Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
Di Fabrizio (del 10/10/2006 @ 16:14:57, in blog, visitato 1749 volte)
Dopo
Stefano, è il turno di nns, che se non ho capito male, è un
amante
dell'Italia e dell'avventura. Come si scopre, perdendosi nei meandri del
suo blog
Non mi trovavo troppo male a Mitrovica, avevo una splendida baracca che
faceva acqua, ero guardato a vista da uomini in divisa armati di mitra,
il cibo faceva schifo e veniva distribuito quando pareva a loro, affondavo
nel fango fino alle ginocchia, le grida degli altri profughi mi tenevano
compagnia, anche a notte fonda.
Dopo aver visto con i miei occhi quanto erano ricchi gli italiani, il loro
presidente infatti è il più ricco del mondo, mi sono detto che forse
–nonostante l’amenità del campo profughi- era meglio andare a
farsi una bella villa in Costa Smeralda, così un giorno ho preso il mio cane
e sono saltato su un’auto con targa serba per scappare verso l’Italia.
O meglio: per mettere le mie capacità al servizio di quella che sarebbe
diventata la mia nuova patria.
Non so come riesco ad ottenere un lasciapassare ed arrivo al porto di Bar,
dove vengo sopraffatto dalla mia solita esuberante generosità ed accetto di
dare un passaggio ad una vecchia ed ai suoi due nipotini.
In realtà la vecchia è la madre del buon Ljubisa e così, quando arriviamo a
Bari ed ho un momento di incomprensione con la locale Polizia (pare che in
Italia la burocrazia sia almeno pari a quella balcanica, per noi persone
normali è difficile stare dietro a tutte le regole), il carissimo Ljubisa
riesce a chiarire tutta la cosa, con gran soddisfazione per tutti.
Quando lo stesso fraterno compagno mi chiede una mano ovviamente non mi tiro
indietro, così monto in auto e mi dirigo verso Verona, dove bazzica un losco
tipo di nome Piotr, che ha delle brutte intenzioni.
Sulla strada, in quel di Cesena, vengo arrestato dagli sbirri locali, gente
assolutamente senza cuore che –in modo assolutamente irrazionale- sembra
avere dei rancori nei confronti di Ljubisa. Fortunatamente lui è ben
nascosto, con i miei figli adottivi, ed io mi guardo bene da dire qualcosa
agli sbirri.
Alla fine mi lasciano andare, ovviamente, l’onesta vince sempre, però ho la
sfortuna di avere attirato l’attenzione di Piotr, il maledetto cerca di
farmi la pelle però i miei figliocci arrivano in tempo per
salvarmi, insieme al mio vecchio amico Stefano che non vedevo dai bei tempi
di Mitrovica.
Scappiamo verso Campi Bisenzio, dove ci sono degli amici di Ljubisa, e poi i
ragazzi hanno diritto ad un regalo, ci sono un sacco di playstation al
centro commerciale.
L'Italia è un posto meraviglioso, ci sono un sacco di negozi pieni di cose
bellissime, le donne sono tutte affascinanti, hanno le gambe lunghe e non
sono pelose (un po' stronze però), i pulotti sono addirittura amabili,
spesso prima di bastonarti ti chiedono "per favore" e poi ti trascinano in
infermeria, bisogna solo stare attenti che non ti credano comunista perchè
sennò si arrabbiano davvero.
Entro un anno diventerò milionario, oppure seguirò gli italiani più furbi:
quelli che adesso se ne vanno in Spagna oppure in Gran Bretagna. Bisogna
sempre migliorare ed è proprio questo che dirò ai miei parenti rimasti in
Kossovo: venite in Italia, terra di sole e di mare, di pace e di amore.
Di Fabrizio (del 11/10/2006 @ 10:06:38, in media, visitato 1724 volte)
Nasce il Forum dei Rom di Colombia: Il Forum è un evento promosso dall'Istituto Distrettuale della Cultura e Turismo - IDCT -, il Municipio di Bogotà, con la collaborazione del Museo Nazionale e formato dal "proceso organizativo del pueblo Rom de Colombia" (PROROM) nel quadro dei "Progetti culturali del carnevale delle bambine e bambini 2006: come vorrei essere? da dove vengo? dove vado, come sono?".Questo evento fa parte di una strategia del processo organizzativo gitano in Colombia, tendente a promuovere e dare visibilità al popolo gitano a Bogotà.
Il popolo Rom è uno dei quattro popoli fondanti del paese: come lo sono i popoli indigeni, gli afrocolombiani e i mezzo-sangue. Siamo un popolo nomade, transumante e libertario, andiamo per tutta la nostra patria che è il mondo, l'orizzonte, l'ignoto, il nostro cuore. Noi Rom abbiamo una sola religione: la libertà, in cambio rinunciamo alla ricchezza, al potere, alla scienza, alla gloria, a tutto quanto limita la nostra passione. La nostra forma di vivere la vita si traduce nel comprendere i tre tempi in uno solo... qui e adesso.
Parliamo poco di pace, perché ci piace viverla, nella nostra forma che mira alla soluzione dei conflitti, da un punto di vista civile e cosmopolita: la Kriss romaní.
Abbiamo portato alla società bogotana, colombiana e del mondo la nostra forma di regolare i conflitti e una diversa alternativa di sviluppo, nella letteratura, nella musica,, nell'esoterismo, nella psicologia, nella cucina, nellescienze sociali, tra le altre.
Nel contempo, siamo parte di questa nazione, in cui arrivammo quando era ancora una colonia, prima della repubblica, siamo parte della Colombia plurietnica e multiculturale e parte della diversitò di questo paese.
Chiarimento non richiesto: Uno dei limiti delle cronache di Mahalla è di focalizzarsi sull'Europa e un certo eccesso di razionalità. Ma i Rom sono veramente una grande famiglia presente in tutti gli angoli del globo, con caratteristiche proprie che mutano da un paese all'altro. Ad esempio, la numericamente piccola colonia presente in Sud America, a differenza dell'Europa dove si chiede un posto dove vivere, chiede il rispetto della loro condizione di nomadi, e una difesa di questa cultura. Temi abbastanza lontani da quelli europei, ma che fanno parte di un patrimonio culturale universale, ma non univoco. Per noi, la possibilità di ascoltare accenti diversi e lontani, meno razionali, che sono lo stesso cultura e tradizione.
Di Sucar Drom (del 13/10/2006 @ 10:37:45, in blog, visitato 1559 volte)
Opera Nomadi, Assemblea Nazionale dei Soci (II parte)
Curatoli, sabato 1 ottobre, domanda ai Delegati di convocare domenica
l’Assemblea in via di Porta Labicana, Sede del Nazionale, per non avere
problemi di orario ma l’Assemblea si esprime in maniera contraria. Più tardi
alla sera, durante la cena, c’è un momento conviviale con scambi reciproci
di attenzioni dopo le forti tensioni del pomeriggio. Roberto Costa è
assente.
Domenica 1 ottobre l’...
Mantova, Exils la festa su Tony Gatlif
L'Istituto di Cultura Sinta, in collaborazione con il Cinema del Carbone,
invita tutti alla festa EXILS dal 20 al 23 ottobre 2006 a Mantova, una
retrospettiva cinematografica sull’arte del cineasta Tony Gatlif. Durante la
festa sarà possibile incontrare artigiani di strumenti musicali e ritrovarsi
all’”Angolo del caffè Sinto”.
In maggio 2004 la giuria della cinquantasettesima edizione del F...
Relatore Speciale ONU in Italia
Il Relatore Speciale ONU sulle forme contemporanee di razzismo, Doudou Diène,
è in visita ufficiale in Italia in questi giorni. Diversi gli incontri
ufficiali con i rappresentanti del Governo italiano. Inoltre, è stato
chiesto all'ENAR Italia di orgnizzare a Roma gli incontri con le ONG e le
associazioni della società civile.
Il bravissimo Luciano Scagliotti dell'ENAR ha contattato le dive ...
Chiari (BS), una sconfitta!
All'inizio del mese di settembre 2006 vi abbiamo fatto conoscere la
situazione che vivevano le famiglie sinte, residenti nel Comune di Chiari
(BS). Dopo l'intervento delle Sezioni di Mantova e Brescia dell'Ente Morale
Opera Nomadi, il Prefetto ha convocato un tavolo di concertazione tra
l'Amministrazione Comunale e le stesse famiglie.
Dopo pochi giorni è però tutto naufragato, quando le st ...
Strasburgo, Romaphobia and Anti-Gypsyism
Il Forum dei Giovani Rom d'Europa ha deciso di organizzare una conferenza
sul tema "Romaphobia and Anti-Gypsyism". La Conferenza si terrá a Strasburgo
dal 17 al 22 di novembre 2006 con la collaborazione della Divisione
Migrazioni e Rom del Consiglio d'Europa. Possono parteciparvi giovani Rom/Sinti
e non, di un'etá compresa fra i 20 e i 35 anni.
Di seguito tutte le informazio...
Mercoledì 18/10/06 ore 21.00
PIAZZA 24 MAGGIO, 2 - Milano (c/o circolo arci Lato B)
LE DONNE VESTIVANO GONNE FIORITE
Visione: Le donne vestivano gonne fiorite (documentario). Sette donne rom di generazioni diverse si confrontano tra loro e con la società dei gagè, i non zingari. Regia Carlo Chiaramente – Prod. ARCI Lazio/Digital Desk Interviene: Laura Di Martino – ARCI, Milano
E per concludere... la musica del gruppo rom BANDA DEL VILLAGGIO SOLIDALE!
IL PROGRAMMA Le donne vestivano gonne fiorite ci presenta storie di vita avvincenti e normali che scorrono sullo sfondo della periferia romana. Sette donne che si raccontano con ironia e spontaneità. Sette voci che intonano un canto intenso ed emozionante per mostrare la grande dignità delle donne rom alle prese con le difficoltà di tutti i giorni, il loro spirito d’iniziativa, la loro creatività, la loro tenacia. La Banda del Villaggio Solidale: vorticose e coinvolgenti melodie gitane sprigionate dai violini, dalle fisarmoniche, dalle chitarre e dalle voci di otto musicisti rom.
GLI INTERVENTI Laura Di Martino, del Circolo ARCI Blob di Arcore, collabora da tempo con la comunità rom di Trezzo sull’Adda. Ciro Menale, dell’Associazione Identità Plurali, collabora con la Casa della Carità, dove segue la comunità rom di Via Capo Rizzuto ora ospite della Casa fondata da Don Virginio Colmegna, a seguito dello sgombero del campo. Si occupa in particolare delle attività della Banda del Villaggio Solidale.
Per contatti: Marta Rubolini Ufficio stampa Mondo Bongo – tel. 3332451580 marta.rubolini@gmail.com
Associazione Interculturale Todo Cambia Piazza Ventiquattro maggio 2 - Milano - Italia www.todocambia.org
Di Fabrizio (del 15/10/2006 @ 10:16:34, in casa, visitato 1723 volte)
Sparirà tra due anni il blocco di case al margine di Letanovce, vicino a Spisska Nova Ves - Slovacchia orientale e quartiere simbolo della povertà dei Rom slovacchi. I suo abitanti verranno spostati in nuove abitazioni ha dettio il sindaco Peter Kacvinsky.
Il comune con l'aiuto della Unione Europea sta costruendo 24 case con 96 appartamenti per i circa 700 abitanti del quartiere.
Ogni appartamento sarà di 60 mq con acqua potabile e impianto elettrico. Per il riscaldamento si ricorrerà alla legna.
I Rom otterranno l'appartamento contribuendo al 20% del suo valore. In molti vanno spesso al cantiere, ma Ladislav Mirga, direttore dei lavori, si lamenta per la mancanza di muratori esperti.
Il progetto è stato accompagnato da problemi dall'inizio poiché la gente dai comuni vicini non desiderava i Rom di Letanovce come vicini. Hanno anche scritto una petizione e da quando sono iniziati i lavori sono arrivate anche lettere minacciose al sindaco e a parecchia altra gente. Ora i problemi sono cessati e il progetto continua, dice Kacvinsky.
L'allora presidente della Cecoslovacchia, Vaclav Havel, nel 1990 visitò l'insediamento di Letanovce, definendolo una vergogna per tutta la nazione.
Secondo le stime, sono 400.000 i Rom tra i cinque milioni della Slovacchia. Le loro condizioni di vita sono al limite nella Slovacchia orientale.
Di Sucar Drom (del 15/10/2006 @ 10:40:35, in blog, visitato 1498 volte)
Vicenza, i bambini ai servizi sociali e gli adulti in albergo A Vicenza da sei anni è in atto un braccio di ferro tra l'Amministrazione Comunale e la famiglia Halilovic che vive su un terreno di proprietà in via Nicolosi. L'Amministrazione ha prima fatto abbattere tutte le case, costruite dalle famiglie rom e ora li caccia perchè non è possibile che dei minori possano vivere in una precaria situazione igienica-sanitaria. La soluzione prospettata dal V...
Mantova, presentato il progetto formativo "pringiarasmi" Ieri mattina i ricercatori dell'Istituto di Cultura Sinta hanno presentato il progetto pringiarasmi (conosciamoci, in lingua sinta). Alla conferenza stampa, tenuta nella Sala dei Corazzieri a Palazzo di Bagno, è intervenuto l'Assessore Fausto Banzi che sostiene la complessiva progettualità. L’Istituto di Cultura Sinta, formato dall’Associazione Sucar Drom e dall’Ente Morale Opera No...
Un Rom in Consiglio Comunale a Pescara? Forse... Pubblichiamo un articolo apparso ieri su RomSinti@Politica perchè a Pescara si sta decidendo una cosa importante: "un Rom in Consiglio Comunale a Pescara? Forse...". Come molti di voi sanno Mantova è stata la prima, con l'elezione di ...
Il Ministro Amato e le Minoranze Sinte e Rom Alcuni giorni fa è stata pubblicata una breve intervista al Ministro Amato sul quotidiano Il Corriere della Sera, a firma di Marco Cianca. L'intervista inizia sulla questione Rom e il Ministro esplica appieno il suo pensiero. Pubblichiamo parte dell'intervista, lasciando ai lettori il compito di c ...
Una segnalazione da Andrea
Zanardo:
Forward, la più importante rivista ebraica americana, ha
dedicato un articolo allo sterminio dei Rom e alla battaglia dei Rom rumeni per
i risarcimenti
L'Olocausto Zingaro
Gli altri Nomadi iniziano a ricordare
Nathaniel Popper | Fri. Oct 13, 2006
Come appartenente ad una delle preminenti famiglie Zingare, Luminita Cioaba
avrebbe facilmente dovuto seguire le tracce degli antenati nomadi. Ma non
erano le sue.
Quando suo padre - che è conosciuto come Re degli Zingari - stava
programmando il suo matrimonio di ragazza, lei era occupata in biblioteca, ad
imparare a leggere e scrivere il rumeno: una minaccia al "circolo della vita
Romani". Poi, quando le sue coetanee partorivano, Luminita era a Bucarest,
cercando una rivista che pubblicasse le sue poesie.
Ora, Luminita sta rompendo con un'altra tradizione, occupandosi del fato del
suo popolo durante l'Olocausto. Alcune centinaia di migliaia di Rom furono
uccisi dai nazisti e dai loro alleati durante la II Guerra Mondiale, ma
contrariamente alle preoccupazioni ebraiche su quel periodo, i leaders Rom
dell'Europa dell'Est - dove si stima vivano 5 milioni di Rom - sono rimasti
relativamente silenziosi sulle sofferenze del loro popolo durante l'Olocausto.
Nel tentativo di cambiare, Luminita ha impiegato gli ultimi due anni
collezionando testimonianze orali dagli anziani che furono deportati nella
regione ucraina della Transnistria dal governo rumeno alleato dei nazisti. I
frutti del suo lavoro sono stati presentati settimana scorsa ad una conferenza a
Sibiu, la città dove vive con suo fratello. Durante la conferenza, a cui hanno
presa parte attivisti romanì di tutta Europa, ha distribuito un libro contenente
le testimonianze raccolte e presentando il film "Frattura Romani", da lei
realizzato sulla tragedia del suo popolo.
"Ho cominciato da sola, e attualmente lo sono ancora o quasi," ha detto
durante una pausa della conferenza, intitolata "I Sopravvissuti Rom in Cerca
della Verità."
In passato, una manciata di studiosi si era occupato dell'Olocausto Romani,
ma quello di Cioba dovrebbe essere la prima [conferenza] organizzata da e per i
Rom, ed appare evidente che un altro passo è stato compiuto, vedendo i
superstiti alternarsi sul palco ad attivisti e uomini d'affari di origine Rom.
Sessantacinque anni dopo l'Olocausto la conferenza ha anche sottolineato che i
Rom, in molte aree - popolo eternamente degradato e senza stato - hanno molto
difficoltà in queste prime fasi di memorizzazione della tragedia. [...] Una
relativa apatia da parte dei governi europei - il governo rumeno non ha mandato
alcun rappresentante ufficiale, nonostante fosse stato invitato. Si aggiunga la
natura composita della comunità romani, come pure la mancanza di istituzioni
culturali romani.
"C'è una sorta di negazionismo da parte dei leaders romani," dice Dana Varga,
consulente della presidenza per gli affari rom, lei stessa rom. "I nostri
problemi sociali sono così seri ed urgenti, che le questioni storiche non
diventeranno mai argomenti di discussione."
Data la relativa mancanza di ricerche, i dati sulla situazione dei Rom
durante la II guerra mondiale non sono lontanamente paragonabili col materiale
elaborato sull'Olocausto ebraico. Gli storici ritengono che una cifra tra
100.000 e un milione di Rom furono uccisi nell'epoca nazista, con differenti
metodi in differenti parti d'Europa.
Il fato dei Rom di Romania è stato illustrato nella conferenza di settimana
scorsa da Jean Ancel, un ricercatore israeliano. Ha detto che nell'ottobre 1942
il regime rumeno sequestrò i Rom sedentari -che non vivevano in carovane
nomadiche - per deportarli in Transnistria, una regione dell'Ucraina occidentale
dove furono deportati anche gli Ebrei. Ancel stima che 26.000 Rom rumeni furono
deportati adoperando i loro stessi cavalli e carri, che furon poi sequestrati
una volta attraversato il fiume Dniester. Nei due anni successivi i Rom vennero
tenuti in fattorie collettive a lavorare forzatamente e morire, similarmente
agli Ebrei della regione.
"L'intenzione era di vedere morire entrambe, per purificare la nazione
rumena," dice Ancel.
Ancel dice che anche se il numero degli Ebrei uccisi in Transnistria fu molto
più alto, in un certo senso la condizione dei Rom era peggiore, perché non
avevano alle spalle nessuna organizzazione che curasse i loro interessi. I casi
di cannibalismo e di violenza sistematica di cui è venuto a conoscenza
attraverso le testimonianze dei sopravvissuti non erano dissimili a quanto
incontrato nella sua ricerca sugli Ebrei.
Il contributo di Ancel è di per se stesso testimonianza della mancanza di
collegamento con la storia della comunità Rom. Ancel dice che non ha mai
incontrato uno storico romani impegnato sull'argomento e che la sua relazione
nasce come collaterale al suo lavoro sull'Olocausto Ebreo.
Dice "Sono contento che mi abbiano chiamato qui, ma è un loro dovere [quello
di studiarlo]. Sinora c'è stata una rimozione completa di questa tragedia."
La presentazione dell'Olocausto dei Rom ha sollevato anche tensioni e
frustrazioni: "Non so niente della mia storia, e adesso devo sentirla da gente
estranea -saranno anche professionisti, ma non sono Rom," dice Zoran Dimv,
giornalista romani dalla Macedonia. "E' come se non sapessi chi sono. Come posso
raccontare la nostra propria storia?"
Per le strade di Turnisor, il quartiere romani di Sibiu, emerge la mancanza
della coscienza storica durante le interviste agli abitanti più giovani. Per le
sporche strade del quartiere, i giovani bighellonano dicendo che non sanno
niente su quello che successe ai Rom durante la II guerra mondiale.
"Solo gli anziani si siedono assieme e parlano del passato," dice Dorin Mihai,
diciasettenne durante una pausa di una partita a calcio. Lui non ha mai studiato
la storia del suo popolo a scuola.
"Sono giovane, ho da fare," continua. "Non ho il tempo di parlare con i più
vecchi."
Poco distante, all'hotel Imperatore Romano, c'è solo una persona sotto i
trent'anni sta seguendo la conferenza. Si chiama Florin Priboi, coordinatore del
dipartimento giovani del Centro Romani di Bucarest. Ha 20 anni e dice che
la sola ragione per cui è venuto a conoscenza dell'Olocausto dei Rom, è stata
perché la sua famiglia scelse di vivere distante dalla cultura Romani, dove le
pressioni sociali sono differenti.
"I giovani hanno la responsabilità di sapere, ma hanno altre priorità: il
lavoro, sposarsi da giovani, ecc." dice Priboi, studente all'Università di
Bucarest. "Io non sono della stessa opinione."
Ci sono segnali che qualcosa inizia a cambiare. Oltre il lavoro di Cioaba,
gli ultimi mesi hanno visto un fiorire di iniziative sull'Olocausto Romani. Il
mercoledì precedente la conferenza di Sibiu, attivisti Rom tedeschi annunciarono
a New York i progetti per costruire un memoriale sull'Olocausto dei Rom entro il
prossimo gennaio. Sempre quest'anno, le organizzazioni dei diritti dei Rom in
Romania, hanno introdotto una legislazione che spinga all'inclusione
dell'Olocausto dei Rom nei programmi scolastici.
Michelle Kelso, che insegna sociologia all'Università del Michigan e che ha
girato un film sull'Olocausto dei Rom, dice che quando iniziò dieci anni fa, non
incontrò alcun interesse da parte dei leaders romani. "Erano impegnati con
troppe altre questioni, come gli abusi della polizia," racconta. Ma, aggiunge,
la situazione è cambiata negli ultimi anni e il suo lavoro ha trovato una
audience più ricettiva.
Durante la conferenza, è stato chiaro che una ragione di interesse è stata
l'ovvia frustrazione per i miliardi di dollari destinati alla riparazione
dell'Olocausto ebraico, mentre niente o quasi è andato ai sopravissuti Rom. Un
giudice americano ha stimato in $ 60 miliardi destinati all'Olocausto e alle
riparazione della II guerra mondiale, solo $ 35 milioni sono andati ai Rom.
Il film girato da
Michelle Kelsooffre qualche spiegazione su questa disparità Mentre le famiglie
ebree spesso possedevano un inventario delle loro proprietà prima della guerra,
pochi Rom avevano una documentazione simile. Anche chi ne era in possesso,
raramente sapeva leggere e scrivere, o cavarsela con i complicati moduli per la
compensazione.
Una dei Rom superstiti, Rozalia Iacob - 79 anni, racconta che per sette anni
ha cercato di ottenere una compensazione dal governo tedesco per i due anni
passati in Transnistria, dove vide sua sorella fucilata. Rozalia Iacob in un
sacchetto stracciato di plastica gialla porta tutti i documenti spediti e
ricevuti dal governo tedesco. Per pagare i documenti inviati, continua, dovette
vendere i suoi maiali, ma lo stesso non ottenne risposta. Sembra che la sua
richiesta sia stata rigettata perché il cognome indicato negli atti fosse
differente da quello da sposata.
"Era tutto in ordine. Avevo le prove materiali che ero stata là - che era
successo a me - e mi hanno ignorata," dice Rozalia Iacob, che vive nei dintorni
di Sibiu. "Cosa posso farci?"
Nella sessione finale della conferenza, un giornalista ha letto un elenco di
risoluzioni da adottare. Tra queste la richiesta di sforzi legali perché i
sopravvissuti ottengano un compenso. Ma la lista è stata dominata da
preoccupazioni più terra terra, come individuare il numero preciso degli uccisi
e la ricerca di documenti che possano testimoniare il destino dei Rom. Anche per
i sopravvissuti come Iacob, c'è incertezza su cosa avvenne precisamente oltre
mezzo secolo fa.
"Ho sentito storie sulla difficile vita degli altri Rom in altri paesi - ma
in realtànon so niente di loro," dice Iacob. "La gente racconta - ma io non so
cosa accadde."
Nathaniel Popper traveled to Romania on a World Affairs Journalism Fellowship
administered by the International Center for Journalists. The Fellowship is
funded by the Ethics and Excellence in Journalism Foundation.
Di Fabrizio (del 16/10/2006 @ 11:06:33, in Regole, visitato 1862 volte)
European Roma Information Office (ERIO) esprime le proprie preoccupazioni sulle dichiarazione del Ministro alla Sanità Radoslav Gaydarski, che sta considerando una legge mirata per porre freno al tasso di natalità fra i gruppi di minoranza, in particolare tra i Rom. Secondo il giornale "Sega", lunedì scorso Gaydarski ha detto ai giornalisti che se non si limitano le nascite tra i Rom, il tasso di mortalità in Bulgaria rimarrà tra i più alti d'Europa, dato che molti di quei bambini non arrivano all'età adulta. Gaydarski suggerisce anche un incontro con i suoi colleghi di Ungheria, Romania e Slovacchia - i paesi con il più alto tasso di Rom - per affrontare congiuntamente la questione.
ERIO trova che questa proposta violi i diritti umani basici [...]. I nazionalisti fanno dichiarazioni come "Tra 50 anni i Rom saranno in maggioranza in Bulgaria, a causa degli alti tassi di nascita", soffiando sui risentimenti anti-Rom. La "minaccia" della cosiddetta crisi demografica ricorre anche nelle dichiarazioni di quadri statali ed accademici.
Le dichiarazioni del Ministro suonano come inappropriate dai legislatori e dalle autorità sanitarie. Il Presidente della Commissione Parlamentare sulla Sanità, Dr. Borislav Kitov dice: "Una legge in questo senso non può entrare in Parlamento, e se anche lo facesse andrebbe direttamente alla Corte Costituzionale. Non possiamo incriminare qualcosa che è fisiologico, altrimenti sarebbe genocidio!" Secondo il Ministro la gravidanza sotto i 16 anni andrebbe proibita per legge. Naturalmente, la legge riguarderebbe principalmente la comunità Rom [...] Ma la domanda è cosa le autorità vogliono fare con le ragazze incinte sotto i 16 anni.
Comprendiamo che questa confusa idea d l'iniziativa anti-Rom di Gaydarski sia il risultato di una "umana" preoccupazione di ridurre la mortalità infantile dovuta alle gravidanze precoci, ma ciò deve realizzarsi in altra maniera, non con una legge incostituzionale che è considerata una interferenza brutale nei diritti delle donne e delle famiglie.
ERIO chiede all'Unione Europea di prendere misure per prevenire l'adozione di una legge simile, che sarebbe in conflitto con le politiche europee sui diritti umani e i valori democratici.
Ivan Ivanov, Executive Director,
European Roma Information Office. Av. Eduard Lacomble 17 Brussels 1040, Belgium Phone: 0032-2-733-3462 Fax: 0032-2-733-3875
Fonte Bulgarian_Roma - Un altro punto di vista
Di Fabrizio (del 17/10/2006 @ 09:59:10, in casa, visitato 1529 volte)
In tutta la nazione mancano 4500 posti per gli Zingari
By Martin Hilditch
Published: 13 October 2006
Migliaia di nomadi e viaggianti mancano di una sistemazione adeguata perché i consigli comunali non sono stati in grado di provvedere alla richiesta di nuovi siti -anche quando le concessioni erano disponibili, questa è quanto abbiamo appreso.
Secondo i nostri calcoli, sono 4.500 i posti mancanti, anche se gli studi di settore questo numero è sottostimato.
I consigli comunali possono fare domanda per fornire nuovi siti. Ma la maggior parte ha scelto di impegnarsi nel risistemare i siti esistente. In qualche caso il basso numero di richieste significa che l'autorità distrettuale non è stata in grado di assegnare le somme dovute.
Le contee dello Yorkshire e di Humber stanno considerando di assumere una linea più dura con i comuni.
Rob Warm, che presiede il settore alloggio e comunità nell'assemblea regionale, nutre forti preoccupazioni su questo tema. Una ricerca mostra che le due contee avrebbero bisogno di 257 posti ulteriori. Warm scrive in un rapporto: "C'è disappunto perché negli anni 2005/06 si è preferito risistemare aree preesistenti, che attrezzarne di nuove."
Le prime indicazioni mostrerebbero che la piena sistemazione di nomadi e viaggianti, non sarà possibile negli anni 2006/07.
Andy Haigh, responsabile del progetto, dice che le preoccupazioni politiche sull'impatto del piano, sono in parte responsabili della situazione. "Ci sono una o due autorità che rifiutano di fare previsioni per nomadi e viaggianti," dice. "Probabilmente quello che passa nelle teste delle autorità locali è 'Abbiamo bisogno di prove che è una dura decisione da prendere'," dice.
Emma Nuttall, responsabile del gruppo Amici, Famiglia e Viaggianti, [...] trova che la mancanza di siti avrà un "impatto terribile". "Sto lavorando con una famiglia che nel corso di un anno si è dovuta spostare 50 volte. Vive una situazione di sgombero continuo."
Dominick Veasey, pianificatore regionale nell'assemblea regionale del sud est, conferma che la maggior parte dei piani riguardano la risistemazione dell'esistente.
Un portavoce del Dipartimento per le Comunità e il Governo Locale, spera che quando i consigli comunali avranno completato le loro richieste, potrebbe esserci più equilibrio tra risistemazioni e nuovi impianti. "E' una cosa di cui siamo coscienti e stiamo facendo pressione in questo senso," conclude.
Nomadi e viaggianti: richieste non soddisfatte South West: 1,100 posti East Midlands: 274 posti Yorkshire & Humberside: 257 posti West Midlands: 820 posti South East: 786 caravans North East: 48 caravans London: 102 caravans North West: 200 caravans East: 999 caravans Totale: 4,586
Sources: DCLG 2006 caravan count and regions’ updated assessment of need
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