| Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
       	 	VENERDI 26 OTTOBRE ORE 21 A LECCO  	SALA  	CONFERENZE BANCA POPOLARE DI SONDRIO VIA AMENDOLA     	 	CONFERENZA E PRESENTAZIONE DEL DOPPIO DVD     	A  	FORZA DI ESSERE VENTO  	lo  	sterminio nazista degli zingari  	IL  	POPOLO ROM IERI E OGGI     	 	RELATORE  	 	l'amico anarchico di Fabrizio De Andre'  	PAOLO  	FINZI redattore di A rivista anarchica     	 	ORGANIZZA CENTRO KHORAKHANE' LECCO     	 	L'obiettivo della serata è comprendere e consocere la civiltà rom e sinti attraverso  	la storia di questo popolo, le persecuzioni dei campi nazisti e le vicende  	quotidiane del nuovo millennio nelle nostre città.     	 	L'intento è riuscire ad aprire la strada per una discussione su uno  	degli aspetti ancora rimossi da quasi tutta la storiografia che si è  	occupata dei campi di tortura e di morte del regime nazista, ma anche e  	soprattuto perché, nel raccontare gli abomini di un passato ancora  	bruciante, getta una luce impietosa anche sull’oggi dimostrando lucidamente  	come poco, da sessant’anni a questa parte, siano cambiate le cose per gli  	zingari.     	IL  	CORTO CIRCUITO, (attraverso questi DVD che presenteremo) che si viene  	a creare, man mano che il disco scorre sotto i nostri occhi, tra il  	racconto orale delle terribili scene di deportazione degli zingari e le  	immagini dell’oggi che le accompagnano e sostengono. Suoni e immagini  	finiscono, così, per determinare, nello spettatore, una sorta di  	’contrappunto didattico’ in cui il passato della parola e del racconto  	finisce per illuminare di luce sinistra la realtà visibile e tangibile di un  	presente non poi tanto diverso. In questo modo l’occhio fenomenologico della  	videocamera sembra sempre cercare, nel presente dei campi rom fatti coi  	cumuli di spazzatura delle nostre "civili" città, i segni tangibili di un  	passato che continua a riemergere, tragicamente nell’oggi più di quanto ci  	piacerebbe credere.     	Di  	qui le domande che aleggiano irrisolte a chiederci conto dei  	nostri persistenti pregiudizi su una realtà, quella zingaresca, che non  	conosciamo per davvero e che, quindi, non possiamo non continuare a temere.     	 	Perché pochi di noi possono dire, rispondendo a Moni Ovadia, di avere  	un amico zingaro e molti di noi continuano a raccontare ai propri  	bambini, quando è l’ora di spaventarli per farli ubbidire, che se non  	tornano subito a casa poi arrivano i rom a rapirli e a portarli lontano,  	chissà dove.     	Il  	merito dei documentari, comunque, non è solo quello di obbligarci  	a guardarci allo specchio scoprendo nei nostri atteggiamenti la stessa  	molla che muoveva i teorici nazisti dello sterminio finale, ma anche quello  	di riportare alla luce i dettagli di una storia che rischiava di restare  	taciuta per sempre perchè la cultura zingara è legata al solo racconto orale  	e, quindi, non accetta di prendere forma in un qualsiasi tipo di  	documento scritto.... Dello sterminio di Rom e Sinti (Porrajmos è la parola  	rom corrispondente all’ebraico Shoah) sappiamo, in effetti relativamente  	poco.  	CON  	QUESTA SERATA VOGLIAMO, ANCHE A LECCO, PROVARE A RACCONTARE UNA STORIA. UAN  	STORIA VERA E DOVEROSA  	e  	ora, grazie al lavoro in presa diretta delle videocamere, la voce  	zingara trova finalmente il suo spazio di espressione obbligandoci a fare i  	conti con i nostri fantasmi più terribili.     	UN  	INCONTRO, UNA SERATA IMPORTANTE, ADULTA, CHE MERITA DI ESSERE PARTECIPATA.     	 	VENERDI 26 OTTOBRE ORE 21 LECCO  	SALA  	banca popolare di sondrio   	VIA  	AMENDOLA ANG VIA PREVIATI   
		
		
			Di Fabrizio  (del 25/10/2007 @ 09:08:50, in Regole , visitato 2255 volte)
		 
      Da
Mundo_Gitano Oct 17, 2007 - 6:59 PM
http://www.typicallyspanish.com/news/publish/article_13088.shtml Il giornale El Mundo riporta mercoledì il caso di una donna gitana a cui è 
stata rifiutata la pensione di vedova dallo stato, perché si era sposato con 
rito gitano. María Luisa Muñoz ora sta 
portando il suo caso alla Corte Europea dei Diritti Umani a Strasburgo, 
dopo sette anni di battaglie senza successo coi tribunali spagnoli. Nel 1971 aveva sposato Mariano Jiménez, da 
cui aveva avuto sei figli sino alla sua morte nel dicembre 2000. L'Istituto 
Nazionale della Sicurezza Sociale (INSS) ha rifiutato la sua richiesta per 
la pensione da vedova, arguendo che non erano sposati, nonostante diversi anni 
di contribuzione al sistema. Inizialmente era stata sostenuta la richiesta di 
Maria Luisa, ma più tardi rifiutata da un appello dell'INSS. L'ultima risorsa 
era la Corte Costituzionale, dove tutti i magistrati meno uno hanno deciso che 
non si trattava di una scelta di discriminazione razziale. La Fundación Secretariado Gitano, una OnG 
che lavoro per la promozione della comunità Rom e che ha offerto supporto legale 
a Maria Luisa, afferma che la sua situazione è un chiaro esempio di 
discriminazione e "violazione dei diritti umani". La FSG aggiunge che il matrimonio della coppia ha 
avuto luogo prima della Costituzione del 1978, in un periodo in cui la legge 
discriminava apertamente i gitani.   
		
		
			Di Fabrizio  (del 25/10/2007 @ 22:03:34, in Italia , visitato 2647 volte)
		 
      Anche a nome di Paolo Cagna e Dijana Pavlovic, vi invio qui sotto una 
proposta di iniziativa che vorremmo prendere a partire da lunedì. Ci sembra 
importante partire lunedì, pur se i tempi organizzativi sono stretti e pur non 
essendoci modo e tempo di aprire un confronto approfondito. D'altra parte si 
tratta di questioni di cui da tempo stiamo discutendo e che in linea generale 
trovano tutti d'accordo. L'iniziativa in sé, anche dopo la buona riuscita della 
"Settimana Rom", vuole essere un modo di dare concretezza a tanti discorsi e 
anche di provare a rispondere a singole e materialissime contingenze, ora 
drammatizzate dal freddo e dal brutto tempo. 
 L'idea è di partire lunedì con un primo gruppo di digiunanti (che oltre a 
digiunare, stazioneranno tutto il giorno, e nei giorni successivi, con dei 
cartelli in piazza della Scala).
 
 Se le adesioni saranno molte, si potrà poi procedere "a staffetta", nei giorni e 
settimane successive.
 
 Dovendo domani già comunicare alla stampa l'iniziativa, vi chiediamo 
cortesemente una sollecita decisione rispondendo a questo indirizzo mail:
sergiosegio@libero.it indicando, 
oltre al nome e cognome:
 - se si partecipa a titolo individuale
 
 - se si preferisce specificare anche l'organizzazione di appartenenza
 
 - se si è disponibili solo al digiuno (in questo caso specificando quale o quali 
saranno i giorni in cui si digiunerà) o anche ad essere fisicamente presenti in 
piazza della Scala, e in che giorni e orari.
 
 - se si aderisce solo politicamente all'iniziativa ma senza digiunare e 
presenziare in piazza della Scala.
 
 Qui sotto trovate il testo con il quale abbiamo intenzione di gestire 
l'iniziativa
 Aspettiamo dunque un pronto riscontro Grazie - Sergio Segio
 
 
 SALVIAMO LA VITA AI BAMBINI ROM :Un digiuno di protesta e di proposta!
 Voi che vivete sicuri
 
 Nelle vostre tiepide case;
 
 Voi che trovate tornando la sera
 
 Il cibo caldo e visi amici:
 
 Considerate se questo è un uomo
 
 Che lavora nel fango
 
 Che non conosce la pace
 
 Che lotta per mezzo pane
 
 Che muore per un sì e per un no.
 
 Questi versi scritti da Primo Levi di ritorno dal lager ci commuovono e ci 
indignano. Ma solo se rimangono sulla carta, se restano confinati nella Storia, 
in un lontano passato. Eppure sarebbe facile accorgersi che ci parlano anche del 
presente. Di questo presente in questa città di Milano. Ma anche di Roma, di 
Livorno, di Bologna, di Pavia…
 
 A Milano, con maggior sistematicità, determinazione e fors’anche cattiveria, da 
tempo è in atto una sorta di “pulizia etnica”. Gli sgomberi forzati dei campi 
rom hanno letteralmente e fisicamente buttato sulla strada centinaia di persone, 
compresi anziani e malati, donne e bambini. Sgomberi effettuati senza concedere 
alternative e senza che rispondessero a una qualche strategia da parte 
dell’amministrazione pubblica che non fosse semplicemente quella, brutale, di 
buttare queste persone nella disperazione, rendendo loro la vita così dura da 
costringerle ad andarsene.
 
 Una logica, oltre che cinica, miope. Perché queste persone non hanno un Paese 
dove tornare. Anche nei luoghi da cui sono arrivati sono soggetti a repressione 
e discriminazione, dunque non si capisce perché e come potrebbero tornarvi.
 
 La politica degli sgomberi senza alternative produce e produrrà solo una 
maggiore sofferenza e disperazione, comporta il fatto che centinaia di persone 
sono costrette a vivere come topi, all’addiaccio, nel fango. In condizioni non 
troppo dissimili da quelle di cui raccontava Primo Levi.
 
 Anche oggi si può infatti essere scacciati e schiacciati, si può rischiare di 
morire per un sì o per un no. A Milano, a Pavia. O a Roma, dove pochi giorni fa 
è morto Francesco, piccolo rom di due mesi, congelato dal freddo in una tenda 
dove era stato confinato con i suoi genitori dalla politica degli sgomberi.
 
 Ogni anno nelle grandi città si parla di «emergenza freddo», come fosse un fatto 
anomalo ed eccezionale. Di questa prevedibilissima emergenza muoiono ogni anno 
decine e decine di bambini e anziani, di rom e di senza dimora. E ogni anno 
assistiamo alle ipocrite e pilatesche lacrime di coccodrillo di troppi 
amministratori pubblici.
 
 Il Comune di Milano, dopo lo sgombero del campo di San Dionigi, si era impegnato 
a garantire un minimo di risposta almeno a donne e bambini,ospitandoli nel 
dormitorio pubblico di viale Ortles. Pur di fronte allo smembramento delle 
famiglie, era meglio del niente. Eppure anche questa piccola e minima cosa non è 
stata realmente garantita. Basta nulla per perdere anche questa minuscola 
possibilità.
 
 Da venerdì 19 ottobre una madre e i suoi quattro bambini, di cui tre 
piccolissimi e in cattive condizioni di salute, sono in strada, cacciati dal 
dormitorio perché si erano assentati due giorni, per assistere un parente 
malato. Ora si trovano senza il minimo riparo, mentre cresce il freddo e 
cominciano le piogge.
 
 Di fronte a queste drammatiche situazioni, da mesi le istituzioni locali e la 
prefettura si girano dall’altra parte. Fingono di non vedere, di non sapere, di 
non avere responsabilità e doveri. Associazioni, forze sociali, sindacati hanno 
inutilmente rivolto loro appelli, chiesto interventi e risposte.
 
 Noi non abbiamo più nulla da chiedere al sindaco, all’assessore o al prefetto. 
Il loro silenzio e immobilismo sono più eloquenti di tanti discorsi. Del resto, 
troppe parole e riunioni sono state sinora generosamente, e inutilmente, spese. 
Le parole, infatti, non costano molto.
 
 Come don Abbondio non si poteva dare un coraggio che non aveva, così queste
 istituzioni non possono dar mostra di responsabilità che evidentemente non 
avvertono.
 
 Da lunedì 29 ottobre noi, come singole persone più che come esponenti di 
associazioni, effettueremo un digiuno totale, durante il quale sosteremo 
fisicamente, ogni giorno, in piazza della Scala, davanti a Palazzo Marino.
 
 Non per rivendicare qualcosa. Semplicemente per testimoniare e denunciare che 
quattro bambini sono stati buttati per strada, che rischiano di ammalarsi e 
anche di morire. Per chiedere a tutti e a ciascuno “Se questo è un uomo”, se è 
tollerabile che tutto ciò accada nella ricca e democratica Milano, se davvero 
non è possibile dare un segno di umanità e una risposta concreta a quei bambini 
e al problema generale di cui essi sono parte e drammatica rappresentazione.
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 26/10/2007 @ 09:43:17, in blog , visitato 2379 volte)
		 
      Da
La 
voix des Rroms Ecco una piccola breve insolita dal Courrier International:L'intelligenza per tutti
 
	Alla maternità di Kosice-Saca, in Slovacchia, i lattanti ascoltano musica 
	classica. Sembra che la musicoterapia faccia loro dimenticare lo sforzo del 
	parto e stimoli la loro intelligenza. L'ospedale non fa discriminazione, 
	indica il giornale Zdravie ("La salute"). In uno slancio di generosità, 
	mette i caschi  "anche ai bambini zingari". Vedete bene, gli sforzi enormi compiuti dagli slovacchi: "anche ai 
bambini zingari" hanno messo questi caschi che svilupperanno la loro 
intelligenza. È da salutare tanto più che potremmo immaginare un altro scenario: 
mettere ai bambini slovacchi "Lili Marlen" e mettere i bambini "zingari" in 
incubatrici in cui si metterebbe la temperatura un po' più alta che il normale, 
così da preparare il futuro di ogni bambino in modo individualizzato.   
      
 L’Istituto di Cultura Sinta e l’Assessorato Politiche Sociali e Sanitarie 
della Provincia di Mantova invitano operatori, insegnati, volontari, 
amministratori e la cittadinanza alla presentazione del volume "vivere ai 
margini, un'indagine sugli insediamenti rom e sinti in Lombardia".I rapporti tra le Minoranze Sinte e Rom e la società maggioritaria (in senso 
numerico) rappresentano una della contraddizioni più evidenti sia nel Paese che 
nella stessa Regione Lombardia.
 A Milano e Pavia la presenza di minoranze rom e sinte, provenienti dalla 
Romania, ha innescato fenomeni di paura, rifiuto e in alcuni casi di vere e 
proprie discriminazioni razziali.
 Nelle resto della Lombardia la situazione è sicuramente meno acuta ma persistono 
politiche abitative che di fatto segregano le minoranze sinte e rom nei 
cosiddetti “campi nomadi”.
 Questa prima ricerca, pubblicata dalla Fondazione ISMU, mette in evidenza le 
contraddizioni presenti, utilizzando come spazio di ricerca alcuni casi delle 
province di Milano, Mantova e Cremona.
 La presentazione si terrà a Mantova, lunedì 5 novembre 2007 dalle ore 17.30, 
presso il Palazzo del Plenipotenziario in piazza Sordello n. 43.
 All’evento interverranno Fausto Banzi (Assessore alle Politiche Sociali 
della Provincia di Mantova) e i curatori della ricerca il professore Maurizio 
Ambrosini (Università la Bicocca, Milano) e il professore Antonio Tosi 
(Politecnico di Milano). Coordinerà la dottoressa Barbara Nardi dell’Istituto di 
Cultura Sinta. Al termine sarà dato spazio ad interventi sulla tematica 
affrontata dalla ricerca.
 L’incontro è organizzato con il contributo e la partecipazione dell’Associazione 
Sucar Drom, della Fondazione ISMU e dell’Ente Morale Opera Nomadi, sezione di 
Mantova. Ai partecipanti all’evento sarà distribuita gratuitamente una copia del 
volume.
 Per informazioni
 Istituto di Cultura Sinta, 
ics@sucardrom.191.it, telefono 0376 360643, fax 0376 318 839
 Assessorato Politiche Sociali Provincia di Mantova, telefono 0376 204201, fax 
0376 204328, pol.soc@provincia.mantova.it
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 27/10/2007 @ 09:22:18, in Europa , visitato 2849 volte)
		 
      Da
Roma_Daily_News ATHENS, Oct 16 (IPS) - Thomas Hammarberg, venne eletto Commissario per i 
Diritti Umani del Consiglio d'Europa nell'ottobre 2005. Gioca un ruolo cruciale 
nel promuovere l'implementazione delle raccomandazioni del sistema dei diritti 
umani del Consiglio Il Consiglio d'Europa ha 47 stati membri nella regione europea, ed è la più 
antica organizzazione che si occupa dell'integrazione europea.  E' separato 
dall'Unione Europea (EU) e quindi dal Consiglio della EU. Thomas Hammarberg è stato eletto dall'assemblea parlamentare del consiglio, 
che comprende i membri dei parlamenti nazionali. Apostolis Fotiadis di ISP ha 
discusso con lui sui problemi chiave dei Rom, uno dei gruppi che oggi sono più 
discriminati nella EU. IPS: Come spiega il persistente sentimento anti-Rom che si estende 
attraverso l'Europa. Quali sono le fonti del problema e come si possono 
indirizzare? TH: Penso sia difficile definire un'eredità razionale. Sono diventati il 
capro espiatorio dei problemi delle nostre società. A lungo la gente che 
potrebbe rialzarsi e difenderli hanno permesso un'atmosfera in cui i Rom sono 
designati come indesiderabili. E' una questione che riguarda anche una lunga 
storia. Durante il nazismo oltre mezzo milione furono sterminati, e mai hanno 
ricevuto delle scuse. IPS: Ritiene che la condizione dei Rom in Europa stia peggiorando o 
migliorando? TH: Sono preoccupato. Sembra esserci un cambio verso la polarizzazione. 
Alcuni gruppi adottano discorsi anti-Rom che i politici sembrano tollerare. E' 
uno sviluppo piuttosto sfortunato perché la disattenzione e l'indifferenza a 
volte possono legittimare ulteriore intolleranza. Dobbiamo nuovamente chiedere 
ai politici di essere attenti ed essere dalla parte dei Rom piuttosto che unirsi 
alle tendenze xenofobe. IPS: Si può comparare il trattamento delle comunità Rom in paesi 
differenti della medesima regione, per esempio Grecia, Bulgaria e Romania? TH: Evito deliberatamente la discussione su chi sia il migliore. Molti paesi 
della regione arrivano da profondi cambiamenti dovuti al passaggio dal periodo 
sovietico, quindi ci sono differenti punti di partenza. Il mio quadro è che i 
Rom sono discriminati in ogni paese. Questo riguardo l'occupazione, la sanità, 
le reali possibilità di partecipazione politica nelle elezioni o nelle strutture 
politiche, la situazione è problematica. IPS: Come si può indirizzare il problema della loro partecipazione 
politica? TH: Molta della responsabilità riguarda la mancanza o il negativo interesse 
dei partiti politici. I principali partiti devono aprirsi ai Rom; perché non lo 
sono. L'esempio sono le campagne politiche dove i candidati dei principali 
partiti fanno dichiarazioni xenofobe invece di andare nelle comunità Rom, 
ascoltare i loro bisogni e tentare di rappresentare il  loro punto di 
vista. Non solo, i Rom devono organizzarsi e cercare di essere meglio 
rappresentati. IPS: Si dovrebbe enfatizzare il loro incorporamento nella vita politica a 
livello locale e nazionale? TH: Sono entrambe importanti, ma per ora dobbiamo focalizzarci a livello 
locale. Molte delle decisioni importanti riguardanti i Rom sono prese a questo 
livello. In alcuni paesi nelle assemblee locali ci sono posti riservati ai Rom. 
In Slovenia hanno un seggio in ogni municipalità dove risiedono i Rom. In 
Romania hanno un posto in parlamento. Non è la migliore soluzione, ma qualcosa 
bisogna fare. IPS: Ci sono storie di successo? TH: Sì, ci sono dei posti nei paesi scandinavi dove il problema della casa è 
più o meno risolto. In alcune parte della Slovenia, le comunità sono 
ragionevolmente positive nel trattare con i Rom. L'esperienza insegna che quando 
le autorità e i politici fanno tentativi, anche se occorre del denaro, è 
possibile ottenere soluzioni. IPS: Ci sono casi dove le pressioni del Consiglio d'Europa possono 
aumentare l'efficienza nella protezione delle comunità Rom? TH: Pressioni politiche addizionali da parte dei membri permanenti del 
Consiglio d'Europeo possono avere effetti considerevoli. Deve comprendersi che 
la tematica Rom è una pagina nera d'Europa, assumersene la responsabilità e fare 
pressione sugli stati membri. E' inoltre necessario aumentare la pressione sulle 
autorità locali perché rivedano la loro politica quando si tratta di sgomberi. 
Talvolta gli sgomberi possono essere necessari, ma devono essere fatti nel modo 
giusto e fornendo soluzioni abitative alternative. IPS: Cosa potrebbe migliorare nel vostro lavoro? TH: La cosa importante per noi è sapere come proseguire. Molte volte non 
sappiamo, o l'informazione arriva in ritardo. Il centro per i diritti di 
Budapest ci aiuta parecchio, come pure diverse OnG. Il punto chiave rimane 
ancora che non riusciamo a persuadere le autorità locali ad occuparsi dei 
problemi di Rom.   
		
		
			Di Fabrizio  (del 27/10/2007 @ 09:27:31, in casa , visitato 2519 volte)
		 
      Vi invio un appello firmato dalla comunità Rom di via S. Dionigi. Per favore, 
diffondete.Dijana Pavlovic
 
 AL SINDACO DI MILANO
 AL PREFETTO DI MILANO
 
 Per fax
 APPELLO DELLA COMUNITA’ ROM DI VIA SAN DIONIGI
 
 Noi, comunità rom sgomberata da via S. Dionigi il 5 settembre scorso, chiediamo 
al Comune e al prefetto di Milano una soluzione al problema della casa che 
consenta alle nostre famiglie di tornare a vivere insieme.
 Dopo lo sgombero l’assessore alle politiche sociali ha garantito il ricovero di 
donne e bambini presso il dormitorio comunale di via Ortles, mentre gli 
uomini sono stati aiutati dalla Casa della carità ma con soluzioni provvisorie.
 Da quel giorno siamo divisi, ospiti di qualcuno: molte donne e i bambini al, 
tutti gli altri – circa 40 persone – in vari luoghi, presso varie associazioni.
 Alcune donne si sono già spostate dal dormitorio tornando a vivere con i loro 
mariti in campi abusivi.
 Questa situazione deve terminare: i nostri figli frequentano le scuole al 
Corvetto, molti di noi hanno un lavoro, regolare o in nero, le madri devono 
poter seguire i loro figli in una casa.
 Chiediamo quindi una soluzione che ci riunisca nuovamente prima dell’inverno: 
una o due aree in affitto, attrezzate con luce e acqua, non lontane dalla scuola 
dei figli; anche due cascine abbandonate da sistemare, con il nostro impegno 
all’affitto o alla ristrutturazione con la creazione di una cooperativa di 
lavoro, oppure, per chi ha i titoli, l’accesso alle case popolari.
 Diffondiamo questo appello anche alla cittadinanza per sensibilizzare tutti 
della situazione insostenibile in cui ci troviamo dal 5 settembre scorso.
 
 Firmato dai consiglieri del campo di via S. Dionigi:
 Lucan Constantin
 Jon Sadaveanu
 Milcea Càldàràreasa
 Lucan Dumitru
 
 Milano, 22 ottobre 2007
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 28/10/2007 @ 09:34:01, in Europa , visitato 2864 volte)
		 
      
 Atene. Lunedì la sezione greca di Amnesty International ha consegnato al 
governo una petizione firmata da oltre 56.000 persone che condanna la 
discriminazione contro immigrati e Rom in Grecia. Gli attivisti di Amnesty hanno esposto uno striscione di protesta ricoperto 
di firme sulla recinzione del governo mentre una delegazione era ricevuta [...] Maro Pantazidou, rappresentante di Amnesty, ha detto: "La Grecia ha un 
numero molto alto di casi di violenza della polizia contro Rom e migranti, che 
sono automaticamente trattati come cittadini di seconda classe." Ha aggiunto che le firme sono state raccolte in tutta Europa, principalmente 
in festival musicali. Secondo Amnesty, i migranti che entrano illegalmente in Grecia - minori 
inclusi - sono detenuti per lunghi periodi in squallide condizioni, ed i 
richiedenti asilo sono quasi sistematicamente rimpatriati, anche in paesi in 
guerra. Il gruppo ha detto che i Rom in Grecia sono oggetto di attacchi razzisti e di 
sgomberi continui dai loro insediamenti.   
		
		
			Di Sucar Drom  (del 28/10/2007 @ 10:09:15, in blog , visitato 3102 volte)
		 
      
Reggio Emilia, il Sindaco non si arrende...Il sindaco Graziano Delrio dopo una riflessione durata alcuni giorni riprende in 
mano la questione micro aree e in Consiglio Comunale ribadisce le proprie idee. 
"Realizzeremo il progetto «dal campo alla città per l'inclusione sociale dei 
nomadi»” ha dichiarato scatenando le urla e le proteste di AN e del resto del 
centrodestra. Del Rio ha poi aggiunto "sulle micro-aree la giunta di Reggio non 
ha fatto alcuna retromarcia. Abbiamo soltanto deciso di compiere un passo per 
...
 
Gad Lerner, le infamie razziste di Radio Padania“Io lo vado a prendere in sinagoga per il collo”, anzi, “mi chiedo perchè gli 
ebrei non lo espellano dalla loro comunità”, quel “nasone ciarlatano”. Per avere 
ricordato in tv all’Infedele che molti degli argomenti scagliati oggi contro i 
rom ricordano maledettamente la propaganda con cui fu giustificata la 
persecuzione degli ebrei 70 anni fa,mi sono preso una raffica di insulti via 
etere da un...
 
Strasburgo, si preparano al genocidio culturale dei Rom e dei Sinti in ItaliaQuesta mattina nella sala stampa del Parlamento europeo di Strasburgo, si é 
tenuto l'incontro organizzato dal capodelegazione di AN al Parlamento europeo e 
relatore per la strategia sui minori, Roberta Angelilli, dal titolo "Sicurezza, 
Integrazione, Solidarietà". L'argomento centrale dell'iniziativa é stato la 
condizione dei minori di strada, in particolare dei bambini Rom (dispersione 
scolastica, racket dell'accattonaggio, sf...
 
New York si ribella al nazi-rock di Marko PerkovicIl cantante brandisce una spada, le canzoni parlano di odio e pulizia etnica, il 
pubblico mostra il suo entusiasmo con il saluto nazista. Con questi ingredienti, 
il concerto newyorkese della rock star croata Marko Perkovic, previsto per il 
mese prossimo, non poteva passare sotto silen...
 
Budapest, tornano le svastiche in stradaCi eravamo abituati a quei fantastici ragazzini della Via Pal che, usciti dalla 
penna dello scrittore Ferenc Molnar, avevano conquistato le strade della vecchia 
Budapest con i loro giochi e le loro passioni.
 Cambiano i tempi e i “ragazzi” di oggi - in un’Ungheria che ha messo in archivio 
l’esperienza del campo socialista - ricordano quell’ottobre del ’56. Ma 
alcuni...
 
Consiglio d'Europa e Onu, garantire il diritto dei rom all’abitazioneI governi facciano maggiori sforzi per garantire il diritto dei rom 
all’abitazione: lo hanno chiesto, in una dichiarazione congiunta,il commissario 
per i diritti umani del Consiglio d’Europa, Thomas Hammarberg, e Miloon Kothari, 
rappresentante dell’ufficio Onu per la politica dell’alloggio. Sono numerose le 
lamentele che giungono da circa 20 Paesi, tra cui Albania, Bosnia, Bulgaria, 
Repu...
 
Padova, ultimo Natale nel "campo nomadi"?Per le famiglie sinte che vivono in via Longhin il prossimo potrebbe essere 
l’ultimo Natale nel “campo nomadi”. Il comune di Padova partecipa ad un bando 
del ministero della Solidarietà Sociale per risolvere il disagio abitativo delle 
comunità Rom, Sinte e Camminanti. Ovvero individuare micro-aree dove trasferire 
queste persone all’interno di casette prefabbricate, trasformandole in residenti 
...
   
      Da
Romanian_Roma Bucarest - Lunedì (scorso ndr) il presidente rumeno Traian Basescu ha presentato tre Rom 
sopravvissuti all'Olocausto consegnando loro una medaglia. Solo dal 2003 la Romania ha un giorno per ricordare le oltre 400.000 vittime 
dell'Olocausto. Il 9 ottobre Basecu ha consegnato un'onorificenza simile ad 11 membri della 
comunità ebraica sopravvissuti alle deportazioni. Sino al 2004, le autorità negavano che fosse possibile parlare di un 
Olocausto in Romania. Ma un rapporto internazionale ha trovato che le autorità di allora fossero 
state responsabili della morte da 280.000 a 380.000 ebrei rumeni nelle regioni 
amministrate dalla Romania. Lo stesso rapporto documenta il destino di 25.000 Rom rumeni deportati 
durante l'Olocausto - la metà dei quali perì. In Romania vivono circa 1,5 milioni di Rom e 11.000 ebrei.   |