Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 25/06/2011 @ 09:05:38, in Europa, visitato 2127 volte)
Osservatorio Balcani e Caucaso Bernardo Venturi 21 giugno 2011
Sono una parte importante della popolazione moldava, e guardano più alla
Russia che all'Europa occidentale. È la comunità rom. Andiamo alla sua scoperta
in compagnia di Ion Duminica, ricercatore, a volte "gagè", a volte "zingaro"
Ritratto, Moldavia - Silvia Biasutti
"Sono cresciuto subendo una doppia discriminazione: per i rom ero un gagè, un
non-zingaro, mentre i compagni di scuola mi apostrofavano come "zigano". Ion
Duminica è oggi uno dei più grandi esperti della storia e cultura rom in
Moldavia. Da quando lavora per l'Accademia delle Scienze della Moldavia ha
girato per villaggi, ascoltando tantissime storie e racconti tramandati
oralmente, le uniche fonti per ricostruire storia e tradizioni rom.
La sua doppia origine – "sono rom al 50%" – gli ha permesso ricerche
storico-culturali muovendosi da angolature diverse, ma gli ha anche creato non
pochi problemi. Per Ion non è stato facile guadagnarsi la fiducia degli abitanti
di tanti villaggi e non essere considerato come "altro".
All'Accademia delle Scienze oggi lavora presso il Centro del Patrimonio
Culturale dell'Istituto di Etimologia, impegnato dal 2004 a comprendere la
cultura e la storia rom in Moldavia, un lavoro mai fatto prima in modo organico:
l'unico testo ad ampio respiro sull'argomento risale al 1837. "Ricercando sulla
cultura e la storia rom in Moldavia facilitiamo la loro integrazione sociale e
politica nella società democratica", racconta ancora Ion.
Fotogallery:
Viaggio a Chisinau, Moldavia - Silvia Biasutti
I rom in Moldavia
Le prime tracce di presenza rom in Moldavia risalgono all'inizio del 1400. La
loro storia è caratterizzata dalla sopravvivenza di alcuni modelli etnici,
linguistici e culturali, perdurati per secoli. Un popolo che ha fatto della
diversità una delle sue caratteristiche e che viene qui chiamata "rom" solo per
convenzione.
In un censimento del 2004, i cittadini dichiaratisi rom erano oltre 12 mila,
equivalenti allo 0,36% della popolazione moldava. Stime di questo tipo,
comunque, sono del tutto parziali ed è difficile avere un'idea più precisa: chi
ha lavorato al censimento del 2004 non era di etnia rom e ciò ha portato molti
rom a non dichiararsi tali. "Un dato realistico potrebbe essere trai 200 e i 250
mila" sostiene Ion Duminica.
In Moldavia, Ion ha individuato 11 gruppi rom, differenziandoli a seconda delle
professioni, della tipologia abitativa, dell'organizzazione familiare e sociale.
Vi sono per esempio i "linguarari", artigiani che producono cucchiai nella
regione di Calaraşi, o i "lautari", violinisti, a Chişinău. "La loro posizione,
le relazioni sociali e le specifiche occupazioni tradizionali di queste comunità
sono rimaste quasi sconosciute alla comunità scientifica fino a qualche anno
fa", sostiene Ion non senza un pizzico di orgoglio.
Al momento Ion si sta dedicando con particolare attenzione allo studio delle
professioni e a come sono mutate nel tempo.
Ion Duminica
Uno dei lavori in espansione tra i rom in Moldavia è ad esempio comprare vecchie
auto e pullman dalla Germania e dalla Russia, risistemarle e rivenderle, anche
se la povera economia moldava non offre grande spazio a queste iniziative
commerciali.
"Che ne pensano i rom della Moldavia? È percepita come un Paese molto povero,
l'Europa occidentale è vista come più ricca, ma avida e ostile". Molti rom della
Moldavia negli ultimi anni si stanno spostando in Russia. Vi sono infatti legami
storici che risalgono al periodo sovietico della Moldavia, che li legano a
Russia, Ucraina e Bielorussia. Molto più radi sono invece i rapporti con i rom
della Romania.
Spesso i rom amano abitare nelle fratture sociali, negli spazi tra confini,
nelle terre di mezzo. La Moldavia, in un certo senso, ha rappresentato anche
questo, una terra di mezzo, zona di confine tra la Romania e il mondo sovietico.
"I rom moldavi comprendono sia i rom della Romania che quelli dell'area ex
sovietica" spiega Ion "ma invece tra le comunità ex-sovietiche e i rom romeni
non c'è nessuna lingua in comune".
La collina dei rom
Soroca è famosa anche fuori dai confini moldavi per la forte e stravagante
presenza rom. Con oltre 5 mila rom su una popolazione totale di 20 mila
abitanti, questo antico avamposto austroungarico ha incuriosito tanti
giornalisti e fotografi più per la "collina dei rom" che per la sua fortezza.
Situata nel nord della Moldavia e sul confine con l'Ucraina, Soroca è in
posizione ideale per commerciare e tessere rapporti verso est. I giornalisti che
hanno cercato di descrivere Soroca sono stati sfidati dallo sfarzo e dalla
ricchezza delle abitazioni, in netto contrasto con il resto della città, ma,
soprattutto, in controtendenza per molti versi rispetto agli stereotipi classici
nei confronti del mondo rom.
"Passando di notte la collina appare buia? Sì, molti vivono all'estero e
costruiscono la loro casa un po' alla volta, tantissime case sono ancora in
costruzione. Inoltre non pochi vivono in roulotte accanto alle case sontuose che
tengono per status sociale e per gli ospiti", chiosa Ion Duminica. Di certo, il
kitsch architettonico rende la collina unica e, a modo suo, affascinante.
Un partito etnico
In Moldavia le minoranze etniche ricevono sulla carta molte tutele, a partire
dalla stessa Costituzione. In più, negli ultimi anni, sono stati istituiti
alcuni strumenti specifici, quali l'Ufficio per le relazioni interetniche, la
Commissione parlamentare per le minoranze nazionali e i diritti umani e il
Centro di etnologia all'Accademia delle scienze della Moldavia, dove lavora Ion.
Il governo dal 2006 ha anche definito un piano d'azione pluriennale per la
tutela e promozione dei rom.
Nella vita di tutti i giorni la Moldavia non appare divisa da profonde fratture
etniche ma non è certo così dal punto di vista istituzionale. I rom in Moldavia
non sono mai entrati in Parlamento e, a parte l'esperienza di un sindaco rom,
non hanno mai partecipato attivamente alla vita politica. Dall'inizio degli anni
Novanta alcuni sono stati inclusi nelle liste elettorali, ma come gesto di
facciata e senza successo. Ha suscitato quindi interesse la nascita nel marzo
2010 del "Movimento Socio-Politico dei Rom nella Repubblica di Moldova" (Msrp),
di cui Ion Duminica è vicepresidente. Il partito voleva essere un modo per
favorire la partecipazione diretta dei rom alla vita politica del Paese. Il Msrp,
però, l'unico partito su base etnica della Moldavia, alle elezioni parlamentari
del 28 novembre 2010 ha riscontrato scarso successo ottenendo soltanto lo 0,14%
dei voti e il progetto sembra essersi sciolto come neve al sole.
Sono comunque molte le sfide del presente per i rom in Moldavia per arrivare ad
una reale integrazione e il rispetto dei diritti umani e civili. Il 20% circa
della popolazione rom, per esempio, è analfabeta e soltanto il 4% è laureata. Il
governo moldavo negli ultimi anni ha fatto molto, ma la strada è ancora lunga.
Di certo, un aspetto su cui consolarsi c'è: tanti Paesi dell'Unione europea
hanno legislazioni e strumenti che, per quanto riguarda i rom, sono molto più
arretrati e discriminatori.
Modena2000
Proseguono gli eventi nell'ambito del progetto "Vite di Quartiere – Sguardi
inconsueti sulla periferia di Modena". Sabato 25 Giugno presso Parco della
Repubblica - via Salvo d'Acquisto – Artegenti e Amici di via Django presentano
"Vento in scatole" di Roberta De Piccoli, Daniela Bazzani, Annabella Ferrin,
Riccardo Giacobazzi – da un'interazione con la Comunità Sinti (microarea di via
Django) di Modena.
In caso di mal tempo la manifestazione si svolgerà presso la Polisportiva G.
Pini, via Pio la Torre, 61 – Modena
ore 18,30 – Conferenza dibattito: La documentazione artistica come strumento di
conoscenza, consapevolezza e integrazione.
Un esempio: la comunità sinti come soggetto d'indagine nel contesto cittadino.
Allarghiamo i confini e facciamo il punto sulle esperienze e i risultati
raggiunti in realtà geografiche vicine (Modena, Bologna, Reggio Emilia,
Mantova). Francesca Maletti, Assessore alle politiche sociali del Comune di
Modena; Loris Bertacchini, Presidente della Circoscrizione 3 del Comune di
Modena; Mario Rebeschini, Come ho attraversato la Spagna con i ragazzi sinti e
rom di Bologna (testimonianza e letture); Stefano Cattini, M.E.Z. Sinti italiani
e conversione all'evangelismo pentecostale: un rafforzamento dell'identità?
Carlo Berini, Progettare è istituzionalizzare: Sucar Drom e l'Istituto di
Cultura Sinta di Mantova; Roberta De Piccoli, Abito a Modena o Vivo a Modena? Le
curiosità, le timidezze d'approccio e gli approfondimenti di quattro artisti non
professionisti che hanno deciso di interagire con gli abitanti di una microarea
sinti della città; Simonetta Malinverno, Conosciamoci meglio! Il desiderio di
incontro è più forte della paura, Associazione "Amici di via Django"
ore 21,00 Proiezione: Laciodrom, reportage fotografico di Mario Rebeschini sui
sinti e i rom di Bologna (15 min)
Vento in scatole, testimonianza video prodotta da Roberta De Piccoli, Annabella
Ferrin, Daniela Bazzani, Riccardo Giacobazzi e dalla comunità Sinti di Modena
(40 min)
Amèn, film di Stefano Cattini sulla conversione evangelica della comunità sinti
di Reggio Emilia (20 min)
Mostra fotografica: Due occhi fanno uno sguardo.
Il campo di via Django visto attraverso gli occhi di Daniela Bazzani e di
Lorenza Malinverno.
Il percorso fotografico intende svilupparsi lungo le linee di due obiettivi che
convergono verso uno stesso orizzonte, quello della fotografa che osserva come
ospite gli abitanti e la loro vita nella microarea e quello di una giovane
ragazza sinti che lo vive quotidianamente dall'interno.
Il progetto "VITE DI QUARTIERE" è promosso dall'associazione no profit ARTEGENTI
con il sostegno del Comune di Modena, della Circoscrizione n.3 e della
Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
Per informazioni visitare www.artegenti.it o telefonare al 348 0782972.
Di Fabrizio (del 24/06/2011 @ 09:06:20, in scuola, visitato 1534 volte)
InformarePerResistere
Hanno finito la scuola nonostante tutto, sono stati promossi nonostante
tutto...
Sono le storie di George, Ionut, Valeriu, Riccardo, Daniela, Maria, Florina,
bambini rom che vivono in situazioni impossibili, tra sgomberi e viaggi
lunghissimi per arrivare a scuola, a volte viaggi di un'ora e mezza.
Eppure hanno continuato e per loro l'imparare è diventato il traguardo che
rappresenta una garanzia per il loro futuro; tra pochi giorni potranno ricevere
le "pagelle", potranno finalmente dire "mi hanno promosso" e questa promozione
ha un valore così diverso dal nostro, non è solo l'ammissione ad una classe
superiore è il sentirsi capace, sentirsi riconosciuto e finalmente apprezzato.
Maria e Florina hanno frequentato la terza media e ora stanno facendo gli esami:
raccontano ogni giorno quale prova hanno fatto e sono felici di poter dimostrare
tutta la loro voglia di imparare.
Ogni giorno per loro è stata un'impresa continuare a frequentare, spostandosi da
varie parti della città, spesso sono andate a scuola anche nelle mattine in cui
la famiglia veniva sgomberata, senza sapere dove poi l'avrebbero ritrovata e
hanno dimostrato che nulla può fermare la crescita e l'apprendimento di chi vede
nella scuola l'unico ambiente in cui sentirsi parte di un gruppo.
Hanno imparato nomi e concetti nella lingua italiana, leggono e scrivono in
lingua italiana, conoscono poesie e poeti italiani, ma pochi italiani hanno
riservato loro sguardi benevoli.
Ora stanno cambiando gli occhi di chi li guarda e anche i loro occhi sono più
fiduciosi e sereni; con l'aiuto dei volontari della Comunità di Sant'Egidio e
della scuola" sanno leggere, scrivere, studiare….. cose apparentemente semplici
che per questi ragazzi e questi bambini diventano una ricchezza con la quale
potranno viaggiare verso una vera società interculturale.
E' possibile aiutarci al seguente indirizzo:
COMUNITA' DI SANT'EGIDIO
MILANO ONLUS
Unicredit Banca, via Carducci Milano
IBAN: IT73J0200801739000100909828
causale Rom Rubattino
Assunta Vincenti
Mamma di Rubattino
Di Fabrizio (del 23/06/2011 @ 09:53:51, in Italia, visitato 1499 volte)
Postato venerdì 17 giugno 2011
Alla fine il campo rom di Quaracchi è stato sgomberato. Anzi, chiuso
definitivamente, come dice il comunicato ufficiale della Regione, che parla di
persone "avviate al rientro" e di "percorsi di accoglienza". E anche i
principali giornali locali riportano la notizia con uguale serenità di toni,
come raccontassero la felice conclusione di una vicenda problematica.
Per quanto ci risulta, non è andata esattamente così. Oltre cento persone,
tra cui anziani, malati, bambini anche piccolissimi sono stati lasciati a se
stessi per quasi due anni, anzi, in questo tempo hanno subito sgomberi,
controlli, multe, sequestro del denaro per "questua molesta", e persino un
incendio. Proprio e soltanto quest'ultimo episodio ha riacceso su di loro non
diremo dei riflettori, ma almeno una timida lucina: solo allora qualcuno si è
accorto di queste persone che vivevano nel fango tra rovine piene di amianto.
Ed è proprio l'amianto che ha determinato questa "soluzione finale". Lì non
ci potevano più stare, così, dopo 6 mesi, dal famoso "tavolo" costituito dalla
Regione è uscito quello che per il Corriere fiorentino è addirittura un
"percorso di reinserimento": tutti a casa in Romania.
Nei giorni scorsi abbiamo parlato con Marzio Mori, responsabile della Caritas
fiorentina, che ha gestito lo sgombero. Mori ci ha spiegato tutti i dettagli e
le difficoltà della situazione: i comuni di Firenze e Sesto piuttosto sordi alle
richieste della Regione, e una indiscutibile carenza di risorse e di posti nelle
strutture di accoglienza, han fatto sì che, secondo Mori, il rientro assistito
fosse l'unica opzione possibile. La Caritas ha così accettato di gestire la
mediazione con le famiglie del campo, mettendo in campo allo scopo mediatori
romeni ed esponenti della Caritas di Bucarest. Curiosamente, fino a 10 giorni fa
la Caritas in quel campo non ci era mai andata, né conosceva le persone, né
aveva idea di quante e quali fossero. Tuttavia, è stata incaricata di spiegare
alle famiglie la proposta della Regione: una quota ora per rientrare in Romania,
e qualcos'altro a rate, per esser certi che non tornino subito indietro.
In effetti, mille o duemila euro a testa non sono così risolutivi per chi ha
lasciato il proprio paese per mancanza di lavoro, casa, futuro. La Romania, ci
ha spiegato Mori, è in una situazione pesante, che nei villaggi rom diventa
pesantissima: baracche autocostruite, povertà, arretratezza. Il costo della vita
è vicino a quello italiano, ma gli stipendi sono un quarto. Inoltre, fino a non
molto tempo fa il governo romeno era decisamente ostile ai rom, c'è stato un
lieve miglioramento soltanto dopo l'ingresso in Europa.
Quali prospettive si aprono dunque per queste persone, "grazie" alla Regione
e alla Caritas? Ce lo chiediamo con una certa angoscia, e con molta amarezza.
L'amarezza di chi pensa che potevamo fare di più, che ci voleva più impegno,
inventiva politica e coerenza per appuntarsi sul petto le medaglie
dell'accoglienza, dei diritti umani, della solidarietà.
Ma tant'è: rispedire a casa, con le buone o con le cattive, è la ricetta del
momento, una ricetta pratica e veloce. L'accoglienza, però, è davvero un'altra
cosa.
Link
Poesia - Narrativa - Teatro - Fotografia Disegno - Pittura - Scultura -
Musica Saggistica - Video - Documentario - Film. OPERE EDITE ED INEDITE - PREMI
SPECIALI PER BAMBINI E SCUOLE
PREMIO SPECIALE DEDICATO ALL'ARTISTA ROM CANA KASUM
Regolamento
1 ) Il Concorso è aperto a tutti senza alcun tipo di discriminazione. Le
lingue ammesse al concorso sono: Romanì (zingara), Italiano, Inglese, Francese,
Spagnolo.
2) Le opere devono essere inviate in un plico unico, raccomandato, nel modo
indicato nelle diverse sezioni entro e non oltre il 31/08/2011
all'organizzatore del concorso: Santino Spinelli Presidente Ass. Thèm Romanò
Via S. Maria Maggiore n.12, 66034 LANCIANO (CH) ITALIA.
Oppure tramite mail: spithrom@webzone.it
3) I membri della Giuria, composta da una Commissione Internazionale saranno
resi noti il giorno della Cerimonia di Premiazione che avverrà l 29/10/2011.
Il giudizio della Giuria è inappellabile.
5) Il verbale della Giuria e i nomi dei vincitori e dei premiati saranno resi
noti tramite la pubblicazione sul sito ufficuiale del concorso consultabile
all'indirizzo
WWW.concorsoamicorom.it).
5) La partecipazione al concorso delle opere inedite implica la cessione
gratuita dei diritti all'organizzazione per la pubblicazione su Antologia, la
quale sarà tradotta in diverse lingue.
6) Tutte le scuole di qualsiasi ordine e grado, sia pubbliche che private con i
loro alunni possono partecipare. Sulle opere dovranno essere chiaramente scritti
i nomi degli alunni, la classe e la scuola, la città e il nome dell'insegnante/i
che ha/ hanno sostenuto l'iniziativa.
7) Ogni autore può partecipare a più sezioni e a più categorie o alla stessa
categoria con più opere pagando le relative quote di partecipazione.
8) Saranno escluse (senza rimborso) tutte le opere non concernenti il tema
indicato.
9) I premi devono essere ritirati personalmente o da persone delegate, pena la
decadenza dello stesso.
10) Il concorso prevede le seguenti sezioni con le relative categorie:
Sezione Opere Inedite
Sono ammesse opere inedite che dovranno pervenire in n. 6 copie dattiloscritte
(cat. a-b-c) o n.1 copia (cat. d-e-f). Delle categorie a-b-c- solo una copia
deve recare il nome, cognome, indirizzo, nazionalità, telefono, curriculum
vitae, foto e firma del partecipante.
Cat. a) Poesia in lingua romani (zingara) standard o in uno dei dialetti.
Tema: libero. Fino a n. 3 poesie (max 50 versi). Ogni poesia deve essere munita
di traduzione in italiano o in una delle lingue internazionali (inglese,
francese, spagnolo) specificando di quale dialetto si tratta.
Cat. b) Poesia in lingua italiana, inglese, francese, spagnola. Tema: il
mondo romanò (un aspetto qualsiasi o un evento storico o un personaggio celebre
o meno o un'esperienza etc.). Fino a n. 3 poesie (max 50 versi).
Cat. c) Racconto breve in lingua romani (zingara), inglese, francese,
spagnola, o italiana che non superi due cartelle dattiloscritte (ogni cartella
equivale a 1800 battute: 30 righe da 60 battute). Tema: il mondo romanò (vedi
cat.b). Le opere in lingua zingara devono recare la traduzione in italiano o in
una delle lingue internazionali (inglese, francese, spagnolo).
Cat. d) Opera teatrale inedita (una sola copia) concernente il mondo
romanò (vedi cat.b) senza limitazioni. L'opera vincitrice potrà essere messa in
scena durante la XVI edizione della manifestazione "Prin©karanÞ - Conosciamoci.
Incontro con la cultura romanì" che includerà anche la cerimonia di premiazione
del Concorso "Amico Rom".
Cat. e) Racconto o romanzo inedito concernente il mondo romanò (vedi
cat.b) senza limitazioni.
Cat. f) Tesi di laurea o Monografia riguardante il mondo romanò (storia,
lingua, costumi, tradizioni, musica, etc.).
Sezione Arte Figurativa
Sono ammesse al concorso fotografie, pitture, disegni, sculture di qualsiasi
genere e in qualsiasi stile o tecnica purchè rechino un titolo e fissino un
momento di vita rom (o un personaggio romanò celebre o meno o un'attività
tipicamente romanì).
Le opere migliori illustreranno la VI Antologia del concorso e saranno inserite
in una grande mostra artistica internazionale. Allegare nome, cognome,
indirizzo, nazionalità, curriculum vitae, firma e foto del partecipante. Gli
autori dovranno far arrivare le opere in buone condizioni.
Cat. g) Disegno (max 3 opere) inedito con titolo eseguito singolarmente o
collettivamente con dimensione massima cm 100x70. Inviare una sola copia per
ogni disegno.
Cat. h) Fotografia (max 5 opere) inedita, con titolo, in bianco e nero o
a colori. Inviare le foto con le seguenti dimensioni: 1 ) cm 20x30 o 2) cm
30x45.
Cat. i) Le pitture o sculture (con titolo) potranno pervenire anche solo
a mezzo fotografico con una breve relazione riguardante: il titolo, la tecnica
impiegata, lo stile, il materiale usato, le dimensioni. etc.
Sezione Opera Edita
Opere pubblicate dal 1986 in poi in una delle lingue del concorso riguardante il
mondo romanò: espressioni artistiche, studi, ricerche. etc. Deve pervenire una
copia contenente il nome, cognome, indirizzo, nazionalità, telefono, foto, data
di pubblicazione, firma del partecipante e curriculum vitae.
Cat. l) Raccolta di poesia in lingua zingara (o in un'altra lingua purché
contenga almeno due poesie ispirate al mondo romanò) .
Cat. m) Racconto (in una raccolta anche solo un racconto dedicato al
mondo romanò) o romanzo (anche solo un capitolo riguardante il mondo romanò).
Cat. n) Teatro (anche solo un atto o una scena dedicato o ispirato al
mondo romanò)
Cat. o) Tesi di laurea o Monografia riguardante il mondo romanò (storia,
lingua, costumi, tradizioni, musica, etc.)
Cat. p) Musica romanì o musica ispirata al mondo romanò (Compact Disc,
musicassette, dischi, partiture musicali). Ai vincitori di questa categoria sarà
anche offerta la possibilità di un concerto da tenersi alla fine della Cerimonia
di Premiazione del Concorso "Amico Rom", nell'ambito di un Festival
internazionale di musica romanì.
Cat. q) Video, film, documentari riguardanti il mondo romanò.
Le migliori opere saranno proiettate durante la Edizione 2011 della
Manifestazione "Prin©karang Conosciamoci. Incontro con la cultura Rom"
Premi
Ai primi classificati di ogni categoria trofei e Diplomi d'Onore personalizzati,
viaggi e soggiorni (max tre giorni) a Lanciano (Chieti) completamente rimborsati
se stranieri. Fra i primi classificati di ciascuna categoria verrà scelto un
vincitore assoluto che vincerà il premio del Presidente della Repubblica
Italiana.
Ai secondi classificati di ogni categoria trofei e diplomi d'Onore
personalizzati. Ai terzi classificati di ogni categoria premi e diplomi d'Onore
personalizzati.
Numerosi premi speciali fra cui: Premio Speciale Scuola, (saranno premiati
scuole, alunni ed insegnanti), Premi alla Carriera, Premio Phralipè 2011.
PREMIO SPECIALE DEDICATO ALL'ARTISTA ROM: CANA KASUM
Quota di Partecipazione
La Quota di partecipazione è GRATIS per tutte le categorie.
I vincitori saranno segnalati alla televisione, alla stampa e alle riviste
specializzate nazionali ed internazionali.
Partecipa e fai partecipare al Concorso per far conoscere, apprezzare e
valorizzare un mondo sconosciuto.
Per agevolare il lavoro della Commissione Giudicatrice internazionale non
aspettate l'ultimo momento per inviare le vostre opere.
Di Fabrizio (del 22/06/2011 @ 09:51:35, in lavoro, visitato 1659 volte)
Fattoriasocialeabc
L'associazione RomSinti@politica e l'azienda agricola Ciattoni di Pescara hanno
avviato le attività del progetto Fattoria sociale bravalipè, un incubatore
multiculturale formativo/lavorativo finalizzato alla occupabilità dei giovani.
La sede della fattoria è Città S. Angelo, provincia di Pescara, in Contrada San
Vittorito in un terreno agricolo di circa due ettari.
Il progetto nella sua fase di allestimento è realizzato con l'auto
finanziamento, le donazioni, il contributo di singole persone ed enti pubblici e
privati, la sponsorizzazione.
La crisi culturale e del lavoro
La crisi d'identità dei nostri ragazzi e ragazze è sotto gli occhi di tutti.
Assistiamo a fenomeni di identificazione extra culturale, organizzazioni
devianti dove i nostri giovani perdono ogni giorno un pezzo della loro vita,
della loro storia, si allontanano dall'appartenenza culturale, incapaci di
inserirsi in un mondo a loro ostile e proibito. In tale ambito ha luogo la
generazione di uno spazio discordante e virtuale dove l'inclusione sociale
diventa un tabù.
Con la promessa di un tenore di vita lussuoso e luccicante, entrano in questi
spazi inconsapevoli di ciò che li attende.
Attività illegali, gestiti da "professionisti" della mala vita reclutano le
vittime in un sistema difficilmente sfaldabile, lì vengono ridotti a pura
manovalanza, "strumenti" per arricchire e ampliare i loro imperi. Molte volte
tali emolumenti si giustificano dietro la facciata del perbenismo, aziende
impeccabili.
In altri casi, vere e proprie cosche, evidentemente criminali, si servono di
tali "risorse" declinando i rischi di responsabilità ad alibi consolidati dagli
stereotipi dell'opinione pubblica, il vecchio ma sempre funzionante capro
espiatorio.
Tali circostanze producono l'azzeramento della dignità interiore legata
all'ethos d'appartenenza in quanto codeste attività, bandite dalle regole della
tradizione, creano senso di rimorso e disistima. Un processo di svuotamento
inarrestabile dei valori morali.
Persi di vista la verità circa il senso e l'etica del lavoro, le potenzialità
interiori sono ridotti e dirottati a servizio della criminalità. Le nuove
generazioni finiscono per approdare in terreni minati, altamente pericolosi,
alienanti sul piano psicologico- identitario, dove il confine tra consentito e
non consentito è quasi saltato del tutto, un vuoto nella delimitazione fra bene
e male che lascia spazio ad altro, l'inquietudine del nulla, una ferita aperta
in cui penetrano i virus della società. Un grande vuoto incolmabile dalla
tradizione ma allettante per i mandanti del male.
Giunti a questo punto, più propriamente è in dubbio la relatività tra l'abilità
e la rappresentatività. Fenomeno denominato dalla sociologia come crisi di
identità nel ruolo sociale.
Nella società moderna l'identità è direttamente collegata e proporzionata alla
configurazione professionale,mentre oggi il giovane è impossibilitato ad auto
rappresentarsi perché è venuto meno l'esercizio di una funzione produttiva, la
sua configurazione professionale.
Abbandonati i mestieri tipici del passato ai giovani non rimane che il fantasma
di essi, l'orientamento si è perso in un mondo consumistico venerato
dall'industria, una società in cui il talento per i lavori del passato (dal "recupero" alla
"creatività", dall'agricoltura familiare all'artigianato) non si
percepisce più portatore di cultura.
Il magnetismo che regola la "giusta direzione" per il giovane non proviene più
da un sentire interiore, cioè riflesso da un pregresso culturale, ma la sorgente
di attrazione proviene dall'esterno, dai margini della comunità civile dove
fonti di "lavoro" si trovano a "buon prezzo", dove il solo requisito richiesto è
la disperazione alla vita, la pura sopravvivenza.
La "giusta direzione" si può trovare nella riscoperta di un sé a volte
misconosciuto e negato paradossalmente per primo dai giovani.
Il Progetto Fattoria sociale
Le Fattorie Sociali sono imprese agricole che offrono servizi culturali,
educativi, assistenziali, formativi e di inclusione sociale e lavorativa per
soggetti deboli o svantaggiati. L'agricoltura sociale trova le sue radici più
profonde nelle forme di solidarietà e nei valori della reciprocità che
contraddistinguono le aree rurali.
L'intreccio che si determina tra dimensione produttiva, dimensione relazionale
con le piante, con gli animali, con la natura e quella familiare e comunitaria,
ha permesso all'agricoltura di assolvere sempre più ad una funzione sociale. I
soggetti a cui si rivolge l'agricoltura sociale sono soprattutto quelle persone
che, provate da diverse forme di disagio, possono trovare nelle attività
agricole una possibilità per dare un senso alla propria vita.
Il progetto Fattoria sociale Bravalipè si propone di realizzare a Città S.
Angelo in contrada San Vittorito in un fondo agricolo di 2 (due) ettari le
attività legate alla cultura del territorio, dell'ambiente, dell'agricoltura;
attività sportiva e amatoriale, maneggio, ippoterapia, peed terapia; servizi
culturali, educativi, formativi e occupazionali.
Il progetto Fattoria sociale Bravalipè è un centro aggregativo rurale,
interculturale e multidisciplinare, rivolto ai giovani e le loro famiglie per
sviluppare percorsi individualizzati volti a migliorare l'occupabilità e la
riscoperta dei valori della ruralità e del territorio; valorizzare il capitale
umano e culturale come motore di attivazione dello scambio di conoscenze, della
fiducia, della partecipazione attiva allo sviluppo del territorio, armonizzando
in modo inedito le peculiarità del mediatore culturale ed un'assistenza
specialistica integrata.
Gli spazi della Fattoria sociale Bravalipè saranno dotati di strutture ed
attrezzature atte ad offrire servizi nei quali gli ospiti si sentano attivi e
partecipi al fine di trarre benefici sul piano culturale sociale, psicologico,
fisico e mentale attraverso l'accrescimento dell'autostima ed il miglioramento
della persona.
La fattoria sociale oltre ad essere tutoring nell'inserimento nel mercato del
lavoro incarnerà la figura professionale e innovativa dell'Agente di Sviluppo
Umano che assiste la persona disagiata nell'inserimento nella società locale.
Obiettivi generali
Il progetto Fattoria sociale Bravalipè procederà alla realizzazione e
all'implementazione degli obiettivi principali che di seguito elenchiamo:
- riproduzione dei valori di solidarietà, reciprocità e mutuo aiuto, nonché del
patrimonio storico, architettonico, culturale e creativo, che rendono tipica la
ruralità
- integrazione tra l'attività produttiva agricola e l'offerta di servizi
culturali, sociali, educativi, formativi e occupazionali, per migliorare la
qualità della vita.
- sviluppo di progetti di ricerca, sperimentazione e diffusione di innovazioni per
favorire lo sviluppo sostenibile nelle aree rurali, nonché per diffondere
modelli d'uso e di valorizzazione delle risorse produttive, ambientali e
culturali delle aree rurali, mediante le quali soggetti con bisogni e risorse
diversificate trovino risposte di qualità alle loro esigenze
- riaffermazione del valore ideale del lavoro e la sua funzione sociale e
collettiva, inteso come spinta all'attività produttrice. La riscoperta del senso
e il piacere della creatività, alla base del concetto del lavoro
- recuperare il concetto di lavoro facendo leva sul piacere che stimola al lavoro,
calarsi nel fondo delle pulsioni originarie all'attività umana dove risiede la
creatività
- la natura e la cultura come l'arte del lavoro.
Obiettivi specifici:
- accoglienza e presa in carico individuale;
- mediazione interculturale;
- orientamento al lavoro in fattoria, bilancio di competenze e inserimento;
- consulenza per l'avvio di attività auto-imprenditoriali in ambito rurale;
- attività didattiche e ricreative per il dopolavoro e doposcuola
Il progetto si articola in tre fasi:
- Allestimento del fondo agricolo: Strutture ed attrezzature per le attività
ludiche, formative, culturali, di produzione agricole, l'impiego di animali.
- Fase di programmazione e comunicazione: definizione e programmazione delle
attività, comunicazione del progetto.
- Fase di avviamento: delle attività agricole definite e programmate; delle
attività ricreative relative a cultura e natura del territorio.
Convegno con proiezione di docu-fiction
Al termine del primo anno dall'inizio dei lavori verranno argomentati i
risultati del progetto all'interno di un convegno nel quale verrà proiettato un docu-fiction (film documentario), di circa 30 minuti realizzato durante
l'espletamento del progetto stesso.
sabato 25 giugno dalle 11.30 alle 13.00
Giardini Indro Montanelli (lato porta venezia) Corso Venezia MILANO
Dalle paure alle libere diversità
Incontro con i primi cittadini Rom che si dichiarano gay.
Conducono: Patrizia Quartieri, Consigliere Comunale del Comune di Milano e Paolo
Hutter, attivista lgbt e giornalista.
In occasione del pride, inserito nel tema della campagna 'Milano siamo anche
noi", discutiamo, serenamente di differenze, inclusione sociale e cultura.
L'appuntamento su
Facebook
Di Fabrizio (del 21/06/2011 @ 09:51:03, in Italia, visitato 1547 volte)
L'assessore Granelli: "Svuoteremo pure gli spazi autorizzati, ma fino ad
allora controlli costanti". Aumento delle pattuglie nella zona di San Lorenzo,
in vista di un tavolo tra i gestori e i residenti di FRANCO VANNI
L'input dato ai vigili dal nuovo assessore alla sicurezza è chiaro: contrastare
sul nascere gli insediamenti rom abusivi. Sono già due gli «interventi
preventivi» che la polizia locale ha compiuto per allontanare nomadi che
stanziavano al di fuori dei campi autorizzati: in via Rubattino, dove erano
comparse capanne in lamiera, e in via Chiesa Rossa, dove alcune baracche si
trovavano fuori dall'accampamento regolare. «L'obiettivo è superare i campi,
assicurandosi che chi li occupa abbia sistemazioni dignitose e senza disagi per
la cittadinanza — dice Marco Granelli, assessore alla Sicurezza e alla coesione
sociale — ma è anzitutto essenziale rafforzare i controlli per evitare che
nascano campi abusivi. Il monitoraggio e la prevenzione, affidata ai vigili,
consentirà di evitare di dovere poi procedere a sgomberi inutili».
La nuova indicazione è già stata data ai vigili. Granelli, dopo i primi
interventi, si dice soddisfatto di «un'azione che andrà di pari passo con le
politiche sociali, di modo che la vita nei campi, fino a quando esisteranno, sia
regolamentata». La richiesta di segnalare la comparsa di baracche, o lo
stazionare di camper, sarà fatta anche ai consiglieri di zona. E Granelli
prevede di impiegare sempre più i vigili nel controllo nei campi regolari.
Riccardo De Corato, consigliere di opposizione del Pdl ed ex assessore alla
Sicurezza, lo aveva pungolato: «A Rubattino sta nascendo una baraccopoli, mi
domando cosa voglia fare il nuovo assessore». Ora rilancia: «Fare vigilanza
significa poco. O si sgombera, o non serve mandare a spasso i vigili a fare
turismo».
De Corato, nei cinque anni da assessore, ha ordinato centinaia di sgomberi di
campi rom, attirando le critiche del centrosinistra e delle associazioni del
volontariato cattolico che gestiscono i campi. La previsione secondo cui la
giunta Pisapia avrebbe «trasformato Milano in zingaropoli» è stata uno dei
cavalli di battaglia della campagna elettorale del centrodestra. «La sicurezza è
una priorità, ma evitando azioni propagandistiche e dannose», dice Granelli, che
ha anche deciso l'aumento delle pattuglie la sera alle Colonne di San Lorenzo,
dove la movida provoca le proteste di residenti.
Nota da Mahalla:
Ho chiesto informazioni a Davide Castronovo, coordinatore del presidio
sociale presso il campo sosta di via Chiesa Rossa, che mi ha scritto:
Ciao Fabrizio,
si tratta, nel caso di Chiesa Rossa, di due "nuovi" nuclei famigliari
composti da figli di residenti regolari assegnatari di piazzola al campo.
Questi nuovi nuclei, essendosi separati da quello dei genitori, non hanno un
posto dove risiedere. La questione potrebbe momentaneamente essere risolta
con la richiesta di ospitalità temporanea al Comitato di Gestione o con
l'assegnazione da parte di quest'ultimo di piazzole libere (cosa difficile
visto il numero limitato di posti vuoti all'interno del campo).
Infine, lo sgombero riguarda anche aree esterne al campo occupate da
recinti per animali.... aggiungendo che preferisce tenere per sé i
giudizi sulla nuova giunta.
Di Fabrizio (del 21/06/2011 @ 09:00:12, in Europa, visitato 1142 volte)
Da
Roma_ex_Yugoslavia
Budapest, 16 giugno 2011: ERRC ha inviato una
lettera alle autorità serbe, riguardo lo sgombero forzato del 7 giugno 2011
e il trasferimento di 12 famiglie rom dall'insediamento sotto il ponte Pančevo
a Belgrado ed il susseguente attacco ad un donna rom nel nuovo insediamento.
ERRC ha espresso la propria preoccupazione che lo sgombero sia stato
condotto senza il rispetto delle norme internazionali: ale famiglie coinvolte
non hanno ricevuto alcun preavviso, non hanno ricevuto alcun avviso di sgombero
e sono state portate in un comune diverso a vivere in container vuoti che non
incontrano gli standard minimi per un alloggio adeguato. Le famiglie sfollate
sono senza mobili e non hanno collegamento ad elettricità, acqua o fognature.
Inoltre, nella notte tra l'11 e il 12 giugno, una delle donne trasferite a forza
è stata attaccata da uno sconosciuto entrato nel suo container, dimostrando che
i residenti non sono sicuri nella nuova sistemazione.
For further information, contact:
Sinan Gökçen
Media and Communications Officer
sinan.gokcen@errc.org
+36.30.500.1324
© ERRC 2011. All rights reserved
Di Fabrizio (del 20/06/2011 @ 09:51:44, in media, visitato 1599 volte)
il Levante
VENERDÌ 17 GIUGNO 2011 12:36 DI GIOVANNI PULENTE
<<I rom sono nostri concittadini e come tali vanno tutelati>>. Con queste parole
Ottavio Lucarelli, presidente dell'Ordine dei giornalisti della Campania,
presenta l'incontro "NewsRom informare senza pregiudizi" tenutosi giovedì
mattina nella Sala Colombo dell'Hotel Mediterraneo di Napoli. L'evento è
parte della campagna Dosta! (Basta! in italiano) organizzata dall'Associazione
Giornalisti Scuola di Perugia, che tra Roma, Milano e Napoli sta
cercando di sensibilizzare i cittadini sul mondo rom e sinti. <<I dati
riguardanti la Campania sono inaccettabili – spiega Lucarelli – Siamo un caso
negativo in Europa e bisogna parlarne. Mi auguro che la nuova Napoli di De
Magistris svolga un lavoro capillare che possa condurre a un risveglio civile>>.
La storia. In Europa sono circa 12 milioni e in Italia 150mila. I primi a
lasciare la valle del Gange partirono 800 anni fa, rompendo i confini nazionali
degli Stati prima di qualsiasi convenzione internazionale. <<Pochi sanno che rom
e sinti furono vittime della discriminazione fascista – sostiene Luca Bravi,
docente di Scienze dell'Educazione all'Università di Firenze - Ad Agnone, Modena
e Teramo tra il 1940 e il 1943 molti furono deportati e uccisi in campi di
concentramento. Questo genocidio è oggi continuamente negato>>. La psicologia
perversa di Robert Ritter e la nota notte degli zingari del 2 agosto 1944
(sterminio di Auschwitz) sono parte di una storia innegabile. << Il concetto di
zingaro è uno stereotipo da noi creato e che va cambiato. In questo senso la
pedagogia è fondamentale, soprattutto perché il 60% di rom e sinti in Italia ha
meno di diciotto anni>>. Negli anni 60' nelle scuole esistevano classi per soli
zingari e il campo nomadi era già stereotipato come luogo di pericolo e
diversità. Particolarmente significativo è stato un video mostrato da Dario
Moricone, giornalista Rai e moderatore dell'incontro. Sullo schermo scorrono
accezioni dispregiative come "Puzzano", "Hanno la pelle scura", "Non hanno
acqua", "Hanno lo stesso vestito", "Vivono in baracche", "Rubano e sono
violenti", "I nostri governanti sono troppo aperti alle frontiere": relazione
degli Stati Uniti d'America del 1912 sugli immigrati italiani. La storia si
capovolge e si ripete.
Il giornalismo. <<Tutti i giornalisti hanno un ruolo fondamentale nel
combattere i pregiudizi e l'odio, a favore di un comune vivere sociale>>. Bianca
Stancarelli, inviato di Panorama, si esprime così sul ruolo dei media. Stupro
della Caffarella (Roma), 14 febbraio 2009: Karol Racz e Alexandru Isztoika Loyos
vengono arrestati e accusati di essere gli autori della violenza sessuale. Per
moltissimo tempo i due sono maltrattati dai media senza attendere il verdetto
della giustizia. Definiti violenti, freddi, insensibili e addirittura Karol è
catalogato con l'espressione faccia da pugile. Dal tg1 a Studio Aperto nessuno
risparmia facili accuse o cerca di andare a fondo. Il Sindaco di Roma Alemanno
subito dopo l'accaduto disse a caldo: <<Gli autori? Dovranno essere rom>>. Il
paradosso è che le analisi del sangue e accurate prove hanno scagionato gli
imputati, dimostrando l'incapacità dell'informazione di massa di raccontare la
verità e di combattere gli stereotipi. Quella di Karol e Alexandru è la storia
di due innocenti. Pochi giorni fa un giovane bosniaco è stato ucciso da un
pirata della strada, ma nessuno ne ha parlato e quando Lamberto Sposini fu
aggredito nel 2007, si accusarono i rom senza prova alcuna.
Napoli. Il problema di rom e sinti esiste principalmente in periferia,
come dimostra la tragedia del rogo di Ponticelli. Gli ex-allievi della scuola di
giornalismo di Perugia hanno dimostrato di interessarsi a questioni nazionali
che vanno al di là dei confini regionali, perché in fondo l'informazione tutta
deve collaborare per garantire la verità. <<Cattiva politica, imprenditori
razzisti e i media assenti sono le cause principali della questione rom e sinti
-sostiene Dario Moricone - La responsabilità del singolo mette tutti nei guai, e
forse si perdona più ai camorristi che agli stranieri >>.
Il 5 aprile la Commissione Europea ha definito obbligatorie le strategie
d'inclusione sociale per i rom, l'8% di quali sono nomadi. <<Bisogna guardarli
come guarda un bambino, cioè senza pregiudizi>> , commenta Eva Ciuk, giornalista
del Tgr Friuli Venezia Giulia. Sorprende il fatto che nei notiziari Ansa la
parola rom/nomadi compare mediamente 289 volte in cronaca nera e solo 13 volte
in cronaca bianca. Emblematica la conclusione del discorso di Bianca Stancanelli:
<<Zingari = di regola passano per una razza spregevole. Non è un'affermazione
scritta su un giornale, né detta da un politico, ma la definizione data
dall'Enciclopedia Treccani nell'edizione del 1949>>. Solo un anno prima della
pubblicazione del testo, il 10 dicembre 1948, le Nazioni Unite firmarono a
Parigi la dichiarazione universale dei diritti umani.
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