è presente a Firenze dove porta avanti il progetto 'Un camper per i diritti', unità mobile di assistenza psico-socio-sanitaria per i senza fissa dimora presenti sul territorio.

Negli ultimi 5 anni MEDU ha prestato la propria assistenza, tra le altre, anche alle comunità Rom preseti sul territorio del comune di Sesto Fiorentino, in particolare negli insediamenti dell'ex-Osmatex in via Lucchese (sgomberato nel gennaio 2010) e di Quaracchi.

E' in merito alla situazione della comunità Rom di Quaracchi, dello sgombero annunciato per il giorno 3 gennaio 2011, della demolizione di una delle baracche del campo già avvenuta in data 29 dicembre 2010 e dell'incendio divampato nella notte del 31 dicembre 2010 distruggendo uno dei 2 capannoni abitati dalla comunità Rom che Vi scriviamo questa lettera per sottolineare quanto segue.

Alla vigilia del capodanno 2011 sono presenti nel campo circa 80 persone divise in nuclei familiari; sono presenti 7 minori (quelli con più di 6 anni di età sono già scolarizzati) e 2 neonati, alcuni dei quali sono seguiti dalle strutture ospedaliere e del territorio per motivi di salute. Sono altresì presenti alcuni pazienti tra i 60 e i 70 anni (circa 10) con patologie croniche che necessitano di terapie farmacologiche continuative.

Fermo restando che le condizioni abitative e igienico-sanitarie in cui la comunità attualmente vive non sono accettabili, MEDU sottolinea che togliere questa comunità alla propria dimora abituale senza provvedere a una sistemazione alternativa rappresenta una grave lesione dei diritti fondamentali degli abitanti e un grave rischio per la salute della comunità stessa. Per quanto precarie, le dimore abituali della comunità rappresentano un minimo riparo alle intemperie dell'inverno e la permanenza della comunità nel campo di Quaracchi è auspicabile proprio a tutela della salute della comunità stessa fin quando non venga identificata una sistemazione alternativa.

MEDU si augura che l'allarme risulti infondato e che la minaccia di sgombero possa rientrare tra le minacce che periodicamente vengono lanciate allo scopo di intimorire la comunità Rom e spingerla a un allontanamento. Le operazioni di sgombero forzato, secondo quanto disposto dal diritto internazionale e dalla normativa nazionale, devono essere preventivamente discusse con la comunità destinataria, devono prevedere soluzioni alternative a breve e lungo termine e devono avvenire con modalità che garantiscano il rispetto dei diritti umani fondamentali quali il diritto alla salute e il diritto alla protezione dei minori. La garanzia di tali diritti non può essere lasciata alla discrezionalità delle Istituzioni che anzi la devono rappresentare e che non può essere in alcun modo subordinata all'interesse privato.

Inoltre, il grave incendio divampato nella notte del 31 dicembre 2010 aggrava in maniera preoccupante la condizione della comunità Rom di Quaracchi, una parte della quale ha visto interamente distrutte le proprie dimore e i propri effetti personali (documentazione sanitaria e farmaci di automedicazione compresi). Tale incendio, a causa del contesto e del frangente temporale in cui è occorso, suscita inevitabilmente forti dubbi e perplessità che potranno essere fugati soltanto con l'avvio di una indagine effettiva al riguardo.

Rilevando con preoccupazione che si stanno purtroppo ripetendo gli effetti seguenti lo sgombero dell'area ex-Osmatex di via Lucchese del gennaio 2010, quando la comunità fu dispersa per strada senza alcuna sistemazione alternativa, MEDU chiede l'apertura di un tavolo di emergenza che veda coinvolti soggetti istituzionali e del privato sociale.

MEDU si appella a Voi per chiedere una proroga delle procedure di sgombero utile alla ricerca di soluzioni alternative immediate, un intervento urgente per soccorrere le famiglie scampate all'incendio del 31 dicembre 2010, un'accurata indagine al fine di stabilire le reali cause dell'incendio del 31 dicembre e una Vostra rinnovata attenzione all'emergenza abitativa della comunità Rom di Quaracchi.

Medici per i Diritti Umani Onlus
La salute è un diritto di tutti. Nessuno escluso.
www.mediciperidirittiumani.org
Uffici:
Via Dei Zeno 10, 00176 Roma
Tel. +390697844892/+393343929765 Fax. +390697844892
Via Bronzino 117, 50142 Firenze
Tel. +39335185336

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Di Fabrizio (del 01/01/2011 @ 09:16:46, in Europa, visitato 3238 volte)

Da Roma_und_Sinti

SPIEGEL ONLINE International La battaglia infinita sul memoriale di Berlino a Rom e Sinti By Stefan Berg

Sabine Sauer / DER SPIEGEL

28/12/2010 - Il monumento ai Sinti e Rom uccisi nell'Olocausto è da anni in nuce a Berlino. Ma i battibecchi hanno accompagnato il progetto per tutto questo tempo. Adesso, con la costruzione in corso, nuove discussioni minacciano di far deragliare il memoriale.

Il 6 dicembre di solito in Europa è un giorno dedicato ai regali. Ma quest'anno a San Nicola, Bernd Neumann, commissario per gli affari culturali e i media alla Cancelleria tedesca, ha ricevuto per posta una brutta sorpresa. Era una lettera da Israele, piena di espressioni indignate, come "vergogna", "credibilità" e "separazione effettiva".

La nota di protesta era spedita a Neumann, 68 anni, in quanto custode dei monumenti e memoriali della nazione. Quando viene costruito un memoriale per le vittime della dittatura nazista, Neumann, membro dei Cristiano Democratici, è il responsabile della costruzione. E' un lavoro che richiede sensibilità, perché affronta il collocamento delle vittime nella storia e lo status odierno delle loro organizzazioni. L'erezione di un nuovo monumento è quasi sempre accompagnata da aspre battaglie ad alto livello emotivo, che a volte durano sino al giorno della cerimonia d'inaugurazione.

L'attuale controversia ruota attorno ad un memoriale per i circa 500.000 Sinti e Rom uccisi dalla Germania nazista durante la II guerra mondiale. Il monumento è in costruzione proprio di fronte al Reichstag, la sede del parlamento a Berlino, ma l'artista israeliano Dani Karavan, 80 anni, ed il committente sono stati in disaccordo per mesi. Inizialmente la controversia riguardava questioni banali come i materiali da costruzione e le spese. Ma ora ha una natura più fondamentale. L'artista è preoccupato per la "santità" del suo lavoro e sta minacciando di tirarsi fuori. Il progetto è in pericolo.

Una piccola piscina d'acqua

E' stata un'impresa complicata sin dall'inizio. Nel 1992, il governo tedesco promise ai Sinti e ai Rom un memoriale tutto loro, perché il memoriale per l'Olocausto nel cuore di Berlino era per commemorare lo sterminio degli Ebrei. Agli altri gruppi di vittime vennero promesso i loro memoriali.

Partner del governo nella costruzione del monumento è il Consiglio Centrale dei Rom e Sinti Tedeschi, ed il presidente del gruppo, Romani Rose, è stato il responsabile della chiamata di Karavan, un artista testardo ma rispettato. Il suo progetto per il memoriale - una piccola piscina d'acqua di 12 m. di diametro con in mezzo una stele sporgente - venne accettato senza nessuna gara. Ma quasi da subito, Sinti, Rom, gli storici e il governo si fecero coinvolgere in un'accesa discussione sulla formulazione dell'iscrizione in onore delle vittime. Così nel 2009, mentre la camera alta legislativa, il Bundesrat, stava commemorando la persecuzione dei Rom e dei Sinti, la polizia venne chiamata perché nelle toilette dello stesso Bundesrat avvenivano scontri trai diversi gruppi di vittime.

Ora, però, la costruzione è finalmente in corso. Il governo federale ha stanziato 2 milioni di euro per il progetto - più che sufficienti, si potrebbe pensare, per il progetto di fontana che è relativamente semplice.

Ragionamento però, che si è dimostrato non corretto. L'influente avvocato Peter Raue, appassionato d'arte, ha assunto il caso Karavan. "Quanta deviazione dalla perfezione deve sopportare l'artista?" si chiede Raue, accusando le autorità berlinesi di essere "burocratiche e sospettose". Non è questo il modo di creare opere d'arte, aggiunge in una lettera alle autorità cittadine.

"Irregolarità inaccettabili"

Non un singolo dettaglio è stato trascurato nella disputa. "Può essere garantito" che l'acciaio usato nella costruzione sia davvero antiruggine? L'acqua nella piscina sembrerà così scura come vuole l'artista? E chi supervisionerà la compagnia incaricata di costruire il monumento?

L'avvocato Raue lamenta che la città si è impegnata nella "segretezza" perché gli incaricati cittadini hanno avuto l'audacia di visitare il cantiere senza Karavan o un suo rappresentante presenti. Ci sono state polemiche sui cordoli di saldatura, terminati prima della consegna di altri segmenti e quindi a rischio di arrugginirsi. Karavan una volta si è lamentato di "irregolarità inaccettabili" ed è stato sul punto di far interrompere la costruzione da un tribunale.

In una serie di lettere tossiche, entrambe le parti si accusano a vicenda per i ritardi. I desideri speciali di Karavan, dicono i funzionari cittadini, hanno ritardato il progetto di due anni - "almeno". Raue, dal canto suo, accusa i burocrati di essere "maleducati e distruttivi" e non esclude il "collasso del progetto", aggiungendo: "L'artista ritirerà il suo nome se il lavoro non seguirà le sue specifiche".

Ormai, i funzionari della Cancelleria sono stanchi di tutta la vicenda. Sospettano anche che ci sia qualcos'altro dietro le "costanti richieste dell'artista di modifiche", vale a dire semplicemente un modo di chiedere un compenso più alto e maggiori oneri alla fine. Era stato concordato con Karavan un rimborso forfettario delle spese di viaggio, e l'israeliano avrebbe dovuto volare 10 volte in Germania per incontri e visite in loco. Ma poi ha sostenuto costi più elevati per i biglietti individuali a Berlino o, in un caso, una visita alla Filarmonica compresa di pasto per i suoi ospiti. "Assolutamente non rimborsabile"l hanno concluso i funzionari.

Aspettando un disgelo

Ma esattamente, come si fa a raggiungere la capitale tedesca spendendo poco? Volando con El Al o con Lufthansa? E all'anziano artista è permesso volare in Business Class? L'avvocato Raue e l'amministrazione di Berlino si sono scambiati dure note scritte, inizialmente su punti di saldatura e rapporti di prova, ed ora sulle offerte aeree più economiche. Il suo cliente non ha mai presentato una nota spese meno che accurata. Dati che tutto sta prendendo così tanto tempo, dice Raue, ora è determinato ad ottenere una tariffa più alta per l'artista israeliano.

Il commissario alla cultura Neumann sta facendo del suo meglio per smorzare i toni, tentando tatticamente di placare tutte le parti. Vuol vedere il lavoro completato, "d'accordo con l'artista, se possibile", sottolinea. Neumann si vede chiamato a fungere da arbitro.

La data prevista per la cerimonia d'inaugurazione, il 28 ottobre, è già passata, e non senza dispute su una nuova data. Ora le parti indicano timidamente il prossimo maggio. Rimane da vedere se ciò accadrà.

Per ora il clima invernale ha portato un'interruzione alla costruzione. Entrambe le parti aspettano un disgelo.

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Di Fabrizio (del 31/12/2010 @ 09:11:39, in Italia, visitato 2377 volte)

ROM: EMERGENZA UMANITARIA A FIRENZE, PRIMI 16 SGOMBERATI ALL'OSPEDALE DI CAREGGI. APPELLO AL PROCURATORE QUATTROCCHI: "SI INDIVIDUINO EVENTUALI RESPONSABILITA'"

16 romeni di etnia Rom, tra cui donne, bambini e malati, sgomberati ieri pomeriggio da via del Ponte di Quaracchi, al confine tra Sesto Fiorentino e Firenze, si stanno recando in questi minuti, con le rappresentanze di alcune associazioni umanitarie locali, all'ospedale fiorentino di Careggi per usufruire di assistenza sanitaria e di un luogo caldo dove passare la notte. "Purtroppo" spiegano i co-presidenti dell'organizzazione umanitaria EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau e il presidente di Opera Nomadi Toscana Marcello Zaunisi, "ogni tentativo di inserimento degli stessi in strutture di emergenza nei comuni di Firenze o Sesto Fiorentino sono naufragati, a causa della totale mancanza di collaborazione e disponibilità ad accoglierli da parte dei due Comuni. Ci siamo mobilitati con la Regione Toscana per richiedere un intervento della Protezione Civile," continuano gli attivisti, "ma anche in questo caso nulla si è mosso, nonostante l'iniziale interessamento del governatore Enrico Rossi e dell'assessore Salvatore Accolla. A questo punto, l'unica alternativa è la struttura sanitaria pubblica. L'ospedale sembra essere infatti l'unico luogo per preservare malati con problemi respiratori e cardiopatici, donne, bambini, anziani e altri soggetti vulnerabili della comunità, e per evitare di farli dormire al freddo senza alcun riparo; lì gli sgomberati possono essere ospitati temporaneamente, assistiti da medici e operatori sanitari, e la loro minima sopravvivenza può essere garantita.

Marco Squicciarini, responsabile nazionale della Croce Rossa Italiana per le attività di accoglienza, assistenza e organizzazione umanitaria alle popolazioni Rom e ai soggetti senza fissa dimora, si sta impegnando in queste ore per rompere il muro di indifferenza e dare una soluzione umana per l'emergenza.

"Ci aspettiamo dalle autorità" continuano Malini, Pegoraro, Picciau e Zuinisi, "una fattiva collaborazione riguardo alla permanenza di tutti i soggetti vulnerabili all'interno dell'ospedale fin tanto che non sarà individuata un'altra idonea sistemazione dal punto di vista igienico-sanitario. Ci appelliamo infine al Procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, affinché individui le eventuali responsabilità relative alla mancata assistenza di tanti soggetti deboli ed emarginati e vengano presi i rispettivi provvedimenti atti a scongiurare il perpetrarsi di eventuali abusi nei loro confronti".

Gruppo EveryOne
+39 393 4010237 :: +39 331 3585406
info@everyonegroup.com :: www.everyonegroup.com


Aggiunge Marcello Zuinisi
Rischio Morte da Assideramento a Firenze per Rom e Senza Niente
Chiediamo attivazione Urgente ed Immediata Protezione Civile a salvaguardia della Vita Umana
Tempestate di mail il comune di firenze e sesto chiedendo attivazione protezione civile per i Rom ed i Senza Niente:
Matteo Renzi - sindaco@comune.fi.it
Gianni Gianassi - segreteria.sindaco@comune.sesto-fiorentino.fi.it


E ancora:

Toscana TV A Sesto protesta rom contro lo sgombero, Gianassi: 'Nessuna ordinanza'
30/12/2010 - A Sesto va in scena la protesta di un gruppo di rom contro lo sgombero della baraccopoli dell'Osmannoro, ma il sindaco Gianassi: 'Nessuna ordinanza'.

"Non ho ordinato nessuno sgombero''. Cosi' il sindaco di Sesto Fiorentino, Gianni Gianassi, mette la parola fine alla protesta andata in scena questa mattina davanti alla Asl di Sesto dove un gruppo di rom ha manifestato contro l'ipotesi di sgombero della baraccopoli dell'Osmannoro, in cui abitano un centinaio di persone. I rom accusano infatti l'amministrazione di avere avviato lo smantellamento delle baracche.E mentre Marcello Zuinisi, di Opera Nomadi Toscana, chiede a comune e regione di trovare una soluzione per la sistemazione dei rom e per finanziare un progetto di inclusione sociale per queste persone, il sindaco Gianassi non fa giri di parole e chiarisce: "Non ho ordinato nessuno sgombero ne' ho il potere di comandare la forza pubblica". Secondo i manifestanti nel campo rom sarebbero state gia' abbattute due delle quaranta baracche presenti nell'accampamento. Peccato pero' che alle telecamere di Toscana Tv sia stato impedito l'accesso al campo, ma le immagini riprese dimostrano chiaramente che la baraccopoli e' ancora abitata. Fa poi stupore che tra gli occupanti del campo si sia creata una spaccatura. Insomma, questa mattina, a protestare davanti all'Asl di Sesto c'era solo una minoranza di rom.


Per terminare:

La Nazione Sedici rom chiederanno ospitalità a Careggi per la notte

Lo rendono noto le organizzazioni EveryOne e Opera Nomadi Toscana. "Ci siamo mobilitati con la Regione Toscana per richiedere un intervento della Protezione Civile", affermano gli attivisti.

Firenze, 30 dicembre 2010 - L'associazione Gruppo EveryOne ha reso noto che 16 romeni di etnia Rom, tra cui donne, bambini e malati, sgomberati ieri pomeriggio da via del Ponte di Quaracchi, al confine tra Sesto Fiorentino e Firenze si recheranno, con le rappresentanze di alcune associazioni umanitarie locali, all'ospedale di Careggi per usufruire di assistenza sanitaria e di un luogo caldo dove passare la notte.

"Purtroppo"- spiegano i co-presidenti dell’organizzazione umanitaria EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau e il presidente di Opera Nomadi Toscana Marcello Zaunisi- "ogni tentativo di inserimento degli stessi in strutture di emergenza nei comuni di Firenze o Sesto Fiorentino sono naufragati, a causa della totale mancanza di collaborazione e disponibilità ad accoglierli da parte dei due Comuni. Ci siamo mobilitati con la Regione Toscana per richiedere un intervento della Protezione Civile," continuano gli attivisti, "ma anche in questo caso nulla si è mosso, nonostante l’iniziale interessamento del governatore Enrico Rossi e dell’assessore Salvatore Accolla. A questo punto, l’unica alternativa è la struttura sanitaria pubblica. L’ospedale sembra essere infatti l’unico luogo per preservare malati con problemi respiratori e cardiopatici, donne, bambini, anziani e altri soggetti vulnerabili della comunità, e per evitare di farli dormire al freddo senza alcun riparo; lì gli sgomberati possono essere ospitati temporaneamente, assistiti da medici e operatori sanitari, e la loro minima sopravvivenza può essere garantita*".

"Ci aspettiamo dalle autorità" continuano Malini, Pegoraro, Picciau e Zuinisi, "una fattiva collaborazione riguardo alla permanenza di tutti i soggetti vulnerabili all’interno dell’ospedale fin tanto che non sarà individuata un’altra idonea sistemazione dal punto di vista igienico-sanitario. Ci appelliamo infine al Procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, affinché individui le eventuali responsabilità relative alla mancata assistenza di tanti soggetti deboli ed emarginati e vengano presi i rispettivi provvedimenti atti a scongiurare il perpetrarsi di eventuali abusi nei loro confronti".

* Purtroppo, nonostante le condizioni sanitarie preoccupanti dei bambini e dei malati rifugiatisi all'ospedale fiorentino, la direzione sanitaria ha deciso di allontanarli, senza neppure sottoporli a visita medica. Gli operatori umanitari hanno invocato il giuramento di Ippocrate prestato da ogni medico e la Costituzione italiana, che obbliga i medici a curare i pazienti in cattive condizioni di salute. Tutto inutile. Così i 16 Rom messi sulla strada dai medici dell'istituto sanitario si sono ritrovati a peregrinare per una città ostile, guidati dal coraggioso presidente di Opera Nomadi Toscana Marcello Zuinisi, mentre i difensori dei diritti umani di EveryOne cercavano disperatamente una soluzione di ricovero per la notte: una lotta contro il tempo (alcuni bimbi sono febbricitanti) che non si è ancora conclusa nel momento della pubblicazione di questo pezzo nel sito di EveryOne.

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Di Fabrizio (del 30/12/2010 @ 09:53:56, in scuola, visitato 2109 volte)

Da Roma_ex_Yugoslavia

Camille L. on the grass Nuova Speranza: Bambini Rom

Al contrario di quanto si pensa comunemente, non tutti stanno pensando di espellere i Rom da dove vivono. Difatti la Slovenia, che per decenni ha tentato di cancellarli dal paese, ora sta facendo l'opposto. Ha adottato una nuova politica, allo scopo di integrare i bambini nelle scuole di Lubiana, come pure di promuovere la loro istruzione grazie ad assistenti rom degli insegnanti. By Camille Lepage

27/12/2010 - La Slovenia è stata rimproverata molte volte da Amnesty e da altre OnG dei diritti umani, a causa della sua riluttanza e controversa attitudine verso i Rom. I Rom, secondo la definizione ufficiale UE comprendono gruppi di persone che "condividono caratteristiche culturali simili ed una storia di segregazione nelle società europee, come i Rom (che vivono soprattutto nell'Europa Centrale e Orientale e nei Balcani), i Sinti, i Travellers, i Kalé ecc." La capitale Lubiana sta mostrando l'esempio di promuovere l'integrazione dei bambini rom, e così facendo mirando a migliorare lo standard di vita della comunità rom. Questo progetto è anche inteso come una palla di neve in differenti regioni o persino paesi.

Premio RegioStar

Per combattere la discriminazione contro i Rom, nel 2008 è partito un programma di inclusione pre-scolastico dei bambini rom. Guidano questo programma la Commissione Europea ed il suo programma economico regionale. Si inserisce nello schema dell'anno europeo 2010 per Combattere la Povertà e l'Esclusione Sociale. RegioStar è organizzato allo scopo di collaborare e condividere buone pratiche per accelerare il ritmo dell'innovazione in tutta la UE. Identifica e promuove lo sviluppo economico di successo e mira ad ispirare le altre regioni o paesi membri. I progetti sono inviati da tutti i 27 stati membri. Questo premio rivela come differenti regioni, di diverso retroterra, storia o posizione, possano diventare parte di una politica di coesione di successo e di un programma di economia regionale.

Ci sono vincitori in 6 categorie: CityStar - uso innovativo delle aree industriali in un contesto urbano, L'integrazione dei migranti o di gruppi marginalizzati in aree urbane, applicazioni ICT per l'e-inclusione, l'applicazione ICT per le PMI, Copertura della banda larga nelle regioni meno sviluppate o in aree rurali, Informazione e Comunicazione. I vincitori del premio RegioStar 2010 provengono da Belgio, Paesi Bassi, Spagna, Lituania, Regno Unito, Francia, Slovenia ecc.

In Slovenia il progetto riguarda l'integrazione dei bambini rom che a scuola sono vittime di discriminazione e segregazione. Intende rafforzare l'efficienza dell'integrazione attraverso l'istruzione e la formazione di assistenti insegnanti rom e di personale per la scuola professionale, così come educare ed incoraggiare i genitori rom ad assumersi le proprie responsabilità.

Così operando, il progetto vuole preparare i bambini rom in età prescolare alla scuola elementare per soddisfare i requisiti dei programmi nazionali di studio e partire da questi risultati.

Assistenti insegnanti rom

Blaž Kovač, responsabile del progetto di integrazione dei Rom per Amnesty International, dichiara: "il sistema d'istruzione sloveno ha avuto un miglioramento tangibile negli ultimi due anni". Il progetto ha due facce e non si occupa solo di bambini ma anche di "formare ed impiegare assistenti rom" e "sta andando nella direzione giusta". Kovač spiega che ci sono 30 insegnanti rom in 30 scuole. L'associazione rom assume dei Rom senza adeguata istruzione ed insegna loro cosa fare. "Questa è la parte della decisione strategica dello stato verso l'integrazione". In realtà ci sono 3 modi per assumere un assistente insegnante rom: 1) possono essere delegati alla scuola dove devono lavorare ed in quel caso offrono supporto. 2) provenire da una facoltà, ma sinora nessun Rom ha ancora completato il ciclo di studi. 3) C'è anche la possibilità di impiegare staff rom finanziandosi, le scuole slovene ricevono fondi dai comuni e non dallo stato ma, come menziona Kovač, le scuole potrebbero essere situate in un "comune che ha un punto di vista negativo verso i Rom, allora [la scuola] non otterrebbe nulla."

Nonostante la buona volontà del governo, non è abbastanza, infatti secondo Kovač,13 dei 22 bambini rom non sono riuscito a passare il 2° grado ed attualmente 8 rom su 15 nel primo grado non stanno frequentando del tutto la scuola. I loro genitori non li incoraggiano ad andare a scuola, dato che sono analfabeti e disoccupati. La situazione non può evolvere senza "la creazione di un sistema educativo che miri a raggiungere tutte le comunità ed includa il lavoro coi genitori" dichiara Kovač. L'adozione di un simile programma è un processo lento, e se fosse messo in atto oggi, ci vorrebbero circa 20 anni per vederne i risultati.

Discriminazione di stato

Nondimeno, come chiarisce la dr. Vera Klopčič, ricercatrice nel campo dei diritti umani, delle minoranze e dei Rom, "è un esempio unico che l'organizzazione rom sia leader del progetto. Nel 2004 venne adottata la Strategia per l'inclusione Rom, che introduceva anche il tema della lingua e della cultura rom, e due anni di istruzione prescolastica obbligatoria." Nonostante tutte le indicazioni in senso contrario, una delle persone contattate ha dichiarato che in Slovenia è stata votata una legge che permette la separazione tra bambini rom e no, con la spiegazione che "se i bambini rom andassero a scuola con i non-rom, gli ultimi non farebbero grandi progressi perché dovrebbero aspettare i bambini rom, cosa che è stata una buona scusa per i genitori".

Sin dalla più tenera età, i pregiudizi giocano la loro parte. Tina Cigler, coordinatrice di progetto (inclusi i progetti per la comunità rom), riferisce la sua esperienza con i bambini rom, quando chiede loro come passano la giornata, questi spesso rispondono "mi siedo all'angolo con i miei amici rom e nessuno si avvicina a noi perché odoriamo, perché siamo sporchi," e lo spiega col fatto che "100 anni di vecchi stereotipi sono ancora vivi, i bambini in realtà non si mischiano".

Risultati tra 20 anni

Con un simile progetto, basato su tempo lunghi, è difficile rendersi conto di quali saranno i risultati. Eppure, la prof. emerita dr. Albina Necak del dipartimento di linguistica generale ed applicata della facoltà artistica dell'università di Lubiana, puntualizza, "L'integrazione dipende dall'istruzione della popolazione locale e dalla loro conoscenza dei Rom e della loro storia, dei loro costumi. Dall'altra parte risiede nella popolazione rom che non ha abbastanza informazioni né su se stessa né sul contesto con la popolazione locale. Dando loro conoscenza di se stessi è una questione molto importante come pure insegnare ai bambini non-rom sulla società e la diversità."

Offrendo istruzione ai bambini rom agli assistenti insegnanti rom ed ai futuri insegnanti, il progetto contribuisce al benessere della società slovena. Infatti, essendo istruiti, i Rom non dovranno fare più affidamento sui fondi sociali, ma "sostenendoli con benefici sociali [che] non fanno nulla di buono né per il paese né per i Rom" spiega Cigler. Un aspetto positivo di questo progetto è anche di mostrare ad altri paesi e regioni che l'integrazione della minoranza rom è economicamente di successo.

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Di Fabrizio (del 29/12/2010 @ 09:30:01, in casa, visitato 2085 volte)

Da British_Roma (cronache precedenti da Dale Farm)

Roma Buzz Aggregator By Grattan Puxon

27/12/2010 - Richard Sheridan, presidente del Gypsy Council, dice di aver intenzione di incontrare il presidente del consiglio di Basildon e un parlamentare locale, purché non intendano ripetere soltanto la richiesta che i residenti di Dale Farm abbandonino il terreno di loro proprietà in vista dello sgombero di massa da lungo pianificato.

Tony Ball, leader del consiglio di Basildon, ha contattato Sheridan  con l'offerta di incontrarlo nell'anno nuovo assieme al parlamentare Tory John Baron della Camera dei Comuni. Ma sinora non è chiaro quale sarà l'agenda.

Baron, che ha servito l'esercito in Irlanda del Nord, e più tardi è diventato un banchiere d'affari, dice che Basildon dovrebbe proseguire con lo sgombero di Dale Farm, allo scopo di restaurare la Cintura Verde di cinque acri dove attualmente risiedono 96 famiglie senza i permessi di edificazione.

In precedenza il parlamentare aveva sponsorizzato senza successo una proposta di legge per aumentare i poteri dei consigli locali nell'agire contro gli sviluppi illegali nella Cintura Verde. Il tutto condito da una clausola che ripristinava l'obbligo di fornire un luogo per le roulotte dei Viaggianti.

Sheridan puntualizza che la stessa casa di Baron si trova su di un terreno che in precedenza faceva parte della Cintura Verde di Billericay, approntata per incontrare l'aumento di richieste immobiliari.

Nel frattempo, gli avvocati di Dale Farm hanno ottenuto di poter presentare un appello alla Corte Suprema per un'udienza che potrebbe annullare una sentenza del tribunale distrettuale di Southend, che escludeva i Viaggianti senza casa dal trovare una sistemazione compatibile con la loro cultura e modo di vita tradizionale.

Le famiglie di Dale Farm hanno rifiutato senza eccezioni di andare nelle case e appartamenti offerti dal consiglio distrettuale di Basildon, perché vogliono vivere nelle loro roulotte e case mobili per preservare l'unità della comunità.

I consiglieri sia laburisti che liberali hanno recentemente denunciato l'amministrazione Tory di Basildon per avere scelto una non necessaria linea dura contro qualche centinaio di famiglie rom e viaggianti senza casa nel distretto. Un consigliere ha paragonato l'attuale politica alla pulizia etnica nazista.

Cresce anche l'opposizione alle spese collegate alla cacciata dei Viaggianti dalla loro terra a Dale Farm e nella vicina Hovefields. Le spese legali ed amministrative, assieme all'impiego degli ufficiali giudiziari di Costant & Co, ha probabilmente superato i 2 milioni di sterline.

Il consiglio ha ancora fondi per circa 3 milioni di sterline. Ma la polizia dell'Essex ha richiesto 10 milioni dal Ministero degli Interni per coprire le spese di uno sgombero che potrebbe continuare per tre settimane ed alla fine rivelarsi un insuccesso.

I residenti di Dale Farm, che hanno impiegato km. di filo spinato, vecchi pneumatici e ponti levatoi, stanno preparando una dura resistenza alla demolizione delle loro case. Centinaia di sostenitori si sono impegnati ad unirsi a loro. Inoltre una squadra di osservatori legali della clinica per i diritti umani dell'università dell'Essex contano di essere presenti.

"Se ci manderanno fuori saremo obbligati a spostarci su altri terreni nel distretto," dice Sheridan. "Da qualche parte dobbiamo vivere. Negli anni questo potrà significare un costo di grande miseria per noi e infiniti milioni al consiglio."

A meno che l'incontro proposto alla Camera dei Comuni produca un risultato positivo, Tony Ball può dare il via libera al più grande sgombero zingaro mai avvenuto in GB. Ma sa di non poterlo fare senza l'assistenza diretta del governo.

La segretaria agli interni Theresa May ha considerato per alcuni mesi la richiesta della polizia dell'Essex. Come altri ministri, è consapevole dell'opposizione ONU alla distruzione di Dale Farm e deve anche fare i conti con una riduzione del 30% del budget del suo dicastero, a causa dei tagli imposti dalla coalizione di governo.

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