Ricevo e porto a conoscenza:

 
Alcune settimane fa, dalle pagine di questo giornale (Il  Giorno), avevamo avanzato delle precise proposte al Sindaco di Baranzate e alla  Provincia di Milano perché i problemi di convivenza e di isolamento posti dai  cittadini di questo piccolo comune alle porte di Milano, rom compresi, non  rimanessero per l’ennesima volta senza risposta.
Ma fino ad oggi non abbiamo avuto alcun segnale positivo.
Mentre a Milano monta la polemica per la fiaccolata  promossa dal Sindaco Moratti sul tema della sicurezza cittadina, non  risparmiando critiche al primo cittadino che avrebbe più propriamente il compito  istituzionale di prendere per mano la gente e accompagnarla verso forme di  socialità, non in piazza, il Sindaco di Baranzate e l’Assessore Corso della  Provincia dimenticano anch’essi le proprie urgenti responsabilità.
Le forme di convivenza però non aspettano e devono poter  ottenere l’appoggio concreto di chi governa il territorio e se tra i problemi  più avvertiti vi è quello della coesistenza tra i cittadini baranzatesi e i rom  che risiedono in questo comune dalla metà degli anni ’80, le risposte non  possono ancora una volta essere disattese.
Il tema della sicurezza non è un valore in sé, da proporre  demagogicamente con illusori “patti coercitivi sulla legalità” come nel caso di  via Triboniano, ma una condizione che si conquista con la buona amministrazione  e raccogliendo le istanze di convivenza che vengono dal basso, dalle persone,  dal volontariato.
E allora vogliamo qui ricordare alle Istituzioni che cosa è  necessario fare, da subito, con il contributo dei cittadini che già si sono resi  disponibili a operare insieme:
    - instaurare un rapporto di conoscenza e confronto con  	le famiglie rom, incontrandole, discutendo con loro dei problemi di tutti i  	giorni
- assicurare ai minori, piccoli e adolescenti, la  	possibilità di andare a scuola, a Baranzate e a Milano, nelle scuole  	dell’obbligo come nei centri di formazione professionale
- garantire condizioni di salute e di accesso ai servizi  	sanitari, soprattutto per le giovani donne madri, perché la loro aspettativa  	di vita media si attesta normalmente intorno ai 50 anni di età
- promuovere il lavoro e la regolarizzazione degli  	adulti, perché solo così potranno divenire dei cittadini con eguali  	opportunità.
 
Il  mondo delle comunità rom e di chi vive non distanti da  loro, nelle periferie e nell’hinterland, è spesso l’opposto di quello  rappresentato dagli interessi economici delle categorie imprenditoriali e  commerciali che lunedì prossimo promuoveranno la manifestazione di Milano. 
Coloro che appartengono a questo mondo inferiore vivono in  zone urbane separate e ghettizzate. Soffrono di isolamento e non per scelta.
 
Maurizio Pagani
Vicepresidente Opera Nomadi Milano