Conoscere non significa limitarsi ad accennare ai Rom e ai Sinti quando c'è di mezzo una disgrazia, ma accompagnarvi passo-passo alla scoperta della nostra cultura secolare. Senza nessuna indulgenza.
Oggi il quotidiano free press Leggo, edizione di Milano, titola: "Gli zingari
denunciano Maroni". Così, proprio così. E poi, "La Lega insorge: «Ingrati»".
Attendiamo titoli del tipo: "I negri ora pretendono un lavoro". Ma poi, ingrati
perché? De che?
Vabbé, così va il giornalismo (ANCHE il giornalismo) da queste parti. Ma
parliamo del merito. Dieci famiglie nomadi del campo di via Triboniano hanno
denunciato il sindaco, il prefetto e il ministro perché prima si erano visti
assegnare le case popolari previste dai "progetti di autonomia abitativa" e poi
se le sono viste negare perché altrimenti si penalizzerebbero i milanesi. Facile
pensare che siano state le pressioni della base della Lega a provocare il
dietrofront. È ovvio che le famiglie che avrebbero dovuto avere le case popolari
sono famiglie di persone che lavorano, con figli che vanno a scuola. Gente che
tra poco resterà letteralmente senza un tetto perché il campo di via Triboniano
sarà sgomberato. In pratica il comune dice: «Vi tiriamo giù il posto dove vivete
adesso, non vi diamo altra soluzione. Cazzi vostri». Romano La Russa dice: «Non
ci faremo intimidire dalle denunce di quattro rom o dalle predicozze
fintomoraliste di don Colmegna». Ecco, predicozze fintomoraliste. Don Colmegna,
già direttore della Caritas ambrosiana e della Città della Carità voluta dal
cardinale Martini, è uno che per Milano ha speso ogni energia della sua vita.
Magari un po’ di rispetto ci vorrebbe persino da Romano la Russa. Matteo Salvini,
della Lega, ha detto: «Una risata li seppellirà, anche se qualche giudice
buontempone che li ascolti, magari amico di don Colmegna, lo trovano pure.
Avanti con gli sgomberi, magari li aiuterà Gianfranco Fini». Vabbé, che dire?
Mi ricordo un servizio che trasmise il telegiornale, lo trovate su Youtube
oppure qui sotto. È datato 14 maggio 1991, si vede l’allora sindaco socialista
di Milano Paolo Pillitteri che litiga con un gruppo di tranvieri (immagino
leghisti, ma potrei sbagliarmi) che vogliono lo sgombero di un insediamento di
extracomunitari. Pillitteri litiga e urla: «Siete fascisti. Fascisti e
razzisti». Ora, io tutto avrei pensato ma mai e poi mai che avrei rimpianto
Paolo Pillitteri. E anche Tognoli, Borghini, figuriamoci Iso. A rimpiangere
Albertini non ci sono ancora arrivato ma mi sa che tra un po’…
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