| Di seguito tutti gli interventi pubblicati sul sito, in ordine cronologico.
 
 
		
		
			Di Fabrizio  (del 22/06/2008 @ 08:57:04, in Italia , visitato 1772 volte)
		 
      Ricevo da Maria Grazia Dicati 
BARLETTA, 17 GIU - "Il sentimento per quanto accaduto, qualora le forze 
dell'ordine accertino che si sia trattato di un atto di violenza, è di dura 
condanna e biasimo". Così afferma Luigi Terrone, assessore comunale alla 
sicurezza e legalità del Comune di Barletta, a proposito dell'incendio che nella 
tarda serata di ieri nel campo nomadi alla periferia della città ha distrutto 
una baracca temporaneamente disabitata. Un episodio sul quale indagano i 
carabinieri di Barletta. Se fosse un atto doloso, sarebbe - per Terrone - la 
prima volta che una cosa del genere accade in 30 anni di convivenza civile e 
pacifica tra i rom che vivono nel campo e i barlettani: "questo - aggiunge - 
crea sgomento e preoccupazione". "La città - conclude - deve prendere una 
posizione univoca e netta perché quelli sono cittadini barlettani e a quanto 
accaduto va data una spiegazione". 
 Azdovic Idriz, il capo della comunità Rom che vive nel campo nomadi di Barletta, 
a Barberini, è convinto che qualcuno abbia dato fuoco alla baracca distrutta 
dalle fiamme alle 23 di ieri, all'ingresso del campo.
 
 "Li ho visti anche ieri sera quei due, sul loro motorino, come le altre volte, 
che passano e dicono che devono bruciarci e ci chiamano bastardi e brutti 
zingari, come hanno visto fare a Napoli. Ieri sera, però, non hanno detto nulla, 
c'era già il fuoco, li ho visti in lontananza, forse erano venuti a godersi lo 
spettacolo". La baracca era temporaneamente disabitata e nessuno è rimasto 
ferito a causa dell'incendio. Anche di fronte al fatto che, secondo i vigili del 
fuoco, non ci sono elementi certi che le fiamme siano state appiccate, Idriz 
insiste. "È vero - dice - che non ci sono tracce di un incendio appiccato da 
qualcuno,- ma le fiamme bruciano tutto ed è difficile, dopo, dire perché c'è 
stato un incendio, le fiamme non nascono dal nulla". Stamattina Idriz ha 
avvisato i proprietari della baracca distrutta, una famiglia che ha lasciato 
Barletta da qualche tempo per andare in Montenegro ma che tra poco sarebbe 
tornata a Barletta. "Non credevano a quello che gli ho detto - racconta - ora 
dovranno ricostruire la loro casa: anche quel poco che c'era lì dentro è stato 
distrutto". Masserizie, tre bombole di gas, quasi esaurite, e altri pochi 
oggetti erano nella capanna bruciata, niente altro. I vigili del fuoco, che 
hanno spento l'incendio, sono tornati anche stamane, insieme con i carabinieri 
di Barletta, per accertare, di giorno, che non vi fossero elementi trascurati 
nella notte per dire che le fiamme sono riconducibili a qualcosa e a qualcuno, e 
- a quanto viene reso noto - non li hanno trovati. "Io e la mia famiglia, perché 
siamo una famiglia - aggiunge Idriz - viviamo qui da quasi trent'anni e siamo 
benvoluti da tutti, non solo nel quartiere, ma anche a Trani, ad Andria: i 
nostri figli frequentano le scuole di questa città". "Se a dare fuoco alla 
nostra baracca sono stati quei ragazzini e sono del quartiere - conclude - io 
parlerò con i loro genitori, qui ci sono solo amici, e cercheremo di mettere 
tutto a posto perché questa volta non è successo nulla, nessuno si è fatto male, 
ma se non fosse andata così come avrebbero potuto stare a posto con la loro 
coscienza?". La scuola è finita il 10 giugno scorso, e i bambini del campo erano 
lì stamane. Una piccola si avvicina: "Frequento la terza elementare in via Paolo 
Ricci - dice - e mi piace scrivere, sono brava". Alla domanda se racconterà in 
un tema quanto accaduto ieri sera risponde: "Non lo so, che cosa è successo ieri 
sera?". "Niente - le dice la mamma - niente, dormivi".
   
		
		
			Di Sucar Drom  (del 21/06/2008 @ 09:57:04, in blog , visitato 1905 volte)
		 
      
Milano, continua la schedaturaProseguono le schedature dei Sinti e Rom ordinati dal commissario straordinario, 
il prefetto Gian Valerio Lombardi. Questa mattina polizia e carabinieri sono 
entrati nel insediamento di via Martirano e sono stati identificati 120 Rom e 
Sinti, quasi tutti italiani. Nell’insediamento sono i...
 
Puglia, sono seimila i RomI Rom presenti in Puglia sono circa diecimila. Un dato attendibile, ma non 
ufficiale. Dietro questa incertezza c’è una motivazione precisa: più della metà 
dei Rom sono italiani, perciò non sono identificabili né tra gli ex...
 
Milano, "Rom bastardo, indagine sul nuovo razzismo in Italia"«Romeni bastardi»: è la scritta che campeggia su un muro di fianco a un gruppo 
di case a Pavia, dove vivono alcune famiglie di rom. Segno evidente di un 
doppio luogo comune e, soprattutto, del un nuovo cli...
 
Barletta (BA), incendio doloso?“Li ho visti anche ieri sera quei due, sul loro motorino, come le altre volte, 
che passano e dicono che devono bruciarci e ci chiamano bastardi e brutti 
zingari, come hanno visto fare a Napoli. Ieri sera, però, non hanno detto nulla, 
c'era già il fuoco, li ho visti in lontananza...
 
Monserrato (CA), una festa insieme"Lasciate che Rom e Sinti vivano tra noi. Ne abbiamo bisogno. Potrebbero 
aiutarci a scompigliare un po’ del nostro ordine rigido. Potrebbero insegnarci 
quanto prive di significato sono le frontiere: incuranti dei confini i Rom e i 
Sinti sono di casa in tutta Europa. Sono ciò...
 
I "rom" della culturaSe un americano arrivasse all’Istituto di Cultura Sinta e formulasse la domanda: 
in Italia le popolazioni sinte e rom sono discriminate? La risposta potrebbe 
prevedere le immagini di Ponticelli e tanto altro ma Il Sole 24 ore ha 
pubblicato domenica 15 giugno 2008 u...
 
UCEBI: siamo vicini ai RomUno dei momenti più sentiti della 40a Assemblea generale dell'Unione cristiana 
evangelica battista d'Italia (UCEBI) (Bellaria, 12-15 giugno) è stata la 
discussione e l'approvazione di una mozione di solidarietà con il popolo Rom...
 
Sinti italiani in viaggio per il diritto e la culturaDa alcune settimane è nato in rete un nuovo spazio web sinto: sinti italiani in 
viaggio per il diritto e la cultura. Lo spazio è gestito dal Pastore Davide 
Casadio, già promotore dello spazio web la buona novella. L’intenzione 
dell’autore è quello di far emergere gli aspetti cult...
 
Thomas Hammarberg in ItaliaIl commissario per i Diritti umani del Consiglio d'Europa Thomas Hammarberg oggi 
e domani è in visita in Italia per discutere con le autorità governative le 
implicazioni del “Pacchetto sicurezza” nel campo dei diritti fondamentali. Lo 
riferisce un comun...
 
La fabbrica della pauraStraniero, rom, clandestino, pericolo, paura: queste parole si rincorrono, ormai 
da mesi, dall’inizio della campagna elettorale in poi, insieme a quell’altra 
-“sicurezza” - che ci viene offerta dalle destre come se esse fosser...
 
Milano, si prepara la grande cacciataIl Prefetto Lombardi, neo commissario per l’emergenza nomadi, ha rilasciato un 
intervista a Oriana Liso, pubblicata oggi sulle pagine della Lombardia di 
Repubblica. Il Prefetto per tutta l’intervista parla e risponde sui “nomadi”, 
facendo sempre riferimento a Cittadin...
 
Mantova, intervista a Yuri Del BarE’ bastato che venisse denunciato un (molto) presunto tentativo di rapimento di 
un neonato da parte di una ragazzina Rom per scatenare a Napoli autentici 
pogrom, come sottolineato dalla Parlamentare europea Viktoria Mo...
 
Articolo 3, newsletter n° 1E’ uscito il numero uno della newsletter di “Articolo 3, osservatorio sulle 
discriminazioni”, fondato a Mantova il mese scorso. Nella newsletter troverete 
alcuni approfondimenti sulle discriminazioni a Mantova e non solo. La redazione 
è formata da Maria Bacchi; Antonio Benassi; Carlo Berini; Angelica Bertellini; 
Barbara Nardi; Fabio Norsa; Eva Rizzin. Per ricevere la newsletter a cadenza 
quindicinale scrivete a osservatorio.artic...
 
Il sonno della ragione genera mostri, l'appello diventa seminarioPromosso da oltre 600 personalità, l’appello “il sonno della ragione genera 
mostri” nelle scorse settimane ha invitato il governo e le autorità locali ad un 
confronto vero per soluzioni concrete sulla questione sinta e rom. Ora l’i...
 
Genova, «ho visto anche degli “zingari” infelici, oggi come ieri leggi razziali 
e persecuzione etnica»«L´idea di vivere nelle case non ci piace, così rischiamo di perdere la nostra 
cultura». Tito ha cinquant´anni e quattro figli, il più piccolo ha quindici anni 
e il nipote più grande, il figlio della figlia maggiore, ne ha tredici e me...
 
Venezia, intervento di Yuri Del Bar«Il concetto risolutivo non è quello di integrazione, bensì di interazione. Non 
c'è una cultura migliore delle altre. Bensì ci sono tante culture diverse che 
devono, appunto, interagire, collaborare nel rispetto reciproco e nel 
riconoscimento reciproco. Solo così è possibile mantenere e s...
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 21/06/2008 @ 09:25:40, in scuola , visitato 1620 volte)
		 
      
 Praga, 17.6.2008, 16:04, (ROMEA/CTK) Jelena Silajdzicova,  dell'associazione civica Slovo 21, ha detto ai giornalisti che oltre 2000  persone hanno partecipato al progetto di aiuto dei Rom a Praga, mentre oltre 800  di loro hanno frequentato corsi d'istruzione e di formazione ed oltre 200 hanno  trovato nuovi lavori. Il progetto "Supporto per i Rom di Praga", lanciato nel 2005, ha aiutato  alcuni Rom a studiare alle scuole secondarie ed alle università  Il progetto terminerà ad agosto. Altre regioni hanno espresso il loro  interesse nel modello, ha detto Silajdzicova. Nota ancora che gli autori hanno  basato il progetto su stime qualificate, dicendo che nella capitale di 1,3  milioni di abitanti vivono circa 24.000 Rom, di cui l'80% è senza lavoro. L'alto tasso di disoccupazione tra i Rom è causato, tra l'altro, dai loro  bassi livelli di istruzione e qualificazione, discriminazione nel mercato del  lavoro come pure un ben sviluppato mercato del lavoro nero, ha aggiunto. Oltre a Slovo 21, hanno partecipato altre associazioni civiche come il  distretto municipale Praga 3 ed una scuola municipale, come pure due partner  stranieri. Il progetto ha ottenuto successo grazie alla partecipazione ed alla  cooperazione di parti dell'amministrazione pubblica, di OnG ed istituzioni  scolastiche, ha detto Silajdzicova. Lo scopo è stato di creare un modello che potesse essere applicato in altre  città ceche come pure altrove in Europa. Una delle attività principali del  progetto è stata la preparazione dei giovani Rom alla scuola secondaria e agli  studi universitari. Gli autori inoltre hanno indirizzato trovare lavoro per i Rom e lanciato un  sito web che offre posti vacanti. Il progetto all'interno dell'iniziativa Equal  è costato quasi 27 milioni di corone.   
		
		
			Di Fabrizio  (del 20/06/2008 @ 09:35:04, in Europa , visitato 1771 volte)
		 
      Da
British_Roma Quando Shay Clipson, unica Magistrata Rom del Regno Unito, tentò di fermare 
il bullismo contro sua figlia, trovò la polizia locale riluttante ad 
intervenire, anche quando Shay ha puntualizzato di essere un Magistrato e come 
tale di sapere come la legge dovesse proteggere sua figlia. La figlia della signora Clipson è stata gettata in mezzo al traffico da 
compagni razzisti, le sono state spente delle sigarette tra i capelli, 
l'hanno coperta di sputi ed è stata picchiata sino all'incoscienza sul campo di 
giochi della scuola, mentre altri registravano tutto questo sui loro telefoni 
mobili e postavano l'assalto su YOUTUBE. Quando Shay Clipson ha criticato la polizia per la loro riluttanza 
nell'aiutarla, e ha chiesto ragione di ciò, ha trovato che la sua carriera come 
magistrato era finita. È stato detto che perché aveva sollevato la sua 
partecipazione alla magistratura e criticato la polizia "la signora Clipson non 
era credibile nello svolgere il suo lavoro". Shay Clipson è uno dei pochi modelli positivi per la comunità Zingara e così 
si crea una cattiva impressione, se qualcuno della comunità Zingara intraprende 
un ruolo come quello di Magistrato, viene rifiutato alla prima occasione. Chiediamo a Gordon Brown, ed all'Ufficio dei Reclami Giudiziari di 
riconsiderare in favore di Shay Clipson. Posted by The Gypsy Council Ltd. Firma la
petizione   
		
		
			Di Fabrizio  (del 20/06/2008 @ 09:11:32, in Italia , visitato 1809 volte)
		 
      Da
ChiAmaMilano 
 Avete sempre voluto presidiare i marciapiedi davanti casa nelle ore notturne, 
ma con i leghisti "oddio cosa diranno i miei amici cui ho ammannito per anni 
omelie sulla bellezza del multiculturalismo?!".Da anni desideravate attendere l’invasione dei barbari asserragliati sul vostro 
pianerottolo fortificato "ma il verde proprio non mi dona!".
 Da tempo volevate ridare una mano di ‘bianco’ al quartiere ma "se poi arriva 
Borghezio e ci fa pure i complimenti?" Niente paura con le "ronde democratiche", oggi si può.  Uno strumento efficace e moderno, capace di cavare dall’imbarazzo anche le 
coscienze più progressiste affinché possano fare il loro dovere, serenamente e 
pacatamente, per combattere l’emergenza sicurezza che assedia il paese e infesta 
le strade di borghi e città.  Finalmente si può fare.  Senza complessi di inferiorità, né sensi di colpa. Guardando al futuro e al 
nuovo clima politico, già si parla delle prossime mosse: quando il Governo, dopo 
l’esercito, deciderà di schierare Superman e Capitan America, con lo spirito 
costruttivo volto al dialogo che caratterizza questa tersa repubblica, la 
proposta democratica sarà coerente e conseguente: Batman e l’Uomo Ragno.   
      Da
Mundo_Gitano Por:
Terra Actualidad - EFE GITANO E PALESTINESE, DOPPIA DISCRIMINAZIONE [05-06-2008] A Gerusalemme, dove le identità hanno una rilevanza speciale, 
circa 170 famiglie coniugano le loro radici Gitane con la loro condizione di 
palestinesi in un esercizio di equilibrismo che li lascia nella terra di 
nessuno. Le autorità israeliane li trattano come qualsiasi altro arabo, mentre la 
maggioranza dei palestinesi li percepisce con gli stessi stereotipi che 
perseguitano i Gitani ovunque siano. Serva come esempio che il termine arabo per Gitano, "nawar", è peggiorativo e 
di solito accompagnato da uno sputo a terra. Loro, i Gitani dell'est del Mediterraneo e del Medio Oriente, si 
autodenominano Domari (da "Dom" che significa uomo nella loro lingua nativa) e 
sono in maggioranza musulmani, a differenza dei Rom, che si stabilirono in 
Europa e professano il cristianesimo. La loro presenza a Gerusalemme è documentata dal XIX secolo, dove oggi si 
ripartiscono tra Bab Hutta - un umile quartiere dentro la cittadella murata -, 
Ras Al-Amud o Silwan. A prima vista, niente li distingue dai loro vicini: parlano arabo, vivono 
nella parte palestinese della città ed non si sono neppure liberati dall'esilio 
nei conflitti bellici con Israele. Durante la Guerra dei Sei Giorni del 1967, arrivarono in Giordania non meno 
che 34.000-35.000 gitani che risiedevano a Gerusalemme. Il Centro d'Investigazione Domari riconosce la difficoltà di dare il numero 
di Gitani che oggi vivono nei territori palestinesi perché molti rifiutano di 
definirsi come tali. Si calcola, tuttavia, che siano circa 7.000 tra Israele ed i territori 
palestinesi, più della metà di loro nella striscia di Gaza, dove storicamente 
hanno tenuto molti contatti coi loro compagni di origine e diaspora egizi. "Abbiamo lo stesso problema del resto dei palestinesi: l'occupazione 
israeliana", sentenzia Abdelhakim Salim, il muktar (una specie di notabile) di 
questa comunità a Gerusalemme. Non è del tutto così. I Gitani si confrontano con danni sociali specifici che 
vanno oltre gli arresti, registri all'alba e barriere al movimento, che racconta 
il muktar. Per iniziare, i Domari della cittàsanta viveno in media in locali di otto 
persone dove entrano solamente 700 dollari (450 euro) al mese. Inoltre, lamentano indici di analfabetismo (circa il 40%) ed assenteismo 
scolare molto superiore a quello dei palestinesi, uno dei popoli più capace di 
leggere e scrivere nel Medio Oriente. Le droghe inoltre causano stragi tra i giovani, si suppone il 75% dei Gitani 
di Gerusalemme, spiega Imad Jauny, direttore esecutivo di Burj Al Luq Luq, 
un'istituzione che tenta di evitare che i bambini e gli adolescenti che non 
vanno a scuola passino tutto il giorno per la strada. "La loro autostima come collettivo è molto bassa. Lo vediamo nella gente  
con cui lavoriamo", aggiunge Jauny prima di indicare che il 90% dei 
frequentatori del suo centro sociale sono Gitani. Per cambiare questo ordine di cose, Amoun Sleem creò nel 1999 il Centro 
Domari, col quale prova a migliorare il livello di vita della comunità Gitana e 
frenare la progressiva sparizione della loro cultura. Sleem teme che l'eredità Gitana muoia schiacciata tra l'indifferenza delle 
autorità israeliane, "che rifiutano di considerarci come minoranza in una città 
che ne è piena", e l'assimilazione interessata dei palestinesi. Tutto questo con il tempo contro, così che solo alcuni anziani sono capaci di 
esprimersi in Domari, mentre i balli e i vestiti propri sono quasi finiti 
nell'oblio. "Io non mi considero palestinese. Non mi vergogno a definirmi Gitana di 
Gerusalemme. Viviamo qui da duecento anni e stiamo perdendo le nostre 
tradizioni", lamenta la fondatrice di questa società che l'anno scorso visitò lo 
scrittore israeliano e Premio Principe delle Asturie Amos Oz. E' una delle ultime sfide di un collettivo discriminato per partita doppia - 
tanto come Gitano che come palestinese - che cerca il suo posto come minoranza 
dentro una minoranza.   
		
		
			Di Fabrizio  (del 19/06/2008 @ 08:54:30, in Europa , visitato 1521 volte)
		 
       CS78-2008: 18/06/2008   Amnesty International si è detta profondamente amareggiata per l'esito  della votazione al Parlamento europeo sulla direttiva sui rimpatri.      L'organizzazione per i diritti umani ritiene che il testo approvato oggi  non garantisca il rimpatrio dei migranti irregolari in condizioni di sicurezza e  dignità. Al contrario, un periodo eccessivo di detenzione fino a un anno e mezzo  e il divieto di reingresso, valido per tutto il territorio dell'Unione  europea, per le persone rimpatriate forzatamente, rischiano di abbassare gli  standard vigenti negli Stati membri e costituiscono un esempio estremamente  negativo per altre regioni del mondo.      Il testo della direttiva, inoltre, non include garanzie sufficienti per i  minori non accompagnati e contiene deboli previsioni in materia di controllo  giudiziario sulla detenzione amministrativa; infine, prevede deroghe specifiche  alle condizioni di detenzione in quegli Stati membri che si trovino ad  affrontare cosiddette "situazioni di emergenza".      È dunque difficile capire quale sia il valore aggiunto di questa  direttiva, che rischia invece di promuovere pratiche detentive di lungo periodo  negli Stati membri e di avere un impatto negativo sull'accesso al territorio  dell'Unione europea.      Amnesty International sollecita gli Stati membri che applicano standard  più elevati a non usare questa direttiva come pretesto per abbassarli.      FINE DEL COMUNICATO Brussels/Roma, 18 giugno 2008      Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:    Amnesty International Italia - Ufficio stampa    Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it   
		
		
			Di Fabrizio  (del 18/06/2008 @ 10:35:30, in Italia , visitato 2073 volte)
		 
      Ricevo da Roberto Malini 18 giugno 2008 - BRUTALMENTE AGGREDITA A MILANO CON LA  SUA FAMIGLIA REBECCA COVACIU, 12ENNE ROM VINCITRICE DEL PREMIO UNICEF 2008
 GRUPPO EVERYONE: “EPISODIO DI GRAVITA’ INAUDITA. NECESSARIA CONDANNA UNANIME DI  ISTITUZIONI NAZIONALI ED EUROPEE E SERI PROVVEDIMENTI CONTRO LA DERIVA RAZZISTA  E XENOFOBA IN ITALIA”
 
 E’ accaduto ieri mattina, 17 giugno, alle 8 a Milano. La famiglia  Covaciu, romena di etnia Rom, già oggetto di continue peregrinazioni per  l’Italia a seguito di vessazioni, minacce e sgomberi, stava uscendo dalla tenda  in cui da diversi giorni si era stabilita, in un microinsediamento nella zona di  Gianbellino, quando è stata brutalmente aggredita da due italiani di età  compresa fra i 35 e i 40 anni. Rebecca, 12 anni, nota per essersi  aggiudicata in Italia il Premio Unicef – Caffè Shakerato 2008 per le sue  doti artistiche applicate all'intercultura, e il fratellino Ioni, 14 anni,  sono stati prima spintonati e poi picchiati. I genitori, uno dei quali è Stelian Covaciu, pastore della Chiesa Pentecostale, che assieme al  fratello maggiore di Rebecca erano accorsi per difendere i figli, sono stati  ricoperti di insulti razzisti, minacciati, indotti a lasciare immediatamente  l’Italia e subito dopo percossi. I Covaciu a quel punto sono fuggiti verso  la stazione di San Cristoforo, in piazza Tirana, e accorgendosi di essere ancora  seguiti hanno chiesto aiuto ai passanti. Nessuno è intervenuto. Mentre la  famiglia si stava avviando verso il parco antistante la stazione, la signora  Covaciu, cardiopatica, è stata colta da un malore. Stellian Covaciu ha a  quel punto contattato telefonicamente Roberto Malini del Gruppo EveryOne, che ha  dato l’allarme facendo inviare sul posto una volante della Squadra Mobile di  Milano e un’ambulanza. All’arrivo della Polizia, gli aggressori si sono  dileguati. Prima ancora dell'aggressione, l’Unicef aveva manifestato  indignazione per la vicenda della piccola Rebecca, simbolo di un'infanzia  senza diritti. Il Gruppo EveryOne era in procinto di organizzare un ritorno  della famiglia in Romania per sottrarla all'ostilità che colpisce i Rom a  Milano. “Questa nuova violenza contro le famiglie Rom è spaventosa e deve  sollevare la protesta della società civile” commentano i leader del  Gruppo EveryOne Roberto Malini, Matteo Pegoraro e Dario Picciau. “Quello che è  avvenuto a Rebecca e alla sua famiglia è sintomatico del clima, ormai fuori  controllo nel nostro Paese, di odio e intolleranza nei confronti del popolo Rom.  Purtroppo non si tratta affatto di un caso isolato, ma dell’ennesimo gravissimo  episodio di violenza, ai danni di una famiglia innocente, che rimarrà impunito e  annuncia tempi davvero oscuri per l’Italia.” Il Gruppo EveryOne ha recentemente  denunciato l'aggressione a Rimini, avvenuta nell'indifferenza generale,  di una  ragazzina Rom incinta, presa a calci da un italiano mentre chiedeva l’elemosina.  A Pesaro, qualche giorno fa, Thoma, il membro più anziano della locale comunità  Rom, sofferente di un handicap a una gamba e cardiopatico, è stato colpito al  capo e umiliato in pieno centro storico. Nella stessa città, i parroci hanno  recentemente vietato ai Rom di chiedere l'elemosina davanti alle chiese. Nei  giorni precedenti all'aggressione della famiglia Covaciu, EveryOne ha ricevuto  segnalazioni di numerosi episodi di violenza da parte di italiani nei confronti  di persone di etnia Rom, soprattutto dei più deboli: bambini e donne. “L'attuale  clima di discriminazione generale e l'atteggiamento ostile delle autorità,”  continuano Malini, Pegoraro e Picciau “fanno sì che le persone aggredite non  trovino più il coraggio di denunciare i loro aggressori. Inoltre, dichiarazioni  come quelle del ministro dell’Interno Roberto Maroni, che predica la tolleranza  zero contro i Rom, la loro schedatura con foto segnaletiche e addirittura il  prelievo del DNA, lo sgombero indiscriminato e senza alternative di campi di  fortuna e insediamenti regolari, la sottrazione dei bambini Rom alle famiglie  senza mezzi di sostentamento – proclami che sconcerterebbero qualunque esponente  democratico di un Paese civile –, finiscono per fomentare violenze e soprusi ai  danni dei più indifesi". Assieme a EveryOne, anche Santino Spinelli, dell’Associazione Thèm Romano  onlus, e il gruppo “Caffè Shakerato” di Genova, organizzazione per  l'intercultura e il rispetto dei diritti dei bambini, esprimono la più viva  preoccupazione per l’episodio, effetto ancora una volta dell’odio razziale che  imperversa in Italia.  “E’ necessaria una condanna unanime del mondo politico italiano e delle  Istituzioni europee” concludono i leader del Gruppo “e sono ormai indispensabili  provvedimenti seri contro chi viola i diritti umani e si fa portatore di  violenze e discriminazioni di matrice xenofoba e razzista”.
 Per ulteriori informazioni:
 Gruppo EveryOne
 Tel: (+ 39) 334-8429527 - (+ 39) 331-3585406
 www.everyonegroup.com  :: info@everyonegroup.com
   
		
		
			Di Sucar Drom  (del 18/06/2008 @ 10:08:39, in blog , visitato 1666 volte)
		 
      
Verso la pulizia etnica anche in Sicilia?Lombardia, Lazio e Campania sono state le prime regioni nelle quali il nuovo 
Governo ha affrontato la “questione nomadi”. Secondo il ministro dell'Interno, 
Roberto Maroni. «è iniziata l'azione di identificazione di chi vive nei campi 
abusivi - ha spiegato - e abbiamo un programma di azio...
 
Gli "zingari" e il vocabolario...Ne siamo consapevoli: le estremizzazioni del politicamente corretto portano a 
risultati a volte grotteschi. E poi in tempi come questi non ci si può 
permettere di andare tanto per il sottile. Bisogna badare alla sostanza, come 
insegnano i cittadini che incendiano i “campi rom”. Altro che ch...
 
Venezia, i "sinti di Cacciari": troppo normali per trovare ascolto nel paese 
della paura"No campo nomadi di Mestre, campo nomadi di Mestre". Quattro o cinque bambini 
fanno il trenino e girano per il campo canticchiando una canzoncina della 
quale non capiscono bene il significato. "Ecco - dice sconsolato Stefano - 
questo è il risultato di questa campagna...
 
Il ministro Maroni ha mai letto la Costituzione italiana?“L’obiettivo è quello di procedere entro pochi mesi al censimento di tutti 
coloro che abitano nei campi rom, compresi i minori; registrarne le impronte 
digitali per il riconoscimento; arrivare alla chiusura di tutti i campi, anche 
quelli autorizzati se non attrezzati e alla possibilità di ...
 
Anche il Presidente Formigoni non si è letto la Costituzione italiana...“Un incontro che è servito a raccordare al meglio le energie di ciascuno”. Il 
presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, commenta così ''il Tavolo 
per la Sicurezza Urbana'' che si è svolto questa mattina presso la Prefettura di 
Milano, alla presenza del Ministro degli Interni, Roberto Ma...
 
Il ministro Sacconi è in confusione!L'integrazione si realizza nell'ordine, “l'ordine è la premessa anche per il 
riconoscimento dei diritti di cittadinanza”. Così il ministro del Welfare, 
Maurizio Sacconi, ha voluto commentare la situazione del campo sinti di Mestre e 
le polemiche che hanno accompagnato ieri a Tr...
 
Lombardia, l'ordinanza BerlusconiOrdinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri, 30 maggio 2008, 
“Disposizioni urgenti di protezione civile per fronteggiare lo stato di 
emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio della 
regione Lombardia”. (Ordinanz...
 
Giornata Mondiale del Rifugiato 2008A Roma domani mercoledì 18 giugno 2008 in occasione della Giornata Mondiale del 
Rifugiato 2008 sarà presentata: “Presenze trasparenti”, ricerca sulle condizioni 
e i bisogni delle persone a cui è stato negato la status di rifugiato. L’evento 
si terrà alle ore 10.30 presso la Sala Di Liegro della Provincia di Roma a 
Palazzo Valentini in Via IV Nove...
 
Pacchetto sicurezza: le osservazioni dell'ASGIPubblichiamo le osservazioni dell’ASGI sul decreto del presidente del consiglio 
dei ministri del 21 maggio 2008 recante la dichiarazione dello stato di 
emergenza in relazione agli insediamenti di comunità nomadi nel territorio delle 
Regioni Campania, Lazio e L...
 
Venezia, anche Cacciari si perde...Parola di investigatori: per la cattura della donna responsabile di uno scippo è 
risultata preziosa la collaborazione degli occupanti del “campo” in cui S.S., 
quarantenne pluripregiudicata, in cui risultava domiciliata, vale a dire quello 
di via Vallenari a Mestre. Ma la precisazione, contenuta ne...
 
CastelGoffredo (MN), Berini: «se torna il divieto, denunceremo il Comune»«Rifaremo a breve l’ordinanza che vieta la sosta ai nomadi. Porterò io stesso la 
proposta nella prossima giunta». Il vicesindaco Roberto Lamagni conferma il 
ritorno del divieto che due anni fa impedì la sosta a Sinti e Rom. L’ordinanza, 
su segnalazione dell’associazione Sucar Drom e dell’Opera Nomadi di Mantova, era 
finita nel mirino del ministero delle Pari Opportunità ed era stata revocata 
solo nel febbraio scorso dal co...
 
Roma, mille voci contro il razzismoNo al razzismo, no al decreto sicurezza del Governo. A dirlo sono le mille voci 
e le decine di organizzazioni della società civile e del no profit che questa 
mattina si sono ritrovate nell'Aula Magna dell'Università La Sapienza di Roma 
per «aprire un...
   
		
		
			Di Fabrizio  (del 18/06/2008 @ 08:44:37, in Europa , visitato 1590 volte)
		 
      
 11/06/2008 - Testo completo del Gruppo Socialista della dichiarazione 
sulla violenza contro i migranti in Italia. Nell'incontro a Napoli l'11 giugno 2008, il Gruppo PSE ha firmato una 
dichiarazione - concordata unitamente dalle delegazioni italiana e rumena - sui 
recenti episodi di violenza e razzismo in Italia. Celebrando il 2008 come Anno Europeo del Dialogo Interculturale, le 
delegazioni italiana e rumena nel gruppo socialista al Parlamento Europeo 
unitamente hanno espresso al loro condanna per i violenti attacchi ai capi rom 
come pure per gli atti di razzismo con bersaglio i Rom, che sono successi in 
Italia nelle ultime settimane. Riaffermiamo fermamente la necessità di combattere ogni sorta di razzismo e 
xenofobia, ogni discriminazione basata su nazionalità o origine etnica, come 
dichiarato nella Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Congiuntamente rigettiamo il principio di "responsabilità collettiva" basato 
su nazionalità o origine etnica. Le autorità di governo responsabili non 
dovrebbero mai avere bersaglio un gruppo nazionale o una minoranza. I media 
costituiscono un'entità insostituibile riguardo i principi democratici e 
dovrebbero perciò essere più attivamente responsabili riguardo le etiche 
imprenditoriali e la responsabilità sociale. La distorsione della realtà come la 
manipolazione della percezione possono avere conseguenze pericolose sulla 
società complessivamente per mezzo di sentimenti profondi e non fondati di 
insicurezza e di xenofobia, infine portando all'intolleranza, alla tendenza 
razzista e ad atti di violenza. L'immigrazione è un fattore di crescita economica, sociale e culturale, 
specialmente nella UE dove molti paesi si confrontano col declino demografico e 
sistemi costosi  di stati sociali e di pensione così come di scarsità 
settoriali delle forze di lavoro. L'immigrazione non è una sorta di crimine; lo sono l'esclusione sociale ed 
economica, la discriminazione e la segregazione. Mentre la sicurezza è un diritto fondamentale di tutti i cittadini, questo 
non può affatto nutrire l'intolleranza. Non può essere stabilita alcuna correlazione diretta tra criminalità ed 
origine etnica, delinquenza ed immigrazione. Nel contempo, la migrazione dev'essere 
diretta e gli Stati Membri devono senza esitazione identificare una vera 
politica europea per regolare l'ingresso legale, combattere la discriminazione e 
promuovere l'integrazione nell'Unione Europea. L'unico modo per garantire la sicurezza si basa sul processo d'integrazione. Il processo, dato che la lotta contro la criminalità richiede una 
cooperazione più forte tra le autorità incaricate di fare rispettare la legge 
nazionali a livello comunitario, per arrestare, giudicare e, quando il caso, 
espellere quanti commettano un crimine o rappresentino una minaccia alla 
sicurezza pubblica. L'integrazione, perché la sicurezza non può essere assicurata senza 
combattere l'esclusione sociale, la marginalizzazione, la povertà. Questo 
significa garantire a tutti gli individui il diritto a partecipare pienamente 
nella vita economica, sociale, politica dei nostri stati Membri. In un periodo in cui le leggi sono emanate per indirizzare le paure legate 
all'immigrazione, noi crediamo sia di massima importanza affrontare 
effettivamente i problemi associati all'immigrazione stessa. Come Socialisti, 
abbiamo sempre favorito le soluzioni a lungo termine rispetto alle strategie a 
breve termine, preferendo l'integrazione alla sorveglianza, l'inclusione sociale 
ed economica alla segregazione. Entrambe le delegazioni considerano che la sfida dell'integrazione e della 
protezione della minoranza Rom debba essere diretta a livello Europeo: non è 
accettabile che la minoranza Rom sia ancora vittima di abuso e discriminazione 
nel territorio dell'Unione Europea. Sollecitiamo la Commissione Europea a 
presentare una strategia UE integrata regolando standard comuni a tutti gli 
Stati Membri per l'integrazione dei Rom, per appoggiare l'azione delle comunità 
locali, autorità nazionali e società civile. I Rom dovrebbero avere gli stessi diritti e doveri di cittadinanza come 
qualsiasi altro individuo dell'Unione Europea e questi diritti devono essere 
sostenuti e rispettati. Le tendenze attuali che ritengono i gruppi vulnerabili e 
marginalizzati responsabili del peggioramento delle condizioni economiche, 
sociali e securitarie devono essere rigettate. L'intervento dell'Alto 
Commissario ONU per i Diritti Umani, in aggiunta a numerosi rapporti e 
raccomandazioni del Consiglio d'Europa, aggiungono ulteriore preoccupazione ad 
una situazione già allarmante. Questo è il perché vorremmo riaffermare il nostro forte credo in un'Europa 
allargata, nei valori dell'Unione Europea e nell'area di Schengen come uno 
spazio di libertà, sicurezza e giustizia. La libertà di tutti i cittadini UE di muoversi attraverso le frontiere è un 
diritto fondamentale ed un pilastro della cittadinanza Europea. L'espulsione di 
cittadini UE dovrebbe essere valutata caso per caso e con le necessarie 
garanzie, in linea con i trattati UE. Le delegazioni italiana e rumena intendono riaffermare e salvaguardare il 
valore e l'importanza di solide relazioni d'amicizia e di cooperazione 
economica, sociale e culturale come pure l'associazione strategica che per tanto 
tempo ha unito Italia e Romania. Grazie a questi legami, migliaia di cittadini - 
e imprese - vivono e lavorano assieme ogni giorno in pace e armonia. Gianni Pittella: Presidente della delegazione italianaAdrian Severin: Presidente della delegazione rumena
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