
  CS102-2008: 24/07/2008 In una lettera inviata ai ministri europei degli  Interni e della Giustizia, che si riuniscono oggi a Brussels nel Consiglio  giustizia e affari interni, Amnesty International ha chiesto che siano  condannati gli atti di discriminazione nei confronti delle comunità rom in  Italia, culminati nella raccolta di informazioni sull'origine etnica e la  religione, nonché in quella delle impronte digitali, anche di minori.
 
 "Dopo le critiche della Commissione e del Parlamento europeo, ora spetta agli  Stati membri dell'Unione europea prendere posizione contro quella che è  diventata una campagna a tutto tondo contro i rom" - ha dichiarato Nicolas  Beger, direttore dell'Ufficio di Amnesty International presso l'Unione  europea. 
 
 Secondo l'Ufficio europeo dell'organizzazione per i diritti umani, la raccolta  delle impronte digitali dei rom per motivi di pubblica sicurezza è solo l'ultima  di una serie di politiche discriminatorie adottate dalle autorità italiane. Dal  2007, per esempio, vi è stato un aumento degli sgomberi forzati tra cui quello  di Tor di Quinto, a Roma, dove un gran numero di persone (bambini e anziani  inclusi) sono stati abbandonati nella notte dopo che il loro accampamento era  stato distrutto. 
 
 L'azione delle autorità si è sviluppata in un clima di virulenta retorica  anti-rom da parte di esponenti politici nazionali e locali. Raramente gli autori  sono stati chiamati a rispondere delle proprie dichiarazioni xenofobe, le quali  hanno contribuito ad alimentare e legittimare atti di violenza da parte dei  cittadini. 
 
 "Dobbiamo essere chiari: stiamo assistendo a una caccia alle streghe  presentata come una serie di 'misure di sicurezza" ha aggiunto Beger.  "Quello che è certo è che ora in Italia c'è un effettivo problema di sicurezza:  quella dei rom". 
 
 Quest'anno a maggio, per esempio, il campo rom di Ponticelli, a Napoli, che  ospitava 800 persone, è stato attaccato e distrutto da un centinaio di  aggressori che hanno anche lanciato una molotov contro una roulotte all'interno  della quale si trovavano dei bambini, fortunatamente scampati al successivo  incendio.
 
 L'ultima "misura di sicurezza" applicata - un censimento riguardante solo i rom,  che include la raccolta di informazioni sull'origine etnica e la religione,  nonché quella delle impronte digitali - è per Amnesty International un  provvedimento discriminatorio, sproporzionato e ingiustificato, in diretto  contrasto con la Convenzione europea sui diritti umani.
 
 "L'estensione della rilevazione delle impronte digitali all'intera  popolazione italiana entro il 2010 non cambierà nulla se nel frattempo, come  dichiarato dalle autorità, il censimento dei rom andrà comunque avanti" - ha  sottolineato Beger.
 
 Considerando gli obblighi del diritto internazionale e del diritto comunitario  cui sono vincolati gli Stati membri dell'Unione europea, Amnesty International  chiede al Consiglio giustizia e affari interni di:
    - assicurare l'adozione di misure immediate per fermare pratiche  	discriminatorie quali la raccolta delle impronte digitali su base etnica e  	gli sgomberi illegali;
- garantire che siano adottati adeguati provvedimenti disciplinari o  	penali nei confronti dei funzionari e degli esponenti politici autori di  	dichiarazioni dispregiative o razziste;
- riesaminare lo stato d'emergenza e gli atti e le misure derivanti dalla  	sua adozione, per garantirne la compatibilità col diritto internazionale ed  	europeo.
FINE DEL COMUNICATO Brussels / Roma, 24 luglio 2008 
 
 Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste: 
 Amnesty International Italia - Ufficio stampa 
 Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail:  press@amnesty.it