In occasione dell'Incontro dell'Organizzazione per la Sicurezza e la 
	Cooperazione in Europa - Human Dimension Implementation (riassunto - 
	articolo originale:
	
	Roma_Rights)
	Varsavia, 3 ottobre 2006 - Contatti: Ostalinda Maya Ovalle: + 36 70 602 58 31 
	Negli anni recenti, l'attenzione di attivisti di strada, gruppi della 
	società civile, governi e organizzazioni internazionali, è cresciuta 
	l'attenzione alla violazione dei diritti fondamentali delle donne romani. Ci 
	sono anche sviluppi positivi. Per esempio, il Parlamento Europeo ha adottato 
	recentemente il rapporto sulle situazione femminile rom nel continente. 
	Nonostante alcuni passi positivi, rimangono preoccupazioni: le Romni 
	affrontano la pressione nelle famiglie e nella comunità, spinte ad aderire 
	ad abitudini e tradizioni degradanti. Nel contempo, soffrono di aperta 
	discriminazione nel campo dei diritti umani fondamentali da parte delle 
	autorità, come nel caso delle sterilizzazioni forzate. Nonostante le 
	pressioni, le donne hanno iniziato ad alzare la voce e denunciare gli abusi. 
	[...]
	Sterilizzazione forzata
	La pratica è [stata] comune a diverse paesi europei. Alcuni (la Svezia, per 
	esempio) hanno stabilito un meccanismo di compensazione per le vittime, ma 
	ancora non riconoscono l'aspetto razzista di queste pratica. In alcuni paesi 
	dell'Europa Centrale e Orientale, la pratica è continuata sino ad oggi.
	La situazione della Repubblica Ceca e della Slovacchia è invece di una 
	pratica sistematica e tuttora centinaia di donne non hanno ottenuto 
	risarcimento. Diversi i motivi, tra cui:
	
		- l'eugenetica che continua ad influenzare le politiche mediche in 
		quei paesi;
 
		- una generica mancanza di rispetto della volontà delle pazienti;
 
		- "preoccupazione" per l'alto livello delle nascite tra i Rom.
 
	
	[...] Questa pratica è continua dalla fine degli anni '70. Sinora, 
	nessuna azione da parte di quei governi è stata sufficiente per un adeguato 
	indennizzo alle vittime, o anche per assicurare la fine definitiva di questa 
	pratica.
	Nella Repubblica Ceca, Slovacchia e Ungheria alcune donne vittime di 
	sterilizzazione forzata, con risultati limitati. [...]
	Violenza domestica
	In una recente ricerca condotta su 237 donne romani, oltre il 70% delle 
	intervistate afferma essere stata vittima di violenze da parte del 
	partner o di altri membri della famiglia. La media nazionale è del 23%. La 
	gran parte di questi incidenti non viene denunciata per un diversi motivi:
	
		- La violenza contro le donne è accettata in alcune famiglie romani.
 
		- La paura di essere isolate e svergognate dalla famiglia e dalla 
		comunità.
 
		- Gli autori di questi atti di violenza raramente sono giudicati 
		responsabili di ciò, e questo scoraggia le donne nel cercare aiuto 
		legale.
 
		- Le donne temono un'ulteriore vittimizzazione se si rivolgono alla 
		polizia o all'esterno [della comunità].
 
	
	Si aggiunga che esiste un numero di difficoltà pratiche che rendono 
	impossibile alla donna di fuggire da questa situazione; incluso la mancanza 
	di sistemazioni alternative, l'incapacità economica di badare a se stesse 
	e/o la mancanza di opportunità d'impiego.
	Nonostante queste barriere, alcune romnià, spesso in situazione 
	disperata, hanno iniziato a sfidare la violenza domestica. Occorre 
	aggiungere che i loro sforzi non hanno sinora ottenuto grande successo. Da 
	parte della legge le reazioni sono state tiepide, a volte rinunciando ad 
	accogliere le denunce o addirittura minacciando o insultando le donne. Delle 
	237 intervistate, 34 hanno triportato le violenze subite alla polizia; 20 
	(il 59% di queste) hanno subito lì trattamenti razzisti o degradanti. Solo 
	in 5 casi (15%) la polizia è intervenuta. Una donna ha raccontato che quando 
	D.D., 43 anni, ha chiesto aiuto alla polizia dopo essere stata picchiata da 
	un membro della famiglia, le è stato risposto: "Voi zingari vi picchiate tra 
	voi tutto il tempo. Dovete risolvere la questione tra di voi"
	Matrimoni tra bambini
	Questi matrimoni continuano impunemente in diversi paesi europei, [...] con 
	tutta la serie di abusi dei diritti umani a cui sono associati.
	In un caso recente, portato all'attenzione da ERRC, nelle regione di 
	Caras Severin in Romania, M.S., bambina rom di 10 anni, è stata venduta ai 
	genitori di D.M., ragazzo di 17 anni. [...] Le autorità rumene indagando sul 
	caso, hanno acconsentito a ritenerlo un caso di adozione da parte dei 
	genitori di D.M.. Apparentemente, le autorità non hanno indagato oltre. A 12 
	anni, M.S. ha dato la luce ad un bambino con parto cesareo, e il dottore le 
	disse che non avrebbe più potuto avere altri figli. A questo punto i 
	genitori di D.M. si sono rivolti a quelli di M.S., per inadempienza del 
	contratto stipulato. Il conflitto è degenerato in violenza tra le due 
	famiglie e le autorità rumene sono state allertate per la seconda volta. A 
	questo punto la polizia ha accusato D.M., che nel frattempo aveva compiuto 
	19 anni, del crimine di traffico di persona e rapporti sessuali con una 
	minorenne. D.M. ha ora di fronte un lungo periodo di prigione. Nessun 
	provvedimento è stato adottato per le violenze susseguitesi tra le due 
	famiglie.
	Il caso è un esempio estremo di eventi che riguardano migliaia di giovani 
	e bambini ogni anno. Come in questo caso, quasi senza eccezione le vittime 
	sono abbandonate a se stesse e/o si tralascia di proseguire gli indiziati. 
	Mentre mancano sforzi da parte delle autorità locali o internazionali e 
	anche i gruppi della società civile non si esprimono o scoraggiano la 
	discussione su questi temi.
	I matrimoni combinati tra minori espongono le ragazze ad 
	abusi sessuali e sfruttamento, precludono il percorso scolastico, 
	vanificando il diritto all'educazione e diminuiscono le possibilità 
	d'impiego. Inoltre ha un significativo impatto sulla situazione sanitaria 
	delle bambini e dei figli che possono mettere al mondo. Crescono difatti il 
	tasso di mortalità per parto e i rischi di complicazioni durante la 
	gravidanza [...] Le vittime di matrimoni infantili sono estremamente 
	dipendenti dal marito e dalla sua famiglia e perciò ad alto rischio di 
	povertà e/o ulteriore sfruttamento in caso di qualsiasi rottura successiva 
	alla famiglia. Sono inoltre più vulnerabili alla violenza domestica [...]
	Traffico di persone
Povertà, discriminazione e 
	marginalizzazione sono quei fattori che rendono le donne Rom e i loro 
	bambini particolarmente vulnerabili al traffico di persone. Molti Rom 
	affrontano una lotta continua per le loro esigenze di base, come il cibo e 
	la casa e hanno difficoltà ad ottenere i documenti personali (ad esempio il 
	certificato di nascita) necessari per accedere ai servizi essenziali. 
	Inoltre, la tradizione patriarcale pone le donne in un ruolo subordinato 
	agli uomini e in queste comunità le donne sono particolarmente a rischio di 
	traffico di persone. Particolare attenzione va fornita nel combattere il 
	traffico di ragazze, indirizzate alla mendicità e a volte allo sfruttamento 
	sessuale. In alcuni casi questi traffici nascondono mancanza di conoscenza e 
	disinformazione da parte delle famiglie. Gli stati dovrebbero operare per 
	eliminare tutti  i fattori (interni ed esterni) che rendono i Rom 
	particolarmente vulnerabili a questi commerci, incluso la lotta alla 
	corruzione e l'identificazione delle vittime. Dovrebbe essere depenalizzata 
	la situazione delle vittime nel caso di ingresso illegale e sviluppati 
	programmi specifici per il loro rientro nei paesi di origine nel massimo 
	rispetto della dignità e della sicurezza delle vittime.
	Ineguaglianza
Le Romnià affrontano una 
	discriminazione in base alla razza e al sesso. In diversi paesi d'Europa si 
	riportano discriminazione come segregazione scolastica e nel lavoro. [...] 
	Un recente studio condotto da Open Society Institute, prova che il 54% delle 
	romnià in Romania sono impiegate nell'economia informale senza accesso ai 
	servizi sociali e ad altre forme di protezione. Un rapporto pan-europeo del 
	4 ottobre di ERRC mostra le discriminazioni patite nel campo della sanità. 
	Gli sviluppi nel campo delle leggi anti-discriminazione in Europa negli anni 
	recenti, non hanno ottenuto risultati accettabili dalle romnià. 
	Le politiche rivolte all'ineguaglianza tra uomini e donne 
	difficilmente si occupano di questo aspetto. Ciò può dipendere dalla scarsa 
	rappresentazione politica delle donne rom. In Ungheria due di loro sono 
	state elette al Parlamento Europeo e danno una voce importante alle romnià. 
	La disattenzione europea ricalca quella degli stati nazionali, dove nessuna 
	di loro è eletta al Parlamento nazionale e anche a livello locale la loro 
	voce è assente.
	Conclusioni
Il progresso nel campo dei diritti 
	umani per i Rom è impossibile senza significativi avanzamenti nel campo dei 
	diritti delle donne. Gli abusi sistematici portati nel nome dei "valori 
	tradizionali" devono terminare. [...] Il coraggio delle romnià nello sfidare 
	la violenza e le violazioni dei diritti umani è ad oggi appoggiata solo da 
	poche OnG, di fronte al silenzio dei governi, delle stesse famiglie e della 
	comunità. [...]