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Domenica, 30 Settembre 2007 - 13:30 - di Elena Ferrara 
Nuovi, importanti e significativi passi in avanti nelle comunità dei 10 milioni 
di Rom sparsi nel mondo. Ora è la volta della Bulgaria e della Russia e i 
settori interessati sono quelli della televisione e del teatro. Tutto comincia 
nella città bulgara di Vidin, nella parte nord occidentale del paese, dove 
vengono organizzati i primi studi di una televisione tutta Rom. Si chiama 
RomaTv ed è la prima emittente a carattere etnico. Ha come obiettivo quello 
di contribuire all’integrazione della comunità zingara nella società bulgara e 
nello stesso tempo cerca di sfatare molti miti di stampo negativo sui Rom che 
sono stati costruiti nel corso degli anni. Alle trasmissioni vengono invitati 
esponenti della comunità, ospiti stranieri, studiosi della storia Rom, psicologi 
ed esponenti della vita locale. Si cerca di far uscire dal ghetto una minoranza 
che è da sempre emarginata dal punto di vista mediatico e, quindi, da qualsiasi 
tipo di “integrazione televisiva”. Per ora il raggio d’azione dell’emittente 
è limitato ad alcune zone abitate prevalentemente da Rom, ma l’obiettivo 
generale è quello di raggiungere un pubblico sempre più vasto uscendo anche dal 
ristretto campo della tematica zingara. In pratica l’obiettivo degli 
organizzatori di questa televisione consiste nello scendere sul terreno della 
competitività con le altre società televisive. 
Tutto questo perché esiste un problema di autoghettizzazione. Lo fa notare 
Georgi Lozanov, esperto di media ed informazione, che è uno degli intellettuali 
bulgari più autorevoli. E’ lui che punta a ricordare che il dare spazio ad una 
comunità nel mondo mediatico significa aiutarla a modernizzarsi ma che, nello 
stesso tempo, si rischia di dare vita ad un fenomeno negativo. Questo perchè nel 
momento in cui una televisione di nicchia diviene l'intero mondo mediatico di 
riferimento della comunità Rom, gli altri media non riescono a trovare canali 
comunicativi che possano giungere fino alla stessa comunità. I Rom - rileva 
Lozanov - hanno sempre più bisogno di un confronto, di una mediazione tra il 
loro mondo e quello degli altri. E così il compito di questa emittente locale 
consiste proprio nel tentare il miracolo della collaborazione e della 
sensibilizzazione culturale.
Va ricordato che in Bulgaria la “questione zingara” è stata sempre un problema 
aperto anche per il duro sistema socialista. E chi, allora, li chiamava 
“zingari” rischiava una multa. Perchè si puntava ad assimilarli ai bulgari per 
legge. Rifiutando così di ammettere l’esistenza ufficiale di una minoranza. Ma 
le nuove condizioni “europee” stanno sempre più portando la Bulgaria a ripensare 
ai propri rapporti con la comunità zingara, cercando di attuare un processo di 
incontro che non annulli le tradizioni. Rispettando le suddivisioni sia su base 
religiosa - professano la fede musulmana, cristiano ortodossa e vi sono anche 
gruppi che appartengono a chiese protestanti - sia linguistica dal momento che 
parlano differenti dialetti bulgari, il turco od il vlachi che è un dialetto 
d'origine romena. Ed è a tutte queste tematiche che si riferisce la nuova tv.
Altra storia è quella che riguarda il teatro Rom, in Russia. Qui esiste già una 
ben radicata tradizione che viene oggi portata come esempio a livello 
internazionale. E tutto prende le mosse dalle recenti manifestazioni in onore 
del 75mo anniversario del “Teatro zingaro, lirico-musicale” di Mosca che hanno 
assunto un carattere eccezionale. Ai festeggiamenti sono intervenuti i massimi 
esponenti dell’amministrazione presidenziale e i deputati della commissione 
culturale della Duma. A fare gli onori di casa per questo singolare appuntamento 
è stato un rappresentate di spicco della comunità zingara della Russia, il 
cantante e regista Nikolaj Slicenko che dal 1977 è impegnato in questa campagna 
di affermazione culturale dei Rom. Il teatro dove lavora - il “Romen” - è 
appunto un vero e proprio laboratorio. Attori e cantanti sono tutti appartenenti 
alla comunità zingara e portano sulla scena le migliori tradizioni della loro 
arte.
Intanto in Russia - parallelamente - si va sempre più sviluppando l’attività 
organizzativa dei Rom. Si è già svolto il congresso delle associazioni di tutti 
gli zingari che si trovano nel territorio della Csi (in gran parte quello 
dell’ex Urss) e si è formata una “Federazione delle autonomie zingare”. Alla 
guida di questa importante struttura si trovano lo studioso Georghij Demetr che 
si occupa della vita e della storia degli zingari dell’Europa centrale e il 
regista capo del teatro “Romen”, Slicenko. E sempre in Russia - dove la 
questione Rom sta assumendo una rilevanza nazionale - si rivedono, in 
particolare, i vecchi regolamenti del periodo sovietico e si accettano le 
situazioni che si sono andate “codificando” in questi ultimi anni. Esce uno 
studio dei politologi Aleksej Muchin e Jana Zdorovez che, testimoniando i 
progressi dei Rom russi, fornisce una serie di chiavi di interpretazione per 
conoscerne a fondo la loro società. Si apprende così che gli zingari sono 
presenti in tutto il territorio nazionale ed hanno precise organizzazioni locali 
che si occupano dei tanti problemi che sorgono in relazione alle mutate 
condizioni socio-economiche del Paese. In particolare nella città di Tver esiste 
una associazione chiamata “Romanimos” che pubblica libri per i Rom nelle loro 
lingue ed ha già presentato una edizione della Bibbia. Molte altre iniziative di 
carattere sociale e culturale si segnalano in varie città siberiane. Ma è il 
teatro moscovita “Romen” che fa comunque tendenza destando la maggiore 
attenzione.